Biologicamente scemi

Sarà che in questi giorni sono un po’ intronata dagli antidolorifici, ma sulle prime ho fatto un po’ fatica a capire il senso delle dichiarazioni di un esperto del CNR, relative alla scoperta che il famoso batterio killer della Escherichia Coli sarebbe stato effettivamente trovato, alla fine, nei germogli di fagioli di una azienda agricola tedesca: «L’azienda era bio, ma senza controlli nulla è garantito

Sulle prime mi era parsa una frase degna del miglior Lapalisse, dal momento che è ovvio che se uno non controlla i batteri possono proliferare ovunque, e, anzi, con maggior facilità in una azienda che usa, invece di concimi sintentici, letame “vecchio stile”, cioè cacca di mucca.

Poi però mi sono ricordata di certi miei amici e conoscenti ecologisti da condominio in centro, che da anni comprano a prezzi esorbitanti in negozietti mefitici e imboscati tutta una serie di incredibili intrugli (biscotti senza zucchero e senza amido e senza biscotto, riso integrale di incerta ascendenza, succhi di frutta mai sentita prima) importati da aziende sconosciute e spesso dislocate in paesi del Terzo Mondo, dove le condizioni igieniche ed i controlli sanitari sono, a voler essere ottimistici, qualcosa di evanescente.

Eppure loro comprano lì cibi e verdure contenti e sereni, spesso consumano queste ultime crude senza nemmeno preoccuparsi di lavarle bene nè di disinfettarle («Uh, scherzi, con tutto il cloro che aggiungono nell’acqua! E poi così non si perdono i nutrienti che si trovano nelle bucce!»), e li dan da mangiare ai loro bimbi, certi che siano una manna per la loro salute, perché sulla confezione è stampigliata sopra la dicitura “biologico”, come se bastasse quello a salvaguardarli da qualsiasi danno presente e futuro.

Dimenticandosi allegramente che non c’è nulla di più “biologico” e “naturale” di virus e batteri.

47 Comments

  1. non mi è chiaro…
    forse sono stupida io o male informata, ma le aziende biologiche sono soggette ai controlli come (e forse più) di quelle “normali”, almeno in Italia. All’estero gli standard sanitari sono decisamente più bassi che da noi quindi è più probabile beccarsi qualche infezione, cmq l’E. Coli staziona abitualmente nel nostro intestino e solo una sua anomala proliferazione crea problemi (che per noi grassi occidentali in genere si limita a un fastidioso mal di pancia accompagnato da cagarella!)

    Io sono cresciuta in campagna e la frutta la mangiavo direttamente sull’albero!

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  2. Qualche anno fa a BZ scoprirono ( e chiusero) un’azienda agricola rigorosamente “bio” … i cui campi erano in pratica direttamente sotto i cavalcavia più trafficati dell’Autobrennero.
    SilviaC

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  3. Tutta la filiera del biologico è controllata da organismi terzi con ispezioni e campionamenti sistematici, e tutti i prodotti sono tracciati dalla fonte, dal 1992, molto prima che impazzissero le mucche.
    Dietro l’agricoltura sostenibile ed il commercio solidale ci sono ragioni di fondo che non meritano di essere liquidate come scemenze; la critica è sempre legittima ed il dubbio pure, ma l’ignoranza che produce qualunquismo non mi piace.
    Come ti senti quando al bar o in treno qualcuno parla male delle insegnanti, dice che lavorano solo 18 ore a settimana e solo nove mesi all’anno, sono ignoranti nonstante siano laureate, chattano durante le ore di lezione e si accaniscono coi bambini perchè sono invidiose della posizione dei genitori?
    Pensi di aver a che fare con qualcuno che parla solo perchè ha la bocca, non sa nulla delle cose di cui parla ma le dice pensando di fare bella figura.
    Secondo me non hai fatto una bella figura, oggi.

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  4. “Escherichia” Coli, Galatea: poi c’è anche l’Isterichia Culi, ma riguarda solo quelle come la Santanchè…

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  5. il biologico non a km 0 ha poco senso, se non per i prodotti alunga conservazione (che so..la pasta, etc.). Altra cosa è il commercio equo se sostituisce i prodotti di chi sfrutta i produttori. Per quanto concerne salubrità e igiene vale sempre il principio di precauzione. Ma temo che valga soprattutto la tasca. Ad esempio so che molte mense scolastiche, a causa delle difficoltà di bilancio dei comuni, hanno tagliato la somministrazione di alimenti biologici….

