La biblioteca di Ipazia

Alle volte certe notizie ti commuovono e non sai il perché. O meglio, no, lo sai perfettamente. Solo che non ti aspetti che ti tocchino così tanto. Invece pochi minuti fa una mia lettrice ed amica di Facebook (nel senso che dal vivo non ci siamo mai viste ma vabbe’) mi ha passato il link a questa notizia, ovvero che a Giardini Naxos, in Sicilia, nel locale liceo, hanno fondato una biblioteca intitolata ad Ipazia di Alessandria.

Chi sia Ipazia di Alessandria non lo sanno tutti, ma dovrebbero. Anni fa le dedicai un post, poi finito nella mia Didone, per esempio. Amo molte donne dell’antichità, ma Ipazia, lo confesso, è una delle mie preferite. È una donna così moderna da risultare ancor oggi trasgressiva. Trasgressiva, attenzione, non scandalosa. Di donne scandalose l’età antica è piena: amanti, concubine, mogli fedifraghe, assassine, che hanno sfidato magari le convenzioni del tempo con la loro condotta libera e perciò sono state oggetto di riprovazione morale e poi magari di comprensione da parte dei posteri.

Ipazia no. Non c’è niente di scandaloso nella sua storia e nella sua vita. Era una studiosa, una matematica di vaglia, non si sposò mai, non le si conoscono amanti, non fu mai toccata dai pettegolezzi. Eppure fu trasgressiva, così trasgressiva che ancor oggi le altre, quelle che erano scandalose, non lo sono più tanto, mentre lei no, lei continua ad essere un pugno sullo stomaco per tutti coloro che amano le convenzioni e gli stereotipi di genere.

Pagana, quando tutti erano oramai cristiani, più per convenienza che per fede; matematica, quando ancora adesso una donna che studi qualcosa di scientifico è guardata con sospetto; donna di potere, in quanto rettrice della Biblioteca di Alessandria, la più famosa e ricca di tutto il mondo antico, che era un po’ come essere la rettrice di Harvard e Yale messe assieme.

Cirillo e i suoi monaci la odiavano. Perché pagana, scienziata e soprattutto donna. Con lei non riuscirono mai a spuntarla con la dialettica, e allora la uccisero, smembrandola sulla scalinate del Cesareo, il tempio di Alessandria.

A Naxos le hanno dedicato una biblioteca. Credo che non ci sarebbe stato modo migliore per farla felice. Onorarla fondando proprio quella istituzione in cui lei trascorse tutta la vita. Onorarla tra i libri, perché i libri e lo studio erano roba sua. È bello pensarla dopo tanti secoli aggirarsi almeno in spirito di nuovo fra i volumi, i tomi, sfiorare con le sue dita invisibili le copertine, carezzarne i dorsi. I monaci fanatici che l’hanno uccisa, in tempi in cui i talebani di turno erano i cristiani, sono rimasti ciò che erano anche allora: una torma di gente ignorante, fanatica, orrenda e stupida, indistinta ed anonima, che non lascia traccia se non una scia di insensata violenza.

E Ipazia invece no. Era famosa allora, brillava di luce propria nei tempi antichi, ed ancora adesso ha un nome, un’identità, una personalità distinguibile e distinta dalla massa e dal nulla. È qualcuno. E loro non sono null’altro che bestie destinate all’oblio.

Come è giusto che sia, nei secoli dei secoli.

43 Comments

  1. Fai bene a parlare di queste donne che sono di esempio. È importante che le giovanissime e non solo sappiano che vi sono esempi importanti da imitare e non solo fashion blogger o “isolane” smarrite. Senza nulla togliere alle nuove opportunità 2.0

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  2. ti ringrazio di parlare di Ipazia, dopo la pubblicazione del mio libro avvenuta nel 2010 e non certamente a mie spese.però avendo snobbato i miei precedenti commenti , ignora anche questo.
    Ti ho letto qualche volta per dei blogger che abbiamo in comune.ma sei talmente saccente, che meriti una lettura.Se sono qua è perché ho l’alter Google, ogni volta che si scrive di Ipazia.ho avuto molte volte violazini del copyright.Cmq vedo che tu sei rimasta su quanto si trova su Wikipedia.bene così.
    buona fortuna.

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  3. Scusate, ma state parlando della stessa tizia su cui hanno fatto un mega blockbuster gli americani nel 2010? Che poi sia stato un mezzo flop può andare, ma trattarla come personalità di nicchia e sbraitare di copyright mi sembra piuttosto ridicolo… o no?

    Cordialità

    Attila

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  4. @marcoz mi rendo conto che per te è inconcepibile,
    come per la prof. ma chi se ne fotte!
    @galatea, non ho bisogno di nessuna vetrina.A differenza sua, posso vivere senza avere riscontri da gente sconosciuta.

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  5. “per te è inconcepibile”
    Se il libro è scritto di suo pugno, sì: è inconcepibile*. Se invece è stato previsto un ghostwriter, sono possibilista (anche se con tutte le perplessità del caso).

