La Storia che non serve a nulla

Prima o poi te lo chiedono. E mica solo gli alunni, eh. Anche gli adulti, quelli che dovrebbero saperlo. E invece niente, prima o poi te la devono fare quella domanda. Che poi negli adulti non è manco una domanda, è una affermazione mascherata, perché il ragazzo e il bambino sono ancora aperti al mondo, l’adulto no, è già pieno di granitiche certezze, specie quando sono sbagliate. Così te lo chiedono: ma la Storia a che cosa serve?

Già, a che cosa serve studiare tutte quelle date e quelle guerre e quelle invasioni, insomma quella sequela di sfighe e di morti che ormai sono passato, e quindi non tornano più? E via, ti spiegano che sarebbe meglio passare le ore a imparare cose più utili, e più spendibili nel mondo del lavoro, tipo l’inglese, o il russo, o l’arte di montare le candele nel motore o di impiattare l’arrosto, o il vattelappesca di moda in quel momento, perché siamo un popolo che se viene di moda impiattare l’arrosto o disporre i mobili in salotto secondo qualche bizzarra teoria orientale pare che tutti debbano saper fare solo quella roba là.

E tu, che Storia la insegni, e l’hai studiata, e poi per giunta hai pure studiato Storia antica, quindi quella che reputano più inutile di tutti, per prima cosa devi contare fino a dieci per non sbottare in un insulto, e poi devi trovare la voglia – e ce ne vuole tanta – per rispondere invece civilmente a questi idioti che la Storia, ecco, la Storia non è quella roba che pensano loro. La Storia non è una cosa passata, a dire il vero è l’unica materia davvero attuale, che ti serve per il presente, e probabilmente getta la basi per il futuro.

E spieghi, quando hai voglia e non cedi al sacrosanto insulto, che la Storia non è una sequela di battaglie e di sfighe, no. È una cosa che serve a capire le dinamiche umane, e come l’umanità si è mossa e sviluppata nei secoli. Trovandosi spesso di fronte agli stessi problemi e cercando soluzioni per risolverli. E così li prendi per mano e li porti nel Medioriente travagliato, e gli spieghi che le ragioni dei conflitti attuali sono nate centinaia se non migliaia di anni fa, spieghi i movimenti di popoli e le secolari lotte per quella terra, che si trascinano dai tempi di Sansone e dei Filistei e passano per Ebrei, Arabi, Crociati, Turchi, Inglesi. Gli spieghi che la Storia serve a capire che quando parliamo di mondo “arabo” in realtà parliamo di un universo complesso ed affascinante in cui per altro gli Arabi sono solo una parte della popolazione, perché prova a dire ad un Persiano che è Arabo, o ad un Turco, o ad un Curdo che è Turco, e poi sappimi dire. Gli spieghi che gli immigrati non sono un problema moderno, ma antichissimo, perché i barbari dentro all’impero romano erano immigrati, e i Leghisti dovrebbero tenerlo a mente che i Celti ed i Longobardi che presentano come antenati all’epoca dei Romani antichi erano come gli extracomunitari, e arrivavano con le pezze al sedere chiedendo asilo. Gli spieghi che la burocrazia e le tasse sono sempre esistiti, e gli imperi in salute erano tali proprio perché avevano un ceto di burocrati silenziosi e parecchio odiati che però erano necessari a tenere in piedi la baracca, e lo facevano ovunque, nell’antico impero persiano achemenide, nel romano, in quello cinese: perché se è il condottiero che conquista la terra è il burocrate che la governa e la organizza. Spieghi che gli Americani oggi in Iraq hanno gli stessi problemi dei principi dei regni Cristiani di Gerusalemme e dintorni, e no, non è un problema di religione, ma di territori. Che le tecniche di guerriglia terroristica che adesso usa l’ISIS erano quelle che dovettero affrontare e combattere, sempre da quelle parti, i Bizantini. Spieghi che le democrazie, dal tempi di Pericle, sono ideologicamente belle ma spesso hanno il problema di far quadrare i bilanci ed i conti. Spieghi che la gente se sta bene produce, e se è sfruttata scappa e fa collassare gli Stati, e vale per l’antico impero romano e per l’Italia di oggi.

Spieghi. Consapevole che probabilmente non servirà a nulla perché la Storia anche questo ti insegna: che tanto non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e ignorante peggiore di chi è contento della sua ignoranza.

15 Comments

  1. Davvero un bell’articolo, che condivido appieno. Gli antichi latini avevano una frase magistrale per spiegare nella sintesi estrema il ruolo della storia nella cultura. E la mia grande paura è che il mondo occidentale di oggi si avvierà presto ad ispirarsi alla storia per trovare la strada per uscire dalla crisi profonda che stiamo vivendo.
    Ho per fortuna anche una convinzione-speranza. Il mondo di oggi vive una vergenza storica. Per la prima volta nella storia dell’umanità, da pochi anni a questa parte, le menti delle persone sono collegate virtualmente. E ho il sospetto che, nel tempo, questo evento innovativo, potrebbe modificare profondamente anche le dinamiche stesse della storia.

