Non chiamiamole “prostitute”. Ok, e gli altri come li chiamiamo?

Sul Corriere si apre dibattito sull’illuminato articolo di Piero Ostellino, il quale ha candidamente affermato l’altro giorno che, in base ai principi del suo sano liberalismo, non se la sente che chiamare prostitute le ragazze che, ad Arcore o in altri contesti, si danno al miglior offerente – cioè il più ricco o il più potente – per far carriera.

Dice Ostellino:

Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia – diciamo così – partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l’indulgenza all’esame o al capo ufficio per fare carriera.

Oh vabbe’, lo so, è qua che escono fuori le mie carenze di famiglia: ché se fossi discesa da una schiatta di grandi liberali, di sicuro la penserei giusto giusto come Ostellino. Invece, ahimè, ho origini proletarie, e la mia nonna e la mia mamma, entrambe donne abituate a lottare con il mondo e restie ad accettar favori perché purtroppo imbevute di una cultura più terra terra, m’han sempre spiegato che se vai a letto con uno per soldi, o per farti dare un posto di lavoro, per far carriera o per farti mantenere e regalare case e gioielli, automaticamente una prostituta lo sei. Anzi usavano un termine un po’ più colorito, la mia nonna e la mia mamma, sempre per quel fatto che nelle famiglie proletarie di una volta anche con le parole non si andava tanto per il sottile, e ti beccavi della zoccola a momenti anche se ti facevi offrire un caffè.

Non ho ben capito, poi, a quale alto concetto di liberalismo si ispiri, l’Ostellino, nel difendere queste fanciulle: perché a me il liberalismo l’avevano raccontato come una cosa che dovrebbe far emergere gli individui più qualificati in base al famoso concetto della meritocrazia, non alla pratica dello scoscio. Mi sfugge quindi quale sia il merito per cui le signorine che fan partecipi i potenti della loro fortuna vengano premiate e promosse, visto che fare del sesso con qualcuno di potente non è un modo per certificare che tu sia brava a fare il ministro, o il consigliere regionale, né che tu sia degna di prenderti un diciotto ad un esame.

Ma soprattutto vorrei che il signor Ostellino mi spiegasse una cosa, che proprio non arrivo a capire: la signorina che fa partecipe eccetera eccetera vabbe’, abbiamo capito che è quasi una santa, o per lo meno una gran dritta. Ma da liberale vecchia maniera, attento ai principi della correttezza e della divisione fra pubblico e privato, il professore che, fatto compartecipe, promuove una ignorantella disposta a dargliela, il potente che fa ministro una ragazzotta abile in tutt’altro, e tutti quelli che, per premiare una disponibile fanciulla, le trovano un posto facendo pagare il suo stipendio dai contribuenti, usando il pubblico come un ufficio di collocamento per ex amanti e sgallettate in carica, ecco, signor Ostellino, mi dica, in base ai principi del sano liberalismo, come li chiamiamo questi qua?

 

27 Comments

  1. @Galatea
    “che se vai a letto con uno per soldi, o per farti dare un posto di lavoro, per far carriera o per farti mantenere e regalare case e gioielli, automaticamente una prostituta lo sei. ”
    Premesso che con il succo dell` articolo sono anche d` accordo (chissa` che becchi piu` insulti dalla padrona di casa dicendo cosi`), mettiamoci anche la giovine ragazza che sceglie il fidanzato (anche) dal tipo di auto che ha, la fidanzata che sposa il figlio del palazzinaro, .. e tutte quelle che vorrebbero e non possono (e se ne potrebbero trovare di insospettabili, non so se mi spiego..)!!
    “ecco, signor Ostellino, mi dica, in base ai principi del sano liberalismo, come li chiamiamo questi qua?”
    Ma non avevi gia` deciso che erano degli “sfigati”?

    Lo sfigato al cubo Gigi

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  2. Amen, sorella.
    Io le chiamo serenamente prostitute (quello è il lavoro) così come per me si prostituisce anche chi vende il proprio talento e prodotto d’ingegno (quindi non solo il proprio corpo) mettendolo al servizio di qualcosa che disprezza pur di guadagnare. Poi possono esserci mille ragioni e non esprimo giudizi etici in merito a tale scelta. Ma questa per me è prostituzione – punto e basta.
    Buona giornata!

