Le dittature non convengono mai.

mentana

Ieri sera, all’Infedele di Gad Lerner, c’era Enrico Mentana. Era uguale uguale al solito, il Chicco: ricciolino, brizzolato, con gli occhialetti tondi tondi, la parlantina mitragliante e il faccino furbetto appena più leggermente in carne di quando, giovanotto promettente a mamma Rai, litigava in video perché Pippo Baudo non gli passava in tempo la linea.

Era elegante, con una bella giacca azzurra e la camicia in tono, un cravatta di quelle che, probabilmente, si fanno su misura in qualche antica bottega artigiana. Era insomma il Mentana di sempre, quello che ho visto invecchiare in video anno dopo anno, al Tg1, al Tg5, poi a Matrix; quello solito, che andava a lavorare da Berlusconi e assicurava nel contempo di essere indipendente, perché Silvio non mette bocca sulle scelte dei giornalisti che assume, e a garantire poi lo spettatore che lui, Mentana, era sopra le parti bastava confessare che da anni lui, Mentana, non votava nemmeno più. È sufficiente questo infatti, per rassicurare il cittadino italiano che l’informazione elargitagli è corretta: un padrone che dichiara di non ricordarsi che l’azienda è sua e un direttore responsabile che si dice equidistante dai partiti perché da qualche tornata elettorale non si reca ai seggi: si sa, da noi il conflitto d’interessi si risolve così, alla buona.

Era dunque il Mentana di sempre, dicevamo, preciso preciso, non fosse stato perché il volto sembrava un po’ più tirato del solito, il sorriso forzato come il rictus di una paresi incipiente. Perché il Mentana di sempre, non era proprio quello di sempre: era il Mentana che di botto, dalla sera alla mattina e senza una riga di spiegazione o di chiarimento, si era visto prima accettare le dimissioni dalla conduzione di Matrix e quindi licenziare in tronco, ha spiegato, dalla sua azienda. Stava lì, da Gad Lerner, Mentana, e l’inquadratura mostrava quanta fatica facesse a trattenere il livore che, giustamente, aveva in corpo; quanto avesse rosicato – umanamente difficile non comprendere e solidarizzare – nel vedersi togliere una trasmissione che aveva inventato dal nulla, e regalarla ad un nuovo conduttore Pinco Pallino, senza che la proprietà dell’azienda neanche si prendesse la briga di rifare un lifting alla scenografia.

Deve essere brutto aver passato anni a spiegare, con tono conciliante, che chi parlava di dittatura morbida riferendosi a Berlusconi esagerava, e poi ritrovarsi di colpo dall’altra parte, quella degli epurati dal dittatore; scoprire che la dittatura morbida esiste, insomma, e non è neppure tanto morbida, o, se lo è, non cambia molto, dato che un cazzotto, pur se dato con un guanto di velluto, per chi lo riceve in faccia è pur sempre un cazzotto. Brutto rendersi conto che si è evitato per anni di andare a votare ai seggi per sbandierare una pretesa equidistanza, o per semplice convenienza, e quella convenienza alla fine non c’è stata neppure. E brutto infine, ed anche un po’ sconvolgente, accorgersi che, quando si lasciano andare a puttane i diritti democratici, per un po’ ci si può sentire anche al sicuro, finché si pensa di far parte di quella categoria di ricchi, vincenti e intoccabili che non verranno mai seriamente travolti dalla scomparsa della democrazia; ma prima o poi la democrazia che non hai difeso ti presenta il conto, e non è più lì a difendere te quando ti serve. Insomma, deve essere brutto fare i conti con la propria vita, e scoprire che li si è sbagliati quasi tutti.

14 Comments

  1. visto,sottoscritto e approvato. Non c’è altro da dire. un candidato perfetto per la mia fondazione (così fan tutti..) “Il mal volsuto unn’è mai troppo”. Penso che la traduzione dall’aretino sia superflua.

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  2. Io non ho alcuna considerazione per Mentana. Per me non evidenziava l’importanza dell’argomento contro la banalità (in quel contesto) di una trasmissione puramente ricreativa (per molti ma non per tutti). Egli pensava che un Matrix in prima serata condotto da lui, l’avrebbe reso più bello e più figo che pria. Ed han fatto bene a mandarlo a cagare

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  3. Nulla da aggiungere………pensatoio ha reso bene il pensiero.meglio di cosi rischiando la banalità e la volgarità potrei solo aggiungere

    aaaa Mitraglia, ma vattene affanc…..

