Il corpo delle donne

busto manichino

L’altra sera, vagando nel deserto televisivo, sono capitata su Mtv. Serata fiacca: niente special sui cantanti, o concerti, neppure video in rotazione, cioè le cose per cui si guarda Mtv. C’erano invece, un in fila all’altro, due programmi di produzione americana che probabilmente si potrebbe definire “giornalistici”, anche se nella variante gossipara. Nel primo, “esperti” di non si sa bene cosa stilano classifiche di celebrità più o meno ignote, erudendoci su quanto Maria Carey spenda in scarpe al mese e stilando preziose classifiche sui divi più sexy di tutti i tempi, in cui, per dire, Jim Morrison finisce al quinto posto sorpassato dal marito quasi adolescente e del tutto sconosciuto di Demi Moore. La classifica della serata riguardava le “Dive più magre di Hollywood”. Magre è un eufemismo: scheletriche avrebbe reso meglio lo skinnest usato nel titolo originale. Dibattevano, i convenuti, mostrando una infilata di foto di signorine cui si contavano costole e tibie bene in vista fra gli spacchi dei loro vestiti firmatissimi e costosi. La puntata era costruita così: foto dello scheletrino, commento finto scandalizzato dell’opinionista (“Ooooh, santo cielo, come si è ridotta, quanto è magra, quanto è brutta, ma non si vede?”), scheda in cui si riferivano il peso della malcapitata, le illazioni su possibili diagnosi, le indiscrezioni sui presunti ricoveri in cliniche per i disturbi alimentari; quindi spezzone di intervista in cui la poveretta negava assolutamente di soffrire di anoressia/bulimia, altro giro di esperti che commentavano ghignando quanto patetica fosse quella negazione e allegra sarabanda di foto confermanti il continuo deperimento in corso, indi chiosa finale di uno degli intervistati, che spiegava con tono saccente e paternalistico che i problemi alimentari della sventurata erano legati al suo non sopportare il continuo assedio e la pressione dei media su di lei. Soprattutto di quei media che vanno a contare i bocconi che mastichi e imbastiscono programmi su quanto pesi, direi a occhio.

Il secondo programma, sempre di produzione americana, era invece una specie di documentario-reality, che seguiva la vita di due donne, una ragazzina di colore diciassettenne e una venticinquenne cubista, con lo stesso problema: la taglia del reggiseno. Avevano entrambe una prima, e non era abbastanza, nonostante possedessero per il resto un corpo bellissimo, magro, scattante, slanciato: la diciassettenne si sentiva inadeguata perché così piatta temeva di non essere abbastanza bella per diventare una cheerleader, la cubista lamentava il fatto che le colleghe con più seno avessero ingaggi migliori del suo. Scuse, ovviamente: bastava guardare il documentario cinque minuti per capire che non erano quelle le motivazioni vere. Le due ragazze, lo ammettevano francamente, non si sentivano belle e abbastanza desiderate, o sexy: il silicone non avrebbe avuto il compito di riempire le tette, ma il vuoto dell’autostima. Un vuoto pauroso, di cui era piena ogni inquadratura del programma, ogni mozzico di frase delle due protagoniste e soprattutto di chi stava loro intorno. Perché quello che faceva venire i brividi era che le due ragazze non erano affatto due graziose ochette dalla testa vuota.

L’una, la cubista, era in realtà la manager di una agenzia di servizi per le discoteche: gestiva ragazze immagine, ballerine, curava spettacoli nei club. Era una piccola imprenditrice organizzatissima, con tanto di ufficio, sito internet per le prenotazioni on line: una donna, insomma, che avrebbe potuto tranquillamente catafottersene della taglia del seno, perché evidentemente dotata di una buona taglia di cervello, e per giunta aveva anche un compagno fisso, musicista di infime fortune, ad aspettarla a casa, innamorato. Eppure la si vedeva angosciarsi per quei centimetri di circonferenza che mancavano, indossare reggiseni imbottiti uno sull’altro, ordinare via internet creme miracolose per guadagnare qualche millimetro di decolletè, trangugiare senza controllo medico preventivo orribili intrugli omeopatici che avrebbero dovuto stimolare l’aumento delle tette. Il compagno la guardava far tutto ciò dapprima basito, poi addirittura offeso: non sapeva far altro che ripetere, come un disco rotto: “Ma a me piaci anche se sei piatta, , in fondo, basta che tu piaccia a me!” E aggiungeva: “Non voglio che faccia l’intervento, perché poi se gli altri la guardano troppo mi darà fastidio..”. Le voleva bene, era evidente, ma non si rendeva conto così di diventare anche lui una parte del problema: ogni volta che apriva bocca per consolarla, in realtà con quelle parole confermava le sue paure: diceva che a lui andava bene anche così, cioè piatta e senza seno, ma il tono, anziché consolatorio, era pieno di paura e strettamente egoista: sottointendeva un mi accontento anche se fai un po’ schifo, perché così sei un po’ una fallita, come me; anzi non voglio proprio che cambi in meglio, sennò non saresti più una fallita come me, piaceresti anche ad altri migiiori di me e potresti allora mollarmi.

La ragazzina diciassettenne era anche lei, a mio parere, bellissima. E nemmeno stupida, povera creatura. Tanto è vero che di operarsi non voleva sentir parlare. Chi la voleva trascinare dal chirurgo a tutti i costi era la madre, una giunonica matrona di colore con un seno da centrale del latte. Dalla mattina alla sera, a colazione pranzo cena, la genitrice sistematicamente la martellava: “Hai poco seno, saresti bella se avessi più seno, se non ti rifai il seno non riuscirai mai ad entrare fra le cheerleader, guarda come sei brutta con quel poco seno.” La ragazzina tentava di resistere a questo lavaggio del cervello, nonostante il problema del seno piccolo fosse diventato per lei ormai una ossessione. Rispondeva per le rime alla madre, dicendo che a lei interessava stare bene, e magari avrebbe potuto anche rinunciare al posto da cheerleader. Ad un certo punto si è persino iscritta ad un corso di meditazione yoga, per imparare a lavorare su se stessa e non pensare più costantemente alla taglia del reggipetto desiderata. La madre, saputolo, ha stroncato l’iniziativa con un ragionamento semplice: “Con quello che paghi il guru potresti farti l’intervento e risolvere la questione.”

Non ho guardato più oltre il programma, non ce l’ho fatta. Non so se le due abbiano deciso di operarsi entrambe, o una sì e una no, o magari nessuna delle due. Sono dovuta uscire in terrazzo, a prendere una boccata d’aria.

Era un programma americano, dunque non c’entrava Berlusconi e la sua cultura delle donne veline a tutti i costi. Nel documentario non c’erano uomini prepotenti e maschilisti, ma un povero ragazzo impaurito e fondamentalmente succube della compagna, una madre aguzzina, e due giovani donne che avevano bisogno, in buona sostanza, solo di sentirsi amate. Ma erano abituate a dar per scontato che questo potesse avvenire esclusivamente grazie o attraverso il loro corpo, e nulla di ciò che avevano attorno aiutava il formarsi, in loro, di una idea diversa, o a sentirsi qualcosa d’altro, e dunque non ci riuscivano, anche se per il resto erano donne intelligenti, motivate, persino di successo. Perché nel profondo di noi stesse, per tutto ciò che ci hanno detto, insegnato e inculcato da quando siamo nate, questo noi donne rimaniamo, persino per noi: un corpo e basta.

105 Comments

  1. Se ti piace una donna, ti piace così com’è, non fai sottili distinguo sulle forme o su altro, ti piace e basta perché tutto quello che vedi in lei è bello.

