“Non lo capiva più neppure lui a chi aveva cercato di leccare il culo.”
In letteratura l’inconveniente è noto come “sindrome del massaggiatore”, un eufemismo per definire il soggetto disabituato a lecc… ehm … a guardare in faccia la gente.
Imprescindibile il commento del sig. Topo. Senza questa chiosa il post della sig.na Galatea non avrebbe avuto senso alcuno. Certo che i puntini di sospensione, se non lo mandano in bestia, certamente confondono le idee al sig. Train.
Quando il fine ultimo e’ la leccata di culo sono d’accordo con te.
Tuttavia se “l’opinionista” si proponesse di analizzare in maniera seria ed equilibrata un evento, situazione o periodo storico, credo che lo preferirei di gran lunga ai fessi isterici con la bava alla bocca tipo Santoro, Repubblica, Libero o il Giornale.
Anche se giungesse a conclusioni che mi possono lasciare scettico o perplesso.
Non vorrei pero’- e non credo sia il tuo caso a giudicare da quel che scrivi – che in Italia, la parola “equilibrato” diventasse sinonimo di “leccaculo”, come gia’ sta accadendo in un paese dove il “furore luterano”, la cecita’ ideologica da tifoso e l’odio, stanno sostituendo non solo il dialogo, ma anche la discussione, per quanto accesa possa essere nei limiti della civilta’.
@ Yossarian
La questione è proprio questa: immaginare un fondista che “si proponesse di analizzare in maniera seria ed equilibrata un evento” è ipotesi semplicemente iperuranica. Piuttosto, sarebbe molto bello e di molto preferibile che i giornali per magia smettessero di pubblicare i cosiddetti “articoli di fondo”, che pure sono vecchi quanto la stampa dei quotidiani.
Ciò per il semplice motivo che l’articolo di fondo nacque proprio dall’esigenza dell’editore e del potente – poi mai venuta meno, sino ad oggi – di far prevalere il suo di punto di vista su tutti i possibili (interessati o meno) punti di vista derivabili dalla mera lettura dei fatti, compresi quelli dei redattori. Il che da sempre conferisce al fondo quel tipico, acre lezzo di marchetta. Meno la stampa è libera, tanto più proliferano gli “opinionisti di prestigio”, e oggi in Italia in effetti ne circolano orde.
Molto, molto meglio e altra cosa sono i corsivisti satirci, la specie dei Fortebraccio e dei Travaglio (non a caso ferocemnte inviso ai fondisti paraculi del Corrierone), oggi in manifesta via di estinzione.
Ieri sera un grande artista ha detto parole chiare e dure.
“La speranza è una trappola infame inventata da chi comanda”. E poi: “Il riscatto è doloroso, esige dei sacrifici…”.
Un grande, Monicelli. Le parole più vere, più chiare e più semplici schiaffate finalmente in faccia agli Italiani dicendo quello che in molti casi sono: un popolo di opportunisti e di servi, capaci solo di scavarsi la fossa, credendosi furbi intanto che se la scavano.
Accettare il sacrificio del riscatto… questo è il vero coraggio. Rifiutando le parole ipocrite di chi chiede ancora fiducia, senza essere stato capace di ammettere una sola responsabilità e farsi da parte. In politica, nelle Istituzioni, nelle Aziende.
Nessuna fiducia, nessuna speranza, nessuna attesa. Fuori dai coglioni.
Fuori dai coglioni questi politicanti da quattro soldi, gli amministratori indegni, i predicatori, i manager che hanno devastato le aziende sulla pelle dei Lavoratori … .
FUORI DAI COGLIONI. Questo è il nostro paese, e ce lo dobbiamo riprendere. Costi quel che costi.
@Guido: Forse sono assai meno ottimista di te. Il problema è che ho sempre pensato che questa idea che ci sia un paese che è stato “espropriato” della sua facoltà di autogovernarsi solo da una manica di politici corrotti e ignoranti mi pare una lettura semplicistica. Se anche fosse avvenuto, siamo noi che glielo abbiamo permesso. Ora, certo, siamo spaventanti da quello che ci vediamo di fronte, e bisognerebbe trovare il modo di fare pulizia. Ma proprio perché non è, almeno secondo me, solo una questione di “noi” e “loro” la cosa è molto difficile, e anche le parole di Monicelli sono forse umanamente compransibili, ma rischiano di restare quello che sono: un esecizio di retorica. Io oramai mi chiedo, molto semplicemente, se l’Italia sia salvabile, e ho forti dubbi.
@Yossarian: No, non credo che equilibrato sia equivalente mai a “leccalulo”. Sono due concetti antitetici, per certi versi. Quello che non sopporto è però il tono di certi eterni terzisti, che non prendono mai una posizione chiara su nulla. Quello non è equilibrio, è semplicemente non avere coraggio. Alle volte preferisco un Santoro e un Feltri a certe penne che non sai mai come la pensino, e continuano per ciò ad andar bene per tutte le stagioni.
Morgan mi ha fatto quasi venire voglia di tifare Berlusconi. A parte che pareva fatto come un cammello mentre parlava (e non era per la voce roca), un novantacinquenne aterosclerotico con l’alzheimer avrebbe uno sguardo e una presenza più vispi…. ondeggiava la testa come se dovesse mettere a fuoco una cicca di sigaretta nella nebbia.
Io sono assolutamente antiproibizionista,perché credo che ognuno se lo fa con responsabiità e senza rischi per gli altri sia libero di rovinarsi come desidera.
Ma farmi fare la morale da uno sniffatore di crack scusate….
Ma che cazzo ne sa lui di cultura e Dante Alighieri quando piglia miliardi mentre ragazzi e laureati da premio Nobel sono a marcire di precariato?
Ma vaffa….. Morgan vaffa di cuore. Idem per Benigni che intasca cachet milionari dalla Rai e gioca a fare il proletario dei miei coglioni!
Luttazzi è come sempre Luttazzi, o ti piace (a me abbastanza) o non ti piace, ma almeno è sincero e poi non fa il moralista del cazzo come Benigni e il tossicone.
Detto questo io penso che non ci sia da fidarsi sino in fondo di tutti i giornalisti “indignati”, la trasmissione di ieri sera non era una manifestazione di libertà, ma la vendetta di una casta che sta vedendo minacciato da Berlusconi il suo feudo.
Perché io Lerner me lo ricordo quando sbavava dietro agli invasori USA nei Balcani, me lo ricordo quando Israele bombardava Gaza. E mi ricordo anche tutti gli altri servi nell’informazione essere al fianco prima di D’Alema e poi di Berlusca in tempi neppure troppo lontani.
Io non mi fido. È solo una lotta interna tra caste che andrebbero spazzate via.
@ Yossarian
Provo a replicare il commento che avevo postato stamattina e che ora è misteriosamente sparito.
