La meravigliosa scuola di Madama Gelmini/2

banco

In questi giorni, da professoressa che, secondo i dettami del nostro beneamato Ministro, insegna e non fa politica, sono a scuola, applico e soprattutto vedo applicare la nuova e mirabolante riforma Gelmini.

Stamattina, per dire, sono entrata nella mia nuova classe, una terza media, per tenere la mia lezione. Dopo cinque minuti dal suono della campanella, il bidello bussa, molto gentilmente, e fa entrare un ragazzo.

Un nuovo alunno?” chiedo, un po’ stupita che nessuno mi avesse detto nulla.

No, è uno di quelli dell’altra terza, non fa religione. Non abbiamo insegnanti per l’ora alternativa, quindi sta qui con lei per quest’ora.”

E dove lo metto?” domando basita.

Be’, non so, lì c’è un banco in più…”

Guardo il povero alunno, lui guarda me. Silenzioso ed educato si siede sul banco fortunosamente libero. É straniero. Non ho nemmeno idea se capisca la lingua e quanto: gli chiedo il nome – dato che non lo so – e mi risponde un po’ stentatamente, ma più di tanto che posso fare con altri venti ragazzini che stanno lì? Sorrido, e gli spiego che stavamo facendo geografia. Lui sorride di rimando, mite: probabilmente non ha capito, e anche se ha capito non avrebbe comunque né libri né materiale per potermi minimamente seguire, né io alcuna possibilità di fermarmi con lui per dargli anche solo un compito personalizzato o qualcosa da fare. Così non mi resta altro che continuare a spiegare geografia alla mia classe. Ogni tanto butto un’occhiata nella sua direzione: lui fissa il banco, o il muro, io mi sento a disagio e lo stomaco mi si intorcola per l’imbarazzo.

Quando suona la campanella, l’alunno in prestito se ne va. Io, che ho un’altra ora, ho preventivato una lezione di orientamento per la scelta delle superiori. Sto scrivendo alla lavagna un grafico in cui illustro le varie scelte possibili per i ragazzi dopo la terza media, quando sento un altro toc-toc.

È di nuovo il bidello. Al seguito si porta sei ragazzini.

Anche loro non fanno religione?” domando stupita.

No, professoressa – dice, e pure lui è imbarazzatissimo – ma la loro insegnante è assente, e non c’è nessuno che abbia un’ora a disposizione per fare supplenza in classe. Così li abbiamo divisi in tre gruppi e li mettiamo un po’ in un’aula e un po’ in un’altra. Lei si dovrebbe prendere questi…”

Ma di che classe sono?” chiedo, perché mi paiono davvero piccini piccini.

Di seconda…”

Ma questa è una terza.”

Sì, lo so, ma fa lo stesso, basta che li tenga qui.”
“Ma non ho nemmeno dei banchi dove farli sedere, ciccini!”

No, ma non c’è problema, si portano le sedie loro.”

I piccini infatti entrano trascinandosi dietro le sedie, e si mettono in un cantone libero, con degli occhioni che paiono quelli di tanti piccoli bambi in cerca della mamma. Di quanto spiego non gliene può fregare di meno, perché è roba che tocca solo i ragazzi di terza. Per di più, anche volessero seguire, non hanno neppure un banco su cui appoggiarsi per prendere appunti, o leggere qualcosa per conto loro. Muti e spaesati restano lì, fermi per quasi tutta l’ora, mentre io, sempre più a disagio e con lo stomaco attorcigliato sul piloro, continuo la lezione di orientamento, anche se è chiaro, sempre più chiaro, che dentro quell’aula sono la prima a non aver più bussola.

Pochi minuti prima della fine dell’ora la più coraggiosa alza la manina e chiede, con voce flebile flebile: “Professoressa, possiamo andare in classe a rimettere le sedie a posto?”

Le dico sì senza nemmeno riuscire a guardarla negli occhi, tanto mi vergogno per una scuola pubblica ormai così massacrata che gli alunni non solo vengono trattati come pacchi postali, ma devono per giunta trascinarsi dietro la seggiola.

Quando suona la campanella ormai m’è venuto un groppo allo stomaco che non va né su né giù. Non ho nessuna voglia di far politica, ma sarei tentata di dire al Ministro Gelmini, ed al suo adorabile sodale Brunetta, che quando un collega dei miei si ammala e non viene a scuola per due o tre giorni (solo per assenze oltre i quindici si possono chiamare supplenti), gli alunni rimasti senza docente perché nessuno ha più un’ora libera per seguire le classi scoperte, ecco, potrebbero prenderseli in carico loro, un po’ per ciascuno, nei loro begli uffici al Ministero. Così forse anche i due Ministri avrebbero un po’ meno tempo e concentrazione necessaria per fare politica. E magari sarebbe un vantaggio per tutti.

173 Comments

  1. Mi è venuto il voltastomaco…gli effetti della riforma Gelmini già mi disturbano internamente. Ho due figli che non frequentano religione e -grande idea- quello di quinta deve tornare ogni giorno a casa con il grembiule per pulirlo se è sporco perchè a scuola devono essere ordinati……..ma che riforma è? Sembra ideata da un’incompetente…

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  2. @->Moltanoia: Direi proprio di sì. Peccato solo che, purtroppo, Dirigente Scolastico e Collegio Docenti non abbiano nessun mezzo per risolvere la situazione: se i docenti non ci sono, non ci sono, e non sono loro che possono assumerne altri.
    Lei invece, Moltanoia, per caso si candida a far da Babysitter gratuita per classi scoperte?

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  3. Beh, mi piacerebbe!!
    Mi dice che nelle condizioni date non è possibile nessuna organizzazione didattica per affrontare il problema?

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  4. Vabbè se devo essere sincero qeuste cose capitavano (era la norma) anche ai miei tempi. Ovvio che sono cose inaccettabili ed è ovvio che la riforma Gelmini ha peggiorato le cose però non vorrei che si pensasse che queste cose succedono solo dopo questa riforma.

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  5. Se non fosse che mi mette una tale ansia, per il futuro di quelle e delle future menti, lo porterei come in teatro come grandissimo pezzo di comicità!
    Fatevi forza che non siete soli.

    Uno Zio preoccupato

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  6. @->moltanoia: no, non allo stato attuale. Gli anni scorsi le supplenze per assenze brevi (tipo alla mattina io insegnante della classe A mi sveglio con l’influenza e avverto che per due o tre giorni non posso andare a scuola) venivano coperte con le ore a disposizione dei colleghi (era praticamente impossibile che si avessero 18 ore affettive di lezione: una o due rimanevano appunto “a disposizione”). Le ora a disposizione venivano usate anche per il recupero degli alunni stranieri o per fare le ore di alternativa alla religione, a costo zero per la scuola. Quest’anno ogni insegnante ha 18 ore di lezione piene, quindi rischia di non esserci nessuno con “ore a disposizione” . Pertanto se l’insegnante A si ammala per due giorni o una settimana non è possibile chiamare un supplente (le supplenze, da anni, si assegnano solo se il docente ha una prognosi di almeno 15gg di assenza), ma non si sa come coprire le ora scoperte nè come dare agli alunni un’insegnante per l’ora alternativa alla religione. Tecnicamente le ore in più di supplenza potrebbero essere coperte se qualche collega accetta di fare delle ore in più. Posto che si trovi chi accetta – e non è detto, perché sono emergenze, quindi magari nessun collega riesce ad essere disponibile su due piedi o a coprire tutte le ore che rimangono scoperte perché è in contemporanea nelle sue classi a far lezione! – le ore in più vanno pagate dalla scuola con il fondo d’istituto, che non è detto abbia soldi sufficienti per coprire tali spese. Sono normative che non dipendono dalla scuola singola o dal Dirigente Scolastico, per cui anche parlandone fino allo sfinimento non se ne esce.

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  7. @->Fabristol: Lavoro nella scuola da nove anni, ormai, e ti posso assicurare che non mi era mai capitato niente del genere. Inoltre quest’anno la situazione è veramente esplosiva, come ho spiegato sopra: non ci sono praticamente più insegnanti con ore a disposizione, quindi se qualcuno si ammala gli alunni devono essere “smistati”, non ci sono molte alternative…

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  8. Dai Gala, va bene tutto ma non prendiamoci in giro.
    Ma in ‘sta scuola non c’è una biblioteca?
    E il Preside cosa fa, dorme in piedi?
    Non mi venire a dire che i ragazzi, in caso di assenza, non possano rimanere nella loro classe a leggere, a fare un tema e/o una qualsiasi altra ragionevole attività sorvegliati da un bidello.
    Che il Preside chieda agli insegnanti di depositare settimanalmente un “piano didattico di emergenza” in caso di loro assenza (esercizi, temi, compiti, ecc. ecc.). E’ una mera questione di organizzazione e di volontà.
    Diverso, ma neanche troppo, il caso del singolo che non fa l’ora di religione: in biblioteca a leggere un libro e/o un giornale e/o a fare compiti ci potrà andare no?

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  9. @->Frap: I bidelli sono tenuti a fare sorveglianza solo per brevi periodi, non per ore intere. Non è loro compito e non hanno neppure alcun titolo giuridico per farlo. Per legge durante ogni ora di lezione i ragazzi devono essere affidati alla sorveglianza di un insegnante, che è legalmente responsabile di quanto accade. In ogni caso, se anche lasciassero i “compiti”, il bidello non può ordinare ai ragazzini di svolgerli, nè mettersi a dettarli nè scriverli alla lavagna: non è previsto dal suo contratto perché non è un insegnante. I ragazzini possono essere mandati in biblioteca solo se c’è un insegnante che resta lì con loro. I singolo che fa l’ora di religione, per i medesimi motivi di responsabilità legale, non può essere lasciato da solo in biblioteca o in qualsiasi altra stanza: non ti dimenticare che sono minorenni: se vengono lasciati soli dall’insegnante anche solo per un minuto e si torcono un’unghia la scuola è responsabile sia dal punto di vista civile che penale. Se le regole sono assurde, il ministro le può abrogare. Ma finché non lo fa, sono leggi e le scuole sono tenute a rispettarle, o rischiano grane.

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  10. @–>Frap1964
    Vorrebbero trasformare i professori in manager, ma manca la forma mentis. Seguendo mio figlio dalle elementari alle superiori, lasciavo sempre che fosse mia moglie ad andare a dialogo, perché altrimenti a me s’ingrossava il fegato nel vedere quante cose potevano essere risolte con un minimo di programmazione e buon volontà. Purtroppo, era come parlare in cinese con un turco.
    Con questo, non voglio in nessun modo giustificare la Gelmini, tanto più adesso che ho scoperto che il vero autore della riforma è quella gran sagoma di Giorgio Israel ….

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  11. @Gala
    Il bidello non ordina e non scrive/detta un beneamato piffero.
    E’ il preside che ordina (o il suo contratto non lo prevede?).
    Ci sarà una fotocopiatrice in ‘sta scuola?
    Si fanno le fotocopie solo dopo la comunicazione di assenza da parte dell’insegnante.
    Il preside chiarisce bene a tutti quanti gli alunni che il primo che fiata e/o crea problemi, si becca immediatamente un paio di giorni di sospensione, con quanto ne consegue in termini di condotta e tutto il resto.
    Vuoi vedere che non si muove foglia?
    Al limite comprate un proiettore col fondo di istituto + un lettore DVD + documentari/filmati/ecc. ecc.
    I bidelli si alternano a turno e il problema del “breve periodo” è automaticamente risolto.
    Ribadisco: mera questione di volontà di voler far funzionare le cose e di organizzazione.

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  12. @->lector: il problema è che spesso, come ho cercato di far capire nel commento qui sopra, noi insegnanti (e così anche Presidi e bidelli) siamo legati al rispetto di una serie di normative vincolanti: non è che ci manchi il buon senso o la capacità di programmazione, ma, anche avendocelo, non ci è permesso fare alcune cose che magari a casa nostra e con i nostri figli o nipoti faremmo tranquillamente. Metà dei genitori lascia i figli da soli a casa per interi pomeriggi: ma se poi vengono a sapere che il pupetto è stato lasciato cinque minuti solo nel corridoio e s’e inciampato, si presentano a scuola tuonando e minacciando di denunciare tutti. Se un bidello si permette di entrare in classe e zittire gli alunni, apriti cielo lo stesso. Se chi mette in piedi una riforma non si rende conto che, a ricaduta, tagliando ore crea anche una serie di problemi pratici nella gestione della scuola, poi per favore non venga a dire che chi non sa organizzarsi o rema contro sono gli insegnanti. Noi saremo anche incapaci di organizzarci, ma sono anni che facciamo lo slalom fra circolari demenziali che sembrano non rendersi conto di quello che ordinano…

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  13. Noi, liceo scientifico di provincia, siamo arrivati a questo livello: abbiamo accorciato le ore di 5 minuti l’una. Questo fa sì che alla fine della settimana, più o meno, siamo in debito con i ragazzi di 60 minuti. E quindi facciamo un orario settimanale di 19 ore invece che 18, in modo che ognuno di noi abbia un’ora a disposizione per le supplenze. Cioè, rinunciamo a insegnare poer avere un po’ di assistenza. Per dire fino a dove si può sprofondare.

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  14. @->Frap: Un paio di giorni di sospensione? Un Preside è in grado di dare una punizione simile solo se un alunno ha cercato di sgozzare un professore davanti a testimoni. E anche allora, ti assicuro, è difficile senza beccarsi almeno un ricorso al tar. In ogni caso, in termini di condotta, anche con due giorni di sospensione è probabile che non ci sia alcuna ricaduta pratica: le ultime circolari, per dare il mitico e tanto strombazzato 5 in condotta, parlavano di una cosa come 15 richiami ufficiali, se non mi ricordo male.
    PS: Le fotocopiatrici ci sono. Ma se il bidello sta in classe, chi fa le fotocopie? E si allontana, chi sta in classe? Il Preside, che quasi sempre, negli Istituti comprensivi, fa le spola fra le quattro sedi della scuola? I televisori con lettore dvd? Non è detto che ci siano e che siano funzionanti. Inoltre vanno in genere prenotati con giorni di anticipo. E poi chi resta a sorvegliarli? se il dvd dura un’ora ci vuole sempre un insegnante. Caro Frap, lo so che sembra di descrivere un mondo fantozziano, ne sono conscia. Ma ti assicuro che solo vivendoci dentro ti renderesti conto che spesso non è la buona volontà che manca, o la capacità organizzativa (anche, per carità, in alcuni casi): è che proprio è una realtà in cui tutto pare pensato per rendere la vita impossibile.

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  15. @-La scrofano:capisco. In una delle scuole in cui lavoro ci sono lezioni di un’ora e mezza e altre di un’ora solo. Ti lascio immaginare, avendo la cattedra divisa in due scuole, il casino per gli orari.

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  16. No, Gala. Non sto parlando di questo, che è un problema che conosco benissimo, anche perché ho a che fare con il “pubblico” per tre quarti del mio tempo. Manca proprio il principio del coordinamento e la volontà di attuarlo o la coscienza dei benefici che esso consentirebbe di conseguire. Esempi, potrei fartene a decine. Insegnanti che impongono ai ragazzi di portare ogni volta tutti i libri di testo adottati, costringendoli a zaini che ai miei tempi manco sapevamo cosa fossero, solo per pigrizia di programmare per tempo quali argomenti saranno effettivamente trattati nella giornata; assegnazione di compiti per casa, senza preoccuparsi di quanto assegnato dagli altri, tanto non è affar loro; cumulo di compiti in classe, nello stesso giorno, in totale disprezzo dell’oggettiva incapacità dei ragazzi di potersi gestire in simili frangenti. Cose queste – e tante altre – che potrebbero essere risolte con un minimo di coordinamento e buona volontà, ottenendo peraltro come effetto secondario anche miglioramenti di resa da parte degli alunni.
    Io, comunque, non ho mai reagito per simili inefficienze. Ho solo detto a mio figlio che poi, nella vita reale, ci sono situazioni ben peggiori delle idiosincrasie di qualche insegnate e che anche quelle facevano parte del bagaglio di esperienze che ciascuno deve farsi.

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  17. Ancora mi ricordo, una volta alle medie, che proprio a causa di un’assenza di un insegnante, ci divertimmo per tutta l’ora (l’ultima) a lanciarci aereoplanini di carta, cartacce, ecc. ecc. (seconda media, ma non ricordo se eravamo o meno sorvegliati).
    Lasciammo la classe in condizioni disastrose.
    I bidelli, che allora facevano le pulizie, non pulirono l’aula e il giorno dopo, alla prima ora (italiano) arrivò il preside, che ci fece una lavata di capo che ancora me la ricordo. Dovemmo ripulire l’aula noi, naturalmente.
    Subito dopo l’insegnante di italiano, un siciliano che faceva di cognome Tuttolomondo, ci dettò una lunga frase (7 o 8 righe) in cui ci ricordava l’importanza del rispetto del lavoro di chiunque, bidelli compresi, ecc. ecc.
    Nel frattempo noi si rideva e si commentava ad alta voce e lui scriveva sulla lavagna un numero che ad ogni commentino e risatina andava crescendo.
    Arrivò a 100.
    Per il giorno dopo dovemmo scrivere per 100 volte quella frase, avvertiti che chi non avesse ottemperato, si sarebbe beccato una nota e un sette in condotta.
    Di lasciare la classe in quelle condizioni non lo abbiamo fatto mai più.
    Altri tempi.