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  2. Troppo drastica la tua conclusione: secondo me, nello specifico, gioca molto il Q.I. che, tu, frettolosamente, giudichi uguale o superiore a 97 (q.i. medio, secondo certe statistiche) per il solo fatto che una delle protagoniste svolga una professione di livello elevato. Fra le due variabili (q.i. e professione svolta) non è sempre detto che vi sia una relazione di corrispondenza diretta.
    Inoltre, esiste un atteggiamento tipico statunitense, che definire esecrabile è un complimento, volto a porre al margine chiunque non rientri in certi parametri qualitativi e quantitativi. Se ricordi, s’era cercato di fare qualcosa di simile anche in Italia, attraverso il canale pubblicitario: se avevi la forfora e non usavi un certo shampoo per liberartene, tutti t’avrebbero evitato come se fossi un portatore di peste; se i tuoi denti non fossero stati perfettamente bianchi, grazie a quel particolare dentifricio, le ragazze mai più si sarebbero avvicinate a te, ecc., ecc.
    In un popolo come quello statunitense, peraltro non particolarmente dotato di schermi culturali protettivi, bombardato da decenni con messagi quotidiani di questo tipo, l’incidenza psicologica di risultati quali quelli illustrati nel servizio di MTV, non può che essere elevata.
    Purtroppo, alcuni ambirebbero che un simile modello diventasse imperante anche da noi.
    L’unica difesa che possiamo contrapporre a che ciò non avvenga è quella di rafforzare il tipo d’insegnamento critico da sempre praticato nelle nostre scuole, a fronte di quello meramente ricettivo adottato dalla maggior parte del sistema americano e che ritengo portatore delle maggiori responsabilità in relazione a quanto illustrato nel tuo post.

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  3. @>Lector: non so, Lector, da donna la mia esperienza in merito è un po’ diversa. Al di là di quelle che sono punte estreme, come la madre del documentario, a noi donne viene comunque insegnato fin da piccole, in famiglia e da altre donne, che comunque essere belle e seducenti è importante ed è una parte irrinunciabile dell’identità femminile: se sei brutta, sgraziata, grassa, goffa o con gli occhiali sei comunque un po’ meno donna di come dovresti essere. il nostro rapporto con il corpo è diverso da quello che hanno gli uomini (anche se negli ultimi tempi pare che si sia in qualche maniera un po’ pareggiato: anche agli uomini viene chiesto di essere “belli”, o almeno curati e ben vestiti per essere considerati di successo): ma il fatto è che per una donna essere bella fa parte del suo essere “donna”,così come parte dell’identità femminile è quella di venire corteggiata, di riuscire a sedurre il maschio. Se queste cose non ti riescono, puoi essere anche un premio nobel, ma dentro di te senti che ti manca qualcosa, come se avessi mancato un obiettivo: la cosa più facile è riuscire a farlo attraverso il corpo e quindi uniformare il corpo a quelli che sono i criteri estetici imposti e più diffusi nella società. Io quelle due ragazze le capisco benissimo, posso identificarmici, al di là della misura del reggiseno. Non sono solo due stupide ochette, liquidarle come tali è riduttivo, credimi.

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  4. A Telecom Italia Media (Mtv fa parte del gruppo) devono essere messi male. Ma male male forte. Infatti ci sono nuove voci di cessione (dopo il 2006) a Murdoch, ancorchè smentite ovviamente. Sono in rosso da sempre. Io non ho più la TV da almeno sei anni (si vive benissimo senza, credi) e ricordo nitidamente di aver visto questa roba che descrivi. Non saprei dire ora se su MTV (ma è molto probabile) o altrove. E’ roba stravecchia, fondi di magazzino.
    Il documentario-reality è roba palesemente falsa. Tutti figuranti, anche se il tutto sembra credibile, lo so, perchè è ben costruito. Tecniche di marketing subliminale per vendere chirurgia plastica alle adolescenti e alle giovani donne. Lo si capisce bene se si guarda il tutto con il giusto distacco.
    Il fidanzato che “non vuole” serve in realtà a far passare il messaggio “non devi farlo per lui, ma per te stessa”. La cubista per “ti serve per lavorare”.
    E’ ovvio che non debbano apparire come donne stupide e/o oche, altrimenti l’effetto non è quello voluto.
    La madre giunonica che martella la figlia perchè rifaccia il seno altrimenti non potrà fare la cheerleader (il mito delle ragazzine americane) ti sembra davvero credibile? Pensaci un attimo.
    La scenetta del corso di meditazione, ecc. ecc. serve a far passare il messaggio “non è certo questa la soluzione, la soluzione è l’intervento”.
    Sono tecniche che funzionano bene perchè toccano la parte più profonda del tuo io.
    Come hai potuto constatare tu stessa, con il tuo disagio.

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  5. @->Frap: Possono anche essere costruite, come tutto ciò che passa in tv e nei media, Frap, ma questo non rende il problema meno reale: puoi guardare la luna con il telescopio o indicarla con il dito, ma la luna è là.
    Se una fiction ti colpisce vuol dire che è credibile nella sua impostazione e, appunto, tocca una parte profonda dell’io. Quella parte profonda dell’io c’è: io stessa non riesco ad uscire di casa se non sono pettinata, truccata, se non mi sento “carina” ed a posto. Voglio essere, insomma, femminile quando mi rapporto con gli altri, e la mia femminità è legata a doppio filo al tipo di corpo che mi ritrovo. E questa percezione è legata a quello che madri, zie, amiche mi hanno insegnato essere la femminilità. Personalmente, anche se on ricorrerei ad interventi estetici perché sono una gran fifona, so che non so uscire del tutto da questo impasse di fondo: a noi donne viene insegnato che per essere donne vere si deve essere seducenti, e la seduzione è quella del corpo, in primis, mentre gli uomini belli sì, hanno successo, ma poi possono anche entrare in gioco nella seduzione maschile ben altre doti, come la simpatia o l’ostentazione del potere. Forse non è in caso che, nello stereotipo, l’uomo molto bello e curato venga sempre considerato un po’ effemminato: usa una seduzione, infatti, di tipo “femminile”: quella del corpo curato, appunto.
    Tu Frap, del resto, fra una donna bruttarella e grassa e una bella e seducente, chi giudichi più femminile e seducente, a parità di intelligenza?

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  6. Gala, penso che essere belli e seducenti risulti importante per tutti, uomini o donne che siano. Secondo me, il modello culturale gioca molto poco in merito: si tratta di vere e proprie strategie evolutive della nostra specie, sulle quali, poi, i modelli culturali non fanno che sovrapporsi.
    Anche un uomo, se potesse, vorebbe essere alto un metro e novanta ed avere due spalle alla Johnny Weissmuller.
    Proprio perché rappresentano un retaggio chimico estremamente pressante, tali stimolatori di comportamento, quando vengono sollecitati nella giusta maniera, portano a situazioni di estrema frustrazione se non appagati.
    Quello che volevo dire è che puoi combattere il messaggio subliminale intenzionalmente e maleficamente insito in quei servizi, unicamente con una buona dose di spirito critico, che solo un sistema scolastico come il nostro è in grado di darti. Cosicché, il messaggio subliminale di fondo del MIO [modestissimo] ragionamento era: difendiamo la nostra scuola con le unghie e con i denti, altrimenti faremo la fine di quei deficienti di americani ! 😀

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  7. Sono totalmente d’accordo con frap1964. Non ho visto il programma in questione, ma ricordo perfettamente che i primi “reality” e affini nacquero su MTV e furono sgamati prestissimo come abili falsi (anche perché non erano mai in diretta). MTV, potentissimo veicolo pubblicitario, è uno dei più avanzati sistemi di comunicazione, e utilizza da sempre ogni possibile sperimentazione visiva/subliminale. Non so, Galatea, se hai mai studiato/letto qualcosa a riguardo. Io lo feci per un esame. Le inquadrature, il montaggio, anche solo pochi decimi di secondo di sguardo, un gesto, un inserto, sono studiati con estrema attenzione per raggiungere l’inconscio, e te ne puoi rendere conto solo dopo decine di visioni e analisi dello stesso filmato. Ci sono dei chiarissimi “non detti” celati in situazioni pseudo-normali che non sono affatto lì per caso. Sono diabolici 🙂
    Vai tranquilla che quelle due stavano recitando al 100%.

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  8. No Gala.
    Tu confondi attrazione con seduzione.
    Sono due cose ben distinte e separate.
    La donna (o l’uomo) bella(o) attrae, non necessariamente seduce.
    L’attrazione è un fatto istintuale, la seduzione no.
    La seduzione passa attraverso meccanismi diversi, è un unicum tra il tuo modo di essere, di parlare, di muoverti, di porti.
    E’ un gioco fatto di parole e di silenzi, di sguardi, spesso di piccole cose.
    Nella seduzione entrano in gioco fattori emotivi e culturali; anche istintuali certo, ma possono diventare marginali, e lo diventano molto spesso.
    Ci sono donne belle (o riconosciute come tali) che non appena aprono bocca ti fanno invariabilmente cadere le braccia. E viceversa.
    E “a parità di intelligenza” non significa nulla, perché l’intelligenza non è misurabile, spesso nemmeno definibile o riconoscibile.

