L’invidia della escort

E’ che mi sto interrogando da due giorni, da quando l’ho sentita, sull’intervista rilasciata dalla escort barese Terry De Niccolò, in cui questa simpatica signora diceva che le donne belle sognano tutte, in fondo, solo di fare la escort, e quelle brutte o bruttine in realtà parlano per invidia, perché in certe feste e in certi giri, non essendo belle ed escort non ci potranno entrare mai.

Sono giorni che mi interrogo, su questa invidia di cui la Terry ci accusa, noi donne normali, che non facciamo la escort evidentemente non per scelta, ma perché non siamo abbastanza belle, sennò l’avremmo fatta eccome.

E penso a quella vita che consiste, come ci informa la premurosa Terry, in pranzi e cene con individui schifosi, ignoranti come capre, e ossessionati dai soldi, tanto da essere disposti e giudicare normale “vendere la madre” per assicurarsi un appalto, da bravi galoppini sfigati quali sono; e consiste pure nel fare sesso con vecchi laidi, e con uomini anche più giovani, magari, ma tutti piuttosto brutti e viscidi, volgari e ributtanti, come si vede dalle foto, privi per giunta di ogni fascino e di ogni educazione, come si evince dalle intercettazioni; nell’essere scambiate ed usate come oggetti e soprammobili in cambio di qualche regalia, un assegno, cinquemila euro sull’unghia, che però vengono poi dilapidati subito, si capisce sempre dalle confessioni di Terry, per potersi permettere i vestiti di firma e i gioielli che sono richiesti per partecipare alla serata, e il resto del tempo immagino passi nell’attesa di una telefonata di convocazione o nel terrore che questa non arrivi più, perché la bellezza è un valore che va pagato, come dice sempre Terry, ma dura anche tanto poco, la vecchiaia arriva presto e, alla prima ruga, non avendo altro da dare in cambio che un po’ di bellezza scaduta come uno yogurt acido, nessuno ti cerca più.

E allora riflettevo su questa invidia, che Terry attribuisce alle altre donne, quelle che si permettono di criticare, e che secondo lei lo fanno solo perché sono brutte, e, appunto, invidiose. E sono giorni, mia cara Terry, che a quest’invidia ci penso. Ma, credimi, non riesco a capire invidia di che.

42 Comments

  1. Ho scritto il mio post di oggi prima di leggere questo, il che conferma una certa telepatia.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

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  2. Come tantissime donne, anche la nostra Terry deve per forza di cose trovare una giustificazione “trescendente” per ciò che fa. Per altre è “l’attimo di debolezza”, o il “lui mi trascura”, ad esempio.
    Purtroppo, sono tantissime anche quelle che, dopo essersi messe una minigonna inguinale, del filo interdentale al posto delle mutande, calze autoreggenti e t-shirt stile “miss maglietta bagnata”, sono convinte che gli uomini le cerchini perché le reputano straordinariamente belle e affascinanti (affascinanti forse sì, ma solo etimologicamente parlando).

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  3. sottovaluti il problema, cara galatea

    c’è un’intera generazione che, per una parte non irrisoria, ha preso il denaro come valore massimo, come discrimen assoluto per stabilire se vali o non vali

    quindi, incassare migliaia di euro per giacere con un vecchio laido, sembra valga la pena

    questo hanno imparato dalla mitologia edonistica e tubocatodica

    magari fosse solo un problema di ragazze di facili costumi

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  4. per DiegoB:
    temo Tu abbia centrato il punto. A metà anni ottanta mi capitò di vedere un programma serale rai nel quale veniva offerta a una coppia di fare spesa gratis in un supermercato, purchè riuscissero a mettere nel carrello più roba possibile in pochi minuti, ripresi dalle telecamere con una musica in sottofondo. Quel che facevano i concorrenti era incredibile : si buttavano sugli scaffali come pazzi, salvo apparire persone totalmente disinteressate appena scadeva il tempo e tornava il sonoro delle loro voci. Da quell’epoca,la rincorsa è stata lunga,ma il risultato è arrivato :oggi non c’è nemmeno più quello sdoppiamento, si dichiara la propria smania di accaparramento senza nascondersi
    Stai bene; inchino e baciamano alla padrona di casa.
    Ghino La Ganga

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  5. ho provato a rigirarla. io di brad pitt o di un bello, beh, un po’ (poco, pochissimo) invidioso lo sono. di uno che deve andare con una cessa frustrate e magari pure vecchia per vivere, non riesco neanche a immaginare di cosa dovrei essere invidioso. ma non dubito della sincerità della tizia: per fortuna il mondo è vario, e ognuno tenta di vivere al meglio le proprie rispettive possibilità.