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  6. @ugolino: Nel caso non te ne fossi accorto, la critica è rivolta non al “biologico” ma alla cretineria con cui alcuni acquirenti si pongono nei confronti di questa dicitura stampigliata sulle etichette. “Biologico” vuol dire soltanto che l’azienda produttrice non usa pesticidi o additivi chimici nella coltivazione. Chi compra conscio di ciò, sa cosa sta facendo. Chi, come certi idioti che conosco, dà per scontato invece che “biologico” voglia dire “privo di qualsiasi rischio per la salute” non ha capito un beneamato. Io ho visto gente prendere le carote “biologiche” e poi servirle a tavola crude dopo aver dato a stento una sciacquata “perché non hanno mica i pesticidi, si possono mangiare così”. Già, ma sono sempre state tirate fuori dalla terra concimata, eh, e, per quanto l’agricoltore possa essere stato attento e ligio alle normative, il rischio che abbiano qualche agente patogeno è forte. A me ricordare che esistono, biologico o meno, norme di cautela che il consumatore deve comunque avere non pare né una cosa qualunquista né particolarmente cretina, e mi pare che la gente che parla perché ha la bocca sia quella che si bea di dire che “mangia cibo biologico” senza neanche rendersi conto che i batteri sono biologicissimi, e il modo con cui loro servono i cibi “biologici” non fa che mettere a rischio la salute propria ed altrui.
    Di solito sono anche quelli che non appena azzardi una velata critica al loro modo di fare, reagiscono dandoti dell’ignorante e della prevenuta, o della qualunquista, perché loro sono a priori il paladini della natura e han sempre ragione, mentre tu sei per lo meno in combutta con le multinazionali della chimica.
    Se fai parte di quella schiera là, Ugolino, mi spiace per te.

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  7. @paolo: personalmente io, se devo comprare cose biologiche, preferisco magari andarle a prendere presso piccole aziende che conosco qui nei dintorni, perché, come dici tu, comprare una cosa biologica che però si è fatta tutta l’Italia in camion non ha molto senso, e della grandi “multinazionali” che hanno linee “biologiche” o presunte tali non mi fido, mi sembrano specchietti per allodole. Quanto all’equo e solidale, se compro compro solo cose non alimentari, anche perché soffro di intolleranze specifiche e spesso le etichette dei paesi esteri non sono così dettagliate come le nostre e gli impianti di inscatolamento non mi garantiscono che i cibi non siano entrati in contatto con qualcosa di pericoloso per me. In ogni caso lavare sempre molto bene ciò che si compra e conservarlo in maniera corretta è un principio che vale per qualsiasi cosa, biologica o meno, ma mi pare che per alcuni che conosco sia una regola del tutto sconosciuta.

    P.S. Purtroppo sulle mense scolastiche hai ragione. Alcune han dovuto ripiegare su una minore qualità per contenere i costi. Con il risultato che, alle volte, quando vedo cosa viene servito ai bambini, mi viene da piangere.

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  8. Giorni fa pensavo più o meno la stessa cosa di quelle persone che comprano contettissime la frutta e verdura appostata agli angoli in cassettine a terra, vendute da liberi cittadini (senza licenza) che vantano il loro orto bio…
    (è sempre loro l’orto, qualunque cosa vendono, comprese qualche volta banane) La frutta è tenuta in cassettine di plastica, sotto il sole e in alcuni casi sul ciglio della strada dove circolano le auto, dove i cagnolini fanno cacca e pipì.
    Comprano contenti di aver risparmiato forse un eurillo, e convinti di aver comprato cose genuine, ma arrivati a casa, cominciano a scartare la parte rovinata: tutta!
    Non possono andare a lamentarsi in quanto l’omino ha cambiato posto e non hanno nessuna ricevuta in mano, ed in più hanno dato una mano all’evasione fiscale…
    e poi tutti in piazza a dire basta agli evasori e dire che vogliono gente onesta nel paese dove vogliono crescere i loro figli.
    Ma continuano a sentirsi derubati dal fruttarolo “onesto” perchè nonostante lo scontrino fiscale e l’opportunità di scegliere comunque la merce, si spende troppo.
    (O. T.)
    Per le mense scolastiche della mia città: mi fido.
    Non avverto necessità di far mangiare a mio figlio aragosta ed ostriche alla mensa scolastica per poter dire che è di alta qualità… e non mi scandalizzo se adoperano dei prodotti commerciali congelati tipo i bastoncini di pesce: alcuni bimbi ne vanno ghiotti.

