
Come funziona un Consiglio di Classe? La domanda è interessante, soprattutto perché la stragrande maggioranza delle persone, non essendo insegnanti, non lo sa. La stragrande maggioranza delle persone pensa di sapere tutto sulla scuola perché ci è stata dentro come alunna, o, al massimo, come genitore; ma cosa succeda poi, in pratica, fra i professori nel momento in cui si ritrovano per mettere i voti e stabilire i giudizi resta avvolto, giustamente, in una nebbia indefinita. La stessa che avvolge gli avvocati e giudici in camera caritatis, i medici quando formulano diagnosi con il loro team: per quanto la cosa non riesca ad essere accettata dalla stragrande maggioranza delle persone, anche gli insegnanti sono professionisti specializzati, e pertanto hanno una loro etica e una doverosa cortina di riserbo con cui ammantare alcuni momenti importanti del loro agire.
Cosa succede dunque, in un Consiglio di Classe? Che gli insegnanti di una classe, assieme al coordinatore (che alle medie è quello di italiano o di matematica, di solito), si ritrovano in genere una volta al mese e discutono della classe nel suo complesso e dei singoli alunni in particolare. Ci si scambiano informazioni riguardanti l’alunno A o l’alunno B, si guarda se il ragazzino è calato nei voti, se fa troppe assenze, si riferisce ai colleghi se i genitori sono venuti o meno a parlare e che cosa hanno detto, si pianificano attività che coinvolgano tutta la classe o anche interventi mirati per singoli o gruppetti di alunni che non ce la fanno a seguire.
La maggioranza dei genitori e la totalità degli alunni pensa che il prof sia quel coso che viene in classe ogni mattina, spiega tre paginette e poi se ne va a casa sua, e quando cala un voto lo fa come Zeus calava i fulmini: senza preavviso e spesso senza motivo specifico, in solitudine perfetta. Ma non è così: anche se voti si danno separatamente, fra colleghi per tutto l’anno si ha sempre una visione complessiva di come sta andando il ragazzino in questione: se anche io gli faccio italiano e storia, so benissimo quali dei miei alunni vanno male in tecnica ed in storia dell’arte, o in ginnastica e matematica, così come so chi arriva complessivamente ad un sei globale, chi ad un sette, chi ad un nove e chi invece non ce la fa, non ce la fa, non ce la fa. Nel corso dell’anno sono infatti approntate delle “fasce di livello”, e tutti gli alunni della classe sono inseriti in una di esse. Nei verbali dei Consigli ci si segna anche se un alunno magari è intelligente ma non si impegna, oppure si impegna, ma non ottiene risultati; se a parere dei professori quello che lo pregiudica è l’assenza di metodo di studio, oppure l’incapacità di concentrarsi e memorizzare. Si tiene anche conto, laddove questa sia nota e pesante, dell’atmosfera familiare, di eventuali problemi di salute, o sociali, o psicologici. E tutte queste cose sono pesate nel momento di decidere la valutazione finale, da sempre. Tutte queste informazioni sono raccolte per legge nel verbale, quindi anche se ci sono colleghi particolarmente imbranati o scansafatiche – e comunque sono sempre una minoranza, checché se ne dica, perché in sette anni che insegno ho sempre trovato Consigli formati nella stragrande maggioranza da colleghi motivati e professionali – i dati vengono comunque raccolti e discussi.
Quindi stamattina, quando ho letto sul Corriere l’ennesima dichiarazione di madama Gelmini su come vadano assegnati i voti agli scrutini, non sapevo se ridere o piangere. Madama Gelmini ed il suo team dicono, infatti: “Si introduce una maggiore responsabilizzazione del consiglio di classe proprio in fase di scrutinio. In passato, invece, era prassi assegnare giudizi non sempre comprensibili e valutazioni che nascondevano anche gravi insufficienze”. Il consiglio di classe, infatti, da quest’anno potrà ammettere all’anno successivo uno studente che riporti qualche lacuna considerata non grave e recuperabile. Con insufficienze considerate gravi, invece, si ripeterà l’anno.
