Il ragazzotto è seduto sull’autobus, e ha tutto per far inviperire l’utenza. È alto, dinoccolato, poco più che ventenne; ha i capelli mezzi corti e mezzi no, le bragozze di lunghezza ugualmente incerta, nelle orecchie le cuffie dell’ipod che lasciano uscire brandelli di suoni metallici ovattati, ma ugualmente fastidiosi, e occupa il posto stando insaccato, immusonito, guardando fisso avanti a sé e senza curare della minima attenzione gli altri passeggeri. Mugugnano, ovviamente, gli altri passeggeri, con un bofonchio sordo e pieno risentimento.
«Ai miei tempi, i giovani si alzavano.» sentenzia un vecchiaccio, che è salito quanto il bus era ancora mezzo vuoto, ma vuole quel posto lì, che considera destinato a lui per diritto divino, fin dall’inizio dei tempi, era, peraltro, molto vicina a quella della sua data di nascita.
Il ragazzotto non sente, perché nell’età di cui parla il nonno, gli ipod non erano stati ancora inventati per far barriera alle lamentazioni dei vecchiacci rompiballe. Però le lamentazioni salgono di tono, sono così perforanti che trapanano ogni barriera sonora innalzata dagli mp3 a palla.
«Ai miei tempi i giovani si alzavano, per lasciare il posto alle donne ed agli anziani!»
il ragazzotto si riscuote, guarda il vecchiaccio, guarda me che gli sto in fianco, accenna ad un sorriso e dice, con tono gentilissimo:
«Signora, si vuole sedere?»
Il ragazzotto è un genio, non c’è che dire.
abito vicino al mare, ma d’estate non amo andare in spiaggia perchè è troppo affollata. ogni tanto, però, vado su uno scoglio in fondo ad un piccolo molo dove è raro che ci sia gente.
un giorno arrivando allo scoglio mi accorgo che due anziani mi guardano e commentano il mio “cercare l’angolo giusto”.
parlano liberamente tra loro in dialetto perchè una ragazza così bianca in agosto può essere solo una turista!
mi innervosisco, decido di cambiare meta e loro commentano in dialetto:
“non le è piaciuto il posto!”
rispondo in dialetto:
“il posto mi piace tanto, è la compagnia che non mi è piaciuta!”
vecchietti:
…
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A volte l’età serve solo a far maturare la tigna.
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Li si trova facilmente invadenti questi ragazzi. Perchè hanno la musica nelle orecchie troppo alta. Perchè portano i calzoni ‘sotto’ ai boxer o perchè per strada parlano a voce troppo alta o ridono troppo forte. Per me, quello che brucia, è l’indebita espropriazione che fanno dell’altrui età ogni volta che li si incontra. Qual’è il giovane che piace all’anziano? Quello con la ‘testa sulle spalle’, senza ipod, senza piercing e senza tatuaggi, chè quelli se li fanno solo i carcerati. Ovvero quello vecchio come loro.
Anche se, a dire il vero, un certo declassamento della categoria, per lo meno sul piano intellettivo, devo dire che l’ho ravvisato anche io in tante occasioni. Ma magari sono io che sto invecchiando.
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Non si tratta di vecchio o giovani.
SE uno è stronzo, da vecchio è un vecchio stronzo (e così da giovane)
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va detto che chi è anziano oggi è stato giovane in un periodo in cui il rispetto non era qualcosa che si guadagnava con il proprio comportamento ma era automatico in base all’età… non li giustifico, anzi, proprio per questo tante volte si sentono in diritto di essere maleducati, più dei giovani.
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