Opposti umanesimi. Bisogna essere credenti per voler bene all’umanità?

disputa dei dottori pinturicchio

Dato che è Ferragosto e quindi non mi legge nessuno, posso prendermi la briga di intervenire, con un post mattonazzo, nella polemica filosofica fra Vito Mancuso, Adriano Sofri ed il nostro sempre amato papa Ratzinger, il quale, in un discorso di alcuni giorni fa, ha equiparato nichilismo a nazismo, lasciando intendere, come fa di solito, che chi non si prosterna davanti ad un altare non è solo un bieco illuminista, ma un tizio che, sotto sotto, è pronto a costruire campi di sterminio o gulag, perché questa è la china su cui necessariamente sono portati a scivolare i senza Dio. Vito Mancuso, nel rispondere ad un Sofri che giustamente si scandalizzava, rincara, se possibile, la dose e chiarisce: non solo il nichilismo spinge necessariamente chi vi aderisce a far le peggio cose, ma gli atei si rassegnino: il vero umanesimo è solo quello che si sposa con la Fede; l’altro, quello degli atei, è una patacca.

Ora, io non son filosofa e tengo anche un caratterino che lévati, per cui, a sangue, quando sento codesti signori che in pratica mi danno della aspirante nazista solo perché non vado a baciar banchi nelle loro cattedrali, la mia prima reazione, confesso, sarebbe di mandarli affanculo senza tante sottigliezze, sbottando in un: “Nazista vallo a dire a tua nonna!” (Peraltro, nel caso di Papa Ratzinger c’è pure il rischio che c’indovinerei..). Ma da razionalista educata – sono una bieca illuminista molto bon ton – tento invece di rispondere usando ciò in cui credo, cioè la ragione, appunto.

Vito Mancuso comincia col dare una definizione di nichilismo:Definisco nichilismo la negazione di un fondamento razionale ed eterno della natura e della storia, dalla quale consegue la negazione di un punto fermo a cui il singolo debba sottomettere il suo agire e prima ancora il suo pensare.

Ok, ci siamo, la definizione mi sta bene, e, stando a questo, io sono una nichilista fatta e finita. C’è però un però, e non è un però da poco. Quella di Mancuso e di tutti coloro che lo seguono – o nel caso di Ratzinger, lo precedono – è una definizione formalmente corretta, ma, come si può ben vedere, unicamente descrittiva: spiega cioè cos’è un nichilista, ma dimentica un dato fondamentale, e cioè perché lo è diventato. Non affronta infatti quello che è il nucleo fondante dell’ateismo (e anche dell’agnosticismo), cioè il processo che porta l’ateo, ad un certo punto, a rinnegare la fede in Dio e scegliere un’altra strada. Se la fede può germogliare in modo spontaneo ed acritico – è un sentire pre-razionale, e questo lo ammettono gli stessi credenti, anzi, se ne vantano – l’ateismo o l’agnosticismo no: sono scelte che maturano con il tempo sulla base di un processo razionale, più o meno profondo e doloroso. Hanno ragione i credenti quando dicono che nessuno, probabilmente, nasce ateo: atei o agnostici, infatti, si diventa solo dopo che si è imparato ad usare il raziocinio. Il credente può essere giustamente definito come qualcuno che crede in un fondamento razionale nella storia e ritiene ci sia un punto fermo (Dio) a cui deve sottomettere il suo agire ed il suo pensare. Non è necessario, per descriverlo, aggiungere altro, perché questa sua fede germoglia da una convinzione che non è razionale, ma intuitiva: uno è credente perché crede.

L’ateo no. L’ateo e l’agnostico non credono ad un fondamento razionale nella storia perché l’hanno cercato razionalmente, magari anche con una tenace determinazione, ma non l’hanno trovato, per cui, proprio perché razionali, devono altrettanto razionalmente concludere che o questo benedetto principio non c’è proprio o, per ora, non vi sono prove sufficienti per ipotizzare che vi sia, quindi, a lume di razionalità, bisogna sospendere il giudizio. Il nichilismo non è una fede, è la conseguenza di un ragionamento scaturito dall’osservazione dei fenomeni naturali: una teoria sull’essere che viene formulata a partire dalle regole del metodo scientifico galileiano e tenendo conto del rasoio di Occam.

In realtà il problema del nichilismo, semmai, è che, molto spesso, non è per nulla nichilista: crede fermamente infatti nel metodo razionale come unico approccio possibile per rapportarsi con il mondo, e dato che in base a questo approccio razionale non trova prove certe dell’esistenza di Dio o di Valori Eterni a Lui correlati, li mette in dubbio o li rifiuta. Rifiuta anche, proprio perché non trova certezze nemmeno di questo, di considerare la Ragione come qualcosa di assoluto: la sa debole e limitata, per cui si fida di lei, ma sempre con cautela, e verificando i nessi logici passo a passo. Diciamo che il nichilista ha con la Ragione lo stesso rapporto che il democratico intelligente ha con la Democrazia: sa che ha delle falle come sistema, ma si affida ad essa perché, per ora, non riesce a trovare niente di meglio.

Ora, se accettiamo di definire questa roba che ho descritto come “nichilismo”(“razionalismo”, anche molto bieco, in realtà mi piacerebbe di più), mi pare che gran parte delle cannonate di Mancuso cadano immediatamente nel vuoto. Un umanesimo ateo o agnostico è possibilissimo, anzi, direi che l’umanesimo in sé coincide perfettamente con una visione “nichilista”, in questo senso dell’accezione: se l’umanesimo consiste nel porre l’uomo e la sua ragione al centro, il “nichilismo” è il suo frutto più naturale, mentre, semmai, è più difficile farci rientrare la Fede, che, per sua natura, mette l’Uomo in un canto, subordinandolo ad un Dio ed alle sue parole rivelate.

Altrettanto difficile e soprattutto scorretto è fare, come s’è fatto e si continua da parte dei credenti, di tutta l’erba un fascio, mischiando insieme razionalismo, individualismo, comunismo, nazismo e qualsiasi altro ismo si sia macchiato di crimini contro l’umanità, ed addebitando tutto al “nichilismo”, con il bel risultato che il nichilismo diventa responsabile di ogni disastro presente e futuro, dai campi di sterminio alle code sulla Salerno-Reggio Calabria.

Il Comunismo, per esempio, può essere ateo, ma nichilista no: costruisce infatti un sistema di valori forti cui bisogna uniformarsi, ha la graniticità di una fede, come tutti i sistemi hegeliani: il dubbio nichilista non trova posto nella sua costruzione ideologica, e infatti i nichilisti, ai tempi dell’Urss, finivano in Siberia. Il Nazismo, a ben vedere, non è neppure ateo, semmai paganeggiante e spiritistico: Hitler si considerava una sorta di messia inviato da Dio e tutta l’etica nazista è intrisa di richiami allo Spirito e infarcita di pratiche esoteriche e deliri irrazionali alla Madame Blawatsky. Quanto al resto degli esempi portati da Mancuso a dimostrazione che l’etica “nichilista” non porta a nulla, mi vien da ridere: non c’è nulla di nichilista nelle escort di Villa Certosa (e infatti Berlusconi si proclama un credente), né è una deriva nichilista se quest’anno un fracco di gente muore andando per boschi (più che di nichilismo mi pare si possa parlare di avventatezza, al massimo di sfiga…), e le bimbe che giocano su internet ad un videogioco che insegna a diventar veline non sono nichiliste, ma semplicemente stupidine (del resto, quando poi si vanno a leggere le interviste rilasciate dalle aspiranti vallettine si scopre che han tutte valori saldissimi e tradizionali: bramano matrimonio, figli, famiglia e credono fermamente in Dio).

Quando si dice, come dice Mancuso, che la Ragione da sola non basta a risolvere i mali del mondo, si dice un’ovvietà; peraltro si accusa la Ragione di non aver assolto ad un compito che mai si era presa e mai aveva promesso di portare a termine. La Ragione è per sua natura ragionevole: sa di non essere una bacchetta magica in grado di raddrizzare tutte le storture. E il nichilista razionale, chiamiamolo così, è conscio di ciò, oppure è solo un fanatico o un cretino (spesso le due cose vanno a braccetto) e non è più nemmeno tanto nichilista: trasforma infatti la Ragione in un assoluto, pertanto in qualcosa di assai affine ad una divinità; dunque, in pratica, ammanta la Ragione di caratteri irrazionali. Il compito che la Ragione e i razionalisti si pongono non è quello di trasformare la terra in un posto perfetto, ma di renderla un luogo un po’ meno schifoso con gli strumenti che, da esseri umani, si ritrovano a poter usare, cioè il cervello ed il buon senso. I quali escludono, a priori, i campi di sterminio nazisti, i gulag, le costrizioni violente esercitate sugli individui che non la pensano come noi, e gran parte di quei comportamenti idioti che Mancuso stigmatizza come frutto obbligato del “nichilismo”.