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  9. @->Jan Alexander, Frap e Lector: sono prefettamente conscia di quello che dite, e perfettamente d’accordo che si debba agire sulla scuola per favorire lo sviluppo di menti critiche. Quello che però vorrei anche sottolineare, e che spesso passa assolutamente sotto silenzio è che a me a scuola ed in famiglia hanno passato l’idea che essere belle non basta, che spesso il fascino non ha nulla a che vedere con la bellezza, etc. Ma c’è un livello su cui tutti questi ragionamenti non agiscono, perché, molto probabilmente, è in parte irrazionale, sia per gli uomini che per le donne: una donna è il suo corpo, in prima istanza. E se il suo corpo non corrisponde ai criteri di femminilità che la società si dà, questo la fa soffrire e la fa sentire sbagliata molto più di quanto possa capitare ad un uomo (esempio stupido: un uomo brutto ma ricco è un uomo di successo anche se resta brutto; diffcilmente va dal chirurgo estetico; una donna brutta ma ricca, è una donna brutta: se è ricca, passa dal chirurgo estetico e tenta di migliorarsi). Non ho la più pallida idea di come se ne possa uscire, purtroppo.

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  10. @->Francesca: il titolo del post era preso da lì. E soprattutto per rispodnere ad una domanda posta in quel documentario:Come mai tutte le donne d’Italia non scendono in piazza per protestare per come siamo rappresentate? Forse anche per questo sentimento inespresso che sta sotto e dentro di noi.

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  11. il seno femminile, secondo molti studiosi, coniuga la funzione parentale con quella di attrazione erotica, quindi penso sia normale per una ragazza desiderare un seno vistoso, per un naturale istinto “di genere”; il problema è quando questa normale aspirazione diventa angoscia, fino al punto di utilizzare la chirurgia, e lì è vero che la propaganda televisiva che ci propina un modello ipertrofico è dannosa; a me è capitato, conversando con uomini giovani, sotto i 40 anni, di constatare come anche loro finiscono per non desiderare le donne “normali”, abituati al consumo smodato di immagini di donne ipetrofiche, per cui, con dispiacere, spesso ammettono che le ragazze “normali” che trovano non gli piacciono, oppure se le fanno piacere pensando “del resto io non sono mica brad pitt!”, insomma la televisione fa male, perchè altera la percezione di ciò che è “naturalmente” desiderabile

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  12. @Gala
    Il livello irrazionale o istintuale di cui parli è appunto quello che muove l’attrazione (non la seduzione). Qui c’è poco da fare, imho, ce lo portiamo dietro come strategia evolutiva della specie. E’ il meccanismo attraverso il quale avviene la selezione e con il quale la femmina prova a farsi scegliere.
    La consapevolezza di una propria inadeguatezza sul piano fisico determina sofferenza e dolore. Molto più nella donna che nell’uomo, perché siamo diversi, lo sono soprattutto i nostri cervelli, nel modo di funzionare.
    La donna sviluppa molto di più la componente emotiva, più vicina e collegata alla parte istintuale; l’uomo quella analitica e razionale, più lontana e filtrante.
    Questo spiega, a mio avviso, l’importanza maggiore che le donne da sempre hanno dato al proprio apparire nei confronti dell’uomo.
    Su questo si è poi innestato, negli ultimi cinquant’anni direi, un crescente meccanismo di “inadeguatezza indotta” che è funzionale al crescere e proliferare dell’industria della moda, dei cosmetici, del benessere, della chirurgia estetica, ecc. ecc.
    Con gli uomini funziona meno bene, perché la parte emotiva è meno sviluppata e penetrare quella razionale non è mica così facile.
    Naturalmente l’emotività non significa in sé minore intelligenza, anzi è il quid in più che nel mondo del lavoro, a volte, fa spesso la differenza.
    L’apparire fa vendere, in ogni caso. L’essere no.
    In fondo è tutto qui, credo.

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  13. Non date retta a certi documentari, realizzati con perfetto mestiere carogna (complimenti Jan Alexander!) per amplificare i problemi che dicono di voler combattere. A quale scopo? Interessi economici enormi.

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  14. Come dicevo, si tratta per lo più di inadeguatezza indotta.
    Ti bombardano di modelle strafighe, di donne manichino, di bellezze al Photoshop. E nel confronto chiunque ne uscirebbe male.
    Anche le belle e “di successo”, che finiscono spesso col trovarsi a fare i conti con i disturbi dell’alimentazione; che sono sempre la spia di un malessere più profondo, di una non accettazione di sé.
    Il punto è che non si è mai belle abbastanza, perché c’è sempre qualcosa da correggere, da migliorare, da ritoccare, ma soprattutto da venderti.
    Qui deve entrare appunto in moto la parte razionale di te.
    Non si tratta nemmeno di “accontentarsi”, si tratta semplicemente di capire che è una partita truccata e che ti stanno provando a fregare facendo leva sulle tue insicurezze.
    Cheeeeeese, sorridi. 😀

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  15. Alla sponsorizzazione credo poco: chi dovrebbe pagare? Produttori di protesi o associazioni di chirurghi?
    Anche a me i “reality” alla MTV sembrano estremamente artefatti, ma credo che rincorrano le aspettative del pubblico (di MTV) più che qualche manovra della spectre.
    Quanto al senso critico ci andrei piano a magnificare quello degli italiani: lo stato dei nostri media e della discussione pubblica non depone certo in suo favore.Magari in america è pure peggio, ma temo sia dura fare confronti.Tanto più che ciascuno tende a considerare quello medio dei propri conoscenti, e la naja mi ha insegnato quanto è tragicamente lontano da un campione casuale.

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  16. Mtv è probabilmente il media che ha le maggiori colpe sul deterioramento della musica moderna. Se n’è discusso a lungo, i “video musicali” non erano arginabili, chi poteva trovare il coraggio di non mandare in onda Thriller di Michael Jackson? Ma così facendo s’è fatta pubblicità solo alla musica pop e, quando l’ispirazione inglese è terminata, hanno vinto pochi gruppi elitari. Il rock è deceduto e adesso io ascolto solo evergreen ’80/’90, oltre non riesco ad andare…

    Va aggiunto che nell’ultimo decennio la tv ha rubato al cinema molta “forza lavoro”, infatti si nota il balzo di qualità di molte serie televisive che hanno superato per intensità emotiva e perfetta realizzazione molti film che ci troviamo in prima visione. La noia ripetitiva di “Sentieri” chiude i battenti dopo 72 anni di programmazione, oggi si gode con “Lost”, “Prison Break”, “Lie to me” e compagnia bella. La WGA (Writers Guild Of America) vince un lungo sciopero, i creativi prendono il potere e i produttori si riconoscono i loro meriti.

    Tutto per dire che Mtv ha la volontà e i mezzi per creare reality (veri o finti, ha importanza?) e continuare a fare tendenza. Ma se un po’ tutti restiamo scettici sui contenuti, significa che forse, sotto sotto, c’è in gioco ben altro.

    Queste trasmissioni si basano sul solito copione: un problema che tutti i telespettatori comprendono, il dolore umano, le difficoltà per trovare una soluzione.
    A dire il vero, Mtv, trasmetteva in passato reality più semplici. Ad esempio 3 ragazzi facevano la corte a una tipa che alla fine sceglieva a chi darla. Si rideva, si scherzava, si tifava per il più bruttino, ma alla fine si spegneva la tv e si andava a nanna tranquilli e rilassati. Oggi il reality non ha un lieto fine, nell’esempio del post, se il silicone viene sparato nelle tettine, oppure no, restiamo con l’amaro in bocca.
    Per quale ragione Galatea ha desiderato prendersi una boccata d’aria? Perché si è sentita soffocare dalla marea di sensazioni negative che le arrivavano dai personaggi della storia. Infatti non si trattava di vincere una pizza con una graziosa ragazza, ma si passava attraverso l’insicurezza personale, la difficoltà di comunicazione in famiglia, una società che premia il valore estetico, il sentirsi soli e abbandonati. Chi dorme bene dopo una roba simile?