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  3. @Minerva
    “si prostituisce anche chi vende il proprio talento e prodotto d’ingegno (quindi non solo il proprio corpo) mettendolo al servizio di qualcosa che disprezza pur di guadagnare”
    D` accordo.
    Ci sono fior di giornalisti, artisti, intellettuali (quelli sono i peggiori), presentatori vari che si prostituiscono in maniera molto peggiore delle ragazze extracomunitarie sui viali.
    Personalmente non considero la prostituzione “sessuale” come qualcosa di cosi` immorale o sbagliato, se avviene tra persone adulte e consenzienti .
    Leggere certi articoli sui giornali o vedere come giornalisti “rigirano” i fatti a uso e consumo del potente di turno mi fa molto piu` schifo..

    Gigi (sfigato)

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  4. Hai centrato il punto, Galatea. A me pare che il vero obiettivo dello squallido sproloquio di Ostellino non sia tanto la riabilitazione delle zoccole (oops…), quanto l’assoluzione morale degli sfigati (esatto, per l’appunto sfigati) che ci vanno. Se quelle non sono prostitute, perché in fondo non fanno nulla di male, figuriamoci quelli che le pagano. Ci metto il carico. In tutto ciò io sento anche un forte puzzo di maschilismo, duro a morire.

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  5. Amen, galatea. Applauso a scena aperta da parte della stragrande maggioranza delle donne, quelle che ce l’hanno fatta senza andare a letto con nessuno.
    E un sorriso a minerva jones per la quasi citazione (voluta o inconscia?) da quel capolavoro che e’ Le Tre Ghinee.

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  6. Basterebbe aggiungere, per legge, il concetto di “prostituta occasionale”, o ancora meglio “prostituta a progetto”, così possiamo equipararle alle altre precarie nel mondo del lavoro!

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  7. “mettiamoci anche la giovine ragazza che sceglie il fidanzato (anche) dal tipo di auto che ha, la fidanzata che sposa il figlio del palazzinaro, ” Gigi
    Se una s’innamora o si sente fisicamente attratta dal figlio del palazzinaro non è una prostituta, per come la vedo io. Ci si sceglie sempre in due e nessuno deve giustificarsi per il compagno o la compagna che ha accanto a sè.
    Prostituzione sessuale (c’è pure quella intellettuale che è anche peggio) è andare a letto con chi ti fa schifo solo ed esclusivamente per denaro o per favori professionali.
    Anch’io penso che la prostituzione tra adulti consenzienti non sia immorale, ma è certo molto triste.
    @Galatea
    quelli li chiamiamo “perdenti” come sono perdenti tutti i puttanieri.

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  8. la tua critica necessiterebbe di una definizione di merito, a questo punto, però.
    io il merito, nel senso che lo intende Ostellino, non credo si possa definire a priori cos’è, esso è una variabile che emerge dalle relazioni tra le persone quando sono libere e non sono forzate da altro.
    in questo momento, in certi ambienti, il merito utile è quello. Questo perchè, evidentemente, a un grande numero di persone va bene essere governati da ragazze solo belle o guardare belle fighe impegnate in ogni genere di ruolo in televisione. Se a “noi” non andasse bene, nonostante le inclinazioni di berlusconi, egli dovrebbe fare altrimenti, pagare coi suoi soldi come tutti senza coinvolgere terzi, perchè nessuno più lo voterebbe o guarderebbe le sue televisioni. Quel tipo di merito sarebbe riconosciuto solo nell’ambito degli scambi di sesso in cambio di denaro.
    Quanti di noi salirebbero su un’auto progettata da una “ognuno utilizzi il termine che preferisce con l’accezione che preferisce” che l’ha data a Marchionne? Il giorno che saremo così imbecilli da farlo, mi spiace per le brutte e preparate, e quelle che non intendono vendere il proprio corpo; per ora, gli ambiti meritocratici in cui possono far valere l loro qualità, sono ancora tanti, per fortuna.

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  9. Per chairire meglio: quando era un imprenditore Berlusconi, secondo voi, una che gliela dava, prendeva un sacco di soldi o un posto come dirigente di una delle sue aziende?
    il “problema” è che gli elettori non si comportano come azionisti.