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  2. Puoi spiegare anche che l’umanità può essere vista come un’unica, vasta e secolare persone…e che ad ogni persona interessa sapere com’era da bambino e poi da ragazzo e così via…ma se non hanno capito tutte le tue bellissime spiegazioni, dubito che capiranno questa 🙂 di tutte le battaglie storiche, la più ardua è quella combattuta contro gli ignoranti che si domandano a cosa serve la storia 🙂

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  3. La storia non è che serve, è qualcosa di importante di per sè. In effetti è il problema generale del a che serve la cultura umanistica? che senti ripetere a ogni piè sospinto. Il sapere è un valore umano che fonda l’umano. Io credo che il problema nasce dall’abbandono dell’amore per la cultura da parte dei ceti emergenti. Bene o male la borghesia aveva un certo culto per le belle lettere e anche gli intellettuali marxisti avevano lo stesso culto, ritenendo che la nuova classe egemone futura dovesse comunque possedere quegli strumenti. Ci sono belle pagine di gramsci al riguardo. Nella mia parrocchia un vecchio sacrestano (concludo con questo divertente aneddoto) era scandalizzato dal fatto che il nuovo giovane parroco fosse sì un bravo ragazzo, ma fosse come studi un ragioniere. «Un prete che non sa il latino è come un bagnino che non sa nuotare» diceva. È solo questione di tempo: la storia antica, il latino, il greco, fra trent’anni saranno sostituiti da delle strane pratiche psicoinclusive, curative, che chiameranno «scuola».

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  4. Medievista a rapporto. Lotto con quella domanda e anch’io, quando trovo la voglia, do più o meno la stessa risposta ogni giorno.
    Negli anni ho notato che dove chi la storia l’ha amata e studiata percepisce questo momento storico come un tassello in un grande, grande mosaico, gli altri, quelli che chiedono la storia a cosa serve, sono persone a cui l’idea del tassello non piace… sono persone a cui piace credere di vivere in un mondo nuovo, diverso, senza precedenti, un mondo in cui si decide ora cosa è giusto e cosa è sbagliato senza guardarsi indietro, senza remore, senza critiche.
    Sono le persone che non vogliono sentirsi dire che l’immigrazione è un fenomeno del tutto normale, presente da quando è presente l’uomo. Sono le persone a cui non importa se mezzo mondo è in guerra perché tanto una guerra che ci coinvolga in prima persona non scoppierà più, come se fossero i primi ad averlo pensato e a essere stati smentiti.
    La storia è un grosso bagaglio di cause e conseguenze, di uomini ammirabili e colpe tremende, potrebbe essere un ottimo libretto di istruzioni, ma è un libretto di istruzioni che porta con se una consapevolezza, un etica, un impegno e una limitazione all’ambizione dell’uomo per cui molti non vogliono farsene carico.
    …ma tu continua a spiegarlo, se anche solo uno dovesse ascoltare, ne sarà valsa la pena 😉

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  5. anch’io credo che conoscere la storia serva a sapere innanzitutto a sapere cosa succede, a cercare di capire perché succede quel che succede
    e magari anche a cercare di non far succedere qualcosa di quel che succede
    però non esiste “la” storia, esitono storie diverse e diversissimi punti di vista
    molti di questi sono trascurati nell’insegnamento scolastico, ma questa trascuratezza potrebbe anche non essere più tale (è un po’ che sono uscito da scuola)
    faccio un esempio: da ragazzino ho studiato storia dell’arte (mi piaceva assai come materia) sui libri di argan, ma ho cominciato a capirla davvero solo dopo aver letto “storia sociale dell’arte” di hauser. era semplicemente un diverso punto di vista che non avrei mai capito senza aver già studiato, ma che mi ha aperto un mondo, semplicemente cambiando prospettiva
    insomma mi ha insegnato molto, anche se non è detto che io abbia imparato altrettanto
    quindi sì, la storia serve per vivere meglio

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  6. Io non insegno ma studio con mia figlia e questa domanda la fa spesso ma per le materie più diverse, anche per la matematica. Lei come credo i suoi coetanei preadolescenti, hanno già una sufficiente conoscenza del mondo e credono che questo già basti per vivere questo mondo. Pensano che le fondamenta di qualunque conoscenza non servano, perchè vivono in orizzontale nel presente dove per muoversi non serve capire come risolvere il teorema di pitagora ma serve saperlo usare, nel migliore dei casi. Più che la conoscenza si cerca il manuale d’uso, se vogliono sapere le origini del conflitto israelo-palestinese o della mafia in Sicilia, non si scava nella storia ma si cerca qualcuno che ti dia un sommario per poi passare oltre ad un altra informazione che nel frattempos i è sovrapposta alla precedente.

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  7. La insegnassero veramente così, quanto sarebbe bello. E utile!