Quindi, professor Mancuso, mi perdoni, ma l’accusa di esser sulla china per diventar nazista perché non credo in Dio, se la può riprender tutta, assieme a quella di non poter essere una vera “umanista” in quanto agnostica. Lei è convinto che si possano amare gli essere umani veramente solo se li si crede un riflesso di Dio e pedine di un Suo Progetto; io penso che li si possa amare e difendere per quello che sono, per quanto imperfetti e a volte addirittura irritanti, e anche se un domani si dovesse scoprire che Dio nemmeno esiste ed il Progetto non c’è. Se non è vero “umanesimo” questo, abbia la cortesia di spiegarmi cos’è.

68 Comments

  1. Cara Galatea, mi permetta il “cara”, ho letto il suo post con estremo interesse e ringrazio per la chiarezza dell’esposizione… (seguiva una dissertazione a margine ma è uscita talmente confua che ho deciso di cassarla)… buon ferragosto

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  2. La cosa buffa è che in base alla definizione di Mancuso sono nichilisti anche i cattolici.O almeno così mi pare:secondo loro il “fondamento eterno della natura e della storia” non è razionale, come noti anche tu non pretendono di dimostrare l’ esistenza di dio e si affidano alla fede.
    Magari non è sempre stato così, ma oggi mi pare di si.

    P.S. non condifvido l’ idea che non si possa nascere atei o agnostici: di regola le convinzioni religiose si ereditano, io un paio di amici non battezzati e mai stati credenti li ho.Certo, se (come mi pare di capire) la tua definizione copre solo la decisione conscia di non aderire ad una religione questa richiede strumenti culturali che si acquisiscono con gli anni, ma mi sfuggono le asimmetrie tra credenti e non.

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  3. Mangiato peperoni… ieri sera???
    Il prof Mancuso che ne pensa dell’Inquisizione?… forse Giordano Bruno avrebbe qualcosa da ridire ed era un uomo di fede…
    il problema a mio modesto avviso è quando l’uomo si pone sopra Dio… comunque credere non significa necessariamente andare in chiesa ed essere bigotti ed ipocriti.

    Buon Ferragosto

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  4. condivido più di tutto la tua chiusa: seguendo la logica di Mancuso se mai si arrivasse alla conclusiva prova della non esistenza di un dio i campi di sterminio li farebbero in Vaticano e in tutte le chiese del mondo, visto che nulla li tratterrebbe…
    Un umanesimo basato sulla paura dell’inferno, il loro? Mah…
    Buon ferragosto mattonoso 🙂

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  5. Davvero un bel post, condivido appieno.
    Aggiungo che da “illuminista, atea e razionalista” mi sono sentita profondamente offesa dai deliri di queste persone, che pure dovrebbero essere degli intellettuali – o qualcosa del genere…
    Dire che chi non crede in Dio sicuramente prima o poi finisce coll’appoggiare come minimo ideologie simili (o identiche) a quella nazista è un’enormità che non riesco proprio ad accettare.

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  6. Condivido pienamente, e non capisco come non si possa. I Ratzi e i Mancusi che staccano il cervello mi fanno solo pena (ma non posso evitare di pensare che Ratzi menta sapendo di mentire, per ovvi motivi).

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  7. Penso che il prof Mancuso ha in testa l’enciclica di Paolo Giovanni II Fede e Ragione, ma non riesce ad esprimere con la stessa forza le “ragioni”della fede…arrivando alla conclusione che l’uomo generi i totalitarismi quando smette di credere nella verità, nell’essere umano essenza del verbo evangelico.
    Non sono un fervente cattolico, ma la fede aiuta … a rendere la Vita più sopportabile di fronte all’imperante ingiustizia umana … non sono d’accordo che sia l’oppio dei popoli, perchè il Verbo in origine sovvertì istituzioni peggio di una rivoluzione (basti pensare alla parabola del Buon Samaritano, all’Adultera…).

    Ari Buon Ferragosto
    sono Paolo quello dei peperoni…ehhh

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  8. “Non credo nell’immortalità dell’individuo e considero che l’etica sia un interesse esclusivamente umano che non deriva da alcuna autorità sovrannaturale.” (Albert Einstein, un vero “nazista” secondo quelle gran testine di Mancuso e Ratzinger)

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  9. Congresso democratico e “regressione culturale spaventosa”

    Ritorno oggi sulla questione dell’ora di religione e della recente sentenza del TAR del Lazio per segnalare un’intervista a Stefano Rodotà pubblicata ieri su Liberazione. Giurista serio e uomo dai modi squisiti che sempre misura le parole, il cittadino Rodotà parla di “regressione culturale spaventosa” a proposito dell’attacco della CEI alla sentenza del TAR e si interroga sulla credibilità del Partito Democratico che rimane in silenzio mentre le istituzioni repubblicane vengono attaccate dalle forze clericali al di la’ e al di qua del Tevere.

    continua http://zamparini.wordpress.com/2009/08/15/congresso-democratico-e-regressione-culturale-spaventosa/

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  10. Lei, professoressa, ha se non altro colto nel segno: se non è possibile un umanesimo ateo (e NON è possibile, poco ma sicuro) sicuramente lei, ma come me, come chiunque, è passibile di scivolare sullla china nazista, di odio per gli esseri umani. Un ateo (veramente) intelligente e coerente come Sartre diceva: “L’INFERNO SONO GLI ALTRI”. Il fatto è questo: noi, nel pensiero dell’io, autonomi da DIO, vivendo “come se DIO non ci fosse”, non possiamo che amare noi stessi. Se facciamo un pò di beneficienza è per sentirci a posto con la nostra coscienza, se siamo sposati vogliamo fare la moglie o il marito a nostro stampo….il tempo che passa evidenzia tutto questo.
    Guardi che i più grandi mistici erano consapevoli di essere i più grandi peccatori del mondo: consapevoli che se non avevano fatto i peggio crimini era solo xchè DIO lo aveva loro impedito.Tutto ciò non sarà molto politically correct, ma es la verdad, companeros. Mica x niente Gesù dice: “xhè vedi la paglizza nell’occhio del ratello e non vedi la TRAVE piantata nel tuo?”-

    Hasta siempre. P.S. Il grande John Coltrane ha scritto il suo capolavoro, che è un capolavoro della musica tutta, chiamdolo A LOVE SUPREME, e dedicandolo a DIO. Solo con DIO si realizza l’Amore Supremo.
    Peace.

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  11. Dal momento che quando mi vengono a dire che una cosa “bisogna” farla, mi scatta dentro un giramento di sfere che piuttosto che fare quella specifica cosa, andrei in ginocchio da casa mia al Polo (Nord o Sud, a scelta); e siccome che ho sentito dire oggi al tg5 che dalla costa alle cime montuose il verbo è uno solo: “divertirsi”…ecco, oggi piuttosto che divertirmi (tanto più se me lo viene a dire il tg5), mi voglio rompere le balle ben bene e parlare di nichilismo.