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  9. Non è il caso che ti dispiaccia, non faccio parte di quella schiera; sono un timido e occasionale – per pigrizia e parsimonia – consumatore di prodotti biologici, li lavo prima di mangiarli, non attibuisco loro alcuna facoltà taumaturgica.
    Non basta conoscere più di una insegnante oca e ignorante per ridicolizzare un’intera categoria; tu conosci alcuni biologicamente cretini, e invece che sparare sui cretini, cosa inutile ma sacrosanta, dai addosso ai biologici, dei quali, credimi, sai veramente poco, non sai neanche di non sapere.
    Se, non conoscendo l’argomento, evitassi di intervenire con discorsi che sono alla fine solo dei “dagli all’untore” non saresti accusata di essere ignorante e prevenuta.

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  10. la cosa più terribile dei bioatuttiicosti è che sono come gli “illuminati” di sinistra e cioè mostruosamente intolleranti verso chi non la pensa come loro, o osa mettere in discussione qualche loro verità, Galatea…catafottene, un tempo si diceva perdona loro perchè non sanno quello che fanno.
    buon sabato

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  11. @ugolino: Spiegami una cosa, Ugolino, perché a questo punto sono curiosa: se una scrive: “Poi però mi sono ricordata di certi miei amici e conoscenti ecologisti da condominio in centro, che da anni comprano a prezzi esorbitanti in negozietti mefitici e imboscati tutta una serie di incredibili intrugli” e quindi (se la grammatica e la sintassi non sono un’opinione, visto che “certi” equivale ad “alcuni” in Italiano, in questo caso) fa riferimento non genericamente a tutti coloro che comprano biologico, ma ad una categoria molto specifica di consumatori del biologico, descritta nel post e ben identificata, e tu invece capisci tutt’altro e mi accusi di essere ignorante e prevenuta, quella che ci fa una brutta figura sono io? No, tanto per sapere.

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  12. Ti abbraccerei! Anch’io mi ritengo di sinistra , ma quando sento parlare Carlin Petrini e la sua ghenga mi cascano le braccia , non per loro, che ognuno è libero di fare il suo business sulla credulità della gente, ma per chi li sta a sentire.

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  13. Galatea, e quelli che una mela dell’albero del vicino, piccola e saprita ma con un bel bachino e un paio di bozzi neri non la mangerebbero manco morti, ma poi se vedono un biologico ufficiale credono con questo di riconnettersi con le antiche ragioni della terra? non hanno capito che il biologico come piace a loro è la cosa (detto come constatazione, senza giudizi di valore) più moderna ed occidentale che ci sia, mentre la cosa più terzomondista che ci sia è l’ogm e i pesticidi e i pochi controlli (detto anche questo come constatazione)…

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  14. sono di sinistra anch’io, ho detto illuminati di sinistra, che sono quelli che credono di avere la verità in tasca, esattamente come chi non accetta che si debba lavare anche la verdura bio

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  15. sicuramente qualche truffa legata al biologico c’è, però è chiaro che un consumatore consapevole deve cercare di informarsi sul prodotto e sull’onestà del negozio a cui si rivolge, e non si può generalizzare

    il brano di galatea non è un testo di economica agricola ma un semplice spunto soggettivo che ironizza su un certo mondo, un certo ambiente culturale

    sì, c’è un pò di qualunquismo, ma l’autrice non pretende di essere la bocca della verità, sono solo elzeviri, pennellate divertenti (possono piacere o non piacere, tanto scrive gratis)

    che gli insegnanti non precari siano dei privilegiati è anche vero, ma non è colpa di galatea, e non è giusto ricordarglielo di continuo

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  16. @diego: Scusami, di grazia, cosa vorrebbe dire “che gli insegnanti non precari siano dei privilegiati”? Rispetto a chi, scusa? Non mi hanno regalato il mio posto di lavoro, ho passato un regolare concorso e sono stata assunta. Secondo questa affermazione chiunque sia un dipendente e abbia un posto di lavoro fisso (pubblico o privato) sarebbe “un privilegiato”. Scusa, ma è altamente offensivo, non so se te ne rendi conto.