A mio modo di vedere sarebbe bello un mondo i cui i giornali non contenessero più articoli di fondo, nati effettivamente assieme ai giornali, ma con la funzione di propagandare il punto di vista dell’editore, in genere identificabile con un potentato o almeno con un suo rappresentante. Nel corso dei decenni, se ci pensate bene, il ruolo dei corsivi è rimasto – con rare eccezioni confermative della regola – quello di diffondere l’opinione del potente su un certo fatto e di farla prevalere sulle opinioni che redattori e lettori di un giornale possono maturare venendo a conoscenza del fatto medesimo. Questa è tra l’altro la ragione per cui il corsivo, quando più quando meno (dipende anche dalla direzione e dall’intensità del vento imbeccatore) emana sempre quell’acre lezzo di marchetta già solo a guardarlo e prima ancora di decidere se leggerlo o meno.
Sempre a mio modo di vedere, ciò che in un giornale non dovrebbe mai mancare, ma che anzi dovrebbe essere incrementato a fianco delle cronaca dei fatti, è semmai il commento satirico di vignette di qualità alla Altan, Giannelli, Vincino, Ellekappa, Vauro, Bucchi, ecc. e quello di articoli alla maniera di Longanesi, Flaiano, Fortebraccio o – perché no – alla Travaglio, che non a caso è ferocente inviso ai corsivisti paraculi e marchettari del Corrierone.
Ecco, sottoscriva ogni riga, sig. Topo, del sig. Guido Alemanno. Spero che il sig. Guido sia invece più intelligente, non sottoscrivendo il Suo.
Sig.na Galatea: non ci stupisce che Lei preferisca i Santoro e i Feltri: la cosa è perfettamente coerente con la sua vena bozzettistica, esente da ogni storicismo, e anche da un qualsiasi senso della storia, quella vera, non quella illustrata che piace a Lei. E mi scusi per la franchezza.
Sig. Yossarian: Lei qui è disperatamente solo, quando cerca di essere equilibrati. Gli altri, a cominciare dalla tenutaria, o si rifiutano di esserlo, perché “rumor sum, sed sum”, o perché non disequilibrati per natura: a leggere quel che scrivono personaggi come il Topo, suonano tragicamente vere queste parole:
@topogonzo (ovvero red.cac.): caro red, il suo commento è meraviglioso, perché denota perfettamente il fatto che chi non ha la più pallida idea di cosa sia il metodo storico e di come si “faccia” storia è lei. Da sempre sospetto, leggendo le sue chiose, che Lei abbia una formazione da filologo o forse da glottologo: ecco, qui si vede proprio tutta. Niente di male, anzi: solo che quando tenta di dire cose su argomenti non suoi, vengono fuori perle come questa. Per uno storico, le fonti “schierate” apertamente sono meglio di quelle apparentemente “terziste”: avere a che fare con un autore che da subito mette le carte in tavola e dichiara le sue simpatie permette di prendergli le misure meglio. Al di là del valore letterario che la singola fonte può avere, i terzisti sono spesso molto più infidi. Inoltre il “terzismo” non è sinonimo di equidistanza, ma spesso di ancor più feroce manipolazione. Certo, capisco che per Lei, red. cac, siano concetti un po’ troppo complicati: la sua capacità di analisi storica si limita a pensare che la storia si debba fare come Lei fa il troll: cioè decidendo a priori che tutti quelli che non la pensano come lei siano fessi.
La citazione in greco la traduca lei, se vuole.
capisco il fastidio verso quelli che si definisce “cerchiobottisti”, cioè coloro che fanno tutta una tiritera per non scontentare nessuno e, ovviamente, invece, scontentano eccome; se un cerchiobottista racconta l’antica favola del lupo e dell’agnello, cerca di dare un pò di ragione al lupo, mettendolo sullo stesso piano dell’agnello; se un cerchiobottista racconta un processo per stupro, cerca di mettere sullo stesso piano le ragioni della vittima e dello stupratore; un cerchiobottista è uno che, di fatto, stà dalla parte sbagliata, ma lo fa con perfida apparente equidistanza; comunque, cara galatea, io gli opinionisti non li leggo più, perchè delle loro opinioni non mi interessa
Tocca risponderLe come merita: non capisce un belino. Santoro e i Feltri non sono storici. Giusto? Lei si crede dotata di senso storico: giusto? Quando scrive di storia, Lei predilige rumores e congetture psicologiche e, come Santoro e Feltri, mette l’oggetto trattato al servizio della sua ambizione di trattatista. Sapevo che Lei non è intelligente, ma il Suo sproloquio la dichiara oca. Un nulla, senza cicisbei. La sua cantonata ha dell’incredibile. Una comparativa Le provoca un delirio. Le spiego meglio: una a cui piacciono Santoro e Feltri, non può che scrivere le cose che scrive: scemenze.
Come non ha senso storico, non ha preparazione né filologica né glottologica, neanche elementari. La citazione la traduca Lei? Non sapendo di che si tratta e, sapendolo, non essendo in grado di tradurla subito, lo farò io, forse. Conosco bene, sig.na, il liceo e le facoltà umanistiche dei tempi suoi. Del resto, una che squaderna frammenti del bel Crizia, che altro è se non una minuziologa?
p.s.
Laureato in lettere classiche – quando ancora si doveva saper tradurre dall’italiano al greco – con tesi, poi pubblicata, di storia antica, per la precisione sulle ragioni economiche della dialettica senato-imperatore da Nerva ad Adriano (attraverso le fonti latine e greche). Primo “manuale” introduttivo, Rostovzeff. E lei sproloquia di fonti. Ridicola.
@red. cac. O che meraviglia! Finalmente siamo riusciti a sapere di più, dei retroscena dell’augusto red. cac. Il quale, tanto per dimostrare di non capire un belino di storia, non sa evidentemente lui stesso la differenza fra il concetto il di “fonte”, cioè, in questo caso, Santoro e Feltri, e quello di “ricostruzione storica”. Eh capita, quando si passa troppo tempo ad essere convinti di non essere fessi.. e parimenti dimostra di non capire la differenza fra un post del mio blog, che è appunto un post di blog e quindi non viene certo scritto come scriverei una monografia accademica, ed una monografia accedemica vera, appunto.
Grazie, red. cac.! Come tutti i Bertoldi che si confessano ridendo, il suo commento è assolutamente meraviglioso, essendo riuscito a mettere a nudo magnificamente non solo la sua totale pochezza (il tono da “lei non sa chi sono io”” è assolutamente stupendo, oltre che sincero!E poi, la citazione di Rostozeff lasciata cadere così, come se fosse il solo a conoscere il nome… magnifica, sembra uscita da un film di Alberto Sordi!), ma anche l’incredibile spocchia di cui si ammanta. E poi, ammetto, vi è anche una altra cosa positiva: data la sua non più verde età, è la riprova provata che anche nei tempi passati non ci volevano poi grossi sforzi a riuscire a rimediare una laurea. Arrivederci, mio caro red. Mi raccomando, mi saluti Rostozeff, lei che lo conosce.