Dio solo sa come credono che ci regolassimo, al ministero, negli anni passati. Da che mondo è mondo, infatti, se un alunno aveva magari la non piena sufficienza in una o due materie, ma aveva dimostrato buona volontà, si chiudeva un occhio, dandogli un suff sulla pagella e poi avvertendo a casa che durante l’estate o a settembre si sarebbe dovuto dar un po’ da fare per recuperare, mentre se l’alunno X assommava una serie di materie insufficienti e per giunta era stato tutto l’anno allegramente menefreghista lo si bocciava.
Ma madama Gelmini ed i suoi esperti ministeriali (che poi sono assai probabillmente sempre gli stessi, stanno lì da anni e anni, e queste cose le sanno perfettamente, ma ora è bene assumere il tono da giustizieri della notte, perché con l’aria che tira si fa miglior figura!) rincarano: Negli anni scorsi è accaduto spesso – fa notare il dicastero di viale Trastevere – che fossero assegnati giudizi negativi senza informare le famiglie dell’alunno e senza aprire un confronto con gli altri docenti. Strano, perché se un alunno va proprio male e rischia la bocciatura, il Consiglio di Classe è tenuto a mandare da anni, a casa, una lettera di avviso fin dal primo quadrimestre, in cui si chiede un colloquio urgente con la famiglia; la mancanza di questa, al limite, può addirittura dare adito ad un ricorso contro la bocciatura. In ogni caso, la bocciatura viene sempre decisa dall’intero Consiglio di Classe, con voto palese per alzata di mano, quindi non si capisce come potesse mancare il confronto fra colleghi (in genere, invece, è proprio il momento in cui ci si scazza di più: le poche baruffe cui ho assistito sono legate agli alunni che alcuni volevano bocciare e altri no).
Continuiamo, vi prego, ad enumerare le novità di questa nuova scuola delle meraviglie: Con la vecchia normativa talvolta gli alunni con gravi carenze venivano ugualmente promossi. Con questa, invece, par di capire, no. Però la cosa non torna. Mettiamo che un alunno abbia sei in tutto tranne che, putacaso, in inglese e matematica, dove ha due bei quattro. Questo passa comunque alla classe successiva, dopo un serio confronto fra i docenti, no? Eppure le lacune gravi ce le ha ancora tutte, nella lingua e con i numeri, perché da oggi, invece, il consiglio di classe deciderà se ammettere o meno l’alunno alla classe successiva dopo una attenta valutazione del percorso scolastico e delle capacità dello studente. Se qualcuno è in grado di spiegarmi, in pratica, cosa cambia da prima, gliene sarò eternamente grato.
Il Ministero ed il Ministro, infatti, mi dicono che con la nuova normativa, si torna a una scuola del rigore, della serietà e della chiarezza. (Azz, meno male, ero stufa di assegnare voti a caso, fischiettando trullallero trullallà!). Quindi, ne evinco, niente sconti: se uno ha quattro in Italiano, Storia o Geografia, glielo schiaffo scritto in pagella, così è ben chiaro all’universo mondo e ai genitori che deve recuperare le mie materie, anche se magari riesce a passare all’anno successivo per voto di consiglio? Nooooo! Per questi motivi non può essere assegnato nessun «6 rosso» [cioè il 6 di diverso colore, che indica che si tratta di un “6” imposto a maggioranza] ma deve essere effettuata dai docenti una attenta valutazione degli studenti. Prima, li tiravamo a sorte, i voti? Mah.
In ogni caso, in pratica, che si fa, in nome della chiarezza? Dal Ministero mi illuminano: Nella scuola secondaria di primo grado l’ammissione all’anno successivo e all’esame di Stato non è soggetta ad alcuna condizione, non può trovare applicazione la pratica del cosiddetto «6 rosso», usata in passato nella scuola secondaria di secondo grado per indicare che l’alunno, pur essendo stato promosso, era tenuto al recupero dei «debiti scolastici», da effettuare nel successivo anno scolastico ma, nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva venga deliberata in presenza di carenze di apprendimento, la scuola invierà una specifica nota alla famiglia dell’alunno. Che è quello che facevamo già, quindi.