    Ma tuttora vedo studenti prendere 5 in storia, non perché non abbiano capito le sofisticate dinamiche sociali dietro un evento storico, ma perché non si ricordano la lista delle colonie portoghesi in Africa, o la data del trattato di vattelapesca.

    Quando la insegnano come 90% di nozionismo e 10% di cultura, la ritengo inutile pure io.

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  8. Il problema è che a scuola la storia viene insegnata male, come una serie di dati scorrelati da imparare a memoria senza alcuna elaborazione critica. Se vuoi rendere la storia interessante da seguire lo puoi fare: http://horrible-histories.co.uk/ ma anche per dire le trasmissioni di Alberto Angela possono rendere interessanti le materie storiche.

    Le stesse cose possono succedere con qualunque materia studiata a scuola, se viene trasformata nel dovere imparare a memoria cose inutili e scollegate fra di loro. Vogliamo parlare ad esempio di come vengono trattai i Promessi Sposi e la Divina Commendia nella scuola superire tipica?

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  9. Storia (ma anche geografia) sono strumenti obsoleti per chi non ha capito nulla di storia (o geografia9. Rettifico, Hanno capito tutto ma sarebbe pericoloso leggere la storia (o geografia) esattamente come l’hai spiegata nel post. Qualcuno potrebbe cominciare a riflettere che il cervello sta diventando pappa a forza di pensare a Facebook e ditirni e cancellare il resto.

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  10. Se penso ai docenti e professori che ho amato alle medie e al liceo la conclusione è sempre quella. Quelli di storia. La storia non è solo una serie di nozioni da sapere, ma un insieme di intriganti pezzi di puzzle. E quando ne trovi uno corrispondente la vita è tutta un’altra cosa. Ma forse la risposta a questa domanda (agli adulti) dovrebbe essere: ma tu a cosa servi?

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  11. La maggior parte degli insegnanti di storia nelle scuole medie inferiori, nel biennio delle superiori e negli istituti tecnici, sono per lo più laureati in lettere che insegnano contemporaneamente più discipline. E’ ovvio che una insegnante di lettere dia maggior spazio alla sua disciplina che non alla storia o alla geografia e credo che sia giusto così: meglio un buon insegnante di lettere che un pessimo insegnante di storia; ed è altrettanto ovvio che nella maggior parte dei casi, la storia è trattata come una materia nozionistica, un insieme di fatti privi di razionalità e di “astuzia della ragione”; ed è ovvio, infine, che gli studenti la interpretano mnemonicamente come una sequenza di fatti privi di relazione che devono essere collegati meccanicamente. Certo, c’è sempre lo studente che si appassiona autonomamente alla disciplina, si diceva che il giovane Rosario Romeo prendesse al Regio Ginnasio 10 in storia, benché avesse avuto una insegnante severissima di italiano, latino, greco, storia e geografia. Ancora oggi il nostro sistema scolastico è composto da insegnanti tuttologi costretti ad insegnare discipline che non appartengono alla loro specializzazione perché danno priorità alle loro piuttosto che alle altre. per questo motivo l’insegnamento della disciplina, se si eccettuano rari casi, non è fatto nel migliore dei modi.

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  12. La storia andrebbe studiata senza ideologia.
    Purtroppo la maniera in cui viene insegnata a scuola, vorrei dire in tutte le scuole del mondo probabilmente, e` piu` nociva che altro
    Premetto che mi sono diplomato (licenziato?) al Liceo Scientifico con 60 su 60 nel lontano 90 e qualcosa portando proprio storia alla maturita`.
    20 anni e passa piu` tardi mi sono accorto che non avevo capito nulla della storia
    Sapevo a memoria le date delle battaglie di Poitiers e di Stalingrado, conoscevo i nomi degli imperatori romani, ma non avevo capito (quasi) nulla di quello che era successo e quello che succedeva intorno a me
    Ora dopo tanti anni ho raggiunto una mia opinione e consapevolezza ma non grazie a quello che ho studiato al liceo, ma grazie a mie letture serali, a discussioni sui forums e altro
    E soprattutto a internet
    La storia viene insegnata e studiata anche nella Corea del Nord, non e` se si studia o no l` importante, e` come la si studia e a mio avviso la Storia in qualsiasi scuola viene insegnata male, cioe` ideologicamente

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  13. Il fatto stesso che facciano questa domanda dimostra la lunga scia dello scientismo positivista e la domanda stessa dimostra l’esistenza della storia di lunga durata. Cioè, chi si chiede a cosa serve la storia e tante materie umanistiche non fa altro che replicare un pregiudizio scientista, secondo cui la scienza da sola permette di comprendere tutta la realtà. Se lo fanno ancora oggi pensano come un uomo di fine ‘800. Il che mi fa pensare che la storia moderna del pensiero va molto più lenta degli avvenimenti storici.
    Per me, la storia è ricordarsi sempre che siamo nani seduti sulle spalle dei giganti.

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