Innamorarsi

“Tu la devi smettere di innamorati di dei cretini!” Dice Giulia, guardandomi con lo sguardo che sa fare lei, dopo che le ho confidato l’ennesimo disastro amoroso.
E inizia la sua consueta predica da amica del cuore, un po’ zia saggia un po’ sorella maggiore, che elenca le mie molte virtù e gli infiniti motivi per cui dovrei cercare qualcosa di meglio di quelli per cui solitamente perdo la testa, e poi enumera con meticolosa pignoleria tutto ciò di cui dovrei tenere conto per scegliere il fortunato cui donare il cuore, ed il resto.
E io la ascolto, perché so che lo fa per il mio bene, ed ammiro questa sua incrollabile fede nel fatto che si possa programmare di innamorarsi di qualcuno come si programma il decoder per registrare un serial tv, o si possa scegliere un uomo come si sceglie la pizza da ordinare, elencando una serie di caratteristiche e di ingredienti necessari perché ci piaccia, e se non le ha, via, scartarlo subito, o restituirli al fattorino in quanto fallato ed inutilizzabile.
E invece non è così, e Giulia stessa lo sa bene, perché anche lei è donna, e tutti siamo esseri umani, e quindi ci rendiamo conto che la cosa non funziona così.
Ci innamoriamo di chi ci innamoriamo. Per motivi che non sappiamo neanche noi, o che forse sappiamo anche troppo bene. Ci innamoriamo di due labbra imbronciate, di un modo di corrugare le sopracciglia. Ci innamoriamo di cose che vediamo solo noi, e alle volte di cose che nemmeno abbiamo mai visto, ma siamo convintissime, certe che da qualche parte ci siano. Ci innamoriamo di un modo di parlare, di muovere le mani, di profondità intuite o di manifeste cretinaggini, di fascini che percepiamo unicamente noi nell’universo intero, di bellezze dubbie e dubitabilissime, di insulsaggini banali che a noi appaiono, per misteriosi cortocircuiti del nostro io, genialità non comprese. Ci innamoriamo di chi ci fa piangere, di chi ci fa ridere, di chi non ci guarda neppure. Ci innamoriamo degli uomini sbagliati perché in quel momento preciso ci sembrano gli unici giusti, o gli unici possibili, o chissà che. Ci innamoriamo alle volte da sole e per puro bisogno di innamorarci.
Sarebbe così bello se ci fosse un bottone, da qualche parte nella nostra anima, che fosse una specie di on/off. Sarebbe bello bastasse schiacciarlo, decidere se sì o se no, ed attivarlo solo quando la circostanza è giusta e la persona pure. Ma non è così, perché il cuore parte per motivi tutti i suoi e con i tempi che più gli aggradano, e noi non possiamo farci nulla perché non ci ragioni con il cuore, anche perché, se ci si riuscisse a ragionare, sarebbe un cervello.
E magari è questo che ci piace dell’innamorarsi, questo perdere il controllo e non averlo affatto, questo essere in balia di qualcosa che siamo noi, in fondo, ma non ci appartiene; questo sentirsi trascinare fuori dal bozzolo che ci siamo costruiti per essere tranquilli, e probabilmente è per questo che ci sembra, alla lunga, una prigione.
Ci innamoriamo perché abbiamo bisogno di vita. E, come spesso capita, scopriamo poi che anche la vita è nient’altro che un’illusione.

25 Comments

  1. “Ci innamoriamo perché abbiamo bisogno di vita. E, come spesso capita, scopriamo poi che anche la vita è nient’altro che un’illusione.”

    Se fosse veramente così, non vorrei più innamorarmi per il resto dei miei giorni.

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  2. Io sono invece una mosca bianca: non prendo mai in considerazione amori ancorché oossibili senza prevedere difficoltà reali e senza analizzare le controindicazioni ( differenza di classae, di cultura, di educazione, di mentalità e soprattutto problematiche logistiche): forse sono troppo previdente. Masturbazioni mentali? Forse. Io sono sempre quello del “ma poi se….”.

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  3. ciao, l’innamoramento spesso è l’esito di una crisi depressiva… spesso innamorandoci ripetiamo compulsivamente i drammi della nostra infanzia, gli amori impossibili sono il risultato di un’infanzia con pochi affetti, genitori freddi ed egoisti.

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  4. io AMO il tuo blog. E il tuo modo di scrivere che credimi, è molto più che un complimento. Ed è vero siam donne, che sciocche. mi è piaciuto tanto il “ci innamoriamo di fascini che percepiamo solo noi nell’universo intero”. Quanta ragione hai.
    Brava, mi piace, continua così. 🙂

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  5. Io il bottone on/off non l’ho MAI trovato … GRAZIE UNIVERSO INTERO ! Sottoscrivo ogni parola, ogni riga, ogni virgola e anche ogni spazio di questo post. Grazie 🙂

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  6. Da quando mi hanno fatto leggere “Il complesso di Didone” seguo con interesse e spesso con divertimento questo blog; di questo ultimo post però, a rischio di sembrare cinico o scassambrella, mi viene da dire che la Perugina potrebbe usarlo come una miniera di bigliettini da mettere nei Baci.

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  7. Innamorarsi è un esercizio irrazionale. Capita e basta, come hai ben descritto tu.
    Se fosse un esercizio razionale, logicamente correlato alla nostra vita non sarebbe amore.

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  8. Istinto e logica razionale bisticciano tra loro. Una scelta razionale vuol dire meditare e programmare il raggiungimento dell’obiettivo. L’istinto è casuale che da’ origine a comportamenti non preventivabili.
    Innamorarsi è sempre il frutto di scelte istintive. Se programmi razionalmente la conquista di una persona, non potrà mai esserci amore.