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  18. @Gala
    Chi fa le fotocopie?
    Ma le segreterie le hanno abolite nelle scuole?
    Ma quando un insegnante è assente a chi telefona?
    Ma quanti bidelli ci sono in ‘sta scuola?
    La sorveglianza la fanno i bidelli, a turno, ruotando per “brevi periodi”.

    Guarda, con il “pubblico” (comune di Padova) c’ho avuto a che fare anch’io e conosco molto molto bene la mentalità media e il modo di agire.

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  19. Quello che hai denunciato come fatto incredibile potrebbe, Galatea cara, diventerà la norma.
    Vorrei segnalare un’altra cosa altrettanto grave: poiché tutte le cattedre sono di 18 ore (comprese quelle che prima erano di 17+1, 16+2, etc..) non sarà possibile per motivi di graduatoria interna, per numero di iscritti e così via garantire a tutti i titolari il posto su una sola scuola.
    Chi ha il ruolo e non riuscirà raggiungere il tetto massimo delle 18 ore sarà costretto ad andare in altre scuole per completare l’orario, e poiché per parecchie discipline non sempre è possibile raggiungere pienamente le 18 ore all’interno di un istituto, accadrà che alcuni titolari saranno costretti a completare l’orario in una o addirittura più scuole.
    Questo porterà altri antipatici problemi; il più significativo dal punto di vista didattico sarà quello del famigerato orario scolastico.
    Non sarà facile costruire un orario equilibrato per quei docenti costretti ad andare in altre scuole.

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  20. P.S. Rileggendo mi sono accorto di uno svarione: ” Quello che hai denunciato come fatto incredibile potrebbe, Galatea cara, diventerà la norma.”

    La frase corretta è:”Quello che hai denunciato come fatto incredibile potrebbe, Galatea cara, diventare la norma.”

    Magari qualcuno potrebbe indignarsi per un simile errore!

    😉

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  21. Mia suocera fa la bidella e mi racconta spesso come da qualche anno in qua il suo lavoro, che adorava perchè le consentiva di stare vicino ai bambini, le sia diventato odioso e insopportabile: i continui tagli al personale e le “riorganizzazioni” di orario le rendono ormai impossibile dedicarsi ai piccoli come si dovrebbe. Se un bambino esce di classe per essere accompagnato in bagno, ad esempio, le tocca chiudere a chiave il portone d’ingresso (nessuno lo può vigilare) e rischiare di non rispondere al telefono (può essere una mamma che bisogno urgente di comunicare con la scuola, oppure il direttore che le vuole parlare,..) e di non sentire il campanello se qualcuno suona!! Tutto perchè ora è SOLA, mentre prima erano almeno in due, con più di 60 bambini dentro la scuola!

    Sono anni ormai che i governi tagliano scuola e sanità pubbliche per dare spazio alle private, e gli effetti ahimè si vedono tutti. Spendiamo solo il 4,4% del pil per l’istruzione, 21-esimi in Europa dopo la Bulgaria (dati Eurostat 2005 http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-SF-08-117/EN/KS-SF-08-117-EN.PDF) e non è detto che in questi 4 anni la classifica non sia anche peggiorata.

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  22. @lector

    Ho avuto anch’io sempre la stessa impressione. Troppi professori appaiono chiusi in un narcisismo alquanto ottuso, convinti di essere l’inizio e la fine del mondo, nonché tutte le parti intermedie.
    Ho avuto spesso la sensazione di parlare con individui autistici, incapaci di relazionarsi con la realtà circostante.

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  23. @–>Area
    Non so se dico una sciocchezza, ma mi sono convinto che l’ambiente di lavoro plasmi l’individuo: è una sorta di conformismo, per il quale si cerca di adottare comportamenti piuttosto simili a quelli degli altri soggetti che popolano la nostra work-sfera di riferimento. Succede nella scuola, all’ufficio delle imposte, in banca, nelle assicurazioni, alla catena di montaggio, ecc., ovunque vi sia una comunità piuttosto numerosa di soggetti addetti a funzioni simili (spaventose sono, ad esempio, “le signorine del notaio”). C’è una tradizione (nel senso di “trado, – is”) da rispettare, un tramandarsi tacito di “memi” volti a perpetrare un inconsapevole atteggiamento standardizzato e consolidato nei confronti del mondo alieno a questo microcosmo.

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  24. @->Jazztrain: Sono già su una cattedra “spezzata”: ho16 ore in una scuola e 2 in un’altra, che sta in un comune a diversi km di distanza. Naturalmente il tempo che metto per andare (in macchina, non ci sono altri collegamenti) da una scuola all’altra non mi viene scontato dall’orario (lo chiarisco, nel caso qualcuno facesse delle illazioni in merito).
    @->Frap: le scuole, ormai, non hanno molti bidelli: due o tre, e si parla di complessi che hanno magari all’interno trecento alunni. Le segreterie non fanno le fotocopie:ormai sono cos’ intasate per i documenti ordinari che, nella mia vecchia scuola, dovevamo noi professori cercare i codici dei libri da adottare, compilare i moduli e scrivere le lettere da inviare ai genitori.
    @->Area: scusa, ma non penso di essere “autistica” e incapace di relazionarmi con la realtà circostante. Racconto la realtà che vivo. Sei liberissimo di pensare che io sia una povera pazza o una deficiente, ma ti assicuro che tutto quanto ho scritto corrisponde a quanto accade.

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  25. @frap1964,
    ma 1964 è l’anno di nascita o cosa? Da come parli sembrerebbe che l’ultima scuola che hai visto è quella di “quando c’era Lui”

    @galatea,
    la sensazione netta è quella che si tratti di una premeditata distruzione della scuola pubblica, che era riuscita a sopravvivere al ’68 ai decreti delegati, alla Moratti…
    Si vogliono scuole private confessionali, docenti servili e ricattabili, apartheid sociale.
    Di fronte a strategie di lungo periodo così dannose, arrivo a rimpiangere i governi Prodi, con Mastella e Diliberto. Peggio non riuscirebbero a fare.

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  26. Vorrei vedere i loro di figli trattati in questo modo.Mia figlia ha appena iniziato a frequentare la prima media e già fanno rotazione perché devono fare lavori di ristrutturazione, non hanno ancora un orario provvisorio e si organizzano in divenire :chi professore c’è, arriva in classe perché mancano ancora alcuni docenti.Ed è una delle migliori statali.Che vergogna.
    E lo dico come mamma e come insegnante.
    Ciao
    mk

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  27. @ Frap
    Come ti ha scritto Galatea, la responsabilità totale degli alunni è nelle mani dell’insegnate e (in forma limitata) dai bidelli. Presidi, insegnanti e bidelli sono lì per fare il loro mestiere, non per scambiarselo durante le influenze altrui.

    Se un bambino, in classe, scivola e si spacca la testa, il responsabile viene accompagnato dalla Polizia in questura e parte un’indagine (atto dovuto). I genitori intentano una causa civile di risarcimento.
    Infatti esiste un legame giuridico fra insegnate e alunno, il primo ha il dovere di vigilare sul secondo, se avviene una violazione (culpa in vigilando) si finisce sempre in tribunale (non solo il docente, ma tutto l’istituto scolastico come parte del Ministero dell’Istruzione) per provare “di non aver potuto impedire il fatto” (art. 2048). In questo caso l’avvocato difensore avverte: “Se va bene va bene, altrimenti sono cazzi”.
    Mettiti nei panni del bidello, o in quello di un insegnante che vede raddoppiare il numero di alunni (quindi +100% di possibili incidenti). Te la sentiresti di rischiare un procedimento civile perché la Gelmini è in menopausa anticipata? La domanda è retorica, non voglio che nessun lettore finisca per riempire i carceri italiani…

    @ Galatea
    “Ma non ho nemmeno dei banchi dove farli sedere, ciccini!”
    “Ciccini” è un insulto, o un complimento? Se è il classico apprezzamento femminile verso i pargoli, precisamente quelli di “seconda”, come vengono definiti quelli di prima e di terza?
    Così, tanto per curiosità…

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  28. @ugolino
    Bravo, è proprio quello. Quindi stiam parlando +/- di 30-35 anni fa e “Lui” era morto da un pezzo (da un bel pezzo, come potrai intuire).
    E parliamo di scuole medie italiane pubbliche in Alto Adige.
    Con insegnanti autorevoli però e non autoritari e né sessantottini.

    @Gala
    Senti, posso anche capire che all’inizio dell’anno il momento sia un po’ critico, ma che durante il resto del periodo ottobre-giugno, il flusso documentale ordinario di un complesso scolastico di 300 alunni sia tale da intasare costantemente la segreteria di una scuola… beh, faccio davvero fatica a crederlo.
    Non so guarda, mi sembra veramente di parlare con i marziani.
    E’ che nelle aziende i manager incompetenti si possono anche cacciare, un preside incapace invece te lo devi tenere, purtroppo. Ed è in grado di produrre disastri semplicemente non facendo e/o non decidendo una mazza. Tanto lo pagano uguale.

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  29. @Goodidea
    Interessante… quindi in assenza di un insegnante per malattia la responsabilità a chi passa? Allo spirito santo?
    E quella del raddoppio degli alunni poi dove l’hai letta? Su Topolino?
    Ma per piacere, dai.

    Guarda che anche quando andavo a scuola io gli insegnanti si ammalavano e l’organizzazione generale non è che facesse scintille. Non le ha mai fatte.
    Ma non era tutto e solo un ripetere “non è di mia competenza”.
    E qualche volta si rimaneva in classe incustoditi, lo ricordo nitidamente, con bidelli e/o il preside che ogni tanto piombavano all’improvviso.
    In tanti anni di scuola elementare, media e superiore non ho memoria di essere mai stato smistato qui e là in classi altrui.

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  30. Anzi, all’inizio lezioni, eravamo praticamente incustoditi tutto l’anno e dentro le mura scolastiche. Si entrava in classe e tipicamente la prima lezione iniziava dieci-quindici minuti dopo. E non ricordo sia mai morto nessuno, per questo.

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  31. Credo che frap abbia ragione sul discorso organizzativo (a proposito, se i due presidi si parlassero le 2 ore nella seconda scuola potrebbero dartele un giorno in cui non lavori nella prima), ma dimentica alcuni dettagli.
    Per organizzare meglio i presidi dovrebbero avere autonomia e responsabilità gestionale (inclusi poteri sanzionatori, di trasferimento o licenziamento), bidelli e segretari andrebbero convinti a non aggrapparsi ai mansionari come se ne andasse della loro vita, gli orari degli insegnanti andrebbero allungati contestualmente alla riduzione degli organici.
    Tutte cose che richiedono un certo impegno da parte del ministero (anche economico: la flessibilità si paga, per non parlare degli aumenti di orari).
    Da brava ministra italiana la Gelmini ha fatto una riforma a metà, contando sull’arte di arrangiarsi per sistemare i buchi.

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  32. Ah, e invece di sparare numeri a caso, sarebbe bene che qualcuno se li leggesse quei numeri.
    Magari scoprirebbe che negli ultimi 10 anni, (su base 1999) la curva di crescita complessiva del numero degli alunni nella scuola statale non va oltre il +3% ed il calo complessivo nel numero degli insegnanti non arriva al -2% (vedere pag. 17)
    Ci sono anche tutti i dati sintetici per regione.
    Poi naturalmente i dati variano, percentualmente, secondo la tipologia di scuola.
    A pag. 208 guardatevi la curva di distribuzione d’eta degli insegnanti e a pag. 206 quella per genere.
    A pag. 218 guardatevi le curve del personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, compreso il personale ATA.

    http://www.pubblica.istruzione.it/mpi/pubblicazioni/errata_corrige.shtml

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  33. Interessante… quindi in assenza di un insegnante per malattia la responsabilità a chi passa? Allo spirito santo?
    La responsabilità passa al docente che prende in custodia gli alunni. Se questo “passaggio” non avviene sarà il preside a risponderne, in casi rari il personale ausiliare (che vigila principalmente durante la ricreazione).

    E quella del raddoppio degli alunni poi dove l’hai letta? Su Topolino?
    Ma per piacere, dai.

    Se un docente ha un’aula di 10 alunni ed è costretto ad ospitarne altri 10, le probabilità di incidente raddoppiano, statisticamente viene indicato come +100%.

    Noto in te il danno dovuto ad alcune ore di insegnamento perso. Comprati un buon libro di matematica e chiedi a Galatea ripetizioni. Magari ha voglia di arrotondare in nero…

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  34. @->Frap: Senti, Frap, se vuoi far polemica per farla, vabbe’: ma la scuola, come ha giustamente fatto notare Goodidea, ha delle responsabilità giuridiche. Se all’epoca tua ti lasciavano pascolare senza sorveglianza, i tuoi professori ed il tuo preside, oltre che essere incompetenti, erano pure incoscienti, perché se ti fosse capitato qualsiasi cosa (dallo scivolone fra i banchi al compagno che ti accoltella con il temperino)i responsabili a livello penale erano loro. Lo trovo anche giusto, peraltro, perché a me i genitori affidano i figli, e quindi non esiste che io li lasci da soli perché esco a prendermi il caffè: se lo faccio commentto una negligenza imperdonabile. Se però io non sono a scuola per malattia e non c’è nessun altro che possa supplirmi, il Preside, poveraccio, non può, per legge, lasciare la classe da sola, e non è detto che abbia un bidello libero per mettercelo lì tutta un’ora. A te non è mai capitato di essere smistato? be’, perché c’erano pià insegnanti per fare le supplenze (magari vi facevano fare quel caspita che volevate o erano in corridoio a parlare fra loro, tanto che non ti ricordi nemmeno che fossero presenti, ma almeno formalmente c’erano!). Oppure, ripeto, se vi lasciavano soli eravate in un istituto di completi incoscienti.
    Il numero degli alunni in questo caso non c’entra un beneamato: il problema non è che ci sono più classi o più alunni per classe, il problema è che io ho meno ore disponibili complessivamente, per cui, anche a pari numero di alunni per classe, non posso più garantire la copertura di ore se una collega non c’è.

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  35. @->Jazztrain e Marcello: No, mi hanno dato due ore in un paese, poi sfrutto l’ora buca per spostarmi nell’altro e fare un’ora di lezione… naturalmente non posso nemmeno scaricare il costo della benzina. E comunque sono sempre più fortunata di prima, quando avevo la cattedra tutta in una scuola, ma ad un’ora e un quarto di treno (+dieci minuti a piedi per arrivare a scuola e dieci di macchina per arrivare alla stazione) da casa.

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  36. Il numero degli alunni in questo caso non c’entra un beneamato: il problema non è che ci sono più classi o più alunni per classe, il problema è che io ho meno ore disponibili complessivamente, per cui, anche a pari numero di alunni per classe, non posso più garantire la copertura di ore se una collega non c’è.
    Da che ho ricordi io, è sempre stato così: non comprendo, perciò, dove sia la novità.
    In realtà, in Italia, le riforme si fanno solo sulla carta e, spesso, senza conoscere veramente i problemi ai quali si pretende di dare soluzione. In pratica, vale sempre la vecchia affermazione tratta dal Gattopardo: ssi cambia tutto per poi non cambiare nulla.
    Ribadisco: da quando poi ho scoperto che l’ispiratore della riforma Gelmini è Giorgio Israel ….. 😦

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  37. @Goodidea
    Confermo, la teoria della probabilità tu devi averla letta al massimo su Topolino.

    @Gala
    Siccome son io che faccio polemica… mica tu con questo post, eh?
    Ci dici cortesemente quante ore di insegnamento frontale e quante a disposizione facevi 9 anni fa, quante 5 anni fa, quante l’anno scorso e quante invece ne fai quest’anno?
    Ci aggiungi anche il numero complessivo di ore settimanali nei medesimi periodi, per piacere?
    Che allora forse riusciamo a capirci tutti quanti meglio.

    En passant ti dirò, ad. es., che i lavoratori del comparto metalmeccanico fanno 40 ore la settimana, che fra ferie, festività soppresse, ROL e quant’altro si riducono di fatto a circa 36 effettive settimanali (su base annua).

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  38. Quello che non capisco dai commenti è se c’è almeno una ragione, una sola seppur piccolisima che consente di dar ragione al Ministero. A mio avviso ci sono due settori su cui non si può e non si deve risparmiare, ma nei quali si deve investire molte e adeguate risorse è sono la Salute e la Scuola.
    Non è attraverso i tagli che si ottiene una scuola migliore, su questo non c’è dubbio. Magari pagando adeguatamente gli insegnanti si potrebbe pretendere che siano tutti molto motivati e preparati invece che disperatamente soli e scoraggiati. Magari facendo si’ che il corpo insegnante sia composto anche da persone che vi lavorano non per “passione” e professionalità, non solo perchè per loro è l’ultima spiaggia. Credo che tutti siano d’accordo che per trasmettere conoscenza e cultura ci vuole tempo e denaro, chiedetelo alle istituzioni scolastiche private 😉
    Comunque Gala, ti capisco. A volte bisognerebbe andare nei Ministeri per gridare “Andate a lavorare, fannulloni!”, senza con questo riferirsi ai dipendenti, ma ai dirigenti stessi. Come direbbe Brunetta: il coltello si vede dal manico o no?
    Ross

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  39. Signorina Galatea,
    Premetta che la Gelmini peggiora la scuola ( a dimostrazione che al peggio non c’è mai fine; ma di “peggio” si tratta, per l’appunto).
    Premetta anche che deve essere combattuta (la Gelmini).
    Si volga, però, anche in basso, e valuti le tre questioni venute fuori: l’orario di lavoro, l’autonomia, la collegialità.
    Pensi agli insegnanti e ai dirigenti scolastici (come sono) rispetto a questi problemi.