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  6. Cara Galatea, a me quell’intervista ha fatto tanta pena. Traspare una mancanza di cultura e di valori (scusami se uso parole antiquate) che è veramente raccapricciante: non riesco nemmeno a incazzarmi.
    Ma quello che mi disgusta profondamente è la parte della trasmissione di Paragone subito successiva all’Intervista, quando interviene Sallusti: lui dovrebbe aver studiato e dovrebbe aver cultura, ma le giustificazioni che tenta di sostenere sono semplicemente inascoltabili.

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  7. @ Paperi. Qui sta l’errore. Puoi aver anche studiato, come Sallusti, appunto, ma evidentemente certe cose non le impari sui libri. Se sei un servo senza spina dorsale, ci rimani anche con dieci lauree… e lui, coi suoi equilibrismi logici per giustificare la pochezza della troiuncola, lì, ne è la prova vivente.

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  8. Una escort di (si fa per dire) alta classe guadagna in un giorno tre mesi di stipendio di una impiegata del catasto o di un insegnante.
    Magari andare a letto con un buzzurro magari grasso non sara` la cosa piu` bella del mondo, ma anche passare tre mesi in un ufficio a prendere ordini da un capo che alza la voce o dover insegnnare a degli alunni vocianti puo` essere spiacevole.
    Poi non e` detto che i 5000 euro debbano essere spesi tutti per comprarsi vestiti o gioielli, magari la meta` o tre quarti del malloppo lo si mette in banca, cosi` dopo sette o otto anni di (ancora una volta, si fa per dire) onorata professione ci si puo` permettere di andare in pensione con un milioncino in banca o magari iniziare qualche attivita` che non richieda troppo sforzo.
    Il tutto mentre l` impiegata del catasto di cui sopra dovra` sgobbare fino ai 60 o 65 anni facendo una vita lavorativa magari noiosa aspettando una pensione che magari non arrivera` mai.
    Per questo penso che la (sempre, si fa per dire) Signora Terry penso parlasse di invidia.

    Questione di scelte, alla fine ..

    Gigi

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  9. questa gente mi incita alla violenza, non tanto per quello che fa ma per quello che dice. Per ora resisto. Non so per quanto. Diteglielo.

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  10. cara Galatea, hai concesso l’onore della tua attenzione e addirittura di una replica a una “persona” che non parla la stessa lingua; temo purtroppo che oramai molti/molte la parlino però

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  11. In ogni caso, e non mi riferisco a te, io non paragonerei le prostitute vecchio stampo con queste soggette che, a loro dire, si venderebbero la madre: loro, le vecchio stampo, almeno avevano una dignità e si accontentavano di fare il loro mestiere.

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  12. Non ho visto l’intervista di Terry e neppure ne ho letto il resoconto, sicché non ne conosco tutti i particolari e tutte le implicazioni. Non ho tempo per approfondire e m’interessa pure poco.
    Tuttavia, credo che tutte le scelte individuali, fin tanto che non ledono le libertà altrui, vadano rispettate. Se la signora Terry si guadagna da vivere col sudore delle SUE mutande, quel che fa sono proprio affaracci suoi.
    Il fatto di dire che le altre donne provino invidia, a mio avviso, le serve solo per controbilanciare psicologicamente le molte serate in cui deve giacere col vecchio laido.
    E’ comprensibile: la vita non regala niente a nessuno.
    Avere un bel conto in banca richiede sempre il sacrificio d’un qualche Isacco.

