Perché Sanremo non è più Sanremo.

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Sanremo, si sa, è Sanremo. Eppure quest’anno, forse sarà la crisi economica, forse saranno i programmi in concorrenza, il Festivalone c’è, ma pare di no. Ve li ricordate i bei Sanremo di qualche anno fa, quando, già da dopo Natale, appena si sbaraccava l’albero, la tv si addobbava di fiori rivieraschi? Quando la gente diramava per le tre serate del Festival gli inviti agli amici, per ritrovarsi tutti davanti alla tv a massacrare assieme gli artisti, in un afflato che aveva il suo pari solo nelle partite dell’Italia? Se qualcosa di sopra le righe doveva succedere, si dava per scontato sarebbe successo a Sanremo: scandali, inciuci, intrallazzi, suicidi veri o tentati ad arte, polemiche politiche, abbandoni di scuderia dei conduttori, dichiarazioni choc, ricongiungimenti familiari di coppie famose o clamorose rotture di matrimoni vip, eventuali morti eccellenti o dichiarazioni di inizio e fine guerra. Praticamente Sanremo non era un evento, ma una stagione della tv: non avevano neanche digerito il panettone, che il caravanserraglio dei critici musicali, televisivi, dei cantanti in gara ed esclusi, dei conduttori in auge o un declino, delle aspiranti vallette more o bionde, italiane o straniere, poppute o piatte iniziavano a muoversi e a calare. Non c’era aspetto della kermesse che non venisse indagato con almeno un mese di anticipo. Per dire, c’erano reporter scalmanati che cercavano di carpire chi sarebbe stata la seconda valletta muta al Dopofestival. Quest’anno no. Neppure la Vita in Diretta – che vabbe’, dacché è orfana di Cucuzza non è più la stessa cosa, ma insomma! – Neppure la Vita in Diretta, dicevamo, si è mossa con il consueto can can. Giusto giusto qualche serviziolo di sfuggita, con il solito sventurato inviato che intervistava fuori dal teatro dell’Ariston, l’altra sera, gli orchestrali uscenti dopo la prova. Ha scoperto, dopo averne tampinato un paio, che sul palco ci sarà la scala e l’orchestra. E poi dicono che il giornalismo d’indagine è morto.

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4 Comments

  1. Gli hanno fatto anche della pubblicità occulta
    Facci caso, l’assassino in “Il collezionista d’ossa” era proprio Bonolis (che al Venerdì con i capelli più lunghi fa il chirurgo innamorato in “E.R.”.)

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  2. Perchè Bondi dà un milione di euro a Bonolis e la Biblioteca Nazionale di Firenze non ha soldi per pagare le bollette.

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