Ricapitolando: a parte che ora metto un voto e non un giudizio, io professore in Consiglio di Classe faccio esattamente quello che facevo prima, cioè cerco di promuovere anche se non arrivano alla sufficienza gli alunni che penso abbiano dimostrato almeno un po’ di buona volontà e di bocciare gli altri. Alcuni passeranno lo stesso, con il calcio in culo del Consiglio di Classe: a differenza degli anni scorsi, però, non glielo potrò scrivere apertamente: in passato mascheravo il loro 4 con un giudizio stemperato, in cui accennavo a “lacune da colmare”, e facevo inviare lettere ala famiglia, o prendevo da parte babbo e mamma, avvertendoli che il pupo durante le vacanze doveva comunque fare esercizio. Adesso, che c’è una scuola gelminiana piena di maggior rigore, non posso nemmeno scrivere un giudizio che, per quanto fumoso, per un collega è chiarissimo (“raggiunge complessivamente la sufficienza, con qualche lacuna, ma dimostra interesse settoriale per la materia” significa, per un altro docente: “ho dovuto passarlo, ma non sa un tubo e lavora solo se gli viene l’uzzolo”), e devo invece dargli un sei pieno, salvo inviare a casa una lettera con cui i genitori ed il bimbo, durante l’estate, faranno gli areoplanini.
Meno male che il Ministero ed il Ministro graziosamente concedono: Ciò non esclude tuttavia che le scuole, nell’ambito della propria autonomia, possano programmare, sin dall’avvio del successivo anno scolastico, tutti gli interventi didattici per il recupero, nel caso di alunni per i quali siano emerse carenze formative. Si dimenticano di dire, però, con quali soldi, dato che questi interventi, essendo legati all’autonomia dell’istituto, vanno a gravare sul fondo d’istituto di ogni singola scuola, il che vuole dire che non sempre ci saranno le risorse finanziare e il personale per poterli attuare. Insomma, il bel risultato è che le famiglie responsabili con qualche disponibilità economica durante l’estate faranno dare ai figlioli ripetizioni della materie in cui sono passati con un calcio in culo; gli altri arriveranno a settembre con le lacune ancora tutte lì, intonse, e ricomincerà il giro di valzer. Tanto, al Ministero hanno chiarito: la scuola della Gelmini è piena di rigore e chiarezza. Se poi gli alunni continuano ad uscire ignoranti come zucche la colpa è di quegli scansafatiche mangiastipendio ad ufo dei professori.
Come diceva il grande filosofo Corrado Guzzanti:
“Tu dice parola di vèrita…….”
Ma dobbiamo pure lasciare che questo Ministro senza esperienza impari a conoscere la scuola. Pazienza se per farlo manda la solita “Qvelina” in questo caso non in carne ed ossa, atta a dimostrare che lei la lezione la sta studiando e che voi fanulloni la dovete promuovere, visto che dimostra tanta buona volontà. Poi se volete potete mandare la lettera al “papi” che comunque ha ben altre figlie da accudire, anche queste in età scolare (sigh…. a quanto pare).
Ciao Ross
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il processo di selezione naturale dei capaci e dei meritevoli porta solo le menti migliori al governo di un paese. dunque “non c’è nessun motivo di essere nervosi”, cantava de gregori. la gelmini sarà senz’altro competente. solo che gioca a nasconderlo. è una burlona, forse.
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Cara Galatea, in questo triste paese chiunque abbia una certa competenza in un determinato campo si accorge che al relativo Ministero non ne sanno una beata mazza (nel migliore dei casi; nel peggiore, lavorano accanitamente di piccone).
Tu, insegnante, ci scrivi dell’incompetenza plateale di madama Gelmini; i miei amici insegnanti confermano e rincarano la dose. Io, informatico con passato da geologo, inorridisco quando sento parlare Brunetta o la Carlucci, per non dire di quando si parla di fare ponti sugli stretti o centrali nucleari in una delle zone più sismiche del pianeta. Un mio amico magistrato mi descrive, desolato, il disastro della giustizia (qui hanno lavorato di piccone). Un mio amico poliziotto… il mio povero amico storico dell’arte… eccetera.
Il bello è che tu e io, per poter accedere al nostro lavoro, abbiamo dovuto superare un concorso in cui abbiamo dovuto dimostrare le nostre competenze. Nei ministeri, invece, lavorano allegramente ad mentulam e dicono che fannulloni e incompetenti siamo noi.