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  13. @Lector
    Concordo con te piu` o meno in tutto.
    Bella la frase “avere un bel conto in banca richiede sempre il sacrificio d’un qualche Isacco”

    Gigi

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  14. @lector

    sei un commentatore intelligente ed elegante, ma permettimi di osservare che non hai colto il punto essenziale

    è vero che le scelte individuali, son scelte individuali ed è poco interessante giudicarle

    ma il vero problema è che a «queste» scelte individuali viene offerta la vetrina di un’intervista in un media importante, il problema è che vengono così proposte come modello di successo

    non esiste nessuna vergogna a sbandierarle, a ostentarle con arroganza, sull’agone pubblico, e molte ragazze, inevitabilmente, ne saranno affascinate

    lo so che parrà moralismo, ma io non mi vergogno delle mie opinioni

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  15. @Diego
    Caro Diego, e` piu` stupido chi ostenta arroganza per riuscire a guadagnare 20000 euro al mese facendo la escort o chi ostenta arroganza per saper calciare bene un pallone e guadagnare 5 milioni l` anno?
    Io tutta questa differenza non la vedo.
    E vedo molti ragazzotti non troppo furbi (secondo me) passare la domenica a guardare la partita)

    Gigi

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  16. @Gigi: forse la differenza sta nel fatto che fare la escort, a quanto ne so io (ma non mi stupirei se prima o poi legiferassero in tal senso), è illegale ad oggi in Italia mentre fare il calciatore no. Al di là di qualsiasi moralismo, vero, finto o supposto.

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  17. per hetschaap:
    mi sa che ne sai male, perchè in Italia fare la escort ( o prostituta, come preferite) non è illegale. Lo è invece lo sfruttare una escort ( o prostituta), o il favorirne l’attività. E’ peraltro illecito tributario il non sottoporre i guadagni dell’attività di prostituta al prelievo fiscale, come ha stabilito qualche commissione tributaria della penisola. Per queste ultime decisioni mi sembra sia tutto fermo al primo grado, sicchè si vedrà in seguito.
    Stai bene; inchino e baciamano alla padrona di casa.
    Ghino la Ganga

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  18. Secondo me quest’intervista è significativa perchè è un bignami dell’ideologia berlusconiana iperliberista. L’idea cioè che tutto sia lecito, che tutto si possa e si debba fare, non importa che sia lecito o illecito, non importa che io lo ritenga moralmente accettabile o meno. Una persona di successo deve essere disposta a vendere qualsiasi cosa: la sua dignità, il suo corpo, il suo intelletto, le sue capacità. Si tratta di uno scambio, di una semplice contrattazione. E se sei bravo, spregiudicato, fortunato tua sarà la vittoria, tuoi saranno i soldi e tuo questo nuovo “prestigio sociale” fatto di circoli che “contano” (non notate una somiglianza con la società descritta da Saviano in Gomorra?). Se perisci in questa gigantesca lotta di sopravvivenza figlia del peggior darwinismo sociale sono cazzi tuoi (sei brutta? stai a casa). Io preferisco essere di sinistra , che come dice sempre l’intervistata significa fare in modo che tutti abbiano “2000 euro al mese” (vi rendete conto che questa crede che quello sia lo stipendio medio!) ovvero che tutti possano vivere dignitosamente anche se sono stupidi, brutti, incapaci o semplicemente sfortunati. Il punto, a mio parere, è che non ci troviamo di fronte a ignoranza, ma ad una visione diversa di come debba funzionare il mondo. E per questo io contesto il sistema di escort e di scalata sociale berlusconiano, non certo perchè una persona non sia libera di fare quello che vuole (vi prego basta con queste argomentazioni, smettiamola di analizzare le cose solo sulla base del legale o illegale).

    Spero di essere stato chiaro non ho molto tempo per rileggere scusate.

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  19. @–>Diego
    “il problema è che vengono così proposte come modello di successo”
    Il giornalista ricerca la solita storia sordida e pruriginosa, perché fa audience, e quale lo è di più di quella d’una escort?
    Il modello è “oggettivamente” di successo e lo dimostra il gran numero di donne (oltre a più di qualche uomo) che vi si dedica a tempo pieno o part time.
    Non è negando l’esistenza d’un problema che lo si risolve, sempre ammesso che si tratti d’un un vero problema e che lo si debba effettivamente risolvere.
    Infine, ci sono mille e una maniera di prostituirsi – non necessariamente vendendo il proprio corpo – e molti lo fanno quotidianamente, magari senza neppure accorgersene.
    Ti ringrazio per gli apprezzamenti, del tutto immeritati.