    P.S.
    Lo dico pure rispetto alla libertà didattica che, in una scuola buona, dovrebbe essere esercitata collettivamente (non mi tiri in ballo la Costituzione, però).

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  40. @rossaura
    Scusa rossaura, ma tu credi per caso che noi si viva in un Paese con risorse economiche infinite?
    Ti faccio presente che per il 2008, il 97% del bilancio della Pubblica Istruzione se ne è andato per pagare (poco) il personale.
    Ti faccio altresì presente che il ns. debito pubblico viaggia intorno ai 1700 miliardi di euro (85% in titoli di stato) ed è in costante crescita, quando il PIL annuo (cioè tutta la ricchezza che riusciamo a creare come Paese) viaggia +/- sui 1550. E’ il terzo debito al mondo per entità.
    Secondo il patto di stabilità il rapporto debito/PIL dovrebbe arrivare al max. al 60%. Nel 2008 stavamo al 105,8% .
    Non dobbiamo risparmiare ma investire molte e adeguate risorse?
    Ma di che stiamo parlando, scusa…

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  41. tagliare sulla scuola è sbagliato, è come segare il ramo dove stai seduto; e io non sono un insegnante ma un artigiano, quindi non scrivo “pro domo mia”

    c’è un problema però, ed è la qualità degli insegnanti in relazione allo stipendio: la mia figliola ha finito l’anno scorso il classico in una scuola statale di una importante città del nord vicina al lago d’iseo, ebbene, ho incontrato insegnanti veramente in gamba, persone di qualità elevatissima, cui sarò sempre grato; però in un’altra scuola, in un’altra città, invece, ho trovato alcuni insegnanti decisamente scadenti, incapaci d’insegnare, incapaci di far amare la cultura ai ragazzi, incapaci insomma (non tutti, ma alcuni sì, sono così); ebbene, il problema è: prendono tutti lo stesso stipendio, sia quelli eccezionali, e ce ne sono, sia quelli più adatti di certo per altri lavori (la miniera, per esempio, senza offesa per i minatori veri, sia chiaro)

    come si risolve?

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  42. galataea, cara collega, siamo davvero tutti nella stessa barca. capita la stessa IDENTICA cosa anche nella mia scuola.
    e non so se ridere o innervosirmi per tutti i sapientoni che pensano di avere sottomano la soluzione di tutti i problemi “con un po’ più di organizzazione”, senza nemeno conoscere i vincoli, anche legali, della nostra professione.

    @frap:
    1) rispetto anche solo a 15 anni fa la responsabilità dei docenti dal punto di vista legale è stata aumentata a dismisura. per muovere anche solo un passo ormai ci vogliono 4 o 5 autorizzazioni e/o liberatorie. inoltre, il famosto Statuto degli Stidenti ha di fatto limitato enormemente il potere “coercitivo” di insegnanti e dirigenti. dare una sospensione anche solo di pochi giorni è u nvero e proprio affare di stato con tanto di convocazione di Organi di garanzia et similia.
    2) tu sei stato a scuola in un ambiente privilegiato, il Trentino-Alto Adige è davvero un altro mondo rispetto al resto d’Italia , te l’assicuro. ho conosciuto colleghi della tua regione e il confronto con la mia realtà è davvero impietoso(e io insegno in una grande città lombarda, mica in un paesino dell’aspromonte!).
    3) fino a prima dell’imposizione Gelminian-Morattiana delle cattedre a 18ore e della riorganizzazione oraria, ad esempio la cattedra di lettere alle medie era ripartita così:
    classi a tempo normale:
    prof A: 11h in 2^ (7italiano + 4sto&geo) e 7 ore ita in 1^ = 18 ore
    prof B; 11h in 3^ (7italiano + 4sto&geo) e 4ore sto&geo in 1^ = 15 ore (le restanti 3 per supplenze e ore alternative, alfabetizzazione)
    classi a TP:
    15 ore in classe (11 frontali, 4 di laboratori e/o compresenze). le restanti 3 a disposizione per mensa, supplenze e ore alternative, alfabetizzazione.

    ora, ad esempio nella mia scuola io faccio 10ore (ita, geo&sto, citt&cost) in una seconda e 8ore (ita, citt&cost, storia) in prima. così anche altre colleghe: tutte abbiamo 18ore di lezione frontale. inoltre c’è un povero disgraziato che copre le due ore di geografia in quasi tutte le classi. e noi siamo riusciti a contenere il disagio, in alcunescuole ci sono classi che hano un insegnante pe ritalaino, uno per storia, uno per geografia… perchè non riusciva a far tornare i conti.
    quindi, la Gelmini, oltre ad aver creato un grosso problema per supplenze e ore alternative, ha anche fatto in modo che all’interno delle classi si sia creato un turnover pazzesco di docenti che appartengono però alla stessa area disciplinare.

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  43. @->Frap: il mio contratto prevede 18 ore di lezioni a settimana a scuola, più una di ricevimento settimanale dei genitori, e quelle che passo in Consigli di Classe e Collegio Docenti, per poco più di 1300 euro. Non vengono conteggiate le ore che passo a casa, a correggere i compiti, preparare le lezioni, compilare i registri e le relazioni per documentare il lavoro svolto in classe.
    L’anno scorso avevo 15 ore frontali di lezione in classe, in una prima media (27 alunni) in cui facevo storia e geografia e una terza (25 alunni) in cui facevo storia, geografia e italiano: il che significava botte di più di 50 compiti di correggere almeno una volta a settimana, fra test, schede, compiti di grammatica, temi in classe ed a casa. Le altre due ore, a disposizione, le usavo per l’alternativa alla religione: seguivo dieci alunni di tre classi diverse: tre erano stranieri. Una era per le supplenze.
    Il primo anno che ho insegnato, invece, avevo solo una terza media (italiano, storia e geografia) di 22 alunni. Facevo 11 ore di lezione frontale. Le restanti 6 le usavo per seguire tre piccoli gruppi di alunni stranieri di 6/7 ragazzini che avevano bisogno di imparare da zero o potenziare l’italiano: uno alla mattina e due al pomeriggio, mentre l’ultima ora ero a disposizione per coprire le assenze dei colleghi.
    Sinceramente, Frap, ne ho proprio le tasche piene, ma piene all’inverosimile, di chi usa le argomentazioni che usi tu per trattarmi come una mangiapane a tradimento che si lagna stando in una posizione privilegiata. Un operaio lavora più ore di me per lo stesso stipendio? Non ne dubito, ma facciamo lavori diversi che richiedono diverse competenze. Se dobbiamo usare lo stesso metro di giudizio, allora anche un medico, un magistrato(che hanno alle spalle lo stesso tipo di curriculum di studi mio, cioè una laurea specifica e poi l’assunzione tramite concorso) dovrebbero fare gli stessi orari di un operaio ed essere pagati come lui: è un’idea un po’ comunista, ma per me va bene.
    Se invece vuoi che io lavori 36 o 40 ore a settimana, non c’è problema: mi paghi il doppio di quello che mi dai ora, più la quattrodicesima, almeno, e mi fornisci anche uno studio dove correggere i compiti e poter stare all’interno dei plessi scolastici, tenendoli aperti il pomeriggio, perché ora questo posto dove lavorare, tra l’altro, non ce l’ho: ho solo una sala insegnanti dove mi devo litigare le sedie con i colleghi, e un cassetto dove tenere i libri.
    Se ritieni che tutti siano capaci di fare l’insegnante perché tanto è un lavoro facile, prego, accomodati e fallo tu.

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  44. @->moltanoia: Quali insegnanti? Tutti in blocco? Specificare, prego. Chi spara nel mucchio non dice un caspita, in realtà. E’ come dire che vanno buttati a mare tutti gli architetti o fucilati tutti gli imprenditori…

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  45. Per l’amor di dio! Per cambiare bisogna sempre far leva su quelli che vogliono il cambiamento; bisogna sempre dividere.

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  46. @rossaura
    E tanto perché tu ti renda conto di cosa vuol dire oltre 40 miliardi di euro di costi del personale per la PI, puoi dare un’ occhiatina a QUESTO, che sarebbe poi il budget 2009 dello Stato Italiano (fabbisogno pari a circa 480 miliardi di euro di spesa).
    Allora, vediamo un po’ :
    285 miliardi di euro (59%) sono costi dislocati, in pratica finiscono agli enti locali e fra le altre cose finanziano la sanità regionale.
    24 miliardi sono fondi di riserva (5%) e servono in pratica per le emergenze
    81 miliardi (17%) finanziano il debito pubblico, in pratica servono a pagare gli interessi sui titoli di stato.
    E siamo così arrivati al 81% del budget (intoccabile, praticamente)
    Restano 91 miliardi (il 19%). Di questi 91, 80 circa (che significa l’ 88% dei 91) se ne vanno per pagare il personale della pubblica amministrazione.
    Di questi 80, in pratica, il 50% serve a pagare il personale della PI.
    E’ abbastanza chiaro il concetto?
    Tu cosa deduci da tutto ciò?

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  47. “Chi ha il ruolo e non riuscirà raggiungere il tetto massimo delle 18 ore sarà costretto ad andare in altre scuole per completare l’orario”

    In certi casi bisognerebbe provvedere al licenziamento in tronco dei somari acclarati. Nessuno che sottolinei quanto costa allo stato, e ai contribuenti, la promozione dell’ignoranza attuata da alcuni somari in trespolo. Se qualcuno avesse letto in passato quel che scrive (e come lo scrive) il nostro beneamato si renderebbe conto che queste sono quisquilie.

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  48. @Gala
    Bene, mi verrebbe da dire che, settimanalmente e su base annua, sei a scuola in media tra le 16 e le 18 ore, ti torna? Le restanti 18 a settimana lo Stato te le riconosce per il lavoro che fai a casa. Lo stipendio che citi, in un’azienda metalmeccanica media, è +/- quello di un 5 livello dopo qualche anno, non quello di un operaio. Fidati, so molto bene di che parlo.
    Sei praticamente illicenziabile (a meno di grosse grosse castronerie) e puoi gestire metà del tuo tempo lavorativo con relativa flessibilità. In un’azienda sopra i 15 dipendenti, con un minimo di 5 per legge, si fanno i licenziamenti collettivi per crisi, mancanza di lavoro e/o ristrutturazioni. La trafila è lunga, ma si fa.
    Non sei una mangiapane a tradimento, ma nel privato le cose sono ben diverse, credi. In tempi di crisi poi, parecchio, parecchio diverse.

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  49. @-> Frap: Ah quindi spiegami: siccome c’è chi sta peggio di me in altri campi lavorativi e facendo altri lavori, non ho il diritto di dire che la riforma Gelmini fra schifo, che si sta peggiorando il servizio che si dà agli studenti e che le nuove idee hanno avuto la ricaduta di rendere a me ancora più difficile fare bene il mio lavoro? No? La prossima obiezione, Frap, quale sarà? Che siccome in Africa si soffre la sete, se a scuola mi tagliassero l’acqua non dovrei lamentarmi, altrimenti “faccio politica”, come dice il ministro?

    PS: io devo essere sempre presente a scuola 18 ore, non 16 ore e due “variabili” come interpreti tu.

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  50. @Gala
    Forse non mi spiego bene…
    Io, da contratto, faccio 40 ore a settimana (8 x 5).
    Dopodiché considerate ferie, permessi, ROL, ecc. ecc. è come se di fatto lavorassi tutte le 52 settimane dell’anno per 36 ore circa la settimana.
    Va bene che insegni italiano… ma a luglio, agosto e metà giugno/settembre sei sempre a scuola per 18 ore fisse? Ma ce le avete le ferie alla PI?
    Tenendo conto di consigli di classe, scrutini, ecc. ecc. ho stimato che, ragionevolmente, dovresti stare a scuola, in media, tra le 16 e le 18 a settimana equivalenti su base/anno.
    Non è così? Correggimi…

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  51. Galatea, la prego, non dica che non si deve parlare di orario di lavoro.
    Ai tempi della Dc la questione era intoccabile: una variabile indipendente, insomma.
    I sindacati se ne sono impadroniti solo dopo.

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  52. La scuola deve essere cambiata, e sarà cambiata, perché così com’è non funziona. Qualunque ministro della pubblica istruzione, presente e/o futuro, adotterà misure che non piaceranno. Non lamentatevi troppo della Gelmini, che appare, in fondo, cauta e prudente.

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  53. Ciao Galatea! Sono anche qui su wordpress e tra qualche tempo penso di trasferirmi e togliermi da splinder.
    La scuola? Un disastro. Per noi docenti solo ONERI nessun ONORE, nonostante i salti mortali che abbiamo sempre fatto! Ogni governo ci mette alla prova sapendo che siamo capaci di fare brioches anche con la crusca, ma temo che con le continue restrizioni ciò non sarà possibile…

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  54. Per concludere, poi smetto coi numeri (giuro), qualche dato sulla regione Veneto (sig.ra Gala):

    Totale alunni: 576.181 di cui disabili 12.149
    Totale classi: 28.026 (in media 21 per classe)
    Totale insegnanti: 55.637 di cui di sostegno 5.594 (10% circa)
    Totale ATA: 18.518

    rapporto insegnanti/alunni : 1/10
    rapporto ATA/alunni : 1/32

    Nella scuola media (sig.ra Gala):

    Totale alunni: 130.656
    Totale classi: 6.023 (in media 22 per classe)
    Totale insegnanti: 13.063 di cui di sostegno 1.861

    rapporto insegnanti/alunni : 1/10

    (vedi pag. 337 link di cui sopra)

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  55. Cribbio, ho letto una sfilza incredibile di commenti sensati, in particolare l’ultimo del sig. (sig.ra) Area.
    Un tempo, a stipendi differenziati, erano differenziate le responsabilità, e alcuni insegnanti (non tutti: ma allora si riconosceva una gerarchia tra le materie e non si blaterava di pari dignità) potevano essere considerati davvero professionisti, e perciò non era corretto misurare il loro stipendio su base meramente oraria. Le responsabilità di formazione e istruzione vere non erano e non sono equamente distruibuite; ma oggi gli insegnanti devono essere considerati come impiegati, spesso esecutivi. Con la deresponsabilizzazione generale dovuta al voto di consiglio, se vuoi prenderti la responsabilità di dire che un somaro dev’essre fermato, o perché privo di attitudini o perché intenzionato a non fare un tubo, devi lottare contro una pletora di stuoini che se la fanno sotto davanti al dirigente scolastico, che pensa solo a mantenere la dirigenza: se scende il numero degli alunni, addio.
    Nessuno lo vuol dire, ma ci son ragazzi che stanno a scuola per mantenere il posto di lavoro agli insegnanti (e agli altri operatori scolastici). Ma la scuola non dovrebbe servire a questo. L’innalzamento dell’obbligo è in teoria un’ottima cosa, ma nella realtà dei fatti significa parassitismo; in un paese serio non sarebbe così, ma da noi sì. Per negarlo, giù badilate di retorica educativa!
    Ma senza una realtà produttiva efficiente, chi mantiene i servizi? Ora, noi docenti non serviamo all’attività produttiva, non serviamo più, da un pezzo, a formare una classe dirigente, non serviamo praticamente a niente se non a mantenere il nostro posto di lavoro. Questo parlando del sistema in sé. Se poi ognuno parla per sé, neanche i somari acclarati ammettono di ricevere uno stipendio per far danni.
    Del resto, sono anni, forse decenni, che nessuno studente davvero bravo pensa di andare a fare l’insegnante; e con ragione. Ma come può funzionare bene una scuola dove finiscono in grande maggioranza quelli che mai riuscirebbero a conseguire una laurea in altre facoltà, e anche la matematica e la fisica le insegnano ormai in prevalenza i laureati in biologia?
    Ma per piacere.