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Cara Galatea,
non sono sicuro di avere capito il contenuto della comunicazione ministeriale, ma l’anodinicità (?) con cui era stata riportata sui giornali (i quali evidentemente loro pure non avevano capito nulla) mi aveva fatto supporre che fosse una gattopardata. Mi sembra di capire che tu confermi questo: non cambia sostanzialmente nulla. O forse una sola cosa: siete sollevati dal dover tradurre i giudizi che avete in cuor vostro dall’italiano al giudiziesco, in modo che siano (per tua stessa ammissione, se leggo bene) comprensibili solo agli introdotti. Probabilmente non è una perdita…
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Eh no. Anche se più comodo, perché metto un voto e non devo perdere tempo a cercare garbate perifrasi per dire che l’alunno x è zuccone, così si perde qualsiasi differenziazione fra chi passa con un 6-calcio-in-culo e chi, invece, si prende un sei pieno o un 6-perché-non-capisci-un-tubo-ma-ce-la-metti-tutta. Prima il collega dell’anno successivo leggendo il giudizio capiva immediatamente come era stata guadagnata la promozione; ora, invece, gli sarà molto più difficile risalire alla cosa: un sei è un sei.
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“Se poi gli alunni continuano ad uscire ignoranti come zucche la colpa è di quegli scansafatiche mangiastipendio ad ufo dei professori.”
Anche e non di rado, purtroppo.
Un esempio stupido ma fresco fresco: ho purtroppo un figli che frequenta ancora le medie inferiori (se Zeus le distruggesse tutte con un fulmine all’istante nessuno si accorgerebbe della loro sparizione) e oggi è tornato a casa mogio mogio perché a pochissimi giorni dagli esami gli è stato detto dalla insegnante di musica (che tutto insegna tranne che musica) che un alunno solo può arrivare al 9, e non poteva essere lui perché aveva già assegnato l’ambito premio a qualcun altro.
Naturalmente si è convinto che tutto sia già deciso e che quindi sia inutile impegnarsi oltre il dovuto.
Sono indeciso se andare venerdì per ritirare la scheda e mandarla a fare in culo o meno (scusa il francesismo).
Ah, dimenticavo: il ragazzo pare abbia tutti otto e qualche nove.
P.S.:
sarà che nel nord-est magari è diverso, ma di insegnanti degne di questo nome qui a Roma faccio fatica a trovarne. Se ne avrò il tempo ti invio in pvt una tesina preparata da una docente di sms per gli esami dell’anno scorso.
Ti giuro, scrive meglio il sottoscritto, il che è tutto dire…
Ho il dente avvelenato e si nota.
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“Se ne avrò il tempo ti invierò in pvt…”, forse è meglio…
Che vuoi farci, ho fatto le medie a Roma…
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Il Gelmini-pensiero mi sembra rappresentare l’eterna campagna elettorale che il centro-destra manifesta costantemente.
Tu, giocando in casa, lo hai analizzato tecnicamente, ma io, in rappresentanza dei pecoroni, dico: “Finalmente ci saranno meno bocciati, sono stufo di leggere notizie che ci confinano culturalmente agli ultimi posti in Europa!”.
