Libero blog in libero stato

no_censura

Zitti zitti, questi ci riprovano a metterci il bavaglio…

Per favore, mobilitiamoci per fermarli.


8 Comments

  1. Speriamo che, se malauguratamente passasse, si limitino effettivamente a questo. Io ho paura invece che non si perdera’ occasione per porre una spada di Damocle sui blog che danno fastidio, anche senza banner pubblicitari.

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  2. Tempi duri per i blogger. Vedo che ti sei occupata del caso del blogger egiziano Kareem. Segnalo a te ed ai tuoi lettori anche il caso di Nay Phone Latt, blogger birmano condannato a 20 anni di carcere.

    In confronto la legge anti-blogger e’ una quisquilia. Ma sono d’accordo con te – non va comunque sottovalutata. Teniamo alta la guardia per quanto possiamo.

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  3. @->Phastidio e Il Laicista: a me sembra che sia un po’ più complicato che rimuovere i banner, perchè il testo proposto non è molto chiaro, in quanto non si capisce se anche chi non espone banner pubblicitari, ma banner e basta, o diffonde comunque formazione e informazione in rete, viene equiparato ad un prodotto editoriale. Anche per chi non ha banner, ma diffonde formazione o informazione, quindi (e che è, poi, la formazione? per esempio, i miei articoli sulle biografie degli antichi romani sono “formazione”?) si rischiano guai legali, come l’accusa di stampa clandestina o la querela per diffamazione a mezzo stampa. Al di là, poi, delle effettive ricadute pratiche, è l’effetto psicologico che questo può avere: un blogger dilettante, che scrive per passione, in ogni caso viene disincentivato ad occuparsi di notizie, a diffonderle, a scrivere la sua opinione perchè venire trascinati in una causa legale, anche se si è innocenti, significa trovarsi impelagati per anni in tribunale ed ha dei costi che non tutti possono affrontare.
    Insomma, è limitare la democrazia e la libertà di espressione.

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  4. Lungi da me l’idea di sminuire i rischi potenziali insiti in questo provvedimento. Però, alcuni punti continuano a non essermi chiari: ad esempio, già oggi è possibile perseguire per diffamazione un blogger. In cosa consisterebbe la differenza rispetto alla diffamazione a mezzo stampa? Nell’assenza di un direttore responsabile, perseguibile per omesso controllo dei contenuti, credo. Ma nulla cambia, e già da oggi. Inoltre, chi scrive su blog i cui server sono fuori dall’Italia come verrebbe trattato? Forse oscurato se non si iscrive all’albo? Scrivere articoli “formativi” come quelli di Galatea sulla storia non rappresenta la discriminante della “stabile attività”, perché per l’Agenzia delle Entrate di quella si rinviene traccia solo indirettamente, attraverso il flusso di reddito prodotto dalle revenues pubblicitarie.
    Insomma, mi pare che sia tutto largamente indeterminato. Ma dovrebbe essere chiaro che il blogger che guadagna pochi euro al mese con Adsense non è l’organizzazione di merchandising con redazione incorporata che è il blog di Grillo.

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  5. @->Phastidio: il reato di diffamazione a mezzo stampa comporta pene più severe (raddoppiate, in alcuni casi) e espone a rischi di richieste di danni civili più elevate. La perseguibilità del blogger, inoltre, si estenderebbe a tutte le informazioni presenti nel blog, comprese le affermazioni fatte da terzi nei commenti. L’attuale legge è ambigua, ma, tendenzialmente, il blogger non è responsabile per il contenuto diffamatorio di eventuali commenti inseriti da lettori nel suo blog, soprattutto se i commenti sono liberi ed egli non può filtrarli a priori.
    Sebbene la proposta di legge escluda in un comma esplicitamente i blog senza fini di lucro, prevede però iscrizione obbligatoria al roc di tutti quei siti che non abbiano finalità di lucro ma diffondano informazione o formazione. In questo passo, io che di legge ne so poco, rilevo una contraddizione, perchè c’è una possibilità, per chi si ritenga leso, di sostenenere che il sito in questione non è un semplice blog, ma un sito in cui vengono messi on line contenuti di formazione, seppure senza fini di lucro, e chiederne l’oscuramento per mancata iscrizione al roc.

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