
Il ragazzo arriva all’imbarcadero con aria incazzosa, e si guarda in giro come a dire “Embe’?”
Ha i capelli raccolti sopra al capo, in un grumo di treccine rasta, la maglietta strappata; i pantaloncini quasi cadono di cavallo, le braccia sono blu per l’inchiostro dei tatuaggi, che disegnano ragnatele tribali e, al naso, porta un anello enorme, simile a quello che un tempo si metteva alle narici dei buoi. Gli pende sulle labbra, tanto che non si capisce più se la curva imbronciata della bocca sia dovuta al disgusto per la società o al bisogno di reggere il peso dell’aggeggio.
Fissa ad uno ad uno gli astanti, come se non aspettasse che una minima reazione di fastidio per scattare. Ma quelli non hanno neppure un moto di blanda curiosità: fa caldo, il vaporetto tarda, e poi sono veneziani: una città nata perché le sono arrivati addosso i barbari si formalizza mica se vede in giro un ragazzotto malvestito.
Così, spiazzato, dopo un paio di minuti si accende una cicca, peraltro difficile da fumare attraverso il buco del ciondolo, e guarda sconsolato l’acqua che sbatte sul galleggiante dell’imbarcadero, tristissimo. Si sente così comune.
Notevole.
Tutto ciò mi ricorda un autoironico video del trasgressivo gruppo musicale nomato Prodigy, dal titolo “Baby’s got a temper”.
I tre componenti del gruppo elettropop-rock si presentavano sul set ove esibirsi guidando utilitarie,vestiti con giacca e cravatta da due soldi, con cestino del pranzo stile pendolari; timbravano il cartellino marcatempo, entravano nelle roulotte adibite a stanza trucco, si vestivano “da Prodigy” , cioè con tute di pelle strappata ed anfibi; si mettevano anelli e orecchini ovunque, si facevano la cresta in testa con la lacca, smoccolando e fumando sigarette ogni due minuti per il dover fare in fretta.
Indi si esibivano in una specie di stalla tra vacche che venivano munte da top-model, a loro volta prese a frustate da oscene mistress se la mungitura non era ben fatta; in ‘sto contesto assurdo i tre del gruppo cantavano urlando e scalpitando, sputando, dando luogo a tutto repertorio post-punk che ormai il pubblico si aspetta come da contratto.
Finita l’esibizione, salutavano stancamente le top-model e le mistress con un cenno del capo, rientravano nelle roulotte, si cambiavano reindossando i vestiti da pendolari, addentavano smoccolando un panino preso dal cestino del pranzo, si struccavano; indi uscivano, timbravano il cartellino, risalivano nelle utilitarie e si ritrovavano al pub poco lontano ove venivano ripresi a bere una birraccia di quart’ordine , a tirar stancamente freccette e a leggere giornali di scommesse sportive, commentando con frasi del tipo ” fortuna che è finita anche ‘sta giornata del cazzo, adesso vado a casa a vedere che porcheria m’ha fatto mia moglie per cena”.
Chissà,magari anche la giornata del tipo all’imbarcadero finiva così.
Inchino e baciamano.
Ghino La Ganga
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Guarda, capiti come si suol dire “a fagiolo” dopo che ho appena visto questo video: http://tv.repubblica.it/copertina/mondo-emo/22502?video
È sorprendente come gli adolescenti, pur di non uniformarsi alla massa, riescano inevitabilmente a diventare conformisti a un’altra omologazione. Che poi, ancora non hanno capito che l’adolescente ribelle non è l’eccezione ma la regola, per fortuna l’adolescenza passa e per lo più non è una malattia mortale.
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La parabola del conformismo.
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eh sì, c’è più gusto ad esser trasgressivi. però, vuoi mettere andare all’iper con la canottierina da notte e le ciabatte da mare di gomma? eh, ‘sti maschioni quarantenni… mi fan venire il voltastomaco. e, detta da uno che ha 15 anni aveva tre buchi e striscie bionde in testa, vuol dir proprio che siam caduti in basso.
‘sti giovani che si bucherellano, sinceramente, non mi turbano. mi turbano, appunto, proprio quei maschioni (e femminone) che girano per gli iper come se stessero nella loro camera da letto 🙂
rm
ps: mi fai un favore galatea… è da un po’ che te lo volevo chiedere. ho detto: se ne accorgerà prima o poi no? No. Lineodisenso mica mi piace tanto :-))) grazie
buona giornata
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ovvio che l’ “ha” mica ci stava 🙂
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[OT] Galatea, ti prego, posta qualcos’altro; l’immagine che hai messo per questo post mi fa impressione e ogni volta che vengo sul blog me la ritrovo lì, con quella ghigna che IT pare un cherubino a confronto. Spero sia una maschera, anzi sono convinto di sì, anche se la mia vista è seconda solo a talpe, pipistrelli e vermi ciechi. [/OT]
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