Il ministro faceva prima ad abbassare la sufficienza al 5…
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Urca, egoisticamente spero che Zeus non fulmini tutte le scuole medie, altrimenti ci resto secca pure io… 😦
La realtà è che le medie, come tutto in Italia, sono un universo variegato di cui tutti si fanno una idea in base alle personali esperienze che gli toccano in sorte. Le esperienze che ho avuto io nella scuola pubblica come alunna (elementari a Trieste e Vicenza, liceo classico in provincia di Venezia) e come insegnante (in provincia di Treviso) sono state ottime: ho avuto sempre insegnanti preparati e motivati, salvo qualche rara e molto isolata eccezione. Paradossalmente anche io, come alunna, ho avuto una pessima esperienza alle medie, ma nel privato. Non solo mi scontrai con un ambiente chiuso e retrivo (ero dalle suore, in Emilia Romagna), ma incrociai anche delle insegnanti poco preparate: quella di inglese era in realtà laureata in tedesco, e aveva il posto perché imparentata con la superiora; quella di matematica era una donna a mio avviso con qualche problema, tanto è vero che si intestardì a darmi dei pessimi voti perché le scocciava che io, che ero andata a scuola a cinque anni, fossi un anno avanti agli altri: intendeva convincere mia madre a farmi ripetere un anno e la sconsigliò alla fine di iscrivermi al liceo classico perché “non avevo testa per greco e latino” (quando mi ci sono laureata, ho avuto la forte tentazione di telefonarle per riderle in faccia!): Quella di musica passava quasi tutto il tempo a farci ascoltare audiocassette con gli ultimi successi della hit parade per tenerci buoni e quello di tecnica non faceva praticamente nulla, salvo leggere il giornale in classe. L’insegnante di arte parlava a vanvera e noi copiavamo i disegni con la carta a carbone sotto i suoi occhi. Non parliamo neppure della suorina di storia e geografia, che era talmente vecchia e mezza cieca e non si accorgeva neppure che riuscivamo a copiare qualsiasi cosa sotto il suo naso. I miei mi lasciavano lì dentro per una questione di comodità, perché offrivano anche il servizio di doposcuola, ma credo di aver imparato quasi nulla, in nessuna materia, salvo religione, che ci era proposta come una sorta di lavaggio del cervello, con tanto di lezioni di diritto canonico impartite da mons. Tonini. Uscita da quel posto, ho giurato che, se mai ne avessi uno, non iscriverò mai mio figlio a scuole private.
Quanto alle tesine…è il secondo anno che faccio da tutor a colleghi che entrano in ruolo. Nella mia scuola il nostro preside è persino troppo fiscale: pretende una vera e propria tesina di didattica, con tanto di bibliografia, schede di valutazione, resoconto mensile degli incontri e del percorso svolto. Ripeto: come in tutto il settore pubblico, spesso è proprio una questione di fortuna o sfortuna da parte dell’utente. Non dovrebbe essere così, perché un livello medio di base dovrebbe essere garantito, però ti assicuro che non dappertutto siamo allo sfacelo, anzi.
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Quella che come scuola pubblica siamo agli ultimi posti in Europa è un’altra delle clamorose bufale messe in giro dalla destra. In realtà i dati parlano di una resa assolutamente nella media, con punte di eccellenza per il Nordest, per tutti i livelli di scuola, ed in particolare per le elementari (ma siccome all’estero la scuola pubblica ha ripartizioni diverse, in realtà le età confrontate coprono anche le medie inferiori). I licei italiani, soprattutto quelli del Nord, sono da considerarsi come preparazione fra i migliori di Europa. Abbiamo, questo sì, degli alunni molto carenti in alcune discipline scientifiche, soprattutto se si analizzano i risultati di alunni provenienti da scuole tecniche del centro sud. Va però sottolineeato, ed il rapporto europeo lo metteva bene in chiaro, che questi divari non sono imputabili in toto alla scuola, ma alla struttura della società italiana nel suo complesso: nei licei si iscrivono ragazzi provenienti quasi sempre da famiglie agiate e culturalmente “ricche”, mentre negli istituti tecnici e commerciali finiscono i figli di famiglie più povere e con un retroterra culturale molto più modesto: la differenza si sente nei risultati scolastici complessivi. Come al solito, le statistiche vanno lette bene e poi interpretate: la storia che la scuola pubblica italiana sarebbe una sorta di buco nero con una qualità da terzo mondo è in realtà una bufala. Non è il paradiso, ma neppure una cayenna come vorrebbe far credere chi da anni spinge per dare fondi solo alla privata.
