La credibilità delle tette al vento

Stamattina apro il computer, scartabello un po’ di giornali on line, su uno trovo il solito articolo sulle beghe femminili dentro al Pdl, con la Prestigiacomo che se la piglia con la Santanché, lamentando che nei suoi confronti e in quelli della Carfagna si sta usando il “metodo Boffo”: locuzione elegante per indicare, in questa Italia di inizio millennio, che per punirti di un presunto sgarro ora si tiran fuori vecchie maldicenze o foto compromettenti sepolte in chissà quali archivi. Per la Prestigiacomo si tratterebbe della antica storiella di una liason con Fini, per la Carfagna delle ormai note foto del calendario nuda che fece millemila anni fa. A bordo pagina, finito l’articolo, c’era infatti un link, rimandante a una nota rivista maschile, che, sotto l’ammiccante titolo “La Carfagna da soubrette a ministro” riproponeva in toto o quasi gli scatti, con dovizia di particolari.

Premetto che a me la Carfagna sta spesso simpatica come un attacco di diarrea: alcune sue dichiarazioni da Ministro (specie all’inizio, quando ha discettato sui diritti degli omosessuali e ancora oggi quando parla di famiglia) le ho trovate rabbrividevoli, e il suo operato alle Pari Opportunità mi pare che sia stato molto fumo e poco arrosto. Ma sinceramente ne ho piene e strapiene le scatole del fatto che, ogni volta che la si deve attaccare, il principale argomento sia quel benedetto calendario e la pregressa carriera (non brillante, tra l’altro) come showgirl.

Se guardiamo i curricola di molti deputati e parecchi ministri, c’è poco da far ironia su una che sgambettava in tv. Le sorti del Governo sono state salvate da un tizio che s’interessa di agopuntura, e fra i colleghi ministri di Mara troviamo ex maestri di sci, mentre per una buona fetta di onorevoli di ogni schieramento la professione prima della discesa in campo è piuttosto oscura, senza contare quelli che una professione vera e propria non la saprebbero indicare proprio, perché sono entrati a Montecitorio prima ancora di potersi iscrivere alle liste del collocamento. Si dice che la Carfagna abbia fatto carriera in fretta, troppo in fretta: come malignamente ricorda la Barbara Berlusconi, è passata dal palcoscenico alla ribalta del Parlamento in pochi mesi. Qualità che condivide con altre signore, tipo la Carlucci o la prematuramente eclissata Gardini, nonché la Iva Zanicchi. Dite che costoro avevano alle spalle carriere nello spettacolo più paludate? Può essere, non contesto: ma dal punto di vista della competenza nulla assicura che una Mara sgambettante ai Fatti Tuoi e divenuta onorevole in men che non si dica abbia necessariamente preparazione inferiore rispetto ad una Carlucci, a meno che non si sostenga che intervistare sottaceti a Melaverde sia un apprendistato politico più qualificante.

Il fatto, signori miei, è questo: in una democrazia, chi diventa politico dovrebbe diventarlo proprio così. Per una vita ha fatto altro, poi si candida, vince le elezioni e va in Parlamento, anche se, magari, fino al giorno prima non ha mai visto neppure un Consiglio Comunale. Il mestiere fatto in precedenza non ha nessuna importanza, non c’è differenza fra l’avvocato e la ballerina di lap dance, dato che entrambi, da professionisti, se intelligenti probabilmente sono in grado di interpretare perfettamente i diversi bisogni della società in cui fino all’attimo prima erano immersi, e peraltro è tutto da dimostrare che l’avvocato abbia frequentato giri migliori. Il politico in quanto politico va giudicato politicamente per quello che combina o non combina durante il suo mandato: del resto in una azienda io preferisco tenere un dipendente che lavora bene anche se non ha grandi titoli, piuttosto che uno dallo sfavillante curriculum, ma che vegeta alla scrivania.

