Le belle sono un’altra cosa

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E pensare che ero proprio soddisfatta di me. L’altra mattina, intendo. Sarà stato il sole preso in vacanza, che aveva tolto quel fondo di biancognolo Morticia Addams dalle guance, sarà stata semplicemente la vacanza punto e basta, perché staccare due giorni e rivedere il mare di scoglio dopo l’inverno è sempre cosa che rimette al mondo, ma la mia autostima, che di solito per essere trovata ha bisogno di opportuni carotaggi, ecco, l’altra mattina no, ha fatto capolino dal terreno, come la marmotta americana dopo l’inverno. Dunque, quando mi sono guardata allo specchio prima di uscire, mi sono vista quasi bella: capelli che stavano in piega e non sull’attenti come i granatieri di guardia, trucco che teneva, jeans attillati passabilmente fighetti, giubbino di pelle in nuance giusta e un paio di scarpette con tacco adatte a slanciare il polpaccio quel tanto da sembrare sempre un tappetto, però un tappetto stiloso, almeno.

Salgo sul treno, raggiungo a fatica uno scompartimento nel groviglio di pendolari, saltando con una certa grazia femminile zaini abbandonati nel corridoio, cartocci di merendine, gambe e braccia alla rinfusa di teenager ruminanti gomme e brandelli di lezioni non digerite, e mi conquisto un posto a sedere. Dei quattro compagni di viaggio vicini di postazione, tutti noti, perché, dopo un po’ che pendoli, sul treno formi una specie di famiglia, nessuno però pare accorgersi della mia avvenenza primaverile: quando mi vedono entrare, già è tanto se sollevano la palpebra e bofonchiano una cosa che potrebbe essere un saluto o uno sbadiglio trattenuto male. Vabbe’, mi dico – la mia autostima è a livelli così alti che non la abbatte nemmeno l’orario antelucano e lo scarso entusiasmo maschile– a quest’ora sono pieni di sonno, quindi non hanno i neuroni sufficientemente ricettivi per apprezzare la mia improvvisa bellezza. Mi crogiolo nel pensiero che sono decisamente figa, convinta che nulla possa confutare questa verità lampante, finché il portellone dello scompartimento non s’apre ed entra Lei, la Dea, cioè una sventola di fanciulla che pare uscita fresca fresca dalla copertina di Vougue.

Non sono manco le sette di mattina, mannaggia, c’è un nebbione che farebbe arricciare gli aculei ad un porcospino, e lei ha i capelli lisci come li può avere solo una che, quando va a letto, gli elfi s’organizzano attorno al cuscino per stirarglieli con la piastra mentre dorme: non ha una doppia punta, una méche che non sia della giusta tonalità biondo oro, la frangetta è perfettamente tagliata, manco avessero usato squadra e goniometro. Il trucco? Praticamente la cappella Sistina: eyeliner definito, cigliotte incurvate a parabola inversa, fondotinta tirato come la malta e di una sfumatura tanto naturale che non fa nemmeno un’ombra di stacco sul collo, nessun particolare vagamente umano, come una occhiaia, una borsa sotto la palpebra, accidenti, un brufolo! No, porca miseria, è la Dama con l’Ermellino, e il make up deve farglielo ogni mattina direttamente Leonardo da Vinci.

Quanto al resto, lasciamo perdere: giubbino di pelle strizzato sulla cintola, a sottolineare che ha un vitino di vespa da damina del settecento; i pantaloni aderentissimi, di quelli che ci devi entrare dentro con il calzascarpe, sottolineano due gambe chilometriche, senza un filo di cellulite; ai piedi ha un paio di scarpe con tacco a spillo da dodici, che se me le infilo io e provo a montare in treno faccio una tombola così fragorosa che d’intorno si chiedono se sono ricadute le Torri Gemelle, mentre lei ci cammina come se fossero babbucce, tanto da far sospettare che le tenga anche in casa, per ciabattare fra camera e cucina quando è sola.

