Il sesso ludico e la gnocca commercial-mediatica. Una tragedia contemporanea?

marlene

Il dibattito sul “sesso ludico” aperto qualche settimana fa non accenna a smorzarsi: del resto si sa, in tutte le salse è sempre un argomento che tira. Dopo aver collezionato commenti ai miei post, post di risposta o d’eco, ieri ha lasciato in calce su questo blog il suo parere anche Paolo Barnard, dal cui articolo tutto il carrozzone della polemica era partito.

Scrive, Paolo Barnard:

Bel dibattito. Mancano due cose. La risposta alla domanda “Donne, allora che si fa con il mostro planetario della gnocca commercial-mediatica?”, che è un vostro problema tragico, ma non rispondete. E manca la realizzazione del vostro deleterio doppio binario di civilizzazione, dove da una parte giustamente pretendete la modernità, ma dall’altra conservate il medioevo. Ovvero: volete parità di diritti e trattamenti in ogni settore della vita, mentre pretendete ancora il perdurare di un sistema medievale nella sfera contatti/sesso con gli uomini, dove innescate modalità appunto obsolete fino allo sfinimento (nostro). Purtroppo, quest’ultima parte causa in noi un tale risentimento, che poi ve la facciamo pagare carissima nella parte della modernità. Volete la botte piena… e il marito ubriaco. Troppo comodo. Il resto l’ho già scritto. Paolo Barnard

Dunque, caro Paolo, tanto per cominciare io vorrei che mi spiegassi meglio qualche punto del ragionamento, perché davvero non ti seguo più. La risposta alla domanda “Che si fa con il mostro della gnocca commercial-mediatica” nel mio post mancava perché non mi risultava che tu l’avessi mai fatta. Ma, se la fai ora, io ti replico: scusa, ma perché “mostro”? E perché poi sarebbe un problema “tragico” ed esclusivamente femminile?

Le donne, tutte, sono esseri umani pensanti e responsabili, come tali, delle decisioni che prendono per quanto riguarda la loro vita. Il “mostro planetario della gnocca cultural-mediatica” nasce dal fatto che alcune decidono, per campare, di andare a fare le vallette in tv mediamente desnude e sculettando in maniera provocante (o vanno in giro sculettando mezze nude anche quando lavorano in ufficio)? Embe’, chiedo io?

Posso trovare magari talvolta alcuni programmi e alcuni atteggiamenti di cattivo gusto o anche semplicemente ridicoli, ma non è che, sinceramente, trovi le Veline in minigonna necessariamente più volgari, spesso, di un Paolo Bonolis completamente vestito. Mi dà fastidio, da donna, quando pare che le donne, in Italia, possano essere solo ridotte a quelle funzioni lì, cioè veline o madri, o magari entrambe in rapida successione; ma sinceramente a me le belle ragazze che ballano nei programmi tv, vanno ai concorsi di bellezza, decidono di far le letterine, le letteronze, le letterazze, fanno servizi di moda, calendari, posano per Playboy non danno alcun fastidio, come non mi dà alcun fastidio, perché lo faccio quasi sempre, indossare io stessa abitini scollati, tacchi alti, minigonne ed essere sexy ed ammiccante quando mi gira e con chi mi sconfiffera: sul proprio corpo, ognuno è sovrano, e delle proprie azioni ciascuna risponde solo a se stessa: anzi, se un domani mi prende l’uzzolo, posso decidere pur io di fare il calendario di Galatea, perché no? Il concetto di “ludico”, se non sbaglio, dovrebbe poter comprendere anche questo: esser liberi, da parte di uomini e donne, di dare sfogo al proprio intrinseco narcisismo e divertirsi a farlo, senza che nessuno abbia nulla da ridire in proposito.

Il passo del tuo ragionamento che non posso proprio condividere è quello sotteso subito dopo, e che forse tu fai in maniera inconscia. E cioè: donne, se volete andare in giro scosciate e provocanti, velineggiare e bamboleggiare, allora però poi dovete starci con chiunque ve lo chieda e praticare il “sesso ludico”, perché non si può mica essere così sexy e poi dire di no o pretendere che il maschietto, per portarvi a letto, prometta anelli di fidanzamento, matrimoni o comunque corteggi e perda tempo in salamelecchi vari come un cicisbeo. Sennò, se fate così, ve la facciamo pagare: andiamo a puttane oppure ci vendichiamo non riconoscendovi, nella società, altro ruolo che quello di pittoresco decoro.

Vabbe’, caro Paolo, correremo il rischio, che vuoi che ti dica? L’alternativa che tu proponi, infatti, darebbe secondo me i brividi anche peggio: o una società grigia, dove il circo della “gnocca commercial-mediatica” è abolito sì, ma in cui le donne sarebbero ridotte a mortificarsi, in società, in abiti “seri” ed atteggiamenti “virtuosi” per evitare di essere prese per sgualdrine, o peggio ancora una società solo apparentemente liberissima, in cui le donne potrebbero andare vestite come a loro pare, e meglio ancora scoperte, ma pagherebbero questa libertà loro concessa dovendo dire sempre sì ad ogni richiesta sessuale, da parte di chiunque. Insomma, ragionaci un attimo, Paolo: metti in pratica quello che vuoi tu e ci ritroviamo ancora una volta con lo stereotipo santa/puttana, anche se lievemente modernizzato: da un lato delle rompicoglioni seriose che non mettono il rossetto e considerano ogni piccolo cedimento alla vanità femminile come un asservimento al maschio, o quelle che accettano di andare a letto con un uomo solo previa firma di contratto legalmente valido che li trasformi in famiglia rigorosamente monogamica e certificata, e dall’altro le sgallettate bambolotte che dicon sempre di sì perché si deve fare sesso ludico per essere considerate libere e moderne, o magari perché vogliono assomigliare a Carrie di Sex and the City.

Ecco Paolo, estremizzo, ma lo hai fatto anche tu, del resto. E la vita, invece, non ama le estremizzazioni né le semplificazioni eccessive. Rassegnati, la libertà dell’individuo presuppone sempre un certo grado di disorientamento e confusione. Andando in un bar alla sera, o per strada, o in ufficio troverai donne vestite come veline che però ti diranno di no, perché non sei abbastanza ricco, o sufficientemente potente per far far loro carriera, o perché in realtà non sono mangiauomini, ma ragazze che stanno cercando una relazione più seria di una botta e via, o semplicemente ti rifiuteranno perché non sei il loro tipo, anche se sono entrate nel bar con il preciso intento di trovare qualcuno con cui fare sesso; e altre che ti diranno magari di sì per la storia di una notte, perché hanno voglia di fare sesso ludico, o perché piaci loro, per curiosità o per semplice noia. Dal momento che tutte sono libere di regolarsi come meglio credono, esattamente come fate vuoi uomini, per capire quali fanno parte di una categoria, e quale dell’altra, dovrai provare ad abbordarle, perder tempo, e non incazzarti se qualcuna ti risponde no grazie. Sennò, per evitare il rischio di metterti in gioco senza approdare a niente, puoi uscire e andare a puttane, come hai detto tu. Ma, per piacere, non farlo con quell’aria moralistica da buon samaritano, che si lamenta di non poter trovare di meglio, e poi racconta che quasi quasi la povera ragazza perduta vorrebbe salvarla, perché lui è buono dentro e se il mondo non fosse cattivo e le donne normali più aperte con una prostituta non ci andrebbe mai. La signorina è una professionista, risponde ad una precisa domanda di mercato, fornisce un servizio che le hai richiesto e ne riceve il giusto compenso: non c’è nulla di vergognoso per lei, e io per prima, da donna, mi guardo bene dal condannarla.

Non capisco, a questo punto, perché la fai tanto lunga tu.

Marlene Dietrich, Lili Marleen

126 Comments

  1. “Il “mostro planetario della gnocca cultural-mediatica” nasce dal fatto che alcune decidono, per campare, di andare a fare le vallette in tv mediamente desnude e sculettando in maniera provocante…”

    Mi pare un’analisi parecchio riduttiva e semplificata. Non è che decidono, è che in quell’ ambiente i ruoli che ti si prospettano sono quelli e stop. A meno che tu non sia la protetta di qualcuno, nel qual caso e a condizione che tu sappia fare minimamente qualcosa, forse avrai una chance in più.
    E comunque non è solo un fatto di TV, è in genere l’uso e l’immagine del corpo delle donne che viene fatto in ogni dove il punto (la famosa “gnocca commercial-mediatica”).

    Ritenere che questo sia il risultato di una libera scelta di alcune donne e non piuttosto un modello pressoché imperante imposto da una società essenzialmente patriarcale (almeno quella italiana), con una visione del sesso nel rapporto uomo/donna tutt’ora ancorata al classico modello, a me pare davvero un po’ una baggianata.

    Non a caso il sesso è il mezzo attraverso il quale si aprono facilmente certe porte. Perché ha tuttora una valenza “particolare e distintiva”.

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  2. @->Frap1964: Sarà riduttiva e semplificata, sono d’accordo. Ma il fatto è che comunque sono presenti scelte alternative: puoi non fare la velina, puoi fare un altro mestiere o scegliere un altro tipo di ambiente, e poi, ripeto, magari puoi anche fare la velina senza per questo essere necessariamente una puttanella. Ci sono tante attrici, anche nel passato, che hanno cominciato come vallette, ballerine di fila etc e poi hanno fatto il loro percorso, e ci sono sempre state quelle, attricette o aspiranti dirigenti d’azienda, che fanno carriera, invece, portandosi a letto il capo.
    Ripeto, c’è sempre un momento in cui puoi scegliere, come uomo e come donna, se fare una cosa o no. Sinceramente sono anche stufa di questo pietismo nei confronti delle donne, per cui pare che noi, che pure abbiamo forti vincoli dalla società e dalla cultura, non siamo poi però mai responsabili del tutto delle strade che scegliamo. In un certo senso, anche questo è perpetuare lo stereotipo delle donne che non sono mai capaci di fare nulla liberamente: se usano il sesso per far carriera lo fanno per esclusiva colpa della società. Non è sempre vero. Alcune lo fanno perché credono che quella sia la strada più comoda e veloce, o perché realmente non hanno altre capacità da far valere nei confronti degli uomini e delle altre donne. E’ una loro scelta, esattamente come certi uomini decidono di cercarsi padrini politici che spianino loro la strada e si adeguano a leccar piedi per tutta la vita.
    Poi è ovvio che ci sono in Italia dei fortissimi stereotipi sulle delle donne, una cultura schifosamente maschilista e molti veri e propri pregiudizi che vanno denunciati e combattuti. Ma a me piangermi solo addosso e frignare non è mai piaciuto, e nemmeno mi piace chi, quando faccio una cazzata, mi dice, con tono paterno: “Oh poverina, quando qualcosa non ti riesce è tutta colpa della società, se sbagli è solo perché sei una povera donna e non puoi fare altro!”. Mi sento come se mi avessero dato uno schiaffone.

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  3. Ciao, Gala. Innazitutto, ti ringrazio: ho utilizzato l’indirizzo che mi hai fornito e quelli di Splider sono intervenuti subito; sembra proprio che abbiano risolto il problema.
    Barnard ha ragione su una cosa: le donne, in fatto di sesso, si comportano da stronze verso gli uomini, ma non potrebbe essere altrimenti. E’ qualcosa legato alla biologia della nostra specie: se si concedessero “a semplice richiesta”, almeno sino a quando non era possibile slegare l’atto riproduttivo dal risultato primario cui era preposto, la popolazione umana sarebbe cresciuta a dismisura e le risorse a disposizione si sarebbero esaurite in un batter d’occhio. Nell’economia della selezione naturale, per quel che riguarda l’homo sapiens, la donna è il fattore strategico che permette un certo equilibrio tra popolazione e ambiente; nonostante ciò, entro il prossimo anno si prospetta già il superamento della soglia dei sette miliardi di persone.
    Parimenti, l’uomo si comporta altrettanto spesso da “stronzo” nei confronti delle donne: la natura gli ha concesso, mediamente, maggiore forza fisica rispetto all’altro sesso ed egli l’ha utilizzata spesso e volentieri per prevaricare il proprio complemento. Naturale che, nella donna, alla forza abbia dovuto sostituirsi, per sopravvivere, una naturale furbizia volta a compensare detta carenza.
    Tornando al punto centrale dell’assunto, io plaudo a Paolo Barnard quando eleva, senza timore, il grido di dolore di tutti quei maschi che, per insufficienze congenite o per raggiunti limiti d’età, non possono sperare di risultare “interessanti” all’altro sesso e devono rassegnarsi a comperare cinque minuti d’appagamento, grazie alle mercenarie. Incidentalmente, significhiamo che, come per la destra post-fascista, lo sdoganamento “ufficiale” del sesso mercenario è un tributo che dobbiamo al N.B.P.D.C. (Nostro Beneamato Presidente Del Consiglio).
    Rimane la questione delle centinaia di migliaia di vittime quotidiane dell’eccesso di testosterone non sfogato, in soggetti poco idonei ad essere prescelti quali donatori genetici e, soprattutto, dei gravi problemi sociali a ciò connessi.
    Anche in questo caso, il mio plauso a Barnard è dovuto al fatto che egli ne ha parlato in maniera nuda e cruda, senza giri di parole o ipocrisie varie. E’ un primo passo: conoscendo meglio un fenomeno – e facendolo conoscere meglio – piuttosto che minimizzandolo o ignorandolo, forse una soluzione si troverà. Forse …
    (chiaramente, giudico l’ipotesi del “sesso ludico” del tutto improponibile”: ad esempio, a me – nonostante i miei cinquant’anni – non piacerebbe dovermi “concedere ludicamente” a una babbiona d’avanzata età e forti appetiti. Non vedo perché mai, una donna, invece, sarebbe obbligata alla vocazione della missionaria o della crocerossina nei confronti di maschi altrettanto repellenti. Se c’è attrazione reciproca – anche se solo ed unicamente fisica – il sesso ludico s’è sempre esercitato e sempre s’eserciterà, alla faccia di tutte le convenzioni, di tutti i pregiudizi e di quella gran sagoma di Ratzinger).

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  4. @->Lector: Pienamente concorde sulla tua chiosa: Quando uno/a ti piace non ci sono freni morali, sociali o altro che tengano. Quando non ti piace – e magari può essere per altri versi una persona splendida, eh, ma proprio non scatta quella attrazione lì – non succede niente, ed è anche meglio, perché se ci si incaposce contro l’istinto vengono fuori disastri!
    😉
    (Sono contenta per Splinder, spero che ora funzioni tutto. Baciotti.)

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  5. Se i tuoi corti sono sveltine, ‘sti post (sul tema) con relativi commentari son dei veri deliri orgiastici.
    Quanti di voi “orgasmicano” scambiando le spigolose tastiere per nervi sottesi di improbabili amanti? Su, confessate!

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  6. Ma se le donne non si meritano la parità nei diritti perché non la danno a TUTTI, gli uomini che non portano all’orgasmo le loro compagne di letto, a quale punizione devono essere sottoposti? Se la parità di orgasmo non è raggiunta,se il divertimento non c’è, togliamo ai velocisti il diritto di voto , la progressione in carriera o la patente? Non vorrei che, alla classica ansia da prestazione, si venisse ad aggiungere la strizza da perdita di cittadinanza e che, alla fine, la somma ci faccia mancare il totale ( diciamo così).
    P.S. 1) C’è sempre il Viagra anche se, alla lunga, si riscontrano effetti collaterali in quelli che , anche in testa, hanno il rialzo;
    2) anche gli uomini devono darlo a TUTTE? Io faccio obiezione di coscienza. Preferisco la tortura alla Santanchè, e non ci sono cazzi;
    3) il calendario di Galatea: mi raccomando con il lato B e niente correzioni con Photoshop.