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  56. @lo scorfano
    Se accorciate di 5 minuti, moltiplicato 18 fa un credito di 90 e non di 60 minuti.
    Dovreste fare 55*18 + 1 ora e mezza a disposizione. Se invece fate un’ora non credo ci sia tanto da lamentarsi…
    A meno che non abbiate 12 ore frontali a settimana. 12*5=60

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  57. La prossima volta parliamo dei controllori di volo, poi dei medici, dei notai, dei ferrovieri, degli avvocati, dei metalmeccanici, dei commercialisti, degli operatori ecologici, …. così, per par condicio. Tanto, ce n’è sempre per tutti.
    Ma le corporazioni non erano state costituzionalmente abolite? 😀

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  58. oddio, di nuovo la storia del rapporto insegnante/alunno…
    l’ho scritto su non so più quanti blog e forum:
    in Italia abbiamo un più alto raporto insegnanti alunni per questi 3 motivi:
    1) qui si studiano più discipline che all’estero
    2) qui ci sono docenti di una disciplina che all’estero semplicemente NON ESISTE: religione
    3) qui hanno un contratto da docente anche figure professionali (docenti di sostegno/insegnanti tecnico-pratici/docenti che si occupano di laboratori o biblioteche) che all’estero non ce l’hanno e sono addirittura in conto-spese ad altri ministeri (es: i docenti di sostegno).s enza contare che in Francia e germania, ad esempio, esistono ancora le scuole speciali per i portatori di handicap e quindi quei docenti fanno parte di un’altra “parrocchia” che non entra nel computo.

    comunque, il dato lombardo (che trovate qui http://www.istruzione.lombardia.it/ in alto a destra) dice chiaramente (pagg.45 e 46) le pagine 45 e 46 in cui si legge che, rispetto all’anno scorso, gli alunni della scuola primaria in Lombardia crescono in organico di fatto di 4.878 unità, (pari al 1,19%); le classi aumentano di 22 unità (0,10%); i posti diminuiscono del 3,26% o che la scuola secondaria di primo grado, in organico di fatto cresce rispetto allo scorso anno di 6.699 alunni, (pari al 2,79%); le classi aumentano di 154 unità (1,39%). A fronte di tale aumento, e per effetto di una razionalizzazione delle risorse, i posti in organico di diritto diminuiscono dell’11,05%.
    mica bubbole.

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  59. Ma i ciccini con gli occhi da Bambi, durante la ricreazione, vanno in cortile a giocare a un-due-tre-Maria-Stella ? 😀

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  60. X Frap: spesso si confonde la fine dell’attività didattica con l’inizio delle ferie; nulla di più falso; un esempio banale che smentisce questa vulgata è la formazione delle commissioni miste d’esame di stato nelle scuole medie superiori.
    Le commissioni si riuniscono la metà di giugno (prima degli scritti, ci sono le riunioni preliminari) e si sciolgono dopo la metà di luglio finiti gli adempimenti burocratici.
    Di solito, dopo la fine degli esami di stato, si prendono le ferie di 32+4.
    Il primo settembre si riprende servizio con il Collegio Docenti, le riunioni di dipartimento etc…, quando si è in servizio la dirigenza ti obbliga a presenziare, altirmenti risulti essere assente ingiustificato.
    Smettiamola una volta per tutte di parlare per luoghi comuni: è una balla colossale quando si afferma che gli insegnanti hanno tre mesi di ferie.

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  61. @lanoisette
    Quei numeri sono già depurati dagli insegnanti di religione.
    Depura gli insegnanti di sostegno e gli alunni disabili.
    Scendiamo ad un rapporto 1/9.
    La Lombardia ha rapporti del tutto in linea con quelli del Veneto.
    I numeri in assoluto, invece, raddoppiano.

    Puoi verificare. Dati ufficiali del Ministero PI (pag. 333 del .pdf)

    http://www.pubblica.istruzione.it/mpi/pubblicazioni/errata_corrige.shtml

    Dopodiché girala pure come ti pare, ma son tutti stipendi che paghiamo.

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  62. @jazztrain1
    A casa mia, 36 giorni di ferie annui su 6 gg. lavorativi/settimana, farebbero 6 settimane di ferie, cioè 6*18 = 108 ore di non presenza a scuola.
    Ne consegue che ((52-6)/52)*18 = 16 ore/settimana di presenza su base annua.
    A Natale e Pasqua niente ferie? Perchè allora scendiamo ancora.
    Io ho stimato una presenza fra le 16 e le 18 ore.

    Scusa, ma la matematica non è un’opinione, anche se questo è un luogo comune. E per colpa tua sono venuto meno a un giuramento. 😉

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  63. L’attività didattica si sospende il 23 dicembre
    Considera che nel periodo delle feste natalizie ci sono ben 4 giorni di feste (Natale, S.Stefano, Capodanno ed Epifania) per non parlare delle domeniche, poi, come ben sai, esiste una lunga tradizione delle festività natalizie e le famiglie vogliono trascorrere le feste con i figli.

    A Pasqua l’attività didattica finisce il giovedì santo e ricomincia il mercoledì successivo.

    Non ricordo con precisione, spero che Galatea mi corregga, durante l’anno è possibile chiedere max 6 giorni di ferie.
    Per quanto riguarda le ferie: dall’inizio dell’anno scolastico sino a luglio ogni mese si cumulano ben due giorni e mezzo di ferie più 4 di festività soppresse più le sei che non sono state inopinatamente bruciate per un totale di giorni di ferie che sono all’incirca di 1 mese e 5 giorni (dal 20 luglio al 31 agosto, escluso le domeniche e i giorni festivi come il 15 agosto).

    E’ obbligatorio prendere ferie, gli unici che non possono farlo sono gli insegnanti precari il cui contratto scade il 30 giugno (contratto che può essere proprogato quando l’insegnante precario è nominato commissario d’esame). Poiché questi ultimi non possono godere delle ferie, lo stato li rimborsa economicamente con le ferie non godute (non dimentichiamo che a giugno non prendono più lo stipendio sino a nuova nomina).

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  64. @->Frap: Sono in servizio per tutto giugno e per tutto settembre, fra riunioni, collegi, commissioni ed esami: sotto esami mi è capitato di fare anche 12 ore di fila a scuola, dalle 8 alle 8, perché bisognava correggere i compiti il giorno stesso in cui si era fatta la prova. Di solito nei primi 15gg di luglio si è reperibili e dipende dalle commissioni in cui sei stata messa, a me, un paio di anni fa, quando ero in commissione formazione classi, è capitato che il 29 luglio il Preside mi chiamasse per rifare gli elenchi (I ragazzini si iscrivono in continuazione, soprattutto gli stranieri), nonostante tecnicamente fossi già in ferie. Di ferie ferie ci spettano i 36+4, come diceva Jazztrain, escluse le festività. Non dico che non sia un lavoro che non lascia ampi margini di tempo “libero”, più di altri magari: ma spesso e volentieri ci sono anche molte leggende metropolitane su questo fatto, perché moltissimi tendono a pensare che quando non ci sono lezioni gli insegnanti stiano a casa a non fare un tubo.
    Faccio poi rilevare ( e questo non è difesa corporativa, ma un dato di fatto che nessuno tiene in conto mai) che anche il tipo di lavoro è molto particolare. Un impiegato, un dirigente, chi insomma svolge una attività,,ad esempio, davanti ad un computer, fa sì otto ore, ma ha durante quelle otto ore la possibilità di “staccare”: nessuno resta concentrato otto ore davanti allo schermo: si può alzare quando vuole, pensare per cinque minuti a qualcosa di suo, aprire facebook o leggere la posta elettronica. Un insegnante magari ha solo quattro ore in classe, ma durante quelle quattro ore, se sono lezioni frontali, sei costretto ad essere costantemente concentrato: non solo per fare lezione, ma anche per sorvegliare, rispondere alle domande, etc. Dopo “solo” quattro ore in classe sei spompato, se fai bene il tuo lavoro. Poi è ovvio che ci sono quelli che il loro lavoro lo fanno male. Ma quelli fanno male qualsiasi lavoro, quindi per piacere smettiamola di parlare come se l’intera catagoria degli insegnanti fosse costituita di lavativi che vogliono solo preservare i loro assurdi privilegi. Non è così. Soprattutto se magari questi ritornelli li si sente in bocca a chi non si è mai trovato neppure per un minuto a fare l’insegnante. L’esperienza da alunno è totalmente diversa. Frap, toglimi una curiosità: tu ti sei mai trovato a dove fare una lezione, anche solo per cinque minuti, magari per un corso di formazione ai colleghi?

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  65. @–>Gala
    Io sì, ma solo a laureati e diplomati. E’ chiaro che non è la stessa cosa dell’insegnare a piccole pesti turbolente e chiassose, in continuo movimento e prive di qualsiasi attenzione nei tuoi confronti e di quello che stai spiegando, che sarebbero capaci di stimolare in me unicamente pensieri di natura disturbata ossessivo-compulsiva del tipo “arbeit macht frei”, “arbeit macht frei”, “arbeit macht frei”, “arbeit macht frei”……

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  66. @Gala
    Oh yes e ripetutamente…
    E per anni, da studente universitario, ho anche tenuto lezioni private di matematica ed informatica.
    Ad es. ricordo una tua collega studente del classico, non stupida ma svogliata, sempre vestita da fighetta e che aveva un professore di matematica incapace di spiegare.
    Passò inspiegabilmente dal 5 al 7 a fine anno.
    E siccome non le bastava, durante una lezione sui numeri complessi in cui ‘sto “professore” ri-raccontava alla classe che l’unità immaginaria i=radice_di(-1), alzò la manina e disse “ma non è mica vero… e glielo dimostro!”. Andò alla lavagna e dimostrò che palesemente non è così. Naturalmente la lezione dopo, quando mi disse questa cosa, la cazziai dolcemente chiedendole “Ma hai deciso di farti bocciare, per caso?” 😉

    Di fare gli straordinari capita a tutti.
    Le lezioni comprendono anche compiti in classe, esercizi, interrogazioni, ecc. ecc. durante i quali la “pressione” è sensibilmente + bassa.

    Per legge (sicurezza sul lavoro) chi lavora davanti ad un PC ha diritto ad un intervallo di 15 minuti ogni due ore. Facebook, YouTube e compagnia bella nelle aziende te lo scordi: ormai filtrano praticamente tutto.
    Noi siamo avvertiti, ad. es., che i ns. collegamenti Internet sono tracciati e che possiamo usare lo strumento solo per lavoro.
    E se ho delle scadenze da rispettare, col cavolo che mi alzo quando voglio.

    40 gg di ferie qua si maturano con almeno 18 anni di anzianità filata in una medesima azienda.
    A proposito, il contrattto metalmeccanico dell’Industria, praticamente lo si adotta ormai quasi dovunque non si possa applicare quello del commercio, tessile o chimico. Fior di laureati, ingegneri, ecc. ecc. sono sottoposti a quel contratto.

    E poi dove ho scritto che siete tutti lavativi?
    Il punto invece è che siete in troppi e che per pagarvi in modo un po’ più decente (e secondo merito) almeno il 25% dovrebbe passare a fare altro nel mondo produttivo.
    Triste dirlo, ma i numeri purtroppo dicono così.

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  67. Concordo con frap, soprattutto l’ultimo commento, e mi permetto di aggiungere una cosa.

    Non sono gli insegnanti stupidi o fannulloni: è il sistema che seleziona e porta ad una grandissima inefficienza complessiva. L’insegnante è forse l’unico lavoro dove non c’è nessun controllo su quello che viene prodotto: qualsiasi cosa faccia, l’unico e solo feedback che riceve è il voto che egli stesso attribuisce agli studenti. Quell’unica forma di riscontro è cioè fornita dall’insegnante stesso.

    Questo è fuori da ogni logica: anche l’insegnante più bravo e dotato fa errori (come chiunque altro), solo che nessuno glielo dice. Nel corso della sua carriera un insegnante non verrà mai corretto su nulla, e questo non succede a nessuno.

    Sul fatto che negli altri posti di lavoro si cazzeggi, è anche vero. La differenza è che del mio cazzeggio l’azienda ha un log completo ed esaustivo. Il giorno in cui io non dovessi fare quello per cui sono pagato, o quando l’azienda avrà deciso di ridurre l’organico, il mio superiore mi chiamerà, mi mostrerà la stampata del mio cazzeggio e mi dirà “il tuo rapporto di lavoro con noi termina fra 20 giorni lavorativi a partire da domani”.

    Invece del professore che entra in classe e non fa niente, o che spiega cose che non conosce, nessuno saprà mai niente. E anche se in qualche modo si venisse a sapere, non ci sarà niente da fare. E se anche si può fare qualcosa, ci vogliono anni. E intanto quel professore ha rovinato la vita di un buon numero di studenti (perché di solito quelli così sono anche delle merde umane).

    E’ anche una questione di responsabilità, che un insegnante ha solo davanti alla propria coscienza. E lo si capisce perché tutti gli insegnanti sono preoccupati per il famigerato ricorso per colpa del bambino che è scivolato in corridoio (a sentir loro le scuole sono peggio del boot camp dei marines; chissà come fanno gli allenatori delle giovanili di calcio o gli insegnanti di arti marziali? Saranno tutti in galera per colpa dei bambini caduti) e mai di riuscire a completare il proprio lavoro ai livelli qualitativi minimi fissati in partenza.

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  68. @->Frap: Le ripetizioni private, dove il rapporto è 1 ad 1 contano fino ad un certo punto: con davanti una classe di 25/27 persone il rapporto “personale” e costante con ogni alunno è di per sè molto diverso. Peggio che peggio se devi avere a che fare con ragazzini dagli 11 ai 14 anni, come capita a me alle medie.
    Se mi dici che gli insegnanti dovrebbero essere selezionati e preparati meglio, posso seguirti, ma taglia di organici del 25% e ti ritroverai con classi di 40/45 ragazzini, di cui magari 10 stranieri a diversi livelli e 5 con handicap: ti lascio immaginare quanto potresti insegnare e quanto quelli potrebbero imparare. I numeri, da soli, non bastano a capire la situazione perché non stiamo parlando di bulloni, ma di esseri umani: ci sono classi di 25 ragazzini che sono gestibili, e altre di 15/20in cui è impossibile, per vari motivi, riuscire ad avere u na situazione vivibile.
    PS: io l’intervallo di 15 minuti ogni due ore posso anche non averlo: quando mi mettono quattro ore o cinque di fila e la sorveglianza durante la ricreazione (e capita quasi tutti gli anni almeno una volta a settimana) non ho nemmeno il tempo di andare a far pipì, a meno che non trovi un collega o un bidello che mi guarda la classe per cinque minuti.. Non è tutto oro quel che luccica. 🙂

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  69. Oddio, i commenti di frap non ce li faccio nemmeno a leggerli tutti.
    E’ molto facile leggere dai manualetti e postare con pomposità le percentuali e gli addendi e i dividendi, per la seria ‘vedete, è stato tutto matematicamente dimostrato e calcolato, tutto funziona!’, quando nella realtà quotidiana non funzione proprio niente.
    Frap è andato o alla scuola di Hogwarts di Harry Potter, con la Sala Grande, le biblioteche chilometriche e i professori che hanno il dono dell’ubiquità, oppure come ha scritto Gaia più sopra, i suoi prof erano degli incoscienti.
    Io mi sono diplomato nel 2003, e ricordo nitidamente di essere stato smistato in continuazione perchè gli insegnanti erano assenti o in ritardo, perchè giustamente se restano imbottigliati nel traffico mentre vanno da una cattedra all’altra, non possono permettersi il teletrasporto.
    La sala con un dvd e un televisore di 15 pollici c’era, ma come ha scritto Gaia, se non c’era uno straccio di insegnante a sorvegliarci allora fuffa.
    Eravamo sedicenni, non bimbi di tre anni a cui dai il cioccolatino e il cartone animato e si stanno zitti e buoni, appena l’insegnante andava in bagno, la sala video diventava uno stadio e si faceva di tutto tranne che guardare il film, immaginati un branco di sedicenni rinchiusi in una stanza buia per due ore e mezza e solo un dissociato si illuderebbe che guardino un film in tedesco sottotitolato.
    La biblioteca nel mio liceo non c’era, solo uno scaffale con la Treccani ed un banchetto, due segretarie che benedette loro, erano sempre al telefono o al comune, o al provveditorato, o alle prese con la fotocopiatrice del 1993 che si era inceppata.
    Comprare il videoproiettore con i fondi della scuola? ma Frap sei mai entrato in un negozio di elettrodomestici per vedere quanto costa? Se non si hanno i soldi per i banchi nuovi, come si può pretendere di avere un videoproiettore per ogni classe?
    La finisco qui con questo sfogo, ma quando leggo certa gente che pretende di risolvere dei problemi con radici così radicate nello stesso modo presuntuoso di frap, e per giunta con la chiusa finale di ‘eeeeh, i miei erano altri tempi, sì sì’ mi scende il latte alle ginocchia.

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  70. @->Tommy: Io per prima non mi riconosco affatto nel “modello” che hai descritto: mi aggiorno, sono preparata, pianifico lezioni ed attività, cerco di fare le cose con il massimo scrupolo. Non sono una mosca rara: se uno fa il conto medio di quanti buoni insegnanti e quanti di cattivi o pessimi ha incontrato nella sua vita, si renderà conto che la maggior parte era più che decorosa. Poi, come al solito, restano in mente più facilmente i cretini e le “merde umane”, per lo stesso principio che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
    Noi insegnanti stessi gradiremmo avere più informazioni di ritorno sulle ricadute del nostro lavoro: l’ho detto e ridetto anche su questo blog, sarei dispostissima a farmi valutare periodicamente in maniera seria ed oggettiva. Ma se queste cose non sono state finora introdotte, scusami, non è solo ed esclusivamente per colpa degli insegnanti o per un loro corporativistico rifiuto: è stato anche un totale disinteresse da parte di quasi tutti. In tutto il comparto pubblico solo da qualche anno si fa avanti l’ide che bisogna fare serie valutazioni sull’efficienza del sistema. Inoltre è appunto il sistema che fa acqua, molto spesso: se io, come singolo insegnante, mi trovo stritolato dentro un sistema che non mi dà garanzie, non mi aiuta per nulla ad essere efficiente e non mi dà gli strumenti necessari a lavorare bene, poi non si può neppure dire che ogni risultato negativo è sempre e solo colpa mia, scusa tanto, eh. Secondo te con sei ragazzini di un’altra classe e di un’altra età che mi arrivano fra capo e collo senza preavviso, come descritto in questo post, la qualità della mia lezione, per quanto accuratamente pianificata, migliora o peggiora?