🙂
Ma scusi, signorina, per quanto la faccia lunga, Lei allora è scema veramente? I suoi sono post di blog che evidenziano il suo non aver nessuna idea di che cosa sia la storia; il suo chiamare santori e feltri “fonti” dimostra che non sa di cosa parla; il distinguere i suoi post dalle monografie accademiche dimostra che Lei davvero ha un cervellino così, dal momento che ho definito rumenta i post… quanto alle monografie accademiche, mi auguro che non voglia rimpinguare il mucchio di rumenta che già vi giace in Italia. E Rostovzeff, mi scusi, sa, mi son permesso di chiarirLe che bisognava conoscerlo a menadito, per presentarsi da quelle parti a chiedere una tesi di storia. Non spacci, almeno tra noi, la citazione di un Bignami per studiosi di storia per una citazione accademica. Guardi che Le sbatto lì il sig. Santi Mazzarino, come lo chiama il sig. Train… Sig.na Galatea, traduca il greco e la smetta di dire cazzate in italiano.
Arrivederci? Certamente! Finché non Le sarà chiaro che Le conviene raschiarmi, anche se perderà qualche lettore.
@red.Cac. E’ delizioso vedere quanto si scalda!Per carità, red. cac. è evidente che io ho cervellino piccino picciò, e che qui l’unico cervellino degno di questo nome è il Suo. Solo lei, dacchè sono stati inventati gli studi di Storia greca, ha letto Rostozeff prima di chiedere la tesi (a chi, tra l’altro? Così, per curiosità). Eh, noi laureati odierni – be’, oddio, diciamo ormai di qualche decennio fa -Rostozeff non sappiamo manco chi sia, e non abbiamo avuto mica come lei la possibilità di frequentare i grandi maestri, per dire, come Lei invece ha certamente fatto. Sono convinta che lei ha passato infinte serate discutendo amabilmente con Santo Mazzarino, mentre io, per esempio, non ho mai avuto questa possibilità (ahimè per motivi anagrafici) e certo non fa conto aver potuto frequentare e scambiare opinioni con altri, che certo però rispetto alle Sue frequentazioni sono robetta, come Luciano Canfora, Marta Sordi, o magari Andrea Giardina, allievo del Mazzarino e suo successore, che è stato mio professore al dottorato di ricerca, o Lorenzo Braccesi, con cui mi sono laureata, o Domenico Musti, mio correlatore di tesi; tutta gente però che non vale una cicca rispetto a lei, beninteso, e il fatto che con loro abbia passato le selezioni per le varie borse di studio e poi per anni essi abbiano apprezzato i miei articoli lo conferma. Sono sicura che, se una volta si appalessasse con il Suo nome, subito sarebbe chiara la portata imprescindibile dei suoi contributi accademici, di poco inferiori a quelli del Mazzarino stesso per il loro peso epocale.
Sì, lo so, la Sua innata modestia glieLo impedisce: la stessa che l’ha spinta a non continuare la carriera in Università, per cui certo aveva tutte le porte aperte. Ma Lei è schivo, ed il pensiero che le Sue elucubrazioni potessero essere scambiate per un altro pacco di rumenta prodotto da noi imbrattacarte, via, no, l’ha trattenuta…pensi, magari oggi la sua tesi su Nerva giace su uno scaffale accanto ad una rivista dove sta pubblicato uno dei miei articoli: oh, Dio, che orrore! Che vergogna!
Quanto al raschiarla, mio caro red, e come potrei mai? La Sua presenza è l’unica cosa che rischiara il mio blog, ed i miei lettori è chiaro che non vengono qui per i miei post, che sono ben poco degni di attenzione, ma per delibare i suoi commenti sopraffini. E dunque raschiarla, non fia mai! Senza di Lei, io sarei perduta, anzi lo saremmo tutti. E dunque red, la prego, continui. Il Suo genio, il lume della sua cultura non ci può mancare: a noi, meschini, che non abbiamo letto Rostozeff, mai, beninteso, e ancor meno Gabba, Levi, e chi più ne ha più ne metta. A noi, che senza la sua guida non sapremmo distinguere Cicerone da un tir.
Non ci lasci soli, red, abbia pietà.
Sono io che mi scaldo? Bah… comunque Marta Sordi la lascia perdere, faccia il piacere. Niente da dire invece su Giardina, ma lei sa che l’intelligenza non si attacca. La scarlattina sì. Musti? Domenico Musti? L’autore di una serie di cazzatelle inutili per quella che fu una seria, serissima casa editrice?
Non vi lascerò soli. Ma Lei traduca il greco.
@red. cac: Ero sicura che non ci avrebbe lasciati soli, red. Traduca lei, se ne ha voglia. Oppure vada a ripassare qualche libro di storia greca. Ne ha bisogno.
questo blog della sig.na galatea è bello (mi piacerebbe ascoltare gli articoli in accento veneto, ma quello non è possibile), è bello dicevo e lo leggo tutti i giorni, ma ha queste stranissime zuffe nei commenti (che ovviamente non leggo quasi mai) che lo rendono strano; ci vorrebbe una regola ferrea: 1 commento per ogni visitatore e stop, così uno non no spreca; ovviamente è un’idea personale, poi ciascuno in casa sua fa quel che crede
Qui giunti, ammetto la sconfitta. Non solo perché il Suo raschio equivale a un mio trauma psichico ed emotivo; perché ‘sto Rostozeff non no so chi sia; perché parlavo di storia antica e sono tanto à cent sous da dovermi limitare a quella greca; ma soprattutto perché lo scaldo ha fatto friggere le uova in frigo. Inoltre: Lei lo ha piccino picciò, io piccino e basta, e me ne dolgo; le Sue domande personali mi colgono in fallo (Lei m’informa che era una tesi su Nerva); mi tradisce l’invidia per il consesso di sapere intelligenza e trasparenza che sono le facoltà umanistiche dal ’70, ove sempre più le intelligenze maschili sono sbaragliate a colpi di cervello da quelle femminili. Irretito da Seneca, frequento grandi maestri solo ex libris (Lei sa di che parlo), ma, quel ch’è peggio, mi son ridotto a passar più tempo con il sax tenore del sig. Train che a dubitare cum Mustibus Sordibusque. Non basta: la mia correlatrice non era asina come il sig. Train, ma sa(peva) di storia antica quanto ne sa Lei; Maia e Atene e Roma disdegnano i miei studi disperatissimi; il sig. Train e il sig. Topo conoscono il mio nome e per inclinazione sicofantica a Lei lo riveleranno senza condizioni (dettaglio non da poco).
