Visto si (ri) stampi/1

Dacci il nostro razzismo quotidiano

Disegno di volto di ragazza orientale

L’uomo è una montagna. Sudaticcia, per giunta. Entra nello scompartimento, si guarda attorno soffiando come un ippopotamo fuori dal fango e si asciuga la fronte bagnata con un fazzolettone un tempo bianco e ora ridotto ad una pallotta di stoffa. La ragazza cinese seduta accanto al finestrino gli lancia un’occhiata veloce e torna al suo libro.

Lui si siede, quasi si incastra, sbuffa di nuovo. Poi guarda il finestrino e dice, rivolto alla ragazza:
Caldo, caldo! La finestra! Aprire!
La ragazza lo fissa, perplessa, con il suo taglio obliquo di occhi orientali.
Finestra, finestra! – ripete lui, agitando le mani – Aprire, aprire!
La ragazza cinese si alza, va al finestrino, apre, si gira verso di lui con un sorriso freddo:
Ecco fatto. E può coniugare i verbi normalmente. Sono di Firenze.

24/7/2007 alle 11:21

10 Comments

  1. qualche giorno fa, ho proposto a una donna, presumo senegalese l’acquisto del suo pacchetto di sigarette, fuoriuscito erroneamente dal distributore automatico, mi ha guardato con sospetto, pensando la volessi truffare. il razzismo non ha colori. cia galatea.

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  2. Che fosse lui che non sapeva coniugare i verbi? Possibile; del resto abbiamo un ministro dell’economia che non li coniuga mai. Poi aggiungici la provincialità italiana cronica e senza speranza, e il ritorno in grande stile del maschio italiano a quel tipico razzismo subdolo chiamato misoginia.

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  3. “Di Pietro? Con una grammatica come la sua, c’è da credere che la sua laurea non sia altro che un titolo fornito dai servizi segreti.”
    Silvio Berlusconi, Corriere della sera, 27 marzo 2008

    “L’Unione Europea deve aiutare le cose giuste. Non deve difficoltarle.”
    Silvio Berlusconi, 24 aprile 2008

    “Io sono un benefattore: quando uno si trova in difficoltà, io lo disficolto.”
    Totò, “Sua Eccellenza si fermò a mangiare”, 1961

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  4. Le soluzioni sono molteplici, una potrebbe essere:

    Pomeriggio di un’estate torrida.
    Due treni sono fermi in stazione, affiancati su binari differenti.
    Sul primo treno una ragazza asiatica cerca di aprire inutilmente il finestrino che sembra incastrato. Per la disperazione usa il classico romanzo da 800 pagine da papparsi in vacanza.
    Sul secondo treno l’uomo vede la ragazza in difficoltà e le fa capire che è stato il caldo a dilatare il finestrino. A gesti le spiega che l’unica soluzione è aprire quello sul lato del corridoio. Le sue parole sono semplici perché pensa che la ragazza non possa sentirlo ed è concentrato su come farsi capire prima che un treno riparta.
    Ma la cinesina ha sentito tutto e, dopo l’apertura del vetro, invece di ringraziare, apostrofa l’omone maleducatamente.

    La proposta di Max è più semplice, infatti un italiano avrebbe pronunciato “finestLa” e “apLiLe”.

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