Il cretino maschilista

Il cretino maschilista in generale può essere difficile da individuare, perché si avvantaggia di un pregiudizio. Tutti pensano che il suo problema sia essere maschilista, invece il punto dolens è che è un cretino.

Il maschilista duro e puro non è certo un genio, ma almeno ha il sano pregio di essere dichiarato e consapevole. E’ un tizio onestamente convinto dei suoi pregiudizi, che si condensano in ragionamenti arcaici tipo:”Donne a casa o la civiltà verrà distrutta!”. Per lui il maschilismo è quello che per Salvini è la ruspa. E di fatto spesso vota anche Salvini, ma vabbe’. Cercare di argomentare logicamente con un maschilista duro e puro è inutile, è come cercare di spiegare il teorema di Pitagora ad una tavola da stiro. Però almeno lo riconosci subito e alè.

Il cretino maschilista, invece, apparentemente è una persona compita ed educata. Con le donne, anzi, è educatissimo, al limite della deferenza. E’ tutto un proclamare che le donne sono intelligenti, anzi, per carità, sono persino più intelligenti degli uomini, che se la società fosse data da gestire a loro, signora mia, la vita sarebbe un paradiso. Quando parla con una donna si profonde in complimenti, e non evoca mai ruspe: il cretino maschilista, nelle conversazioni, porge rose.

Il problema è che le suddette rose le porge, in continuazione, con la paternalistica condiscendenza che si usa con gli svantaggiati. Il cretino maschilista, infatti, è sempre convintissimo in quanto uomo di sapere benissimo come vada il mondo, e quindi di poterlo spiegare a te, che sei donna. Di solito ha sempre una sua teoria su come siano le donne, o su come dovrebbero essere. Una teoria che le descrive come esseri meravigliosi e pieni di qualità, ma, se si va a grattare, di qualità di rango inferiore. Le donne, secondo lui, sono “materne”, sono pronte ad accogliere e perdonare, remissive, comprensive, laboriose, non hanno ambizioni assurde tipo realizzarsi o far carriera. Sono intelligenti, ma di una intelligenza molto peculiare e femminile, che è quella che consente loro di essere sempre delle efficienti madri di famiglia anche quando sono primari di neurochirurgia. Perché la cosa che rende il cretino maschilista infido da combattere è questa: che lui ammette e concede che una donna diventi primario di neurochirrigia. Però è intimamente e silenziosamente convinto che la primaria di neurochirurgia, per essere davvero donna, debba essere anche materna e remissiva, altrimenti non è una donna, ma una virago poco femminile.

Il cretino maschilista, per esempio, non fa fatica ad ammettere che ci possano essere donne che arrivano ai vertici della carriera. Però quando lo fanno lascia intendere che ci riescano perché sono donne che fanno eccezione al loro sesso. E’ quello che quando loda qualcuna di queste donne qui, se ne esce con un “Ragiona come un uomo!”, sinceramente convinto  che per una donna fare la scienziata o la dirigente d’azienda significhi possedere doti che non fanno parte del bagaglio naturale del suo sesso. Se laureato in filosofia, discetterà con dovizia di termini sul fatto che stranamente alcune donne riescano ad essere razionali come uomini e interessarsi di problemi universali, lasciando intendere che di norma le donne al massimo possono capire come si programma la lavatrice per il bucato.

Il cretino maschilista di solito è educatissimo e gentilissimo nella vita. Apre le porte, fa passare prima le signore, non interrompe. E’ rarissimo che baruffi con una donna, perché la baruffa implica sempre almeno che i due si sentano sullo stesso piano, mentre lui, sotto sotto, non si sente mai sullo stesso piano di una donna: la tratta con educazione perché comunque ciò comprova ancora una volta la sua superiorità.

Per farlo veramente sbroccare, e di brutto, bisogna che incocci un particolare tipo di donna, che non solo, di solito, è molto più intelligente di lui ( e diciamolo, non ci vuole neanche molto), ma soprattutto che lo tratta da pari a pari davvero, cioè che non gli concede quei privilegi che normalmente, per educazione, noi donne concediamo agli uomini. Ovvero, in pratica, invece di stare zitta o sorridere educatamente come hanno insegnato a noi signorine a fare quando qualcuno dice uno sfondone, gli risponde per le rime, smontandogli logicamente e in genere in due battute tutta la sua impalcatura di pregiudizi.

Spesso basta pochissimo, un accenno. Per esempio, quando lui comincia a sdottorare lodando la sua visione delle doti “femminili” la donna lo guarda e gli dice “Ma davvero?” oppure “Spiegami un po’ meglio che non ho capito… perché questa cosa qua sarebbe femminile e non maschile?”. A questa blanda richiesta il cretino maschilista va in crisi patocca, perché improvvisamente si trova davanti al suo vuoto mentale. In un attimo, pur essendo cretino, avverte che la tizia gli ha sgretolato tutte le sue certezze e lui è nudo e per giunta anche messo a ko.

Alle volte non serve neppure che la donna dica nulla: il cretino maschilista, che ha sempre lodato l’idea che le donne facciano carriera e detto che le donne sono più intelligenti e preparate degli uomini e loro meriti andrebbero riconosciuti di più, in genere crolla come un castello di carte non appena una donna viene scelta al posto suo sul lavoro per ricoprire un ruolo che voleva lui, o ottiene la promozione che lui bramava. O ancora più terra terra, la signora che corteggiava preferisce un altro e non gliela dà.

Non appena uno di questi tre casi si verifica, il cretino maschilista si manifesta per ciò che è nella sua più intima essenza: un cretino.

