Il guaio delle tesi preconcette è che, se non stai attento, ti scoppiano in mano, come una miccetta bagnata che fa puff. È questa la sensazione che si ha a leggere l’articolo di Annalena Benini su il Foglio dedicato ai Piccoli mostri, cioè ai nuovi bambini cresciuti dalle famiglie “politicamente corrette” (leggi: di sinistra) e alle loro genitrici con la fissa dell’ecocompatibile.
E’ dai tempi della discesa in campo antiabortista del loro Direttore che i foglianti si interrogano su cosa rovini l’Italia: e la risposta è che si fan pochi figlioli. Già, ma perché? Come per tutto, ciò deve essere imputato in qualche modo agli avvelenati frutti del ’68: bisogna capirli, i foglianti: non si sanno rassegnare all’idea che l’unico danno serio che ancora ci trasciniamo dietro dal ’68 possa essere stato l’arrivo sulla scena del loro Direttore. Così non gli par vero di trovare oltralpe un’autrice che individua il motivo della scarsa propensione delle donne moderne a far figli nella mentalità stupida della Sinistra “bene”. Perché non si scodellano più bimbi come una volta? È semplice, spiega la filosofa francese Elisabeth Badinter: perché le madri sono così ossessionate dal dare ai loro pargoli una educazione politicamente corretta secondo i dettami delle nuove tendenze che tirarne su uno, uno solo, diventa una fatica improba. Nasce un pupo e la mamma deve allattarlo al seno, cantargli ninne nanne alternative africane per abituarlo fin dalla culla al multiculturalismo, controllare con attenti sopralluoghi che la baby sitter lo intrattenga con giochi creativi in legno riciclato, che l’asilo abbia i tavolini della mensa orientati secondo le tendenze del Feng Shui; e poi via, a lavare pannolini in cotone naturale con detersivi senza additivi, perché quelli usa e getta inquinano il mondo di domani, a cercare il latte biologico di mucche certificate, l’ovetto con pedigree tirato su dalla mano amica del contadino, la bambola cucita a mano e riempita di paglia secca dalla nonnina dell’Alvernia, che la confeziona nella stalla, a lume di candela. Figli così assorbono tutto il tempo e tutta l’energia delle madri, nonché drenano le risorse economiche della famiglia come pompe idrovore in servizio permanente. Quindi la Banditer dice stop e ordina alle madri francesi di fregarsene: basta con il politicamente corretto, con l’ecocompatibile! Sbatti il pupo in un bell’asilo pubblico, con addosso un grembiulino di nailon, a mangiare pasti precotti e frutta transigenica. Imparerà il multiculturalismo facendo a botte con i bimbi africani, si strafogherà di patatine fritte, ma sarà più felice e costerà molto meno, quindi tu avrai il tempo di metterne al mondo altri due o tre.
Al Foglio una tesi così sembra perfetta per regalare un orgasmo. Eccola lì, messa nera su bianco, manco l’avessero creata a posta. Risponde perfettamente a tutti i desiderata del Direttore. Se in Italia le famiglie boccheggiano, le giovani coppie non mettono in cantiere un bimbo prima dei quarant’anni, e anche dopo con molta moderazione, la colpa è là: è della mentalità di queste madri sciamannate e sinistrorse, con la fissa dei documentari di Michael Moore e Gore Vidal! ‘Ste cretine che perdono tempo a cercare asili alternativi, yogurt e latti biologicamente puri, scuole steineriane e giocattoli ecologici! Seguissero i dettami della Banditer, le mamme sinistrorse italiane, potrebbero tornare finalmente a sfornare quella decina di pargoletti che un tempo era il numero minimo di figli nella famiglia tipo del Belpaese.
Certo, per aiutare le madri sinistrorse decise ad uscire dal tunnel e ricominciare a produrre bimbi con ritmi industriali, il Foglio dovrebbe però fornire un servizio in più. Per esempio spiegare dove, in Italia, una madre può trovare un posto in un asilo nido pubblico dove sbattere il pupo, senza incorrere in liste di attesa di anni o dover chiedere pietosamente l’aiuto di nonne, zie, cugine e parenti fino al quinto grado se vuol tornare a lavorare; dovrebbe spiegare dove si possono trovare a prezzi decenti non i pannolini ecologici da lavare a mano, ma quelli normali, normalissimi, perché già a prenderli al discount costano come fasce ricamate d’oro; dovrebbe spiegare perché, in Italia, il latte in polvere industriale ha un prezzo così alto che le famiglie si svenano per comprare quello, non il latte biologico del contadino. Ecco, se il Foglio gentilmente fornisse queste dritte, alle sue lettrici, sono convinta che molte donne e molte coppie abbandonerebbero questa fisima comunista di un figlio solo, al massimo due. Ma forse qualcuno dovrebbe informare il Direttore del Foglio e i suoi esimi redattori che in Italia il problema di trovare una scuola steineriana politicamente corretta per i propri figli è sentito come centrale solo dalla signora Veronica Berlusconi. Le altre donne e famiglie si accontenterebbero di tirarli su anche in modo molto meno politicamente ed ecologicamente corretto, i pupi. Ma nemmeno così se li possono permettere.