    *a meno che la sig.ra S. che scrive sul blog o nei commenti non sia altro che una personalità nascosta (che emerge quando lei si collega alla Rete), e che nella vita reale lascia lo spazio a tutt’altra figura.

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  6. la notizia ha un qualcosa di sorprendente perché in un mondo dover si vive di virtuale effimero, aprire una biblioteca e onorare una donna come Ipazia fa pensare che non tutto sia perduto nel banale.

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  7. Ora, cara S., l’unico libro di una certa rilevanza uscito su Ipazia nel 2010 è quello di Silvia Ronchey. Ma, permettimi, ho forti dubbi che possa essere tu la Ronchey, da come scrivi. Altri degni di menzione non ve ne sono.
    In ogni caso, ti informo che per parlare di violazione di copyright bisognerebbe che passi del tuo presunto libro fossero stati riutilizzati nel post senza citare la fonte, non è sufficiente che qualcuno abbia scritto un pezzo sullo stesso argomento, visto che Ipazia non è una tua proprietà personale.
    Quanto ai riscontri da gente sconosciuta, capisco. Anche io non sono particolarmente interessata ad averne da una sconosciuta e per di più anche anonima come te. Stammi bene.
    LOL.

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  8. non mi interessano le discussioni fra scrittori, non sono all’altezza di districarmi in quel che non so, ma penso che chi ha una buona penna (o voce) da divulgatore è sempre meritevole, in quanto trascura il «piacere» agli addetti ai lavori per offrire conoscenze a chi non è uno specialista, aiutando al formarsi d’una cultura popolare di qualità assolutamente preziosa, gramscianamente parlando, insomma ce ne fossero di galatee

    certamente i bellissimi video sugli eleati riverberano anche la lettura di ottimi manuali come il giannantoni ad esempio, ma questo è un bene, non è un male

    ovviamente grande rispetto per chi scrive testi rivolti ad un lettore addentro le questioni, un lavoro che richiede grande pazienza e sacrificio, ma penso che anche chi scrive per tutti merita un grande plauso, perchè ovviamente sa che rischia di esporsi alle critiche dei «dotti», soprattutto sulle semplificazioni

    ovviamente galatea ha anche una solidissima preparazione, ma noi che la leggiamo da comuni mortali, apprezziamo questo aspetto, e ognuno è perfetto a suo modo

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  9. bello bello, troppo bello l’argomento e troppo brava la blogger Galatea, prova a leggere……ciao, rosalba

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  10. Per altro, particolare a cui tengo: non ho mai pubblicato “a mie spese”, cara S. Per pubblicare mi pagano gli editori, non viceversa. Almeno si informi bene prima di parlare. Cordiali saluti.

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  11. non conosco questa Ronchey e dunque no, certo che non sono io.
    ho cercato su Google, ma a differenza sua , ne ho scoperte anche delle altre, problemi con i mezzi tecnologici? Poi c’è la Balatresi, che ho conosciuto per altri motivi.Cmq ho pubblicato in Francia, dunque…
    Le confido una cosa, si tenga, non vorrei vista la sua età che le pigliasse un coccolone, magari a marcoz, che pure è a rischio, il mio testo è usato il alcuni corsi di laurea.
    buondì
    cordiali saluti a lei.

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  12. oops! dimenticavo, per il copyright non mi riferivo al suo post che come avevo scritto, si è “informata” su Wikipedia, suvvia, io avrò problemi con la lingua italiana, ma lei non sa leggere o ha seri problemi di vista.

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  13. Ahahah certo capisco che la Ronchey le sia sconosciuta. In effetti non si capisce perché qualcuno che scrive di cose tardo antiche o bizantine dovrebbe conoscerla. Che trollina divertente che è , S. Potrebbe far meglio però, si fa scoprire dopo due minuti. Red, mi creda, può far meglio.

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  14. “le pigliasse un coccolone, magari a marcoz, che pure è a rischio”
    E perché mai dovrebbe succedere? Esistono casi di personalità multipla, e lei potrebbe essere uno di questi.
    Se così non è, allora si possono fare altre ipotesi, ma nessuna prevede il “coccolone”, come immagino intenda lei.

    “ho pubblicato in Francia”
    Ah, quindi ha scritto il libro in francese. Bene. Allora, mi può tradurre – per curiosità – la frase che segue?
    “Pierino è così bravo, che meriterebbe un premio.”
    Mi raccomando: niente parafrasi, si attenga strettamente al testo. Grazie.

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  15. suvvia Marcoz, non faccia il cretinetto, sa bene chi sono, frequenta anche il mio blog, indegnamente devo dire, da vero troll rompiballe ;D
    Red? no sono bionda.