Sentendosi colpito da tremenda ingiustizia perché una donna  – una donna, capite?- si permette di rispondergli davvero alla pari oppure di soffiargli il riconoscimento sociale che in quanto maschio gli spetta, o non cadere ai suoi piedi onorata del suo interesse, comincia una serie di recriminazioni indegne della peggior donnetta di paese. La sventurata che incorre nelle sue ire viene immediatamente dipinta come una virago, una zitella acida, o, se piacente, come una zoccola. Spesso anche le tre cose assieme, visto che il cretino maschilista non ha gran dimestichezza con la legge di non contraddizione.

Mette in campo a quel punto tutti i difetti che in genere sono sempre stati additati, da lui per primo, come “femmiili” per antonomasia: la denigrazione fine a se stessa, l’uso dell’insinuazione e del pettegolezzo, la cattiveria gratuita. Non è raro che alla fine appioppi alla malcapitata la peggior offesa che la sua mente di ometto cretino possa concepire: quella di essere “femminista”. Che in Italia, si sa, è una specie di condanna che trasforma la tizia in una specie di paria.

Fortunamente sono cose che capitano raramente, perché, sempre in Italia, il cretino maschilista può contare, va detto, su legioni di donne che trovano i suoi insulti complimenti. Hanno un bisogno di approvazione ed una autostima così bassa che se il cretino dice loro che sono intelligenti benché donne perché rappresentano una eccezione alle caratteristiche del loro sesso loro, le donne, ridono beate e si pavoneggiano, invece di mandarlo a stendere.

Ma questo perché il cretino maschilista è una categoria dello spirito che prescinde dal sesso, e dunque i cretini maschilisti sono spesso anche donne, eh.

17 Comments

  1. hehehe, bravissima: mi ha fatto ridere e sorridere l’articolo – e molti dei miei amici rientrano a pieno titolo nella definizione.

    Io sinceramente non mi sono rivisto quasi per nulla: ho delle sacche di maschilismo, ma sono contenute e cerco di tenerle sotto controllo, Ma forse il problema di mancata identificazione non è nella misura di maschilismo, ma nel fatto che forse non sono un cretino esplicito.
    Sono infatti un cretino implicito.

    E comunque ok parità, ok femminismo, ma il non darmela esula da tutte queste ideologie: è un peccato gravissimo di una religione che ho fondato io e che prelude alla fine del mondo e provoca il collasso dell’universo su se stesso, e quindi anche la sospensione dell’assunto di non contraddizione, ma questo però vale solo per me: i cretini maschilisti non sono egualmente giustificati 😉

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  2. Cara G. , allora l’idea che “se le donne comandassero ci sarebbe meno (a scelta: guerra, oppressione, ingiustizia)” è un esempio principe di maschilismo cretino. Non posso che concordare.

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  3. Splendido.
    @gmoe: ebbene sì: Thatcher era una donna, Rice lo è tuttora.
    Anche Elsabetta I era una donna, e in effetti non faceva guerre perché le trovava inutilmente dispendiose – e questo, a mio personale avviso, dipende dal fatto che oltre a essere una donna era anche intelligente – le due cose, ahimé, non vanno necessariamente in coppia (come basto benissimo da sola a dimostrare).
    E pure Binetti e Magli sono donne, anche se in tante cerchiamo di rimuovere questa amara verità.

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  4. un post molto bello, che richiederebbe una riflessione anche articolata, ma non credo che la mia opinione sia rilevante e degna di lettura

    la mia opinione è che sussistono due piani

    un piano del ragionamento corretto, dove sta scritto che ovviamente non si giudica un ingegnere, un musicista, uno scrittore, un idraulico, un pizzaiolo o un filosofo tenendo conto del suo sesso biologico

    e un piano più profondo, parzialmente inconscio, dove la potenza delle proprie emozioni primordiali (sia in senso ontogenetico che filogenetico), vorrei osservare ad esempio che noi maschi viviamo un rapporto intensissimo di vita inscissa con una persona dell’altro sesso durante la vita uterina e durante i primi mesi di vita, e a questo proposito ci sarebbe molto da scrivere sulla voce che ascoltiamo per prima e in questa totale intimità, ed è una femminea voce

    rimando ad un bellissimo testo di recalcati, «le mani della madre» uscito di recente e sarà oggetto della conferenza a sarzana al festival, consiglio di leggerlo

    poi c’è la storia personale, chi ha perso la mamma molto presto, era giovanissima e infinitamente bella per me, non puo’ non esserne segnato

    comunque, galatea carissima, mi scuso per la lunghezza, immagino che nessuno legga le risposte lunghe, io per te non sono certo una lettura interessante, ma se mi hai letto e sei arrivata a questa riga, allora, grazie

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  5. per capire l’animo umano fino in fondo bisogna condividerne un po’ i difetti, altrimenti sei come uno che conosce bene la storia del calcio ma non hai mai giocato una partita sul campo

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  6. Maschi o Femmine, femmine o maschi
    Masfe o Femschi
    maschi cretini sono coloro che cercano le differenze ed esprimono giudizi, femmine cretine sono coloro che cercano le differenze ed esprimono giudizi.
    Specie animale, razza umana sesso maschile e sesso femminile.

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  7. Apprezzabile articolo che sferza il fenomeno del politically correct, di cui il maschilista cretino (cioè, politicamente corretto) è solo una variante.

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  8. Fenomenale l’incipit.

    Esulando in parte dal tema dell’articolo, a me ha sempre infastidito la dicotomia femminile/virile, al di fuori dell’anatomia secondo me non ha proprio senso. Potessi cancellare una parola dal vocabolario, sarebbe “virile”.

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  9. Le differenze non sono cretine, sono doni che arricchiscono. Il problema è credere di sapere quali siano, dividerle per genere, classe o etnia, e stabilirlo una volta per tutte, pretendendo di aver ragione.

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