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  71. @TommyAngelo, sono allibito.
    Stai paragonando la lana con la seta: da un ragazzino che va alle giovanili di calcio, i genitori si aspettano che torni col ginocchio sbucciato o una contusione, anzi i papà pigoleranno contenti ‘mio figlio si sta facendo le ossa da vero calciatore, sarà il nuovo Totti!’
    Ma se lo stesso ragazzino torna dall’ora di italiano con tre dita in meno, si domanderà “ma come ha fatto, se doveva stare seduto davanti a un libro? quella scuola è un girone infernale!’ , risultato: insegnante in galera, o licenziato e cancellato dall’Albo.
    Ripeto, da giovani avete avuto l’insegnante privato a casa come Leopardi per caso?

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  72. @Gala
    “…taglia di organici del 25% e ti ritroverai con classi di 40/45 ragazzini, di cui magari 10 stranieri a diversi livelli e 5 con handicap”

    Quando si parla di organici, si parla ovviamente di organici complessivi (insegnanti + amministrativi + ATA + ministeriali).
    Ora mi devi spiegare come fa un taglio del 25% a comportare un raddoppio di alunni per classe. Ma-te-ma-ti-ca-men-te.

    Gala, senza offesa eh, ma forse hai bisogno di rivedere le tue nozioni di aritmetica e di algebra…
    Che un Paese, come un’azienda, non va avanti con le chiacchiere sul sistema, ma con i soldi.
    E da quando c’è la banca centrale europea, gli euro in casa non ce li possiamo stampare più.
    Una scuola come quella dei “bei tempi andati” da 12 ore frontali + 6 “a disposizione” non ce la possiamo più permettere come Paese, dal punto di vista meramente finanziario.
    Ma è davvero così difficile da capire?

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  73. Questo è il nocciolo del problema: non è possibile attuare una concezione meramente ragionieristica dei problemi scolastici. Frap dice che è diventato impossibile sostenere economicamente una cattedra 12+6 ore a disposizione.
    Non tiene conto di un fatto fondamentale: per completare cattedra si devono prendere 6 ore da un altro istituto e se non c’è la disponibilità si diventa perdente posto e il docente viene utilizzato d’ufficio per tappare i buchi presso altri istituti.
    Quello che si vuole far notare è che la politica dei tagli crea dei forti disagi a tutti i livelli, partendo dal personale ATA sino alla Dirigenza che è costretta a convivere in situazioni d’emergenza.

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  74. gentile frap64, io credo che tu abbia delle ragioni in ciò che scrivi, però forse il problema, che è quello che aleggia alla lettura dello scritto della nostra cortese ospitante, forse non è un mero problema di numeri; l’impressione che si patisce è che il professor tremonti ad un certo punto doveva tagliare le spese dello stato; poi si è guardato intorno e la scelta è caduta laddove la propria parte politica non riscuote la maggioranza dei consensi; insomma tagliamo dove di voti già ne prendiamo meno, mentre magari laddove ne prendiamo di più tagliamo di meno; gli stipendi di certi manager sono smisuratamente alti rispetto a quel che guadagna un professore di scuola, però ho l’impressione che sia impossibile tagliare lì, come anche certi privilegi di certe burocrazie regionali, laddove sono bacini elettorali importanti, non c’è verso di toccarli; l’impressione è che si sia scelto la scuola pubblica, tanto è piena di gente non amica del governo in carica; forse sono solo ipotesi da persona ignorante come lo sono io, ma l’impressione che la scuola pubblica non sia molto amata in certi ambienti, è diffusa; magari erroneamente per carità, ma l’impressione è quella

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  75. Scusa Galatea, ma chi ha mai detto quello che mi attribuisci? Ho proprio iniziando dicendo che non ci sono professori fannulloni o stupidi. Ho parlato di sistema nel suo complesso, che prescinde dalla buona volontà del singolo.

    Solo che parlare con un insegnante è impossibile: ogni discorso sarà sempre chiuso da “io non sono uno scemo autistico”, “non ci fanno lavorare”, “se avessimo più soldi faremmo scintille” e alla fine si arriva a “voi non siete insegnanti quindi non sapete niente”.

    Credo sia l’abitudine a non avere un contradditorio e, nel caso, ad averlo con giovani senza esperienza. Siete lavoratori anche voi, come lo è la maggior parte di noi, solo che – a differenza degli altri – non rispondete del vostro operato di fronte a nessuno. Non è colpa vostra, ma è così. Quindi aspettatevi sempre che altri lavoratori trovino difficoltà a sposare la vostra causa, perché le condizioni in cui versa la scuola italiana sono tali da suscitara poca o nulla simpatia.

    I ragionamenti di frap sono semplici, quasi tautologici, sono la normalità del mondo del lavoro. Comprendo che siano difficili da mandar giù quando non si è abituati ad affrontarli, ma bisognerebbe anche cercare di capirli e non interpretarli sempre e comunque come un attacco personale (specie quando non lo sono per niente).

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  76. Vincenzo

    Ma se lo stesso ragazzino torna dall’ora di italiano con tre dita in meno, si domanderà “ma come ha fatto, se doveva stare seduto davanti a un libro? quella scuola è un girone infernale!’

    Mi daresti una casistica di studenti che hanno riportato menomazioni fisiche permanenti tali da renderli totalmente o parzialmente invalidi, come nel tuo esempio? Vorrei capire quale sia l’incidenza di tali avvenimenti.

    (comunque sai, se mio figlio torna a casa da scuola con tre dita in meno, in effetti qualche piccolo dubbio mi verrebbe. E’ un po’ dura da mandar giù che a tuo figlio siano state asportate tre dita senza anestesia e senza strumenti sterili)

    risultato: insegnante in galera, o licenziato e cancellato dall’Albo.

    Dipende, se è stato lui a tagliere le dita, magari ci sta anche la galera. E comunque non sapevo esistesse l’albo degli insegnanti? Si chiama così adesso?

    Ripeto, da giovani avete avuto l’insegnante privato a casa come Leopardi per caso?

    Veramente io avevo gli spacciatori in classe…

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  77. @->Frap: Allora, visto che non ce la possiamo permettere dal punto di vista finanziario, diciamolo chiaramente che ci aspetta un paese con una scuola da terzo mondo, con classi di 40 ragazzi (già quest’anno siamo in alcune scuole a classi di 30/32, altri otto che saranno mai? E, tagliando il personale ata, non ci si lamenti se tutto risulta rallentato: strano che ad una persona acuta come te queste cose sfuggano..), ore di supplenza che verranno coperte come capita smistando le classi, qualità in continuo peggioramento persino rispetto agli standard magari già oggi non eccelsi; non continuiamo a dire che i tagli sono per garantire l’efficienza o servono per aiutare la “scuola del merito”.
    A proposito, Frap, sono convinta che tu, che sei un campione di statistiche, sappiai calcolare esattamente ogni possibile variante. Ti consiglieri però di farlo dopo aver studiato la normativa scolastica specifica attualmente in vigore e non abolita dal Ministro (sulla quale mi sembri del tutto impreparato, come comprovano i tuoi ripetuti commenti), e aver passato, magari, almeno un mesetto dentro una scuola, a guardare quali sono i reali problemi con cui ci troviamo a confrontarci ogni giorno e che si indovinano assai difficilmente dai meri grafici, dai numeri e dalle tabelle. Così, tanto perché il tuo magnifico edificio teorico possa essere minimamente calato nella realtà, sennò rischi di creare un meraviglioso giocattolo puramente campato per aria, come la città ideale di Platone, o peggio ancora dai l’impressione di star parlando, con una certa saccenza, di cose che non conosci bene, punto e basta, anche se sei convinto di averle capite molto meglio di noi solo perché hai impilato due cifre e guardato tre tabelle…

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  78. @->Tommy Angelo: Non è questione di non avere contraddittorio, è che molto spesso si attribuisce ad una categoria variegata “gli insegnanti” punti di vista diversissimi, e si finisce per spalmare su tutti quelle che sono posizioni solo di alcuni (un po’ come si usa oggi il termine “comunista” appiccicandolo anche a chi non lo è mai stato per nulla).
    Noi insegnanti, è questo che ci fa incazzare, siamo lavoratori: non siamo una sorta di casta privilegiata su cui gli altri hanno il diritto di sparare a zero. Nella pubblica amministrazione quasi nessuno, compreso i Dirigenti superpagati e pieni di privilegi, è stato mai valutato o cacciato perché inefficiente (spesso, scusa, anche nel privato i general manager che fanno danni ricevono invece premi produttività anche se le aziende vanno a gambe all’aria…): quindi è tutto il sistema che va ripensato. Sono stufa di essere bersagliata dal disprezzo solo perché sono un bersaglio facile, soprattutto quando poi le frasi di disprezzo (non sto parlando in specifico di te o di qualche altro commentatore) vengono fuori da gente che dimostra di non sapere neppure un beneamato di come funziona davvero una scuola. io non mi permetto di venirvi ad insegnare come fare il vostro lavoro, ma pretendo pure che, quando racconto del mio mi si porti rispetto, non mi si risponda, semplicemente, con un “Be’, tanto lavori pochi, sei una privilegiata, stai zitta che nel mondo reale non sopravviveresti un giorno!”.
    Sono tutti convinti, a parole, di saper fare gli insegnanti, come di saper fare i ct della nazionale di calcio. Bene, accomodatevi. Una volta ho lasciato due ore in classe un genitore, professionista affermato, di un alunno che si era lamentato e l’ho invitato a fare una lezione ai ragazzini al posto mio. Alla fine della mattinata si è scusato, perché s’è reso conto che metà di quello che pensava di poter fare senza problemi era pura fantascienza in una classe reale.

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  79. @ Frap

    Rispondo solo ora perchè essendo lavoratrice non riesco ad essere presente con così tsanta tenacia come fai tu, che non sei solo presente, ma sembri anche pagato per difendere l’operato di questo governo.
    Credo che in quello che hai detto esista comunque un punto d’incontro che sarebbe quello di avere una scuola qualificata e qualificante. Quindi tutti d’accordo sul concetto di scuola che va migliorata e qualificata. Per fare questo però tu sembri proporre un dimezzamento del personale (Insegnanti ecc ecc.) perchè le risorse dello Stato non sono illimitate. Detto questo ti chiederei di dimostrarmi come fai a migliorare la scuola senza aggravi di spesa, anzi con seri tagli, non dico del 50% ma anche solo del 15%.
    Sinceramente io, ma non sono un’economista come te, ma so fare solo bene i conti della serva, dico che non servono i tagli sulla scuola o sulla sanità, per migliorare questi due settori, anzi pensando che per migliorare ci vuole un investimento mirato, allora, dico, che sarebbe meglio utilizzare alcune risorse che oggi vengono utilizzate per esempio per finanziare la scuola privata, che proprio perchè è privata, dovrebbe vivere di tasca propria. Ma non solo quelle, per esempio si potrebbero distogliere ile risorse elargiti per le nostre missioni militare all’estero ( mi spiace, so che la democrazia costa, ma cosa vuoi meglio insegnare la democrazia nel nostro paese, invece di esportarla). Ma non solo, esistono anche spese molto elevate per la gestione dell’apparato dello Stato (stipendi dei ministri, che come sappiamo bene non subiscono mai tagli, spese di rappresentanza (viaggi aerei per trasporti di amici e parenti a qualche manifestazione non ufficiale, festine non ufficiali in casa privata, ecc ecc. ecc.) segreterie, pensioni e così via) anche queste risorse ci sarebbero utilissime no?. Ma anche e non ultime le risorse spese per le “grandi opere” che sono un salasso infernale e che non cambiano di una virgola l’aspetto dell’Italia.
    Insomma per incrementare i cervelloni di questo paese che potrebbero fare la differenza sul lungo periodo sul destino dell’Italia, qualche ideuzza ce l’avrei. Magari l’ideuzza della serva, ma sai com’è io non sparo cifre, non sono preparata come te.
    E’ proprio di questo che stavo parlando. Per me l’Italia ha bisogno di futuro. Per me il futuro passa attraverso l’istruzione e la creazione di nuove capacità e competenze. E’ lo sviluppo della ricerca sia in ambito medico sia in quello dello studio dell’uso di energie alternative, ma non solo anche in altri e interessanti settori. La ricerca in Italia sta chiudendo. Passa nelle mani dei privati. Hai idea dove questo ci porterà?
    Credo che devi essere tu a darmi una risposta.
    Ma di che stai parlando con le tue cifre da ragioniere?

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  80. Per me l’Italia ha bisogno di futuro. Per me il futuro passa attraverso l’istruzione e la creazione di nuove capacità e competenze. E’ lo sviluppo della ricerca sia in ambito medico sia in quello dello studio dell’uso di energie alternative, ma non solo anche in altri e interessanti settori. La ricerca in Italia sta chiudendo. Passa nelle mani dei privati. Hai idea dove questo ci porterà?
    Ieri sera mi sono visto Zeitgeist: Addendum. Sebbene contenga delle utopie (il progetto Venus) e alcune opinioni che non condivido, fornisce alcuni dati allarmanti su come l’evoluzione del capitalismo consideri l’essere umano come misera “ciccia da contare”.

    I commenti a questo post si schierano su fronti opposti:
    1) l’istruzione (e la sanità) sono diritti inviolabili.
    2) l’istruzione (e la sanità) vengono dispensate in base alle risorse economiche disponibili.

    Condivido il primo “fronte”, infatti afferma che il governo debba privilegiare la qualità della vita e il futuro della nazione. Non capisco come l’idea possa essere opinabile! Conoscendo l’ignoranza degli italiani e l’incapacità di pianificare il loro domani siamo di fronte al classico esempio di come la realtà superi la fantasia!
    L’indicazione della Gelmini sui docenti che non devono fare politica in classe è corretta. Deriva dal regime di destra che non è mai riuscito a posare basi solide, quindi dimostra ogni giorno la sua paura. È importante che gli insegnati siano preparati sulle materie e sui metodi, che non facciano propaganda, e che si concentrino soprattutto nel riuscire a sviluppare nei giovani una matura mente critica e spiegare il meraviglioso dono dell’unicità.

    Chi sostiene il secondo punto ha ragione solo in apparenza, infatti le sue tesi sono corrette, ma solo in superficie. Difendere il sistema monetario, “capitalismo” se vogliamo usare un termine più conosciuto, significa in automatico definire il popolo schiavo di esso. Con fatica, posso riuscire ad essere schiavo del traffico, o dei recenti cambiamenti climatici, ma sono pronto a combattere fino alla morte per difendere il futuro dei miei nipoti e la loro salute. Se fossimo all’interno di una crisi tale da morire di fame potrei affermare che le priorità dovrebbero spostarsi altrove, ma siccome non ci sono assalti ai supermercati, né dimostranti armati nelle strade, continuo a sostenere l’obbligo del governo nello spostare fondi verso le aree sopra citate.

    È stupido pensare che la maggioranza di noi consideri “qualità della vita” guardare una partita di calcio in un televisore al plasma da 32 pollici, e il proprio “futuro” materializzato in un nuovo modello di automobile. Forse sì, il bombardamento mediatico ha cambiato i nostri valori, ma siamo nati intelligenti e forti. Per questo motivo nutro ancora una piccola speranza.

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  81. @Gala @Rossaura

    Premesso che non sono un ragioniere (ho una laurea in ingegneria), provo a spiegarvelo in un modo tale che non potete non capire (almeno mi auguro).
    Il Paese ha un debito di circa 1700 miliardi di euro. In numeri si scrive così:
    1700.000.000.000 di euro. Non ve lo converto in lire altrimenti vi tramortisco.
    80 miliardi di euro l’anno su un fabbisogno di 480 miliardi annui (ergo il 17% circa) servono a pagare gli interessi sul debito. Attenzione: il debito rimane immutato. Stiamo pagando solo interessi. Per semplificare con l’accetta, è come se la banca vi avesse fatto un mutuo che non si estingue mai e vi chiedesse una rata ogni mese. Ma se un bel giorno vi chiede indietro il capitale, siete morti.
    Ora, per ridurre quel macigno da 80 miliardi di euro/anno, c’è un solo modo: ridurre il debito. Diciamo che lo si voglia riportare ad un livello ragionevole, diciamo 900 miliardi di euro, il che + o – significherebbe che quel “macigno” annuo si dimezza e invece di pagare 80 miliardi l’anno, ne paghiamo “solo” 40-45.
    Ok, solo per fare questo, ci servono 800 miliardi di euro, diciamo un 10 finanziarie (10 anni) da 80 miliardi di euro per “saldare” quel debito.
    Mi dite per piacere da dove li tiriamo fuori sui 400 restanti?
    Perché 80 su 400, care mie, fa il 20% del fabbisogno annuo e non sono bruscolini.
    Adesso per piacere riguardatevi questa tabellina e ditemi da dove li tirate fuori, se per caso ne siete in grado.

