Solo gli irreprensibili possono rappresentare un popolo

Solo gli irreprensibili possono rappresentare un popolo. (Mario Adinolfi).

Il blog di Mario Adinolfi si può leggere per tanti motivi, non ultimo quello di farsi una risata. Ma, lo confesso, io lo leggo principalmente perché, di tanto in tanto, il buon Marione ci regala di queste massime: delle vere perle, che purtroppo talora sfuggono, nel fluire della sua prosa, e rischiano di passare inosservate senza nemmeno finire ai porci, dimenticate tout court. Ne converrete, uno spreco.

C’è qualcosa di affascinante in questo ragazzone che da anni si presenta come il “nuovo che avanza” e ripropone ogni giorno, poi, con tignosa determinazione, idee, concetti e persino lessico stantio: è proprio un ggiovane dei nostri tempi, questo, il cui orizzonte di modernità si riduce all’educazione civica masticata con gli scout, e il suo essere blogger multimediale ed aggiornatissimo coincide con il postare frasi così vaghe ed indefinite che suonerebbero naif persino alle orecchie del più sprovveduto carbonaro ottocentesco.

Solo gli irreprensibili possono rappresentare un popolo. Concetto affascinante, lo ammetterete, che richiama però alla mente, più che la smagata democrazia laica, il Terrore di Robespierre e i comitati di Salute Pubblica. Chi saranno mai, questi irreprensibili? E come si certificherà la loro irreprensibilità? E poi irreprensibili rispetto a cosa? Ad una morale “pubblica” che nel nostro paese non è mai esistita? A una morale privata che in Italia è esistita ancor meno? O, come spiega lui stesso, al personalismo nella sua lezione cristiana, che ahimè non è ben chiaro cosa mai voglia dire di preciso neppure ai cristiani, di questi tempi, e quindi figuriamoci a chi cristiano non si sente per nulla? E poi non è cristiano, anzi ancor più cristiano, sapere che nessuno è mai in grado di scagliare la prima pietra, proprio perché di irreprensibilità ce n’è sempre stata pochissima, in giro?

Trovarli sarebbe davvero un bel problema, questi irreprensibili, insomma, anche ad andarli a cercare con lumicino nei banchi delle sacrestie. Ma poi, anche trovatili, sarebbe sempre aperto il problema della reale rappresentatività.

Anche ammesso che solo gli irreprensibili possano rappresentare un popolo in astratto, signor Adinolfi, suvvìa: a rappresentare un popolo come il nostro ce li vedrei adatti poco poco.

26 Comments

  1. “Solo gli irreprensibili possono rappresentare un popolo” che strano, questa frase mi ricorda aforismi di mussoliniana memoria. Te ne lascio uno: “Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani” e aggiungo che meritano i loro governi.

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  2. Mi colpisce questa cosa: lei ogni tanto discute le stronzate.
    Nel caso di Adinolfi M., poi, tenga conto che è solo un imbroglioncello. Un furbacchiotto, insomma.

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  3. “Solo gli irreprensibili possono rappresentare un popolo”

    è un pò tagliato con l’accetta, come concetto, ma io sono d’accordo

    è diverso il peso che hanno i comportamenti di qualcuno che ha l’onore/onere di rappresentare una comunità, rispetto a quelli di un comune cittadino

    per esempio tradire la moglie, dopo aver compiuto un giuramento di fedeltà per sempre, davanti al sindaco o davanti al sacerdote, è un comportamento che non possiamo considerare giusto, perchè se prometti qualcosa, il non mantenerlo è un male

    ovviamente questo male è grandissimo se lo compie chi incarna in sè una collettività, perchè dà l’esempio

    certo ci sono cose molto più gravi delle trasgressioni erotiche: inquinare, sfruttare la manodopera, truffare i risparmiatori, arricchirsi con la guerra, ecc. ecc.; ma se chi lo fà, non è un cittadino privato, ma pubblico, questi giustifica poi tutti gli altri che pensano: se ruba perfino lui, allora rubo anch’io!

    sono convinto fermamente che chi riceve un suffragio pubblico, dal consigliere circoscrizionale fino al presidente del consiglio, siano tutti più tenuti ad un comportamento irreprensibile, altrimenti non dovevano chiedere il pubblico suffragio

    francamente trovo fuori luogo considerare questo moralismo, questo è senso morale, non moralismo

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  4. Ma dai, Mario in fondo è un bravo ragazzo. E’ ambizioso, vuole fare carriera e cerca di emergere.
    In fondo è un simpatico narcisista, come in fondo lo siamo tutti noi.
    Altrimenti non faremo per hobby i blogger.