Di modestia innata ne ho poco più di Lei: perciò, forse, so che entrambi evochiamo subito il de utraque siletur (e scusi se non torno al greco di Pindaro che poi Lei rifiuta di tradurre). Fa un po’ ridere il “continuare la carriera in Università” che sa bene essere una carriera per misci o privilegiati, in quanto non ho mai pensato di restare un solo giorno più del dovuto in un luogo in cui si leccano culi almeno quanto nell’entourege di Berlusconi. Del resto, à chacun ses idoles et ses culs. Non sono schivo: mi piace farmi i cazzi miei, quelli cui Lei non sopporta di essere ridotta e sbalordisce cicisbei e cicisbee con la minutaglia. Confido che il supremo scolorar del sembiante mi colga senza che pagina mia abbia sfiorato pagina sua perché, come Lei ormai sa, l’intelligenza non si attacca, la scarlattina invece sì.
p.s.
Che diavolo vuol dire delibare? C’entra illibata? Sa, davvero, balbuzie o non balbuzie il linguaggio ha le sua astuzie. E non si dica tediata dal fatto che comincio a ripetermi: è necessario, con certe zucche. Ma, visto che mi prega, resterò, pur cominciando a provare un certo disagio, e avrò pietà.
@red.cac: Red, essì che il suo psichiatra gliel’ha detto tante volte…non deve smettere di prendere le medicine. Poi delira e mi tocca chiamare Erasmo che la venga a prendere sotto al balcone di casa mia, come quella volta che si era messo in testa di essere George Clooney e continuava a piangere sotto la mia finestra chiamandomi: “Elisabeeeeetta!” e dicendo che voleva scattarmi le foto per un nuovo calnedario.
Su, dai, lo sappiamo tutti che Lei non è neppure laureato e che l’unica volta che ha sentito nominare Nerva era in una puntata di Superquark che ha visto per sbaglio. Pensa di essere laureato in greco perché ha cominciato ad avere le traveggole e s’è messo ad abbracciare i cavalli, in mezzo alla strada, pensando di essere Nietzsche.
Ora su, da bravo, torni in clinica, a fare i suoi origami, che sennò la suora si preoccupa.
Per una volta dovrebbe ascoltare il consiglio dei suoi compagni di merenda, qui non trova una claque plaudente pronta ad accettare qualunque scemenza che lei scriva. Nessuno giustamente la tiene in seria considerazione, pertaanto tragga lei le conseguenze.
@red.cac. Su red, non se la prenda così. Sul suo blog potrà sfogare tutto il suo astio, fra i quattro suoi “cicisbei” che le danno ragione, la considerano un dio, e ritrovare quella serenità ormai ha proprio perso. Non se la prenda con il mondo, se appena esce dagli angusti confini della sua cerchia nessuno la fila più e rimedia solo mazzolate e pernacchie. E’ il destino delle grandi menti come la sua.Il mondo, come dice sempre Silvio, è comunista e pieno di fessi.
Il vescicone genovese deve aver covato dentro si sé per parecchi mesi questo sfogo, questa sua ribollente e scomposta versione del classico “lei non sa chi sono io”, giovine signorina farfalletta!.
Bè, Galatea, vedo bene che lo sfoggio trombonico del povero vecchio ti ha tutt’altro che impressionato, ma semmai dovessi immaginartelo anche solo un po’ diverso dalla sua reale essenza e a scanso equivoci, aggiungo qualche colpo di pennello a sfumare perché si completi il ritratto che lui stesso e nessuno altro – più o meno implicitamente – ha fatto qui sopra di sé: sì, lui è proprio quello là, il famoso patetico “vecchio professore” che si aggira tra i carrugi alla ricerca di colei che lo chiami “micio bello e bamboccione”.
Lo so che forse chiedo troppo, ma non è che tu, Galatea, potresti sussurrarglielo en passant e una volta sola. Lui solo quello cerca in realtà. In fondo a te costa assai poco e lui eviterebbe per una volta di dilapidare la sua mezza pensione.
@Topganz: E per piacere, non infieriamo su red. cac. Non ne vale la pena. Se si diverte a venire qui, lasciamoglielo fare. Poraccio, non gli resta altro, su.
🙂
S’è messa in buona compagnia, sig.na. Fa un figurone, fra il topo e il sig. Train.
Ringraziamo il coso (diamo a Malvone quel ch’è di Malvone), per non voler infierire. Rammentiamo al sig. Train che può infilarsi sotto l’ala della sig.na quanto Le pare: niente da fare, non gliela darà.
Lei, sig.na, dopo lo sfogo del 27 marzo 2010 at 6:41, dice la stessa cosa, con timide e modeste variazioni, in 28 marzo 2010 at 9:57 pm, 29 marzo 2010 at 7:34 am e 29 marzo 2010 at 11:12 am. Confortando i fessi summenzionati perde prestigio anche tra i cicisbei. Ormai qui veniamo io, Lei, e Castore e Polluce.
E guata, e guata, il sig. Train. Ma, in primo luogo, l’ex collega Erasmo non è il mio fido, come lo era invece (Suo) fido Totonno (a proposito, chedd’è di costui?); in secondo luogo, e se fossi io il fido di Erasmo, o di Teddy, o di altro redattore? Infine, sig. sig. Train, lo dica pure: l’ignoranza di red. cac. è infinitamente grande da raggiungere il sublime. Lei se ne intende.
Sig.na Galatea: Le conviene interdire il sig. Train, o questo diverrà il suo post più letto, il che, a nostro modo di vedere, non tornerà a Sua gloria.
Erasmo è abbastanza furbo da capire che intestardirsi a fare il troll da Galatea non paga. Poi, lei faccia quello che vuole, a me non interessa proprio un fico secco.
Vuole finirla Lei, piuttosto, di taroccarci il counter? Guardi che se ci trovo una sola goccia di s… vabbè, di sangue, vengo all’Asinara e le spezzo le fidanzate.
“E per piacere, non infieriamo su red. cac. Non ne vale la pena. Se si diverte a venire qui, lasciamoglielo fare. Poraccio, non gli resta altro, su.”
Obbedisco umilmente. Ma tengo comunque a precisare che io non intendevo affatto infierire (ce mancherebbe, porèèèllo!). Che il buon uomo si diverta non può che riempirmi il cuore e per questo la mia deferentissima richiesta era sincera: suvvia, nobilissima Galatea, sussurraglielo solo una volta “micio bello e bamboccione”, una volta sola e poi basta.
Topo, grazie per il tuo aiuto di donnaiuolo. Ora però devi occuparti di tutti quei bastardi leghisti che contaminano la tua regione, e persino Ascoli capitale della Marsica… e magari persino il bar sport.
Pensa che ancora non ne hai viste abbastanza: fatti due conti e da’ retta, compra i cavalli di frisia.
“Non lo capiva più neppure lui a chi aveva cercato di leccare il culo.”
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Imprescindibile dice? Prego, mai quanto il suo.
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E’ già tutto scritto qua. 😉
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Quando il fine ultimo e’ la leccata di culo sono d’accordo con te.
Tuttavia se “l’opinionista” si proponesse di analizzare in maniera seria ed equilibrata un evento, situazione o periodo storico, credo che lo preferirei di gran lunga ai fessi isterici con la bava alla bocca tipo Santoro, Repubblica, Libero o il Giornale.
