Scoperte grilline

Nel caldo di Ferragosto Beppe Grillo ha fatto una fenomenale scoperta:

Mentre parli devi continuamente e seriamente valutare se ogni parola che stai per pronunciare può urtare la sensibilità di qualcuno: un gruppo religioso, un’istituzione, una comunità, un’inclinazione sessuale, un’infermità, un popolo.

Eh sì, Beppe. Si chiama educazione.

8 Comments

  1. Non ho letto il contenuto del link, quindi mi limito a quanto vedo citato.

    Se è vero che con le parole si esprimono pensieri, opinioni, evitare di urtare la sensibilità altrui non riguarda strettamente l’educazione (nel senso di buona creanza). È piuttosto una questione di convenienza o, se si preferisce, di diplomazia.
    Va aggiunto che anche alla diplomazia, come per tutte le cose, c’è un limite.

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  2. Molto dipende dall’uso che si intende fare delle proprie parole, in relazione all’interlocutore al quale sono rivolte. Se il sulfureo genovese scaglia la parola «forte», la metafora «grassa», l’aggettivo irriguardoso l’interlocutore non è colui che viene colpito dalle parole/pietre, ma è il pubblico, la platea dei sostenitori ai quali, con sagacia nel ritmo e nella coloritura, si vuole dare in pasto la pietanza verbale, opportunamente speziata.
    Il problema cambia prospettiva laddove si intenda dialogare, interloquire, convincere, ascoltatori non già benevoli, non già «fans», verso i quali la buona educazione è indispensabile, così come una trappola è nascosta dalle frasche. Su questo aspetto il genovese affabulante è un po’ carente, abituato, per mestiere, ad un pubblico simpaticamente (in senso anche viscerale) predisposto.
    Certo, la società odierna, sfilacciata in mille corporativismi, lacerata da tante piccole e grandi invidie trasversali, facilita chi insulta e mette in difficoltà chi è educato. L’educato pare una poesia di Gozzano che debba vedersela con la potenza di un poema omerico. In conclusione? In conclusione probabilmente riagguantare per un orecchio milioni di persone e costringerli a scrivere sul quaderno di bella copia «non devo essere maleducato» è impossibile. Partita persa, dunque.

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  3. Mica tutti sono come Gianluigi Piras, quello di “Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza”. Su di lui neppure un piccolo post?
    Ah gia’ , lui e’ del PD…

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  4. Parafrasando un calciatore di qualche anno fa “sono completamente d’accordo a metà con Beppe Grillo”.
    In astratto ha ragione (il culmine del ridicolo è stato toccato dalla “agibilità politica” di Berlusconi). Nella realtà si dimentica che in questi anni abbiamo assistito anche un una degenerazione del linguaggio opposta (dal primo bossi in poi). Beppe Grillo, con la sua abitudine a rivolgersi agli avversari tramite epiteti ingiuriosi e insulti gratuiti, anche fuori dagli spettacoli di piazza, non rappresenta nulla di nuovo né di migliore.

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