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  17. A me vengono in mente quelli della fitoterapia perchè “non sono robacce chimiche”, come se i principi attivi presenti in una pianta non fossero molecole con le stesse caratteristiche di quelle contenute nei farmaci… Che magari sono convinti che quello che fa male delle sigarette sono gli additivi (per cui magari si rollano il tabacco “Pueblo” con cartine senza colla), e non il fatto di inalare i prodotti della combustione di sostanze organiche, quali esse siano…

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  18. a me in queste discussioni viene sempre in mente socrate, al quale hanno fatto bere una bell’infuso di erbe naturali

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  19. Avventurarmi, con te, in una disamina logica, lessicale e semantica del tuo post mi pare cosa fuori dalle mie possibilità, avendo io da imparare molto da te in quel campo e poco o nulla da insegnare, credo dovresti convenire che, al li la delle intenzioni, il post suoni denigratorio di tutto un mondo, non solo di certi tuoi conoscenti; il tutto con l’antefatto dei morti in Germania il cui nesso causale col biologico è stato anche da te richiamato, ha l’effetto di una accusa generalizzata e quindi qualunquista.

    Ma molto più convincente mi pare il dibattito che scaturisce dal post, dove nomedelblog da una parte con le tue esternazioni, diegod56 con le mie, colgono, amplificano e rimandano il messaggio qualunquista insito in esse, con la differenza, ormai inutile, che io le ho prodotte strumentalmente, tu inconsapevolmente.

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  20. @ugolino: be’ io sarei a questo punto ben curiosa di sapere come secondo voi si dovrebbe scrivere un post per non incorrere nella tremenda accusa di essere qualunquista, più o meno inconsapevole. Perché il post partiva dalla mia domanda sul perché un ricercatore del CNR fosse stato costretto a ribadire una ovvietà (cioè che non basta che una cosa sia “biologica” perché sia sempre miocrobiologicamente sicura) e si rispondeva partendo dalla considerazione, scaturita dai fatti, che alcuni che comprano “biologico” non sono esattamente consapevoli di cosa voglia dire, perché confondono “biologico” con “automaticamente sicuro” e “salutare”. Avventurarsi con me in una disamina logica e lessicale di quanto ho scritto, a questo punto, direi che è obbligatorio; perché se uno dice che io ho affermato una cosa e io gli dimostro che non è così, e questo mi risponde che lui non è in grado di controbattere alla mia obiezione, ma che comunque ha ragione lui, scusa, ma m’incazzo. Dire che alcuni che comprano biologico senza essere ben coscienti di quello che fanno e senza capire esattamente cosa significhi la dicitura biologico, ma la confondano genericamente con “salutare” è dunque qualunquista? Quindi non si può dire? E di grazia, allora, su che cosa si può mai scrivere un post, dato che qualsiasi affermazione su qualsiasi argomento risulta genericamente qualunquista, a questo punto? Eh sono proprio curiosa.

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  21. @cachorro: C’è anche chi non va dal medico perché non si fida della medicina ufficiale, e poi ingolla senza controllo pastiglie prese dai rivenditori omeopatici o, peggio ancora, intrugli comprati a caso in erboristeria perché pensa che “tanto è roba naturale e son inoffensivi”. Ripeto, la cretineria sta nel mangiare o assumere cose di cui o non è ben chiara l’origine oppure gli effetti possibili. Poi se uno si è informato per bene e decide di prendere lo stesso certe cose, amen, cavoli suoi.

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  22. mah… se posso dire la mia, l’unica cosa veramente salutare a questo mondo è il senso critico!
    Biologico non vuol dire salutare (mio nonno aveva una piccola azienda agricola e secondo gli standard sull’uso dei pesticidi era sotto la soglia del biologico, il che significa che comunque nella definizione “biologico” sono comprese minime quantità di chimica).
    preferisco la fitoterapia alla medicina chimica, ma tra l’infuso di corteccia di salice e l’aspirina prendo l’aspirina, almeno l’ulcera me la fa venire con più calma!
    sono di destra ( si lo confesso) ma leggo questo blog…

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  23. non è elegante avvitarsi in «obiezioni delle obiezioni»; tu galatea hai commentato il mio commento, hai fatto benissimo a farlo con franchezza, ed io, ad una signora, lascio sempre l’ultima parola, qualunque essa sia