Dunque per me, donna, la Carfagna può essersi scosciata in tutti i programmi della tv, e avere fatto calendari nuda ogni santo anno: non è certo per quello bisogna attaccarla (semmai le si può domandare come mai, dopo aver fatto per una vita simili calendari e non averli mai rinnegati, ora si presenti come una paladina della moralità cattolica e della famiglia tradizionale, e tanti cari saluti alla coerenza…).

Del “caso Carfagna” è interessante questo continuo rinfacciarle i calendari e le le foto di nudo. La Carfagna lo ha bollato come maschilismo, anche se forse il termine è improprio: ad un deputato maschio avrebbero rinfacciato – chessò – la mancata laurea. Questo tipo di attacchi, in realtà, sono semplicemente frutto della mentalità arcaica e classista che ancora ha questo paese: a parole siam tutti liberali, e nessuno ammette di considerare inammissibile che diventi deputato uno zotico non facente parte già prima dell’elezione della supposta “classe dirigente”. Se per caso lo zotico ci arriva, alla prima occasione verrà attaccato per questo. Esattamente come la bella figliola che ha fatto foto osé in gioventù verrà immediatamente messa alla berlina per quello, sottintendendo che una che ha delle tette degne di nota non può avere altro. La cosa ancor più divertente è che spesso le critiche vengono da quelli che, all’epoca, le foto osé della giovinotta si sono precipitati a comprarle, se le guatano ancora oggi compiaciuti nei momenti di solitudine, e han sempre dato dei moralisti a chi foto simili le trova un po’ fastidiose, perché sostengono a piena voce (cosa su cui concordo anche io) che la libertà della donna consista nel poter scegliere di mettere in mostra il proprio corpo senza dover per questo essere giudicata una puttana o un’oca.

Cara ministro Carfagna, e care schiere di fanciulle convinte che si possa cominciare come vallette, veline, o persino playmate perché dopo ci si evolve e si cambia, e in un paese moderno come il nostro nessuno più giudica moralisticamente una donna che appaia nuda o che per mestiere sculetti in tv ammiccando, è meglio che prendiate atto di una cosa: vi hanno raccontato balle. Una volta mostrate le tette, in questo paese resterete per sempre una che mostra le tette, anche se poi diventate Ministri della Repubblica; e non appena cercherete di fare altro che non la bella statuina, le vostre tette torneranno fuori, come monito per invitarvi a ritornare nei ranghi e stare buonine. Ecco, Caro Ministro Carfagna, forse questo è un buon tema su cui ragionare e lavorare, per chi sta ad occuparsi di Pari Opportunità.

 

27 Comments

  1. Non nego che l’inizio e l’intermezzo, per quanto letto di fretta e per quanto sono certa che del mio parere di certo t’interessa poco se non per nulla, mi stava un pochino rompendo e lo stavo classificando, l’articolo o post che dir si voglia, nella solita solfa, di quelle che come le giri giri: rompono!
    Sul finale, però, tanto di cappello!
    Credo che tutti quelli che stanno li a mostrare la foto del Ministro Carfagna ignuda, siano solo dei nostalgici di quanto visto in passato.
    E’ altrettanto vero, però, che la stessa Carfagna, non è che poi abbia fatto la differenza… appunto.
    Una persona si aspetta una sorta di cenerentola versione politica, con tanto di innovazioni, ma si è ritrovata con la solita solfa.
    Forse, come paese, in questo paese, non si è ancora pronti a vedere troppe donne in politica, forse, sono proprio le donne a non essere ancora pronte, specialmente quando c’è ne sono più che in passato.
    Forse le donne del passato viaggio politico, erano, apparivano più in gamba pur senza mostrarne alcuna di gamba, solo perchè in quantità inferiore di elementi. Forse…

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  2. Esattamente come dici: per criticare la Carfagna non c’è alcun bisogno di tirare fuori il suo passato. Basta valutare quello che ha fatto o non fatto da quando è ministro.

