Il bello della scuola in Italia

Il bello della scuola Italia è che è una scuola che vive in una nazione creativa ed imprevedibile.

Per esempio, io sono in ferie, adesso, e non so se quando tornerò a scuola dovrò fare 36 o 24 ore di lezione obbligatorie, coprendo le supplenze dei colleghi assenti (e se non ci sono assenti, che si fa? ciondolo per i corridoi guardando i muri?), oppure 18 di lezione più altre 18 facoltative (a fare cosa non si sa): Se le 18 facoltative saranno comprensive di quelle che mi servono per correggere i compiti e le lezioni, ma le dovrò fare a scuola (dove non so, sempre ciondolando nei corridoi, presumo), oppure continuerò a svolgerle a casa come al solito, oppure le 18 richieste saranno ore aggiunte di lezione, e quindi mi ritroverò a correggere i compiti e preparare le lezioni come sempre a casa e per ancora più ore, e presumo lo dovrò fare di notte, a questo punto. Se la scuola sarà aperta fino a giugno, o fino a luglio, anche durante le vacanze di Natale e Pasqua, dalle 8 alle 14 come abbiamo votato l’anno scorso nel mio istituto o fino alle 22. Se, aumentando l’orario, sarò pagata di più o no e avrò il servizio mensa o i buoni pasto, se rinnoveranno finalmente il contratto bloccato da 7 anni, se avrò gli scatti di anzianità, se gli eventuali bonus mi saranno dati solo se il Preside decide che gli sto simpatica, o solo se accetto di fare un monte ore in più, o solo se accetto di fare la vicepreside o la vicaria (e comunque in questo caso, di vicepresidi e di vicarie ce ne possono essere al massimo una per scuola, quindi gli altri insegnanti boh).

In una nazione meno creativa ed imprevedibile queste cose me le dovrebbe chiarire in maniera ufficiale il Ministro dell’Istruzione, oppure il suo Sottosegretario che da giorni parla in tv e sui giornali. Ma siccome siamo una nazione creativa ed imprevedibile, questo non succede. Forse non perché il Ministro e il sottosegretario sono creativi e imprevedibili, però. L’impressione è che, in realtà, cosa vogliono e cosa propongano, di preciso non lo sappiano neanche loro.

11 Comments

  1. Si potrebbe aggiungere che in alcune scuole non sai nemmeno in quali classi insegnerai, al tuo ritorno dalle ferie! Come nella mia, in cui l’incarico annuale dei docenti è sottomesso alle necessità dell’orario …

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  2. Come tuo ex collega, prima che mi seccassi al punto di licenziarmi e cambiare nazione, posso dire che qualsiasi governo italiano degli ultimi vent’ anni quando è a corto di idee se la prende con gli insegnanti “che non fanno niente e hanno tre mesi di vacanza”. Da buon democristo, Renzi non fá eccezione alla regola.

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  3. dai , non prendertela , lo fanno per tenerti viva , legata a ciò che ami fare !!!! mettila così diversamente non ne esci fuori ! un abbraccio e coraggio ! tu scrivi , scrivi che mi piaci da morire !

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  4. Impressione che ho avuto anche io… e non solo riguardo al ministero dell’istruzione. D’altra parte ogni estate è così: il ministero dell’istruzione si lancia in mirabolanti promesse, progetti, minacce. Poi a settembre tutto riparte – più o meno – come prima, giusto un po’ peggio.

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  5. ” L’impressione è che, in realtà, cosa vogliono e cosa propongano, di preciso non lo sappiano neanche loro.

    L’impressione è corretta e non vale solo per il mondo della scuola.
    In questo paese si naviga a vista su tutti i settori, siano essi gestiti dall’operatore pubblico che dai privati.
    Il verbo “programmare”, in Italia, provoca immediatamente un torcolo alle budella.
    Così come la parola “pianificazione strategica”.
    Non stupiamoci, poi, se i capitali stranieri preferiscono altri lidi.
    Non è questione di tasse, né di contributi e neanche di maggior costo del lavoro.
    E’ soprattutto perché mancano politiche programmatiche chiare e coerenti.
    Infatti, questo è il paese delle legislazioni retroattive, delle norme che vengono variate quattro volte in quattro mesi, del ministero alfa che con una propria circolare contraddice quello che ha appena affermato con altra circolare il ministero beta, di una sezione della Cassazione che per far dispetto all’altra pronuncia una sentenza che statuisce l’esatto contrario di quella appena pronunciata dalla dirimpettaia.
    E’ il paese dove la Guardia di Finanza, per ragioni di budget, può farti un verbale da quaranta milioni di euro che poi diventeranno poche decine di migliaia in sede di accertamento con adesione o di contenzioso tributario.
    Tanto, in Italia, nessuno è mai responsabile di nulla. Né di aver ucciso un paziente per negligenza, né di aver distrutto un’azienda sana solo per far bella figura con i superiori o per creare la situazione giusta per estorcere bustarelle.
    Sì, perché nell’immaginario mondiale, il nostro è e resterà sempre il paese dove con una bustarella si può aggiustare tutto. Come forse pensava anche Amanda Knox.
    E noi italiani, finora, non abbiamo ancora fatto nulla che possa smentire questo luogo comune.

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  6. hai ragione lector, ma finchè comunque, nel caos totale, il 27 la paga arriva lo stesso, nessuno ha voglia di fare sul serio

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  7. Sempre d’estate lanciano queste proposte, quando i sindacati dormono e la maggior parte di noi è esausta dalla conclusione dell’anno scol.
    Lo fanno di proposito….. aspettiamoci di tutto

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