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  7. La risposta alla domanda “Che si fa con il mostro della gnocca commercial-mediatica” nel mio post mancava perché non mi risultava che tu l’avessi mai fatta.

    Il mio scritto era gravido di consapevolezza per voi, come testimonia l’elenco da me più volte fatto degli obbrobri sociali che il sesso commercial-mediatico vi infligge. [dalle risposta di P. Barnard]

    Il problema della disparità di domanda e offerta di sesso fra uomini e donne è una catastrofe, e credo che queste righe lo abbiano dimostrato. Allora, donne, le vie per affrontare tutto ciò sono per me due, salvo poi scoprirne delle altre se avrete l’intelligenza di aprire un ampio dibattito su questo immenso problema. O mantenere lo status quo, con miglioramenti cosmetici, se decidete che per tanti motivi non potete/volete cambiare il vostro approccio al sesso. Oppure fare la terza rivoluzione dei generi nella Storia. Va fatta in partnership con noi uomini, ma non vi nascondo che qui la parte maggiore tocca a voi. Eccola: dovete abbracciare il Sesso Ludico, imparare a farlo e a chiederlo con naturalezza. Dovete imparare a smettere di avere paura di ‘far vedere’ che lo volete quando lo volete, …. ecc. ecc. [dal post di P. Barnard]

    La nuda verità è che per non rispondere alla questione posta, si è semplicemente ricorso al vecchio trucco retorico che consiste nel negare l’esistenza del problema e/o, in alternativa, nell’affermare che si tratti di un problema meramente personale.
    Se il Sesso Ludico non è la soluzione (e non significa certo concedersi a chiunque, basta leggere con attenzione cosa scrive P.Barnard), la soluzione qual è? Mantenere lo status quo? Perché alla fin fine è quanto si evince da questo lungo post; e per giunta senza il minimo “miglioramento cosmetico”.
    Qui purtroppo tocca dare ragione a Barnard.
    Sul punto, praticamente mute.

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  8. “Tira di più un pelo di topa che un carro di buoi”
    Il proverbio ha trovato la sua conferma anche questa volta. D’altronde che la questione sessuale rimanga centrale anche in quest’era è un dato.

    Nel merito, Bernard stecca in modo inaccettabile sulle ritorsioni maschiliste, ma penso che rileggendo se ne renderà conto anche lui. Però sulla contradditorietà delle convinzioni femminili in materia non sbaglia del tutto.
    A Galatea ricordo un suo vecchio post, “Logica femminile” nel quale lei stessa si mostrava non esente da questa contraddizione. Il post, godibilissimo come sempre, chiudeva con una frase del tipo: “Io non ho nessuna intenzione di starci, ma tu, accidenti, ci devi almeno provare”
    Allora, cara Galatea, non rispondesti, ma come vedi, la questione rimane sul tavolo. Vuoi provare a rispondere adesso?

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  9. Tento di dare il mio piccolo contributo…come studente di biologia, quindi perdonatemi se parto da paragoni “etologici”. Secondo me possono aiutare a chiarire questa confusione (prevalentemente nella testa del povero Paolo Barnard, ma non solo). Mi scuso in anticipo se qualcuno si sentirà offeso per questi esempi.

    In moltissime specie animali, quando si avvicina la stagione degli amori, i vari individui iniziano a segnalare che sono disponibili a trovare un compagno o una compagna lanciando richiami spesso altamente ritualizzati o mettendo in evidenza dei caratteri sessuali secondari specifici, di nuovo, spesso seguendo schemi decisamente rigidi. Esempi tipici includono il ruotare la coda del pavone, i richiami delle gatte per segnalare che sono in calore, il trillare degli uccelli. Spesso, ovviamente, ci possono essere lotte per avere il diritto di accoppiarsi con un certo individuo, e dunque si assistono a scene come la lotta a cornate tra cervi. La chiave, in molti di questi casi, è la ritualità: ovvero, ad esempio, un maschio si attende dei segnali specifici da parte sia dei rivali sia delle femmine. Queste attese sono talmente diffuse nel regno animale, che è lecito aspettarsi che siano dovute a strutture cerebrali altamente conservate. Conservate, quindi, anche nei primati come noi esseri umani.

    Aggiungiamoci però che in generale nonostante questo sistema rigido, la “decisione” finale è comunque libera. Altrimenti detto, il cervo che vince tutti gli scontri può finire scornato da una femmina altezzosa.

    Ovviamente però, in organismi dalla vita sociale più complessa, come appunto nella nostra specie, questo sistema non regge più. Tant’è che i meccanismi di corteggiamento hanno una grossa varianza culturale; ogni civiltà ha avuto i suoi, e si passa dai più semplici a quelli più elaborati e complessi (e bisogna tenere anche conto che, anche se oggi in misura minore, spesso si parla di “rituali di corteggiamento” collettivi, che coinvolgono anche gli altri membri della famiglia, cosa per quanto ne so non presente in altre specie animali. Ma oggi giorno, per fortuna, questo fattore non è così importante nelle nostre società, almeno nella fase iniziale di approccio). Di nuovo, però, molto spesso questi rituali seguono formule codificate, e rigide, per quanto poi nella pratica possano essere seguite in maniera più rilassata. Spesso ci sono anche occasioni rituali tipiche, nelle quali è possibile per i membri di entrambi i sessi mettersi in mostra e scegliersi e iniziare un corteggiamento.

    È altrettanto interessante notare che in molte società si sono adottati dei “codici visuali” per indicare la disponibilità o meno delle persone al gioco amoroso. Un esempio crudo ma efficace può essere l’abbigliamento delle prostitute, che in molte società in cui la pratica è (o era) accettata segue determinati canoni. Ad esempio, nella Spagna medioevale, esse erano le uniche – a parte le nobili – a potersi vestire con colori sgargianti. O per andare più vicini, ad Amsterdam, dove le prostitute si espongono nelle famose “vetrine”. Tutti segnali rituali che indicano la loro disponibilità, in termini etologici. O pubblicità del prodotto, in termini economici, se vogliamo.

    Il punto di tutto questo excursus – spero non troppo noioso – è che come specie, siamo naturalmente portati a cercare degli “schemi” nei rituali dell’accoppiamento. Quindi, sia a cercare segnali visuali che ci comunichino la disponibilità altrui (e a saper mandare i propri, anche); sia ad imparare, e seguire, codici rituali di corteggiamento nell’atteggiamento dell’altro sesso.

    Il problema però, e di qui nasce il malessere di Paolo (e anche il mio, lo confesso), è che nella nostra società da decenni i vecchi schemi di corteggiamento sono andati in frantumi assieme al vecchio e non rimpianto ordine sociale. Solo che al momento non è ancora stato sostituito da qualcosa di altrettanto affidabile. E di qui la confusione.

    Ad esempio, parlando dell’abbigliamento femminile, tema tanto caro a Paolo. Il problema qui è che il nostro cervello tende – è un errore che spero voi donne considererete comprensibile! – ad interpretare l’esibire o accentuare certe parti del corpo come un segnale di disponibilità. Ovviamente il segnale però non è sempre presente; anzi.

    Però in un mondo – particolarmente nella realtà italiana! – in cui siamo circondati da esempi di ragazze e signore in tv e nelle pubblicità che si mostrano molto disponibili, mettiamola così, ma che non sarebbero effettivamente esempi “istruttivi” per capire come interpretare il comportamento di ragazze che veramente incontriamo, il nostro cervello fa un po’ fatica. In mancanza – in Europa più che altrove; in America mantengono spesso rituali tipici come il ballo di fine anno, che personalmente invidio ai nostri cugini d’oltreoceano – di “regole del corteggiamento” chiare e facilmente apprendibili, la nostra confusione di uomini può giungere a livelli piuttosto elevati.

    Di qui l’errore di Paolo (parafrasandolo, “se vi vestite sempre come quando volete segnalare la vostra disponibilità al flirt, non vi meravigliate se mi arrabbio quando poi spesso al vestito non corrisponde l’intenzione”). Al contrario suo, trovo che il suo atteggiamento (che pure nasce da un problema secondo me reale) sia inutile e un po’ infantile. Non è che protestando perché non riusciamo a capire le regole di un gioco complesso (e dalle regole molto poco chiare, oggi più che ieri) otteniamo subito di “vincere”.

    Però posso capirlo, questo sì.

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  10. “Tira di più un pelo di topa che un carro di buoi”
    Il proverbio ha trovato la sua conferma anche questa volta. D’altronde che la questione sessuale rimanga centrale anche in quest’era è un dato.

    Nel merito, Bernard stecca in modo inaccettabile sulle ritorsioni maschiliste, ma penso che rileggendo se ne renderà conto anche lui. Però sulla contradditorietà delle convinzioni femminili in materia non sbaglia del tutto.
    A Galatea ricordo un suo vecchio post, “Logica femminile” nel quale lei stessa si mostrava non esente da questa contraddizione. Il post, godibilissimo come sempre, chiudeva con una frase del tipo: “Io non ho nessuna intenzione di starci, ma tu, accidenti, ci devi almeno provare”
    Allora, cara Galatea, non rispondesti, ma come vedi, la questione rimane sul tavolo. Vuoi provare a rispondere adesso?

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  11. Che dovrebbero dire?
    Tutta l’ Italia è in bilico tra modernità e medioevo, l’ uomo medo apprezza il sesso ludico nella partner occasionale ma non nella potenziale moglie, per non parlare delle sorelle.
    Magari un giorno saremo un paese del tutto civilizzato e moderno (anche se il trend che intravedo non lo suggerisce di certo) e queste cose le vivremo con maggior leggerezza, ma sono evoluzioni che riciedono anni e son difficili da pilotare.Almeno in questo senso i media spingono indiscutibilmente verso un’ atteggiamento disinibito.
    Non è il contenuto del patto proposto da Paolo che trovo criticabile, è proprio l’ idea di stipularne uno: che facciamo, una costituente? E magari un bel corpo di polizia per imporne le decisioni?
    L’ invito a lasciar perdere i retaggi medievali lo sposo volentieri, e faccio la mia parte, ma prima dei comportamenti bisogna cambiare la mentalità dominante, e non è questione di patti ma di educazione.
    Tra laltro PB non mi sembra del tutto libero dalla mentalità in oggetto.

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  12. @->Frap1964: Penso che il problema della “gnocca commercial-mediatica”, caro Frap, sia un po’ difficile che possano risolverlo solo le donne standoci di più con tutti, non credi? Il fatto è che ci sono, ovviamente, uomini che perdono le bave sempre per qualsiasi ragazza gli dimena il culetto davanti, e donne che sono dispostissime a dimenare il culetto per avere vantaggi. La gnocca commercial-mediatica si basa su questo (e credo, scusami, che sempre si baserà su questo almeno una parte dei rapporti uomo-donna). Anche perchè, faccio notare, il problema non è che le donne non ci stanno, ma che magari non ci stanno quelle che ti piacciono: voglio dire, se sono una befana ultrasessantenne brutta e racchia, credo che possa anche dire a tutti che sono disposta a fare sesso ludico, ma dubito che molti farebbero la fila; una ventenne carina può tranquillamente decidere di fare sesso ludico, ma siccome avrà al coda, invece, molti di coloro che vorrebbero non riusciranno comunque ad entrare nel novero dei prescelti.
    Al di là dello scherzo, Frap, il problema del sesso “mediatico” spalmato su tutto e tutti penso si possa arginare, più che risolvere – ammesso che poi sia un problema – solo cambiando sia la mentalità maschile che quella femminile, e soprattutto, da noi, lavorando su un ricambio della mentalità italica nel suo complesso. Però sono scettica: biologicamente il maschio è portato ad essere attratto ed eccitato dalla vista dei caratteri sessuali. Nel mentre che risolviamo ‘sto caos, confesso: piuttosto che un mondo di puritani ipocriti o di libertini per obbligo, preferisco navigare a vista nella attuale confusione.

    PS: Per altro, scusa, non ho capito a che serve che Paolo Barnard invochi l’apertura del dibattito se ha già deciso quale sia la soluzione, ce la dice e pretende pure che noi donne la adottiamo senza discutere: raus, tutte a letto a fare sesso ludico! Alla faccia del maschilismo! Be’ io discuto la sua analisi e trovo la sua soluzione piuttosto ridicola.

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  13. @->Ugolino: Infatti, siamo contraddittorie, spesso. Come tutti gli esseri umani, del resto. Pure voi spesso lo siete. Conosco parecchi uomini che ti corteggiano con foga e poi spariscono non appena si rendono conto che stanno per avere successo: se chiedi loro perché ti diranno che improvvisamente si sono resi conto di avere paura di un legame o anche solo il terrore della “prestazione”. La vita è complicata e siamo contraddittori, tutti, insomma. 🙂

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  14. @->Rogra: Obiezione di coscienza anche io. Neppure se passa la legge sul sesso ludico obbligatorio sono disposta a dir di sì a Sgarbi, o a Borghezio o Calderoli.

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  15. bah… diciamo che avete discusso a lungo, ognuno secondo la propria linea di pensiero, e di convergenze non ne ho visto traccia….
    Cosa ho capito io, che potrei aver capito lucciole per lanterne, anche perchè il problema ormai lo guardo “da lontano”, non avendo, e spero di non aver più per tutto il resto della mia vita, la necessità di “convincere” qualche “femmina” ad accoppiarsi con me, data la stabilità della mia situazione coniugale e la nostra età: ho capito che esiste un livello primordiale, istintivo, che guida i rapporti tra i sessi e che differenzia in modo sensibile il “modo maschile” da quello “femminile”. Credo anche che questa distinzione sia stata abbondantemente analizzata e le ragioni della sua esistenza ormai siano abbastanza chiare.
    Ma esiste anche un “modo culturale” entro cui questi “istinti” vengono in qualche modo inglobati e rivestiti generando le concrete manifestazioni del processo di “seduzione e conquista”.
    Non credo, da quanto ho letto, che il buon Bernard pretenda di modificare la parte istintiva, ma mi sembra che chieda “solo” di fare uno sforzo per modificare la parte culturale.
    In parole volgari, non credo chieda a tutte di darla a chiunque lo voglia, ma molto più semplicemente che se ne avete voglia anche voi, cercate di eliminare tutti i passi intermedi che ora sono ritenuti necessari.
    Da alcune risposte femminili mi è sembrato di cogliere l’opinione che ormai questo è vero.
    Se la cosa è confermata, devo solo rammaricarmi di essere stato giovane troppo tempo fa, quando invece i meccanismi di approccio all’obiettivo finale erano necessariamente estremamente complessi….
    Ma non credo che il cambiamento sia stato così drastico, ritengo invece che da parte femminile si sottovaluti, per banali interessi privati, il problema.
    Il mio invito è semplicemente di riconsiderare il perchè non possa essere reso più immediato il passaggio all’atto finale quando entrambi sembrano volerlo, eliminando, come tutto sommato è quello che chiede Bernard, il groviglio di atti “socialmente necessari”…..
    Non mi sembra che le altre discussioni incidano sull’elemento centrale….

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  16. “Signora, lei ha fra le gambe uno strumento che potrebbe dare piacere a migliaia di persone, e tutto ciò che fa è grattarlo.” (Sir Thomas Beecham, grande direttore d´orchestra inglese, ad una violoncellista)

    Tanto per sdrammatizzare…

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  17. Un applauso a Luca che riesce ad esporre i fatti con lucidità scientifica.
    Purtroppo il resto del blog segue schemi social-filosofici che non ci azzeccano proprio col tema.