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  5. D’accordissimo con quello che scrive Galatea. Solo che nel post in questione Adinolfi non fa il moralista privato, ma bensì fa il suo mestiere partitico (non a caso si tratta di un articolo per Europa, organo del PD): accreditare la favola che Marrazzo sia uno la cui colpa è tradire la moglie con le puttane, che per questo si sia dimesso e che per questo lo specchiato partito democratico non gli debba solidarietà.
    Ma se così è, come mai tanta bonaria accondiscendenza per Bassolino, Loiero e anche Vendola, che non è del PD ma guida una giunta dobe il PD è maggioritario? Dobbiamo intendere che tradire la moglie per il PD è peggio che rubare?
    La verità è che nessuno va con un travestito (tra l’altro con regolarità) regalandogli 5000 euro al colpo (e si parla di 15000). Quindi c’è dell’altro, per forza: e Adinolfi collabora attivamente a scaricare Marrazzo, con motivazioni ipervirtuose, prima che questo altro diventi noto.

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  6. Hai ragione, Galatea, a sottolineare che Gesù per primo ha detto “chi è senza peccato scagli la prima pietra”… Concetti come l’irreprensibilità possono essere tremendi, anche perché nessuno può dirsi irreprensibile al 100%, e allora subentra l’ipocrisia, il ricatto, o il terrore. Basta scegliere.

    E sarà un caso che le norme che prescrivono per certi mestieri la condotta schietta e illibata risalgano al sano e maschio ventennio?

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  7. certamente il bel brano evangelico ci ricorda di non giudicare, e di essere tolleranti, di non essere ipocriti

    e questo è giusto, sul piano prettamente umano, è assolutamente condivisibile

    ma, mi permetto d’eccepire, diverso è il piano politico: la carica rappresentativa ha delle responsabilità collettive, e richiede un’attenzione molto più stringente anche all’immagine che si offre

    in sostanza, l’adultera va assolutamente capita, compresa e certamente perdonata, ma non la si può ergere a modello positivo, a comportamento paradigmatico (del resto anche il nazareno le dice, và, e non peccare più, non le dice và, e continua a fare come ti pare)

    certamente l’atteggiamento deve essere tollerante e benevolo, verso la persona privata, ma quella pubblica non può e non deve godere della medesima tolleranza, altrimenti la sregolatezza diviene norma

    certo, rubare, corrompere, inquinare, trafficare in denari ed armi, è infinitamente peggio che giacere fuori del matrimonio, ma questo non giustifica il comportamento della persona pubblica, in ogni caso

    secondo me, ovviamente, non pretendo di avere la ragione in tasca, sia chiaro

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  8. @->Diego: francamente non riesco a condividere il discorso. Se ciò che sostieni fosse vero, allora chiunque abbia un ruolo di riferimento nella società- insegnanti, direttori di banca, di giornali, attori, cantanti etc – dovrebbe condurre una vita specchiatissima perché è un modello di riferimento.. il che potrebbe creare problemi di ogni tipo. Che vuol dire, infatti, vita specchiatissima (o “irreprensibile”?) Se cornifico mio marito o mia moglie non posso più essere un bravo amministratore della cosa pubblica? No, non è detto. Se vado a prostitute la sera sui viali non posso più lavorare in banca al mattino? Se ho dozzine di amanti non posso insegnare in una classe italiano?
    Credo che l’uomo politico dovrebbe essere tanto intelligente da capire che alcuni suoi comportamenti possono essere lesivi del buon nome del suo parere ed in contrasto con la serietà della carica che ricopre, ma se questi non sono dei reati (non lo è l’adulterio, nè l’andare a trans e neppure spupazzarsi fanciulle a Villa Certosa, tanto per chiarire) il politico risponderà, al massimo, ai suoi elettori, che possono non approvare questi comportamenti e non votarlo più.
    Al massimo può risultare molto ridicolo e francamente fastidioso chi prende posizioni moralistiche in pubblico e poi nel privato fa tutto il contrario (certi campioni della “famiglia tradizionale” che poi vanno a trans, sono gay oppure cornificano le consorti più o meno consapevolmente con la prima escort che passa). Ma io non pretendo dai politici che siano “irreprensibili”: pretendo che siano invece sinceri e corretti. Se ti piacciono i trans o cornifichi la moglie, dillo, porca miseria. Così almeno tu non sei più ricattabile per le tue “debolezze”.

