dedicato a LdS, così smette di contare.
Traccia n. 1: Tanto gentile e tanto onesta pare/la donna mia quand’ella altrui saluta…
Alla luce del presente testo dantesco, il Candidato spieghi il ruolo salvifico della figura maschile nella poesia di Dante.
L’uomo peccatore permette alla donna gentile e onesta di espletare la funzione salvifica che le è propria e in questo modo, a sua volta, la porta alla grazia.
Facile no? 😉
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Sono non meno colpevolmente assente dal tuo blog, ma lo trovo, al solito, acuto e tagliente come un diamante, fresco e allegro come un rucello di montagna.
Per l’aventino di Malvino non mi straccerei le vesti; se scrivere sul blog diventasse un dovere perderemmo l’unica cosa che abbiamo: la spontaneità.
A presto.
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Svolgimento acrobatico:
In questi versi, il ruolo salvifico della figura maschile nella poesia di Dante si racchiude nella parola ‘pare’. A cosa si riferisce quel ‘pare’? Al fatto che la suddetta pulzella appaia tanto gentile ed onesta? In realta’, si riferisce al fatto che la gentile ed onesta figura ‘pare’ una donna, ma non lo e’. Trattasi infatti di tale Vitellozzo Aldovrandi, noto fabbro fiorentino, famoso per mole e peluria ed anche per un certo qual vizietto, molto apprezzato dall’Alighieri. In pratica, Dante era frocio. Come Montale d’altra parte.
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Mmhhh…. secondo me lo strafalcione su Montale non è casuale: semmai, è coerente con lo spirito di bestie frustrate e omofobiche che caratterizza – da sempre – lo stivale.
Ne scriverò a casa d’Anskij.
Inchino e baciamano.
Ghino La Ganga
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io mi chiedo come si fa a sbagliare le tracce della maturità per due anni consecutivi!!!!prima la citazione del canto XI di Dante che non era quello giusto,poi il commento alla figura femminile di Montale anche se la poesia è dedicata a un uomo…parlano di maturità come il primo “esame della vita”, la prima prova seria che effettivamente conta qualcosa…sarebbe questa la serietà???sono scandalosi all’ennesima potenza!
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@->Ghino: Aspetto con ansia! 😀
@-> Ugolino: non ti preoccupare che per il Maestro l’Aventino è durato meno di un giorno.
@->Francesca: impegnandosi molto, credo, e studiando studiando studiando.
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Il ruolo sarvifigo da Dante è preciso come un cucchiaio de Totti. A me mi piace Dante Lighieri (che non è il giudice di Furum) perché dice quello che pensa, furmineo da segarti le gambe, te sbatte li du’ parole che ce resti de sasso, non capisci che ha detto ma l’ha detto bene.
Ora, immaginiamo danna’ indietro ner tempo, come ner telefimme Stargade, dentro tutti ner portale rotonno che sembra na pozza, però sta dritta.
Vedemo i due che fanno lo struscio ‘n centro, Bea vede ‘n amico suo e gliè fa cor dito (di nascosto però) “dopo, dietro casa de Petrarca”, ma Dante se n’accorge e gli tira na pizza ‘n faccia che l’appende ar muro, poi pija pel’orecchie l’amico e l’apre come ‘na golia, senza manco chiedergli er nome.
In questo modo è CATEGORICO come l’uomo inteso come maschio abbia salvato la tipa dall’essere chiamata “mignottona” da tutto il quartiere suo, e lui “cornuto” o “cornutone” a seconda dei trascorsi. E qui nun ce piove.
Ora consegno er fojio e me faccio ridà er cellulare nuovo dar presidente della commissione che ce stava pure a giocà, sto impunito, così manno un messaggio alla mia “barattolona” e ‘namo a rollarci ‘na canna col Pipetta e Nuccia.
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Che c’entra Dante? non è Leopardi cuello?
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la caccia grossa all’ispettrice ministeriale si è conclusa, pare l’abbiano rimandata a settembre. 🙂 ciao galatea.
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oh, ti ringrazio galatea, anche perchè non potevi scegliere lirica migliore: è l’unica di dante che io conosca per tre quarti a memoria 🙂
LdS
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cogne lingua convien testando muta
egli osti non l’ardiscon di menare
ello s’en vien sentendosi puzzare
troisamente d’umidità vissuta
appar chessì ‘na travestita
da pelo atterra al girocol giostrare
mostra è si spiacente stira e ammira
che fa per pochi una scorreggia a suore
che l’intender vuol acchì la tuona
appare ché della sua rabbia si suona
uno criptico monile pien d’orrore
che vien frustando l’amica: stira!
(il dolce fornovo mi piaci eva un fracco di fracchi)
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