Anche se giungesse a conclusioni che mi possono lasciare scettico o perplesso.
Non vorrei pero’- e non credo sia il tuo caso a giudicare da quel che scrivi – che in Italia, la parola “equilibrato” diventasse sinonimo di “leccaculo”, come gia’ sta accadendo in un paese dove il “furore luterano”, la cecita’ ideologica da tifoso e l’odio, stanno sostituendo non solo il dialogo, ma anche la discussione, per quanto accesa possa essere nei limiti della civilta’.
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La questione è proprio questa: immaginare un fondista che “si proponesse di analizzare in maniera seria ed equilibrata un evento” è ipotesi semplicemente iperuranica. Piuttosto, sarebbe molto bello e di molto preferibile che i giornali per magia smettessero di pubblicare i cosiddetti “articoli di fondo”, che pure sono vecchi quanto la stampa dei quotidiani.
Ciò per il semplice motivo che l’articolo di fondo nacque proprio dall’esigenza dell’editore e del potente – poi mai venuta meno, sino ad oggi – di far prevalere il suo di punto di vista su tutti i possibili (interessati o meno) punti di vista derivabili dalla mera lettura dei fatti, compresi quelli dei redattori. Il che da sempre conferisce al fondo quel tipico, acre lezzo di marchetta. Meno la stampa è libera, tanto più proliferano gli “opinionisti di prestigio”, e oggi in Italia in effetti ne circolano orde.
Molto, molto meglio e altra cosa sono i corsivisti satirci, la specie dei Fortebraccio e dei Travaglio (non a caso ferocemnte inviso ai fondisti paraculi del Corrierone), oggi in manifesta via di estinzione.
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Ieri sera un grande artista ha detto parole chiare e dure.
“La speranza è una trappola infame inventata da chi comanda”. E poi: “Il riscatto è doloroso, esige dei sacrifici…”.
Un grande, Monicelli. Le parole più vere, più chiare e più semplici schiaffate finalmente in faccia agli Italiani dicendo quello che in molti casi sono: un popolo di opportunisti e di servi, capaci solo di scavarsi la fossa, credendosi furbi intanto che se la scavano.
Accettare il sacrificio del riscatto… questo è il vero coraggio. Rifiutando le parole ipocrite di chi chiede ancora fiducia, senza essere stato capace di ammettere una sola responsabilità e farsi da parte. In politica, nelle Istituzioni, nelle Aziende.
Nessuna fiducia, nessuna speranza, nessuna attesa. Fuori dai coglioni.
Fuori dai coglioni questi politicanti da quattro soldi, gli amministratori indegni, i predicatori, i manager che hanno devastato le aziende sulla pelle dei Lavoratori … .
FUORI DAI COGLIONI. Questo è il nostro paese, e ce lo dobbiamo riprendere. Costi quel che costi.
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@Guido: Forse sono assai meno ottimista di te. Il problema è che ho sempre pensato che questa idea che ci sia un paese che è stato “espropriato” della sua facoltà di autogovernarsi solo da una manica di politici corrotti e ignoranti mi pare una lettura semplicistica. Se anche fosse avvenuto, siamo noi che glielo abbiamo permesso. Ora, certo, siamo spaventanti da quello che ci vediamo di fronte, e bisognerebbe trovare il modo di fare pulizia. Ma proprio perché non è, almeno secondo me, solo una questione di “noi” e “loro” la cosa è molto difficile, e anche le parole di Monicelli sono forse umanamente compransibili, ma rischiano di restare quello che sono: un esecizio di retorica. Io oramai mi chiedo, molto semplicemente, se l’Italia sia salvabile, e ho forti dubbi.
@Yossarian: No, non credo che equilibrato sia equivalente mai a “leccalulo”. Sono due concetti antitetici, per certi versi. Quello che non sopporto è però il tono di certi eterni terzisti, che non prendono mai una posizione chiara su nulla. Quello non è equilibrio, è semplicemente non avere coraggio. Alle volte preferisco un Santoro e un Feltri a certe penne che non sai mai come la pensino, e continuano per ciò ad andar bene per tutte le stagioni.
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@Galatea. Altre considerazioni su ieri sera.
Morgan mi ha fatto quasi venire voglia di tifare Berlusconi. A parte che pareva fatto come un cammello mentre parlava (e non era per la voce roca), un novantacinquenne aterosclerotico con l’alzheimer avrebbe uno sguardo e una presenza più vispi…. ondeggiava la testa come se dovesse mettere a fuoco una cicca di sigaretta nella nebbia.
Io sono assolutamente antiproibizionista,perché credo che ognuno se lo fa con responsabiità e senza rischi per gli altri sia libero di rovinarsi come desidera.
Ma farmi fare la morale da uno sniffatore di crack scusate….
Ma che cazzo ne sa lui di cultura e Dante Alighieri quando piglia miliardi mentre ragazzi e laureati da premio Nobel sono a marcire di precariato?
Ma vaffa….. Morgan vaffa di cuore. Idem per Benigni che intasca cachet milionari dalla Rai e gioca a fare il proletario dei miei coglioni!
Luttazzi è come sempre Luttazzi, o ti piace (a me abbastanza) o non ti piace, ma almeno è sincero e poi non fa il moralista del cazzo come Benigni e il tossicone.
Detto questo io penso che non ci sia da fidarsi sino in fondo di tutti i giornalisti “indignati”, la trasmissione di ieri sera non era una manifestazione di libertà, ma la vendetta di una casta che sta vedendo minacciato da Berlusconi il suo feudo.
Perché io Lerner me lo ricordo quando sbavava dietro agli invasori USA nei Balcani, me lo ricordo quando Israele bombardava Gaza. E mi ricordo anche tutti gli altri servi nell’informazione essere al fianco prima di D’Alema e poi di Berlusca in tempi neppure troppo lontani.
Io non mi fido. È solo una lotta interna tra caste che andrebbero spazzate via.
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@ Yossarian
Provo a replicare il commento che avevo postato stamattina e che ora è misteriosamente sparito.
A mio modo di vedere sarebbe bello un mondo i cui i giornali non contenessero più articoli di fondo, nati effettivamente assieme ai giornali, ma con la funzione di propagandare il punto di vista dell’editore, in genere identificabile con un potentato o almeno con un suo rappresentante. Nel corso dei decenni, se ci pensate bene, il ruolo dei corsivi è rimasto – con rare eccezioni confermative della regola – quello di diffondere l’opinione del potente su un certo fatto e di farla prevalere sulle opinioni che redattori e lettori di un giornale possono maturare venendo a conoscenza del fatto medesimo. Questa è tra l’altro la ragione per cui il corsivo, quando più quando meno (dipende anche dalla direzione e dall’intensità del vento imbeccatore) emana sempre quell’acre lezzo di marchetta già solo a guardarlo e prima ancora di decidere se leggerlo o meno.
