Chi si contenta, gode.

tazzina di caffè

Giulia, da quando ha vinto Berlusconi, sente il bisogno di tirarmi su. Non che a Giulia sia mai fregato nulla di politica: Giulia fa parte di quella categoria di persone che vivono beatamente senza la politica, pur standoci costantemente in contatto.

Per ragioni di famiglia (di origine e acquisita tramite morosamenti vari), Giulia si è sempre trovata impelagata in campagne elettorali, comizi, convegni, liste civiche. È cresciuta con mamma e babbo che la trascinavano alle feste di piazza e di partito, parcheggiandola sotto il palco delle autorità in cui loro facevano da tappezzeria locale, spupazzata, da bimba, da questo e da quel caporione di turno (persino i segretari più arcigni si intenerivano vedendo il suo bel faccino tondo e gli occhietti color cielo, ed esclamavano: «Ma quanto è bella-bella-bella, ‘sta pupetta!»). Una volta cresciuta, ha continuato a bazzicare l’ambiente, per inerzia: i suoi occhietti color cielo, diventati occhioni, le hanno consentito di folgorare almeno un paio di serissimi giovani rampanti di partito. Ci si sono persi dentro, quegli occhioni, i giovani, serissimi, preparatissimi (e pallosissimi) giovani rampanti di partito, e, anche se ciò andava contro tutti i loro più profondi convincimenti sulla necessità di trovarsi una donna capace di serie analisi sulla società e in grado di offrir loro stimolanti conversazioni, le sono stramazzati ai piedi. E Giulia, che è dotata di animo caritatevole e di innata bontà, li ha accolti e coccolati, come accoglie sempre anche me, quando mi vede in crisi. Perché Giulia ha questo, di pregio, che te la fa amare: pur passando la vita immersa in gente che non le parla d’altro, di politica non capisce una mazza. Non sa chi sia Veltroni, ignora i bizantinismi di D’Alema, non capisce la differenza fra la Margherita e l’UDC (caspita, ora che ci penso nemmeno io, ma lasciamo stare), è capacissima, vedendo apparire Berlusconi ad un tiggì, di chiederti, con disarmante candore: «Ah, ma adesso è lui che comanda?». Parlare con lei fa lo stesso effetto straniante che farebbe conoscere una vergine cresciuta in un bordello. Ma, dopo aver passato ore a discettare o a sentir discettare sul perché l’elettore non ci vota, o non ci vota abbastanza, o ci vota ma non per i motivi giusti, o non ci vota per i motivi sbagliati e comunque, sia ben chiaro, è un gran buzzurro, prendersi un caffè con Giulia non solo è una boccata di aria fresca, ma un modo per vedere tutto da una diversa prospettiva: riesce a farti trovare un motivo per continuare a credere che, ad onta di tutte le ubbie intellettuali, il mondo non va così male come ci figuriamo.

«Dai, mica puoi buttarti giù così… – dice infatti, guardando con preoccupazione il mio volto tirato mentre leggo la prima pagina dei giornali – Vale mica la pena di rimetterci la salute…tanto fra cinque anni passano…»

«Arrivaci, ai cinque anni.» replico, nera.

«Vabbè, dai, è arrivata la primavera…»

«Veramente piove e fa un freddo becco…»

«Vabbè, dai, ma fra due settimane è finita la scuola…»

«Veramente quest’anno ho gli esami di terza media e mi tocca lavorare come una dannata…»

«Vabbè, dai, ma il piddì poi non è andato così male…»

«Non l’ho manco votato, e poi, comunque, hanno vinto gli altri, Giulie’.»

«Magari non sono così male..»

«Certo, Calderoli ministro mi rassicura un casino, guarda!»

«Ma dai, mica potranno poi fare tutti ‘sti sconquassi…»

«Eh, vallo a dire agli immigrati, per esempio..»

«Vedi il lato positivo…»

«Non me ne viene in mente uno…»

«Vabbè, ma da quando ha vinto Berlusconi, Crozza ha ricominciato a far ridere…»

Ok, è un po’ poco, ne convengo. Ma, per gratitudine, il caffè l’ho pagato io.

9 Comments

  1. effettivamente non e’ una consolazione molto grande…
    ma anche io ti pagherei volentieri un caffe’ per come mi hai predisposto bene la giornata…
    🙂

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  2. Eh, mi sa che ha ragione. Non questiono su Crozza – lo guardo solo ogni tanto – ma quando Silvio è in vetta, i comici sono più ispirati. Certo, ci fossero più programmi di satira sarebbe meglio.

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  3. «Ma dai, mica potranno poi fare tutti ‘sti sconquassi…»
    Non faranno sconquassi, in questo Giuliè forse ha ragione, non faranno un beneamato. Qualche leggina per la sicurezza, forse, l’importante è che si veda in televisione e che “i comunisti” si diano un gran da fare per criticarli. Che non fa altro che fare di loro ancora di più “i comunisti”. Quello che fa schifo sono le ronde, che questo governo avvalla: dovrebbero essere illegali.
    ciao

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