    Premesso che ho letto con grande piacere il tuo bellissimo brano, Galatea (quando una persona è nata per scrivere, non ci sono storie! Sapresti raccontare la lista della spesa facendo provare comunque sensazioni di bellezza…grande!!!), e ne condivido la sostanza.
    Mi è piaciuto soprattutto quando dici che affidarsi alla ragione vuol dire sostenere uno strumento di confronto con la realtà consapevoli di tutte le sue debolezze, ma consapevoli anche che di meglio non abbiamo a disposizione. Questo è il passo fondamentale del tuo brano e nessuna contro-tesi lo potrà mai confutare.
    Volevo tuttavia portare un paio di spunti di riflessione in più, anche per sapere il tuo punto di vista in merito.
    Una prima cosa che mi viene da dire riguarda le questioni indimostrabili, come è appunto l’esistenza o no di Dio. Ciò che mi viene da dire su questo è che di fronte ad ogni questione indimostrabile non si può fare a meno di porsi con un atteggiamento di fede. Sia che si neghi l’esistenza di Dio, sia che la si affermi, entrambe le tesi necessitano di una scelta fatta su basi indimostrabili, non razionali né “razionalizzabili”.
    So che questo ragionamento ha un suo lato debole: è piuttosto contraddittorio in effetti, o perlomeno problematico, sostenere che chi non crede in Dio dovrebbe fornire la dimostrazione di una “inesistenza”. In realtà l’obiezione è di notevole portata, ma per attutirla un po’ mi verrebbe da ribattere che una sorta di aspirazione verso l’eterno, verso l’infinità dell’essere, si può considerare pressoché connaturata all’essenza umana.
    So che quanto sostengo è ancora più debole, ma in proposito mi viene in mente ad esempio lo stato di trasporto che si prova quando si ama, oppure quando si gode di un’opera d’arte, o ancor più quando si possiede il dono di crearla addirittura un’opera d’arte. Non sono tutti questi indizi che fanno subodorare, sperare, anelare alla possibilità di un superamento della nostra finitezza in questo mondo, ad un possibile travalicamento della nostra mortalità?
    A questo punto, tornando a quanto dicevo sopra, dire se questa eternità intuita sia plausibile o no, è questione di fede, qualunque sia una delle due posizioni possibili per cui si opta.
    Ma il punto importante, e qui ritorno a cose che hai detto anche tu Galatea, è che qualsiasi delle due posizioni uno scelga, dovrebbe, per così dire, “farsela bastare” senza andare ad aggredire chi la pensa in modo opposto.

    Una seconda cosa riguarda proprio la parola “nichilismo”. Se uno analizza con calma il termine nudo e crudo, ossia osservando l’esatta sua radice, si accorge che di per sé non è quella parolaccia come taluni vorrebbero far credere. Deriva dal latino “nihil”, ossia “niente”, “nulla”, lo sa persino un ignorante come me.
    In questo senso sì, penso che chi crede che con la morte la nostra esperienza si concluda definitivamente, sia un nichilista. Ma proprio nel senso stretto del termine e senza fare tutte quelle menate scandalistiche, tirando in ballo assurdi paragoni col nazismo e vaccate simili.
    Il nichilista è semplicemente, e letteralmente, colui che crede che un giorno dal nostro stato di “essere” passeremo ad uno stato di “nulla”. E qui sorge il “piccolo” dubbio se sostenere questo sia razionale e filosoficamente coerente.
    Parmenide (e mica un ignorante come me, si badi bene) sosteneva che il passaggio dall’essere al nulla è un concetto filosoficamente insostenibile. Con le stesse categorie di pensiero, si può bollare di inconsistenza anche l’altro capo della questione, ossia quello di una eventuale creazione: così come l’essere non può mutarsi in nulla, altrettanto assurdo è sostenere che l’essere sia derivato dal nulla, ossia sia stato creato. A rigore filosofico, l’essere non sarebbe un’entità quantitativa una tantum, che in un momento c’è, in un altro momento non c’è, in un posto esiste, nell’altro esiste meno. L’essere è tutto, ed è presente dappertutto e per sempre, ossia è eterno.
    Queste tra l’altro sono anche le basi (anche se da me riportate un po’ “cagnescamente”) del pensiero di uno dei più grandi filosofi contemporanei, Emanuele Severino.

    Insomma, tutto qui, Galatea. Volevo solo portare questo mio piccolo contributo alla questione, ma soprattutto sono fiero di non aver seguito il “verbo” del tg5, e di certo mi sono divertito a scrivere queste righe, ma non nel modo che dicevano loro 🙂

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  12. Oltre ad essere piacevole da leggere (per quanto sia materia “tosta”) riflette molto bene anche il mio pensiero… E mi permetto di ribadire che mi sarei stufata di sentirmi dire che “i senza Dio” sono mostri incapaci d’amare l’altro”: se mi guardo bene in giro e ascolto i discorsi di taluni praticanti-osservanti mi sorge il dubbio che O non ho ben capito cosa significa amare O non l’hanno capito loro…

    Un saluto di Ferragosto, Lisa

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  13. Non ho ben capito il senso globale del commento, confesso…io credo fermamente che ci possa essere un umanesimo ateo e/o agnostico. Francamente non penso affatto che gli esseri umani (santi o meno) si trattengano dal compiere crimini perché Dio glielo impedisce: penso che a frenarci sia la nostra coscienza e la nostra incapacità di far del male agli altri quando ci rendiamo conto che sono come noi. Se Dio c’entri o meno in questo non so, e, sotto certi punti di vista, neppure mi interessa più di tanto. Personalmente non penso di non essere nazista perché credo in Dio: la prova è che non ci credo e non sono comunque nazista, anzi. Se poi a te piace credere che l’unico amore supremo sia possibile credendo in Dio, bene, sono contenta per te. Ma a lume di logica non prova nulla e vale solo per te, appunto… 🙂

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  14. Io sono agnostica, quindi non nego l’esistenza di Dio: mi limito a constatare che non sono stati in grado di produrre in merito alcuna prova definitiva, e, lo ammetto, a ragionarci freddamente l’esistenza di Dio è statisticamente poco probabile (sempre intendendo per “Dio” quell’essere che ci delinea la tradizione giudaico cristiana…se si pensa al Dio di Spinoza può anche essere..)
    Devo ammettere che Severino e Parmenide non sono tra i miei filosofi preferiti, e io non sono nemmeno filosofa, quindi a controbattere mi sento un po’ impedita. Ma, sarà perché sono storica, a me ‘sta cosa che non si possa passare dall’essere al nulla mi ha sempre lasciato un po’ perplessa. La morte non è un passaggio dall’essere al nulla, casomai una trasformazione di stato, durante la quale è probabile che si perda la coscienza individuale, centro nel nostro esistere come individuo senziente: quando muori non è che diventi nulla, diventi qualcosa d’altro (molecole divise etc. ome dicevano anche Democrito e poi Epicuro). Quindi non so, può essere che non capisca bene io, ma mi restano dei dubbi.

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  15. E’ facile fare dei propri avversari un’unica torma sotto un minimo comun denominatore. Il punto in questo caso, è che il denominatore si fa veramente fatica a scorgerlo. Basta conoscere un po’ di storia, ma non credo che questo sia un peccato vaticano.
    L’onestà intellettuale invece, non è di casa oltre Tevere.

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  16. Un semplice sguardo alla storia antica, d’altronde, mostra con chiarezza come in diverse parti della terra, segnate da culture differenti, sorgano nello stesso tempo le domande di fondo che caratterizzano il percorso dell’esistenza umana: chi sono? da dove vengo e dove vado? perché la presenza del male? cosa ci sarà dopo questa vita? Questi interrogativi sono presenti negli scritti sacri di Israele, ma compaiono anche nei Veda non meno che negli Avesta; li troviamo negli scritti di Confucio e Lao-Tze come pure nella predicazione dei Tirthankara e di Buddha; sono ancora essi ad affiorare nei poemi di Omero e nelle tragedie di Euripide e Sofocle come pure nei trattati filosofici di Platone ed Aristotele. Sono domande che hanno la loro comune scaturigine nella richiesta di senso che da sempre urge nel cuore dell’uomo: dalla risposta a tali domande, infatti, dipende l’orientamento da imprimere all’esistenza.

    Paolo sempre quello dei peperoni

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  17. La capacità speculativa, che è propria dell’intelletto umano, porta ad elaborare, mediante l’attività filosofica, una forma di pensiero rigoroso e a costruire così, con la coerenza logica delle affermazioni e l’organicità dei contenuti, un sapere sistematico. Grazie a questo processo, in differenti contesti culturali e in diverse epoche, si sono raggiunti risultati che hanno portato all’elaborazione di veri sistemi di pensiero. Storicamente ciò ha spesso esposto alla tentazione di identificare una sola corrente con l’intero pensiero filosofico. E però evidente che, in questi casi, entra in gioco una certa « superbia filosofica » che pretende di erigere la propria visione prospettica e imperfetta a lettura universale. In realtà, ogni sistema filosofico, pur rispettato sempre nella sua interezza senza strumentalizzazioni di sorta, deve riconoscere la priorità del pensare filosofico, da cui trae origine e a cui deve servire in forma coerente.
    ………..
    La Chiesa, da parte sua, non può che apprezzare l’impegno della ragione per il raggiungimento di obiettivi che rendano l’esistenza personale sempre più degna. Essa infatti vede nella filosofia la via per conoscere fondamentali verità concernenti l’esistenza dell’uomo. Al tempo stesso, considera la filosofia un aiuto indispensabile per approfondire l’intelligenza della fede e per comunicare la verità del Vangelo a quanti ancora non la conoscono.