    Durante una prima lettura potremmo dire che i proprietari del format hanno preso una cantonata e che presto perderanno share, come dice Berlusconi alla Repubblica e a El Pais. Ma Mtv boccierebbe la messa in onda del programma alla seconda puntata, mica sono fessi! Quindi ci serve approfondire per dipanare alcuni dubbi.
    Qual è il messaggio emotivo che riceviamo assistendo al reality? Principalmente è disagio, ci dispiace condividere il malessere di queste due sfigate. “Condividere” è la parola magica, ogni sceneggiatore sa bene che se crea un personaggio nel quale il pubblico si identifica ha in mano l’attenzione della platea. E quale sentimento è più facile da stimolare? Amore, desiderio, vendetta, ma oggi in particolare è proprio l’insicurezza, che provoca paura, che provoca insicurezza, in un circolo chiuso difficile da estirpare.

    La “politica del terrore” americana ha permesso a Bush di conquistare il secondo mandato quando, nello scontro televisivo pre-elettorale contro Kerry pronunciò la storica frase “sarà una guerra luuuuuuunga”. Mise paura agli Stati Uniti che lo votarono di nuovo, ma presto gli voltarono le spalle, vaccinati e cornuti.
    Che potere ha la paura? Gli esseri umani spaventati sono presi dal panico e si aggrappano a chiunque porga loro un aiuto, vogliono credere a chiunque, pur di far cessare l’incubo.
    Parafrasando Lector, un uomo insicuro, osservando la pubblicità dello shampoo Clear il cui slogan è: “Funziona!” corre a comprarsene un secchio. Pensa: “Se mi dicono che funziona è vero, ci credo e al diavolo gli altri prodotti”. Magari è calvo. Un uomo sicuro di sé (o insicuro, ma che ha un buon autocontrollo) pensa: “Funziona? Perché dicono che ‘funziona’? Significa che molti altri prodotti non eliminano la forfora. E se lo stesso Clear fosse un bidone?”. Così compra Clear e un paio di altri shampoo concorrenti, si lava la testa e capisce che i miracoli non esistono. Chi ha la forfora se la tiene.
    Rispondendo a Marcello direi che sì, la paura paga.

    A volte tutti ci lasciamo fregare, non abbiamo cristalline menti illuminate. L’importante è non perseverare, smettendola di farcela sotto dalla fifa.

    Buona “seconda lettura” a tutti. 🙂

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  17. Ribadisco: siamo noi tutti che ringraziamo te che, anche in questi momenti (ho capito a cosa alludi), trovi comunque la forza e lo spirito di continuare a scrivere. E credo, con ciò, d’interpretare il pensiero d’ogni frequentatore abituale di questo splendido blog. Baciotto stra-ricambiato 🙂

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  18. Vorrei anche aggiungere che se l’attrazione vive sulla rappresentazione del sé, la seduzione è invece soprattutto evocazione, condivisione, identificazione e mistero.

    In questo senso trovo questo blog interessante e seduttivo: quando usa il potere evocativo della parola, e lo usa bene, per catapultarti un momento, su una terrazza, di notte, a condividere un’ emozione.

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  19. Non dovremmo trascurare il fatto che nel mondo della moda e dello spettacolo operano molti omosessuali. Non ho niente contro di loro, sia ben chiaro. Ritengo, però, che non siano le persone più qualificate per stabilire i canoni della bellezza femminile.

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  20. Due osservazioni.

    Galatea sembra essere arrivata al punto di caduta di tutti i discorsi sulla sessualità, che siamo cioè, anche se in modi diversi, schiavi degli istinti riproduttivi, con buona pace di tutta la nostra millenaria cultura; mi pare necessario ricordare qui che se una donna non può dirsi tale se non è seducente, un uomo non è un uomo se non la domina sessualmente, con tutto ciò che di nefasto ne deriva.
    Istinti però che sono la pietra angolare della nostra struttura mentale e come tali non rimuovibili senza crolli considerevoli (senso del bello, spirito di progresso). Ci conviene?

    Seconda osservazione. Ma vuoi vedere che dopo essersene dette di tutti i colori da un’altra parte Galatea, Frap, Lector (non vedo red.cac.) sono diventati amici? Non sarebbe la prima volta.

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  21. Mamma mia, quanti psicologi, in questo blog! E chi si azzarda più a parlare? 😉

    Casualmente ho visto anch’io il programma sugli skinniest. Mi sono consolata vedendo che parlavano anche di maschietti magri e non solo di femminucce. Lì però si confondeva il fatto che gli attori hollywoodiani ingrassano e dimagriscono a comando (ma come ‘zzo fanno??) per esigenze di copione con quello che alcuni, tipo Miss Scheletro Keira Knightley, sono naturalmente magri. Nel primo caso giocano diete misteriose (droghe? la coca toglie l’appetito) e programmi di personal training. Nel secondo forse anche problemi di anoressia-bulimia.

    Come hai detto tu, Galatea, il succo del discorso è l’autostima. Sono gli altri, di solito, che ti dicono “sei troppo magra, troppo grassa, hai un brutto naso, hai le gambe storte”. Coloro che dicono così hanno problemi ben peggiori da nascondere e proiettano la loro angoscia sugli altri.
    La cosa difficile è convincerne le ragazzine, che non sanno ancora cosa sia l’autostima.
    Il trucco è fregarsene e cercare di valorizzare i nostri punti d’attrazione in modo da mascherare i difetti. Ho un amico con una testa dalla forma sgraziata ma con due occhi che ti squartano. Ti assicuro che nessuna guarda la testa.

    Ah, sul fatto delle tette piccole. Ci sono uomini che si scelgono regolarmente tavole da stiro. Basta trovarne uno.

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  22. @–>Ugolino
    Probabilmente ti confondi.
    Personalmente, non ho mai litigato con nessuno, tranne che con Berlicche e qualche suo fan, di cui, infatti, per coerenza, non frequento più il sito.

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  23. Solo un appunto per i signori che parlavano di anoressia e bulimia: ci sono persone che NON RIESCONO ad ingrassare.

    (scusa, lo so che non è il posto giusto, è che questo problema mi tocca personalmente, e quando vedo quegli esperti che cianciano di problemi alimentari, mi vien voglia di dargli una testata.)

    ah, dimenticavo. per il resto sono d’accordo con te. proprio perchè sono in lotta da 15 anni con persone che mi dicono “con qualche chilo in più staresti meglio”…

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  24. My best compliments ai commentatori di questo pezzo, e alla sua autrice ovviamente.
    Capita di rado in un blog di leggere una riga di commenti intelligenti, ben scritti e sensati come questi.
    Quanto al tema, non aggiungo altro perché sono d’accordo con voi.
    ciao:)

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  25. Volevo fare una considerazione personale, senza avere nessuna pretesa di capire più degli altri o di fare lo psicologo della domenica.

    Secondo me è importante quello che dice Galatea, cioè il senso di inferiorità e insicurezza delle donne. Mi pare di aver capito che lei intenda da un punto di vista fisico, ma la mia esperienza dice che la questione è un po’ più profonda.

    L’esempio che mi è più vicino è una ragazza di cui ero molto innamorato (e non ricambiato) ai tempi dell’università. Oltre ad essere di una bellezza estrema, era anche di una intelligenza quali se ne trovano poche in giro, vivace ed acuta. Era una di quelle persone che si ha la fortuna di incontrare pochissime volte nella vita. Il problema è che lei si considerava non solo non particolarmente bella, ma anche intellettualmente inferiore alla media.

    Ora, il fatto è che questa è una costante che ho riscontrato quasi sempre. Anche la santa che mi sta vicino ora, è decisamente una bella ragazza ed è oggettivamente intelligente, ma è una lotta quotidiana nel farle capire che non è grassa e che non è stupida.

    Siccome potrebbe anche essere vero che il senso di inferiorità estetica possa essere instillato dalla società, onestamente non mi pare che alle ragazzine vengano imposti modelli tipo “se non fai una scoperta scientifica prima dei 30 anni non sei nessuno”.

    Mi pare quindi che il senso di inferiorità si manifesti tanto nell’aspetto, che in altri ambiti, ma che sia da far risalire ad altro che non sia il semplice perseguimento di un canone estetico.

    Cosa sia non lo so, però.

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  26. MTV negli anni ’80-’90 ha veicolato una certa spinta generazionale, di forse posticcia indipendenza ma non priva di vitalità.