gentile Galatea, come sempre ci azzecca e riesce ad essere anche ironica…
che magia…
complimenti per l’efficace esame da mamma lavoratrice
questa settimana con scuole chiuse dai sette ai dieci giorni fra elezioni e Pasqua e una gran voglia di semplici servizi sociali e supporto economico al crescere due bimbi/ragazzi nell’ipocrita italietta di oggi
Nico la libraia
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Spieghi ancora il foglio come si possa vivere con uno stipendio solo (se una famiglia ha anche la fortuna di averlo) quando una madre prolifica deve far nascere una masnada di figli e pertanto tenersi un lavoro non se ne parla proprio almeno di non andare a carico di qualche generoso datore di lavoro.
Spieghi anche come ospitarli in case di dimensioni minime come le nostre, ma anche come mantenerli agli studi, pagare libri e materiali di cancelleria, abiti e zainetti, scarpe nonchè attività sportive, che almeno queste non hanno bandiera politica o se ne hanno una è più consona a quella del foglio.
Farli studiare all’Università che si trovano solo nei grandi centri, perchè per questione di soldi bisogna ridurre il numero dei docenti e le sedi, pagare le tasse e tutte le spese, mantenendoli fino a oltre i 30anni, ma forse più perchè di lavoro non se ne parla proprio.
Ma si sa io sono una mamma di sinistra che ha avuto un figlio solo pensando che gli sta facendo ereditare un mondo sporco e poco umano, dove metterà la sua salute e la sua vita in pericolo.
Se mi mettessi troverei altre mille ragioni per far tornare all’agricoltura tutte le braccia rubate dai fogliettari.
Ciao Ross
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Non si possono fare confronti fra mamme italiane e francesi o,anche tedesche…lì,le donne che desiderano fare figli sono agevolate dalle istituzioni,si possono anche permettere di farli senza un compagno,mantengono il lavoro e li portano anche in vacanza…
Quà sembra siano più importanti embrioni di quattro cellule
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tutta colpa delle ecomamme insomma… un articolo con questo sapore era uscito poco tempo fa anche sull’Unità… evidentemente la sinistra vuole rinnovarsi, assumere altre sembianze più vicine al popolo, tanto da non riconoscersi più … in nulla, Vuole abdicare dai suoi stessi valori, ma che cosa rimane di lei?
bellissimo articolo, grazie.
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ti prego. galatea. ti prego. non chiamarli foglianti. qualcuno poi me li confonde con quelli che han fatto la rivoluzione. 🙂
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Oppure con figlianti.
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standing ovation… 😀
da una madre comunista (che vive all’estero, la situazione è uguale dappertutto ahimé) con due figli a cui non riesce neppure a trovare un posto a scuola, lasciamo perdere una scuola steineriana o alternativa (che eppure tanto gioverebbe al figlio che non reintra negli schemi mentrali di chi scribacchia sul foglio…)…
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la domanda con cui si conclude questo post e’ piuttosto ingenua. Le signore mamme se ne stiano a casa coi bimbi; donne che lavorano? devono essere un’altra diabolica invenzione del ’68.
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Impeccabile.
Il politicamente corretto e’ una immensa fregnacciata, cosi’ come l’articolo della giornalista del Foglio.
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Tirare su dei figli è, obiettivamente, un lusso. Fateci caso, una volta erano i ricchi a fare pochi figli. Oggi, tre o quattro figli, tutti biondi e belli, fanno status symbol. Il mio giovane nipote, e la sua bellissima moglie, ne hanno solo uno. Tra tutti e due, fanno 2100 euro di reddito, dai quali ne detraggono 350 per il piccolo mutuo col quale hanno ristrutturato la casa – dono dei genitori di lei – e altri 200 tra condominio e garage. Poi ci sono le bollette, le assicurazioni, la macchinetta e la macchina (ne servono due, perchè lavorano ai due capi della città) la babysitter mezza giornata – altri 450 euro – la spesa, tutto quel che serve a un bimbo di due anni, ed ecco che i loro soldi sono FINITI. Un altro figlio gli piacerebbe, ma proprio non se lo possono permettere.
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