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  3. @micica: secondo me il discorso “le donne non sono ancora pronte” non regge. Le donne non sono mica una cosa indistinta. Ci sono donne che sono brave e donne che non lo sono, in politica come in qualsiasi altro campo. La Carfagna come politica non è granché. Non sono granché nemmeno tanti uomini. Piantiamola con questa idea che le donne in quanto tali devono essere più brave o più innovative. Si è più bravi o innovativi indipendentemente dal sesso di appartenenza.

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  4. perché ce l’hai con l’agopuntura? di tutti gli esempi che hai fatto, mi sembra quello che rivela quantomeno una certa apertura mentale E interesse per il nuovo.

    (/provocation mod on)

    ps: non è che sia molto d’accordo con il tuo discorso, però. facciamo un esempio: se stai male, vai da un medico, uno che ha studiato anni per avere un’idea di quello che dice e che fa, per farti curare. se ti si rompe un tubo chiami un idraulico, un professionista che nella sua materia è “colto”.
    perchè per la politica dovrebbe essere diverso? io ho studiato 6 anni scienze politiche e posso dire di averne una conoscenza approfondita solo nel mio piccolo, ristretto ambito (le politiche internazionali) – l’idea che chiunque possa mettere mano in meccanismi così complessi e dannatamente difficili come le politiche sociali, economiche, turistiche, ecc senza un minimo di preparazione sinceramente mi fa rabbrividire. è uno dei bugs della democrazia, forse il peggiore – la sprofessionalizzazione della politica in quanto SCIENZA.
    e se avesse avuto ragione platone – la politica a chi ne sa?

    (/provocation mod off)

    clà

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  5. @Orfeus: Non ce l’ho con l’agopuntura, veramente. Ma non vedo nessuna maggiore dignità intrinseca nel fare il medico, l’avvocato, l’agopuntore o la velina. Se uno è bravo nel suo mestiere è bravo, sennò è un cane indipendentemente dal mestiere (e magari sarà un cane anche quando si mette a fare politica).
    Quanto al bug della democrazia, credo sia irrisolvibile. O ci affidiamo a professionisti, stabiliamo che può candidarsi solo chi è laureato, specializzato in rapporti internazionali, economia, ha un vasto back ground culturale (dovesse mai finire a fare il Ministro della Cultura) e parla cinque lingue – e teniamo però conto che tutto questa formazione non garantisce comunque a priori che non siano imbecilli e pasticcioni – o ci arrabattiamo alla meno peggio. Anche Platone, del resto, con tutta la sua capoccia, a far politica da professionista fu un disastro, eh.

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  6. Perchè ogni volta che sento parlare di queste tette mi viene da pensare che quando è stata candidata-fatta ministro queste erano molto più prossime e legate al suo nome che non oggi?

    Ogni accusa a ogni candidato-ministro andrebbe reindirizzata automaticamente al grande demiurgo della democrazia italiana …

    E sarebbe bello che il giornalista di turno lo facesse minuziosamente presente senza lasciar scampo a chi vuole infangare l’una e lasciare mondo l’altro.

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  7. @gala. no, lo so, hai ragione, è esattamente quello che penso anche io quando sono da solo, a casa, in silenzio ed al buio.
    poi mi capita di leggere sul giornale le dichiarazioni di qualche ministro, di ascoltare i commenti delle persone, e di incazzarmi come un medico che sente i pazienti che si curano leggendo wikipedia.
    ma vabbé. è sicuramente snobismo tecnocratico 🙂
    buone feste!
    clà