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  4. Non mi sembra che mentana si sia dimesso per questi motivi, che riuscva a mandar giù facilmente; ha pensato, una volta tanto, di poter fregare il grande fratello, un trash pecoreccio, con un matrix a rimestare tra i cadaveri, in stile Vespa, trash-morboso. Capricci da prima donna, nessun rigurgito liberale, sia mai!

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  5. Bel post: notevole il passaggio ” da noi il conflitto di interessi si risolve così, alla buona”.
    Dopo aver letto, mi viene in mente Jannacci nella canzone del bonzo,che assume rilievo solo quando il tizio in Italia viene licenziato : “‘dès mi interessa anche a me/ della mia libertà”.
    Inchino e baciamano
    Ghino La Ganga

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  6. l’ho visto anch’io un po’ tirato, i capelli non erano perfettamente al loro posto e il trucco non era dei migliori: metteva in evidenza il frontone e la generosa stempiatura. il tuo post mi ha fatto razionalizzare le sensazioni che mi passavano per la testa in quel momento.

    galatea, bel post davvero, anche se ormai i complimenti a te son quasi superflui.

    robert

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  7. Nel generale sconforto del giornalismo italiano, stampato o in video, i peggiori sono i Mentana, quelli che sbandierano ipocritamente la loro libertà e indipendenza. Hai detto bene, Galatea, e credo proprio che il signore ci sia rimasto maluccio a vedersi prescindibile come un co.co.co. o .pro qualunque.

    A proposito invece di giornalismo vero: ma state seguendo “Presa Diretta” di Riccardo Iacona? Avete visto il servizio sulla crisi economica? Quello sui rom? Quello sui Rom mi ha fatto venir voglia di far strage di connazionali, soprattutto a nordest.

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  8. e il bello è che quando considera cosa proria la rai – questo sì, indubbiamente, tentavo di dittatura morbida, anche se fatto pure da tutti gli altri – gli si rompe quasi meno le palle di quando considera cosa sua ciò che E’ cosa sua. a me non sembra si possa paragonare alle altre epurazioni di giornalisti… e credo lo direbbe anche mentana: a meno che io mi sia perso qualcosa, nel post si dà per scontato che egli non possa – per rabbia? – essere coerente con le sue posizioni precedenti. ma chi l’ha detto?
    ciao

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  9. Galatea, che cattiva! Lascia almeno ad Enrico l’onore delle armi, in fondo dare le dimissioni, in Italia, è cosa rara, quasi una virtù.

    Facciamo partire il TotoMentana. Si accettano scommesse per indovinare quando verrà assunto in Rai, cioè tornerà a Mediaset. Non mi sorprenderei se lo mettessero al posto di Santoro, in tal caso sarebbe una manovra ben pianificata.

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  10. Babieca: Vi trovo, Ronzinante, malandato!

    Ronzinante: Per forza! Non si mangia e si travaglia!

    B: Scusate, ma non bastan biada e paglia?

    R: Non me ne lascia il padron mio amato.

    B: Ehila’, Signor, ma siete screanzato!
    La vostra lingua e’ d’un caval che raglia!

    R: Asino e’ lui, e a dirlo non si sbaglia;
    dovrebbe veder com’e’ innamorato.

    B: Ebben? Che c’e’ di male?
    R: Non e’ saggio.

    B: Metafisico siete!

    R: Per la fame.

    B: Ditelo allo scudier.

    R: Non e’ bastante.
    E poi, di lamentarsi chi ha il coraggio?
    Se il mio Padron e il suo servidorame,
    ben piu’ ronzini son di Ronzinante?

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  11. Ieri sera a Blob hanno fatto vedere la registrazione fuori onda di un’intervista di Mentana a Berlusconi risalente a quando il cavaliere ancora con il riporto era appena “sceso in campo”. Uno spettacolo pietoso del Berlusca che fingendo cortesia e salamelecchi suggeriva all’altrettanto pietoso Chicco le domande giuste da porgli.
    “Sì, sì… va bene… d’accordo…” con tono dimesso e sottomesso. C’è da chiedersi quale sia il prezzo della dignità.

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