    Oggi (per quel poco che la guardo, in genere facendo zapping sui canali dopo il 9 sperando di trovare i trailer dei film in uscita) è una centrale di propaganda. Propaganda di che cosa, non lo so… ma sicuramente propaganda, e disgustosa. Più bacchettona del mainstream, totalmente asservita alla logica della celebrità incaranta dalla tragica figura di Paris Hilton, completamente sprovvista di qualsiasi critica al di là di un moralismo peloso degno di novella 2000.

    Io sono intimamente convinto (o meglio, mi piace pensare) che MTV sia segretamente finanziata da qualche emiro del Qatar simpatizzante di Al Qaeda per mostrare la decadenza del mondo occidentale e quanto sono decerebrati gli americani.

    E se così non fosse, bè come non spezzare una lancia per Al Qaeda?

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  27. Suggerisco ai maschietti di scegliere donne con il seno piccolo perché occorre investire nel futuro: le tettine resistono meglio alla forza di gravità e quindi non crollano verso il basso.
    Considerando che, a livello internazionale, le italiane sono provviste di poppe divine, lascio il problema nelle mani statunitensi.

    è una centrale di propaganda. Propaganda di che cosa, non lo so…
    Vale lo stesso discorso per Discovery Channel, trasmette solo ducumentari. Però sono tutti prodotti negli USA, intervistano solo scienziati americani e il resto viene ignorato.

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  28. @ lector
    chiedo scusa, di difetto di approssimazione si trattò: colpa della frenesia fù, mi scusasse 🙂

    Era solo un modo grossolano per sottolineare il clima decisamente migliorato rispetto agli ultimi post.

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  29. “Perché nel profondo di noi stesse, per tutto ciò che ci hanno detto, insegnato e inculcato da quando siamo nate, questo noi donne rimaniamo, persino per noi: un corpo e basta.”

    sì ma basta metter piede in una palestra per rendersi conto che la situazione maschile è ancora più esasperata, gente che si ammazza di pesi, si abbotta di integratori e non so che altro perchè sinceramente gente che si fa le bombe non ne ho mai conosciuta.

    per non parlare dello spam “enlarge your penis” altro che le tette.

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  30. per non parlare dello spam “enlarge your penis” altro che le tette
    Questa sì che è una nota dolente, ragazzi.
    Una volta, eoni fa, ebbi un’avventura con una tipa che era già stata prima con un mio amico, di cui iniziò a magnificarmi le proboscidose doti elefantiache. Vi giuro che l’atto si concluse lì: non me l’avrebbero più sollevato nemmeno con il crick. Altro che mancanza di autostima femminile: per uccidere definitivamente un uomo, bastano poche parole di commiserazione riferite al … coso, et voilà, il gioco è fatto.

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  31. @lector
    Sì, per gli uomini che non conoscono una beata della fisiologia dell’apparato sessuale femminile. Per quelli informati, che sanno perfettamente che la zona più innervata e sensibile della vagina (si può dire vagina qui?) è costituita dal terzo inferiore (+/- i primi quattro centimetri) le dimensioni, quali che siano, non sono mai state un problema. Altro classico esempio di inadeguatezza indotta funzionale alla vendita di creme e/o altri rimedi perfettamente inutili.

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  32. Frap caro, quello che tu dici indubbiamente è vero, ma se devi oltrepassare uno spessore di almeno dieci centimetri di gluteo prima di poter arrivare a quei quattro centimetri di cui tu parli, converrai con me che le dimensioni contano, eccome se contano (prova a sentire cosa ne pensa Lameduck in proposito e poi vedrai!). 😀

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  33. @Tommy
    Il senso di inferiorità dal punto di vista intellettivo lamentato da alcune ragazze/donne, passa attraverso la tradizionale definizione e misurazione dell’intelligenza con test, quali quello del Q.I. che mirano in realtà ad evidenziare il solo tasso di capacità logico-matematiche.
    Si è invece ormai da tempo affermata in psicologia la cosiddetta “teoria delle intelligenze multiple”, dovuta ad Howard Gardner, che individua ben 9 tipi diversi di intelligenze.
    E’ esperienza comune che il tasso di intelligenza linguistica ed interpersonale è generalmente più elevato nelle donne rispetto agli uomini.
    Ciò deriva dalla diversa conformazione ed architettura del cervello della donna (ci sono tanto di studi con supporto di tomografia e risonanza magnetica), nonché dal diverso modello di utilizzo adottato degli emisferi.
    Meno asimmetrico nelle donne, più lateralizzato negli uomini.

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  34. ahhahahaha!!! ahimé povero Lector, che donna incauta incontrasti!!

    Una delle poche cose, anzi l’unica, che mia madre mi disse in materia di educazione sessuale, era un saggissimo avvertimento: “Non fare MAI commenti sulle dimensioni del pisello di un uomo!”
    Non so come mai ne fosse così convinta, avendo lei avuto in tutta la sua vita un unico fidanzato diventato poi marito, forse era un consiglio tramandato in famiglia, ma ho seguito il consiglio e mi sono trovata bene.:)))

    A Frap però direi di non essere così sicuro delle sue affermazioni…

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  35. O lectorino, che a te piace solo “l’ape corina”?

    Fate questo esperimento di etologia. Mettete due uomini dentro una stanza e dopo un pò inizieranno a misurarselo reciprocamente a colpi di metafora, ognuno millantando l’arnese più robusto. Credete che se le dimensioni non contassero, lo farebbero? No. Le dimensioni, ahimè, contano. Mi dispiace per quelli che speravano nei 4 centimetri.
    Non ricordo chi, ma era una signora dello spettacolo che se ne intendeva, disse: “sotto i 25 centimetri è solo disturbo”.

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  36. @lector
    Lameduck è una psicologa sperimentale vetero-femminista livornes-pisano-romagnola incazzata con gli uomini come poche (a leggerla).
    Direbbe qualsiasi cosa pur di mortificarci, ergo non fa testo. 😀

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  37. @–>Lame
    Lame, non mi serve fare l’esperimento d’etologia. Quando eravamo ragazzini (dodici, tredici anni) ci riunivamo in gruppetto di cinque o sei e, uno alla volta, s’andava in bagno con il famigerato doppio decimetro. Tu, ecche credi che andassimo a fare? mica a misurare le piastrelle, sai? 😀

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  38. @elena
    Non voglio certo insegnarti nulla, ma i trattati di anatomia mi risulta che dicano ciò. Nel concreto tuttavia non saprei dire; nel mio caso nessuna si è mai particolarmente lamentata dopo aver constatato come il nickname frap1964 celasse in realtà
    frapocovedraicheticombinaquestoclasse1964. 😀

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  39. Frap, i nostri commenti si sono incrociati. Io mi riferivo al tuo “le dimensioni, quali che siano, non sono mai state un problema” e ribadisco che fossi in te, non sarei così sicuro.
    Nessuna donna però ti smentirebbe mai in un vis-à-vis, neanche sotto tortura.
    (Per non incorrere nell’effetto sopra citato da Lector)
    ;-))

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  40. Frap, continuiamo a scrivere commenti in contemporanea!!
    Io non farei tutto questo riferimento ai trattati di anatomia. Soprattutto se sono stati scritti da uomini, e magari qualche anno fa.:))
    Vuoi dire che il nickname ce l’hai tatuato e si svela in tutta la sua estensione solo in particolari circostanze? :-DDDDDD

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  41. @elena
    Mmmmmhhh, non so… sospetto che tu abbia settato Google Alert sulla parola vagina.
    Ti sei fiondata qui a volo radente più ingrifata di un grifone del bengala… 😀

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  42. 😀 😀 😀
    che ho fatto che??!!! settatasuguglalert?!?!!
    casomai fossi più ingrifata di un grifone del bengala mi sarei settata sul corrispondente maschile!!

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  43. @ugolino
    Eravamo partiti così bene coi commenti a questo post.
    elena ci aveva fatto pure i best compliments, poi ti arriva una lameduck a sperimentare e adios, ti massacra tutta la poetica sul corpo delle donne con la tavola da stiro e l’ape corina.
    E da lì il tracollo.
    Be’, ma si può fare così… 😉

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  44. Nel caso delle “dimensioni”, si può chiaramente vedere come gioca l’evoluzione: non sono luoghi comuni che, in media, gli africani ce l’abbiano più grande degli euro-caucasici che, a loro volta, ce l’hanno più grande degli asiatici. Osservando i fianchi e i glutei delle femmine corrispondenti alle diverse razze, si potrà facilmente comprendere come mediamenteun pene di maggiori dimensioni favorisca la penetrazione nel caso delle più robuste africane, mentre sia abbastanza superfluo per le minute asiatiche.
    A proposito dell’ape corina, la penetrazione, in presenza di generose rotondità delle cosce, viene resa più difficoltosa anche in altre posizioni.