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  8. Il tuo discorso è giustissimo, bisognerebbe chiedersi perchè allora oggi queste donne e questi uomini non appropriati alla politica, siano tutti in politica!
    Concordo, ribadisco, pienamente con la tua osservazione nel commento, ma spesso succede che, anche se una donna ha piccole o grandi capacità, si perde nel grande mare delle chiacchiere e dei battibecchi, come accade spesso, ora, anche in politica, ma quasi sempre in quei luoghi dove c’e’ un numero cospicuo di donne, anche in famiglia accade… (non penso e spero di non aver espresso un luogo comune maschilista… troppi e solo uomini, sanno fare di peggio)
    Distinguo il maschio dalla femmina, per il semplice fatto che, a mio avviso, la donna italiana in media, non è assolutamente libera ed indipendente come si vuol far credere.
    E dare questa libertà ed indipendenza per certo, è un errore in partenza, oltre che un torto a tutte le donne che hanno ancora bisogno di essere “liberate”.
    La maggior parte delle donne che oggi sono in politica, ad esempio, sono solo delle prescelte di uomini, non sono delle donne che hanno, che sono riuscite a farsi il bel mazzo, lottando contro pregiudizi o peggio per arrivare dove sono… Se si comincia a guardare questo metodo di immissione come una cosa normale, è la fine di ogni possibile lotta contro lo sfruttamento d’immagine della donna.
    Per quanto riguarda il fatto che alcuni uomini non sono portati per la politica, il discorso non cambia… ALCUNI uomini si lasciano trattare tanto quanto ALCUNE donne: si lasciano comprare tranquillamente, senza nemmeno porsi una autoanalisi personale sulle loro effettive capacità e motivazioni. (non mi riferisco alle situazioni ultime di fiducia ecc.)
    Chi non vorrebbe diventare un politico, o di più, un ministro? Ma almeno ci sono persone in grado di capire che talune scelte e talune mansioni non fanno comunque per loro….
    Il problema è comunque anche un altro: cosa dovrebbe avere o come dovrebbe essere un politico per essere in grado di occuparsi di politica?
    Molti stanno la per scelta e voto nostro….
    Sono uscita fuori tema scusami.

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  9. d’accordissimo su tutta la linea. io poi, oltretutto, faccio comunque il tifo per una giovane che non per un vecchio arnese che, solo per il fatto d’aver fatto decennale esperienza di maneggi vari e vita di palazzi, sa dare ad intendere di essere chissà quale mostro di capacità e cultura, quando forse è più ignorante della carfagna.
    la crfagna qualcosa di buono è ancora in tempo a pensarlo, dirlo o farlo, il 70 percento degli (uomini, e vecchi) eletti in parlamento, no.

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  10. La cosa che mi sorprende è che si parli ancora di Democrazia, prima che inizino le alzate di scudi sul “solito comunista anti-berlusconiano” da parte di chiunque dovesse leggere e commentare, devo ricordare che sto parlando del sistema democratico nella sua intrinseca natura.

    Come ben espresso dal Costituzionalista Roberto Bin in fondo la democrazia altro non è che un gruppo di oligopoli che portano avanti gli interessi di coloro che li hanno portati al potere, se credete di contare qualcosa ricredetevi, a meno che ovviamente non facciate parte di questi centri di potere.

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  11. Sapete, io credo che Mara Carfagna, in questo governo schifoso, non sia affatto la peggiore: ha fatto la legge sullo stalking e poi sull’omofobia ha ammesso di aver sottovalutato il problema (prima volta che sento un politico del PDL ammettere un errore)
    Gelmini, Alfano e sacconi mi sembrano peggiori di lei come ministri

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  12. “la libertà della donna consista nel poter scegliere di mettere in mostra il proprio corpo senza dover per questo essere giudicata una puttana o un’oca.” Galatea

    questa frase è da incorniciare. Condivido totalmente.

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  13. beh sul fatto che in italia ci sia democrazia, senza stare a fare i fini su tecnici e laureati, vedere i dati di de mauro sull’analfabetismo in italia e le conseguenze sulla democrazia

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  14. Mi ero distratto col lettore RSS e credevo di star leggendo il feed di Malvino. Non me ne sono accorto fino al “Per me, donna”. Lo menziono solo perché sospetto che possa costituire uno di quei rari esempi di complimenti che danno vera soddisfazione.

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  15. La professione della Carfagna è sempre quella ed è la stessa di Sallusti o Feltri.La professione di favorita del Re richiede capacità non comuni e il posto si difende a mazzate.Morti sul lavoro, spero.