    Capisco che è faticoso fare i conti con le proprie pulsioni e fallimenti, ma fino a che non abbandoniamo questi sofismi avremo tutti ragione, e tutti torto…

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  18. @Goodidea
    Hai un’idea quantomeno curiosa della “lucidità scientifica”.
    Se puoi citare, tu o Luca, il passo esatto sul tema tanto caro a Paolo (parlando dell’abbigliamento femminile), che io in verità non ne ho trovato traccia.
    Il resto è etologia spicciola, da scuole medie, non occorre certo studiare biologia per esporre quanto sopra.
    Che poi si voglia applicare il “metodo scientifico” a temi che di scientifico hanno davvero ben poco, a me francamente fa anche un po’ sorridere.
    Forse perché ho una cultura preminentemente tecnico-scientifica.

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  19. Checco Zalone e Maddalena61 a parte, ricordo en passant che il tema in discussione era “la disparità di domanda e offerta di sesso fra uomini e donne”, relative conseguenze e possibili e/o eventuali soluzioni, comprese le alternative al “sesso ludico”.
    Che, abbiamo capito, proprio non piace come ipotesi al gentil sesso che frequenta questo blog (tenutaria inclusa).

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  20. Sig. goodidea, Lei sta diventando una celebrità. Ci spiace che oggi sia stato così laconico. Il suo commento al precedente post sul sesso ludico, quello in cui apriva una parentesi rosa sui pompini (son parole sue) avrà da noi la celebrità della prima pagina se riesce a produrre in tempio brevi qualcosa di altrettanto formidabile.
    Sono convinto che sforzandosi un po’, potrebbe indurci a portare a cinque il numero dei fessi ufficiali della redazione. Ha di che essere orgoglioso, sarebbe quinto (se vuole quinto lei no, ma postremo) fra cotanto senno: il dott. Malvone, l’Adipolfo candidato, il sig. Topo Gonzo e, si tenga forte, il sig. Train!

    p.s.
    Ma Lei, nella famosa parentesi rosa, ha fatto, per citarLa, faticosamente i conti con le Sue pulsioni e fallimenti, abbandonando ogni genere di sofismi, oppure si è concesso un po’ di sociologia sessuale?

    p.p.s.
    Ci scusi, sig.ra Galatea, come Lei desidera non ci permetteremo più di disturbarLa, almeno fino al prossimo post sull’antichità classica; ma se non avremo il Suo expedit neppure in tale circostanza, sappia che siamo usi obbedir tacendo e tacendo… beh insomma, tacendo morir è un po’ troppo. Diciamo che andremo a sbraitare altrove.

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  21. Riservato ai maschi:
    Prolegomeni d’ogni futuro amore ludico:
    a) L’invito dovrà essere accompagnato da un mazzo di rose rosse, rigidamente in numero dispari, possibilmente 11 o 15 (assolutamente da evitare il 13 e il 17, perché di cattivo auspicio);
    b) se, prima di andare dal fiorista, farete una capatina anche dal gioielliere, non credo che alla signora spiacerà. Evitate però le spille, che non si regalano mai, così come in genere ogni cosa che possa pungere. Un collier o un bracciale, di solito vanno benissimo; un anello comporta già un significato ulteriore e, dunque, ragionateci bene prima di optare per tale scelta. Non serve che siano oggetti costosissimi, basta che li scegliate con gusto. Osservate come si veste di solito la vostra ospite, i colori che usa, gli accessori che mette. Se non siete capaci, fatevi aiutare da un’amica.
    c) una cenetta romantica, in un locale carino e discretamente chic (assolutamente da evitare hamburger e birra da “Totonno ‘o criminale”, gestito dal clan camorristico di Secondigliano, anche se ci fanno la lap dance che a voi piace tanto);
    d) non presentatevi all’appuntamento come se foste appena tornati dalla vendemmia; ricordatelo, perché vale in ogni occasione: un abbigliamento indecoroso sta a significare che non tenete in alcun conto la persona che vi è di fronte;
    e) l’igiene, per favore: sgradevoli odori corporali, alito cattivo, denti giallognoli, scoraggerebbero anche la più disinibita delle cortigiane. Ah, dimenticavo: mi raccomando, lavatevi bene e a fondo proprio lì; se poi capita, non facciamoci riconoscere sempre come i soliti puzzoni!
    f) vi prego, dopo cena, non portatela mai – assolutamente mai – a vedere un film porno (indimenticabile la scena di “Taxi driver”);
    g) fatela sognare; fatele sentire che per voi è importante; non abbiate timore di dirle cento volte quanto la trovate carina: a lei sicuramente piace; soprattutto, siate dolcemente imprevedibili, stupitela con delicatezza!
    Per voi sono solo stupidi preliminari, ma per lei sono il preludio stesso dell’eccitazione. In fondo, a ben pensarci, non è poi molto ciò che una donna ci chiede.

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  22. Ahi ahi ahi, ho paura che Paolo sia vittima di una pericolosa dissociazione tra fantasia e realtà.
    Lui immagina un mondo uguale alla tipica fantasia erotica masturbatoria maschile, ovvero LUI (l’assicuratore, il venditore porta a porta, l’accordatore di pianoforte, il carrellista) su una meravigliosa spiaggia tropicale, sdraiato sull’amaca e circondato da una dozzina di fantastiche fanciulle tutte giovanissime, fichissime e ultrabagnate all’idea di farselo. Fanno tutto loro, lui non ci mette che una fantasiosissima eterna erezione in grado di far impallidire anche il Sildenafil Citrato. E quando tutto si conclude con l’inevitabile orgasmo… puf! le fichissime scompaiono, pronte a ricomparire all’occorrenza la prossima volta che tira. Senza, nel frattempo, subire la tortura medioevale di portarle fuori, farle un regalino, coccolarle e farle sentire semplicemente esistenti.

    Un consiglio a Paolo, ritorni alla realtà. Sarà dura ma poi ci si abitua.

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  23. @->Lector: Mi sa che tu fai parte della categoria “Gentiluomini vecchio stampo”, caro Lector…ti assicuro che non servono neppure i gioielli o i fiori. Purtroppo ora noi donzelle ci sentiamo lusingate abbastanza da dire di sì se uno, dopo due minuti che ti ha abbordato con un “Ehi, bella gnocca, cosa fai qui?” non ti chiede direttamente di andare in camera… 😦

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  24. @->frap1964: a parte che mi pare che al dibattito abbiano partecipato essenzialmente uomini, ed anche loro mi sembrano piuttosto scettici sulla validità del metodo “sesso ludico” per debellare prostituzione e gnocca mediatico-commerciale, ripeto, se non fossero chiare, le mie posizioni:
    1)ormai è socialmente accettabile che un uomo incontri una donna e le dica, molto semplicemente: “a me interessa solo una notte di sesso.” Poi quella può dire di sì o di no, ma ti assicuro che di ragazze interessatisime a relazioni di questo tipo ce ne sono a bizzeffe: fatti un giro in una qualsiasi discoteca e ne trovi a grappoli, molte delle quali prendono persino l’iniziativa. Certo, il problema è che magari assaltano e dicono di sì al dj caruccio e palestrato e non al giornalista cinquantenne intellettuale come Paolo Barnard.
    2)Può essere che questa idea che le donne possono fare “sesso ludico” fine a se stesso non sia così diffusa da riuscire a rispondere a tutta la “domanda maschile”. Eh, mi spiace, ma qui non so davvero cosa farci. Forse dovete essere più persuasivi a convincerci o a cambiare la società. Certo che se il metodo per ottenere questo scopo sono i post tipo Paolo Barnard in cui ci prendete a pesci in faccia e vi lamentate, vi do una dritta: non è il metodo giusto. Le donne, per fare sesso ludico, odiano gli uomini rancorosi, lagnosi e che si presentano come sfigati (e pure voi, per farlo, non scegliete certo donnette lagnose, irritanti e pronte a far fisime su ogni cosa, no?)
    3)Credo che comunque, anche se tutte le donne fossero disposte a fare sempre e con chiunque sesso ludico, la “gnocca cultural mediatica” continuerebbe a esistere ed a venire riproposta, perché vende, serve alla pubblicità e funziona. Però da donna sottolineo che non è poi questa tragedia come Paolo Barnard pensa. Secondo me è molto più pericoloso il ragionamento che fa lui: dato che esiste la “gnocca cultural mediatica” ovunque, allora le donne devono cominciare a comportarsi tutte come veline disponibili, altrimenti noi maschietti ci sentiamo frustrati come cani di Pavlov in continua salivazione. Be,’no. Prova ad inventarne un’altra, Paolo.

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  25. @->red.cac: Non mi risulta di aver mai bannato Lei o i suoi colleghi di blog o di avervi intimato di non commentare i post. Ho solo chiesto se, per favore, quando siete qui evitate di suscitare o portare avanti polemiche personali che si trascinano, magari da anni, con altri commentatori, sennò finisce che vi azzuffate fra voi, nessuno ci capisce niente e la cosa è noiosissima per il resto dei lettori e per me.
    Per il resto, siete graditi come qualsiasi altro commentatore, come per ogni altro commentatore mi riservo di dissentire dalle vostre opinioni e rispondervi in merito, e quello che “sbraitate” sul vostro blog è cosa di vostra esclusiva compentenza.
    Sperando di esser stata chiara ed esaustiva, vi porgo cordiali saluti eccetera eccetera..
    😉

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  26. @->Galatea,
    la contradditorietà di cui parlo io non è tanto nel intangibile diritto a lanciare i propri segnali sessuali senza che questo debba essere inteso come una irrevocabile dichiarazione universale di disponibilità, ma nel pretendere conferma del proprio valore sessuale anche dai soggetti per i quali non si ha interesse (”ma tu ci devi provare”).
    Questa “sine cura” ha in sè qualcosa di perverso, perchè schiacciando il maschio verso il suo ruolo tradizionale di “provolone-a-tutti-i-costi” fa sì che sopravviva in lui la convinzione che “fa così ma lo vuole anche lei”, secondo lo schema che se tutte le donne devono negarsi per non sembrare zoccole, tutti gli uomini devono allungare le mani per non sembrare finocchi (ma tu ci devi provare).
    Per spiegare ad una donna come questi meccanismi siano vivi e vitali nell’immaginario maschile occorrerebbe farle vivere un’intera adolescenza da maschio, ma di sicuro è vero anche l’opposto.
    Tempo fa, per provare a documentare questo aspetto della battaglia dei sessi, postai il testo de “Il corrotto” di Gaber, che a mio avviso riesce ad illuminare fiocamente questo lato oscuro della sessualità maschile.
    Tutto questo lo dico in relazione non alla richiesta di sesso ludico di Barnard, ma in merito alla speranza già espressa che un approccio più razionale e consapevole alla sessualità potrebbe attenuare gli effetti socialmente rilevanti della sua degenerazione (sfruttamento della prostituzione, pedofilia, stupri, mutilazioni genitali, etc.).

    Non si tratta di darla via per niente, ma di dare un contributo alla pace universale

    (sto ancora verificando la notifica dei commenti, scusami)

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  27. mah… si è provato ad affrontare il dibattito dal punto di vista cultural-filosofico oppure etologico-comportamentale. Tutti argomenti degnissimi. Sinceramente sono però sorpreso, fin dalla lettura del primo post di Barnard, della mancanza di un’analisi del contesto socioeconomico in cui si trova “il mostro della gnocca commercialmediatica”. Forse, almeno un po’ i nostri comportamenti individuali di donne e uomini possono essere condizionati dall’industria (o mafia) mondiale della gnocca commercialmediatica? Sinceramente, fin dall’inizio, è questo il punto su cui non concordo con Barnard. Magari non ho capito io, ma mi sembra che lui dica: ci fosse una maggiore disponibilità delle donne a far sesso “ludico” potremmo sconfiggere la mercificazione del corpo femminile con tutto quello che ne consegue in termini politici, sociali e culturali.
    Certo sarebbe bello, ma la trovo una soluzione parzialissima e soprattutto di difficile praticabilità se non si punta a migliorare la condizione di vita delle persone a tutto tondo, ristabilendo condizioni in cui il sesso attenga solo alla sfera dei rapporti tra le persone e non sia più un’arma di sopravvivenza o una leva economica.
    Difficile? Già…

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  28. @->Ugolino: Sono perfettamente d’accordo con te che spesso, negli approcci, viga un gioco delle parti di questo tipo. Ma è anche vero, Ugolino, che quando due si conoscono, al bar o in altri contesti, alle volte non è nemmeno sicuro al 100% dove si andrà a finire o quando ci si fermerà. Allora, concordo che noi donne, alle volte, giochiamo a farci corteggiare per pura vanità, anche se magari abbiamo scartato l’ipotesi di “starci”: una forma di insicurezza e un portato culturale, essendo cresciute e vivendo in una società dove parte del valore di una donna si misura ancora e comunque sulla sua capacità seduttiva. E va anche detto, però, che spesso e volentieri anche voi stuzzicate e provoleggiate senza aver magari la seria intenzione di andar fino in fondo. Però, francamente, abolire tutto questo credo che sia difficile, e anche un po’ triste: il bello del gioco della seduzione, spesso, è proprio che è una cosa imprevedibile e dall’esito incerto. Che cosa facciamo, giriamo per la città con un cartello al collo: “A me va di fare sesso ludico stasera” oppure: “Cerco marito, astenersi perditempo?”. E se magari uno/una cambia idea in corso d’opera? 🙂

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  29. @Gala
    Già, non trovi un po’ curiosa questa disparità numerica nel dibattito e soprattutto l’insistenza di più d’una (anche nei post precedenti) a voler discutere di quel che pensa, o che ha in mente, o che desidera P. Barnard, piuttosto che focalizzare l’attenzione sulla vera questione posta?

    E’ stato sufficiente porre la questione in maniera un po’ provocatoria (“a pesci in faccia”… esagerata!?!) per spostare subito la discussione sul come invece che sul cosa.
    Bel giochetto, sì, ma si smaschera con una certa facilità.

    Eppure Barnard lo dice molto chiaro, è lui per primo a chiedere un dibattito, a chiedere proposte alternative e possibili a quella da lui paventata, chiede anzitutto una “rivoluzione culturale” da fare in partnership.
    E qui… un bel silenzio di tomba.

    Piuttosto si preferisce affermare che:
    a) ma sì forse tutto ‘sto circo sulla “gnocca cultural-mediatica” in fondo in fondo non è poi ‘sto gran problema;
    b) donne disposte a fare sesso ludico ce n’è a bizzeffe; P.B. è il solito fallocrate, uno che sogna l’harem e stop;
    c) eh sì, la prostituzione è “un servizio che risponde ad una precisa domanda di mercato” e io per prima, da donna, mi guardo bene dal condannarla.

    Nel complesso cosa possiamo trarne?
    Un sostanziale vuoto di idee e un “navighiamo a vista” come soluzione.

    In questo atteggiamento Barnard ci vede una certa pavidità e un’ incapacità a fare fatica “sul nuovo” (che non necessariamente deve essere quanto propone lui).
    Leggendo qui e nei post precedenti io trovo davvero difficile dargli torto del tutto. O no?