La Dea non fa neanche tempo ad avvicinarsi, che i miei compagni di viaggio entrano in fibrillazione: con me i neuroni rimanevano allo stato vegetativo senza nemmeno avvicinarsi al campo del coma vigile, ma appena appare lei sulla soglia gli ormoni si svegliano tutti e si scapicollano per non rimanere indietro. Uno scatta in piedi, l’altro sposta la borsa, il terzo, non potendo far altro, si stampa sul volto il più radioso dei sorrisi. La Dea, che mica è dea per nulla, di tutto questo trambusto manco si accorge, o meglio, lo nota, ma lo accetta come scontato: rivolge un lontano, vago sorriso ai tre compari, poi ferma per un attimo lo sguardo su di me, con l’espressione perplessa di un entomologo che si domanda se, per caso, sono un esemplare della sua stessa specie. Valuta per una frazione di secondo, passando in rassegna aspetto, trucco, e abiti e decide che no, proprio no, quindi si caccia nelle orecchie le cuffiette dell’ipod e fissa un punto indistinto fuori dal finestrino, mentre i tre compari sospirano affranti e restano sul chi vive, sperando che prima o poi qualcosa la porti a degnarli nuovamente di un briciolo di attenzione.

Io mi guardo, nel riflesso del vetro, mentre la mia autostima torna a domandarsi dove sia finita la pala da scavo, conscia che no, dai, non è che sono brutta, ma sono al massimo carina, diciamo caruccia come possono esserlo Titti o Calimero, e la pari di Titti e Calimero posso essere anche simpaticamente tenera.

Ma le belle, sì, vabbe’: le belle sono un’altra cosa.

25 Comments

  1. In quello scompartimento badilate di ormoni, mancavano un pò i neuroni, ma pazienza….. Ora cara Gala ti insegno un picclo segreto: a volte la bellezza risulta molestra tanto quanto la bruttezza e può procurare danni infiniti tanto quanto sentirsi uno sgorbio. Molto meglio per una donna essere caruccia e tranquilllizzante, per quanto, temo che, l’essere intelligente sia un deterrente alla carineria, mica male.
    Ma non disperare che per qualcuno sei molto più bella della dea.
    Ross

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  2. io purtroppo ho una certa età , 59 anni , e posso solo dirti che non hai motivo di prendertela , te lo assicuro !
    Ne ho conosciute di “stragnocche ” come spesso sento definire queste stucchevoli apparizioni .
    Ma alla lunga sono solo le VERE donne che la vincono e non questi stereotipi di Barbie !!!
    Parlo chiaramente per me , ma ti posso assicurare che , pur non essendomi mancate le occasioni , ho capito che la persona che uno vuole vicino a se , nei suoi giorni buoni o meno piacevoli ,non è certo una bambola dal guscio di porcellana e cervello microscopico.
    Io purtroppo ho perso da qualche anno , per un male carogna, la compagna della mia vita e so cosa vuol dire il vuoto che lascia la persona che divide con te le emozioni , le gioie e i dispiaceri .
    Queste sono le cose che contano …per il resto , che vuoi , gli ormoni a volte prendono il sopravvento soprattutto su personalità di cui forse a te comunque non importerebbe un granchè , o sbaglio ?
    Ti interesserebbe forse provocare qualche interesse per un tipo che si trova nella casa del Grande Fratello ? Per come scrivi , non credo .
    Quindi continua a sentirti bella e lo sarai sempre !

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  3. Non possiamo essere tutti da copertina e poi magari una piace da impazzire a 3 persone e non piace ad altre 3. De gustibus non disputandum est ! Certo che se mi trovassi di colpo a tu per tu con Vittoria Silvsted forse rimarrei un po’ interdetto. Autostima ? Ce l’abbiamo sino a quando non incontriamo qualcuno che reputiamo sia migliore di noi e quindi ci confrontiamo, ma non è detto che sia reale, magari è solo questione di quel particolare momento. Comunque il trucco è quello di non credersi i piu’ belli del mondo e il gioco è fatto.

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  4. capisco il contracolpo all’autostima, ma cara galatea non ti far abbagliare pure te, come i tuoi compagni di viaggi in overdose ormonale. le dee sono un’altra cosa. quella al massimo era una modella. potrei dar sfogo alla mia logorrea per provare a spiegare la differenza, ma preferisco lasciarti il dubbio 😉

    un saluto

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  5. dice il saggio: a) il confronto non serve quando smetti di fare confronti sei, esisti semplicemente
    b) la bellezza è uno stato della mente

    e b) è la più vera di tutte, giuro ho viste certe ciospe di donne e certi mostri di uomini rimorchiare manco fossero venere/apollo solo perché si sentivano meravigliosi … e alla fine lo erano davvero 🙂

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  6. Confermo quel che dice Prepuzio (nomen-omen?).
    Le “dee” sono quasi sempre infrequentabili, assai noiose e molto spesso frigide, perché troppo preoccupate di se stesse … Che dunque abbiano il Fabrizio Corona che si meritano!