    Non so se è abbastanza chiaro… qui serve una cura da cavallo almeno decennale, con un dimagrimento di tutto l’apparato dello Stato e a tutti i livelli (centrale e locale).
    Pubblica istruzione compresa. Che su quella voce da 81 miliardi sotto cui c’è scritto COSTO DEL PERSONALE pesa per il 50%. Cioè circa 40 miliardi, che sono praticamente il 97% del bilancio della Pubblica Istruzione.
    Che è la terza voce di spesa per entità, sul fabbisogno dello Stato.
    Per tutto il resto del mondo scuola, ci sono solamente le briciole (il 3%).
    E per capire questo non serve entrare qualche mese in una scuola per capire i “veri problemi”. Bisogna invece saper mettere il naso fuori dal proprio microcosmo. E aver imparato nozioni di aritmetica e di algebra che, almeno una 30 d’anni fa, erano impartite alle scuole medie, in questo Paese.

    Per dirla semplicemente in 4 parole: NON CI SONO SOLDI, perché il resto del Paese non riesce a generare ricchezza sufficiente per pagare lo stipendio alla pletora di dipendenti pubblici a tutti i livelli.
    Vi è chiara ora la situazione?

    Qui non si tratta di difendere l’operato del governo, qui si tratta appunto di saper fare i conti della serva, cara Rossaura.
    E il mio tempo, mattina, pomeriggio e sera, se permetti, lo gestisco un po’ come mi pare: che sino a prova contraria, non lo paghi tu.

    E’ che poi sono impegnatissimo nel fornire il mio modesto contributo alla crescita bloggarola della veneta Gala. 😀

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  82. @->Frap: Bene, Frap: taglia ad esempio del 50% i docenti a scuola. farlo come si fa oggi, cioè senza alcun criterio di merito o valutazione specifica, significa che tu non razionalizzi il sistema: mandi a casa solo metà della gente, colpendo, per altro, in genere proprio quelli che sono più giovani e hanno molto spesso una formazione molto più mirata e aggiornata che non docenti più anziani, entrati negli anni in cui un posto di ruolo non si negava a nessuno. Risultato: risparmi apparentemente dei soldi. Però ti trovi con un sistema a questo punto talmente difficile da gestire (come ho detto, la Gelmini ha tagliato ore e posti, ma non ha cambiato le leggi che regolano il resto: quindi tu hai esattamente tutti i lacci e lacciuoli di prima, però meno personale per dare lo stesso servizio ad un numero di alunni non solo cresciuto, ma anche con richieste più impegnative da soddisfare, visto che, ad esempio, hai molti più stranieri che abbisognano di ore di sostegno) che persino quelli bravi rimasti, per puro caso, in cattedra, trovano difficile far funzionare decentemente il tutto.
    Inoltre, per risparmiare due soldi, hai tagliato ore di lezione: italiano, per esempio, che magari tu pensi non serva a nulla, ma saper comunicare è importante quanto saper contare; informatica, per dirne un’altra: si vede che saper usare il computer non è importante per il futuro dei nostri ragazzi…i risparmi di oggi li dovrai scontare in mancato sviluppo in futuro: tutti gli economisti concordano che un popolo più ignorante è destinato anche a divetnare meno ricco.
    Allora, non ci sono soldi, tagliamo. Bene, taglia sulla scuola. Poi non piangere se il paese va sempre peggio.

    PS: in effetti, anche io sono curiosa: Io sono dipedente pubblico e quindi ho un sacco di tempo da perdere. Ma tu no. Dove trovi il tempo per stare sempre connesso al mio blog? Sono giorni che ci rispondiamo ad ogni ora del giorno.
    Detto senza offesa, eh, ma sta cosa che nel privato lavorate sempre e basta non regge, date le controprove.. 🙂

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  83. @ tommy
    Il ragazzo rimasto sulla sedia a rotelle nello stesso crollo dove è morto il giovane Scafidi ti basta?
    Miii Galatea che pazienza che hai.
    Visto che non ho neanch’io tempo da perdere a leggere tutte le trollate non so se sia stato precisato che gl insegnanti con contratto annuale NON hanno le ferie pagate. Li ibernano a inizio luglio e li scongelano a inizio settembre. Nota a pié pagina per chi non ha di meglio da fare che brunettare (neologismo che brevetto)

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  84. @ Abesibé: avevo chiesto una casistica, non un caso.
    Comunque, in questo caso ti risulta che i genitori dei due ragazzi abbiano denunciato l’insegnante presente in classe?

    (una volta sapevo che non era buona educazione dare del troll a qualcuno, ma magari i tempi sono cambiati)

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  85. vorrei sfatare il mito che le ore di interogazione siano “rilassanti”: provateci, ad avere alla cattedra due/quattro ragazzini a cui cercate di tirar fuori qualcosa, e nello stesso tempo far stare in silenzio i restanti 20/22, evitare che suggeriscano, evitare che si facciano scherzi e dispetti e magari (ah, volesse il cielo!) controllare che facciano il lavoro che avete assegnato loro.
    alloo stesso modo, quando faccio un compito in classe devo rispondere alle domnade di chiarimento, girare tra i banchi per evitare che copino e se mi resta un quarto d’ora di tranquillità magari compilo il registro, ché è mio dovere farlo (anche perchè sennò son stracazzi) benché io debba farlo al di fuori delle famose “solo 18 ore di lavoro a settimana”.

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  86. X Abesidé: “E’ obbligatorio prendere ferie, gli unici che non possono farlo sono gli insegnanti precari il cui contratto scade il 30 giugno (contratto che può essere proprogato quando l’insegnante precario è nominato commissario d’esame). Poiché questi ultimi non possono godere delle ferie, lo stato li rimborsa economicamente con le ferie non godute (non dimentichiamo che a giugno non prendono più lo stipendio sino a nuova nomina).”

    In effetti è vero Galatea, i tagli penalizzano i giovani insegnanti, chissà quante vecchie mummie infestano il nostro paese.

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  87. Si dovrebbe cominciare a dire che abbiamo troppi laureati (scadenti), di cui non abbiamo bisogno, mentre manchiamo di troppe professionalità intermedie, che non avrebbero bisogno di laurea.

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  88. @->Area: Scusa, Ara, ma non ho capito la connessione con quanto stiamo discutendo. I giovani insegnanti ancora precari, in realtà, per quello che ho potuto vedere sono molto più preparati, in tanti casi, di quelli che sono di ruolo da molti anni, che non si sono più aggioranti e hanno perso, se mai lo hanno avuto, l’entusiasmo. Ma sono stati falcidiati anche se quelli “scadenti” erano altri.

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  89. Galatea, negli ultimi 10 giorni hai ricevuto 68 interventi di Frap1964 :
    7 interventi alle ore 8 ;6 alle ore 9 ; 3 alle ore 10; 4 alle ore 11 ;1 alle ore 12 ; 2 alle 13 ; 5 alle ore 14; 6 alle ore 15; 4 alle ore 17; 4 alle ore 18; 5 alle ore 19; 2 alle ore 20; 3 alle ore 21; 10 alle ore 22; 4 alle ore 23; 2 alle ore 24.
    Non hai ricevuto interventi alle ore 16 e alle ore 1,2,3,4,5,6,7. 🙂

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  90. @Gala
    Scusa Gala, ma non capisco davvero se ci sei o se ci fai.
    Ma voglio essere buono e dico che ci fai.
    Allora, coi numeri ce la caviamo malino eh?
    E anche con la tecnologia si zoppica, mi sa.
    Io non ho bisogno di essere costantemente attaccato al tuo blog, semplicemente perché so usare e uso la tecnologia. Nello specifico, mi basta sottoscrivermi al feed dei commenti di una conversazione, se mi interessa farlo. E aspettare eventuali notifiche. Nel frattempo lavoro, se sono al lavoro, faccio altro se sono a casa (leggo, navigo, vivo, ecc. ecc.). Ho buttato via il televisore oltre cinque anni fa, tanto per capirsi. Delle volte esco, delle volte no, vado al cinema, a teatro, faccio un po’ come mi pare e come mi gira (posso o devo renderti conto nel dettaglio?).
    Sul lavoro adotto molto spesso la tecnica delle micro-pause, a differenza di molti colleghi che preferiscono 15-20 minuti ogni due ore davanti alla macchinetta del caffè a “ciacolare”. A volte ci vado, più spesso mi rompo.
    C’è da dire anche che questo è un periodo molto particolare, come dovresti intuire se non vivessi solo nel tuo mondo fatato, con carichi di lavoro ridotti rispetto alla normalità. Per dire: durante i 4 mesi estivi siamo stati costretti a “ferie forzate” il venerdì pomeriggio, perché cara mia, nel privato funziona così, non è che puoi scegliere. E lo stipendio non è assicurato per forza.
    La scenetta di quello che lavora davanti al computer e si ferma e interrompe quando vuole è quasi esilarante, da mondo di galatea, appunto.
    La normalità di tutti i giorni, cara mia, con lo stomaco intorcinato davanti agli occhi da bambi dei poveri ciccini, è questa qui: ti suona il telefono ogni po’, un collega dell’ufficio ti interrompe, ci sono riunioni e/o casini improvvisi e/o clienti incazzati, mentre tu combatti (nel mio caso) con una macchina estremamente deficiente, ma sistematicamente implacabile nel mostrarti i tuoi limiti o quelli di chi utilizza il software che progetti e produci. Nel tentativo costante di rispettare scadenze, a volte impossibili, che ti danno generalmente persone che non capiscono una benemerita mazza fionda di quello che fai. Un po’ come te, insomma. Io sono abituato a passare rapidamente da una cosa all’altra e mantenere concentrazione e controllo, perché è la complessità tecnica del mio normale lavoro, che lo richiede.
    Ma per venire al punto.
    Io scrivo di un taglio del 25% e per te diventa 50% + tutto il resto del ricamo su come si taglia generalmente, che non c’entra naturalmente una mazza fionda.
    Ti ho chiesto di provare a tirare fuori un numero da una tabella di cifre elementari e di argomentare in modo coerente e sono ancora qui che ti aspetto. Inutilmente, è ovvio.
    Tu devi solo pregare, come tanti altri pubblici dipendenti, che il gli investitori esteri a cui stiamo pagando il 65% di quegli 80 miliardi di euro, continui ancora a credere che un giorno questo Paese gli ridarà indietro davvero i soldi che ci prestano. Altrimenti, cara la mia Mariangela, il tuo problema diventerà molto ma molto ma molto più serio che il dover semplicemente sorvegliare qualche alunno di più, ogni tanto, mentre lavori e il/la tua collega è malata. Credimi.
    Dopodiché, capisco che il confrontarti con qualcuno che argomenta e ti tiene testa tranquillamente, costituisca un problema per te e il tuo ego, non abituato ad avere un normale contraddittorio sul lavoro.
    Per cui vedrò di diradare, contenta?
    Stammi bene profe, che la Mariastella è certamente mediocre, ma tu sei davvero sicura che sapresti far meglio al suo posto, se qui non sai come fare quattro conti in croce?
    In tutta franchezza, i post con le storie di fantasia, le badilate di cultura e le battute ti vengono decisamente meglio del pianto greco sulle frescacce.
    Io punterei su quelli.
    Ah, sistema l’orologio e ringrazia rogra per la statistica, che purtroppo così è totalmente toppata sugli orari.
    Fa circa 7 interventi/giorno e sì, son davvero un po’ troppi:
    ho paura che il rank crollerà un po’ anzichè no.
    Ma poi chissenefrega, giusto? 😀

    P.S. Tutta la mia solidarietà ai tuoi poveri alunni. 😉

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  91. Oh dio, è evidente che è strategico investire nella scuola, in istruzione e formazione.
    In Italia è il 4,9. La media Ocse è del 6,2.
    Si sa anche che i risultati scolastici sono, rispetto agli investimenti fatti, molto bassi.
    E’ altrettanto strategico contrarre la spesa corrente. Farlo in modo indiscriminato è stupido. Ci vuole “cesello” e direzione; e la direzione è “cultura”. Progetto, insomma.
    Per la P.A. è la stessa cosa.

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  92. “colpendo, per altro, in genere proprio quelli che sono più giovani e hanno molto spesso una formazione molto più mirata e aggiornata che non docenti più anziani, entrati negli anni in cui un posto di ruolo non si negava a nessuno”

    sig.ra Galatea, che cazzo sta dicendo?

    I più anziani, anzi quelli vecchi, dai 59 in su, hanno fatto un esame di quinta elementare dove si poteva anche essere bocciati; un esame di ammissione (ostico) alla scuola media dove si studiava il latino tre anni; un esame di terza media equivalente per difficoltà all’attuale maturità (forse più); un esame di ammissione dalla quinta ginnasio alla prima liceo classico (sostenuto con gli insegnanti del triennio, che non temevano che mancassero gli alunni); un esame di maturità con tutte le materie (quindi orali in due giorni, e 45 canti di Dante, ad es.); prove scritte (di traduzione non palle, ad es. dall’italiano al greco) per l’ammissione agli esami all’università. Gli insegnanti di lettere venivano quasi tutti dal classico e solo alcuni dal magistero, non esisteva che un ragioniere o geometra si laureasse in lettere e filosofia. Essù, le dica tutte…

    Preparazione molto più mirata? Nel senso che si trattava di colpire un solo bersaglio, forse. Bella poi quella dei posti di ruolo regalati. Fino al ’92 entrare per concorso è stata un’impresa per pochi, e per favore non confonda sanatorie e concorsi. Le sanatorie sono tutte da addebitare alla sinistra, al caviare o no.

    Un giorno magari ci spiegherà se è normale che si consegua il diploma di terza media pensando che 4/17 sia più grande di 3/2.

    p.s.
    Quanto ai numeri che posta il sig. frap, capisco bene che diano fastidio.

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  93. @-Frap: Caro Frap, questa specie di crisi isterica che hai postato qui sopra è indicativa: direi che il problema è che fai un lavoro stressante e non devi essere particolarmente felice; per cui, non avendo maniera di sfogare le frustrazioni di una vita che non ti soddisfa, devi trovare qualcuno o qualcosa con cui prendertela: nel caso specifico, dovevo essere io, che ai tuoi occhi devo essere veramente qualcuno da invidiare (e già questo dimostra quanto sei messo male..). Ti scoccia che io abbia più tempo libero di te, ti scoccia che mi azzardi a lamentarmi di avere delle condizioni di lavoro che non mi soddisfano e lo scriva perché nel tuo mondo, chiamiamolo il meraviglioso mondo di Frap, l’unico che lavora veramente e si fa il mazzo è solo Frap, che non sa una mazza di organizzazione scolastica, di quanto è previsto dalla normativa o altro, ma naturalmente ha tutto il diritto di venirmi a dire che sono una incompetente e di provare pena per i miei alunni (Non ho capito perché, per altro. Hai desunto da quello che scrivo che non sono in grado di insegnare loro italiano, storia e geografia?)
    Frap, tornatene pure al tuo blog, che non ho nemmeno ben capito di che caspita si occupi, ma forse dipende dal fatto che lo aggiorni nei venti secondi in cui non lavori come una bestia, dato che al mondo lavori, è chiaro, solo tu. Se anche non ti avrò più tra i miei commentatori, credo che sopravviverò. Addio.

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  94. @->Molta noia: mi pare che red cac abbia dimenticato di aggiungere che gli unici insegnanti davvero preparati sono quelli che hanno anche un blog sul cannocchiale chiamato topogonzo, votano per la Lega, passano il tempo a collezionare citazioni del signor Train. Tutto il resto del mondo non ha una formazione adatta ad insegnare nè ad imparare alcunché. 🙂

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  95. Per la precisione non gli unici, bensì l’Unico Insegnante, i fiancheggiatori non insegnano affatto, al massimo ripetono come pappagalli il suo verbo.

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  96. Riporto parte di un intervento di red. cac. per chiarire meglio cosa volevo dire nel mio intervento:

    “Ora, noi docenti non serviamo all’attività produttiva, non serviamo più, da un pezzo, a formare una classe dirigente, non serviamo praticamente a niente se non a mantenere il nostro posto di lavoro.”

    La scuola dovrebbe avere, come unico scopo, quello di preparare gli studenti alla vita ed al lavoro. Se non riesce a svolgere questo compito basilare ogni altro discorso diventa vano.

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  97. Il tuo problema, cara MaryAngel, è che prendi ogni e qualsiasi contraddittorio come se fosse un attacco personale a te.
    E quando non sai più cosa rispondere, o cominci con gli attacchi personali o dai questo genere di risposte che guarda, sinceramente, è tipico delle persone che proiettano sugli altri sé stesse e la propria intima infelicità.
    “Devi essere così, cosà…” ma cosa ne sai se nemmeno mi conosci.

    Sulle questioni poste, naturalmente non rispondi.
    In compenso inventi cose che nessuno ha mai detto, travisi, strepiti, ignori le emoticons e infine concludi con “vattene via, torna al tuo blog, con te non ci gioco più, addio”. Come i bambini.

    Se esprimo solidarietà ai tuoi alunni, per la situazione generale della scuola, e non a te, che comunque sei PAGATA per lavorare, ti ho dato dell’incompetente.
    Ma lo sai che sei anche divertente?