    Facendo pertanto seguito ad analoghe iniziative dei miei Predecessori, desidero anch’io rivolgere lo sguardo a questa peculiare attività della ragione. Mi ci spinge il rilievo che, soprattutto ai nostri giorni, la ricerca della verità ultima appare spesso offuscata. Senza dubbio la filosofia moderna ha il grande merito di aver concentrato la sua attenzione sull’uomo. A partire da qui, una ragione carica di interrogativi ha sviluppato ulteriormente il suo desiderio di conoscere sempre di più e sempre più a fondo. Sono stati così costruiti sistemi di pensiero complessi, che hanno dato i loro frutti nei diversi ambiti del sapere, favorendo lo sviluppo della cultura e della storia. L’antropologia, la logica, le scienze della natura, la storia, il linguaggio…, in qualche modo l’intero universo del sapere è stato abbracciato. I positivi risultati raggiunti non devono, tuttavia, indurre a trascurare il fatto che quella stessa ragione, intenta ad indagare in maniera unilaterale sull’uomo come soggetto, sembra aver dimenticato che questi è pur sempre chiamato ad indirizzarsi verso una verità che lo trascende. Senza il riferimento ad essa, ciascuno resta in balia dell’arbitrio e la sua condizione di persona finisce per essere valutata con criteri pragmatici basati essenzialmente sul dato sperimentale, nell’errata convinzione che tutto deve essere dominato dalla tecnica. E così accaduto che, invece di esprimere al meglio la tensione verso la verità, la ragione sotto il peso di tanto sapere si è curvata su se stessa diventando, giorno dopo giorno, incapace di sollevare lo sguardo verso l’alto per osare di raggiungere la verità dell’essere. La filosofia moderna, dimenticando di orientare la sua indagine sull’essere, ha concentrato la propria ricerca sulla conoscenza umana. Invece di far leva sulla capacità che l’uomo ha di conoscere la verità, ha preferito sottolinearne i limiti e i condizionamenti.

    Ne sono derivate varie forme di agnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale scetticismo. Di recente, poi, hanno assunto rilievo diverse dottrine che tendono a svalutare perfino quelle verità che l’uomo era certo di aver raggiunte. La legittima pluralità di posizioni ha ceduto il posto ad un indifferenziato pluralismo, fondato sull’assunto che tutte le posizioni si equivalgono: è questo uno dei sintomi più diffusi della sfiducia nella verità che è dato verificare nel contesto contemporaneo. A questa riserva non sfuggono neppure alcune concezioni di vita che provengono dall’Oriente; in esse, infatti, si nega alla verità il suo carattere esclusivo, partendo dal presupposto che essa si manifesta in modo uguale in dottrine diverse, persino contraddittorie tra di loro. In questo orizzonte, tutto è ridotto a opinione. Si ha l’impressione di un movimento ondivago: la riflessione filosofica mentre, da una parte, è riuscita a immettersi sulla strada che la rende sempre più vicina all’esistenza umana e alle sue forme espressive, dall’altra, tende a sviluppare considerazioni esistenziali, ermeneutiche o linguistiche che prescindono dalla questione radicale circa la verità della vita personale, dell’essere e di Dio. Di conseguenza, sono emersi nell’uomo contemporaneo, e non soltanto presso alcuni filosofi, atteggiamenti di diffusa sfiducia nei confronti delle grandi risorse conoscitive dell’essere umano. Con falsa modestia ci si accontenta di verità parziali e provvisorie, senza più tentare di porre domande radicali sul senso e sul fondamento ultimo della vita umana, personale e sociale. E venuta meno, insomma, la speranza di poter ricevere dalla filosofia risposte definitive a tali domande.

    …………
    L’incarnazione del Figlio di Dio permette di vedere attuata la sintesi definitiva che la mente umana, partendo da sé, non avrebbe neppure potuto immaginare: l’Eterno entra nel tempo, il Tutto si nasconde nel frammento, Dio assume il volto dell’uomo. La verità espressa nella Rivelazione di Cristo, dunque, non è più rinchiusa in un ristretto ambito territoriale e culturale, ma si apre a ogni uomo e donna che voglia accoglierla come parola definitivamente valida per dare senso all’esistenza. Ora, tutti hanno in Cristo accesso al Padre; con la sua morte e risurrezione, infatti, Egli ha donato la vita divina che il primo Adamo aveva rifiutato (cfr Rm 5, 12-15). Con questa Rivelazione viene offerta all’uomo la verità ultima sulla propria vita e sul destino della storia: « In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo », afferma la Costituzione Gaudium et spes.(12) Al di fuori di questa prospettiva il mistero dell’esistenza personale rimane un enigma insolubile. Dove l’uomo potrebbe cercare la risposta ad interrogativi drammatici come quelli del dolore, della sofferenza dell’innocente e della morte, se non nella luce che promana dal mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo?

    da fides et ratio
    di Giovanni Paolo II

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  18. D’accordo sulle nostre molecole, Galatea: andranno sciuramente a sbocciare in un fiore, oppure, a lunghissima scadenza, a fare luce dentro una nana bianca 🙂
    Ma un essere umano non è fatto di soli atomi…
    La parte più importante sono le sue emozioni, i sentimenti, le passioni, l’intelligenza, la sensibilità, l’energia vitale, i suoi ricordi, i sogni, l’amore che ha speso, quello che ha ricevuto…anche tutto ciò è “essere”, anzi, è la parte primaria dell’essere che ci compete…quindi il dubbio principale riguarda che fine farà questa parte di essere, e non tanto la parte molecolare…
    La risposta non la so, ovvio 🙂
    E nemmeno io sono un esperto di Parmenide, nè di Severino, e tanto meno sono filosofo 🙂 mi piace solo cercare di spulciare tutti i dubbi che ci sono in un ragionamento, e siccome il tuo è estremamente interessante, ho provato a suggerire solo alcuni spunti di riflessione 🙂
    Per il resto, una cosa fondamentale l’hai detta alla fine di questa risposta:
    “…ma mi restano dei dubbi…”…anche io ne infiniti, su tutto, e credo che i dubbi siano il sintomo più alto di disponibilità alla conoscenza 🙂

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  19. mah…non saprei, Marcello, può essere un’interpretazione, ma non c’è dimostrazione scientifica di questa cosa…a mio modesto parere questi “elementi” fanno parte delle entità indimostrabili…poi posso sbagliarmi, per carità…

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  20. So abbastanza poco del cervello, ma in linea di massima è dimostrato che i ricordi sono legati alle connessioni tra neuroni, e che le emozioni sono legate alla produzione di certe molecole.
    In ogni caso non è necessario introdurre nulla di metafisico: la personalità è vagamente assimilabile ad un software, quando l’ hardware su cui gira si guasta smette di funzionare.
    Questo non dimostra la non esistenza dell’ anima o di dio, dico solo che non sono concetti necessari.
    Tra l’altro credo che in fisica quantistica la materia si possa creare e distruggere.

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  21. Il ragionamento del post filerebbe, se non fosse che il contrario di “fedele” non e’ “ateo” e nemmeno “nichilista” e se non fosse che l’essere umano ha una minuscola componente razionale e una maiuscola componente irrazionale con la quale bisogna fare i conti, volenti o nolenti.
    la religione e’ solo stato un tentativo di gestire la componente irrazionale, tentativo raramente riuscito, molto spesso fallito, ma esattamente come per la democrazia…pessimo sistema ma non ne abbiamo di migliori…nemmeno la psicanalisi ci ha regalato la terra promessa.
    per il resto ottima risposta al signor mancuso, chissa’ se la leggera’.

    WUZ
    (che ingrossa le file dei derelitti che non vanno in ferie)

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  22. @WUZ
    Abbiamo le nostre certezze concrete e i nostri atavici istinti, ma l’essere umano è assai raziocinante… quando non guarda troppa tv.
    Resto convinto che il desiderio di una fede nasca dal conflitto fra quelle che tu definisci le parti razionali e irrazionali della nostra natura. La religione è il dogma che abbraccia e demolisce le nostre insicurezze, in modo particolare le paure più aggressive.