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  45. @lector
    Dove si dimostra oggettivamente che delle psicologhe sperimentali incattivite non bisogna mai fidarsi… 😉

    A proposito di ape… non è curioso notare come per questo insetto valgano principi esattamente uguali e contrari ai nostri? Il pungiglione è organo sessuale solo femminile e la regina lo utilizza pure per uccidere le regine rivali. Dopo la copula, gli organi genitali del maschio vengono strappati (aaarrghh… dolloreee). Ma il pungiglione è anche arma a doppio taglio: essendo dentellato può rimanere incastrato in tessuti elastici (tipo i nostri) e determinare la conseguente morte dell’insetto.

    Nel confronto non ci possiamo lamentare, direi.

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  46. Non ce l’ho con gli uomini, frap1964. Io li adoro e loro mi adorano.

    Il discorso dei neri che ce l’hanno più grosso e degli asiatici che ce l’hanno piccolo dipende da una cosa sola. Il pene ha una parte interna ed una esterna ma è più o meno sempre di una misura media. In alcune razze è più la parte esterna visibile di quella interna, come nel caso dei neri, mentre negli asiatici prevarrebbe la parte interna. Il discorso ovviamente vale a riposo e non in erezione. In quel momento le razze si riequilibrano.
    Così capita che colui al quale non avresti dato fiducia riesce a stupirti con effetti speciali che prima se ne stavano rintanati nel pube.
    Non so se mi sono spiegata, me l’hanno raccontata così i testi di anatomia. Ma perchè mi fate fare la Lorena Berdùn della situazione? 😉

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  47. In quel momento le razze si riequilibrano
    Fidatevi: non è così!
    A meno che i trattati di anatomia valgano solo nelle parrocchie, ma non nei peggiori bordelli di Caracas …. 😀

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  48. @ Lame
    Per ovvie ragioni non posso postare il link del breve filmato dove Mandingo e Big Bamboo possiedono un’allegra caucasica. Ti assicuro che le dimensioni degli africani sono invidiabili. Lo pensa anche Rocco Siffredi, al quale resta ormai solo il piacere di penetrare nelle banche svizzere per evadere il fisco italiano.

    Anche io voglio partecipare ai giochi di parole col famoso proverbio:
    “Non lungo che tocchi, non largo che tappi, ma duro che duri.”
    (sentito dalla madre di Elena)

    Infatti l’ignoranza maschile si ferma nel misurare solo la larghezza. Le donne sanno bene che il diametro è ben più importante!

    La femmina che insulta l’uomo (maledetto lui e la sua lumachina) ha forse pruriti non soddisfatti, ma al 90% le manca la soddisfazione di un delizioso corteggiamento, caldi preliminari e un “dopo” dolcissimo. Quindi se incontrate una fanciulla che spara centimetri significa che è una povera idiota, o sull’orlo di una crisi di nervi.

    Senza parlare di come la masturbazione maschile, condannata da secoli, riesce a costruire maschietti dotati di grandi qualità erotiche. Quali? Questo segreto lo tengo per me, a voi i sensi di colpa, tiè!

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  49. Cito io i testi di anatomia e vengo deriso e spernacchiato.
    Poi ti arriva la psicologa sperimentale a sdottorare (come dice la Gala, curiosamente un po’ assente in questo thread) e ti chiosa con me l’hanno raccontata così i testi di anatomia
    Come sarebbe… ma che sperimentazione è se non si è sperimentato?
    Ora, anche con tutta la buona volontà, un mandingo e un mandarino temo che presentino, anche a occhio neh, alcune non lievi differenze in termini strettamente metrici e a prescindere dallo stato.
    O no ?!
    Io non posso testimoniare sul punto per verifica diretta, ma… mi fido dell’esperienza di lector nei peggiori bordelli di Caracas. 😀

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  50. Non ho fatto il militare in Italia. Alla visita di leva, in un noto paese dell’America Latina, c’era gente d’ogni razza. Eravamo nudi, in fila, in attesa che il dottore ci desse l’occhiata di rito. Improvvisamente, da dietro, si sente urlare a tutto fiato “madonna santissima”. Ci voltiamo tutti a guardare, mentre uno dei commilitoni indica con il dito un ragazzo di colore che pudicamente tiene le mani incrociate davanti al pube: un’affare mostruoso che gli arrivava fin quasi al ginocchio. Risate a non finire e sergente incazzatissimo perché oggettivamente incapace di mantenere qualsiasi parvenza d’ordine. Tutti puniti. 😀

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  51. Suggerisco, a sostegno delle tesi di cui sopra sugli africani, la consultazione di The Black Book di Robert Mapplethorpe che, tra le tante splendide foto, contiene un’immagine abbastanza famosa ed eloquente di un nero accovacciato dai capelli di gesso.
    Niente link: alle signore eventualmente curiose posso senz’altro consigliare l’uso di bing. 😉

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  52. frap1964 ha detto:
    “Poi ti arriva la psicologa sperimentale a sdottorare.”
    Se era uno psicologO non avresti avuto alcun problema, vero? E mi dici che non ho sperimentato sul campo quindi non posso parlare? Che ne sai? E, tra parentesi, come ti permetti?
    Complimenti per la mentalità veterotalebana. Mi ricorda qualcuno.

    Agli altri fans del nerboruto membro africano dico: pregate, forse la prossima vita il Signore vi fa nascere neri. 😉

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  53. @Lameduck
    Pensavo si fosse capito che il tutto era in senso dichiaratamente ironico.
    Toccato tasto dolente, brutta giornata o forse un tantino suscettibile?
    Sorry.

    P.S. Ma non eri quella che tu gli uomini li adori e loro ti adorano?
    Io per esempio le donne un po’ suscettibili le adoro e, ci tengo a precisare, non sono affatto un fan del nerboruto, eh… 😀

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  54. Macchè fan e fan. Il mio altissimo senso di equità e giustizia li sottoporrebbe tutti a un accorciamento obbligatorio coatto! Ecchè diamine! Pari opportunità per tutti, santiddio!
    😀

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  55. @lector
    Io ero convinto che “l’invidia del pene” fosse un problema psicosessuale freudiano delle ragazze tipico della fase genitale…

    Cito Wikipedia, ergo sia chiaro (@Lame & C.) che io non c’entro niente, eh.
    Freud disse: “le ragazze sentono profondamente la mancanza di un organo sessuale di egual valore a quello maschile, esse si considerano inferiori e l’invidia del pene è il motivo principale di un certo numero di caratteristiche reazioni femminili”.

    (disclaimer: 100 e 1 modi per scatenare un flame del tutto involontariamente)

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  56. Figlio mio, nenche mi riesce d’immaginare la soddisfazione per un uomo nell’effettuare un’estrazione dalla fondina stile “Per un pugno di dollari” di fronte a una lei che osserva allibita l’incredibile Desert Eagle che le si para davanti ? Tananananan ….. zak!
    Priceless! 😀

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  57. Com’era il titolo di quel film con Fantozzi? “Sogni mostruosamente proibiti”, mi pare ….. Bah, che ce potemmo fa’: accontentiamoci della nostra mediocre normalità (parlo per me, ovviamente), che c’è pure chi sta peggio. 😀

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  58. frap1964
    Oh, era chiaro che scherzavi. Il tuo è il comportamento tipico del troll. Lanciare la provocazione e poi nascondere la mano.
    Sei identico ad un troll abitué del mio blog, un certo contadino romagnolo. Non sarete parenti, per caso?

    Ah, un consiglio. Lascia stare Freud, poveretto. Non merita di essere strapazzato con citazioni alla “sentito dire”. E l’invidia del pene è una minchiata, fidati.

