La tristezza dell’Olgettina

Ieri sera quello che mi ha più colpito, guardando la puntata di Ballarò, non è stata la faccia di Angelino Alfano, un po’ pietrificata, invero, nel ghigno di chi ha scoperto solo ora che ai festini più divertenti i vecchi non lo invitavano, e purtuttavia deve star lì a difendere il capo; né la mascella da ringhio dell’altra parlamentare, di cui mi sfugge il nome, la quale doveva riuscire a far filare come se avesse una logica il ragionamento che è sbagliato che i giudici indaghino per scoprire se è stato commesso un reato, a meno che non sia già certo che il reato sia stato commesso, ma anche se è certo che è stato commesso, comunque non si può indagare, perché finché si indaga non è ancora certo che il reato sia stato commesso (e ne converrete che come esercizio di equilibrismo, è notevole).

Quello che mi ha davvero colpito è stato il sevizio in cui si vedeva per la prima volta il famoso condominio dell’Olgettina, quello dove la fanciulle che bazzicavano le feste del premier erano alloggiate, in attesa di essere portate ad una delle feste suddette, o schiaffate, in alternativa, a far da tappezzeria in qualche televendita di materassi o al meteo di Emilio Fede.

E’ difficile descrivere il senso di squallore che mi ha dato quel parcheggio di brutto cemento, seminascosto nella coltre di nebbia lombarda, con in quinta di scena condomini slavati dal sapore impiegatizio, in pretenzioso stile puffo palladiano, in pratica uguali uguali a quelli che vedo dalle finestre di casa mia,; la tromba delle scale con le colonnine prefabbricate e gli intonaci un po’ rosi dall’umidità, gli appartamentini con l’entratina e il cucinotto a vista, i pavimenti di piastrelle scontate, i muri spogli, le toilettes con le docce appena appena al di sopra di quelle che si trovano nei bagni pubblici e nelle pensioni due stelle. Appartamenti, assicura il custode, che vengon affittati da una immobiliare al massimo a mille euro al mese, quelli che si pagano nei condomini manco tanto chic della periferia di Mestre, e che sono fatti nello stesso modo: piccoli anfratti destinati ad accogliere le solitudini di impiegati al ritorno dal lavoro, insegnanti fuori sede, squadre di operai assunti a settimana, che il datore di lavoro di turno stipa in sette/otto sotto lo stesso tetto, per risparmiare sulle spese di trasferta.

Nell’immaginario collettivo la vita della escort di lusso o della ragazza immagine televisiva che viene invitata alle feste ed ai festini dall’Uomo Potente è una tizia profumatamente pagata che vive in gran suite d’Hotel a cinque stelle, e, se ha casa, è un appartamento con vasca Jacuzzi a vista, armadi rigurgitanti capi e scarpe di gran moda, e balcone con panoramica sul Duomo, come minimo. Quelle stanze invece avevano tutto lo squallore proletario di una vita da operaie del sesso: lasciavano intuire lunghe ore di noia passate a mettersi lo smalto da due euro, in attesa di una chiamata possibile da parte del magnaccia, un frettoloso tirar fuori dall’armadio l’unico vestito firmato, o forse persino la sottoveste sbriluccicante comprata al grande magazzino. I favolosi guadagni, i duemila euro lasciati nelle buste dal ragioniere Fininvest a fine serata sembravano essere passati per quei muri senza lasciare traccia, e non l’hanno lasciata neppure sui volti delle protagoniste intercettate fuori dalle case, o mentre sgusciano via dal Tribunale dopo l’interrogatorio: volti struccati e tesi, code di cavallo tirate sulla nuca per mascherare capelli che non vedono il parrucchiere da settimane, facce stremate di chi all’ennesimo annuncio di un bunga bunga risponde, come si sente nelle intercettazioni: “No, che palle, ancora una notte fino alle due!”.

Una stanchezza identica a quella dell’operaio sfruttato alla catena di montaggio che non può dire di no al padrone, e nemmeno riscattata dall’idea che almeno stai facendo un lavoro rispettabile, e abbastanza sicuro, o ripagata almeno dal fatto di vivere alla grande, con fiumi inesauribili di denaro a disposizione, lusso, ricchezza e sfarzo attorno.