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  16. Se veramente le cose stanno così – e sottolineo il se, devo fare i complimenti a Red.Cac., perché è veramente bravo (imita la -vera- sig.ra S. alla perfezione). Tuttavia, allo stesso tempo, non posso esimermi dal biasimarlo per l’uso dell’avatar altrui. Sono cose che non si fanno.

    “[si] è dimenticato che”
    Questo lo ritengo molto improbabile.

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  17. “posso vivere senza avere riscontri da gente sconosciuta” però se una che ha un blog stravisitato scrive un post su Ipazia e non mi ha letto sono autorizzato a scrivere il commento in cui le faccio sapere che esisto.

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  18. Non so una madonna che sia una di Ipazia, ma mi è venuta una voglia boia di farci su una fiction tale da far risultare Gomorra una roba da pivelli.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

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  19. Ooops, chiedo scusa, l’ho confuso con Malvino…

    E’ come confondere la cioccolata con la…..

    Vabbè ci siamo capiti.

    🙂

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  20. veramente leggo anche di peggio, per esempio la stampa, il corriere, libero…ma anche quello che è scritto sui flaconi in bagno…sono una lettrice compulsiva, infatti leggo anche ” il mondodigalatea”
    😉

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  21. Signora S., si parlava scherzosamente di un vecchio troll, il Red.Flavio Gioia, mica si parlava di lei….

    🙂

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  22. L’odio di Cirillo (che comunque ha sì, a quanto pare, sobillato i cristiani, ma non fu un personaggio completamente negativo) era indirizzato ai pagani, fra i quali il governatore Oreste che fu vittima anch’esso (non si sa se mortalmente o meno) dell’odio dei cristiani. Ipazia era pagana, ergo era un elemento indesiderabile. Ipazia poi era un elemento indesiderabile anche per il grande stuolo che si era fatta dietro, ma l’odio nei suoi confronti derivava dalla sua religione, non dal suo essere donna studiosa, che è una supposizione (probabilmente anche giustificata) moderna, che comunque non è supportata da alcuna delle (pur esigue) fonti che ci narrano della triste storia di Ipazia.

    Fra l’altro, se non vado errato (e qui forse inciampo), Ipazia non era la rettrice della biblioteca, ma figlia dell’ultimo rettore, ovvero Teone. Ma non so se sto prendendo una cantonata o no.

    Comunque vorrei dire, senza spirito di critica, che le donne dell’antichità tendiamo troppo spesso a perdonarle. Voglio dire, Messalina sarà sempre una meretrice, Locusta rimarrà un’avvelenatrice, Agrippina Minor, a prescindere da Racine, ebbe veramente un comportamento deprecabile. Certo, agli antichi probabilmente erano ancora più in odio in quanto donne, ma certo agli occhi dei moderni rimarranno comunque personaggi non positivi le quali ragioni delle scelleratezze saranno sempre nell’ambito dell’azione non giustificata, e non mi pare storicamente corretto farle passare per ‘povere vittime vittime di un complotto degli storici misogini’, dato che tali eruditi storici si espressero con termini poc carini anche su uomini come Claudio (bellissimo ciò che dice Svetonio a riguardo) e Seiano (Tacito gli imputa anche una prostituzione). Altrimenti dovremmo riabilitare, oltre al già citato Seiano, Tigellino, i meni noti Marco Aurelio Cleandro e Petronio Massimo e tanti altri, dato che non furono meno subdoli di certe loro succitate colleghe donne.

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  23. Gentile Aristofane di Bisanzio, dal suo commento non mi è ben chiaro cosa dovremmo però “perdonare” ad Ipazia, dato che è stata massacrata da dei monaci fanatici, quindi la critica mossa da lei su questo punto non mi è ben chiara.

    Il coinvolgimento diretto di Cirillo viene esplicitamente affermato da Damascio (ma in qualche modo un dubbio viene gettato anche da Socrate Scolastico). Il fatto che come donna fosse attaccata in maniera particolare si evince dalla critiche che vennero mosse al suo modo di vivere: vi furono insinuazioni (sempre smentite proprio dal suo più famoso allievo cristiano, Sinesio di Cirene) che la dipingevano come abituata ad intrattenere illecite relazioni con gli allievi e sulla sua relazione con Oreste, di cui era consigliera.
    Ipazia era la figlia di Teone ma il padre, per sua esplicita ammissione, la considerava una matematica e una filosofa più ferrata di lui. Non mi risulta che Teone sia mai stato bibliotecario di Alessandria, mentre Ipazia viene riconosciuta da diverse fonti come a capo della scuola filosofica neoplatonica della città e principale esponente di questa corrente da Socrate Scolastico: non è chiaro se abbia avuto ufficialmente l’incarico di Bibliotecaria, ma in quegli anni il Serapeo era ormai in decadenza e i cristiani resero molto difficile la prosecuzione delle normali attività, per cui è probabile che Ipazia, che probabilmente aveva tenuto la cattedra di Filosofia, fosse considerata “bibliotecaria” perché era la personalità più in vista e l’ultima a poter reggere l’istituzione.

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