Fenomenologia del complotto misterioso: come inventare un mistero sul web (con l’aiuto dei mass media)

Spesso una si domanda come nascano alcune bislacche teorie complottistiche che si ritrovano in rete e vengono poi ricicciate su Voyager e Mistero. Ieri, per puro caso, passeggiando su Fb, mi è capitato di assistere alla nascita di una di queste storie, e confesso che mi sono sentita un po’ come un astrofisico che per puro caso assista alla nascita di una stella.

Partiamo dall’inizio: su Repubblica cultura esce un articolo di Gino Castaldo intitolato Il Dilemma di Benedetto XVI: la copertina profetica di Urania. Si racconta la trama di un romanzo di fantascienza edito nella collana Mondadori Urania nel 1978 e scritto da Herbie Brennan: un papa in carica, Benedetto XVI, comincia a soffrire di allucinazioni e queste portano a delle “rivelazioni” che potrebbero scatenare lo scoppio di una nuova guerra mondiale, quindi si chiede se di debba dimettere perché non sa se le voci che sente siano semplici deliri o comunicazioni divine.

Castaldo non viene colpito solo dalla trama ma anche dall’illustrazione della copertina, di Karel Thole, in cui effettivamente il papa protagonista assomiglia apparentemente molto a Joseph Ratzinger. Dopo aver fatto notare le incredibili coincidenze, Castaldo continua l’articolo citando il fatto che l’autore del libro avrebbe anche scritto volumi su Nostradamus e sarebbe stato in qualche modo un esperto di esoterismo. Chiude poi dicendo che la coincidenza è tanto strabiliante da poter ipotizzare qualcosa di ancora più stravagante, ovvero che Joseph Ratzinger sia un accanito lettore di fantascienza.

Non me ne voglia Castaldo, ma francamente è difficile proporre una conclusione più logicamente sconclusionata: partendo da una semplice somiglianza con fatti reali successivi si arriva ad ipotizzare che Ratzinger abbia preso spunto dal romanzo per la sua scelta di abdicare? Sarebbe come sostenere che gli scienziati della NASA prendono ispirazione per l’organizzazione delle loro missioni spaziali dal Barone di Munchausen. Ma Castaldo è giustificatissimo: si tratta di un pezzo divertente per una giornata di festa giornalisticamente fiacca: niente di più di una curiosità “strana”, un po’ come quando a tavola con i parenti si disquisisce sul fatto che la prozia Adalgisa è uno stampo e una figura con la buonanima di Liz Taylor.

Sulla rete, però, guai a lasciare idee, soprattutto se bislacche, incustodite. C’è sempre qualcuno che se ne appropria come fossero un tesoro abbandonato. Difatti poco dopo arriva Christian Contini, che sul suo blog scrive un post intitolato Papa Bendetto XVI: Le misteriose previsioni di Herbie Brennan. Il Contini si sente pizzicare da un misterioso “senso del ragno”, per cui, scoperto l’articolo di Castaldo, scrive addirittura a Brennan per segnalargli la coincidenza e soprattutto la copertina, che pare il famoso ritratto sputato di Ratzinger. Brennan, anima gentile, gli risponde pure, dicendo che il fatto è curioso, soprattutto perché lui non conosceva la copertina.

In un universo governato dalla logica la cosa finirebbe qua. Ma non per Contini, il quale, invece, sempre per quel famoso “senso del ragno” (forse il morso di una tarantola radioattiva tipo Spider Man, ma con effetti peggiori), si intestardisce a scavare, perché si sa che siamo tutti storici dopo aver visto due puntate di Voyager. Quindi scopre (!) che Brennan si è interessato di esoterismo e di Cabala. Da qui inizia la ridda di ipotesi: siccome Brennan frequentava circoli in cui giravano anche sedicenti esperti di lettura del pensiero e di remote viewing (un modo molto cool per dire visione del futuro), è evidente che il libro è frutto di questi esperimenti.

Ora, ragioniamo un attimo, e per ragioniamo intendo usiamo proprio le basi spicce della logica e il famoso rasoio di Occam.