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  23. @->Marcello: la tua argomentazione mi trova d’accordo, perchè è “aperta”, nel senso che non pretende di dire una parola definitiva…in sostanza era questo il senso generale del mio intervento: la conoscenza è un’entità sempre in divenire, e chi pretende di possedere la parola definitiva è solamente un millantatore nella migliore delle ipotesi, o al peggio, un violento…
    Ed è quasi inutile sottolineare, dato che non lo scopro certamente io, che questo blog, oltre ad essere molto divertente e una fonte di informazione preziosa, rispetta pienamente l’essenza più genuina del conoscere, ossia il suo essere un cammino continuo…

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  24. Grazie per l’esergo, che in sostanza è però la stessa cosa che dicono Ratzinger e Mancuso,anche se con altre parole (e tenuto conto che a me Giovanni Paolo II mi sta infinitamente più simpatico di Ratzi). Il problema è in quel: “I positivi risultati raggiunti non devono, tuttavia, indurre a trascurare il fatto che quella stessa ragione, intenta ad indagare in maniera unilaterale sull’uomo come soggetto, sembra aver dimenticato che questi è pur sempre chiamato ad indirizzarsi verso una verità che lo trascende. Senza il riferimento ad essa, ciascuno resta in balia dell’arbitrio e la sua condizione di persona finisce per essere valutata con criteri pragmatici basati essenzialmente sul dato sperimentale”. Qui si dà per scontato, e non possono fare altro gli uomini di Chiesa, che la Verità che trascende i nostri saperi esista. Però di prove certe di questo non ne portano… e dunque uno è liberissimo di crederci, però non può dirmi che sta facendo un ragionamento compiutamente razionale, anche se argomentano in maniera razionale a partire da un dato di Fede: è come se uno costruisse una magnifica casa, ma non ci facesse le fondamenta: ben che vada, scricchiola.

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  25. O povero Wuz, anche tu lavorante nel caldo ferragostano! Tutta la mia solidarietà.
    Quanto al commento: mi pare che chi faccia una certa cofusione su quale sia il contrario di “fedele” (o meglio, di credente) sia in realtà Mancuso stesso. Per il resto, completamente d’accordo che abbiamo una componente irrazionale, dentro di noi, difficile da gestire. Sennò saremmo Vulcaniani. Però, lo confesso, fin dai tempi di Star Trek, a me Spock stava simpaticissimo. 😉

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  26. Dopo duemila anni nel sentire o leggere le parabole di Gesù si rimane sempre colpiti dai messaggi in essi contenuti…. principalmente c’è un profondo rispetto e amore per il prossimo… d’accordo nessuno potrà mai con ragionamenti dire se Dio esiste o non esiste….è un atto di fede…. ma quando mi capita di leggere quelle parabole non posso fara a meno di provare un senso di gratitudine per quel seme sparso in questo mondo.
    Mi conforta l’idea che molte persone provino la stessa cosa, ad esempio affrontino un dolore immedesimandosi nell’umanità di Cristo nel giardino di gezzemani o durante la via crucis.
    L’uomo che prima di tramutare il vino in acqua rimprovera la Madre perchè accelera i tempi di ciò che dovrà accadere….
    Lo so per chi non crede è una storia come un’altra…anche Maria Teresa di Calcutta non è stata sempre convinta dell’esistenza di Dio…ha vissuto momenti di crisi…ma le sue opere in quella terra martoriata e dove più di ogni altro luogo la parola di Cristo sembra incarnarsi…sembrano quasi leggenda.
    In un mondo (edonistico) dove il piacere è il fine ultimo dell’uomo, dove la ragione non riesce a dare risposte concrete ai bisogni della gente, dove la ragione riesce a giustificare ingiustizie e sopraffazioni, dove la guerra è un mezzo ancora necessario, dove la malvagità non ha limiti….quella parola conforta ma altempo stesso da forza per opporsi….magari ci sono persone che non hanno bisogno di quella parola….ma altre ne avvertono la necessità come dei riferimenti al loro cammino.
    Mi riferisco a quelle parabole a quelle idee e non certo alla Chiesa come istituzione che ha partorito nei secoli brutture come le crociate, l’inquisizione, le guerre di religione, il ceto clericale sempre più potente e lontano dalle predicazioni di Cristo (anche San Francesco fu inviso da quei preti).
    La parola di Cristo male non fa…meglio che sia stata pronunciata…poi sta ad ognuno di noi accettarla o non accettarla…nessuno impone niente a nessuno.
    Nel decorona di Tertulliano, e qui chiudo, si narra di un legionario che si rifiutò di partecipare ad una cerimonia, perchè cristiano, questo lo portò a
    preferire la morte piuttosto che cedere, era il 211d.c., da allora molte cose sono accadute…quel seme non fu solo chiacchiere e promesse.

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  27. Da ateo razionalista il tuo ragionamento fila che è un piacere. Il problema è che stai parlando di colore ai ciechi. Se avessero una struttura mentale razionale per capire quanto hai scritto non potrebbero credere nemmeno ad uno dei dogmi che professano. A controprova basti pensare quanto era più logica e razionale la vecchia teologia scolastica che l’odierna

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  28. Oddio, citare Tertulliano in una discussione sui rapporti fra credenti e non credenti, cari Paolo, non mi pare proprio una mossa pacificatrice. Soprattutto se ti vai a leggere il De Idolatria, o il De Spectaculis. Il buon Tertulliano, gli fosse stato concesso, avrebbe costruito una società su modello talebano: al solo leggerlo mi vengono i brividi: niente divertimenti, proibizione per i cristiani di frequentare in pubblico e in privato chi non condivide la fede, vietato lo studio delle filosofie pagane per evitare che possano fomentare eresie. Era un cristiano dei tempi che piacciono a te, cioè dei primi secoli; ma non vorrei trovarmelo tra i piedi, o mi manderebbe al rogo senza discutere.
    Quanto a Madre Teresa, faccio presente che anche sul suo operato ci sono parecchi dubbi: ci sono testimonianze di conversioni forzate per chi veniva ricoverato, il rifiuto di prestare cure alle ragazze madri in quanto peccatrici, la mancata offerta nei suoi ricoveri di terapie con antidolorifici perché la sofferenza è un dono di Dio. Qello che mi spaventa in tutti i fanatici è il fatto che, per amore della loro Fede, finiscono per amre molto il loro Dio (o la loro Idea) e considerare quindi gli uomini pedine sacrificabili se non accettano di uniformarsi al Disegno. Ecco, è questo che mi ha sempre tenuto e mi tiene distante da tutte le religioni e le ideologie politiche totalitarie: per me prima si rispettano gli esseri umani, persino quelli che non ci piacciono. Poi se un Dio esiste, si farà i conti con Lui quanto ce lo ritroveremo davanti.

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  29. capito qui sulle orme di lector, e lo ringrazio.

    davvero ben detto.

    io sono di indole estremista, e avrei usato parole più forti; ma se decidesse di entrare in politica, mi faccia sapere: io la sosterrei.
    op

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  30. Mi interessa la storia del cristianesimo delle origini e Tertulliano, ma ancor meglio Ireneo di Lione, rappresentano la fazione vincitrice di una guerra sanguinosa che ha opposto i sostenitori della fede a quelli della conoscenza. In effetti Tertulliano, anzi no Ireneo, HANNO vinto la guerra, infatti la chiesa cattolica adotta a tutt’oggi l’invenzione geniale del vescovo di Lione, il set limitato di quattro vangeli, il bigino del cristianesimo.
    Se devo pensare al cristianesimo di quei tempi preferisco pensare a Plotino e porfirio o al limite carpocrate o financo origene, piuttosto che a quel bigottone di tertulliano o a quell’isterico di ireneo.
    In pratica e’ successo un po’ quello che sta succedendo ora con l’islam, dove la corrente minoritaria e fanatica del wahabismo ha praticamente preso piede e quando si pensa all’islam si pensa ai talebani e agli ayatollah iraniani, non certo al sufismo o ai dervisci rotanti.
    Il cristianesimo delle origini e’ fenomeno molto piu’ complesso, ricco e interessante di quanto possiamo immaginare e grande e’ stata la mia sorpresa quando Ratzinger ha citato le radici greche del cristianesimo, tasto dolente e una delle cause della guerra fratricida. Del resto si sa che il Ratzinger ha grandi doti di teologo e scarse di politico.

    Comunque rilevo che questo tipo di discussioni sugli organi di stampa avvengono solo in italia. In paesi dove il cattolicesimo e’ molto piu’ presente e vissuto, paesi come la penisola iberica, il sud della germania e certe regioni della francia, questo tipo di dialettica non si vede.
    Credo che sia dovuto al fatto che in italia, paese cattolico per modo di dire, quando si parla di religione in realta’ si parla di esercizio del potere.