Sempre a mio modo di vedere, ciò che in un giornale non dovrebbe mai mancare, ma che anzi dovrebbe essere incrementato a fianco delle cronaca dei fatti, è semmai il commento satirico di vignette di qualità alla Altan, Giannelli, Vincino, Ellekappa, Vauro, Bucchi, ecc. e quello di articoli alla maniera di Longanesi, Flaiano, Fortebraccio o – perché no – alla Travaglio, che non a caso è ferocente inviso ai corsivisti paraculi e marchettari del Corrierone.
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@ Guido dalla Germania (che non è biondo perché non aveva più capelli da imbiondire).
Non avevo avevo ancora letto il tuo post: sottoscrivo ogni riga.
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Ecco, sottoscriva ogni riga, sig. Topo, del sig. Guido Alemanno. Spero che il sig. Guido sia invece più intelligente, non sottoscrivendo il Suo.
Sig.na Galatea: non ci stupisce che Lei preferisca i Santoro e i Feltri: la cosa è perfettamente coerente con la sua vena bozzettistica, esente da ogni storicismo, e anche da un qualsiasi senso della storia, quella vera, non quella illustrata che piace a Lei. E mi scusi per la franchezza.
Sig. Yossarian: Lei qui è disperatamente solo, quando cerca di essere equilibrati. Gli altri, a cominciare dalla tenutaria, o si rifiutano di esserlo, perché “rumor sum, sed sum”, o perché non disequilibrati per natura: a leggere quel che scrivono personaggi come il Topo, suonano tragicamente vere queste parole:
σοφὸς ὁ πολλὰ εἰδὼς φυᾷ: μαθόντες δὲ λάβροι
παγγλωσσίᾳ, κόρακες ὥς, ἄκραντα γαρύετον
Διὸς πρὸς ὄρνιχα θεῖον.
Sia gentile, sig.na Galatea: traduca Lei per il sig. Yossarian. Se lo faccio io al sig. Topo dà fastidio.
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@topogonzo (ovvero red.cac.): caro red, il suo commento è meraviglioso, perché denota perfettamente il fatto che chi non ha la più pallida idea di cosa sia il metodo storico e di come si “faccia” storia è lei. Da sempre sospetto, leggendo le sue chiose, che Lei abbia una formazione da filologo o forse da glottologo: ecco, qui si vede proprio tutta. Niente di male, anzi: solo che quando tenta di dire cose su argomenti non suoi, vengono fuori perle come questa. Per uno storico, le fonti “schierate” apertamente sono meglio di quelle apparentemente “terziste”: avere a che fare con un autore che da subito mette le carte in tavola e dichiara le sue simpatie permette di prendergli le misure meglio. Al di là del valore letterario che la singola fonte può avere, i terzisti sono spesso molto più infidi. Inoltre il “terzismo” non è sinonimo di equidistanza, ma spesso di ancor più feroce manipolazione. Certo, capisco che per Lei, red. cac, siano concetti un po’ troppo complicati: la sua capacità di analisi storica si limita a pensare che la storia si debba fare come Lei fa il troll: cioè decidendo a priori che tutti quelli che non la pensano come lei siano fessi.
La citazione in greco la traduca lei, se vuole.
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capisco il fastidio verso quelli che si definisce “cerchiobottisti”, cioè coloro che fanno tutta una tiritera per non scontentare nessuno e, ovviamente, invece, scontentano eccome; se un cerchiobottista racconta l’antica favola del lupo e dell’agnello, cerca di dare un pò di ragione al lupo, mettendolo sullo stesso piano dell’agnello; se un cerchiobottista racconta un processo per stupro, cerca di mettere sullo stesso piano le ragioni della vittima e dello stupratore; un cerchiobottista è uno che, di fatto, stà dalla parte sbagliata, ma lo fa con perfida apparente equidistanza; comunque, cara galatea, io gli opinionisti non li leggo più, perchè delle loro opinioni non mi interessa
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Tocca risponderLe come merita: non capisce un belino. Santoro e i Feltri non sono storici. Giusto? Lei si crede dotata di senso storico: giusto? Quando scrive di storia, Lei predilige rumores e congetture psicologiche e, come Santoro e Feltri, mette l’oggetto trattato al servizio della sua ambizione di trattatista. Sapevo che Lei non è intelligente, ma il Suo sproloquio la dichiara oca. Un nulla, senza cicisbei. La sua cantonata ha dell’incredibile. Una comparativa Le provoca un delirio. Le spiego meglio: una a cui piacciono Santoro e Feltri, non può che scrivere le cose che scrive: scemenze.
Come non ha senso storico, non ha preparazione né filologica né glottologica, neanche elementari. La citazione la traduca Lei? Non sapendo di che si tratta e, sapendolo, non essendo in grado di tradurla subito, lo farò io, forse. Conosco bene, sig.na, il liceo e le facoltà umanistiche dei tempi suoi. Del resto, una che squaderna frammenti del bel Crizia, che altro è se non una minuziologa?
p.s.
Laureato in lettere classiche – quando ancora si doveva saper tradurre dall’italiano al greco – con tesi, poi pubblicata, di storia antica, per la precisione sulle ragioni economiche della dialettica senato-imperatore da Nerva ad Adriano (attraverso le fonti latine e greche). Primo “manuale” introduttivo, Rostovzeff. E lei sproloquia di fonti. Ridicola.
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@red. cac. O che meraviglia! Finalmente siamo riusciti a sapere di più, dei retroscena dell’augusto red. cac. Il quale, tanto per dimostrare di non capire un belino di storia, non sa evidentemente lui stesso la differenza fra il concetto il di “fonte”, cioè, in questo caso, Santoro e Feltri, e quello di “ricostruzione storica”. Eh capita, quando si passa troppo tempo ad essere convinti di non essere fessi.. e parimenti dimostra di non capire la differenza fra un post del mio blog, che è appunto un post di blog e quindi non viene certo scritto come scriverei una monografia accademica, ed una monografia accedemica vera, appunto.
Grazie, red. cac.! Come tutti i Bertoldi che si confessano ridendo, il suo commento è assolutamente meraviglioso, essendo riuscito a mettere a nudo magnificamente non solo la sua totale pochezza (il tono da “lei non sa chi sono io”” è assolutamente stupendo, oltre che sincero!E poi, la citazione di Rostozeff lasciata cadere così, come se fosse il solo a conoscere il nome… magnifica, sembra uscita da un film di Alberto Sordi!), ma anche l’incredibile spocchia di cui si ammanta. E poi, ammetto, vi è anche una altra cosa positiva: data la sua non più verde età, è la riprova provata che anche nei tempi passati non ci volevano poi grossi sforzi a riuscire a rimediare una laurea. Arrivederci, mio caro red. Mi raccomando, mi saluti Rostozeff, lei che lo conosce.