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  59. @lameduck
    Grazie per il troll, termine di cui evidentemente ignori completamente il significato, visto che basta scorrere i commenti per rendersi conto che il tuo ingresso nella discussione è partito con evidente intento di provocazione.
    Di fatto dando degli “psicologi della domenica” a tutti coloro i quali sino a quel momento avevano semplicemente e legittimamente espresso la propria opinione. Questo è il tipico comportamento da troll. Non a caso, da quel momento, la discussione ha preso tutt’altra piega, come è facile verificare scorrendo i commenti. Il tuo problema purtroppo è la pressoché totale ed evidente assenza di ironia ed autoironia, che peraltro nemmeno riesci a controbilanciare con una dose quantomeno credibile di presunzione.
    Per il futuro eviterò di risponderti perché
    a) il modo migliore di rispondere ai troll (quelli veri) è ignorarli;
    b) non sei nemmeno spiritosa e/o divertente;
    c) dicessi almeno qualcosa di intelligente e/o di acuto in quel che scrivi, invece sei proprio bassina, ma bassina forte, eh;
    d) hai qualche problema a rapportarti con gli uomini e pure un latente complesso d’inferiorità (Se era uno psicologO non avresti avuto alcun problema, vero?);
    e) poi conoscessi almeno il francese: si scrive habitué;
    f) in ogni caso è un tuo problema.

    Mavalà va, come direbbe il Ghedini, gira al largo, che ti ho trattato fin troppo bene. 😀

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  60. Frap, a onor del vero, Lameduck l’avevo coinvolta io, invitandola di proposito nella nostra discussione, quando lei se ne stava tranquilla nel suo blog, proprio come un pisello nel suo bacello.
    Se tu ora cominci a offenderla, m’imponi di chiederle scusa per averla disturbata.
    Mi sembra che la buttiate un po’ troppo sul serio, entrambi.
    Take it easy, rilassatevi che la vita è breve, santiddio.
    Non vedo proprio nessuna ragione talmente importante, né argomento tanto eccelso, per cui si debba litigare.
    Mille insulti non pagano una lira di debito.

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  61. “Se ti piace una donna, ti piace così com’è, non fai sottili distinguo sulle forme o su altro, ti piace e basta perché tutto quello che vedi in lei è bello”.
    Questo commento, il primo, resta insuperato, e insuperabile.

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  62. @lector
    Se ti rileggi la sequenza dei commenti, vedi che qui c’è entrata da sé dando sostanzialmente degli psicologi da strapazzo a tutti quanti. Se poi l’avevi invitata tu via e-mail o sul suo blog, la cosa mi interessa francamente ben poco.
    Basta leggersi i miei commenti per rendersi conto di quanto io abbia buttato poi tutta la cosa sul serio. Se però mi dai del troll solo perché hai la coda di paglia e non hai altra capacità dialettica e/o un minimo di ironia, il problema evidentemente è tuo, non certamente mio. Chiarito questo, problema risolto, almeno per quanto mi riguarda.

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  63. @->Red. cac: La pianti di stuzzicare.
    @->Frap: Ti inviteri a non rispondere con questo tono a Lector, che è persona civilissima e molto spiritosa, e qui dentro ha sempre dato prova di queste sue doti. Stessa cosa per quanto riguarda Lameduck. Che, fra l’altro, è psicologa e non è un troll. Grazie.

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  64. @lector
    Chiarisco il senso della risposta (x Gala).
    “Se però mi dai del troll ecc. ecc.” evidentemente non si riferiva a te.
    Ovviamente se per terze vie chiami qui qualcuno io non posso certo saperlo.
    In ogni caso non vedo perché questo dovrebbe condizionare le mie legittime opinioni, scusa.
    Non sono certo partito io a dare degli “psicologi della domenica” ad altri, nè tantomeno del troll a qualcuno senza motivo.
    Passo e chiudo.

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  65. Cara Galatea, lo stai vedendo anche tu che razza di personaggio è.
    Nonostante i tuoi legittimi ammonimenti, continua imperterrito ad agire cosi non rispettando in alcun modo la tua volontà.
    Fa quello che gli pare e piace e se ne frega della netiquette.
    Non aggiungo altro, non voglio aprire un’altra querelle con lui o con quell’altro patetico personaggio del suo degno compare di merende.
    Non risponderò certo alle sue offese o alle sue provocazioni.
    Lo lascerò cantare così tutti potranno vedere che un educatore come lui è un grande cafone e maleducato.

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  66. @ frap1964
    Ha ragione Lector, è stato lui ad invitarmi a partecipare alla discussione.
    Non ho dato degli “psicologi della domenica” agli altri, ho solo osservato ironicamente che qui sembravano tutti psicologi. (Ci metto anche lo smile così è più chiaro, ;-))
    Purtroppo, sai, è un malvezzo italiano, quando si tratta di argomenti psicologici tutti si sentono in diritto di sentenziare senza aver alcuna competenza in materia. E chi invece la psicologia l’ha studiata, quando sente certe cose un po’ tirate per i capelli, si sente in dovere di ristabilire un minimo d’ordine. Cioè, per fare un esempio terra terra: l’invidia del pene non si usa più. E’ un residuato bellico inesploso. Però ci sono frotte di maschi che se ne riempiono la bocca quando hanno qualche conto in sospeso con il genere femminile.

    Venendo a noi. Non è colpa tua se sei identico, nel modo di esprimerti, ad un troll storico del mio blog che “me fa’ tucca’ e nierve”, come direbbero a Napoli. Chiamiamola una sfortunata coincidenza. Non sei un troll ok, ti chiedo scusa. Però, dopo che abbiamo scoperto che non sei un troll, non ti comportare da troll. Madonna che reazione, ti ho toccato un nervetto scoperto, per caso?

    Allora, secondo te io: non ho ironia, non sono né spiritosa né divertente, non scrivo cose intelligenti, soffro di complesso di inferiorità, ho problemi con gli uomini e sono ignorante perchè non conosco il francese. Ah, inoltre mi hai trattato fin troppo bene. Chissà se mi incontravi con un machete…
    Uhm, interessante. Ad una poveretta gli scappa di darti del troll e tu gli fai una perizia psichiatrica in tre secondi. Complimenti.
    Però, sai, a pensarci bene potrebbe anche essere il tuo ritratto.

    E con questo mi scuso per averti trapanato l’incisivo senza anestesia, ti lascio bollire nel tuo brodo e non ti stuzzico più, visto che se tu fossi un nano ti chiameresti Tritolo, per come tendi all’esplosione, e infine mi scuso con la carissima Galatea ed i suoi gentili ospiti per l’involontario trollaggio.

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  67. “Cara Galatea, vedi anche tu che razza di personaggio è. Nonostante i tuoi ammonimenti, continua a non rispettare la tua volontà e la netiquette.
    Tanto basti: non risponderò a offese e provocazioni, perché non voglio aprire altra querelle con lui o col suo patetico compagno di merende.
    Lasciandolo cantare mostrerò a tutti che, lui pedagogo, è un gran cafone”.

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  68. La teoria freudiana sull’invidia del pene è ormai caduta da tempo! Dice bene Lameduck quando scrive “Però ci sono frotte di maschi che se ne riempiono la bocca quando hanno qualche conto in sospeso con il genere femminile.” A mio parere la sua era una teoria bislacca, priva di fondamento. Mai avuto l’invidia del pene, anzi…. Come disse Luciana Littizzetto, “io l’invidia del pene non l’ho mai avuta… semmai la nostalgia”.

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  69. @lolle
    C’è un signore assai acculturato, certo P.B. , invero non molto simpatico da queste parti, che avrebbe recentemente esposto una sua teoria quale possibile rimedio a questo “stato psicologico di tristezza” (la nostalgia).
    Qui non è che abbia riscosso un gran successo, ma nel tuo caso potrebbe invece essere un’ipotesi da prendere in certa considerazione. 😉

    P.S.1 – 10q per il link finiano in commento ad altro post qui. Approfondirò… (un post chilometrico, da vero mandingo!).

    P.S.2 – Farei sommessamente notare che la frase in neretto si presterebbe a doppi sensi vagamente imbarazzanti… eh! Queste frotte costituiscono comunque una minoranza assolutamente rispettabile, imho, ancorchè io non sia della parrocchia… freudiana, ma zalonico non doc. 😀

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  70. Quoto elena: ancora qui dopo tre giorni? Più che invidia del pene, ragazzi, qui sta subentrando la noia..
    😉

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  71. @lolle (parte 2)
    Il link finiano è veramente massimo. Lungo, tosto e impegnativo ma imperdibile, nella sua visione femmino-centrica, da vero mandingo. A doppio senso.
    10q cube.
    Un vero peccato che la tenutaria qui (si può dire tenutaria, qui, senza timore di essere frainteso?) lo trovi noiosissimo, al contrario di me che ne estraggo al volo svariati elementi di riflessione e (virtuale) discussione.
    Tutte occasioni mancate ahimè, cara Gala: pastarelle dolci/salate che non degusteremo degnamente a Spinola.
    Da incorniciare e sottoscrivere parola per parola la definizione Ruolo, voce e lamento di un vero ribelle conformista.