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  24. Il principio che posso accettare a favore della fitoterapia è che i principi attivi contenuti in certe sostanze vegetali sono più diluiti e variegati e hanno effetti più modulati sull’organismo (ovviamente, se uno ha un calcolo renale difficilmente curerà il suo dolore con l’arnica ma chiederà in lacrime un analgesico peso). Il problema è che, a fronte di alcune sostanze come la valeriana che hanno un dimostrato, se pur leggero, effetto, tutto il resto è bofonchiamento pseudoscientifico. Quando vai in farmacia e ti offrono un certo preparato che “depura i reni e rilassa i muscoli”, su quali basi viene fatta tale affermazione? Spesso si utilizza la carta dell’uso tradizionale delle piante, come se a) questa fosse un’argomentazione valida (per più di duemila anni i medici occidentali hanno prescritto terapie totalmente inefficaci quando non dannose, fondate sulle teorie totalmente prive di fondamento di Ippocrate e Galeno), b) volessero veramente farmi credere che duecento anni fa le guaritrici dei villaggi avessero a cuore la depurazione dei reni dei loro assistiti.

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  25. Sarà che in questi giorni sono un po’ intronato dagli antidolorifici, ma sulle prime ho fatto un po’ fatica a capire il senso delle dichiarazioni di un esperto del MIUR, relative alla scoperta che una rinomata università veneta vendeva le lauree o le concedeva in cambio di favori di varia natura: «L’ateneo era legalmente riconosciuto, ma senza controlli nulla è garantito.»

    Sulle prime mi era parsa una frase degna del miglior Lapalisse, dal momento che è ovvio che se uno non controlla, le truffe possono proliferare ovunque, e, anzi, con maggior facilità in un insospettabile ateneo “vecchio stile”, considerato un punto fermo della cultura nazionale.

    Poi però mi sono ricordato di certi miei amici e conoscenti insegnanti di scuola media, provenienti da mefitici e imboscati atenei di provincia, dove i controlli sono, a voler essere ottimistici, qualcosa di evanescente, che da anni adottano improbabili metodi didattici di incerta ascendenza ispirati da cosiddetti studiosi semisconosciuti (lezioni senza spiegazione, senza voti e senza lezione) che però lasciano molto più tempo libero per il cosiddetto “aggiornamento”, in comitiva nelle località d’arte, o on-line su FB.

    Eppure loro continuano ad insegnare contenti e sereni, spesso si vantano anche di bocciare qualcuno per il solo gusto di dare una lezione al genitore irriverente («Inutile promuovere un asino: asino è asino rimane, come il padre!»), e si vantano della loro laurea in pedagogia e delle SIS collezionate, come se bastasse quello a salvaguardarli da qualsiasi danno presente e futuro.

    Dimenticandosi allegramente che non c’è laurea, sudata o comprata, che possa trasformare un mediocre in un buon insegnante.

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  26. @Ugolino: E perché avresti fatto brutta figura, di grazia? Che io ricordi, ci sono state millemila inchieste su lauree prese con frode, in varie università, e quando non si viene controllati, che qualcuno faccia il furbo è facile. Che ci siano poi insegnanti che non fanno il loro lavoro, (come anche architetti, militari, medici, infermieri, bidelli) e stiano lì a scaldare le cattedre è cosa ben nota: ne conosco anche io. Se uno scrive un pezzo vago dicendo che tutti gli insegnanti, o la assoluta maggioranza, non sono qualificati a fare il loro lavoro, lo sbrano. Ma un pezzo del genere perché diavolo dovrebbe indispettirmi? Continua a sfuggirmi, Ugolino.

    (Semmai, a ben vedere, sarei stupita che qualcuno avesse così tanta fiducia nella classe degli insegnanti e nel nostro sistema universitario da stupirsi per la situazione da te descritta)

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  27. Galatea, mi sembra sin troppo ovvio che Ugolino sia solo un volgare provocatore, e nemmeno dei più abili, purtroppo per lui.

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  28. A parte l’evidente difficoltà a comprenderci reciprocamente, trovo che tu abbia centrato il punto dove casca il mio esempio; il biologico, nonostante le truffe, gode di un generale apprezzamento dell’opinione pubblica e esternazioni come la tua che rischiano di intaccarlo possono irritare; la scuola invece, nonostante alcuni ottimi insegnanti, è da tempo fortemente screditata da molteplici fattori e parlarne male è come accanirsi su un cadavere, non si scandalizza più nessuno, come dici tu.