    E dai, per piacere, non farmi ritirare tutto quello che ho detto e concludere che non ci fai, ma che invece ci sei. E prenditi un po’ meno sul serio, via…

    Comunque quando ti incazzi sei davvero adorabile, sai? 😀

    P.S. Il blog (i blog) si occupa(vano) della vicenda del portale italia.it sin dalla sua nascita.
    Io non racconto delle cose che mi capitano nella vita perché, sai, sono troppo isterico ed infelice per poterlo fare (ROTFL). 😀

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  98. … e se il problema fosse che la conversazione nel blogsfera, con tutti i tic che l’accompagnano, non abbia nulla a che fare né con l’informazione né con la cultura ( e assai poco con il pensiero)?

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  99. mi sono davvero divertito a leggere questo thread. Un grazie alla gentile padrona di casa e un pensiero particolare per l’egr. ing. frap nineteensixtyfour

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  100. “Caro Frap… direi che il problema è che fai un lavoro stressante e non devi essere particolarmente felice”.

    Incredibile. La sig.ra Galatea s’è presa l’influenza somarica.

    Sig. Train: è la prima volta che Lei riesce a influenzare qualcuno. E si tratta pure di una donna! Sig. Train, ora può fare il giro dell’Asinara a petto in fuori.

    Sig. Area, confermo: la scuola oggi riesce a malapena ad alfabetizzare. Basta dare un’occhiata in giro, e considerare quanti lavori sono interrotti perché è stato sbagliato il progetto. Non è mica solo corruzione.

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  101. @red. cac.

    Confermo. Ho visto geometri di vecchia scuola insolentire, a ragione, ingegneri ed architetti plurititolati (ma desolatamente incompetenti).

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  102. @->Frap: Carissimo Frap, anche io ho dei dubbi, a questo punto, se tu ci sia o ci faccia: probabilmente un ben riuscito mix delle due due cose, a seconda di cosa ti fa comodo. E’ curioso che uno chieda conto a me di quante ore lavoro al giorno, al mese alla settimana, faccia complicati calcoli per determinarlo, sostenga che sono pochissime, mentre lui e tanti altri non possono avere tutto il tempo libero che io mi ritrovo, e poi, quando allora gli chiedo, in tono molto ironico colto, per esempio, da Lector -prenditi sul serio un po’ meno anche tu, via!-, come mai riesca a passsare da settimane tanto tempo sul mio blog (non solo a leggerlo, ma anche a postare continui ed articolati commenti) si incazzi come una biscia. E’ curioso che si stupisca che io prenda la cosa come un attacco personale, quando è il tuo tono che diventa da invettiva, dicendomi che non vivo nel mondo reale, che non so come va quello vero dove tu sei costretto a lavorare e così via (rileggiti il tuo commento, Frap). E’ ancor più curioso stupirsi se mi offendo, dato che il “tutta la mia solidarietà ai tuoi poveri alunni” – non quindi agli alunni in generale, ma proprio ai miei – lascia ampiamente sottintedere che essi la meritano in quanto io sono la loro insegnante. Non era voluto? Bene, allora,caro Frap, ti esprimi da schifo in italiano.
    Il tono del commento, caro Frap, dimostra inoltre un livore che va ben al di là delle contestazioni generiche: a te scoccia, e si sente, il semplice fatto che, a tuo parere, io vivo in una condizione lavorativa più sicura e tranquilla di quella che vivi tu. Non lo nego, ma non capisco perché ti faccia vedere tanto i sorci verdi: se insegnare è così facile ed è un tale paradiso, potevi fare l’insegnante anche tu, no? Mi sfugge inoltre questa idea per cui se il tuo lavoro ti impone ritmi assai duri, invece di protestare contro questo, la tua soluzione pare quella di voler costringere tutti i lavori ad avere ritmi “disumani” come il tuo: una sorta di lotta di classe al peggio: invece di chiedere condizioni migliori per tutti, meglio cercare di far togliere le condizioni migliori a chi secondo noi le ha già.E’ la tipica “tendenza Brunetta”.
    Quanto alle cifre che tu continui a fornire a badilate, ti ho già risposto più volte, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: tu parli e ragioni come la Gelmini e Tremonti. Per te la scuola va tagliata come se fosse un qualsiasi ramo secco da potare. IL problema è che non è una fabbrica di bulloni, ma un posto dove si ha a che fare con esseri umani che devono essere, per giunta, formati per il futuro: tagliare come si è fatto non solo non garantisce tutto ‘sto risparmio, ma peggiora il servizio, pregiudica il futuro e non risponde nemmeno ad una visione didattica precisa. mancano i soldi? Forse si possono tagliare altre cose meno fondamentali, a mio parere personale. O almeno fare tagli migliori di questi.
    Ti ho inolte ripetuto fino alla nausea che tagliare solo le cattedre e non rivedere invece tutte le procedure per la selezione degli insegnanti, ma anche gli orari complessivi delle materie, i metodi di insegnamento, l’autonomia degli istituti significa, e te l’ho spiegato, semplicemente peggiorare la qualità del servizio fornito senza avere particolari benefici. Ma siccome tu queste cose non le vuoi sentire, perché hai già deciso che basta limitarsi ai numeri, è inutile dirtele ancora ed ancora, quindi lascio perdere.
    Faccio inoltre presente che io non mi permetterei mai di voler insegnare a te come si fa l’informatico e come va organizzato il tuo lavoro, perché certo sul tuo lavoro e su come si deve svolgere ne sai più di me; ma tu invece non hai nessuno scrupolo a venire qui e sdottorare su come debba essere organizzata una scuola, di cui però non conosci minimamente, e tutto ciò che hai postato lo conferma, l’organizzazione interna e le regole che la disciplinano, sia in materia civile che penale. Se io replico, facendoti presente che magari su queste cose ne so un po’ più di te e alcune delle tue idee sono semplicemente, allo stato dei fatti, impraticabili, ti senti in diritto di attaccarmi come se vivessi su un pianeta tutto mio.
    Sarò anche infantile, ma tu di certo non dimostri una grande maturità: direi una saccenza adolescenziale, piuttosto, e non degli adolescenti più simpatici. Con questo, Frap, ho finito, perché parlare con chi non vuol ascoltare ed è convinto di saper già tutto a prescindere è uno degli esercizi più noiosi che tocca fare nella vita.

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  103. @->red. cac: non ho mai pensato che la mia funzione di insegnante fosse creare la nuova classe dirigente..mi accontenterei di istruire i miei alunni, punto e basta. Ma io sto alle medie, che vuole.
    Quanto ai docenti sessantenni che sono più preparati, le posso citare una bella perla di una collega di lettere, sua coetanea presumo, assolutamente non di sinistra ed entrata in ruolo ai tempi che citava lei: “Sai, il preside della mia scuola mi ha chiesto di prendermi quest’anno la terza, perché hanno bisogno di una insegnante di polso…e io, che dovevo dirgli? Come Mussolini ho risposto: “Obbedisco””.
    Per tacer di certe meravigliose lezioni di una prof di filosofia e storia, che ha fatto il classico, è di destra convinta, odia i “laureati del ’68 vantandosi di essere della generazione precendente, e poi allegramente risulta convinta che Dante sia nato prima di Maometto.
    O di quell’altra, sempre della stessa generazione, che, un paio di anni or sono, in un corso di latino, corresse Res Publica in Rea Publica, perché, spiegò seria, “publica” è femminile.
    Cosa che scatenò una gran risata trattenuta a stento da parte di noi colleghe più giovani, e certamente molto più ignoranti, e che abbiamo fatto scuole assai più scalcagnate e passato concorsi meno selettivi…

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  104. Beh, non Le cito il sig. Train perché ne fa un sol boccone, di tutte costoro. Ma visto che le conosce, chieda loro quali concorsi hanno superato, e che scuole hanno fatto. Sa, ultimamente tra gli insegnanti di lettere alle medie si sono intrufolate ex maestre elementari per vie altrettanto traverse di quelle del sig. Trrain. Qualcuna arriva anche a insegnare storia e filosofia al classico.
    Ma dopo tutto, francamente, quando si titola un post La meravigliosa scuola della Gelmini, il difetto sta nel manico. O nella buona fede. O nel caviale.

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  105. parlare con chi non vuol ascoltare… è uno degli esercizi più noiosi
    Hai postato 62 righe di commento Gala, diconsi 62.
    E’ la tipica “tendenza Brunetta”.
    Brunetta a me è un insulto che ti perdono solo perchè sei passata da ‘Caro’ a ‘Carissimo’.
    da settimane tanto tempo sul mio blog
    Da settimane? Bum! Io consiglierei un’accurata revisione dei tuoi archivi… se chiedi a rogra magari collabora. Mi raccomando però, uno screening molto preciso e dettagliato.
    si incazzi come una biscia… un livore che…
    Ma niente affatto, ciccina. Quando sono incazzato è tutta un’altra musica, credi. Non puoi sapere invece quanto mi stia divertendo.
    curioso stupirsi se mi offendo
    Se ti sei offesa domando scusa, mi inginocchio sui ceci, mi cospargo il capino di cenere, eventualmente ti mando anche una mazzo di rose se scopro l’indirizzo di scuola, ecc. ecc. Non ho mai scritto nè pensato che tu sia incompetente (sarei ancora qui a leggerti, diversamente?)
    postare continui ed articolati commenti… ti esprimi da schifo in italiano
    Commenti articolati o da schifo? Decidiamoci, eh.
    venire qui e sdottorare…
    Proprio non ce la fai a non avere l’ultima parola, eh?
    Niente… è più forte di te.
    una saccenza adolescenziale, piuttosto, e non degli adolescenti più simpatici
    A-do-ra-bi-le, ripeto, a-do-ra-bi-le.
    Ghirighirighiri baciotto smack. 😀

    P.S. Ma tu Mariangela, che con Mariastella condividi nel nome qualcosa di celestiale, non lo apri mica un canale su YouTube?

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  106. “Proprio non ce la fai a non avere l’ultima parola, eh?
    Niente… è più forte di te.”
    Sono in buona compagnia, mi pare. Vero, Frap? 😉

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  107. @->red cac: Quella che insegnava storia e filosofia al classico proveniva da un liceo classico e da paludata università presessantotto, aveva passato non so come un concorso pubblico ed ha concluso la carriera qualche anno fa con una onorevolissima pensione e qualche carica politica. Fra coloro che a Destra parlano a rotta di collo di merito e selezione spietata per tutti, naturalmente. Quella della rea pubblica aveva passato il concorso negli anni ’80, dopo laurea in lettere e liceo scientifico, dove comunque latino si fa, se non erro.
    E non parli con tanta spocchia delle maestre, caro red cac: la mia mamma lo è stata per tanti anni, e non faceva nemmeno parte di quelle laureate: le assicuro che è ancora oggi in grado di tradurle Tacito all’impronta, senza ausilio del vocabolario. Il liceo classico, a parere mio che l’ho fatto, è una buona scuola ma non fa miracoli: la percentuale di cretini che ci sono dentro e riescono a diplomarcisi è uguale a quella degli altri indirizzi. Siamo solo un po’ più spocchiosi. 🙂

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  108. Intervengo per motivo personale: questo tizio che presume di essere il migliore insegnante dell’universo di greco e latino, non ha MAI confutato una mia affermazione né di storia, né di filosofia, non è stato in alcun modo in grado di mettere in discussione le mie conoscenze e le mie competenze.
    L’unica cosa che è riuscito a dire pur di sostenere le sue tesi sulla mia ignoranza (non mi offendo più di tanto, Socrate era consapevole di essere ignorante) è stata quella di affermare che sono un lettore del Bignami (!?)
    Non ho mai risposto a queste affermazioni campate in aria perché non valgono la pena, sono così sciocche e meschine che lasciano il tempo che trovano.

    E’ veramente triste vedere una persona di mezza età che si dedica ad una pesante campagna nell’instillare puro odio contro di me.
    Voglio soltanto esprimere la mia indignazione perché, costui, pur di colpirmi o di farmi del male, non ha esitato a farmi passare per un perverso maniaco sessuale.
    La cosa più sconcertante e incredibile è che costui ha una concezione sessista della donna; la figura femminile per lui è mero strumento, non a caso la identifica positivamente con la badante.
    Forse per questo che si trova in difficoltà a dover dialogare con una blogger dalla forte personalità come Galatea che limita parecchio la sua tracotanza.

    Chiedo scusa a Galatea e a tutti i lettori e commentatori, avevo promesso che avrei ignorato questo tizio, ma non posso stare zitto quando vengo chiamato quotidianamente in causa da uno che vive per scocciare il prossimo.
    Vorrei che facessi capire una volta per tutte a questo tizio che questo modo di agire è inaccettabile.
    E’ assurdo che qualunque cosa io scriva lui deve attaccarmi per partito preso.
    Mi chiedo e concludo, se qualche disgraziato studente non dovesse andargli a genio,cosa farebbe, si comporterrebbe come lui è solito fare
    con me?
    Se così fosse ci sarebbe da discutere parecchio sui modi di relazionarsi con gli studenti.

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  109. Come Mussolini ho risposto: “Obbedisco””..
    Poi ha continuato: ” … e come disse Garibaldi, trasformerò quella maledetta classe in un bivacco per i miei manipoli! Cavoli, quando ci vuole, ci vuole!”

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  110. Scusate, ma a furia di dai e dai, mi sono un po’ incuriosito sulla querelle tra Red. Cac. (mi sembra) e Jazztrain1, che par tenzone risalente almeno ai tempi di Montecchi e Capuleti.
    Come si fa a saperne di più?

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  111. E’ lui che ha acrimonia, non io, però non accetto giudizi sommari e affermazioni malevole.
    Non mi sembra il caso di discuterne qui, non ne vale la pena e giustamente la titolare si arrabbierebbe.

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  112. Ho parlato con spocchia delle maestre elementari che son passate per via di meccanismi perversi, attraverso la scuola media, al liceo per insegnare storia e filosofia o materie letterarie. Ho il massimo rispetto per le maestre capaci, e se lo dico vuol dire che è vero. Avevo già citato i ragionieri e i geometri che si sono laureati in lettere e insegnano materie letterarie alle medie. Credo che basti a dare un’idea di che cosa son diventate le facoltà di lettere già negli anni ’80. Questo non esclude che vi si laureino persone in gamba, come non esclude che negli anni precedenti vi si laureassero dei cretini. Lei ha avuto la sfortuna di incontrare una concentrazione incredibile di ignoranza, tale che al cospetto neanche il sig. Train.
    A proposito del quale, sig. Frap, basta andare su topgonzo e consultare con cura il disclaimer in verde a destra.

    p.s.
    Sig.ra Galatea, non per mettere il dubbio la Sua parola, ma tradurre all’impronta un passo a caso di Tacito… forse Sua mamma ne ha un culto particolare. Quanto al latino dello scientifico, non so da quanti anni la maggioranza degli insegnanti al triennio di fatto lo abbandona, anche perché dopo la rivolta del (mi pare) 1972, si sa che non è necessario saper tradurre. Questo non significa che al classico siano tutti latinisti.
    Ma l’argomento che Lei proprio non vuole affrontare è quello del livello delle capacità di chi si iscrive oggi a lettere e filosofia, decisamente inferiore (e si parla sempre di media) a quello di coloro che si iscrivono a medicina, ingegneria, legge, economia e commercio, matematica, architettura etc. E siccome di lì escono i futuri insegnanti di materie umanistiche, basta fare due più due.

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  113. Io non mi intendo di scuola. Vorrei solo dire una cosa. I miei professori oggi sono in pensione. Di loro mi ricordo parecchio, perché le memorie dell’adolescenza sono le più vivide. Alcuni erano bravi, altri dei gran cazzoni. Ma posso assicurare che nessuno di loro sbagliava i congiuntivi. Nessuno. Mai. E aggiungo questo: non se lo sarebbero potuti permettere.
    Se adesso le cose sono cambiate (e qui sopra ce n’è la prova) penso non si possa negare che nella scuola c’è stato un arretramento. Ci saranno anche stati progressi in qualcos’altro, non so e non discuto. Ma questo tipo di arretramento non può essere sottovalutato.

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  114. a parte il fatto che da lettere e filosofia escono anche quelli che poi hanno ruoli non trascurabili nell’economia mondiale, pensando di saperne molto più degli altri perchè hanno fatto un master di un anno a Londra o a Harvard, spesso non sapendo l’inglese…
    voglio dire a Galatea che ora ha la prova provata di quello che le avevo detto giorni fa….
    se uno non si preoccupa di pestare una cacca, poi il puzzo rimane attaccato per luuungo tempo…..
    😉

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  115. Io i denti del giudizio ce li ho tutti e quattro, e li uso per masticare.
    Quanto alla riduzione all’essenziale della lingua, ho letto che ci sono popolazioni africane che usano in tutto 200 vocaboli. Per esempio, c’è una sola parola per esprimere i concetti positivi: buono, bello, piacevole, eccetera. I verbi credo non ci siano, o giù di lì. Figuriamoci le coniugazioni.
    Ah, dimenticavo: vita media 30 anni.