Nelle conversazioni delle disgraziate, che ormai è impossibile evitare di conoscere, perché te le sbattono in ogni tiggì e giornale, è ossessiva presenza, più del sesso, del denaro: l’idea che basti guadagnarlo, che basti vederselo passare fra le mani, perché, come diceva una delle fanciulle, guadagno più io in una serata che un cristiano in sei mesi, perché dovrei cercarmi un lavoro onesto?

E io forse non capirò, magari non ci arrivo, ma a me verrebbe sempre da chiedere: ma se tutto quel denaro non serve a darti nemmeno una bella vita, se poi per guadagnarlo sei intrappolata in quegli appartamentini asfittici, e ne puoi uscire solo, sotto sorveglianza di individui biechi, per venire smanacciata da vecchi patetici, in festini che non sono decadenti, sono solo squallidi e volgari, e torni a casa più stanca ed abbruttita che se avessi pulito cessi alla stazione, di tutto quel denaro, di tutto quel cazzo di denaro che magari ti passa per le mani, ma che te ne fai?

 

19 Comments

  1. Condivido su tutta la linea bel post. Mi permetto di abbozzare una risposta. La speranza: se sei una giovane di 20 anni oggi, fai tutto questo, dai via il culo, dai via te stessa nella speranza che alla fine avrai un posto in tv o perché no al ministero… Che Lui alla fine sistemerà la casa di famiglia, che insomma alla fine del tunnel avrai un posto / lavoro / posizione sociale di rispetto e prestigio che non potrai mai sperare di avere dato che probabilmente guardandoti intorno hai visto che
    1) se sei onesto non vai da nessuna parte e a vent’anni mettere sul piatto una vita di onestà ma che corrisponde a stringere i denti e a mandare giù sempre, non è una prospettiva allettante.
    2) mi dispiace per il maschilismo: ma probabilmente se sei bellissima e a 17 anni sei a Milano e in certe situazioni è probabile che il tuo livello scolastico / culturale sia piuttosto basso e quindi cos’altro hai da offrire come persona se non il fatto che sei bella e disponibile? Se non puoi offire questo temo che in generale come persona sei veramente poca cosa.
    Ora se diamo per buono il mio ragionamento non è difficile capire perché una a vent’anni vada a farsi usare da un vecchio di 74 che è pure un pagliaccio. Oltre a questo sarebbe interessante capire dopo la d’Addario quante si sono presentate a frotte per farsi introdurre ad Arcore.

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  2. @pgiacome: Non so, io ho conosciuto molte ragazze belle che nemmeno a 17 anni avrebbero accettato una vita del genere. Conosco belle ragazze e belle donne che vanno a lavorare, se studiano non passano gli esami e non si laureano portandosi a letto i professori, e se trovano sul loro cammino un settantenne bavoso che cerca di smanacciarle, anche offrendo loro un lavoro, lo mandano affanculo. ‘Sta storia che nella vita non si ha scelta, non mi convince fino in fondo: se finisci a far la zoccola ai festini ad Arcore o altrove credo che non sia solo un caso o una sventura. Un po’, secondo me, è perché lo vuoi. A vent’anni, a trenta o a quaranta.

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  3. Anche a me non convince la storia che non avrebbero scelta. E’ offensivo nei confronti di tante ragazze e donne che lavorano duramente (e ci metto anche quelle che fanno quel mestiere per strada, correndo ogni genere di rischio) per cifre mensili che le zoccole di Berlusconi non prenderebbero nemmeno in considerazione.
    Quello che vogliono quelle ragazze sono i soldi facili, non un lavoro, e al mondo ci saranno sempre ragazze disposte, per i soldi facili, a fare le puttane con i ricchi. A volte riescono pure a sposarli. Del resto alcune non sarebbero nemmeno capaci di fare altro.
    Il lavoro è fatica, sacrificio, saper rinunciare al superfluo per il necessario. Non ci sono soldi facili nel mondo del lavoro quotidiano.

    E non dimentichiamo che in Italia sta diventando cassazione il concetto che se una ragazza è carina deve per forza fare la puttana e se carina non lo è (o non è più ventenne) può fare come Marchionne, fottersi.