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  30. @–>Gala
    Sai, perché funzioni veramente, questo rituale di corteggiamento deve soprattutto provocare piacere in me, prima che alla mia ospite. Almeno per quel che mi riguarda, non c’è nulla di più appagante di una “lei” che apre il pacchettino e spalanca un paio di bellissimi occhi, nel cui riflesso s’intravvede il celeste dei turchesi o il verde degli smeraldi che le hai appena donato.
    Ancor di più, se cose così sono oramai inusuali e old-fashioned: il risultato d’essere riuscito a stupirla, sarà addirittura più certo.
    Priceless. 😉

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  31. @->frap1964:
    No, a me pare che a questo punto si intenda dibattito solo partire dal presupposto: Barnard ha ragione, adesso adeguatevi…
    Se mi dice che la tragedia di noi donne è la gnocca cultural mediatica, io gli rispondo che , per me, come donna, sono molto più tragici da gestire i tipi di questo genere, che, spesso pieni di un ego che travalica le montagne, ti abbordano convinti di avere chissà che gran fascino, dopo cinque minuti ti chiedono se vuoi andare a letto con loro e se tu rispondi “no grazie”, non perchè sei pregiudizialmente contraria al sesso, ludico e meno, ma perché simili buzzurri ti danno sui nervi, iniziano a dire a destra e a manca che sei una repressa ed è per colpa di donne come te che le strade son piene di prostitute e i poveri uomini costretti a spender soldi per andarci.
    Avrò in testa un bel vuoto di idee e nessuna soluzione per il problema spedifico, o magari una congenita incapacità ad affrontare il “nuovo”, caro Frap, ma a me sembra che Barnard voglia, semplicemente, scaricare su di noi il problema, non stia affatto chiedendo una qualche forma di partnership, o avrebbe usato ben altro tono (Non sono pesci in faccia? Ci ha detto che siamo pavide e lasciato intendere che siamo stronze ed ipocrite. Erano carezzine??)
    Io con simili personaggi mi regolo così: non li filo neanche morta. Vogliono andare a prostitute? Fatti loro. E la povera prostituta cui tocca sopportarli per mestiere ha tutta la mia solidarietà.

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  32. Non sapevo, lo confesso, che il sig. goodidea avesse un blog. Leggendo con l’intento di capire quali traumi, o quale vertiginosa inesperienza, avesse potuto portarlo a tali “cime abissali” per dirla con un tale, mi era sfuggita l’informazione decisiva. Non avrò più bisogno di venire qui per leggerlo. Qui resto in attesa di qualche post sulla classicità.

    p.s.
    Mi permetta di dirLe che quello di oggi sui precari è di una tale superficialità dissennata da indurmi a pensare che il mio ex collega Teddy avesse nella sostanza ragione, in quella sua disputa con Lei. Trovo che sia persino inutile chiederLe quando potremo cominciare, in Italia, a portare il rapporto discenti/docenti a livello degli altri paesi europei, e quando, secondo Lei, si dovrà cominciare a pensare che la scuola non è un ammortizzatore sociale, come ha non giustamente ma indiscutibilmente detto la Gelmini. E come vede, ci asteniamo pure dal citare il nostro archetipo.

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  33. cara galatea,
    vedo -anche da un commento al post successivo- che il suo blog è frequentato da un sacco di gente che si piglia (forse) la briga di leggerlo, o comunque di visitarlo, per poi (poter) proclamare, in sostanza, che “fa schifo”.
    il fenomeno mi incuriosisce. mi piacerebbe leggere la sua opinione in proposito, perché non ci fa un post?

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  34. @Gala
    Vorrei chiarire, perchè non ci siano dubbi nel merito.
    Io non credo affatto che Barnard abbia ragione in toto e ho già scritto in precedenza che ha la colpa di aver affogato le questioni di base in un mare di parole inutili (e in parte pure controproducenti).
    Ma credo però sia giusto anche distinguere il cosa dal come e che il tema di fondo sia in sè interessante.
    Resto convinto che l’acrimonia sia perfettamente inutile, mentre sarebbe interessante avere un punto di vista femminile sulle possibili soluzioni alternative rispetto al tema proposto.
    Faccio notare peraltro che il “classico corteggiamento” e tutto il panegirico non sono affatto elemento che fornisca una qualche certezza rispetto alle intenzioni: una volta raggiunto “l’obiettivo” (ma anche prima) si può facilmente sparire e/o dire semplicemente “è stato bello, ma mi dispiace, addio”. Insomma è un meccanismo di “selezione” che in fondo non è poi così affidabile e che apre la porta a facili ipocrisie, delusioni rispetto a certe aspettative e nessuna garanzia di “ricascarci” una seconda volta.

    La domanda mi sembra quindi sin troppo chiara: se il sesso ludico non è una soluzione (per me lo è nella misura in cui le reciproche intenzioni sono palesi ed evidenti, quando cioè c’è consapevolezza reciproca sulle aspettative e certamente non “obbligo sociale”) quale può essere, a tuo parere, una ragionevole alternativa?
    Che non sia, ovviamente, navighiamo a vista e chi vivrà vedrà?

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  35. Non so se in Italia sia in atto una guerra di trincea che contrappone qualche milione di maiali a un pari numero di stronze. Mi pare evidente, però, che il problema non esiste per i rapporti omosessuali. E sì che ci dovrebbe essere più difficoltà, per le note ragioni di riservatezza. La spiegazione è, credo, semplice: una chiara comunanza di intenti. Ciò non vuol dire che il gay accetti rapporti con chiunque: significa piuttosto che due gay parlano la stessa lingua, che può anche, beninteso, esprimersi con un “no”, ma perfettamente comprensibile quanto lo è un “sì”.
    C’è, invece, fra uomo e donna, una differenza di linguaggio (inteso in senso lato, come modalità comunicative) che può portare a fraintendimenti. Ma questa è una derivata della differenza di intenti. Penso che i rispettivi intenti, nei rapporti fra uomo e donna, si siano divaricati quando è venuta a mancare la canalizzazione forzata dei rapporti che era inerente alla società tradizionale.
    Non c’è dubbio che, nella società italiana attuale, gli intenti delle donne, e, come conseguenza, il loro linguaggio, siano cambiati di più di quelli maschili. Il cambiamento porta instabilità e incertezza. E la faccenda commercial-mediatica non contribuisce alla chiarezza: non nel senso che dice Barnard, quanto piuttosto perché ha generato aspettative mediamente eccessive, ma, soprattutto, vaghe, e quindi difficili da soddisfare.
    La cosa certamente si sanerà nel giro di un paio di generazioni. Per chi non ha voglia e tempo di aspettare, il problema non si risolve con disperati appelli collettivi (“dàtela”). Suppongo che un rimedio sia l’emigrazione. Troppo difficile? C’è sempre l’immigrazione.

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  36. Barnard domanda: “Donne, allora che si fa con il mostro planetario della gnocca commercial-mediatica?”, Stabilito che il sesso ludico, inteso come mi concedo a tutti anche a chi non mi suscita alcun interesse sessuale, non è la soluzione, in quanto la maggior parte degli uomini, non va a prostitute per mancanza di alternative, ma per esercitare (inconsciamente?) il proprio potere, perché i soldi comprano tutto, che cosa dovremmo fare noi donne? Semplice! Educare le nuove generazioni. Educare le future donne e i futuri uomini al rispetto del proprio corpo e al rispetto del corpo degli altri, che non significa astenersi dai rapporti sessuali, ma significa esplorare la propria sessualità con completezza e maturità. Sesso consapevole e chi vuole, anche ludico. Allora le donne lo chiederanno con più naturalezza, cosa che oggi in parte già avviene, e gli uomini comprenderanno e accetteranno, consapevolezza che per ora è solo femminile, un naturale rifiuto. E infine, uomini e donne, comprenderanno quali sono i reali “segnali” sessuali del via libera. Così finalmente potrò indossare una minigonna semplicemente perché mi piace quell’indumento e basta, senza suscitare turbamenti e masturbazioni mentali nei maschietti. E gli uomini non giudicheranno più l’abbigliamento di una donna come fattore unico sessuale, e tanti saluti agli equivoci.

    La seconda parte del commento di Barnard pecca di superficialità. Nessuno, vale per gli uomini quanto per le donne, è disposto a far sesso ludico, con una persona che non gli suscita alcun interesse sessuale – a meno che non lo si fa per interessi, soldi o tornaconti – dopotutto i feromoni (sessuali) non mentono. Quindi, la questione della “parità di diritti e trattamenti in ogni settore della vita”, voluta dalle donne (come se fosse di esclusiva maschile!) non ha nulla a che vedere con la sfera sessuale, intesa come comportamento sessuale. Mi spiego meglio. Barnard ci accusa, noi donne, di vivere in un sistema “medievale nella sfera contatti/sesso con gli uomini”, in poche parole perché non la diamo istantaneamente e a tutti incondizionatamente (Ciao. Mi attizzi, facciamo sesso? Sì, certo!). Le donne hanno un comportamento sessuale diverso da quello degli uomini? Sì, le donne e gli uomini vivono la sessualità in modo diverso, ed è anche vero che queste differenze ci possono essere anche tra individui del medesimo sesso. Ma considerando che le donne “pretendono” parità di diritti, ecc., devono assumere un comportamento sessuale simile a quello maschile – che poi, non è vero che gli uomini si concedono istantaneamente e a tutte incondizionatamente – perché l’alternativa è quella, in quanto gli uomini sì che vivono in un sistema evoluto nella sfera contatti/sesso con le donne (???). Impossibile! Come ho già scritto in un altro mio commento, sarebbe come pretendere che dalla semina di una pietra, ne cresca una pianta! Siamo diversi, non possiamo semplicemente omologarci. Come donna mi piace far sesso ludico, ma con chi mi suscita interesse (ovviamente). Conoscere quella persona che mi suscita interesse, ad esempio conversando semplicemente davanti ad un caffè o ad una pizza (che pago volentieri io), accresce quello stesso interesse. Condividere, è la chiave! Perché voi uomini fate fatica a comprenderlo?

    Quello che però Barnard non ci spiega è, cosa fanno o possono fare gli uomini di concreto per abbattere il mostro planetario della gnocca commercial-mediatica, considerando che per molti di loro è un problema non da poco?

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  37. Mi piacerebbe davvero capire da dove nasca questo presunto assioma di Barnard: sesso ludico=sesso con chiunque, che viene ripetuto come un mantra.
    A me pare più che evidente che sia per gli uomini che per le donne debba valere e valga comunque e già ora il presupposto che vi sia una qualche forma di attrazione fisica verso l’altra/l’altro.
    E Barnard lo ha scritto con evidente chiarezza, là dove parla di “avances” femminili.
    Anche chi va con una prostituta generalmente sceglie e non carica certo la prima che capita a tiro, a prescindere.
    La questione è attualmente di natura meramente numerico/statistica: c’è un’oggettiva differenza tra domanda ed offerta ed è fin troppo ovvio che sia così visto da dove veniamo.
    Saltate le “regole sociali classiche”, ancorché non scritte, siamo evidentemente in mezzo al guado da almeno quarant’anni.

    Sui nuovi “veri segnali” sarebbe invece interessante capire meglio, imho.

    Su cosa possano fare gli uomini mi sembra che Barnard, in parte, abbia scritto e chiarito.

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  38. @ Frap
    Se hai ricevuto un’educazione tecnico-scientifica non puoi affermare che esistono “temi che di scientifico hanno ben poco”. Tutto l’universo è regolato da leggi matematiche, i fisici si sono divisi su strade parallele alla nascita della meccanica quantistica. Storica è la frase di Albert Einstein: “Dio non gioca a dadi con l’universo”, mitica la risposta di Niels Bohr: “Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi”. In pratica, lo spostamento delle filosofie deterministiche e indeterministiche nella fisica.
    Riassumendo: se una farfalla sbatte le ali in Australia, io in Italia mollo un peto. Cioè: gli eventi che seguono l’attimo del Big Bang sono già determinati (meccanica classica: conoscendo la posizione e il movimento di tutte le particelle fondamentali dell’universo è possibile stabilirne la posizione futura), oppure no (meccanica quantistica). Il dramma e che in Australia non vive una sola e pigra farfalla, ma svolazzano miliardi di lepidotteri, questo mi porta ad emettere una serie interminabile (quasi sovrapponibile) di scurreggie a velocità inimmaginabile, simile al flare ipotizzato al termine del film “Segnali dal futuro” con Nicolas Cage, ma con un lieto fine meno cretino. La cameretta dove amo scrivere al PC, trasformata nel nucleo di un Sole prossimo all’esplosione, verifica la teoria del Caos nel momento in cui mia madre entra e mi gonfia come una zampogna.

    Come Lameduck ha cercato di far capire, non si tratta di dare ragione o torto a Paolo, ma di mandarlo a quel paese, lui e le sue seghe mentali. Perché più stiamo qui a perdere tempo, più l’avrà vinta lui.
    Purtroppo Galatea, donna dal raro acume, quanto Bruto è uomo d’onore, gode fisicamente nello sparare sulla Croce Rossa e vedere una combriccola di perdigiorno sparlare di mignotte.

    Comunque, condividiamo una cultura tecnico-scientifica, per questo ti assicuro che i “codici visuali” di Luca sono componenti della sociologia moderna definiti semplicemente “messaggi”.

    @ Red
    Galatea, un po’ rompiballe come tutte le donne, quanto Bruto è uomo d’onore, non si dovrà mai permettere di cacciarla anti-democraticamente da questo blog. Medierò per la sua anima.
    Chiarito che sono un maschio eterosessuale (argomento che tengo a puntualizzare con fermezza, in modo particolare nelle carceri di massima sicurezza sotto la doccia, con le saponette che schizzano impazzite), mi sento a dir poco lusingato nel sapere che (forse, ohimè) diverrò presto parte di un ristretto gruppo di celebri e rare menti elevate.

    La sua abilità nel leggere fra le righe, cogliere sfumature impercettibili, dimostrare commuoventi sensibilità sulla natura umana, mi ha stupito piacevolmente (non nel senso biblico del termine). Infatti, nel mio intervento sul pompino, ha scovato alcune falle che devono essere chiarite.
    Nessun sofismo, che diamine! Come si può definire sterile dialettica frasi come “Tiè, spolpa ‘sto osso!”, oppurre “Assaggia se è al dente il maccherone”?
    La “sociologia sessuale”, come lei la definisce, ricorda troppo da vicino il “sesso ludico”, ma sono disposto ad accettarla solo se interpretata come l’adorata abitudine di compiacersi in un gruppo (“socio”) formato da ristrette simpatie (“log(g)ia”). Con timidezza confesso che adoro passeggiare nella penombra di questi festini nudo col mio fido zainetto di Spiderman(TM) stracolmo di generi di conforto e oggetti adatti all’uopo, che uso personalmente, impresto, e (nei momenti di difficoltà) vendo o uso come armi di difesa.
    Le “pulsioni e fallimenti” hanno un grande peso nella mia esperienza diretta sulla ricerca dell’estasi. Ammetto che i due di picche furono, sono e saranno il fulcro attorno al quale ruoterà la mia mortale esistenza. Come faremmo a crescere e maturare liberi dalla prigionia dell’emarginazione? Proprio il termine “fallimento” (fallo che raggiunge solo il mento e non la cavità orale) descrive con precisione le mie infime e desolanti statistiche.

    La saluto con affetto – non troppo, però – usando il tradizionale metodo attraverso il quale, noi virgulti, doniamo un orgasmo alle donne. Quindi le infilo con delicata decisione un dito nel buco del sedere!

    Con infinita stima.
    Goody

    (in coro: Quant’è bella la Barnard, tutta ner, tutta cald!)