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  9. non concordo: l’istinto spinge ogni forma di vita a scelte razionali. Il significato che tu dai al razionalismo è di tipo positivistico, il mio è di tipo naturalistico. L’istinto non è casuale ma frutto dell’evoluzione; inoltre l’istinto da origine a comportamenti statisticamente prevedibili. L’innamoramento è statisticamente prevedibile e non casuale in quanto frutto di molteplici fattori incidenti. L’innamoramento non ha nulla a che fare con l’azione di conquista della persona oggetto dell’amore, quello è il corteggiamento. Se l’innamoramento fosse casuale vedremmo formarsi delle coppie assurde, invece le coppie si formano sulla base di convergenze culturali, estetiche, valoriali, sociali, di censo, di casta, di etnia, di opportunità, di geografia. Le nostre emozioni sono solamente il corollario di tutto ciò e ci consentono di andare oltre la pura razionalità e di mascherarla con la nostra immaginazione. Anche l’immaginazione tuttavia è frutto dell’evoluzione che ci ha consentito l’autocoscienza e la corteccia cerebrale.
    L’innamoramento è un atto volontario e razionale che noi arricchiamo con la nostra immaginazione per ignorarne l’aspetto egoistico frutto del nostro incurabile desiderio di procreazione e di competizione. Se ciò non fosse corretto vorrebbe dire che il subconscio non esiste; mentre invece esso è ciò che guida il 99% delle nostre scelte. Vi assicuro che se il subconscio non fosse spinto dal razionalismo saremmo spacciati. Potremmo decidere di tagliarci la mano per ridurre il consumo di energia del nostro corpo o di non andare più in bagno per non sentire i nostri odori… insomma saremmo perfetti idioti.
    L’irrazionalismo è sinonimo di idiozia… spesso è stato spacciato come forma d’arte o come sentimento… ma si tratta di espedienti commerciali.

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  10. Leggo la tua lunga e dettagliata risposta sulla quale dissento in toto. Credi di essere una persona razionale ma sbagli. Non sei istintivo, agisce mosso dal freddo razionalismo che tutto è riconducibile a scelte razionali. Già il lemma stesso, razionalità, indica che la scelta è il frutto di un ragionamento e questo dice tutto. L’istinto è una scelta priva di logica razionale ma frutto di una scelta istantanea. L’istinto è sempre il frutto di un riflesso condizionato mai ragionato. Tanto per esemplificare di fronte a un ostacolo i nostri riflessi condizionati ci fanno usare il freno per fermarci con un atteggiamento istintivo ma mai razionale, perché non è l’effetto di un ragionamento. E di esempi ne posso portare a iosa.
    L’innamoramento non è mai una scelta ragionata. Una persona ci piace o non ci piace con motivazioni del tutto diverse e sicuramente senza una ragione plausibile, anche se poi vogliamo giustificare i nostri comportamenti a posteriori.
    Porti degli esempi del tutto sconclusionati e assai poco pertinenti.
    Una persona irrazionale è un idiota? Forse ma sicuramente è più genuina di un freddo razionalista che non riuscirà mai a trasmettere al patner calore e amore.

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  11. più che di ragionamento intenderei la razionalità come “logica conseguenziale”. Detto questo la razionalità è un criterio di scelta che si basa sui fatti e sulla valutazione delle conseguenze. In tal senso l’istinto è il risultato biologico della sedimentazione di esperienze basate sui fatti. Tutto è riconducibile all’informazione che passa nel codice genetico. Non c’è nulla di irrazionale in ciò.
    Ciò che non è razionale è quindi al di fuori di questo insieme di fatti ed esperienze. L’irrazionalità è propria dell’umanità autocosciente che può abusare dell’immaginazione avendo una corteccia cerebrale abnorme ed il pollice opponibile.
    Le arti sono contigue all’irrazionale ma posseggono una componente razionale che consente loro di essere comprese dalla collettività.
    Non per nulla il linguaggio è uno strumento razionale, come lo sono la pittura, la scultura, la danza, la musica ecc.
    Tale contiguità rende l’artista un illuminato in quanto la parte immaginativa gli consente di vedere oltre i semplici fatti; ma ciò è molto rischioso; per questo gli artisti sono spesso degli emarginati o dei santoni.
    Le fantasie amorose sono parte di questa realtà immaginaria e l’innamoramento è l’autoinganno che perpetuiamo a nostro danno per spingere noi stessi ad accettare il prossimo e ad accettare la convivenza prolungata e la prole.
    Parte dell’irrazionalità è anche idiozia e disagio mentale fino alla pura patologia psichica. Non v’è nulla di buono nell’irrazionalità salvo per coloro che sono in grado di sublimarne gli effetti nell’opera artistica.
    E’ così che noi possiamo immaginare l’ape come amorosa curatrice delle uova della regina e dolce procuratrice di miele e la formica come laboriosa serva della regina che produce larve in continuazione. Tuttavia questi esseri agiscono in base ad un codice genetico costruito dall’esperienza e dalla prova dei fatti e quindi in base ad una lunga serie di scelte. Noi non facciamo eccezione. Le donne immaginano il loro cavaliere azzurro e gli uomini immaginano la loro cenerentola. Questi sono dettagli. Alla base ci sono le nostre esigenze quotidiane, le nostre paure, i tormenti, il desiderio di non essere soli, la riprovazione sociale, l’appartenenza ad una classe, le idee politiche, gli ideali… nulla di irrazionale… solamente scelte dettate da una ferrea logica conseguenziale…
    Nulla è per caso.

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