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  4. non commento mai due volte ma il fatto che una ragazza faccia il ragionamento 1+2 non vuol dire che automaticamente va a fare la puttana.
    Vuol solo dire che sceglie la via per lei più comoda.

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  5. di tutto quel denaro, di tutto quel cazzo di denaro che magari ti passa per le mani, ma che te ne fai?

    La fine che fa quel denaro e’ nota: se lo sniffano e/o glielo mangia il lenone di turno, che si presenta come fratello, cugino, fidanzatino, e che di solito e’ uno palestrato con un pisello modello “rocco” tutto il contrario del papipedofilo che si crede irresistibile.
    Come si puo’ capire era proprio la creme de la creme della societa’ che si ritrovava ad Arcore e, sinceramente, che alle festicciole del bunga bunga non girasse anche la neve, a me non la racconta nessuno.

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  6. sempre che poi sia vero che vengono pagate fior di quattrini. a me viene pure il dubbio che, a parte qualcuna “di spicco” (la d’addario, la stessa karima), tutte le altre vengono sfruttate e basta, senza nemmeno pagarle più che con vitto e alloggio. quelle che servono solo a fare numero, poi verranno pure buttate via nel cesso.

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  7. Perchè il giro è infernale.
    Il tanto denaro finisce, specie se non sei la favorita del sultano, ma solo una delle tante travet del sesso che popolano il paese, nè più nè meno bella di altre, nè più nè meno profumata di altre, nè diversa, nè migliore nè peggiore, con le stesse identiche passioni ( si legge nelle interecettazioni) per le scarpe firmate, i suv, le piscine, le vacanze in Sardegna, l’autista che ti viene a prendere, e che ti fa angosciare se non viene: dacchè significa che, favorita, non sei più tanto; eppoi devi giustificare d’essere andata via di casa senza una lira, e far stimare i genitori che, anche se non ti laurei, almeno sei vicina al sultano, arriverai da qualche parte: sicchè è meglio il tenere la testa impegnata tra un centro benessere e una serata d Arcore, piuttosto che fare altro. Anche perchè ciò che emerge da ‘sta vicenda, non è solo che ci son ragazze disposte ad ogni ( come dice la vera mattatrice lessicale intercettatata, Nicole minchia-amo’-tesò-stroma-noncicredo-allucinante- Minetti), ma che ci son famiglie al completo, disposte ad ogni.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

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  8. Mi rendo conto che non e’ esattamente la stessa cosa, ma oggi mi e’ capitato di far quel che potevo per aiutare alcune persone che dal West Africa dove lavorano devono volare verso l’estremo oriente, dove risiede la loro famiglia. Sto parlando di persone che per turni di due mesi su una piattaforma guadagnano circa 1200 dollari al mese, non certo di esperti superpagati. Dopo aver analizzato la situazione ho deciso che si poteva far qualcosa bypassando la corporate e acquistando localmente i biglietti. Non solo sarebbe stato conveniente (spesso acquistare i biglietti da un paese in via di sviluppo e’ piu’ a buon mercato) ma avevamo modo di farli arrivare a casa con rotte piu’ dirette evitando 36 o 48 ore di viaggio. Non avete idea di quanta gente si sia messa di traverso… mi han chiamato dalla sede e mi hanno fatto uno shampoo di quelli galattici. Quel che mi stupisce e’ che siano stati altri impiegati da 1000 euro al mese a far casino adducendo procedure e ripartizione dei costi all’interno delle sister company… ma dico, sto parlando di persone, non di numeri…
    Alla fine mi pare che ormai l’effetto drive in sia cosi’ tanto entrato nella testa di parte della generazione presente che non si distingue piu’ tra televisione e realta’. Ormai troppa gente e’ bunga bunga dipendente per poter affermare la propria forza a scapito dei piu’ deboli… Scusate, forse sono un pelo fuori topic, ma quando non riesco a fare qualcosa per qualcuno che mi chiede aiuto mi sento un pelo frustrato e volevo solo condividere la sensazione…

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  9. mah, non so, immagino che ci facessero quello che da secoli han fatto le donne dedite all’antico mestiere: mettevano da parte che si invecchia presto. Mette tristezza anche a me, ma non mi sono mai permesso di giudicare prima – e non lo scopriamo adesso che esiste questo mondo – non vedo perchè l’entrata in scena di Berlusconi dovrebbe cambiare qualcosa. E non mi stupisce certo che Berlusconi abbia a che fare con questo mondo.