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  10. Sono state filmate (credo da Nat Geo) delle pinguine che accettavano un pesce in cambio di sesso ed altri sorprendenti rapporti di “fruizione sessuale” in ambito faunistico, con buona pace di quel “diritto naturale” tanto auspicato dal signor Joseph Ratzinger.
    L’istinto sessuale/riproduttivo è la forza più potente che ci sia in natura, quella che garantisce la sopravvivenza della vita stessa. Da che esiste il mondo, il maschio alfa, il più potente del branco, garantisce il perpetuarsi dei propri geni ottenendo sesso dalle femmine in cambio di protezione, mentre gli altri maschi, quelli subordinati, tentano continuamente di portargli via l’harem. Cambiano gli orpelli, le sovrastrutture, ma la sostanza rimane sempre quella. A meno che non si sia intimamente convinti che sull’istinto dovrà teleologicamente prevalere la nostra parte spirituale ……

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  11. @Paolo1984
    “Se una s’innamora o si sente fisicamente attratta dal figlio del palazzinaro non è una prostituta, per come la vedo io. Ci si sceglie sempre in due e nessuno deve giustificarsi per il compagno o la compagna che ha accanto a sè.”
    Mm..
    Ammetto che l` argomento e` non cosi` netto come l` ho scritto, pero` e` anche vero (penso siamo tutti d`accordo) che molte donne si sentono attratte dagli uomini ricchi proprio in quanto ricchi (sottolineo in quanto ricchi).
    Se poi arrivano a avere rapporti sessuali con loro o addirittura a sposarli.. mm.. io non giudico nessuno, e OK non chiamiamo tali persone come “prostitute”, certo che queste donne non possono poi dire niente su altre donne che fanno sesso a pagamento.
    Prendiamo il caso di quella famosa bellissima soubrette che si e` sposata il palazzinaro stra-ricco che ha la faccia che semra un ippopotamo.
    Se lo sarebbe sposato lo stesso se quest` ultimo fosse stato un professore di liceo?

    Gigi

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  12. che confusione che facciamo tutti, galatea: essere o andare a puttane non è reato, se la prostituta non è minorenne (e infatti questo è uno dei capi di accusa). Può non piacere ed essere un elemento in base al quale si dà un giudizio morale o politico su di una persona, ovviamente. Ma i maschi di cui parli tu fanno ben altro. Non si limitano a pagare di tasca propria, ma lo fanno con beni pubblici (un esame, una corsia preferenziale, una carica pubblica). E qui mi pare lapalissiano che gli scavalcati si possano un tantinello alterare con i puttanieri che usano la propria posizione per sgrullarselo: siamo la parte lesa.

    Sul terzo tipo di individui che entrano in gioco credo che ci sia da dir poco. Ma vedrai che qualcuno esalterà la moralità disinteressata del facilitatore di incontro della domanda e dell’offerta, volgarmente ruffiano.

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  13. @Paolo
    “Non si limitano a pagare di tasca propria, ma lo fanno con beni pubblici (un esame, una corsia preferenziale, una carica pubblica).”
    Vorrei puntualizzare che, pero`, le persone lo hanno votato quello che i posti pubblici alle cantanti li da in cambio di non si sa cosa.
    Come e` diventata ministra la Sig. ra Carfagna?
    Che cosa ha fatto di cosi` egregio per diventare ministro?
    Eppure, chi ha dato questo posto alla Mara (il Silvio) prende e continua a prendere voti.
    Vuol dire che, per la maggioranza degli italiani, anche dare posti pubblici a ragazze avvenenti in cambio non-si-sa-di-cosa non e` poi cosi` male.
    Altrimenti non continuerebbero a votare il Silvio.
    E` questo che fa cosi` incazzare la padrona di casa del blog, secondo me.

    Che i suoi valori siano diversi da quelli della maggioranza degli italiani.

    Lo sfigato.

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  14. “Come molti italiani, non ne posso più di vergognarmi a girare con i miei figli.Prostituzione ovunque, perizoma in mostra, e anche il resto, dappertutto, senza ritegno.” Silvio Berlusconi,5 gennaio 2002.
    Il resto dei valori di Silvio Berlusconi sono elencati, da Alessandro Capriccioli, sul sito dell’Espresso.

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  15. Se un imprenditore dà 10.000 euro a un pubblico impiegato per ottenere un appalto, è corruzione. Anzi, è reato.
    Se una signorina qualsiasi la dà per avere un posto pubblico (non i soldi del privato capo del governo, regione, assessore, né quelli del palazzinaro), allora dovrebbe parimenti essere reato.
    Io sarei ben lieta di vedere queste signorine in galera per il reato di corruzione, al posto delle prostitute che al più fanno un po’ di casino per le strade.
    E, se volete, non chiamiamole puttane: sono molto peggio.

