Sante subito

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Quando ci si trova d fronte ad un morto ammazzato, l’antico adagio francese che dice? Chechez la femme. E dunque, se Dio è morto e le religioni non stanno bene, di chi sarà mai la colpa? Semplice, delle donne. È questa la conclusione – ponderata e meditata a lungo – di Callum Brown, autore di The Death of Christian Britain, lo studio del 2001 citato dal vescovo di Rochester Michael Nazir-Ali e prontamente riproposto dal Foglio, ché il Foglio, si sa, è gioiosamente ecumenico ed aperto, quindi, quando c’è da slinguazzare un porporato, non si ferma a guardare se di prete cattolico o protestante si tratta.

Callum Brown, serio studioso di religioni, sostiene che se in Gran Bretagna le cose vanno a schifìo per la religione la colpa non è, come ci avevamo sempre ripetuto, per via di quella bazzecola della rivoluzione industriale, l’illuminismo, il laicismo imperante: no, chi ha rovinato e rovina la piazza al Padreterno sono, udite udite, le donne. Sono loro, ‘sta impunite, che dalla fine degli anni ’60 hanno deciso, infatti, di cambiare le regole del gioco: invece di starsene a casa a sgranar rosari ed uscire solo per la messa della domenica come facevano dai tempi della rivelazione cristiana, no, queste zoccolone, ora escono, vedono il mondo, si costruiscono carriere fuori dalle quattro mura domestiche. Trovane una che fa ancora l’angelo del focolare! Macchè, tutte a comportarsi come sex and the city.

«Negli anni Sessanta, però, è cambiata la natura della religiosità cristiana. L’attenzione, fino allora riservata al rispetto delle donne, alla correttezza sessuale, è stata improvvisamente messa al bando dalla rivoluzione sessuale e dalla liberazione delle donne. E’ per questo che le donne hanno rappresentato l’elemento centrale nella morte improvvisa della cultura cristiana, che fino agli anni Sessanta era stata la tradizione dominante nel Regno Unito».

Fino agli anni ’60, quando le donne facevano le donne, insomma, spiega Brown, poi il disatro:

«Il declino ha colpito la devozione cristiana, l’appartenenza alla chiesa, il battesimo, il rito stesso del matrimonio religioso. E’ stato solo dopo il 1960 che la gente ha smesso di parlare della propria vita in termini di peccato e redenzione, secondo i canoni del racconto cristiano….Ho capito che quel modo consisteva in una particolare concezione della devozione religiosa, fondata sul genere, in cui la fede cristiana delle donne era una priorità rispetto a quella degli uomini, grazie all’esempio trasmesso dall’immagine della madre, dalla purezza della vergine. Viceversa, gli uomini rappresentavano l’opposto, erano i ‘pagani’ delle città industriali; potevano ubriacarsi, darsi al gioco, menare le mani e trascurare le famiglie. Persino le persone dabbene (e in particolare i preti) venivano rappresentati, nella cultura popolare, come soggetti a questi peccati.»

Ora tutto questo non c’è più: le donne, ‘ste zoccole, si sono fatte prendere dalla mania della liberazione sessuale:

«L’ideale della devozione cristiana femminile è stato rifiutato in massa dalle giovani donne, sia perché è cresciuta la sperimentazione sessuale da parte delle donne stesse, sia perché c’è stata una liberazione in termini di educazione, professione, salari e destini[…].Il concetto della pia donna, che sin dal Settecento ha dominato l’Europa cristiana, si è visto improvvisamente mancare di sostegno e di rispetto nella nostra cultura»

Dove andremo a finire mai, signora mia!, verrebbe da chiedersi. E in effetti, dal tono dell’articolo, si capisce che al Foglio se lo chiedono con preoccupazione, perché Brown dice che, se i dati valgono per l’Inghilterra, la strada è segnata pure per i paesi cattolici e l’Italia. Bisognerà correre ai ripari, in fretta: vedrei bene un decreto Carfagna che precetti tutte le italiane alla messa, istituisca il confessore obbligatorio ed una apposita commissione per vigilare sulla verginità delle fanciulle. Basta grilli per la testa, tacchi a spillo o fregole di studiare e farsi una carriera. Se l’homo, per il bene della patria, ha da esse omo, come si dice a Roma, la donna non deve esser donna, a meno che non sia, al contempo stesso, pia.

12 Comments

  1. Perfetto… se fino ad ora il Foglio era in fondo alla lista dei giornali che “potrei” leggere… adesso e’ stato depennato!.
    …………

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  2. Il Foglio è contro l’emancipazione femminile nelle “terre cristiane” e nello stesso tempo è contro la segregazione e per l’emancipazione femminile nel mondo islamico. Per Giuliano Ferrara la laicizzazione dei costumi e l’emancipazione femminile, indeboliscono la volontà guerriera di una nazione; nella guerra culturale dichiarata dal Foglio, la lotta nei paesi arabi delle organizzazioni a difesa dei diritti delle donne è vista come uno strumento per indebolire l’avversario.In altre parole, se le donne hanno distrutto l’Occidente cristiano è tempo che facciano la stessa cosa dall’altra parte. C’è del metodo nella sua follia e quando quattro infermieri lo porteranno via, sarà giusto che gli rendano omaggio con una maschia stretta della sua camiciona di forza. Attenti al botto.

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  3. Naaahh… non temete oh donne! Noi siamo molto più indietro su questo aspetto, come su molti altri, rispetto a paesi come l’Inghilterra.
    Potete ancora salvare, idealmente, la vostra innata tendenza alla santità. Siete inferiori, e lo rimarrete a lungo. La donna è un uomo mancato (S. Agostino, dottore della “chiesa” Cattolica Apostolica Romana)

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  4. ma fosse la volta bbona che sti omini se rendono conto che se lo sono inventato sto loro dio, pe’ segregà noi poverette e che noi stanche de mette ar monno fiji creduloni se semo preoccupate de cercacce na vita meno grama……

    Il Foglio è un foglio pagato con i nostri soldi per dire solo menzogne misogene e non solo.

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  5. Guarda che il religioso ha ragione (oggi le battagli si combattono, ancora e di nuovo, sul corpo delle donne, per o contro la loro autonomia), è (anche) per questo che le donne mi piacciono tanto!!

    @rogra
    Seguirei il consiglio di Galatea, ottimo commento. 😉

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