🙂
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Ma scusi, signorina, per quanto la faccia lunga, Lei allora è scema veramente? I suoi sono post di blog che evidenziano il suo non aver nessuna idea di che cosa sia la storia; il suo chiamare santori e feltri “fonti” dimostra che non sa di cosa parla; il distinguere i suoi post dalle monografie accademiche dimostra che Lei davvero ha un cervellino così, dal momento che ho definito rumenta i post… quanto alle monografie accademiche, mi auguro che non voglia rimpinguare il mucchio di rumenta che già vi giace in Italia. E Rostovzeff, mi scusi, sa, mi son permesso di chiarirLe che bisognava conoscerlo a menadito, per presentarsi da quelle parti a chiedere una tesi di storia. Non spacci, almeno tra noi, la citazione di un Bignami per studiosi di storia per una citazione accademica. Guardi che Le sbatto lì il sig. Santi Mazzarino, come lo chiama il sig. Train… Sig.na Galatea, traduca il greco e la smetta di dire cazzate in italiano.
Arrivederci? Certamente! Finché non Le sarà chiaro che Le conviene raschiarmi, anche se perderà qualche lettore.
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@red.Cac. E’ delizioso vedere quanto si scalda!Per carità, red. cac. è evidente che io ho cervellino piccino picciò, e che qui l’unico cervellino degno di questo nome è il Suo. Solo lei, dacchè sono stati inventati gli studi di Storia greca, ha letto Rostozeff prima di chiedere la tesi (a chi, tra l’altro? Così, per curiosità). Eh, noi laureati odierni – be’, oddio, diciamo ormai di qualche decennio fa -Rostozeff non sappiamo manco chi sia, e non abbiamo avuto mica come lei la possibilità di frequentare i grandi maestri, per dire, come Lei invece ha certamente fatto. Sono convinta che lei ha passato infinte serate discutendo amabilmente con Santo Mazzarino, mentre io, per esempio, non ho mai avuto questa possibilità (ahimè per motivi anagrafici) e certo non fa conto aver potuto frequentare e scambiare opinioni con altri, che certo però rispetto alle Sue frequentazioni sono robetta, come Luciano Canfora, Marta Sordi, o magari Andrea Giardina, allievo del Mazzarino e suo successore, che è stato mio professore al dottorato di ricerca, o Lorenzo Braccesi, con cui mi sono laureata, o Domenico Musti, mio correlatore di tesi; tutta gente però che non vale una cicca rispetto a lei, beninteso, e il fatto che con loro abbia passato le selezioni per le varie borse di studio e poi per anni essi abbiano apprezzato i miei articoli lo conferma. Sono sicura che, se una volta si appalessasse con il Suo nome, subito sarebbe chiara la portata imprescindibile dei suoi contributi accademici, di poco inferiori a quelli del Mazzarino stesso per il loro peso epocale.
Sì, lo so, la Sua innata modestia glieLo impedisce: la stessa che l’ha spinta a non continuare la carriera in Università, per cui certo aveva tutte le porte aperte. Ma Lei è schivo, ed il pensiero che le Sue elucubrazioni potessero essere scambiate per un altro pacco di rumenta prodotto da noi imbrattacarte, via, no, l’ha trattenuta…pensi, magari oggi la sua tesi su Nerva giace su uno scaffale accanto ad una rivista dove sta pubblicato uno dei miei articoli: oh, Dio, che orrore! Che vergogna!
Quanto al raschiarla, mio caro red, e come potrei mai? La Sua presenza è l’unica cosa che rischiara il mio blog, ed i miei lettori è chiaro che non vengono qui per i miei post, che sono ben poco degni di attenzione, ma per delibare i suoi commenti sopraffini. E dunque raschiarla, non fia mai! Senza di Lei, io sarei perduta, anzi lo saremmo tutti. E dunque red, la prego, continui. Il Suo genio, il lume della sua cultura non ci può mancare: a noi, meschini, che non abbiamo letto Rostozeff, mai, beninteso, e ancor meno Gabba, Levi, e chi più ne ha più ne metta. A noi, che senza la sua guida non sapremmo distinguere Cicerone da un tir.
Non ci lasci soli, red, abbia pietà.
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Sono io che mi scaldo? Bah… comunque Marta Sordi la lascia perdere, faccia il piacere. Niente da dire invece su Giardina, ma lei sa che l’intelligenza non si attacca. La scarlattina sì. Musti? Domenico Musti? L’autore di una serie di cazzatelle inutili per quella che fu una seria, serissima casa editrice?
Non vi lascerò soli. Ma Lei traduca il greco.
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@red. cac: Ero sicura che non ci avrebbe lasciati soli, red. Traduca lei, se ne ha voglia. Oppure vada a ripassare qualche libro di storia greca. Ne ha bisogno.
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Certo che “subito sarebbe chiaro la portata imprescindibile” in una “sfida tra titani” della cultura…. ehm ehm….
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questo blog della sig.na galatea è bello (mi piacerebbe ascoltare gli articoli in accento veneto, ma quello non è possibile), è bello dicevo e lo leggo tutti i giorni, ma ha queste stranissime zuffe nei commenti (che ovviamente non leggo quasi mai) che lo rendono strano; ci vorrebbe una regola ferrea: 1 commento per ogni visitatore e stop, così uno non no spreca; ovviamente è un’idea personale, poi ciascuno in casa sua fa quel che crede
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Qui giunti, ammetto la sconfitta. Non solo perché il Suo raschio equivale a un mio trauma psichico ed emotivo; perché ‘sto Rostozeff non no so chi sia; perché parlavo di storia antica e sono tanto à cent sous da dovermi limitare a quella greca; ma soprattutto perché lo scaldo ha fatto friggere le uova in frigo. Inoltre: Lei lo ha piccino picciò, io piccino e basta, e me ne dolgo; le Sue domande personali mi colgono in fallo (Lei m’informa che era una tesi su Nerva); mi tradisce l’invidia per il consesso di sapere intelligenza e trasparenza che sono le facoltà umanistiche dal ’70, ove sempre più le intelligenze maschili sono sbaragliate a colpi di cervello da quelle femminili. Irretito da Seneca, frequento grandi maestri solo ex libris (Lei sa di che parlo), ma, quel ch’è peggio, mi son ridotto a passar più tempo con il sax tenore del sig. Train che a dubitare cum Mustibus Sordibusque. Non basta: la mia correlatrice non era asina come il sig. Train, ma sa(peva) di storia antica quanto ne sa Lei; Maia e Atene e Roma disdegnano i miei studi disperatissimi; il sig. Train e il sig. Topo conoscono il mio nome e per inclinazione sicofantica a Lei lo riveleranno senza condizioni (dettaglio non da poco).