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  16. “liberalismo l’avevano raccontato come una cosa che dovrebbe far emergere gli individui più qualificati in base al famoso concetto della meritocrazia, ”

    il merito è però un concetto soggettivo. inoltre, dovresti essere in grado di dimostrare che essere intelligenti è una qualità più utile della bellezza – e oltretutto meritata. intelligenti si nasce, così come belli – e chi ha la sfiga di nascere scemo?

    clà

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  17. Questa la twitto dritta dritta! Debbo dire che il tutto, come al solito, verrà poi coperto di ipocrisia. Ieri si sono divise le buone , dalle cattive.
    E poi va a finire che il pensierino ognuno ce lo fa 😉
    Volevo invitare a leggere una particolare lettera scritta da una particolare categoria scritta in questo particolare giorno.
    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/14/post-di-una-squillo-per-bene/

    Spero sia di tuo/vostro gradimento! 🙂

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  18. @Silvia
    “Se una signorina qualsiasi la dà per avere un posto pubblico (non i soldi del privato capo del governo, regione, assessore, né quelli del palazzinaro), allora dovrebbe parimenti essere reato.”
    Spero di non dire una scemenza ma, nel caso sia provato che la signorina in questione ha promesso o elargito favori sessuali in cambio di un posto pubblico, credo che questo sia perseguibile.

    Gigi

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  19. @fishcanfly: No, ieri non si sono divise delle fantomatiche “buone” dalle “cattive”. Si sono divise, semmai, delle persone oneste da chi usa il sesso (o qualsiasi altra cosa) per far carriera e lasciare indietro chi dovrebbe occupare i posti per merito.
    Mi pare che nel tuo post la confusione regni sovrana, infatti. Se una vuol fare la squillo sono cavoli suoi. Non c’entra niente con la delusione dei possibili rapporti d’amore e non c’entra neppure nulla con il sesso. Sono mortalmente stufa di chi non sa capire la differenza. Ah, e non esistono le squillo “per bene”. Le squillo fanno le squillo. Se sono perbene è perché sono così come persone.

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  20. Secondo me Gigi ha ragione su un punto.

    Non mi ricordo più in quale trasmissione radiofonica – credo Caterpillar su Radio2 – ha telefonato un ascoltatore che diceva, più o meno:

    “Avevo un problema al telefonino, sono andato ad uno stand TIM/Vodafone/3 (ecc.) e ho trovato due belle ragazze bionde e scollate. Ho chiesto chiarimenti ma non hanno saputo dirmi nulla, allora ho chiesto di parlare con il direttore dello stand. Gli ho domandato come mai mettessero nei loro stand delle assistenti così ignoranti in materia di telefonini, dato che poi uno che ha bisogno di assistenza non cava un ragno dal buco. Mi ha risposto che a conti fatti si vende di più mettendo una bella bionda scollata ignorante che non un tecnico competente.”

    Questo non varrà ovviamente per tutti i lavori ma evidentemente in Italia c’è un’alta percentuale di uomini che usa il portafoglio ascoltando più l’uccello che il cervello, e una buona percentuale di donne che trova tutto normale.

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  21. @CloseTheDoor
    “una buona percentuale di donne che trova tutto normale.”
    una buona percentuale di donne che ci marcia (mangia?) sopra.
    Corretto.
    Gigi

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  22. @ilmondodigalatea
    Tu dici che nel mio post la confusione regna sovrana. Commento non poteva essere più vero, perché è proprio, etimologicamente parlando, la con-fusione quella che viene cercata. Non confodiamo i due meriti. Io non socnfino nel tema della prostituzione. Certo potrei dirti che: in Nuova Zelanda, ad esempio, ci sono leggi che regolamentano il fenomeno, potrei dirti che bisogna condannare il fatto che la prostituzione diventi meritocrazia. Non potrei essere più d’accordo. Ma, ancora una volta, non voglio entrare nel merito della questione. Semplicemente quello era un raccontino non sulle squillo (per bene? per male? Lo strumento era abbattere l’ipocrisia morale tramite il video di Diario di una squillo per bene….Ovvio che non siamo qui a fare divisioni manicheiste sull’oggetto in questione). Però non posso nemmeno accettare, sarai d’accordo con me a questo punto, epanadiplosi come “una squillo è una squillo”, più che altro per amore di analisi. Il testo voleva essere meramente ironico e gettare una luce diversa sulla festività. Delusioni o non sulle storie d’amore a parte che non si legano a nessuna squillo o persona. Non ci interessa. Ci interessa solo “ridere”. Ma con astuzia e abilità. Detto questo, ti rinnovo i complimenti per il blog e ti ringrazio comunque per il commento di risposta. Se molti blogger si sforzassero di penetrare il problema come hai fatto tu, sono certo che la blogosfera ne guadagnerebbe. A buon rendere, collega 😉

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