    Io sono di quelli che per storia personale, nonostante la mia scarsa ortoprassi, crede nel biologico, crede che un altro mondo è possibile e il tuo intervento così sarcastico mi ha irritato.
    Anche quei consumatori biologici poco consapevoli di cui tu parli, sostengono un sistema di produzione virtuoso, e vanno incoraggiati, non sferzati, anche perchè se non si intossicassero con i germogli di fagioli bio lo farebbero con il burro di yak avariato o con gli integratori alimentari in barattolo, o con chissà quale altra diavoleria.
    Io sono di quelli però che crede ancora molto nella scuola pubblica e negli insegnanti impegnati, nonostante tutto, ed ecco perchè il mio esempio, calzante per me, risulta poco efficace in generale.

    Infine, se ho fatto alcune critiche è perchè in genere apprezzo molto il tuo scrivere ed il tuo ragionare, ed è in relazione a questo che ho trovato questa tua specifica riflessione meno apprezzabile; non mi trovi, come certi amici nostri, in giro per blog che non apprezzo a trolleggiare per vedere di nascosto l’effetto che fa.

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  29. @Ugolino: Il fatto è che abbiamo una visione totalmente diversa non rispetto al biologico, ma rispetto, probabilmente, al modo di passare le informazioni in generale. Personalmente anche io, se posso, credo nel biologico. Ma non posso fare a meno di considerare cretini i “fanatici” un tanto al chilo: quelli che non si informano su cosa realmente comprano o sono così convinti che “bio sia bello” da non capire che il biologico (come tutto) può nascondere anche pericoli o insidie.
    Credo ed ho sempre creduto che la corretta e completa informazione sia dovuta, e che sia anche un sacrosanto diritto la presa in giro di tutti i tipi di fanatismo becero, si tratti di fan sfegatati del biologico o di quelli di Berlusconi, del Papa o di Vendola, per dire. Siccome le mie affermazioni sul biologico (cioè che possa nascondere pericoli se non si sta attenti e che taluni non se ne rendon ben conto) non sono in alcun modo né false né diffamatorie, non accetto di “autocensurarmi” solo perché potrebbero intaccarne la “buona fama”, così come non accetto né pretendo che quando ci sono notizie di cose che non vanno nella scuola esse vadano in qualche modo taciute.

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  30. Qui, come accenni tu, passiamo ad un livello più alto, e l’aria, già rarefatta per me quando si parla di logica e di lessico, diventa quasi irrespirabile; si tratta dell’eterno dilemma tra Plauto e la verità e tu senza indugio scegli, da classicista, la seconda.
    A me è parso di capire che un certo Webber (che Google mi perdoni se sbaglio) ha sostenuto che il risultato conta più delle intenzioni e che a ragionar fino fino come Hegel si finisce a gasare i non ariani (ammesso che gli ebrei non lo fossero e i tedeschi sì).
    Se è lecito fare un paragone, è meglio bastonare lo stupido che fa bene o l’intelligente che fa male?
    Io questi stupidi non li avrei bastonati così duro, non in questa occasione, perlomeno.

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  31. @Ugolino: E a sostenere che quando è in gioco un “bene” che noi consideriamo superiore la critica (neppure quella minima) è lecita si finisce comunque dritti dritti in uno Stato etico o in un regime totalitario.

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  32. Visto! te l’avevo detto che mancava l’ossigeno? io non so più come uscirne!
    Se esiste una verità occorre renderele sempre merito, ed a perseguire il bene superiore si finisce male; ma come la mettiamo col fatto che se esiste un bene superiore questo non può che conicidere con la verità?
    Meglio sapere di non sapere, stare dentro una botte e vivere di elemosina, almeno non si sbaglia 🙂

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  33. Biologico, ecologico,etc, oramai non vogliono dire píu niente. Mi sono occupato per parecchio alla coltivazione non solo biologica, ma oltre, Biodinamica. Non é assolutamente uno scherzo. Se poi il vicino butta il veleno sui fiori del suo pesco e uccide le mie api, ad esempio, come mi é successo? Lasciamo perdere, va.Per fortuna che vivo in Brasile adesso, due dita fuori dalla carta geografica, e qui, é tutto BIOLOGICO, per forza naturale di cose. Altro che balle. Saluti.
    P.S. Ti leggo quotidianamente. Saluti