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Ho appreso soltanto stamattina,24 ore prima della consegna delle pagelle che mio figlio,frequentante la prima media in una scuola statale, e stato bocciato.Causa? Troppe assenze..Assenze si, dovute a cosa? Nel mese di dicembre inciampa,sfonda un vetro di casa con una mano..25 punti di sutura,intervento al tendine del dito medio della mano e doccia gessata per 30 giorni complessivi…intervento non riuscito perfettamente…ripetuto…cicli di fisioterapia…Febbraio..compaiono macchie strane sulle gambe..pediatra..ospedale …esami..consulti..forse e leucemia..si..no..e di nuovo esami…ricoveri..Noi come genitori abbiamo imformato la scuola. con grandi sacrifici abbiamo pagato un insegnante in modo da poter sostenere il piu possibile didaddicamente il ragazzino…”Troppe lacune…e poi l”ultima verifica di matematica e andata proprio male…E poi le assenze”..ci e stato detto dalla coordinatrice della classe.Sono mamma e mai mi sognerei di augurare quacosa di negativo a questa persona cosi insensibile e senza sentimenti….ma vita e come una ruota ..gira.. gira mi siedero sulla riva del fiume..e senza fare niente..prima o poi il cadavere del nemico..sono sicura..mi passerà davanti, Grazie
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Purtroppo la questione delle assenze è spinosa, perché per legge, superata una certa quota la bocciatura scatta automaticamente. E’ però possibile agire in deroga purché si siano presi preventivamente contatti e/o accordi con il Dirigente scolastico, che può certificare, dopo aver ricevuto certificati che attestino il ricovero o comunque lo stato di malattia, che il ragazzino ha comunque la possibilità di accedere alla classe successiva.
Nei casi dove sia possibile, la scuola, se ha una sezione di “scuola ospedaliera” (nel nostro comprensivo per esempio c’è) può far seguire il ragazzo da un insegnante durante il ricovero in ospedale, con un programma personalizzato e concordato con i docenti della classe. Tutto ciò senza aggravio di costi per i genitori. Consiglierei di chiedere un incontro con il Dirigente Scolastico e verificare se vi era stata inviata una lettera di avvertimento che il ragazzino rischiava la bocciatura per le assenze. Nel caso manchi, è possibile anche fare ricorso contro la bocciatura, soprattutto se, informata la scuola che l’alunno sarebbe stato assente per lungo periodo, il Consiglio di Classe non ha provveduto a fornire un programma personalizzato, e proposto, una volta rientrato in classe, verifiche di recupero sul programma concordato preventivamente. Non è detto che si ottenga qualcosa, ma se volete provarci, la strada è questa. Certo che è una cosa lunga, stressante e va valutato se vale la pena: il ragazzino probabilmente, a causa di tutte le assenze, ha davvero accumulato delle lacune, e, nel corso dell’anno, ha subito già un forte stess emotivo per i problemi di salute. Forse ripartire da capo a settembre, affrontando il nuovo anno con calma può essere una soluzione meno dolorosa. Al limite, è da valutare anche se cambiarlo di sezione. Comunque l’importate è che si sia rimesso in salute. Auguri, ciccino, spero che tutto si risolva per il meglio.
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forse il mio discorso e fuori senso mia figlia per la seconda volta e stata bocciata 2 media di nuovo ha degli insegnanti che avevo io 20 anni fa e secondo me il problema sono loro perche visto che sono stanchi e non hanno piu lla forza e l interesse dei ragazzi non vanno in pensione e cedono il posto a ragazzi appena laureati ?
dicono che e la ragazza che non s impegna ma secondo me la colpa e pure
loro pposso capire il primo ma il secondo anno no , e non ha mai fatto assenze o note per cattiva condotta.
vorrei sapere se si puo fare ricorso,o far fare degli esami per passare in terza media ,visto che adesso non vuole andare piu a scuola.
Come mai non danno il posto ai giovani e finiscono di rovinare i nostri figli,
togliendo loro ogni speranza?
Scusatemi ma nessuno sa darmi una risposta Grazie
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Gli insegnanti molto spesso non vanno in pensione perché non possono: non è questione di lasciare il posto ai giovani.
Si può bocciare per due anni consecutivi, perché la promozione non è mai un atto dovuto: uno studente può anche essere stato molto tranquillo, non aver preso note e non aver fatto assenze, ma se il suo rendimento non arriva al sei, che si deve fare, promuoverlo a priori? Durante l’anno, però, anche voi genitori avreste dovuto rendervi conto (controllando i voti sul libretto, andando ai colloqui con i professori) che la ragazza portava a casa insufficienze e aveva dei problemi a scuola. Non avete fatto niente, parlato con i professori e soprattutto avvertito la ragazza che rischiava nuovamente di ritrovarsi bocciata se non si impegnava? Alle volte, se in famiglia si dà per scontato che il secondo anno la promozione sia in qualche modo “dovuta” si finisce col far prendere all’alunno molto sottogamba i problemi scolastici, e dopo sono amari risvegli.