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  20. per Gigi:
    in realtà lascia la certezza dell’idiozia congenita del nostro paese. Mi spiego meglio. Come forse saprai, pagare una prostituta per un rapporto sessuale equivale ad adempiere a un’obbligazione naturale ( art. 2034 del codice civile), cioè non a un dovere giuridico (poichè nel nostro ordinamento una prestazione sessuale non può essere oggetto di un contratto), bensì a un sentimento spontaneo. E’ come lasciare la mancia al cameriere per la sua gentilezza , o al croupier del casinò dopo la vincita. Fu proprio per quest’ultima categoria, che tanti anni fa emerse il vespaio: tra una mancia e l’altra, i croupier di alcuni casinò italiani ( dipendenti pubblici, tra l’altro, dacchè i casinò sono municipali e/o partecipati da altri enti pubbblici come le regioni) si portavano a casa diversi milioncini di lire extra,esentasse; cosicchè ci fu un florilegio di decisioni di commissioni tributarie sull’assoggettabilità o meno di quel compenso a tassazione. La cosa geniale è che, nei recenti casi di escort finite davanti alle commissioni tributarie di primo grado, le amministrazioni finanziarie si basavano non sul precedente dato dalle sentenze sui croupier, bensì sull’implicito riconoscimento dell’opera di una prostituta quale vera e propria attività lavorativa, sulla quale sarebbe calcolabile ( con una sorta di stravagante studio di settore, vien da dire, basata sulle proprietà immobiliari, automobilistiche, sui conti bancari ) una tassazione: dalle mie parti, un’appariscente ragazza straniera, per tale principio, è stata condannata a versare una cifra di circa 30mila euro per un anno di attività; decisione già impugnata ( a quanto si sa) in secondo grado, e in attesa di decisione.
    In un paese come si deve, si sarebbe aperta la strada per una disciplina nortmativa della materia: riconoscimento definitivo dell’attività di prostituta come lavoro autonomo, obbligo di apertura di partita iva, albo speciale ( artigiano come per le estetiste?) controllo sanitario periodico obbligatorio ( come ad esempio avviene per certe categorie di medici o infermieri), e così via. Invece no. Forse dobbiamo attendere che l’agenzia delle entrate di Bari si occupi di Terry de Nicolò, salvo poi scoprire che risulta nullatenente. Chissà.
    L’Italia è un paese idiota, popolato di ignoranti superstiziosi . E disorganizzati, per giunta. Tienilo sempre presente. Stai bene;
    State bene tutti; inchino e baciamano alla padrona di casa, con tante scuse se mi sono dilungato.
    Ghino La Ganga

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  21. Ok, si tratta di scelte di vita, e fin li mi sta bene. Mi sembra però che gente come la tipa dell’intervista la rivedo leggermente negli utenti Apple: se non hai un Iphone vuol dire che sei invidioso (ed altre amenità del genere).
    Comunque mi ha messo tanta tristezza quella escort …. davvero: mi piacerebbe incontrarla al supermercato fra 10 anni, mentre sceglie la merce in offerta 🙂

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  22. @–>To Mr. La Ganga
    In tutto questo, l’influenza del cattolicesimo è decisiva: se un riscontro fattuale si configura come un’evidente antinomia nella propria rappresentazione della realtà, semplicemente si fa finta che non esista, et voilà, il paradosso è miracolosamente scomparso.
    Regolamentare la prostituzione significherebbe legittimarla, ossia accettarla socialmente e ciò farebbe piangere il Santo Padre. Noi, in Italia, non vogliamo che il papa pianga, vero?

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  23. @—>Thorgen
    Chiaro che prostituirsi rappresenta l’apoteosi del trash, almeno nella nostra società. Mai sentito una (o uno) presentarsi a una cena del Rotary o dei Lions e dire apertamente “Sa, io mi prostituisco.”
    Ma non è sempre stato così. Dall’antichità e fino alle soglie del secolo scorso, spesso la prostituzione (femminile, in questo caso) d’alto bordo veniva associata all’immagine di una donna libera da condizionamenti e costrizioni, erudita, colta, emancipata, capace di stare sullo stesso piano degli uomini e in grado d’influenzarli anche in scelte decisive. Nomi di celebri “escort” della storia sono quelli di Laide, ricordata da Aristofane e Strattide, da Teofilo ed Anassandride; Frine, l’amante di Prassitele; Teodora imperatrice, moglie di Giustistiniano I; Maria dei Teofilatti, detta Maronzia, dominatrice della Roma del X secolo; e, ancora, Veronica Franco, celebre ed influente cortigiana del Rinascimento; la contessa di Castiglione, “madre” dell’unità d’Italia (e qui ogni allusione diviene eccessivamente facile); Jeanne Antoinette Poisson, Marchesa di Pompadour, la donna più potente del XVIII secolo. E sono solo i nomi che per primi mi vengono in mente tra i tanti che la storia ci ha tramandato.