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  34. in realtà il fanatismo, ogni tipo di fanatismo, porta a dire corbellerie senza sia possibile accorgersene, perchè la mente è fissata sulla propria opinione di fede…
    e questo è valido anche per i fanatici del biologico, come il sig ugolino di cui sopra, che dice:

    Tutta la filiera del biologico è controllata da organismi terzi con ispezioni e campionamenti sistematici, e tutti i prodotti sono tracciati dalla fonte, dal 1992, molto prima che impazzissero le mucche.
    punto uno: non esiste alcun controllo da organismi terzi, perchè le società di certificazione sono pagate dai loro stessi cienti. E’ un sistema con un conflitto di interessi al cui confronto quello di Berlusconi è quisquiglie. Un sistema autoreferenziale del genere permette sicuramente di far convivere persone e società oneste e ligie alla lettera e alla sostanza della propria dichiarazione di principi con persone e società che si fanno ampie beffe della sostanza e spesso anche della lettera di tale dichiarazione. Con l’ovvio allallo dei loro stipendiati: le società di certificazione.
    punto due: la certificazione attiene semplicemente al non uso di concimi chimici e pesticidi di sintesi. A parte l’ampio spettro di pesticidi naturali di cui il biologico può far uso e molto spesso abuso mancando ogni controllo, è sulla qualità della concimazione organica che si appuntano molti sospetti, vedi il caso dell’intossicazione tedesca per cui si sono sospettati quasi da subito prodotti “biologici” e ora l’indice punta in modo apparentemente definitivo verso una ditta che produce germogli biologici.
    La ragione è semplicemente che non essendo costretti a prodursi il letame maturo per la concimazione, e poichè il concime serve sempre anche a chi dichiara di volersi attenere alle normali regole naturali, mancando ogni controllo perchè la certificazione si limita a dichiarare cosa non è stato usato, si usano sempre più materiali organici di dubbia provenienza e dubbia qualità, con conseguenze che possono essere molto pesanti sull’inquinamento batterico del prodotto finale.
    Questo è un problema che molti degli addetti ai lavori stanno cercando di sollevare, ma che è difficile da fare entrare in testa ai troppi fanatici in circolazione.

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  35. cosa c’entrano gli insegnanti con i cibi biologici?
    La mia opinione sui consumatori del biologico é che sostanzialmente é un comportamento classista e da privilegiati.

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  36. @Galatea: A discutere con i Troll dopo un po’ si finisce per infilarsi in vicoli ciechi. Ed è quella la loro strategia vincente. Fanno di tutto per far infuriare le persone e così devastare un sereno scambio di opinioni. Ti ho vista seguirlo passo dopo passo, nel suo irrinunciabile insistere per avere ragione in modo trionfale, non sull’argomento ma della tua pazienza ed educazione.
    E ci è quasi riuscito, non dico a farti perdere la pazienza ma ad accentrare su di sé tutta l’attenzione.
    L’unica cosa che però mi è piaciuta di tutta questa discussione all’arma bianca è la grande quantità di risposte che hai dato, tutte perfettamente “leggibili”, stornati ovviamente i sofismi provocatori dell’amico trolloso, come semplici precisazioni utili alla comprensione dell’argomento.

    …Stai a vedere che sei riuscita a rendere in qualche modo “utile” anche l’intervento di un troll!
    Niente male!

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  37. Galatea, a casa mia quando un lettore ti muove ripetutamente un’obiezione per qualcosa che hai scritto, nonostante tu gli abbia più volte dimostrato, fatti – ossia senso inquivocabile del tuo scritto – alla mano, che la suddetta obiezione è infondata; e il lettore in questione aggiunge al tutto anche frasi offensive* e sarcasmo**, ecco, quello è un provocatore, né più, né meno. Poi, naturalmente, ad libitum.

    *
    “Come ti senti…Pensi di aver a che fare con qualcuno che parla solo perchè ha la bocca…”

    **
    “Avventurarmi, con te, in una disamina logica, lessicale e semantica del tuo post mi pare cosa fuori
    dalle mie possibilità, avendo io da imparare molto da te in quel campo e poco o nulla da insegnare…”

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  38. “…non mi trovi, come certi amici nostri, in giro per blog che non apprezzo a trolleggiare per vedere di nascosto l’effetto che fa.”:

    Ti riferisci a me, ugolino, o ad altra persona? Pregasi specificare.

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