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  10. La Repubblica di oggi ha provato a fare un po’ i conti in tasca ai “festini” del Berlusca:

    Il (si fa per dire) fatturato del bunga bunga oscilla tra i 50 e i 70 mila euro a notte. Facendo finta che i week end “rilassanti” siano solo venticinque l’anno, la spesa varia tra un milione e 250 mila euro e un milione e 750 mila.

    Ora consideriamo che nel 2009 Silvio ha dichiarato un reddito imponibile di 23.057.981 euro a fronte di un patrimonio che è stimato essere attorno ai 6,7 miliardi di euro (circa 9 miliardi di dollari).
    Su quei 23 milioni (dopo i primi 75.000 euro) l’aliquota marginale è del 43%, il che significa che il reddito netto effettivo (2009) ammonterebbe a +/- 13 milioni di euro l’anno, di cui circa il 10-13% se ne andrebbe quindi in cene ed allegri festini.
    Poi ci sono gli appartamenti ed il resto.

    Per dire che una
    tizia profumatamente pagata che vive in gran suite d’Hotel a cinque stelle, e, se ha casa, è un appartamento con vasca Jacuzzi a vista, armadi rigurgitanti capi e scarpe di gran moda, e balcone con panoramica sul Duomo, come minimo
    se è una sola, beh… ok, magari ci può anche stare.
    Ma se si tratta di almeno una decina, ecco insomma, bisogna anche fare un po’ di conti eh!
    Ed anche uno come il Berlusca oltre l’Olgiatina rischia davvero di non poterci andare proprio in tutta tranquillità…

    Non credo comunque che “le signorine” fossero costantemente a disposizione e sotto stretta sorveglianza. Tutt’altro. C’è chi ballava allegramente a Colorado Café, chi a Telecafone, ecc. ecc.
    E’ che lo shopping griffato, il centro benessere, i ristoranti, i locali, la bella vita ecc. ecc. a Milano son spese, eh… 😉

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  11. Aggiungiamo un dettaglio allo squallore: in via Olgettina c’è la ricicleria (praticamente discarica) che serve una buona parte di Milano Est…

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  12. La situazione è chiarissima: da una parte c’è chi ha la dignità personale di capire cosa vuol dire tutto questo, dall’altra c’è chi si augura di avere la figlia fidanzata al papponpremier. Non c’è possibilità di dialogo né di redenzione. Se fossi ancora in Italia, probabilmente cercherei ancora di fare qualcosa, per rispetto verso me stesso soprattutto. Poiché ho la fortuna di non essere più lì, non ho nessunissima intenzione di farmi etichettare né confondere con la maggioranza dei miei connazionali che dimostrano al mondo quali valori pubblici sono da premiare, e quindi in fondo dimostrano quale sia la nostra forma mentis. Ancora un anno e mezzo circa, e dovrei riuscire concretamente a dimostrare che con quella roba lì non c’entro più nulla.

    Gli orientali dicono che “la forma è sostanza”, e per la madonna se è vero.

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  13. Nella prima parte della mia vita sono stato un pianista di night. Le puttane le conosco, e i clienti delle puttane pure. Prima di andare con una di loro mi farei monaco trappista. E’ una vita di umiliazioni e disgusto che poco a poco ti toglie ogni dignità e umanità. I “clienti” sono anche peggio, gente che pensa che paga e può farti quello che vuole, e tu devi pure fingere che ti piace, e chiamarli “amore ” e “tesoro”. Non a caso, dove la prostituzione è legale, le ragazze sono dell’Est o del Terzo mondo. Le donne che possono scegliere non credo che la considererebbero una professione come un’altra. Anche le Olgiatine a me fanno pena, tutte lì a contendersi le attenzioni bavose di un vecchio ritinto che personalmente gli fa orrore. Io, che ho una dozzina d’anni meno del premier, e sono -dicono – ancora un bell’uomo, con capelli grigi ma tutti miei, mi ritengo molto fortunato ad avere l’amore della mia bella moglie, che i capelli se li tinge perchè è vanitosa, e pretende di essere corteggiata e sedotta abilmente tutte le volte, dopo trent’anni di matrimonio.