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  39. A nessuno passa in testa che le prostitute hanno tanti clienti soltanto perché esistono tanti poveracci che non hanno altro mezzo per avere una donna (se è una donna) ?

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  40. @Goodidea
    Questi temi di scientifico non hanno proprio nulla. Fossero pure deterministici (e non lo sono, aveva ragione Bohr), per calcolare l’ evoluzione del sistema dovresti misurare tutte le variabili rilevanti, e non puoi.
    Se mi sbaglio, e sei in grado di produrre una macchinetta che predice se una te la darà o meno, vorrei comprare il brevetto 😛

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  41. @->Area: A me è passato per la testa, ma se lo dico io, che sono una donna, temo che mi dicano che sono sessualmente repressa ed in fondo se ci vanno è colpa mia. 😉
    @->Frap: Onestamente cosa si possa fare non lo so. Forse bisogna davvero aspettare qualche generazione di “assestamento”: in meno di sessant’anni noi donne abbiamo bruciato le tappe, rivendicando e spesso ottenendo un ruolo pari a quello dell’uomo, imponendo nuove abitudini sociali, etc. Però tutto questo ha causato dei gran terremoti in un modello sociale che stava in piedi da millenni, e credo che siamo tutti, uomini e donne, ancora molto frastornati. Forse bisognerebbe fare un ulteriore passo e smettere di ragionare solo come “uomini” e “donne”, senza ruoli preconfezionati e accettati consciamente o inconsciamente, ma come individui punto e basta, e quindi allora ogni persona deciderebbe davvero per sè, in base al proprio istinto, al proprio gusto, all’inclinazione del momento, senza per forza dover rispondere a degli schemi (se gli dico di sì pensa che sia una “facile”, se gli dico di no una stronza; se non ci provo mi danno del gay, ma se ci provo subito lei pensa che sia un porco, etc..). Però è difficile, e per giunta non si sa neppure davvero fino a che punto certi cmportamenti sociali non siano del tutto “istintivi” e legati alla nostra conformazione biologica.
    Poi, Oddio, prendersi tutti un po’ meno sul serio, e lo dico anche me stessa, e trasformare in qualcosa di un pochino più ludico anche il solo parlare di sesso non sarebbe male.. 😉

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  42. @->Orsopio: perchè taluni perdano tanto tempo su un blog che fa loro schifo non l’ho mai capito. Forse hanno il gusto dell’orrido…comunque, se si divertono così, chi sono io per lamentarmi? 😉

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  43. @frap1964

    “Mi piacerebbe davvero capire da dove nasca questo presunto assioma di Barnard: sesso ludico=sesso con chiunque”

    Se si lamenta la poca disponibilità delle donne a far sesso, che secondo il diffuso pensiero maschile è la causa della disparità tra domanda e offerta, e conseguenza del fenomeno del sesso commercial-mediatico, e si manifesta un profondo disagio per il rifiuto di una donna, perché molti ancora non comprendono che in campo a giocare è in realtà l’intesa sessuale e nient’altro, ecco che il sesso ludico diventa sinonimo di sesso con chiunque. È inevitabile! Aver poi la pretesa di annientare quel naturale rituale di corteggiamento, che contraddistingue tutte le specie viventi nessuna esclusa, perché a dir vostro non serve e siete stanchi di praticare, rafforza ulteriormente ciò che ho scritto!

    La questione è attualmente di natura meramente numerico/statistica: c’è un’oggettiva differenza tra domanda ed offerta ed è fin troppo ovvio che sia così visto da dove veniamo.

    Ribadisco, il sesso commercial-mediatico non nasce dalla mancata alternativa o dalla mancanza di offerta di sesso da parte delle donne. Una volta capito questo, allora potremo finalmente andar oltre e trovare una via d’uscita.

    Sui nuovi “veri segnali” sarebbe invece interessante capire meglio

    Detta in sintesi, quei segnali che non derivano dal capo di abbigliamento o dalla vanità femminile! Cosa che oggi, viene considerato fattore unico sessuale. Se mi metto una minigonna, non vuol certo dire che sono disponibile a far sesso (magari lo sono, ma a prescindere dell’abbigliamento), vuol dire che ho messo la minigonna e basta.

    Su cosa possano fare gli uomini mi sembra che Barnard, in parte, abbia scritto e chiarito.

    Non mi pare che abbia chiarito proprio un bel niente. Ha chiamato in causa solo le donne, anche perché la soluzione che propone riguarda un cambio di “atteggiamento” delle donne, ma gli uomini, che non hanno solo un pisello, ma anche un cervello, cosa pensano di fare per combattere il sesso commercial-mediatico?

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  44. “…prendersi tutti un po’ meno sul serio, e lo dico anche me stessa, e trasformare in qualcosa di un pochino più ludico anche il solo parlare di sesso non sarebbe male.. “

    “…prendersi tutti un po’ meno sul serio, …, e trasformare in qualcosa di un pochino più ludico anche il solo fare sesso non sarebbe male.. ” (imho) 😀

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  45. @lolle
    Il sesso commercial-mediatico, prostituzione a parte, che è altra cosa (oltre che il mestiere più antico del mondo) è una mera tecnica di marketing subliminale. E’ ampiamente provato che il “messaggio sessuale” attiva zone del nostro cervello che sono demandate alla gestione dei nostri istinti primordiali e sulle quali il livello di controllo del nostro io razionale è sensibilmente più basso.
    In questo modo si alza temporaneamente il tuo livello di attenzione e contemporaneamente si abbassano le difese del tuo io razionale: così il messaggio passa più rapido e si fissa più facilmente nel tuo cervello.
    Dopodichè tutto l’ambaradan serve sostanzialmente a venderti più facilmente vestiti, scarpe, cosmetici, palestra, Viagra e tutto il resto a seguire.
    Ma di questo ne siamo pienamente coscienti in parecchi e da un po’.

    Sui “veri segnali” il concetto mi era perfettamente chiaro: chiedevo magari un’esemplificazione pratica che non fosse un semplice “Ok” a seguito di esplicita domanda. Posto che abbiamo stabilito che un abbigliamento “vistoso” non è più un segnale “in codice”. 😉

    Sul resto ti consiglio di rileggere il post di Barnard con calma: vedrai che le cose le trovi eccome (per favore non farmi fare cut & paste per l’ennesima volta… l’ho già fatto nei commenti al post precedente).

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  46. @Goodidea
    Il metodo scientifico è essenzialmente basato su osservazione, dimostrazione, predizione e ripetibilità.
    Il ns. cervello è un intrico unico e indistinguibile di miliardi di neuroni e sinapsi che si attivano, nascono e muoiono con combinazioni sempre diverse nello spazio e nel tempo.
    E’ un sistema dinamico di una complessità enorme dentro cui viaggiano i nostri istinti primordiali e il nostro io razionale. Di veramente predicibile e ripetibile c’è davvero molto ma molto poco. A parte alcune cose per noi davvero elementari, che si riescono a far riprodurre bene anche ad una rete neurale artificiale.

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  47. “Poi, Oddio, prendersi tutti un po’ meno sul serio, e lo dico anche me stessa, e trasformare in qualcosa di un pochino più ludico anche il solo parlare di sesso non sarebbe male..”.

    Ho letto, invece, troppe “dotte” conferenze alla Pico De Paperis.

    Le donne sono sempre state molto oculate nella gestione della loro “sineddoche”. Sono arrivato, a volte, a paragonarle alle banche.

    Le banche ti prestano denaro soltanto se riesci a dimostrare, con documenti inoppugnabili, di non averne alcun bisogno.

    Le donne concedono “in uso temporaneo” la loro parte più femminile soltanto se riesci a dimostrare di non volerla, perché ne hai già troppa a disposizione.

    L’arrapato tendente al “rattuso”, ed immediatamente riconoscibile, avrà sempre pochissime speranze.

    La “legge del menga” è scientificamente inoppugnabile.

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  48. Qui si richiede l’intervento del red. cac. a gentile conferma (da Wikipedia):
    quando [la] connessione è di tipo quantitativo, ad esempio la parte per il tutto, la metonimia (dal greco μετα) prende il nome di sineddoche.

    @Area
    Mi sa che le blogger non la prenderanno tanto tanto bene… 😉

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  49. Sono inorridito per le contumelie verbali e fisiche ricevute dal sig. goodidea. Volevo parlare un po’ di anorgasmia al sig. rogra, ma la mortificazione me lo impedisce.

    p.s.
    Questi post sessoludici, con relarivi commenti, sono uno spasso. Mi scusi, sig.ra Galatea, ma non so rinnciarvi.

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  50. Confermo, anche se non pagato, per il sig. frap.
    Sig.ra Galatea, fa benissimo a non seguire i consigli di quel dissennato di orsopio.

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  51. @ Marcello
    Moltri detrattori della psicologia (scienza moderna, che annovera decine di scuole di pensiero) chiedono: “Come è possibile che un cervello possa comprenderne un altro se i due sono per definizione identici?”
    Non è una domanda mal posta, io stesso leggo in essa un briciolo di verità, ma non dobbiamo scardinare una scienza (non esatta, ma neppure pseudo-) basandoci solo su queto dubbio.
    Per fare un esempio, esistono al mondo centinaia di bellissime opere d’arte. Io mi perdo davanti al loro mistero, ne resto afascinato, sono meravogliose e non ne comprendo il motivo. Vengono in mio aiuto studiosi e critici che spiegano ogni particolare e danno loro un significato. Se mille “esperti” giudicano il sorriso della Monna Lisa, nel bene e nel male, riesco tramite loro a capire meglio Leonardo. Forse non del tutto, ma abbastanza per evitare una sindrome di Stendhal.
    Da qui se ne deduce che una sola mente non ne può comprendere una seconda, ma molte specializzate ed allenate possono fare un poco di luce.

    @ Frap
    Il ns. cervello è un intrico unico e indistinguibile di miliardi di neuroni e sinapsi che si attivano, nascono e muoiono con combinazioni sempre diverse nello spazio e nel tempo.
    No, questa è mia mamma che ruma la polenta. Il nostro cervello è unico (ognuno ha il suo) e ricco di neuroni (che permettono il pensiero), ma queste cellule hanno il difetto di non rigenerarsi (vedi il morbo di Alzheimer). Nascono solo in giovanissima età dalle staminali e nel tempo si specializzano collegandosi fra loro tramite sinapsi, ognuna lavora come un piccolo microprocessore. Ma non c’è nessun cambiamento “nello spazio e nel tempo”, anche se alcune aree danneggiate possono essere (nel tempo) rimpiazzate da altre, il nostro pensiero può cambiare perché possediamo un cervello ricco di intelligenza, non “in moto costante”.

    E’ un sistema dinamico di una complessità enorme dentro cui viaggiano i nostri istinti primordiali e il nostro io razionale.
    Non è “dinamico”, chiunque di noi cerca un continuo equilibrio soprattutto per ragioni di insicurezza. Secondo te, Calderoli, ha un “io razionale”?

    Di veramente predicibile e ripetibile c’è davvero molto ma molto poco.
    Questo significa che mi addormento milanista gay berluscones e mi sveglio juventino etero diPietrista? Io temo che queste tue parole cerchino di giustificare le nostre debolezze, i nostri errori che odiamo ammettere. Non siamo dei geni, e neppure perfetti Dei, viviamo e facciamo – a volte – qualche cazzata. Personalmente non mi copro dietro un cervello “dinamico”, mi incazzo perché sono parecchio permaloso, ci resto male un po’, poi ammetto lo sbaglio e cerco di farmene una ragione e, magari, ne faccio tesoro per non ricadere nel ridicolo.

    A parte alcune cose per noi davvero elementari, che si riescono a far riprodurre bene anche ad una rete neurale artificiale.
    Le reti neuronali, la fuzzy logic, sembravano poter risolvere compiti impossibili. Purtroppo sono oggi usate solo in restretti campi informatici, seppure importanti, come il riconoscimento della scrittura.
    A lunga distanza dalla loro nascita, non possiamo proprio dire che simulano il nostro cervello, almeno nelle applicazioni pratiche. Te lo dice un programmatore.

    ==========================================

    Molto tempo fa, un uomo con le fregole a mille, scambio una scopata con un piatto di minestra calda.
    Siccome la tecnica funzionò, qualcuno vorrebbe oggi “migliorarla” eliminando il piatto di minestra.
    Ho già espresso il parere su tale idea balzana. Ma il vero problema è: domani cosa proporranno?

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  52. @->rec.cac. (p.s.): perchè se metti (p.s.) nel campo del “nome”, il filtro di WordPress non ti riconosce come utente ammesso, e ti blocca il commento fino a che non lo approvo. Cioè finché io, che a certe ore sono a nanna e non sto tutta la vita al computer, non mi alzo e clicco per autorizzarti… 🙂
    @->Area: Be’, non è del tutto falso. Ma è normale che se una deve perder la testa per qualcuno la perda per un tipo bello, simpatico e affacinante piuttosto che per un bruttino perennemente depresso e inacidito. Pure voi uomini prediligete ragazze belle e simpatiche a quelle bruttine e lagnose, no? Però c’è da dire che qualche volta noi donne poi ci intestardiamo a far le crocerossine certi rompiscatole sfigatissimi perché ci fanno tenerezza, e siam capaci di andarceli a raccattare con amorevole dedizione per tutta la vita. Al contrario delle banche , qualche volta lavoriamo pro bono, si vede…. 😉
    @->Frap1964: Che è, Frap, una dichiarazione generica o una avance? 😉

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  53. @Goodidea
    Non voglio approfondire troppo la questione di cosa sia o meno scientifico, comunque tra la fisica (pure quantistica) e la psicologia c’è un’ abisso nel modo in cui è applicabile il metodo scientifico, e ce n’è un’altro tra psicologia e sociologia, che è il vero ambito della discussione.
    Non valuto le discipline in base alla “scientificità” ma ci sono grossi limitiall’ applicazione di tali metodi al nostro problema.
    Tra l’altro poco sopra ho postato un link ad un’ articolo che affronta un argomento molto simile con metodi scientifici: è utilissimo come base di discussione (per esempio si vede che le italiane la danno poco meno della maggior parte delle europee e più delle romene) ma non serve a nulla quando ci spostiamo agli approcci al bar.
    Per il semplice motivo che hanno ragione sia Galatea che Area: in media un’ approccio su 10 funziona, ma le medie funzionano come il pollo di trilussa.

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  54. @Goodidea
    Quanto segue è OT rispetto al post, sorry.
    Ho la vaga impressione che tu sappia molto poco di reti neurali: io qualcosina so perchè più di quindici anni fa ci ho fatto la tesi di laurea in campo ingegneristico (elettronico, per la precisione), mentre mia mamma raramente preparava la polenta.

    Un neurone (naturale e/o artificiale che sia) è una cosa completamente diversa da un microprocessore. Una rete neurale funziona in modo completamente diverso da un computer e per compiti elementari (e non) dimostra una perfetta analogia nel comportamento primario del nostro cervello: in particolare dimostra la capacità di astrarre e di apprendere in totale assenza di un programma prestabilito.
    Puoi verificare con una facile ricerca su Internet.

    Le sinapsi nascono e muoiono in continuazione, in questo senso il nostro cervello è un sistema dinamico. Ed è proprio questo eterno mutare che fa la differenza. Puoi verificare anche questo (e potevi farlo anche prima).