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  7. bellissima! si, una che scrive così non può che esserlo 🙂 c’è una bellezza esteriore e una interiore. Quella esteriore prima o poi sfiorisce, quella interiore giammai! 🙂 (e non è la solita frase di convenienza.. so di che parlo)
    Ciao

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  8. La bassa autostima è da considerarsi una pericolosa nemica perché osserva e giudica solo il nostro lato estetico, con un metro oggettivo falso. L’errore (se permetti) l’hai fatto tu nel sentirti una “bella figa” in quanto scombussolata da due giorni di vacanza.

    @demopazzia
    Vivendo a Milano ti assicuro che le modelle/indossatrici girano vestite come delle barbone. Quella incontrata da Titti era solo una bella fanciulla, oppure, considerando i tacchi a spillo, una professionista.

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  9. Carino il pezzo! Ho iniziato a leggerlo quasi per caso, distrattamente, ma con il passare delle righe leggerti è divenuto piacevole!
    Comunque non credere che gli uomini siano tutti uguali… ci sono anche quelli che non sbavano davanti alla prima stronzetta!
    Sono pochi, magari, ma ci sono…

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  10. Ma era solo una bella donna o una donna bella? perchè in mezzo ci passa un mare di differenza.
    Ciao
    Silvanascricci

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  11. Tutto è relativo.
    Comunque una dea non si vede da messa in piega, trucco e iPod. E poi secondo me le “dee” non si atteggiano. Atteggiarsi è distrarsi, è perdersi un pezzetto della vita che c’è fuori.

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  12. cioe’ non ho capito, vuoi avere il cervello E dimestichezza col corpo?
    Mae West ha lasciato libero un posto ma credo che ci sia gia’ la Cortellesi in lista d’attesa.
    Rassegnati e godi. Oppure godi e basta che fai prima.

    WUZ

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  13. E chi l’ ha detto che una bella non possa essere anche intelligentissima?
    Prendete me, che sono uno splendore anche e soprattutto senza trucco 😛
    Ma in questo mondo, in questa cultura di paradigmi estetici al maschile, il copo di una donna parla un linguaggio molto più potente e riconoscibile, perché consolidato da secoli di esercizio dovuto alla marginalizzazione, rispetto a quello della sua mente.
    Per gli uomini (e anche per le donne, che tendono alla codificazione) vale l’ assunto: “se sei bella e anche intelligente non frega niente a nessuno”.
    Ma, pensa al dramma delle belle: invecchiare per loro è una tragedia. Salvo rari casi, vedi Doris Lessing, placida, imponente, austera e dolce come una splendida matriarca veterotestamentaria.
    Le bruttine con l’ età non possono che stabilizzarsi o migliorare.

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  14. mi vien da parafrasare niente di meno che una somma sentenza tratta da quella pietra miliare della cinematografia neorealista che va sotto il nome di “Grease”:
    “…va beh, ma con una vougettara così, le rimanenti 23 ore e 45 minuti della giornata, che cosa ci fai?…” 🙂

    è sempre un piacere per lo spirito leggere chi sa scrivere in maniera così speciale 🙂 questo blog è un gran bel posto 🙂

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  15. che poi, dài, tu magari non ti accorgi perchè la tua autostima non lo nota, ma scommetto che qualcuno, per strada, si volta anche per te…

    🙂

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  16. Le tipe appariscenti? Tutte chiacchiere e distintivo. Le immagini come paradisiache fiere del sesso, poi le porti a letto e sembrano tranci di merluzzo semiscongelati, a cui ogni cosa è dovuta in forza della loro fighità.

    Come to see
    my blog
    .

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  17. ciao! non so se sei bella, ma sicuramente quello che hai scritto mi ha fatto ridere un sacco, e non è una cosa da poco! grazie 🙂

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  18. non è mica da questi particolari che si giudica una stilosa. Una stilosa la vedi dal coraggio, dall’altruismo dalla fantasia. E poi vedi che ti trovi bene anche coi rigori

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