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  9. Attenzione, si potrebbe finire a dire, come disse il Fini di una volta (anni 90), che un omosessuale non dovrebbe insegnare, perchè … “che valori trasmette?”. Posizione sbagliata sia sul merito (nessun disvalore nell’amare il sesso omosessuale) che sul principio (che c’entrano le lenzuola con l’amministrazion della cosa pubblica)

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  10. @->Erasmo: Adinolfi sta prendendo le distanze da un candidato che ha appoggiato, e non vuole che la patata bollente gli scotti le dita. Fa il moralista a buon mercato e anche malamente, secondo me. Concordo con te che è molto più grave che nel Pd che ci siano personaggi come quel sindaco che pagò, a spese del comune, l’avvocato ai presunti stupratori di una ragazzina; che ci siano personaggi molto chiacchierati e chiacchierabili per cose ben più serie che non essersi fatti sorprendere con un trans. Dietro al caso Marrazzo (che comunque è una vittima di un ricatto, non dimentichiamolo) c’è probabilmente ben altro: stamattina, sentivo per radio, probabilmente anche la longa manus dei Casalesi, che avevano a busta paga il pusher, ora defunto, all’origine della inchiesta. Un governatore che però abbia qualche tipo di rapporto con un noto pusher si deve dimettere. Non perché va a trans: perché è un personaggio davvero poco sveglio e pasticcione, a frequentare gente tanto pericolosa solo per coltivare qualche sua inclinazione privata. Detto questo, sul piano umano comunque solidarizzo con Marrazzo, che mi fa tenerezza perché immagino che da tutta questa vicenda uscirà umanamente distrutto. Non solidarizzo con Adinolfi, che, secondo me, con queste sparate retoriche non ci fa una gran figura.

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  11. senza dubbio, cara galatea, un insegnante che ha per ruolo un certo ascendente con i ragazzi, è opportuno abbia anche un comportamento diciamo accettabile anche fuori della classe

    ma io ritengo il politico, colui che ha appunto un ruolo nella polis, diverso dagli altri privati cittadini; il voto, la delega che riceve, lo investe di una responsabilità particolare, tipica e speciale, visto il ruolo

    se lo voto, pretendo sia anche eticamente meritevole, e sono certo di aver ragione

    con questo non insisto, e ringrazio per l’immeritato spazio concessomi

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  12. “Un insegnante che ha per ruolo un certo ascendente con i ragazzi, è opportuno abbia anche un comportamento diciamo accettabile anche fuori della classe”
    Di grazia, quali sono i limiti di un “comportamento accettabile fuori dalla classe”? Se metti caso ho un amante, o se una sera mi ubriaco in un bar e un mio alunno mi vede per la strada o mi filma con il telefonino? O se per caso posto un racconto erotico sul blog? O faccio una foto in costume discinto o senza? nessuno di questi comportamenti è reato, e nessuno pregiudica la mia capacità di essere una buona insegnante; eppure ciascuno di essi potrebbe essere considerato “inaccettabile” da alcuni di loro, o magari dai genitori. E quindi?

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  13. dunque, poichè non esiste nessuno che sia irreprensibile sotto ogni punto di vista (almeno, io non ne conosco, a partire da me), nessuno può rappresentare il popolo.
    perciò o la democrazia non può esistere, o dobbiamo (in teoria) essere governati dal papa.
    e magari detto da uno del PD posso anche capirlo, eh.