Se la situazione è come la descrive, non credo ci siano margini per un ricorso, nè si possono far fare esami per passare in terza media “saltando” la seconda. Se non va d’accordo con i professori, si può però chiedere che venga cambiata di sezione per ripetere l’anno.
Al limite, superati i 16 anni, la ragazza può iscriversi al CTP (Centro Educazione Permanente per l’età adulta), cioè le vecchie “medie serali” e provare a prendere lì la licenza media, frequentando i corsi alla sera. Si tratta di un anno solo, anche se non ha frequentato tutte le classi precedenti non importa, basta che abbia una regolare licenza elementare.
Spero di essere stata utile
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Occhio! Cerchiamo di rimanere con i piedi per terra. Ho 32 anni di servizio e posso, quindi, dire la mia con una certa autorevolezza, non fosse altro per l’esperienza e la saggezza date dall’età.
Prima di sparare sui docenti “vecchi”, sempre se persone coscienti, ovviamente (gli incoscienti sono dappertutto), valutiamo serenamente l’esperienza che questi hanno nel loro campo. Personalmete mi farei operare più da un vecchio infermiere in procinto di andare in pensione che da un chirurghino di primo pelo…
Oggi, semplicemente da come un alunno maneggia il flauto (insegno musica) capisco se ha studiato, quanto ha studiato, come ha studiato ecc.
cosa, questa, impensabile 30 anni fa.
Per quanto riguarda la “diatriba Gelmini”, a mio avviso si sta davvero esagerando e anche troppo. Ignoro la realtà scolastica del nord mentre immagino quella del sud; qui in centro le cose stanno andando sempre peggio! Si studia sempre meno, i genitori, ormai, coprono le magagne dei propri figli spudoratamente, i ragazzi hanno imparato che anche con due materie non si boccia più e quindi ognuno può scegliersi tranquillamente quale materia non fare per l’intero triennio ecc., il tutto condito dall’operato di presidi più o meno imbecilli. Adesso basta! Di questo passo, questa istituzione fra qualche anno non servirà più. Ricordiamoci che la scuola oltre ad informare serve anche a formare il cittadino e questo è possibile solo con il rispetto rigoroso di leggi e regolamenti chiari e inderogabili. I genitori ci lascino lavorare in santa pace e, soprattutto, prima di puntare il dito contro gli insegnanti, imparino a fare il loro mestiere (di genitore) dato che sempre più spesso abbiamo a che fare con situazioni famigliari allucinanti! Con una buona dose di responsabilità e buon senso da parte di tutti le cose torneranno a posto da sole.
Saluti.
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caro laicista hai perfettamente ragione io ho un figlio che frequenta la seconda istituto tecnico agrario provincia di firenze, si è impegnato sempre al massimo risultato media 7.77 con materie uso fisica con voti 8.5/9 in pagella ovviamente 8 storia 8 8 10 con tanto di dedica scritta dal professore in pagella ovviamente 8 in educazione fisica medaglia d’argento nei giochi studenteschi della provincia, vari primi in diverse discipline, ma ovviamente voto 8 non di più chimica agraria voto di media 7.85 ovviamente in pagella 7 in matematica media 8 ovviamente 7, ho chiesto di visionare gli scrutini e tutti i registri delle materie di cui sopra, li ho visti e cosa è accaduto che matematica era un errore di trascrizione quindi la pagella cambiera da 7 a 8 e visto che mediamente gli hanno tolto mezzo voto sulle altre materie la risposta è stata che forse non vogliono scommettere su di lui xhcè le eccellenze negli ultimi 10 anni non vengono più premiate, forse dal prossimo anno verranno premiate con la riforma Gelmini. caro laicista 2 mesi prima della fine della scuola ero stata chiamata in qualità di rappresentante di classe per comunicarmi che su 26 ragazzi 16 avevano oltre di 6 gravi insufficienze e vuoi sapere alla fine sono stati bocciati solo 6 xchè in due mesi sono riusciti a recuperare quello che non avevano fatto fino ad allora….. merita commenti???????
I professori dovrebbero smettere di usare il loro potere per far avanzare una manica di incompententi e non premiare chi studia.
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