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  55. @Gala
    Avances “al buio” non sono nel mio stile, sorry. 😉
    In verità facevo semplicemente notare il fatto che Area avesse in qualche modo parafrasato Zalone.
    Ma ho come l’impressione che tu non abbia colto… 😀

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  56. Ma siccome sono feminuccia anche io, e qui vien chiamato in causa l’intero genere, accusandoci non solo di intrinseca stronzaggine ma di pavidità, non mi so trattenere dall’entrare anch’io in argomento, e cercare di replicare alla polemica innescata da Paolo Barnard sul suo blog, sul “sesso ludico”.
    ….
    Onestamente cosa si possa fare non lo so. Forse bisogna davvero aspettare qualche generazione di “assestamento”…

    A me questa “virata” poco poco mi diverte, però… 😀

    (commento ludico)

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  57. @->Frap1964: veramente non è una virata: replico alla polemica di Barnard dicendo che la sua idea sul “sesso ludico” è a mio parere una cazzata stratosferica; se poi tu mi chiedi invece di trovare uan soluzione alla diffusione della gnocca mediatica e della prostituzione, ammetto che non ho soluzioni preconfezionate. Non mi pare vi sia una contraddizione, ma se ti diverti con così poco, felice di averti fatto fare una risata, neh.

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  58. Ma te stavo a punzecchia’ no (vedi disclaimer)? 😉

    A proposito un dubbio improvviso mi attanaglia sulla scelta del titolo.
    Ma la tragedia contemporanea nel senso interrogativo era riferita alla gnocca commercial-mediatica, al sesso ludico od al binomio completo?

    Parrebbe dalla tua opinion che il sesso ludico più che tragedia sarebbe “cazzata stratosferica” e la gnocca mediatica un male tutto sommato alla fin fine sopportabile e per il quale non hai tuttavia una soluzione bella e pronta.

    Confermi (e chiudiamo sul 66) o rilanci?

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  59. @ Marcello
    Il tuo approccio verso la scienza è poco scientifico. 🙂 Mi spiego: se l’astronomia, che è probabilmente una delle scienze più antiche, afferma che domani ci sarà un’eclisse di sole il fenomeno avverrà al 100%. Che la psicologia, o la sociologia, siano meno “perfette” nelle loro predizioni non le deve degradare come opinabile. Se sei depresso vai dai uno psicologo e dopo una serie di sedute vieni a conoscenza dei motivi che ti hanno portato un quella situazione e hai la possibilità di intraprendere una terapia riabilitativa. Se esiste un “albo” di medici psicologi, considerato soprattutto la delicatezza con cui devono operare, mi sembra che una mente aperta non debba costruire una hit parade sulle scienze moderne.

    Il link sulla “distribuzione delle patatine” mi sembra un ottimo esempio di come spacciare una cazzata per ricerca scientifica, leggendo soprattutto i commenti all’articolo. Mi ricorda l’introduzione al libro di poesie del film “L’attimo fuggente”, dove il grafico dell’esimio professor J. Evans Prichar viene simpaticamente distrutto da Robin Williams.

    @ Frap
    Non sapevo che avevi fatto una tesi sulle reti nauronali, quindi ti ho risposto in modo semplicistico. Adesso posso risponderti su un piano diverso affermando che 1) i contenuti di una tesi sono ben lontani dalla verità che ho devuto mettere in codice come programmatore 2) non è possibile eseguire delle similitudini fra reti sinaptiche e il funzionamento del nostro cervello in quanto nessun neurochirurgo sa il preciso funzionamento di questo straordinario organo.

    Ti ringrazio per avermi fatto notare il funzionamento biologico delle sinapsi che, in effetti, tendono a “morire” (eliminazione) permettendo il corretto funzionamento del neurone. Questo evento si produce solamente una volta, poco dopo la nascita del neurone, non durante la sua vita. Seguo quindi le teorie che indicano il neurone come proprietario dei segnali inviati e le sinapsi come semplici collegamenti fra cellule nervose (e non). Per questo motivo continuo a rifiutare l’ “eterno mutare” della mente, pensiero che può spaventare o confondere alcuni di voi.

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  60. @->Frap1964: Mah, dall’articolo Barnard definiva la gnocca mediatica una “tragedia” (per noi donne, per gli uomini sembrava che fosse un fastidio soltanto perché ne vedono tanta in tv e poca nella vita…) e il sesso ludico diffuso e quasi obbligatorio (non con tutti, magari, ma per tutte sì) la soluzione alla prostituzione dilagante. Io, a titolo del tutto personale, trovo l’idea che una donna sia in qualche modo “costretta”, o si debba sentire in dovere di praticare il sesso ludico perché così gli uomini non saranno più costretti ad andare a prostitute una fenomenale cazzata (tra l’altro, mi sembra una di quelle meravigliose idee sessantottesche, come il sei politico, appunto), e userei il termine “tragedia” per cose un po’ più serie di una fanciulla piacente che sculetta in tv o mostra le chiappe sul calendario alla moda, ecco. Mi sono spiegata, finalmente? 😉

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  61. Sì, e per dirla nel linguaggio del Goodidea:

    goto Commento #1: analisi parecchio riduttiva e semplificata.

    O per dirla con le parole del Barnard:

    E allora rimanete sepolte da culi, gnocche, tette, porno, puttane, troiaggine in ogni anfratto del vivere, carne da schizzare, sesso miserabile, uomini grezzi, volgarità come liquame per le strade di un moderno diluvio universale.

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  62. @Goodidea
    Leggiti questo va, così ti rendi finalmente conto di quante schiocchezze vai scrivendo e di cosa significhi davvero “metodo scientifico”.


    Oltre a questi ci sono dei processi ancora più radicali, processi di creazione e di distruzione delle sinapsi. Noi nasciamo con un numero enorme di sinapsi, quello che è strano è che nell’apprendimento ne perdiamo un grandissimo numero. L’ipotesi che si fa è fondamentalmente che si parte con sinapsi connesse in modo praticamente casuale e quelle che si usano, quelle che servono a qualcosa vengono conservate, quelle che non si usano vengono eliminate o indebolite, ed è questo che dà luogo ad apprendimento o ad acquisizione di nuove capacità mentali. Fino a pochissimo tempo fa, ma sto parlando di mesi, si sosteneva come dogma assoluto che almeno nei vertebrati superiori non c’era creazione di nuove sinapsi o di nuovi neuroni nel cervello. Proprio in questi ultimi mesi è stato dimostrato che in soggetti normali, senza nessun trauma e senza nulla, nuove sinapsi e nuovi neuroni si creano. Si fa di più negli animali inferiori, ma comunque anche nell’uomo questo esiste. Sembra che ci siano anche dei farmaci capaci di accelerare questo processo, ma bisogna fare ulteriori studi. Questo è quindi il ruolo della sinapsi.

    Arriva dal LARAL (Laboratory of Autonomous Robotics and Artificial Life), Istituto delle Scienze Cognitive e Tecnologiche – ROMA
    Ti basta come fonte e come supporto scientifico?

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  63. @->Frap1964: Resto in un mondo, il mio, in cui se mi va di praticare sesso ludico mi scelgo, fra i tanti che mi abbordano, qualcuno che non trovo volgare, a mio insindacabile giudizio,e gli altri li mando senza un rimpianto a rifarsi gli occhi su tette e culi mediatici, perché non resta loro altro, almeno per quanto mi riguarda, finché non avranno imparato a sedurre con un po’ più di grazia. Con tanti saluti ed auguri di miglior fortuna nell’acchiappo a te e a Paolo Barnard, caro Frap.

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  64. Insomma, profondamente colpita nel tuo super-ego di blogger rilanci sulla fascia, eh? 😉

    E non sai quanto invidiamo, io e Barnard, questa moltitudine che ti abborda continuamente e in ogni dove e senza alcuna grazia apparente.
    A chi tutto e a chi niente: eh, che vita grama… 😀

    Invece dovresti apprezzare molto di più quelli che dopo cinque minuti ti chiedono se, gentilmente, vuoi stenderti orizzontale.
    Perché sono chiari, diretti, ti dicono cosa cercano e non ti vendono illusioni.
    Ma li congedi almeno con un sorriso e con un “grazie, lusingata, ma non sono interessata”?
    Se no dovresti farlo, sempre.

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  65. Caro Frap, leggo che Qual è la codifica dell’informazione da parte del neurone? La risposta onesta è che oggi non lo sappiamo, dobbiamo dire che questa domanda scientifica oggi è ancora aperta. La lezione si chiama Teorie e Sistemi. La parola “ipotesi” è largamente utilizzata.

    Tu hai fede? Bene, non te ne faccio una colpa, l’importante e che non mi rompi le balle col tuo metodo scientifico dogmatico e mi insulti dicendo che scrivo schiocchezze, anche perché se usi Google trovi anche l’esatto contrario delle tesi esposte dal tuo link.

    Proprio in questi ultimi mesi è stato dimostrato che in soggetti normali…, è interessante, ma pochi mesi non mi bastano, non vorrei che facesse la stessa fine della “memoria dell’acqua” di Jacques Benveniste.

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  66. @Goodidea
    E’ sempre una Buona Idea quella di approfondire.
    Se lo avessi fatto, se per esempio ti fossi premurato di scaricare il .doc relativo, ti saresti accorto che quel “in questi ultimi mesi” è scritto su un documento Word la cui data di creazione iniziale è 06/07/2000 – 09:42 PM.
    Il metodo scientifico, tra le altre cose, comprende come prassi generale quella di farsi venire dei dubbi.
    Fai così, chiama la Montalcini e vedi cosa ti dice in proposito.
    Ciao.

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  67. @->Frap1964: Pochi o tanti, mi riservo di scegliere quelli che mi aggradano di più e congedare gli altri facendo civilmente capire che non sono interessata, come immagino facciate, con le donne, anche voi maschietti. La cosa ti stupirà, poi, ma ci sono anche uomini che cercano qualcosa di diverso che semplicemente chiedermi di “stendermi orizzontale” dopo cinque minuti che mi hanno incrociato.
    Magari han più fantasia. O conoscono più posizioni di te.

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  68. @Mariangela aka Gala
    Ti stupirò: la cosa non mi stupisce affatto.

    Il “come immagino facciate” potrebbe invece lasciar intuire che tu non abbia mai provato, nella pratica, a metterti dall’altra parte della barricata nel prenderti in faccia più di una volta un bel due di picche.
    Altrimenti non dovresti immaginare, dovresti ben sapere come vanno, generalmente, questo genere di cose, no?
    Nel caso, è un’esperienza da fare assolutamente.
    Potrebbe anche aprire nuovi inesplorati orizzonti nella tua già fervida fantasia. 😀

    P.S. Ma non si doveva “…prendersi tutti un po’ meno sul serio, e lo dico anche me stessa, e trasformare in qualcosa di un pochino più ludico anche il solo parlare di sesso non sarebbe male.. “?

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  69. @->Frap: Oppure dipende dal fatto che, quando ho chiesto, a me hanno sempre detto di sì… 😉
    (Commento ludico in cui non mi prendo sul serio, se non bastasse a chiarirlo la faccina)

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  70. @Goodidea
    Classificare la “scientificità” di varie discipline mi pare perfettamente sensato.
    La correlazione tra scientificità ed utilità è abbastanza debole.

    Tra l’altro anche gli psicologi fanno esperimenti chirurgici (come la lobotomia e tanti interventi simili ma meno radicali) ed osservano le reazioni, ma lavorano sempre con variabili che non conoscono e fenomeni che non possono quantificare. Per applicare un metodo scientifico in quelle condizioni devono stiracchiarlo un po’: questo non rende la psicologia meno nobile della fisica, ma meno scientifica si.

    Direi che come parentesi OT può bastare 🙂

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  71. Mah, io le donne le sento comunque parlare tanto, e fare poco… si lamentano che gli uomini sono stronzi, senza chiedersi perché.
    Il paragone più bello che ho letto è quello col natale… sesso (e amore) devono essere uno per l’altro come dei doni… Come dei doni ti fa piacere darli perché sai che anche tu ne riceverai… Il problema nasce quando il dono che ricevi non ti piace, o non c’è proprio… dopo un po’ anche tu ti defili… ecco le donne le vedo molto materialiste e opportuniste, e poco inclini allo “scambio”. Certo se donassero un po’ di più di sicuro sarebbero ben accette, cosa che invece gli uomini non riescono a fare… è come se il piacere fosse a senso unico (ossia che col sesso sono solo gli uomini a divertirsi e le donne no). Falso e sbagliato; secondo me le donne non sanno più divertirsi, non sanno più godere. E non mi dite che non è vero, che “ah io col mio uomo faccio scintille”. Ma de che? Parlo proprio per esperienza: la massa è mediocre. E da mediocre si accontenta e spesso rinuncia. Ma solo perché per tutta una serie di motivazioni sbagliate si negano al piacere, per sostituirlo col mercanteggiamento. Io sono stufo di dover elemosinare non solo il sesso, ma anche l’affetto. Piuttosto vado a puttane, almeno so con chi ho a che fare. Che a volte alla fine, dopo tanti discorsi, non so con chi sto parlando: se con una donna o una prostituta.
    Perché il problema, cara Galatea, nasce quando tante (troppe) furbe, ammiccano, scroccano pranzi e cene, chiedono favori, e poi nisba… come se solo per il fatto che sono passabili sia tutto dovuto… mi spiace, io queste qui che “mercanteggiano” le riconosco subito, e le caccio via in malo modo. Perché non meritano nulla, tanto meno il mio tempo e la mia attenzione. Ecco che per la maggioranza divento stronzo, ma ne sono fiero, perché i piedi in testa non me li faccio mettere da nessuna. Che se vuoi divertirti alla pari ce n’è quanto ne vuoi, ma quando cominci coi discorsi “no ma perché cerco il principe azzurro”, o “no perché io valgo” (ricorda niente?) per me sei OUT.

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  72. @->Psyco: il discorso, caro Psyco, è perfettamente ribaltabile: sapessi quanti uomini pensano che siccome han offerto una cena o un giro di cocktail, tutto gli sia dovuto; quanti son convinti in buona fede di essere “grandi amatori” e di far scintille, mentre invece sono solo un po’ patetici e grezzi,e quanti si lamentano che noi donne siamo mediocri e stronze, ma poi non si rendono conto che sono loro a partire con i piede sbagliato, considerandoci a priori solo delle sfruttatrici un po’ puttane e certamente solo molto furbe,e a trattarci di conseguenza come una roba che si butta via dopo averla usata, perchè “non si devono far mettere i piedi in testa da nessuna”.
    E allora, alle volte, quando ti senti trattata a priori così, lo dici quel “io valgo” e cerchi qualcosa di più, perché chi parla così anche per noi è out.

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  73. …mi riservo di scegliere quelli che mi aggradano di più e congedare gli altri …
    In poche parole: “io vaglio”.
    Cogn-omen nomen.

    ( Commento ludico, battuta neanche originale, lo so, ma se me la servi su un piatto d’argento…, eh 🙂 )

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  74. Psyco, quello che molto spesso ci domandiamo, noi uomini e donne che l’anima gemella non l’abbiamo ancora trovata, ma che non definiamo l’intera umanità come un branco di stronzi, se questa aridità dipenda dal periodo storico nel quale viviamo (basato sull’ego), o se siamo davvero portati a diffidare di chiunque, stupendoci quando ci fanno un regalo inatteso.

    Come tu scrivi: un regalo viene offerto con l’unico scopo di provare piacere nel dare e non per attendersi una ricompensa. Contrapposto al desiderio di prendere per sentirsi ancora più ricchi in compagnia di umili umiliati.
    In pratica il riassunto che attribuisco ai concetti di “fare l’amore” e “fare sesso” (definizione che farà sorridere i soliti troll rimpicoglioni).