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  16. Parlare di pregi e difetti di ministri, donna o uomo che siano , senza guardare al come il sistema di selezione funziona per portare in parlamento delle persone, assomiglia un poco al parlare degli effetti senza chiedersi quali ne siano le cause. La “democrazia” di cui dobbiamo preoccuparsi è proprio il sistema vigente che permette di avere in Parlamento delle persone il cui scopo principale non è quello di occuparsi dei problemi del Paese ma soprattutto dei propri, e di poter considerare il compito istituzionale come puramente strumentale ai propri interessi privati.
    Altro discorso è quello sulla donna ( e qui sono del tutto d’accordo con Galatea). Ma anche una donna che avesse delle reali capacità può essere strumento del sistema di selezione vigente.
    Credo che sarebbe interessante parlare di quale idea abbiano le donne di come questa situazione possa essere cambiata. E quali alternative reali sono prospettabili in questo momento al sistema “democratico” in vigore,i cui difetti mi sembra troppo semplicistico attribuirli solo al ruolo di un “leader” come Berlusconi. Come pensiamo potranno cambiare le cose quando questo signore ormai alla frutta non ci sarà più?

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  17. @paolo: per non essere la peggiore in quella compagnia, ci vuol poco. In ogni caso, pure io concordo che alle volte ha fatto la figura del gigante.
    @rogra: Anche io spero in un’ecatombe di morti sul lavoro, in quel caso. E sarei pure disposta a chiudere un occhio sulle misure di sicurezza… 🙂
    @nihil: eppure la foto della scollatura a capo dell’articolo avrebbe dovuto farti sospettare che non ero Malvino, eh. 🙂 Comunque, grazie.
    @spillo: ovviamente, l’ho postato per tenermi stretto il Thienese. 😉
    @bruno poterosso: il sistema di selezione è pessimo, in Italia, In realtà già quando parliamo di “rappresentanti eletti e scelti” con questo sistema elettorale stiamo dicendo una bugia: nessuno ha scelto nessuno dei signori che stanno in Parlamento. Il problema non è certamente Berlusconi: credo che non sia mai stato Berlusconi. Berlusconi è un sintomo di un paese che è culturalmente arretrato su quasi tutti i fronti, anche se apparentemente s’è modernizzato all’esterno. Il modo arcaico che si ha di concepire la figura femminile (anche da parte di molte donne, eh) è una delle prove di quanto siamo arretrati, secondo me.

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  18. Ben detto.
    Ho delle perplessità sul perchè MC sia diventata ministro, ma lo stesso vale per la maggioranza dei colleghi.E comunque il giudizio sul suo operato è un discorso a parte.

    @Orfeus
    guarda che i “professionisti della politica” son mica scienziati sociali, è gente che si è formata in consigli comunali/parrocchiali/provinciali/regionali/parlamento, spesso ereditando il seggio dal nonno.Pensa a Bondi/D’Alema/ Mastella/…
    Genet che in tutta la vita ha solo fatto il politico, e senza elezioni o appoggi politici avrebbe difficoltà a trovar lavoro in un call center

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  19. @Bruno Ponterosso
    Ogni sistema democratico permette di avere in parlamento gente che si fa i cazzi suoi, l’ unico che non lo ammette è il “dispotismo illuminato” (che non esiste, ma a Singapore ci vanno molto vicini).
    Il problema è che poi noi ‘sta gente la votiamo, perfino a livello comunale dove chi sono i mariuoli dovrebbero saperlo un po’ tutti.
    Certo, il porcellum è uno schifo, svuota di molto la libertà di voto. Ma elettori svedesi avrebbero probabilmente reagito rifiutandosi di votare qualunque lista con personaggi discutibili.
    Applicando quel criterio alle elezioni italiane finiremmo con un parlamento di perfetti sconosciuti affiliati a decine di partiti improvvisati: non so se sarebbe meglio, ma visto che non è successo nulla di simile come elettori dobbiamo assumerci la responsabilità di averlo accettato.

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