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  14. scusa galatea, ma è lecito o no, avere opinioni proprie?

    io ho le mie, che cerco d’argomentare; un professore di scuola è un esempio importante per i suoi ragazzi, quindi se assume dei comportamenti che possono essere di cattivo esempio, non è, a mio avviso, un buon professore; per fare un esempio: è inutile tuonare in classe contro l’evasione fiscale del calzolaio, e poi dare lezioni private di greco a 30 euro l’ora, in nero;

    ai tempi del fascismo, ci sono stati professori di filosofia, nei licei, che l’amore per la libertà l’hanno manifestato con l’esempio, pagando il durissimo prezzo del sangue e della vita, mentre altri hanno preferito piegarsi, per salvare la buccia; per me, i primi sono veri professori, gli altri, solo banali impiegati, cui la scuola serviva per campare;
    credo che giudicare la qualità morale sia lecito, ovviamente ognuno secondo la propria, di morale, e tu, galatea, di certo, essendo persona colta e non settaria, sicuramente rispetti il mio punto di vista, il mio modesto punto di vista da persona non troppo istruita

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  15. Brava Galatea. Il post mi e’ garbato assai. Hai ragione.

    L’irreprensibilita’ sbandierata da Adinolfi riecheggia sinistramente la “Virtu’ ” del duo Saint-Just/Robespierre.

    Se questo e’ l’andazzo immagino che fra non molto Adinolfi verra’ a parlarci di “Esseri Supremi”.

    Per un progressista, di sinistra o no, questo tipo di moralismo e’ inaccettabile.

    Fra l’altro scusa, ho dato un’occhiata al blog di Adinolfi, (un vero ggiovane) e uno che considera gli U2 la punta di diamante del nuovo multimediale che avanza, francamente la dice lunga sulla confusione mentale del personaggio in questione.

    Adinolfi: ovvero, poche idee, ma ben confuse.

    Ciao

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  16. L’irreprensibilità. Credo sia un’ utopia ottenerla nessuno è perfetto, mentre ricerarla è un’altra cosa.
    Galatea sono daccordo con te nell’affermare che le esternazioni di Adinolfi sono propaganda di partito, ma credo invece che abbia ragione Diego nel richiedere un comportamento corretto da chi è stato eletto con i nostri voti.
    Non mi piace che a rappresentarmi sia chi fa’ ricevimenti internazionali in “festini bueo”, come si dice dalle mie parti, con escort e possibili minorenni, o chi va a trans o quantaltro con le auto blu il tutto probabilmente con i nostri soldi. Vorrei che chi ci rappresenti tenga un’atteggiamento onesto, le sue “turbe” sessuali devono restarne fuori. A mio avviso l’errore di Marrazzo è stato quello di non denunciare subito l’estorsione subita, sempre se di ricatto si stia parlando.

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  17. ” L’idea di una classe dirigente composta da miserabili di destra e di sinistra, così che la miseria sia annullabile in un unico calderone e ognuno esca ripulito da una chiamata di correità, è inaccettabile.” (da adinolfi)

    questo però è sacrosanto. io (che peraltro fatico a rientrare nella definizione “democratico”, e in più sensi) NON VOGLIO VOTARE per – ed essere rappresentato da – un sepolcro imbiancato, e quando ne pizzico uno ne voglio la testa. parlo dei potenziali o attuali rappresentanti della mia parte; quegli altri naturalmente votino chi vogliono.

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  18. @->diego: Nessuno ti vieta di avere le tue idee e, come vedi, neppure di argomentarle: però questo non vuol dire che io debba poi concordare con te. In questo caso, ribadisco, mi lascia un po’ perplessa la tua idea che un professionista debba essere “irreprensibile” moralmente, perché, se devo essere onesta, non so esattamente cosa si intenda con questa parola, “irreprensibile”. Metti che una donna abbia abortito: per chi crede nella morale cattolica, quella donna non può essere considerata “irreprensibile”, per esempio. Che vuol dire? Che non può fare l’insegnante perché la sua scelta potrebbe essere considerata un modello da seguire dalle sue alunne? Io non sono credente, il che vuol dire che per un credente non sono certo una persona “irreprensibile”: vuol dire che non posso insegnare? E’ che mi pare che tutti noi, quando usiamo questa parola “irreprensibile” non ci rendiamo conto che essa ha un significato variabile a seconda di chi la usa, e se si pretende che i politici siano “irreprensibili” si rischia di non trovare nessun essere umano all’altezza. Io mi accontenterei che i politici fossero competenti ed onesti nel loro lavoro. Se poi nella vita privata non sono del tutto “irreprensibili” o non lo sono proprio, credo che siano fatti loro.
    @->orsopio: nemmeno io voglio essere rappresentanta da un sepolcro imbiancato. Ma se un politico sa che per essere votato deve essere considerato “irreprensibile” è facile che diventi molto più ipocrita e sepolcro imbiancato, non trovi?