    Concludo dicendo che pure a me spock stava simpatico e confesso di aver considerato la sua soluzione di reprimere la parte esuberante dell’essere umano, ingabbiandola con le sbarre della razionalita’. Purtroppo non funziona, del resto persino certi cristiani delle origini 😉 dicevano che la tigre non va ne’ legata, ne’ tantomeno uccisa, ma domata e cavalcata.
    Auguri tardivi per le feriae Augusti o per l’Assunzione di Maria a seconda di come vediate le cose 😀

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  31. Non ti attaccare al cavillo di quello che ha scritto Tertulliano 2000 anni fa circa, secolo più secolo meno.
    Il punto di quello che ti ho scritto è che le parole di Cristo non recano danno alcuno semmai rendono questo mondo meno arido….
    su Madre Teresa di calcutta le mia fonte è Dominique LaPierre nel suo “La città della Gioia”, e mi pare che lì si parli di carenza di medicinali, e di una pratica associata alla yoga che consente di sopportare il dolore anche senza anestetici (di necessità virtù); soprattutto della maggiore apertura della religione cristiana rispetto a quella induista con il suo mondo tragicamente diviso in caste, per non parlare dei mussulmani che le ragazze, come le chiami te peccatrici, le ammazzano in un modo o nell’altro.
    Madre Teresa di Calcutta si è mossa nei limiti consentiti dal luogo, altrimenti avrebbe dato pretesto, come più volte accadde, a vere e proprie rivolte.
    L’esempio di Tertulliano, mia dolce Galatea, era solo per rimarcare un avvenimento (esempio scoperta dell’america o sbarco sulla luna), in quel soldato romano, abituato ad essere pratico ed essenziale per sopravvivere in battaglia, ma che non esitò neanche un attimo a rinunciare ad un supplemento di paga, ad andare a morte certa pur di non presentarsi alla cerimonia pagana del de corona, lasciando di stucco i suoi superiori, che intuirono in quel fatto l’inizio di qualcosa di molto minaccioso per quello che era il loro mondo.
    Non sono un fervente ed ottuso credente, non mi piacciono i fanatici come non piacciono a Te, mi piacciono molto quelle parole che rappresantano la luna, tutto il resto sono il dito che la mostrano, ti pregherei non soffermarti a guardare il dito: dico semplicemente che quelle parole, quelle del Vangelo, sono molto importanti… che è un bene per l’umanità che siano state pronunciate… poi ad ognuno la libertà di seguirle o non seguirle… l’importante che ci siano persone disposte a farlo e ad assumersi anche rischi per far si che questo mondo sia migliore e meno schiavo dell’ingiustizia ( e ci sono persone che si sono fatte ammazzare per questo).
    La ragione non mi sembra che da sola porti a migliorare la condizione umana, l’illuminismo ed il positivismo hanno prodotto mostri…il mio discorso non è confutare un’idea filosofica con altra idea, non è un semplice esercizio di dialettica, ma il dire con parole semplici scaturite dal cuore che cosa rappresenti la fede per il sottoscritto, null’altro, mia cara Galatea, che questo.
    In fine, non credo che se Tu non hai fede, necessariamente sei peggiore di me, ci sono valori universali condivisi da tutti a prescindere dal credere o meno…. ma ribadisco che le parole evangeliche sono dirompenti e sempre attuali, e per qualcuno scomode davvero.

    Un Saluto con Simpatia
    e un abbraccio di cuore
    a Te Dolce Galatea

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  32. a @ WUZ Le Tigri è meglio domarle altrimenti ci sbranano, soprattutto certe tigrotte bipidi che è facile trovare anche nelle nostre lande…

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  33. Proprio lo scopritore dei quanti , da cui la meccanica quantistica, Max Plank, è diventato credente proprio in seguito alla sua scoperta: la scienza non fa che confermare DIO (se si è in buona fede). Basta un filo d’erba, d’altronde, x farci pensare a DIO: nessuno di noi è in grado di farne uno. Ma questo argomento è più facile lo colga la semplice vecchietta analfabeta…ma tant’è: vecchiette e fisici quantistici, uniti nell’adorazione del nostro Creatore! <Hasta siempre, amigos.

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  34. @ JOHN COLTRANE sull’erba meglio sorvolare… per non creare fraintendimenti…
    Un Saluto con Simpatia
    e un abbraccio di cuore
    (non al collo da intendersi)
    a Te Dolce Galatea
    Miao, miao ti saluto anche io
    Cicerone il gatto del Rione…
    il mio amico(perchè non ho padroni) Paolo è capoccione
    ma non un baciapile, miao.

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  35. Premesso che penso che noi umani si possa rendere questo mondo un po’ peggiore o un po’ migliore indipendentemente dall’essere religiosi atei agnostici paragnostici ecc., se possibile, farei un passettino in più per andare oltre la querelle (o per alimentarla ;)) Ovvero: non si potrebbe smetterla con tutto questo umanesimo di qua e umanesimo di là e uscire dall’antropocentrismo?
    Se si rimane in un’ottica antropocentrica ci si limita a battibeccare su fede e ragione, e come ha scritto qualcuno, si parla, ma reciprocamente, di colore a dei ciechi.
    Non posso fare a meno di ricordare che, secondo l’ottica giudaico-cristiana, l’uomo è stato creato “a immagine e somiglianza di Dio”. Quanti partono da questo indimostrabile presupposto si pongono indubbiamente “in vantaggio” se si parla di umanesimo, si sentono in diritto di ritenere l’umanesimo cristiano superiore agli umanesimi (perchè sono molti) non cristiani per non parlare di quelli atei (di serie, secondo loro, B, C,… Z, perchè negano che l’uomo sia “immagine” di un fattore ultraterreno.)
    A partire dal loro credo, i giudaico-cristiani possono giustificatamente, se si rimane al piano concettuale, sussumere nei loro discorsi la Ragione, sempre in virtù dell'”immagine” di cui sopra. Perciò, stare a rivendicare le ragioni della Ragione vs la Fede e viceversa , finendo poi a intricarsi nei discorsi sull’irrazionalità, sull’anima e la materia, non porta da nessuna parte e si resta a una concettualità che, se va bene, ci riporta al XVIII secolo. Il che, fra l’altro, non può fare che il gioco di ogni conservatorismo.

    Ai credenti io chiederei, semmai, perchè credere che solo l’essere umano sia immagine di Dio? Perchè non crederlo di una lumaca, ad esempio? di un pescecane? di uno scarafaggio? E, specificatamente ai cristiani, perchè ritenere che dio si sia fatto uomo, proprio uomo, e sia sceso sulla terra? perchè non potrebbe essere stato una pioggia? un terremoto? un’anguilla? Che sia venuto per salvare solo gli umani, poi! E le altre specie? Niente inferno nè paradiso per loro, niente trascendenza. Niente anima nel mio gatto? O in un polipo?

    Quest’idea tutta umanista e perciò antropocentrica a me sembra estremamente semplicistica e riduttiva ma, in più, anche nelle sue versioni considerabili più “deboli”, un’idea pervicacemente di dominio (vedere sempre la Genesi e quello che Dio avrebbe dichiarato ad Adamo ma vedere anche l’atteggiamento del razionalismo occidentale, di marca cartesiano-galileiana).
    L’antropocentrismo è ciò che permette, per esempio, a un numero sempre maggiore di credenti o sedicenti tali di mettere in discussione l’idea evoluzionistica, senza contare che, insomma, è quella concezione che ha ridotto il pianeta a quello che è adesso, sull’orlo del disastro ambientale.

    Scrivo quanto sopra forzatamente senza argomentare (siamo in un blog e, inoltre, devo andare via) ma, anche se non se ne sente la necessità, mi va di precisare che 1) sono atea (non panteista); 2) che, nonostante l’amore per gli animali (e la rabbia per quanto è bieca l’industria alimentare planetaria) non sono vegetariana e 3) che, da interessata allo studio della storia (umana, savasansdir) e dell’antropologia (che altro sono, se non umana?) considero le costruzioni concettuali e le istituzioni religiose degli umani tutte di grande interesse.
    un omaggio alla bloggaressa, davvero in gamba, e un saluto a tutti quanti

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  36. Paolo ha scritto:

    Il punto di quello che ti ho scritto è che le parole di Cristo non recano danno alcuno semmai rendono questo mondo meno arido….

