La storia è come Star Trek

Avete presente il Capitano Kirk? Quello data-astrale-unnumeroacaso, velocità di curvatura, bring me up Scotty mentre Spock lo guarda con aria sempre leggermente schifata?

Ammettiamolo: da bambini tutti avremmo voluto far parte dell’equipaggio dell’Enterprise. Eccheccavolo. Questi erano sempre in giro per la galassia, e ogni pianeta che incrociavano un mondo nuovo da scoprire. C’erano le civiltà diverse, alieni strampalati, Kirk che di solito seduceva l’extraterrestre più caruccia, mentre Spock raccoglieva dati su qualcosa e dava ottimi suggerimenti razionali che i suoi compagni umani prontamente disattendevano ficcandosi nei guai.

Naturalmente io ero una grandissima fan di Star Trek. Non me ne perdevo una puntata. Sono cose che ti segnano nel profondo. Non capisci quanto, fino a che un pomeriggio non ti trovi, come al solito, a studiare i tuoi saggi storici. E, a dire il vero, tu staresti facendo ricerche sull’epoca di Giustiniano, e sei a Bisanzio, nel 518 d.C. Solo che, com’è come non è, improvvisamente segui una traccia, svolti, da qualche parte echeggia nella tua testa una cosa che non è “Velocità di curvatura!”, ma l’effetto è lo stesso. Perché, un attimo dopo, volti una pagina e sei ad Alessandria d’Egitto, a interessarti della descrizione di Filone di un monastero di Terapeuti (che erano monaci ebrei del V secolo, che cantavano, meditavano e usavano massaggiarsi con l’olio per trovare la pace interiore, il che li fa sembrare più che altro una comune radical chic un po’ new age). E poi volti un’altra pagina, sempre seguendo la stessa traccia, e sei ad Antiochia, dove i Calcedoniani stanno cacciando il patriarca monofisita Severo. E non giri l’altra pagina, perché lo sai che se lo fai, ti sposterai a Ravenna, alla corte del Goto Teodorico.

E lì, capisci, capisci finalmente. Che tu non hai fatto lo storico per chissà che spinta intellettuale. No, tu lo hai fatto perché, da bambino, guardavi Star Trek. E quella cosa di incontrare ogni volta nuovi mondi, e popoli diversi dagli usi strampalati e affascinanti, e spostarti nel giro di pochi secondi da un posto all’altro e da una civiltà all’altra, lo hai imparato là.

Hai fatto lo storico perché volevi essere il capitano Kirk.

Anzi, no, siamo precisi: perché volevi essere Spock: spostarti, raccogliere dati, analizzare tutto. E guardare Kirk con quello sguardo di distaccata superiorità che si merita.

10 Comments

  1. Cara Galatea, scusa la pedanteria da maestrino dalla penna rossa, ma sembrerebbe che la formula idiomatica adottata dal Capitano Kirk e accettata dai fans della serie per risalire sull’Enterprise sia >em>”Beam up Scotty”, non Bring Me Up Scotty”.

    Anche su questa versione si è scatenato un putiferio perché sembrerebbe che questa frase non sia stata realmente pronunciata e che vi siano alcune divertenti varianti apparsi nella serie originale, tipo: ” Scotty, beam us up, fast!” per passare al Beam us up o al Beam me up

    Se volete divertirvi, leggete questo link….

    http://www.todayifoundout.com/index.php/2013/10/beam-scotty-never-said-original-star-trek/

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  2. Come te non mi perdevo una puntata. Solo che io non volevo esser come Spock. Lo volevo sposare…. e da questo come te eoni dopo ho capito un sacco di cose della mia vita 😀

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  3. Diamine credo di essere una mosca bianca. Star Trek e la mitica Enterprise ne ho sentito solo parlare vagamente, quindi ne ignoro tutto. Vicende e personaggi. Eppure la passione per la storia ce l’ho nel sangue. Sono grave?

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