    Credo che in questo momento di confusione dei valori base, negarsi non sia una risposta egoistica, ma la paura di soffrire temendo di non vedersi ricambiati gli affetti donati. Perché pensare che l’altro sesso non abbia le nostre stesse ambizioni è un concetto che non condivido.

    Molte delusioni che straziano il cuore portano le persone a prendere atteggiamenti troppo difensivi, o a soppesare come se fossero pietre preziose le misere emozioni da scambiarsi.

    Aggiungo, per descrivere meglio questo dramma sociale, che a volte giro i blog in modo “random” alla scoperta di qualche personaggio simpatico. Noto che, soprattutto le donne, aprono blog usandoli come si faceva un tempo nei diari intimi e segreti, scrivendo in essi le proprie amarezze, spesso quelle che sono più difficili da accettare e condividere. Preso da pietà lascio loro un commento, non giustificando come si crogiolano nel dolore, ma dando pochi e piccoli consigli su come potersi rialzare. Non ricevo nessuna risposta, neppure in privato. Ne deduco che non sono proprio capace di consolare nessuno, ma forse ci sono molte persone che provano nel tradimento una sofferenza talmente forte che poi non sanno più fidarsi, neppure di coloro che tentano di aiutarle senza chiedere nulla in cambio.

    “… ma quando vide la luna uscire da una nuvola
    gli sembrò più dolce anche la morte
    .
    Guardò negli occhi la ragazza,
    quegli occhi verdi come il mare
    poi all’improvviso uscì una lacrima,
    e lui credette di affogare.”
    Caruso, Lucio Dalla

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  75. @>Galatea – “il discorso, caro Psyco, è perfettamente ribaltabile: sapessi quanti uomini pensano che siccome han offerto una cena o un giro di cocktail, tutto gli sia dovuto…” E’ proprio qui che ti volevo, però intanto esci e scrocchi… tanto lo sai già se uno ti “attizza” o no, quindi se sai (perché lo sai) qual’é alla fine il motivo dell’invito, se il tizio non ti va non ci esci. Se a me una donna non piace, non ci esco. Almeno non la invito a cena, dato che la cena è un messaggio preciso. Infatti un conto è il cocktail (che per me ha scopo conoscitivo), un conto la cena: infatti non inviti una appena conosciuta a cena (almeno io non faccio così). Oppure (altro messaggio chiaro) esci ma non ti fai offrire la cena. Invece no…
    Se esci con uno un po’ di volte e vi piacete, e poi si esce a cena, non mi dire che ti stupisci se poi c’è l’avance… apprezzo molto di più chi non mi prende in giro e non mi fa perdere tempo (e non mi illude) simulando facce stupite “ah, ma non me l’aspettavo. Parlavamo così bene/non voglio rovinare questa bella amicizia/rapporto di lavoro/…..”

    @>Goodidea – Tocchi due argomenti diversi:
    1) “…negarsi non sia una risposta egoistica, ma la paura di soffrire temendo di non vedersi ricambiati gli affetti donati…”. Sono scuse: se non vuoi giocare non ti butti nella mischia e poi ci ripensi. Troppo comodo. Oppure si è chiari dall’inizio. La sincerità è proprio quella che manca: sai quanti fraintendimenti e incazzature in meno? Tanto non è che se una persona ti piace, e questa è chiara che non vuole impegnarsi tu la snobbi, anzi. Certo però continui a guardarti in giro…
    2) Sul fatto che non ti risponde nessuna non mi stupisce affatto: sulla maleducazione delle donne (almeno in questo) ci ho fatto il callo. Perché di maleducazione si tratta: è come quando saluti una persona e questa si gira dall’altra parte… poi si stupiscono se si ritrovano sole e/o i maschi non le guardano… si riceve quello che si da (ovviamente viceversa…).

    Cara Galatea, introduco un altro argomento tanto per farvi capire la sottile (ma fondamentale) differenza tra chi imposta un rapporto in maniera corretta, e chi no. Fatto realmente accaduto: ho un rapporto di lavoro con una donna, la tizia mi piace, è libera, ci vediamo un paio di volte, e alla fine usciamo a cena. Avendo già inquadrato il tipo (“donna di sani principi”, chissà perché le becco tutte io…) non esagero con le avance. Ora il piccolo dettaglio che fa la grande differenza. La ragazza sul lavoro mi ha fatto dei favori, e per me la cena è (non solo, ma anche) un volerla ringraziare. A un certo punto passeggiando lei mi chiede appunto come mai l’ho invitata. Io le dico puntuale che l’ho invitata ANCHE perché mi sentivo di volerla ringraziare (ho pagato io la cena ndr) per i favori che mi ha fatto. Apriti cielo!!! “ma io mi aspettavo che tu mi avessi invitata per me…”. Ora, da uomo che ragiona in maniera forse schematica, per me è meglio uscire e pagare una cena come scambio di favori, e non come invito a cena fine a se stesso. Perché di fine a se stesso non c’è nulla, se non nella mente bacata femminile di farsi invitare così, tanto per uscire. Sarai anche carina, ma se non c’è un motivo valido non ti pago una cena, non so se mi spiego. Oppure pensi che già solo il tuo tempo vale un invito a cena? Ecco, quando sento questi ragionamenti penso che una quantifica il suo tempo, e io devo pagare una cena solo per il fatto di uscire con lei (e non per altri motivi, cioè uno scambio REALE): questo mi spiace ma diventa mercificare la disponibilità, “io esco perché tu paghi la cena”. Ho detto tutto, e spero di essere stato abbastanza chiaro. Come è chiaro che con una così (se non cambia ragionamento) non ci esco più di sicuro. Che se mi fai un favore io contraccambio anche volentieri, altrimenti cosa c’è scritto, pirla?
    E per inciso, questa si chiama PARITA’ VERA, non quella che si tira in ballo solo quando fa comodo…. Poi DOPO ti posso anche regalare il mondo, ma non PRIMA. Che di fregature ne ho prese già abbastanza.

    Purtroppo ce ne sono troppi di idioti che pensano che una “fa così perché vuole vedere quanto ci tengo”. Veramente ogni tanto mi piacerebbe vedere quanto LEI ci tenga a me. Ma chissà come mai, succede sempre il contrario. E non mi dite che “sarai il solito sfigato”, che (non è per vantarmi) ma di donne che mi gironzolano attorno ce n’è più di una. Ma siccome sono uno coriaceo, capiscono subito che “non c’è trippa per gatte”. Soprattutto gatte morte.

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  76. @->PsYco: Caspita, che gran signore che sei! Peccato davvero non aver mai avuto l’onore di essere invitata da te da qualche parte.

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  77. @>Goodidea: “Molte delusioni che straziano il cuore portano le persone a prendere atteggiamenti troppo difensivi, o a soppesare come se fossero pietre preziose le misere emozioni da scambiarsi.” La frase mi era sfuggita, ma anche questa per me è una scusa: se non ti senti di ballare non balli. La vita è dura, e le esperienze servono a crescere. Cosa facciamo, ci tappiamo tutti in casa?

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  78. “Peccato davvero non aver mai avuto l’onore di essere invitata da te da qualche parte.”
    Mi stai prendendo in giro. Vero?

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  79. Piccola statistica dei commenti a questo post.

    88 commenti sin qui (con questo)
    20 commenti di Gala (risposte a commenti)

    03 commenti di donne (02 diverse)
    65 commenti di uomini (16 diversi)

    O questo blog ha un pubblico essenzialmente di lettori, oppure… 😉
    (post precedente, situazione non troppo dissimile)

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  80. Per come la vedo io si conferma quello che dice Paolo: le donne se ne fregano di quello che diciamo noi. Ma mi sa che la pacchia sta per finire. E non aggiungo altro, se voglio che il mio commento passi.
    Ciao Galatea… tutto bene? Stavo pensando di invitarti a un cocktail… 🙂

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  81. Ah, ma non c’è un filtro? Facevo confusione con altri blog… Ma non aggiungo nulla, mi sa che passerei per acido, e non ne vale proprio la pena.
    Un saluto a tutti che mi fermo qui. Tanto quello che dovevo dire l’ho detto.

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  82. @->Frap: Oppure cosa? Mi sfugge cosa vorresti evincere/sottintendere dalla statistica. (Non è polemica, non l’ho capito davvero)

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  83. @Gala
    Oppure tre punti, punto.
    Ciascuno può trarre la conclusione che meglio ritiene da quei numeri.
    Un campione piccolo e poco rappresentativo, sia chiaro.

    Il blog è tuo e dovresti avere, più o meno, la percezione statistica media sul genere dei commentatori, no?

    Cosa ne ho tratto io?

    Per solidarietà con psYco :-D, chiaro chiaro non te lo dico, che a me piacciono le donne intelligenti, ironiche e curiose, ma anche quelle che sanno rischiare e all’occorrenza mettersi in gioco. 😀

    A te piace avere l’ultima parola: qui ti accontento.

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  84. @->Frap: Ah no, pensavo che in qualche modo fosse legato al tema trattato nel post. Personalmente noto che nei commenti la maggior parte dei commentatori sono uomini: non so se sia perché la maggioranza dei miei lettori sono uomini o perché gli uomini commentano di più rispetto alle donne (non ho modo di verificare nè l’uno nè l’altra ipotesi). Non ho mai fatto una statistica, anche perché non avendo un sito “commerciale” la definizione del tipo di pubblico/utenza raggiunto non è poi così determinante per me. Se tu ne hai tratto qualche conclusione, sarei curiosa di conoscerla.
    Oddio, quanto a psyco…il suo ultimo commento sarebbe da sviscerare sì con un apposito post: mi sembra un caso da manuale su come spesso i linguaggi e le aspettative fra uomini e donne siano non solo ampiamente diversi, ma si arrivi alla piena incomunicabilità. Non mi stupisce affatto che la ragazza descritta lo abbia mandato in bianco: povero tesoro, credo che sia riuscito a condensare in una sola sera tutto ciò che non si deve MAI dire e fare con una donna (anche interessata a te) se si vuole avere una minima speranza che ti dica di sì.. non è che noi donne siamo cattive o stronze: ogni tanto è che si incappa in dei ragazzi, come psyco, che purtroppo proprio sono sentimentalmente “analfabeti”, nel senso che non conoscono l’abc di come si imposta una relazione (e per “relazione” non intendo “matrimonio”: intendo solo una banale uscita a cena e una qualsiasi relazione sociale). E’ come essere invitati dalla regina di inghilterra, presentarsi in bermuda, ruttare a tavola, dare pacche sulla schiena a Sua Maestà e poi arrabbiarsi perché l’Elisabetta ti fa buttare fuori a calci nel sedere dalle guardie.
    🙂

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  85. @ Frap
    La statistica è interessante, parlando di sesso direi che la popolarità è d’obbligo. Bizzarro è il comportamento femminile, mi spiace che menchi un serio confronto sull’argomento.
    Se noti gli altri post del blog, Galatea ammicca, sgrida, ma lascia gli ospiti commentare senza intervenire troppo, un’abitudine scaltra e intelligente. Eppure sul “sesso ludico” si è scatenata, sventolandola sotto il naso a tutti (tranne a me perché mi odia in segreto). Come interpretare queste avance virtuali? La possibilità sono:
    – È alla frutta. La patatina le urla 24 ore al giorno soddisfazioni kamasutriche. (Galatea, un po’ di contegno!)
    – Scherza, ama stuzzicare per poi correre via facendosi rincorrere. (Galatea, che birba!)
    – La sua vita è il rank, vuole salire di altre 10 posizioni entro l’anno nella classifica nazionale. (Galatea, vai per calli, va!)
    – È più furba di Berlusconi, sa vendere il prodotto senza raccontare vecchie barzellette in napoletano. (Galatea, hai capito il senso della vita, parlerò anche io degli incubi alla peperonata di Paolo Bernard sul mio blog).

    @ Psyco
    … tanto lo sai già se uno ti “attizza” o no, quindi se sai (perché lo sai) qual’é alla fine il motivo dell’invito, se il tizio non ti va non ci esci. Se a me una donna non piace, non ci esco.
    Sembra che deve “per forza” esistere una similitudine fra i sessi e che tutto ruota attorno all’attizzamento. Il problema è che tu dichiari che l’errore è loro, sulla falsa riga del post di Bernard.
    Io accetto le diversità, le piccole e grandi divergenze, e ho abbracciato l’idea che una donna va amata per come è fatta, non per come mi somiglia o perché sembra un garbuglio di contraddizioni.
    Tu consideri la cena come l’inizio di un rapporto. Mi spiego, se io esco con una donna mi comporto proprio come se fossi con un uomo, cerco di spendere una serata parlando, divertendomi, e magari imparando. Se la signorina risulta interessante e interessata la serata si allunga di qualche ora.
    Se non esistessero le pizzerie e i ristoranti sarebbe l’estinzione della razza umana? (considerala una battuta, ma non troppo).

    Il “loro universo” deriva dalla sessualità che le domina. Non perché hanno la patatina e noi il pisellino, così sarebbe davvero riduttivo, ma perché il loro corpo gli comunica di continuo una serie di sensazioni che sono totalmente diverse dalle nostre. Anche loro non capiscono noi, ma in questa civiltà maschilista sono loro che devono adeguarsi e non il contrario.
    (Avviso ai troll: a questo paragrafo può rispondere solo Psyco, se lo vuole. Non me la sento di aprire dibattiti e sentirmi cagare in testa da improvvisati saccenti. Non ho scritto quelle righe perché avevo 5 minuti liberi, conosco il problema per esperienza diretta, ma non me la sento di perdere 50 minuti per entrare nei dettagli, soprattutto perché toccherei argomenti che potrebbero risultare dolorosi o sgradevoli per il pubblico femminile, e non voglio proprio fare uno sgarbo alla padrona di casa. Grazie.)

    Anche il tuo concetto di “avance” mi mette a disagio, perché sembra che tu scambi questa “arte” con un semplice “le ficco la lingua in bocca, dopo che l’ho costretta ad accettare una caramella contro l’alito pesante”.
    Per me l’avance non è l’attimo nel quale il maschio comunica il desiderio per una capula immediata, ma una serie di messaggi, spesso sottili e nascosti, per entrare nella sfera intima del potenziale partner e capire se è disposto a scambiare effusioni. Quindi non è solitaria, ma un crescendo, per sondare il terreno e capire se si sta procedendo per la strada giusta, oppure è meglio desistere. Inoltre, una avance cauta, ma ricca d’erotismo, non solo diventa esplicita, ma stimola i favori della donzella.

    Nel dettaglio:
    1) Sono scuse: se non vuoi giocare non ti butti nella mischia e poi ci ripensi. Troppo comodo. Oppure si è chiari dall’inizio. È un pensiero pseudo-bernardesco che non condivido. La “mischia” è la vita di tutti i giorni, il mondo intero che ruota, non hai il diritto di chiedere alle donne di chiudersi in casa se non la vogliono dare (se non ti senti di ballare non balli), ci sono piaceri immensi che noi, esseri umani, riusciamo a raggiungere con le nostre capacità intellettive che sfiorano l’orgasmo, e io non mi sento un povero animale utile solo per la riproduzione.
    La sincerità è proprio quella che manca: sai quanti fraintendimenti e incazzature in meno? Certo! Ma non accuso nessuno di mentire (magari con se stessi), manca proprio la capacità di comunicare che deve avvenire sullo stesso piano, non usata solo per scopi “ludici”.
    2) Sarebbe triste se fosse maleducazione, penso che sia un sentimento più articolato. È brutto immaginare le donne come “bisbetiche da domare”.