    —-

    Credo che l’essere umano, per natura riesca a prendere come pretesto qualsiasi argomento per sterminare il prossimo. Non mi stupirebbe un conflitto fra topolinisti e paperinisti.
    Per quanto riguarda la parole di Gesu’ in Cristo, trasmesse indirettamente tramite gli evangelisti, queste possono essere adottate come messaggio di pace o di guerra a seconda di come viene interpretato il testo, possono rendere questo mondo meno arido o un deserto. In duemila anni di storia abbiamo visto entrambe i casi.
    Come tutti i testi complessi e’ possibile leggere i Vangeli canonici su differenti piani: letterale, simbolico, allegorico, novellistico, ecc.
    La parola scritta non da’ nessuna garanzia che il messaggio originale venga trasmesso, specie a 2000 anni di distanza, specie se viene manipolato in buona o cattiva fede.
    Per esempio, volendo fare un esercizio dialettico, potrei raccogliere tutti gli episodi di violenza con protagonista Gesu’ presenti nei canonici e dimostrare che il Cristo, lungi dall’essere quell’agnello un po’ fesso tramandato dall’iconografia cattolica, era un vero rivoluzionario che non disdegnava l’uso della della forza per compiere la sua missione.
    Se poi ci allarghiamo coi cosiddetti apocrifi il materiale per sostenere la mia tesi diventa consistente.
    Purtroppo la parola, soprattutto se scritta e magari anche mite, puo’ celare le peggiori intenzioni.
    Su Madre Teresa di Calcutta non mi pronuncio, non la conosco.

    Non ricordo bene i dettagli ma credo che sia Cartesio che ci abbia un po’ fottuti, mettendoci di fronte alla scelta fra ragione e fede, tra ateismo e superstizione, mentre prima di lui i confini erano molto meno netti e si rendeva onore alla complessita’ dell’essere umano e del mondo.

    Buona continuazione.

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  37. @caracaterina
    Capisco alcune tue obiezioni; ma vedi, io parlo come credente ma non “a nome di tutti i credenti”; nel senso che certo, tutti i credenti hanno il punto in comune di credere in DIO, ma poi come si vive questa convinzione è cosa singola di ogni persona. A me fa vedere che proprio amando DIO al di sopra di tutto, si amano veramente anche (prima di tutto) le creature umane…xchè se Gesù mi dice: “xchè vedi la pagliuzza nell’occchio del fratello e non vedi la trave piantata nel tuo?”, evidentemente, se io credo alle Sue parole, non posso che esimermi dal giudicare male chicchessia, ma devo cercare la lezione di DIo x me; e poi, logicamente, ami veramente anche le creature non umane, gli animali e e il mondo vegetale, la creazione tutta: è un pò il Cantico delle Creature di San francesco: dopo essere salito a DIO, ridiscende sulla yterra con questa nuova concezione: tutto è stupendo, tutto è meraviglioso,è possibile amare tutto e tutti.
    Che poi

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  38. Che poi effettivamente la certezza che DIO ti parla in tutto e in tutti, ti dia una enorme possibilità in più di amare /quindi di “umanesimo”/ non puoi farne una colpa ai credenti. Se un credente vuole imporre il suo punto di vista sbaglia, ovvio; se lo presenta, in un contesto come questo, è corretto, dice solo il suo pensiero.
    Peace and love (x i quarant’anni di Woodstock)

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  39. @ Wuz e a Caracaterina
    spero che abbiate qualcosa di meglio da fare questa notte….uno dei precetti è… crescete e moltiplicatevi…non male davvero …io mi ci applicherei in senso letterale del termine…non c’è altra interpretazione davvero…magari qualche precauzione la prenderei per i primi tempi quanto basta per conoscersi….e su questo non sono un baciapile davvero…
    se Caracaterina preferisci vedere in una tartaruga Dio…perchè no?chi te lo vieta?ogni essere vivente è parte del disegno Divino…Dio a nostra somiglianza lo interpreterei più come perfettamente in grado di “incarnarsi” nel cervello di coloro che giungono a realizzare, come scrive Sant’Agostino, la “Mens imago Dei” , la mente a immagine e somiglianza di Dio, la Mente universale.

    Un saluto a Tutti
    in particolare
    alla padrona di casa.

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  40. Santa Subito! Se fossi stato credente mi sarei prostrato ai tuoi piedi e li avrei baciati (anche se per questo basterebbe essere feticista… mmm…quanti saranno i cattolici che in realtà sono solo feticisti?); in quanto ateo ti stringo virtualmente la mano e dico che sei grande!

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  41. orsu’ paolo, non scadere nell’invito alla copula per distogliere l’interlocutore e sfuggire alle obiezioni. Resto in ogni caso a disposizione di caracaterina per approfondire l’argomento…dell’ottica giudaico-cristiana neh =;-)

    Comunque per certi primi cristiani la riproduzione era un mezzo per fornire nuova carne al Demiurgo sottraendola al Vero Padre. Per esempio i marcioniti trombavano pochissimo, mentre un’altra setta cristianissima come quella dei carpocraziani si accoppiava allegramente pero’ con consapevolezza.

    Tutto cio’ solo per dire che sia l’infortunato vestito di bianco che i materialisti
    della seconda serata di RAI3 non ce la raccontano tutta, magari giusta, ma non tutta.

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  42. Siete dei sofisti…Voi provate gusto a ribattere…ma siete simpatici perchè il vostro intento non è di umiliare ma di stimolare, con il sorriso…a capire di più di quello che ci viene raccontato….è così??
    Comunque io sono un contabile, non vorrei peccare di presunzione mi rendo conto dei miei limiti…. Lei insegna?… già questo mi intimidisce un poco…e dal “Cara e dolce Galatea”… sono passato al Fantoziano Lei se non Voi…mi permetta… e così via discorrendo….appartengo ad una generazione (oltre gli anta)…che nonostante il post 68… gli insegnati sono un’ autorità da rispettare.
    Il mio mito non è il Che, ma pensi… Don Milani e non centra niente la religione…poteva essere un agnostico…ma le sue idee sulla necessità di imparare… sulla leva della curiosità per crescere culturalmente…sul riscatto delle classi meno avvantaggiate attraverso la cultura…mi ha profondamente colpito fin da ragazzo.
    Se mi lascia il “Cara Galatea” senza che se ne abbia a male, mi avrà conquistato senza tanti sofismi e sbattimenti di logica…sono una persona semplice… del popolo.
    La saluto
    per altro con gran simpatia.

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  43. Guardi, caro Paolo, don Milani, per quanto riguarda la didattica, ha avuto delle intuizioni fondamentali: La lettera ad una professoressa è una dei miei punti fissi, come insegnante, in quanto è una bellissima fotografia di come, in maniera inconsapevole, i pregiudizi sociali venivano (vengano tuttora, pur cambiando l’epoca) scambiati per dati di fatto, e così ai ragazzini più svantaggiati formalmente veniva offerta la stessa istruzione di quelli ricchi, ma in realtà erano emarginati in partenza, e destinati a perdersi e a venire rifiutati dal sistema, per di più colpevolizzandoli. PRima di leggerla ero certamente più cieca, e peggiore. Quanto al Lei…be’, no, diamoci del tu, per favore; anche perché se lei è una persona del popolo, a me non risulta di avere ascendenze aristocratiche, dunque… 😉

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  44. mah paolo (in rete ci si da’ del tu anche fra papi, contadini e professori), pure io sono un travet che non ha raggiunto il massimo livello d’istruzione e si e’ fermato prima, pero’ mi piace approfondire le cose che mi interessano e ormai con google, wikipedia e i forum l’ignoranza e’ una scelta.

    Mi interessa il cristianesimo delle origini e come questo ha avuto influenza sulla storia del mio paese, per cui se qualcuno parla di cristianesimo voglio capire bene cosa intende.
    Quelli che tu chiami sofismi io la chiamo correttezza di informazione e magari ci aggiungo anche un po’ di buonsenso, perche’ se questi signori che blaterano sui giornali possono permettersi (e non dovrebbero) leggerezza nell’usare le parole, in rete non la possono passare liscia.
    Se un signore che rappresenta la fazione maggioritaria e vincitrice di una guerra sanguinosa fra fazioni religiose, mi equipara nichilismo e nazismo io vado al di la’ delle parole, perche’ voglio sapere se me la sta contando su per suoi fini o se e’ giunto alla conclusione dopo studio e ponderazione.
    Temo che sia la prima che ho detto.