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  24. Non mi sono spiegato, anche se apposta ho scritto: ” “trashendente” : nel senso squisitamente etimologico del termine, beninteso.” :

    Il problema non è certo il prostituirsi, ci mancherebbe, nè – al limite – il vantarsene o l’esibirlo; ma la mentalità spazzatura che sta dietro il dire “le donne belle sognano tutte, in fondo, solo di fare la escort, e quelle brutte…” .

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  25. @Lector
    “Infine, ci sono mille e una maniera di prostituirsi – non necessariamente vendendo il proprio corpo – e molti lo fanno quotidianamente, magari senza neppure accorgersene.”
    Assolutamente d` accordo. Aggiungo che ci sono milioni di persone che magari non si prostituiscono, fanno il loro lavoro ogni giorno, magari onestamente, pero` se ne fregano dei problemi degli altri e si credono a posto e che la cattivona sia (solo) la tipa del video..

    @anskijeghino
    Complimenti per la cultura giuridica!! Non sapevo nulla di tutto questo.
    Non voglio esprimere commenti su “L’Italia è un paese idiota, popolato di ignoranti superstiziosi . E disorganizzati, per giunta.” in quanto (ancora) cittadino italiano e quindi non vorrei darmi la zappa sui piedi..

    @Gianni
    “davvero: mi piacerebbe incontrarla al supermercato fra 10 anni, mentre sceglie la merce in offerta”
    Temo che chi sara` al supermercato a scegliere la merce in offerta non sara` la Signorina (si fa per dire) De Nicolo` ma quelle milioni di casalinghe o lavoratrici del catasto pagate 1300 euro al mese.
    A meno chela signorina del video non si spenda tutti i suoi 20000 euro al mese in vestiti Gucci e champagne..

    @Lector
    “Regolamentare la prostituzione significherebbe legittimarla, ossia accettarla socialmente e ciò farebbe piangere il Santo Padre.”
    E` stato fatto gia` con aborto e divorzio. Non ci vedo niente di diverso qui. Non vedo perche` non si possa fare. Con sanzioni di 50000 euro se una prostituta prova ad evadere. Permetterebbe inoltre di fare un bel po` di cassa e di colmare un po` del nostro debito pubblico. Che sta raggiungendo livelli da paura.

    Gigi

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  26. Ah, mi sono dimenticato di aggiungere all` ultimo (mio) commento

    Con sanzioni di 50000 euro E SEQUESTRO DI TUTTI GLI ABITI DI GUCCI E PRADA se una prostituta prova ad evadere.
    Questo dovrebbe essere uno spauracchio sufficiente.

    Gigi

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  27. @–>Gigi
    Ah, ah, ah …. 😀
    Il sequestro di tutti gli abiti (e inoltre borse, cinture, scarpe, bustine, pashmine, scialli e parafernalia simile) di Gucci, Prada, Vuitton, Fendi, Hermes, Valentino, Gaultier, D&G, sarebbe un deterrente fantastico. Bisognerebbe introdurlo come pena accessoria (infatti, trattasi anche di accessori) in tutte le fattispecie delittuose in cui sia coinvolta una donna.
    LOL!

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  28. @–>Gigi
    L’ho raccontata a una cena alla quale partecipavano parecchi avvocati, uomini e donne, suscitando la generale ilarità (precisando che la battura non era mia).
    Tutti d’accordo che sarebbe un deterrente eccezionale contro la criminalità femminile. Le donne, tuttavia, hanno proposto l’immediato sequestro dell’auto – “inaudita altera parte” – per controbilanciare i conti nei riguardi dell’altro sesso. 😀

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