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  19. mi pare si possa individuare, sia nei commenti di questo vivace blog, sia anche altrove, una biforcazione, un bivio di fronte al quale si scelgono strade diverse

    strada 1
    c’è chi afferma: a me interessa che faccia bene il suo mestiere di amministratore, poi della sua vita privata, come delle sue trasgressioni erotiche interessa nulla

    strada 2
    c’è chi afferma, al contrario: siccome riceve il suffragio dei cittadini, e nella sua persona “incarna” una collettività, la sua responsabilità esce dall’orario d’ufficio, l’onore e l’onere della sua carica impongono un certo stile sobrio 24 ore su 24, per le conseguenze anche nocive alla collettiva “tenuta” morale

    personalmente ritengo più giusta, alla fine, dovo averci anche riflettuto un poco, la seconda strada, ma capisco il ragionamento anche intelligente di chi sceglie la prima

    la separatezza fra sfera privata e sfera pubblica, che può certamente considerarsi giusta in una società libera, a mio avviso non può diventare un tabu intoccabile, una sorta di dogma più importante d’ogni bene collettivo

    sia chiaro, galatea, l’interessantissimo apporto dialettico delle tue osservazioni, è un onore per me, ed è con stima e rispetto che amo sottoporre le mie irrilevanti osservazioni, utili però ad una sana dialettica, giacchè un posto dove tutti la pensano eguale saregge molto poco laico, e anche noioso

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  20. @->diego: Sinceramente a me non piacciono particolarmente i politici poco “sobri”. Non amo molto i personaggi pubblici – siano politici o altro – che fanno della propria vita privata e sentimentale una specie di telenovela o reality show, e sono la prima a pretendere che chi riveste cariche pubbliche abbia uno stile corretto, dal momento che quando è in pubblico rappresenta non solo se stesso ma una intera nazione. Per cui mi dà fastidio quando politici, onorevoli, presidenti del Consiglio e Ministri si lasciano andare ad affermazioni maleducate, cadute di stile e altro. Se poi chi si erge a campione di morale viene scoperto a fare in privato quanto vorrebbe vietare agli altri per legge mi girano ancor più le scatole.
    Però mi fa pure un po’ schifo che la “morale” venga rispolverata solo quando si tratta di faccende attinenti al sesso. A me fa molto più schifo un politico che ruba o frequenta d’abitudine personaggi poco limpidi come mafiosi o simili. Se invece va con dei trans e questo non ha influssi sulla sua condotta come amministratore pubblico, sono fatti suoi.

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  21. D’accordo sul fatto che Adinolfi rappresenta il vuoto pneumatico per le proposte politiche; tuttavia sul punto è coerente. Non dico che ha ragione, ma è coerente.
    Mi spiego:se quello che viene proposto è l’americanizzazione del modello politico (PD e PDL sono nati con questo fine, almeno a chiacchiere) ne consegue che il metodo di selezione del personale deve essere quello americano. Un metodo che prevede la ‘messa in piazza’ del candidato. Personalmente lo trovo demenziale, ma se i partiti sono gassosi e l’unica cosa che conta sono gli individui, allora si accetti la regola ‘io sono irreprensibile e se mentissi sarei inadatto’.
    Naturalmente applicare un sistema così’ in Italia è pura follia e dimostra che abbiamo perso due anni a correre appresso alle scemenze di Walter.

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  22. Basterebbero che fossero irreprensbili rispetto alle cose che sostengono come doverose per gli altri.
    Basta quello. Con la “morale” mi ci detergo le terga.

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