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  45. @Wuz
    L’interpretazione dei testi è sicuramente un problema…anche la semplice traduzione dall’ebraico al latino e poi all’italiano, crea problemi…per non parlare di termini che nel tempo acquistano significato e senso differenti.
    Eppure di fronte ad un Vangelo quello che colpisce con una lettura personale e raccolta, è il senso di pace e di tranquillità che se ne ricava…

    Certo ogni parola ha il suo peso ed il senso complessivo cambia se si va a sviscerare quel particolare elemento inserito nel contesto narrativo, ma penso che aldilà degli aspetti che può trarre un uomo di chiesa, ci sono altri aspetti immediatamente percepibili da chiunque abbia un senso nella media… credo che sia nello spirito delle novelle cercare di parlare a quante più persone possibili, senza andare a cogliere aspetti simbolici o messaggi cifrati…le novelle sono immediatamente percettibili nel loro significato…perchè il pubblico è costituito per lo più da gente semplice…
    Gesù parla in modo semplice e diretto…le sue frasi sono brevi…non sono discorsi per ubriacare l’uditorio…dice cose semplici ed immediatamente percettibili perchè il suo intento è di farsi capire senza convincere con raggiri…

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  46. Coltrane…il 93% degli scienziati non aderisce ad alcuna forma di credo organizzato.
    O è atea o pratica il deus sive natura di spinoziana memoria.

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  47. “Nel nome di dio sono stati commessi i più grandi peccati del mondo”… non mi ricordo chi l’abbia detto, ma secondo me c’ha azzeccato.

    Che poi è inutile che papa ratzinger sbraiti sul nazismo, chè mi sa molto di bue che dice cornuto all’asino: fino a prova contraria, cara Galatea, noi non eravamo iscritte nelle liste delle Hitler Jugend (la Gioventù Hitleriana), mentre l’amato papa non solo era una camicia nera nazi, ma era anche addetto alla contraerea. E che non si venga a dire ch’era il cappellano, chè all’epoca aveva sedici anni.

    E l’esercito crucco aveva anche la scritta “Dio è con noi” sulla fibbia della cintura… Mi sa che spesso e volentieri Dio è usato come scudo da intolleranti che odiano la Ragione e pretendono solo cieca obbedienza.

    ps ovviamente tu hai detto molte più cose e in modo migliore 🙂

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  48. @Juni Certo, formalmente il nazismo non era “ateo”, perlomeno come si intende l’ateismo normalmente (“il mondo si è fatto da solo, non esiste alcun DIO”), ma di sicuro non era “religioso”: era una forma di paganesimo antisemita/anticristiano: infatti il secondo libro più importante dei nazi, subito dopo il delirio di mein kampf, era “Il mito del XX secolo” dell’ideologo Rosemberg; per certi aspetti era anche più importante del primo, perchè esprimeva esattamente qual’era il pensiero-nazi: il cristianesimo sarebbe stato il grimaldello/furbizia con cui gli odiati ebrei avevano conquistato l’occidente. Subito dopo gli Ebrei, se avessero vinto, nel mirino dei nazi c’erano i cristiani (e per l’esattezza: prima i cattolici, poi i protestanti).
    Saludos amigos.

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  49. Scusa, ma che vuol dire “il nazismo non era religioso?” A rigor di logica era “religioso”, tanto è vero che aveva una sua forma di religiosità: il neopaganesimo cui si ispirava Hitler è una forma di religione. Non è che la religione deve essere definita solo come cristiana o monoteista per essere tale..
    John, ho l’impressione che anche tu faccia un po’ di confusione pro domo tua, sia in fondo sulla stessa lunghezza d’onda di Mancuso, anche se con argomentazioni in parte diverse: definisci come “religiosità” solo quello che fa comodo a te, per sostenere che tutti quelli che compiono il male non sono veramente”religiosi”. Il fatto è che essere o meno “religiosi” non c’entra nulla con la capacità di diventare aguzzini. Molto spesso chi è molto religioso è fanatico, e chi è fanatico è capace di giustificare le stragi peggiori e diventare un aguzzino.

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  50. Prendo ancora un pò di spazio x completare il mio post precedente; scriveva Rosenberg: “la nostra anima è stata contaminata dall’ebraismo; i mezzi x fare questo sono stati la Bibbia e la Chiesa di Roma. Con il loro aiuto il demone del deserto è diventato il dio dell’Europa” (da “Il mito del XX secolo”). La colpa forse + terribile di cui era accusato il cristianesimo era quella di essere la coalizione degli essere inferiori contro quelli ‘superiori’…”la religione di quelli che supinamente si prostrano in ginocchio rinnegando la divina dignità dell’uomo superiore”: evidentemente il cristianesimo era ll’opposto del razzismo magico dell’ideologia nazi.
    D’altronde fondatore del Cristianesimo era l”ebreo” Gesù-
    Al pastore luterano andato da lui nelle prime ore del 15 ottobre 1946, poco prima di essere impiccato, Rosenberg disse: “non ho bisogno del suo aiuto”.
    Grazie x l’ospitalità-

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  51. Vedo solo adesso la tua replica al mio post precedente; posso dirti questo: x religione intendo la fede in un Essere Eterno, Assoluto, che ha creato l’universo e tutti noi.
    Collegandomi ancora alla questione nazi/Rosenberg, che mi sembra emblematica: Rosenberg disprezzava “chi si inginocchia davanti a un Dio morto come uno squallido schiavo”; ecco, nella sostanza, se non si crede in DIO Creatore, si adora soltanto il proprio io, mascherando poi la cosa con mille parole + o – religiose.
    Un caro saluto, e ancora grazie x l’ospitalità.

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  52. @Galatea
    a dire il vero una religione che professa “Ama il tuo nemico, altrimenti che merito c’è se ami chi ti ama?” o “porgi l’altra guancia se ti colpiscono”, “vendi tutti i tuoi beni e dai ai poveri”…. anche se diventassi un fervido credente…e spingessi al massimo per attuare questi precetti…mi avvicinerei a S.Francesco non certo a Torquemada.

    Gesù e Macchiavelli hanno molto in comune, non vi scandalizzate, ma è così…dopo la loro morte ci sono stati gli interpreti del loro pensiero…e non sempre chi li ha interpretati intendevano farli brillare…qualcuno con malizia ha fatto opera demolitoria…interpretando il pensiero originale come meglio gli faceva comodo.

    Anche la Chiesa ha commesso questo errore e ha cercato di rimediare con i due Cocilii…l’ultimo ha cercato un apertura tenuto conto anche dei nuovi tempi e necessità di rinnovamento.

    Concordo con Coltrane…se non si crede in Dio si finisce per considerare l’uomo al di sopra di Dio…a quel punto tutto è possibile…perchè curare facciamo prima ad uccidere…soprattutto se le risorse della terra sono sempre più limitate… creiamo nuove rupe tarpee…arriviamo a generare in laboratorio il soldato perfetto…e cosi via dicendo

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  53. Una domanda?
    Il Male potrebbe rientrare nel disegno divino?
    Infatti c’è da chiedersi perchèad esempio Hitler non sia stato colpito da Dio, bastava che almeno un attentato andasse a buon fine….invece ha dovuto fare quello che ha fatto…anche nella bibbia mi sembra che sia ritrovabile questo concetto…nel Vangelo lo stesso Giuda adempie ad un progetto Divino…tradisce convinto di fare la cosa giusta…ma diviene strumento…affinchè si realizzi la morte e poi la resurrezione del Cristo.

    Forse Dio mostra la strada poi sta a l’uomo scegliere quella che ritiene più giusta…forse il bene ed il male sono a nostra discrezione…

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  54. Chiedo scusa
    ma la discrezione dell’uomo nella scelta tra bene e male esclude che il male sia contemplato da Dio nel suo proggetto….

    Voi che ne pensate?

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  55. @Paolo-DIO contempla che l’uomo possa separare il proprio pensiero da LUI; la nostra coscienza di essere è infatti la coscienza dell’ESSERE.
    Persa questa consapevolezza….resta l’io nudo (vedi la simbologia di Adamo ed Eva after sin: “si scoprirono nudi”).
    Il male è esclusivamente questo: un fatto interiore; dopodichè DIO dona all’uomo decaduto la possibilità di ritornare in comunione con LUI: mandando Suo Figlio a incarnarsi, a dire tutte le Parole necessarie, e infine a sacrificarsi in Croce: mette “fuori” ciò che noi, ormai del tutto inconsapevolmente, abbiamo fatto al Pensiero di DIO in noi.
    Poi ci sarebbe la questione della libertà dell’uomo…ma l’uomo, viste le premesse è libero? E come fa a essere libero l’uomo e libero DIO?…no, l’uomo non è libero: “conoscerete la Verità ed Essa vi renderà liberi”_
    Comunque, amico, amici, professoressa Galatea, non vorrei approfittare troppo della vostra disponibilità…sono cose molto profonde e certo molto interessanti, ma bisogna che ci sia una “fame” di questi argomenti, se no non li si può sopportare: parlo per esperienza vissuta, dunque mi fermo qui e comunque …che DIO vi benedica tutti.

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