    (ps. Galatea non mi odia, solo non mi capisce. Alla sua età è talmente piena di ormoni che gli schizzano fuori dalle orecchie).

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  86. Ancora 3 commenti e arriviamo a 100, così vinciamo una bambolina che la da a tutti. La donne riceveranno una bambolina dotata di strap-on.

    Se sei una donna e sai cos’è uno strap-on non hai bisogno della bambolina.
    Se sei una donna e non sai cos’è uno strap-on usa Google e arrossisci.

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  87. @->Goodidea: Ma no, amore, non ti odio. Non ti rispondo perché sto cercando di far pulizia dopo che gli ormoni, schizzando, mi hanno imbrattato tutte le pareti di casa!
    Ovviamente tutte le quattro ipotesi da te formulate sono vere, compresa quella che sono più furba di Berlusconi. Infatti smentisco tutto, anzi, mi incazzo perché è chiaro che mi hai fraintesa. E sei anche un po’ comunista, lo sai?
    😉

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  88. (ci sovrapponiamo nei commenti :()

    Perché le ragazze non scrivono?
    Io l’ho capito leggendo l’ultimo commento ad un mio post:
    eccolo di ritorno! -___- goodie sei assurdo! xD
    (la “roba” in mezzo è uno smile “giapponese”)

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  89. Se vuoi salire nella classifica di BlogBabel continua con “quella che guarda per terra” (uno dei tanti sinonimi usati dalle mie parti). La famosa potenza di tiro del pelo è indiscutibile.

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  90. Così fan tutte (il sesso ludico)

    Quello del ristorante (“video della settimana” di BB), piuttosto inguardabile, pare sia passato in prime time.

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  91. Sentite, dopo tanto parlare mi sono un po’ stufato. Tanto non se ne cava fuori molto, e andando avanti così anche se abbiamo tutti da perderci dubito che qualcuna abbia voglia di fare la prima mossa (visto che siamo noi al momento a proporre, e le femminucce a disporre, quando poi a criticare e a vedere quando il tipo sbaglia qualche mossa). Io per il momento tiro i remi in barca. E la tipa può aspettare. Ha spettato tanto, può aspettare ancora un po’. Io sono qui. Se ha voglia si fa sentire. Sbaglio io? Sicuramente, ma per la miseria, possibile che non c’è un minimo di tolleranza? CMQ è vero, è un periodo per me molto strano, mi sento come fuori posto. Un saluto a tutto il blog.

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  92. “Il “loro universo” deriva dalla sessualità che le domina. Non perché hanno la patatina e noi il pisellino, così sarebbe davvero riduttivo, ma perché il loro corpo gli comunica di continuo una serie di sensazioni che sono totalmente diverse dalle nostre. Anche loro non capiscono noi, ma in questa civiltà maschilista sono loro che devono adeguarsi e non il contrario.”

    Civiltà maschilista? Io non la vedo. Ci hanno massacrati, volevano il mammo, la parità, i diritti, l’utero, la decisione sulla maternità, e chi più ne ha più ne metta. Alcune cose sono sacrosante, ma mi sembra che per altre si è un po’ esagerato. Il Maschio sembra in via di estinzione, ma sento molto malessere. Si sta andando contro natura, e la natura non bisogna contrastarla. Che la diga o si fa robusta, o prima o poi viene giù tutto.
    Per quanto riguarda il tuo discorso, a me sembra che al momento siamo noi a doverci adeguare. Le donne al contrario si sono fatte (DA SOLE) una serie di stereotipi che le danneggiano.
    E chiudo che se entro nei dettagli faccio notte.

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  93. @->Psyco:”Civiltà maschilista? Io non la vedo.”
    Chissà perché lo sospettavo.
    “Si sta andando contro natura, e la natura non bisogna contrastarla”
    Attento PsYco, che la prossima fermata è Ratzinger o Giulianone Ferrara.
    O Giamba.

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  94. Hai proprio sbagliato a capire. Hai presente Darwin? Sai è quello della selezione naturale. Quella che decide chi si riproduce e chi no. E la vedo dura per le zitelle riprodursi. PS: Leggi anche il resto del discorso che forse ti è sfuggito.
    Che mo chiudo davvero.
    Bye

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  95. “Le donne si sono fatte (DA SOLE) una serie di stereotipi che le danneggiano.”
    E le stanno riportando indietro, aggiungo io.

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  96. Uhm. Consiglio vivissimo: guardatevi tutti Videocracy. Credo che sia necessario per iniziare un discorso serio sulla tragedia contemporanea del titolo e gli stereotipi che ci stanno (maschietti e femminucce) riportando indietro. L’ho visto, è splendido, e credo che alzerebbe di molto il tono della discussione .. ma non offre risposte all’annosa questione di “come corteggiare con successo una donna: problemi nell’epoca moderna”. 😉

    Un altro documentario molto interessante, mi dicono, è “Il corpo delle donne”, ma non l’ho visto.

    N.B.: la visione è caldamente consigliata a coloro, come Psyco, che sono convinti che non viviamo in una società maschilista e che, soprattutto, propugna modelli maschilisti.
    Un’altra cura potrebbe essere controllare le differenze di retribuzione, la proporzione di uomini e donne in posti di potere, la velocità nell’avanzamento di carriera .. quando il nostro parlamento è più maschile di quello dell’Afghanistan (e con meno politici che si vantano delle proprie capacità sessuali ovvero funzionalità dei propri genitali maschili, immagino), dire che la nostra società non è maschilista è ridicolo.

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  97. Il corpo delle donne lo puoi vedere qui:
    http://www.ilcorpodelledonne.net/?page_id=89

    L’ho visto parecchio tempo fa e sì, vale la pena di vederlo.

    E però così in basso come nell’ultimo video di cui accennavo sopra credo non fossero ancora scesi a Mediaset. Sarà per la palese incapacità della Marcuzzi di rendere davvero ironica la situazione, ma il risultato finale è davvero inguardabile.

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  98. @frap: grazie mille per la segnalazione, me lo segno e vedrò di gustarmelo al più presto 😀

    Quanto al video che hai postato sopra .. ho fatto l’errore di provare a guardarlo .. comunque non inguardabile come le scene de “La sposa perfetta” riportate in Videocracy. È che ero costretto in un sedile del cinema quella volta (per fortuna, perché certe cose BISOGNA essere costretti a guardarle – brevemente – per capire quanto in basso si possa arrivare). Certo, la Sposa Perfetta è della RAI quindi potrebbero non essere ancora scesi *così* in basso laggiù. Ma ne dubito assai.

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  99. Leggo, del sig. goodidea: “se l’astronomia… afferma che domani ci sarà un’eclisse di sole il fenomeno avverrà al 100%.”

    Che uno “scienziato” (ma chiamiamolo con il suo nome: un fesso scientista) scriva che il futuro sarà al 100% dà un’idea di come il mondo scientifico non stia messo meglio di quello letterario.

    p.s.
    Non se ne abbia a male, sig. goodidea, provi se mai pena per me e per il dolore che ho sentito quando mi ha fisicamente maltrattato alcuni post or sono. Vede, quel che mi ha rovinato è “l’astratta e astrusa metafisica”, per dirla con le parole testuali di un filosofo di grido abituale frequentatore di questo blog.

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  100. @->PsYco: Mi sa che per gli “zitelli” un po’ rancorosi riprodursi è ancora più duro. Direi proprio impossibile.. 🙂

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  101. Concordo con Area.
    E però “Fiky Fiky” del maestro Gianni Drudi e il resto della sua discografia, tutta pregna di sottili, argute metafore, restano difficilmente superabili, imho (anche in versione espanol). 😉

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  102. @ Red
    Sicuramente non possiedo una dialettica pari alla tua, non per questo ignoro il significato dei commenti, né le emozioni dei loro scrittori.

    Mi sfugge però il motivo che spinge un troll a perdere così tanto tempo nella sua opera. Lo dico, forse, perché so che il tempo non torna più indietro, quindi ne conosco il prezioso valore.

    Che tu stia trolleggiando lo si capisce dalla contraddizioni sulle quali cadi rovinosamente. Non è infatti possibile definire “scientisti” gli scienziati e poco dopo considerare i post “fisicamente” maltrattabili. Ad una seconda rilettura, i tuoi commenti sembrano creati dai famosi “generatori automatici” che sfornano copie delle poesie di Bondi, o degli insulti di Sgarbi. Il fatto che tu riesca ad insinuare tensione nel dialogo evitando in modo davvero abile l’insulto diretto è un pregio sterile che comunque ammiro, in quanto giochi con l’emotività del gruppo da vero artista. Sarei felice di leggerti “a nudo”, nel futuro, quando avrai abbandonato le frasi fatte, i “paroloni”, le citazioni e i fronzoli accessori. Ma prima di allora ti prego, ancora una volta, di lasciare stare me, e soprattutto l’intero blog di Galatea, perché il tarlo che insinui nei commenti rischia di allontanare lettori e scrittori in cerca di un piccolo spazio di confronto. Galatea, poverina, queste cose non le capisce, o non ha tempo per esse in quanto possiede una vita da vivere altrove. Nè io sono il suo cane da guardia, solo che alcuni comportamenti, le prese in giro mancanti di coraggio, mi fanno girare le scatole e quindi cado volontariamente nella tua trappola del flame apparentemente non cercato, istigato da pochi versi bonari ed educati.

    Devo ammettere che adoro scambiare punti di vista con chiunque, anche con i cretini, perché amplia il mio giudizio a 360°. Pochi giorni fa mi sarei anche messo in gioco, scherzando nell’interpretare una parte non mia, cercando di consegnarti un farlocco, ma buffo, Mr Train 2 con il quale giocare insieme.
    Purtroppo sembra che il tuo unico scopo sia giocare al “terrorista buono”, quindi cercare flame autentici da appendere come trofei nella tua cameretta.
    Sei Alex di Arancia Meccanica di Burgess, colui che usa il suo potenziale intellettuale solo per violentare. Non è mio compito somministrarti “la cura Ludovico”, perché vedo con dolore questa Italia in mano alla propaganda e non posso giustificare in alcun modo la “rieducazione”.

    Mi affido alla maturità del terrorista buono, che agisce solitario (?), nel silenzio dell’ombra. E noi a preoccuparci dei massimi sistemi o come mantenerci in vita. Ma sempre terrorista resti e come tale devi essere trattato.

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  103. Mi scuso, sig. goodidea, per il fatto di leggerla poco e male e arrivare perciò in ritardo su certe sue scempiaggini. Quando Lei chiede ad esempio a un tale se Calderoli ha “io razionale” se ne deduce che Lei ha un io, mi perdoni Galatea, irrimediabilmente fesso.
    Il Calderolo con Lei saprebbe fare il gioco delle tre carte con due carte sole, con scopi assolutamente razionali, non lontani da quelli cui impronta la sua azione di governo. Ora per piacere non mi si presenti come depositario del concetto di razionalità. Ha già scritto tante di quelle stupidaggini che, qualora se ne risparmi qualcuna, non potrà che far del bene a se stesso.

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  104. p.s.
    Noi red. cac. e noi della redazione abbiamo procurato (senza che fosse nelle nostre intenzioni) un bel po’ di lettori a Galatea, e nei pochi post in cui abbiamo discusso seriamente (che le sfugga il lato serio e propositivo dei commenti apparentemente non seri né ci stupisce né ci tange) abbiamo contribuito più di quanto abbia fatto e possa mai fare lei, praticamente illeggibile.
    Ma se Galatea volesse escluderci dal suo blog, non ci metteremmo urlare alla democrazia violata, ne avrebbe pieno diritto qualora lo ritenesse opportuno e non mi sentirei di protestare neppure un po’. Infine, la prego di non farmi venire la voglia di visitare il suo blog. Lo dico solo un po’ per me, per il problema del tempo (oltre che in redazione, io leggo solo qui e dall’Adipolfo), e molto di più per lei, che avrebbe come sola via di scampo quella di raschiarmi… e sempre con suo pieno diritto.

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  105. @red
    Non credo che Gala voglia davvero “raschiarla”, come ama dire Lei.
    Temo però che non appena si accorgerà che

    ha già scritto tante di quelle stupidaggini che, qualora se ne risparmiasse qualcuna, non potrebbe che far del bene a sé stesso

    da brava maestra quale certamente è, comincerà a consigliarLe più incisivamente di diversificare le sue preziose letture e, nel contempo, di moderare l’uso e l’abuso di empeiría kolakiké.

    Che l’alito comincia a farsi pesante e da queste parti ogni tanto si vorrebbe anche respirare, eh.

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  106. @frap1964
    “Concordo con Area.
    E però “Fiky Fiky” del maestro Gianni Drudi e il resto della sua discografia, tutta pregna di sottili, argute metafore, restano difficilmente superabili, imho (anche in versione espanol).”

    “Dal ludico stiamo scivolando sul trash.
    Ci tengo a precisare che io mi dissocio.”

    Indecisione ?

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  107. Un conto è il commento ironico, un conto è il voler trascinare qui a forza ogni genere di roba reperibile sul web, schizzi di empeiría kolakiké compresa.
    Non è bello nei confronti della padrona di casa.
    Dove andremo a finire di questo passo, eh ?!?!!
    Io, come Goodidea, speravo ci fosse un confronto aperto, ironico, ludico e sincero sul tema del post anche con le blogger, Gala a parte.
    Si sono invece precipitosamente e pavidamente eclissate.
    Ma perché?

    Per controbilanciare gelatino e “fiky fiky” farei dunque un tributo embedded allo splendido “corpo delle donne”.

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  108. Non ritengo “Gelatino” e “Fiky Fiky” offensive per nessuno. Si tratta di canzoncine giocose, che vengono spesso cantate in coro dai ragazzi e dalle ragazze (anche dell’Azione Cattolica).
    L’idea di donna televisiva strarifatta è un’altra cosa: non voluta da me e, penso, da nessun uomo eterosessuale. Molti anni fa, nella sede di Radio Radicale a Piazza Vittorio, mi capitò di vedere la stanza riservata al FUORI (un’organizzazione omosessuale dell’epoca). Rimasi colpito dal fatto che le pareti erano interamente tappezzate da ritratti di “Pin Ups” prosperose e scosciate.
    Ritengo da allora che la donna con i seni a palloncino (abbondantemente siliconati) incarni una certa idea caricaturale della donna, caldeggiata da sceneggiatori e registi probabilmente omosessuali.
    Le donne non si oppongono, purtroppo: è questo il vero problema.
    Ogni selezione per aspiranti modelle (vera o truffaldina che sia) viene letteralmente presa d’assalto da torme di ragazze disposte a tutto. L’idea di andare in televisione a mostrare “le grazie” attrae troppo.

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  109. I commenti a questo post sono diventati ingestibili, sia per il numero sia perché ormai in larga parte siamo ampiamente off topic. Eventualmente riprenderemo il dibattito, se ha un senso farlo, in altra circostanza. Grazie a tutti. 🙂

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  110. Ok.
    Ma come nuovo titolo propongo già: “Gelatino, Fiky Fiky e l’Azione Cattolica. Una tragedia contemporanea?”

    Se qualcuno ha un video su YouTube di questi dell’ A.C. che cantano una o l’altra, per favore me lo segnali. Che mi interessa veramente…

    (i commenti al post è meglio se li chiudi anche dal dashboard, mi sa… buon we)

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  111. Se mi è concesso chiudere, ringrazio il sig. frap per l’interessamento. Quanto agli schizzi di empeiría kolakiké, dicono che basti passarvi sopra una mollica di pane.

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