Negli anni ’70 uno scrittore americano di fantascienza, Herbie Brennan, che è tentato da circoli alternativi e vive negli anni in cui visioni provocate da LSD e altro sono all’ordine del giorno, nonché il problema della interpretazioni di queste attraverso anche la psicanalisi e la psichiatria, immagina la storia di un papa che ha visioni devastanti e si rivolge ad uno psichiatra per evitare di far scoppiare una guerra in base a rivelazioni che possono essere solo il frutto di una banale malattia mentale. Dovendo dare nome al papa protagonista deve sceglierne uno credibile per un papa e tuttavia non ancora usato. I pontefici più vicini cronologicamente – e quindi anche familiari alle orecchie del pubblico americano non necessariamente cattolico – sono Pio X (1903-1914), Benedetto XV (1914-1922); Pio XI (1922-1939), Giovanni XXIII (1958-1963) e Paolo VI, all’epoca ancora in carica. Escludendo Giovanni XXIII e Paolo VI, che sono vicinissimi a lui e pertanto ancora troppo presenti come personaggi reali nella testa dei possibili lettori, gli resta come nome Pio, che in inglese suona anche abbastanza male, e Benedictus, che invece in inglese è abbordabile e per giunta è il papa che ha regnato durante la Prima Guerra Mondiale, e lui sta descrivendo un papa che rischia di far scoppiare la Terza. Non è difficile ipotizzare quale corto circuito mentale spinga l’autore a scegliere il nome di Benedetto XVI. Non c’è quindi nulla di esoterico in tutto ciò, né di tanto misterioso da far supporre presagi e visioni per mettere assieme trama e scelta del nome del protagonista.

Passiamo alla somiglianza con il reale Papa Ratzinger, che non è neppure marcatissima, dato che, come si vede dalla figura, Ratzinger ha un naso diverso da quello del papa illustrato nella copertina. Il taglio d’occhi magari è simile, ma trattandosi di ritratti di due anziani, che abbiano gli occhi infossati è abbastanza normale. Insomma, la principale somiglianza pare essere nel fatto che entrambi vestono da “papi”. Anche perché lo sono.

La copertina del libro è quella italiana. Visto che ad avere contatti con i circoli esoterici era Brennan e non Karel Thole, l’illustratore autore della copertina, bisognerebbe ipotizzare che Karel Thole pure avesse fatto un esercizio di “remote viewing” per immaginarsi Ratzinger, ma non risulta che Thole si interessasse di esoterismo. Oppure bisognerebbe avere le prove che Thole ha realizzato quella copertina dopo essersi sentito con Brennan e aver avuto da lui istruzioni su come riprodurre la presunta “visione” che Contini ipotizza. Peccato che Brennan abbia scritto a Contini stesso di non aver mai visto prima la copertina italiana.

Si tratta quindi di una coincidenza. Certo, diranno i complottisti più intransigenti, è strano che un libro che parla di un Papa con lo stesso nome di Ratzinger porti una copertina dove pare che ci sia un suo ritratto. Eh, certo. Ma se si guardano le copertine realizzate da Thole in questo periodo e per altri Urania ci si rende conto che molto spesso il disegnatore usava personaggi con tratti somatici molto simili a quelli del presunto Ratzinger, anche per libri che non parlavano di papi. Aveva un’ossessione per Ratzinger, per caso? No, molto più semplicemente Joseph Ratzinger è molto simile, per un puro caso, ai tratti somatici che Thole usa per delineare i suoi personaggi con il suo stile artistico.

Capita che ci siano donne che assomigliano a quelle di Modigliani, ma questo non vuol dire che Modigliani avesse visioni del futuro di donne attualmente viventi con il collo lungo e gli occhi neri. Guardate queste due foto: una è la Dama con l’Ermellino di Leonardo, l’altra è Vittoria Cabello: un caso di reincarnazione?

 

Quindi, riassumendo: non c’è alcun mistero nel libro di Brennan e in tutta la vicenda, se non una serie di coincidenze spiegabili razionalmente. Nonostante tutto ciò sono sicurissima che prima o poi sta storia girerà in rete tantissimo e ce la sentiremo raccontare in qualche puntata di Voyager o di Mistero. Come faccio a saperlo? Ho avuto una visione del futuro, ovviamente.

6 Comments

  1. guarda, io direi che il papa della copertina (quello senza barba) è identico a charles de gaulle… ora non so cosa questo possa significare, ma appena mi faccio una damigiana di vodka potrei fare delle ipotesi
    ho letto ieri il pezzo di castaldo e sto ancora ridendo: secondo me lui ha senz’altro abusato di sostanze psicotrope

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  2. …e se qualcuno si fosse preso la briga di leggere il racconto saprebbe che il dilemma di bXVI non era se dimettersi, ma se attaccare il tiranno (nel racconto il vaticano ha effettivamente le “divisioni del papa”…)

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  3. Com’è che i complottisti non hanno ancora inventato niente sull’episodio del povero ragazzo, abitante in via Giovanni XXIII, morto schiacciato da una croce eretta in onore di Papa Giovanni Paolo II alla vigilia della santificazione dei due papi?
    P.s.nel tuo post a Papa Giovanni manca una decina

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  4. Se scrivi qualcosa di serio e sensato, non ti caga nessuno.
    Se spari cazzate, tutti ti vengono dietro.
    Poiché in Italia – ma non solo – sembra che tutti siano alla spasmodica ricerca di protagonismo a qualsiasi costo, le conseguenze poi son queste.
    Ciascuno ha ciò che si merita. Non lamentiamocene.

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