    …La donna, nonostante tutte le sovrastrutture culturali che le sono state calate addosso, resta un essere-per-la-vita, mentre l’uomo è-per-la-morte. L’uomo è quindi per l’eros, la donna per il sesso.

    Una donna con qualche cosa addosso è ancora cultura, e quindi in certa misura governabile, senza è una forza della natura.

    Ma con le mutandine a mezz’asta c’è qualcosa di più.

    Una donna nuda e cruda come una bistecca può piacere solo agli affamati.

    L’uomo non può possedere la donna che nella misura in cui questa vuol essere posseduta. La donna si fa prendere. Cioè è lei che prende. Quando l’uomo arriva a capirlo – ma per buona sorta la natura, con la sua astuzia, lo ha fatto sufficientemente tonto – forse non si suicida come Don Giovanni, ma perde ogni interesse per la donna in quanto femmina.

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  72. @Gala
    Se fossi l’ottavo nano, Tritolo, ti vedrei bene come Biancaneve addormita in attesa del principe azzurro (not me).
    Che Grimilde ci sarebbe già.
    Anche Gongolo, Cucciolo e Dotto. 😀

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  73. @>Caro Frap, non ti preoccupare, non solo non sono una Biancaneve addormentata, ma in ogni caso non così addormentata da identificare te in un “principe azzurro”, posto che la categoria dovesse mai interessarmi.
    Francamente, visto il tono astioso e spesso assai aggressivo con cui commenti a volte, più che altro sembri semplicemente un po’ rancoroso, come un po’ rancoroso e sfigato mi è sempre parso il signor Fini qui sopra, che da anni ricicla noiossisisme banalità sulle donne spacciandole per riflessioni altamente erotiche. Le citazioni che hai riportato qui paiono un temino di quinta elementare, scritto da un alunno un po’ sporcaccione che le donne vere, appunto, le ha conosciute per sentito dire: sì, certo, l’uomo è “razionalità”, la donna “istinto”, l’uomo “cultura” la donna “natura”: Madonnina Santa, che palle! Vecchia brodaglia rimessa assieme senza neppure un briciolo di fantasia, di originalità: pesante come un mattone, retorica e per giunta allegra come un funerale: ti fa rimpiangere le elegie del culo di Tinto Brass, che almeno ha l’aria di uno che ride e si diverte! Qualunque ragazza, dopo aver letto due righe di Fini, non si incazza neppure, semplicemente sbadiglia e passa ad altro, perch mica siamo così sceme da prenderci, anche solo per una sera, tizi così lagnosi e trinstanzuoli. Se il tuo filosofo di riferimento per quanto riguarda l’universo femminile è Massimo Fini, senti a me, Frap, cambia di corsa, o sei più addormentato di qualsiasi Biancaneve.

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  74. Tra l’altro, fra Paolo Barnard e Massimo Fini, comincia a venirmi un’idea per una teoria “femminile” della politica: gli uomini diventano reazionari perchè noi non ci stiamo… 😀

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  75. @Gala
    Se fossi l’ottavo nano è appunto in ipotesi, da cui non discende evidentemente la tesi (che sei addormita).
    Che poi ti si dà della Biancaneve e ti risenti pure: ma valle un po’ a capire le donne!! 😉
    E non sono affatto rancoroso, via.
    Ti animo solo un po’ la zona commenti con lieve ironia.
    Quale sarebbe poi la mia “categoria”, giusto per curiosità eh?

    Secondo me non hai letto Fini con la giusta attenzione, che a leggerlo bene e con calma vi mette al centro del mondo e con idee parecchio diverse dal conformismo di maniera.
    E non dice affatto che la donna è natura, semmai che lo è la femmina, in quanto “degradazione di donna, nel cuore della sua potenza creativa”.
    Ora rileggi, ad esempio, con occhi diversi la quarta citazione.
    E molti dei passaggi di Fini sull’eros sono tutt’altro che banalità (vabbè dai, il libro è pure un po’ datato).
    Certo che se poi gli preferisci il Tinto Brass… e vabbe’, c’è poco di che chiacchierare: è un po’ come confondere la juta con il cachemire.

    Comunque tranqui, che il Fini non è affatto il mio filosofo di riferimento; che io sono per il metodo più “scientifico” e preferisco sperimentare direttamente sul campo (se poi di margherite, meglio).

    Sul sesso ludico ti eri “scatenata”, sul corpo delle donne e sull’eros ti leggo invece in impasse, assente ed annoiata.
    Mah, che dire… Spinola pare un luogo davvero curioso.

    P.S. Ah, “che palle” in bocca a una signora, non è mica tanto bello, eh. 😀

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  76. Giusto per variare sul tema sfere: che due maroni! Dio ci liberi dai nerd che vogliono fare gli intellettuali e dagli intellettuali che ce l’hanno con il mondo intero perchè non cuccano. Ma cosa abbiamo fatto di male, noi ragazze? 😉

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  77. Ehi lassù, se potessi anche aggiungere le fanciulline, sia attempate che non, dal canino grondante curaro, che lievi e leggiadre nel loro interloquire femmineo, ti piombano in cristalleria col passo soave del rinoceronte africano* in carica furibonda, be’… sai capo, più d’uno, quaggiù, te ne sarebbe eternamente grato, imho.
    Per il resto delle ragazze easy-going, invece, all right.
    10q. 😉

    *I rinoceronti africani erano circa 160.000 nel 1970, ma la loro consistenza numerica è da anni ridotta a circa 10.000, per la maggior parte rinoceronti bianchi [pacifici e tranquilli], mentre i rinoceronti neri [molto aggressivi] sono stati in larga parte sterminati. Le cause di questo drastico calo nel numero di esemplari vanno ricercate nella caccia da parte dell’uomo. [cit. Wikipedia]

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  78. @->Frap: Nel caso non te ne fossi accorto, ormai chi è pesante come un rinoceronte africano sei tu. Frap, basta , sei noiosissimo, quasi peggio di Massimo Fini. Se non trovi le ragazze che frequentano questo blog di tuo gradimento, vai su di un altro blog. Non sei quello che lavora sempre? Ecco, lavora, tesoro, lavora, invece di perdere tanto tempo, o chiamo Brunetta che viene a scassare le balle anche te…

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  79. I popoli antichi tutte queste seghe mentali sulla natura della donna, non se le facevano. Ad un certo punto della storia però, qualcosa è cambiato. Qualcuno ha iniziato ad avere paura, una paura fo***ta del femminino… chissà perché!

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  80. @Gala
    Ammorre…, ma il tempo qui da te non è mai tempo perduto. 😉
    Poi dimentichi che oggi è venerdì e si lavora solo mezza giornata.
    Ma tranqui però, che è comunque l’ultimo venerdì half-time.
    Io ero venuto qui a discorrere piacevolmente del corpo delle donne, animato dalle migliori intenzioni; poi ti piomba quella de “le tette piccole e la tavola da stiro” e manda tutto in vacca con la sua mela avvelenata.
    E tu nemmeno te ne accorgi e addenti ingenua e soave.

    La “mutandina a mezz’asta” ti ha forse inquietato un tantino?
    Sorry, non lo faccio mai più.

    Vado e mi immergo in lunghe e solitarie letture da nerd (Wired & Il Fatto).
    Adieu senza baciotti.

    La mia idea è presentare ai bambini l’immagine che sia giusto essere intellettuali e di non preoccuparsi delle pressioni dei compagni a non essere intellettuali. Voglio che ogni bambino diventi un nerd, dove questo significa qualcuno che preferisce studiare e imparare per competere nel predominio sociale.
    Gerald Sussman – MIT professor – 1994

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  81. Un mio caro amico consiglia sempre a certi colleghi nerd affetti dalla Sindrome di Barnard-Fini:”Ma perchè insistere con le donne, quando avreste la cura di tutti i vostri mali rivolgendovi ai maschi?”

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