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  14. sinceramente non credo che il condominio dell’ olgettina sia l’ unico “allevamento per le puledre del vecchio signorotto”. mi spiego.
    pensiamo al famoso caso clinton. veramente le uniche avventure extraconiugali dell’ ex
    presidente americano si svolsero sotto la sua scrivania? e quelle di bush padre e figlio, non esistono solo perchè nessuno ne ha mai parlato? e sarcozy trovò subito l’ amore in carlà? e che dire su chavez? citerei tutti i capi di stato del mondo se avessi il tempo.
    dove voglio arrivare?
    c’è ben altro sotto la superficie. non sono i giudici a voler far cadere il berlusca, ma quel potere ancora occulto per il quale ha fatto da prestanome in tutti questi anni.
    quando un “potente” è utile al sistema che l’ ha messo in poltrona, può realmente far quel che vuole, figuriamoci orge in stile “eyes wide shut”. credo che siano invece all’ ordine del giorno in qualsiasi(finta) democrazia e dittatura dichiarata.
    il punto è questo. il berlusca è diventato puzzolente anche per il naso di chi gli permesso l’ ascesa al trono, e ovviamente non mi riferisco all’ accozzaglia ignorante che l’ ha votato.
    di chi comanda realmente non si viene a sapere mai nulla.
    infatti mai sentito niente sui festini dell’ avvocato agnelli. vogliamo forse pensare che non vi partecipasse da qualche parte in giro per il mondo? non scherziamo.

    oggi bisognerebbe domandarsi chi è il candidato scelto a sostitutire il berlusca da quell’ oligarchia burattinaia. la cosa peggiore è credere che non esista, e che siamo realmente noi a scegliere i nostri rappresentanti. io non l’ ho mai creduto.
    Pasolini( lo scrivo maiuscolo) ormai privo di speranza, credeva possibile solo l’ evoluzione tecnologica, non quella sociale. sono d’ accordo. i faraoni hanno solo cambiato nome, ma esistono ancora. e hanno capito che nascosti è meglio.

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  15. Non ho tempo di leggere tutti i commenti, perdonatemi se dico qualcosa di già detto – intanto, Galatea bellissimo post che coglie una dimensione dell’uso dei soldi e della loro percezione tutta patologica.
    La mancanza di scelta la da una specie di psicopatologia prima culturale poi familiare e infine individuale. A me non piace quell’aria di superiorità con cui si liquidano le ragazzine che ottengono un posto grazie a un letto e si dice: sono contente! Il maschilismo che toglie l’anima ai percorsi di vita diversi dalle nostre. No – le raccomandate del cazzo non sono mai fino in fondo contente, come molti raccomandati in genere. La mancanza di scelta te la da spesso la mammina e il papino quando nelle intercettazioni apprendiamo che, all’idea del vecchio caa bava che tocca la figlia non pensano a gambizzare il vecchio, a scuotere la figlia – ma a suggerirle come farsi toccare. Sono psicologa, e le psicologhe hanno una specie di insopportabile chiodo reazionario: ma l’esperienza con le adolescenti mi fa sapere che una madre che consegna la figlia a un cazzo per via dei soldi, la consegna a una strada che lei sentirà obbligata e simultaneamente alla scoperta di una infelicità immane. Purtroppo non subito.
    Volevo dire più cose.
    In ogni caso qui è bello e tornerò.

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  16. io non riesco a vedere queste ragazze dll’Olgettina come privilegiate rispetto ad un’operaia o ad una precaria: queste ultime guadagnano molto meno, ma se e quando scopano scopano per amore e/o per piacere, una gioia che queste altre non conoscono, si abbassano a compiacere sessualmente un vomitevole vecchio che disgusta anche loro..non ce la faccio a considerarle fortunate

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