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  116. E’ dal tempo della Moratti che le cattedre dei docenti dovrebbero essere di 18 ore di lezione, senza alcuna ora a disposizione per supplire colleghi assenti.
    L’obiettivo del risparmio veniva perseguito senza alcuna considerazione dei problemi di vigilanza degli alunni e di rispetto del diritto allo studio. Non importava niente che i ragazzi non studiassero per giorni la materia il cui docente titolare fosse assente;si ritardavano le nomine dei supplenti per risparmiare.A coprire le assenze dei colleghi erano chiamati i docenti in servizio disponibili a fare ore eccedenti. Diciamolo chiaramente: ore pagate per fare da baby sitter, non gli insegnanti.
    I genitori quasi zitti, impossibilitati a capire davvero le logiche perverse della scuola. Per anni mi sono rifiutata di fare queste benedette ore eccedenti, per una puerile( forse) opposizione e resistenza a una normativa che mi pareva insensata e, di fatto, pericolosa nelle sue conseguenze sul ruolo e sulle funzioni dei docenti.
    Qualche deroga al principio in questi anni c’è stata, ora non più.
    Si risparmia così sulle retribuzioni dei docenti, infischiandosene della sicurezza degli alunni e sul loro diritto ad avere un’istruzione.
    Non ho letto tutte le risposte, ma da quelle poche che ho scorso, mi pare chiaro che chi parla di scuola, senza esserci dentro, ha una visione delle cose assai diversa dalla realtà. Non è questa la cosa peggiore, però. La cosa peggiore è che la scuola italiana è diventata come la nazionale di calcio: argomento da bar su cui tutti pensano di dire qualcosa di importante e unico e si atteggiano a grandi e invincibili allenatori.
    La cosa peggiore è che i docenti non vengono ascoltati, ma solo denigrati e invitati a funzionare meglio. Salvo, poi, a pretendere da loro, per i propri figli, voti esageratamente alti, a dispetto del reale iter scolastico.

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  117. Qualche domenica fa sull’inserto domenicale di Repubblica si parlava dell’uso del congiuntivo.
    Sono stati scelti alcuni passi dai più grandi autori della letteratura italiana da Dante sino a Leopardi, ebbene si è scoperto che anche loro sul congiuntivo avevano problemi.
    Chi è il pazzo che oserebbe mettere in dubbio la grandezza di simili autori solo perché non concordavano come si deve? 🙂

    Si può discutere all’infinito sull’uso dei modi e dei tempi verbali, sono discussioni sterili che lasciano il tempo che trovano e francamente perdere tempo per queste quisquilie lo trovo noioso.
    Qui nei blog, nei forum si dialoga, e a volte nella foga ci si lascia andare.

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  118. @Erasmo @red. cac.
    Vabbè dai… ma un congiuntivo si perdona a chiunque.
    E poi diciamolo, il linguaggio, almeno in questa accezione, ha subìto una certa evoluzione. Per dire, anche professoresse di italiano indubbiamente preparate e dalla risposta sempre pronta, che amano enumerare gli svarioni altrui, se offese nel loro amor proprio si distraggono un attimo e scrivono:

    E’ ancor più curioso stupirsi se mi offendo, dato che il “tutta la mia solidarietà ai tuoi poveri alunni” – non quindi agli alunni in generale, ma proprio ai miei – lascia ampiamente sottintedere che essi la meritano in quanto io sono la loro insegnante.

    Ma io francamente non mi scandalizzo più di tanto.
    Rimango magari un tantino più basito sul

    E’ curioso che uno chieda conto a me di quante ore lavoro al giorno, al mese alla settimana, faccia complicati calcoli per determinarlo, …

    quando poi, se vai a rivedere, ti rendi conto che si tratta di semplici normalizzazioni.

    Comunque la Gala mi sta simpatica uguale, anche se ” ‘gna fa, ‘gna fa proprio” a non rispondere, col piglio deciso da veneta di Spinea-Spinola ed il ditino che pare lì, sempre un tantino alzato. 😉

    (disclaimer: questo commento ha quale unico scopo quello di scatenare un micro-flame sui congiuntivi per “basse” e “misere” questioni di rank bloggarole)

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  119. Non sarò della partita, per due ragioni. Primo, non vedo francamente gli errori di Galatea, che anzi. Averne, così.
    Secondo: io, che ho introdotto il tema, parlavo di congiuntivi a titolo esemplificativo. Volevo dire: gli insegnanti una volta sapevano l’italiano, adesso molto meno. Riterrei quindi che, se mico-flame ci dovesse essere, sarebbe più utile che vertesse sull’importanza della conoscenza della lingua. La mia opinione è che questo sia un prerequisito (non solo per gli insegnanti, ma per chiunque svolga compiti di un certo livello) e anche un sintomo inequivoco di cultura di base. D’altro canto, anche in azienda chi non non ha un buon impianto culturale di solito non va avanti.
    Salvo raccomandazioni. Salvo raccomandazioni.

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  120. ma che strano. ieri sera, attorno alle 23,30, avevo lasciato un commento di ringraziamento per la gentile padrona di casa, con un pensiero particolare per l’egr. ing. frap nineteensixtyfour, per il divertimento procuratomi dalla lettura di questo thread. Se non erro, era il commento 115. Questa sera, non solo non trovo nemmeno uno straccetto di risposta ad un atto di cortesia, ma non trovo più neanche il commento. Dev’essersi trattato sicuramente di un disguido tecnico. Beh, lo rilascio. Sperando di leggere almeno un grazie dalla padrona di casa, notoriamente persona garbata e gentile.

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  121. @Erasmo
    Era dichiaratamente uno scherzo…
    Comunque in italiano “forbito” si scrive meritino e non meritano.

    @red. cac.
    Cortesemente ora non faccia commenti su eventuali escursioni all’Asinara, dove peraltro ignoravo fossero presenti allo stato brado molti asinelli albini.
    Che trovo francamente bellissimi.

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  122. X Frap:non vuole perché non gli conviene mica essere della partita, non ama essere tirato per la giacchetta e subire un gioco che a lui non piace.
    Preferisce di gran lunga lanciare il sasso e nascondere la mano.

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  123. @Erasmo
    Guardi, lo confesso, io non ho fatto le “scuole alte”, ma dove le ho fatte io, quasi una quarantina d’anni fa (maro’ come passa il tempo!), la maestra elementare mi faceva ripetere e ripetere e ripetere:

    che io lo meriti
    che tu la meriti
    che egli la meriti
    che noi la meritiamo
    che voi la meritiate
    che essi la meritino

    Son quelle cose che quando, per tua fortuna o solo per caso, hai avuto una maestra elementare che di lì a pochi anni sarebbe andata in pensione, poi ti rimangono per una vita intera.

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  124. Non dovete negoziare niente, ma solo argomentare ciò che pensate. Le ostilità a che servono? Sono il segno dei tempi?

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  125. @->Frap: Nella frase da te citata, ammetto che un congiuntivo sarebbe stato più forbito, assai probabilmente, ma un indicativo mi pare consentito, dato che si tratta di un dato riportato come oggettivo. Quanto al ditino alzato all’incapacità di non rispondere, ripeto: mi pare che anche tu non scherzi, Frap. Non so di dove sei, quindi non posso trarre indicazioni sulla provenienza etnica-geografica di tale comportamento.
    @->tutti: eviterei di aprire discussione sul congiuntivo, sennò questi commenti diventano una fiumana in piena.
    @->red.cac: Piantala di stuzzicare Jazztrain: le vostre beghe, per favore, gestitele sui vostri blog.
    Quanto al peggioramento della qualità di coloro che si iscrivono a lettere, concordo. Quando facevo esami di storia greca ricordo penose sessioni in cui gli esaminandi non sapevano chi fosse Pericle ma neppure come si rispondesse ad una normale domanda in maniera pertinente. C’era, notavo, una notevole disparità fra chi sceglieva Lettere antiche, che proveniva in massima parte dal liceo classico, e la preparazione media era un po’ più alta, e lettere moderne o storia/filosofia o archeologia, dove invece la qualità media era molto più bassa, anche perché confluivano lì studenti provenienti da istituti tecnici (i quali, onestamente, spesso non danno basi sufficienti per poter affrontare con profitto una facoltà di Lettere). Poi ogni studente fa caso a sè, beninteso: ne conosco lacuni di molto motivati che sono riusciti a colmare le lacune e laurearsi con ottimi risultati. Certo devono fare molta più fatica.
    Il problema è che la facoltà di lettere è sentita da molti un po’ come una discarica o un comodo parcheggio per chi non ha grosse ambizioni o non ce l’ha fatta a fare altro: è, nella opinione comune, una facoltà “facile” in cui si può vegetare per anni senza eccessivo impegno. Quindi c’è una minoranza di studenti che si impegna e la fa per passione; una gran massa che invece sta lì e faticosamente passa esami a calci nel sedere.

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  126. ma no, professoressa, l’indicativo era giusto. Lei non formulava un’ipotesi, ma, in base al suo ragionamento, una deduzione oggettiva. Dunque, l’indicativo era il modo corretto. Salvo che non avesse dei dubbi su ciò che andava affermando. Suvvia, non si faccia mettere in crisi da un ingegnere.

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  127. @–>Frap1964
    Grazie, ho dato un’occhiata e, per quel che ho potuto vedere, m’è sembrata una vicenda piuttosto squallida, non meritevole di particolare attenzione.

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  128. @Gala
    Persino l’Accademia dell Crusca, seppur a malincuore, rileva per il congiuntivo un allentamento delle norme che, in certi registri linguistici, regolano la sua alternanza con l’indicativo, ecc. ecc.

    Che te devo dì?
    Ormai sono anzianotto, qui è tutto un po’ un allentarsi, abbi pazienza… 😀

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  129. Frap., lei si diverte.
    Eccede, però, nella vanità, e tutti nell’amour-propre.
    Sa che nella costituenti europee il problema fu come contenere l’una e l’altro nei procedimenti argomentativi?

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  130. @moltanoia
    Ma qui non ci sono mica ositlità.
    E’ che ce piace tanto de’ chiacchera’, de pijacce in giro, de stuzzicacce a vicenda… eh.
    Ostreghetta!

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  131. “Quanto al peggioramento della qualità di coloro che si iscrivono a lettere, concordo”.
    Ecco, sig.ra Galatea, è tutto qui. Per chiarezza, aggiungerei anche filosofia, scienze dell’educazione e roba simile. Ma se siamo d’accordo su questo siamo d’accordo su tutto. Perché io sono un docente, e poco importa quello che penso di me stesso, come poco importa quello che Lei pensa di sé: si sta parlando della categoria.
    E’ invece più grave che, nonostante la sterminata documentazione in nostro possesso, che pure abbiamo sottoposto alla sua attenzione sottolineandone i punti salienti, il nostro archetipo continui a pensare, o a fingere di pensare, l’impensabile. Questo è il vero disastro. E sia chiaro che è stato lui, l’archetipo, a mettersi al vento sul forum riformista e a fare il galletto. Tanta consapevolezza induce spesso il precariato.

    p.s.
    Non ho mai capito come possa essere licenziato un precario. Se uno ha un contratto a tempo indeterminato non è licenziabile, per quel determinato tempo, checché ne dica franceschino sui tetti.
    Del resto non sarà questo governo a risolvere un problema che ha avuto la sua origine in una decisione di 38 anni fa. Credo che, come sempre in Italia, lo risolverà il peso della necessità. Ultima demum necessitate cogente, direbbe Seneca.

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  132. Chi vuole impedire agli altri di esprimere liberamente il proprio pensiero è un intollerante non a caso si identifica con un movimento politico che esprime intolleranza nei confronti degli stranieri e dei meridionali.

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  133. Chi vuole impedire agli altri di esprimere liberamente il proprio pensiero è un intollerante, non a caso costui che più volte ha tentato di intimidirmi o di impedirmi di esprimere quello che penso arrivando a minacciarmi si identifica con un movimento politico che esprime intolleranza nei confronti degli stranieri e dei meridionali.

    P.S. L’ho corretto, non mi piaceva il precedente commento.

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  134. “Chi vuole impedire agli altri di esprimere liberamente il proprio pensiero è un intollerante: non a caso costui, che più volte ha tentato di intimidirmi o di impedirmi di esprimere quello che penso, arrivando a minacciarmi, si identifica con un movimento politico che esprime intolleranza nei confronti degli stranieri e dei meridionali”.
    Almeno questo.
    Oppure:
    “Chi tenta di impedire ad altri di esprimere il proprio pensiero è intollerante: non a caso costui, che più volte ha tentato, persino con le minacce, di intimidirmi o di esprimermi liberamente, ha votato per un movimento politico che trasuda intolleranza nei confronti degli stranieri e dei meridionali”.

    Il sig. Train rivendica dunque la facoltà di pensare. Ne prendiamo atto. Ma non lo riteniamo possibile.

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  135. Credo che sia importante l’istruzione e credo che sia fondamentale imparare le nozioni che vengono trasmesse dagli insegnanti.
    Credo, inoltre, che il compito di un insegnante non sia solo quello di tramettere sapere o amore.
    Un buon insegnante deve essere di esempio per gli studenti, deve insegnare l’importanza dei diritti e dei doveri, della convivenza e del rispetto per l’altro, soprattutto dei più deboli.
    Deve insegnare i valori della Democrazia, non certo la sopraffazione, l’intolleranza, il dileggio o l’odio per il diverso.

    Chi non rispetta gli altri e presume di sapere di più non sarà mai un buon insegnante né un buon educatore, darà pessimi esempi e non trasmetterà nulla fuorché vuote e sterili nozioni.

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  136. Dunque, l’istruzione è importante. Lei come li istruisce (in-struo, belinone!)? Insegna forse che per parlare di un autore bisogna averne una qualche conoscenza diretta? Lei insegna storia e filosofia ignorando l’italiano, il latino, il greco, l’inglese, il francese e il tedesco: speriamo che non la prendano ad esempio. Piace poi leggere quel “solo” davanti a “trasmettere sapere o amore” e, in questo sintagma, la congiunzione disgiuntiva. Costui sì che ha capito davvero Platone.
    A quanto pare per lui un buon insegnante è soprattutto esempio di civica virtù, molto vicino al catechismo, direi. Ma l’apice della sua stolta superbia lo raggiunge, l’archetipo, quando dice che cosa non deve insegnare il buon insegnante: come se lui sapesse che cosa insegnano altri.
    Sig. Train, non ci costringa a documentare. Si limiti a insegnare le vuote e sterili nozioni: se non altro non fanno male a nessuno. Se ci mette del suo, sarà un disastro.

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  137. “Lei insegna storia e filosofia ignorando l’italiano, il latino, il greco, l’inglese, il francese e il tedesco.”

    Non insegno italiano, né latino, né greco, né inglese (sebbene stia frequentando un corso e stia conseguendo risultati più che buoni, mica improvviso delle farlocche traduzioni dal latino all’inglese come ha fatto qualcuno di mia conoscenza), né francese, né tedesco.

    Le sue accuse sono ridicole, le conoscenze scolastiche che ho di greco e latino mi agevolano tantissimo per quello che devo fare,
    Non è compito mio tradurre tutte le opere dei maggiori pensatori antichi, non sono specializzato in questo e non può pretendere di imporre agli altri una conoscenza che non mi compete perché sono altri i miei obiettivi e non coincidono con i suoi.
    Per quanto riguarda la lingua madre, non mi curo delle sue critiche, per me lasciano il tempo che trovano non ne faccio un cruccio, a volte se fossi più attento eviterei svarioni.

    Concludo: il fatto stesso che lei consideri catechismo quello che io ho testé scritto sui valori etc. rivela ancora una volta la sua totale avversione e il suo totale disprezzo nei confronti dei principi fondamentali della democrazie moderne, non a caso lei si identifica votando e sostenendo un movimento politico come la Lega che non si rispecchia affatto in quello che dice la Costituzione Italiana.

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  138. P.S. A me pare di abusare della bontà della padrona di casa, pertanto ho deciso di tagliare qui definitivamente questa inutile e noiosisima querelle.
    Se lei vuole continuare a insolentirmi faccia pure, non le risponderò più, non ho voglia di perdere tempo con un personaggio come lei.
    La padrona di casa le aveva chiesto di non stuzzicarmi più, e lei, disprezzando la volontà di Galatea, ha continuato come se nulla fosse dimostrando di essere un grande maleducato.

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  139. “mica improvviso delle farlocche traduzioni dal latino all’inglese come ha fatto qualcuno di mia conoscenza”. Dimostri il “farlocche”, asino.
    “le conoscenze scolastiche che ho di greco e latino mi agevolano tantissimo per quello che devo fare”. Lei non ha neppure fatto il liceo classico, e il greco non lo sa nemmeno leggere (neanche il latino, ma su quello s’illude).
    “lei si identifica votando e sostenendo un movimento politico come la Lega” La sintassi è traballante, ma il senso… Io mi identifico IN niente e nessuno, se permette. Ma se Lei stesse parlando come un carabiniere, esibisca Lei i docui documenti a chi Le pare. Quanto al sostenere… sarà per quello che c’è tanta gente col culo per terra, lega compresa?
    Fesso.
    Grazie per la Sua decisione di “tagliare” qui la discussione. Spatio brevi rem longam resecas. Bravo.

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  140. “Non è compito mio tradurre tutte le opere dei maggiori pensatori antichi”. Ineccepibile e spassoso. Facciamo così: dia il suo contributo, ne traduca una, una a caso.

    Ci piacerà leggere il Fedro translated by Mr. Train (lo tradurrà in inglese, e farà senz’altro meglio del Dover).

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