Di modestia innata ne ho poco più di Lei: perciò, forse, so che entrambi evochiamo subito il de utraque siletur (e scusi se non torno al greco di Pindaro che poi Lei rifiuta di tradurre). Fa un po’ ridere il “continuare la carriera in Università” che sa bene essere una carriera per misci o privilegiati, in quanto non ho mai pensato di restare un solo giorno più del dovuto in un luogo in cui si leccano culi almeno quanto nell’entourege di Berlusconi. Del resto, à chacun ses idoles et ses culs. Non sono schivo: mi piace farmi i cazzi miei, quelli cui Lei non sopporta di essere ridotta e sbalordisce cicisbei e cicisbee con la minutaglia. Confido che il supremo scolorar del sembiante mi colga senza che pagina mia abbia sfiorato pagina sua perché, come Lei ormai sa, l’intelligenza non si attacca, la scarlattina invece sì.
p.s.
Che diavolo vuol dire delibare? C’entra illibata? Sa, davvero, balbuzie o non balbuzie il linguaggio ha le sua astuzie. E non si dica tediata dal fatto che comincio a ripetermi: è necessario, con certe zucche. Ma, visto che mi prega, resterò, pur cominciando a provare un certo disagio, e avrò pietà.
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@red.cac: Red, essì che il suo psichiatra gliel’ha detto tante volte…non deve smettere di prendere le medicine. Poi delira e mi tocca chiamare Erasmo che la venga a prendere sotto al balcone di casa mia, come quella volta che si era messo in testa di essere George Clooney e continuava a piangere sotto la mia finestra chiamandomi: “Elisabeeeeetta!” e dicendo che voleva scattarmi le foto per un nuovo calnedario.
Su, dai, lo sappiamo tutti che Lei non è neppure laureato e che l’unica volta che ha sentito nominare Nerva era in una puntata di Superquark che ha visto per sbaglio. Pensa di essere laureato in greco perché ha cominciato ad avere le traveggole e s’è messo ad abbracciare i cavalli, in mezzo alla strada, pensando di essere Nietzsche.
Ora su, da bravo, torni in clinica, a fare i suoi origami, che sennò la suora si preoccupa.
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Non s’incazzi, signorina. Come prova di spirito Le è riuscita da schifo.
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Per una volta dovrebbe ascoltare il consiglio dei suoi compagni di merenda, qui non trova una claque plaudente pronta ad accettare qualunque scemenza che lei scriva. Nessuno giustamente la tiene in seria considerazione, pertaanto tragga lei le conseguenze.
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@red.cac. Su red, non se la prenda così. Sul suo blog potrà sfogare tutto il suo astio, fra i quattro suoi “cicisbei” che le danno ragione, la considerano un dio, e ritrovare quella serenità ormai ha proprio perso. Non se la prenda con il mondo, se appena esce dagli angusti confini della sua cerchia nessuno la fila più e rimedia solo mazzolate e pernacchie. E’ il destino delle grandi menti come la sua.Il mondo, come dice sempre Silvio, è comunista e pieno di fessi.
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Il vescicone genovese deve aver covato dentro si sé per parecchi mesi questo sfogo, questa sua ribollente e scomposta versione del classico “lei non sa chi sono io”, giovine signorina farfalletta!.
Bè, Galatea, vedo bene che lo sfoggio trombonico del povero vecchio ti ha tutt’altro che impressionato, ma semmai dovessi immaginartelo anche solo un po’ diverso dalla sua reale essenza e a scanso equivoci, aggiungo qualche colpo di pennello a sfumare perché si completi il ritratto che lui stesso e nessuno altro – più o meno implicitamente – ha fatto qui sopra di sé: sì, lui è proprio quello là, il famoso patetico “vecchio professore” che si aggira tra i carrugi alla ricerca di colei che lo chiami “micio bello e bamboccione”.
Lo so che forse chiedo troppo, ma non è che tu, Galatea, potresti sussurrarglielo en passant e una volta sola. Lui solo quello cerca in realtà. In fondo a te costa assai poco e lui eviterebbe per una volta di dilapidare la sua mezza pensione.
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@Topganz: E per piacere, non infieriamo su red. cac. Non ne vale la pena. Se si diverte a venire qui, lasciamoglielo fare. Poraccio, non gli resta altro, su.
🙂
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Hai ragione Galatea, non bisogna mai infierire. Lasciamolo solo a farsi osannare dai suoi “cicsbei”.
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S’è messa in buona compagnia, sig.na. Fa un figurone, fra il topo e il sig. Train.
Ringraziamo il coso (diamo a Malvone quel ch’è di Malvone), per non voler infierire. Rammentiamo al sig. Train che può infilarsi sotto l’ala della sig.na quanto Le pare: niente da fare, non gliela darà.
Lei, sig.na, dopo lo sfogo del 27 marzo 2010 at 6:41, dice la stessa cosa, con timide e modeste variazioni, in 28 marzo 2010 at 9:57 pm, 29 marzo 2010 at 7:34 am e 29 marzo 2010 at 11:12 am. Confortando i fessi summenzionati perde prestigio anche tra i cicisbei. Ormai qui veniamo io, Lei, e Castore e Polluce.
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Che patetico spettacolo, tsk, tsk, tsk. Le consiglio di lasciar perdere persino il suo fido Erasmo sta cominciando a prendere le distanze.
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E guata, e guata, il sig. Train. Ma, in primo luogo, l’ex collega Erasmo non è il mio fido, come lo era invece (Suo) fido Totonno (a proposito, chedd’è di costui?); in secondo luogo, e se fossi io il fido di Erasmo, o di Teddy, o di altro redattore? Infine, sig. sig. Train, lo dica pure: l’ignoranza di red. cac. è infinitamente grande da raggiungere il sublime. Lei se ne intende.
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Sig.na Galatea: Le conviene interdire il sig. Train, o questo diverrà il suo post più letto, il che, a nostro modo di vedere, non tornerà a Sua gloria.
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Erasmo è abbastanza furbo da capire che intestardirsi a fare il troll da Galatea non paga. Poi, lei faccia quello che vuole, a me non interessa proprio un fico secco.
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Vuole finirla Lei, piuttosto, di taroccarci il counter? Guardi che se ci trovo una sola goccia di s… vabbè, di sangue, vengo all’Asinara e le spezzo le fidanzate.
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@Galatea
“E per piacere, non infieriamo su red. cac. Non ne vale la pena. Se si diverte a venire qui, lasciamoglielo fare. Poraccio, non gli resta altro, su.”
Obbedisco umilmente. Ma tengo comunque a precisare che io non intendevo affatto infierire (ce mancherebbe, porèèèllo!). Che il buon uomo si diverta non può che riempirmi il cuore e per questo la mia deferentissima richiesta era sincera: suvvia, nobilissima Galatea, sussurraglielo solo una volta “micio bello e bamboccione”, una volta sola e poi basta.
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Topo, grazie per il tuo aiuto di donnaiuolo. Ora però devi occuparti di tutti quei bastardi leghisti che contaminano la tua regione, e persino Ascoli capitale della Marsica… e magari persino il bar sport.
Pensa che ancora non ne hai viste abbastanza: fatti due conti e da’ retta, compra i cavalli di frisia.
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