Deve essere stata quella ruga, quella ruga maledetta. È comparsa dal nulla una mattina. O forse era latente da chissà quanto, ma tanto sottile da scambiarla per la traccia della strizzata d’occhi che accompagna il sorriso. Invece adesso è là, piazzata sotto gli occhi, e non se ne vuole andare, nonostante la pialli a furia di massaggi, e la blandisca cospargendola generosamente di creme.
Pensavo non mi facessero paura, le rughe. Non me ne facevano, infatti. Fintanto che erano però relegate nel campo dell’ipotetico, dell’altro da me: fintanto che erano le rughe degli altri.
Le trovavo interessanti sulle facce di chi incontravo: pensavo che dessero loro personalità, profondità, saggezza. Le lodavo come segni di esperienze accumulate, di vita vissuta nella sua pienezza, di estati passate al sole, spruzzi di mare, viaggi, amori, matrimoni, figli, famiglie. Maturare, invecchiare. Abbandonarsi al flusso del tempo, all’acqua che scorre e mai ci bagna due volte: il fascino della foglia ingiallita che naviga sulla corrente e si accartoccia poco a poco, come se quei piccoli solchi sul volto contenessero la memoria di quello che si era imparato e visto, lo fissassero nella carne.
Ma agli altri le rughe paiono essere venute nel momento giusto: né un attimo prima, né uno dopo. Quando avevano vissuto, amato, imparato qualcosa. Quando s’erano dimostrati adulti, consapevoli. La mia è piovuto invece dal cielo così, senza preavviso, su una faccia fino ad un momento prima liscia ed infantile: il volto di una che si sente ancora troppo immatura per riceverla, o per meritare di portarla.
Una che non ha ancora imparato niente, non ha realizzato nulla: che è svagata, svanita, rifiuta le responsabilità e le decisioni, si trova impreparata alle scelte. Che ancora è bambina dentro l’anima. E si domanda, guardando il suo volto nello specchio, di chi è quella faccia con una ruga, che la guarda.
è un’impressione che abbiam spesso, quella che gli altri sian più saggi, più maturi, più adulti di noi.
ma è appunto solo un’impressione.
qundo arrivan le rughe, l’unica è portar pazienza.
c’è del buono, in fondo, a restar bimbi dentro.
per dirne una, si ride di più.
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Che le rughe vengano con la saggezza, mia cara, è una gentile fola, per aiutare a sopportarle!
Arriva la prima, poi la seconda, poi gli occhi fanno i capricci, qualche dolorino, la pelle improvvisamente diventa più secca e un pochino cascante e non ti riconosci più. Perchè dentro c’è ancora una ragazza, ma fuori c’è una vecchia.
L’importante è non badarci più di tanto e cercare di non invecchiare mai dentro. Qui in occidente è possibile, la gente ti accetta bene se sei vecchia e allegra, se non ti arrendi ancora. In Asia è terribile, tutti ti dicono: ma che vecchia che sei! Hai le rughe, i capelli ingrigiti, ma quanti anni hai? E tu, che sai di essere più allegra e vitale della maggior parte dei ventenni locali, tuo malgrado, ti senti seppellire prima del tempo!
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il corpo ha la sua storia, il suo tempo; la mente è un’astrazione, un castello di carte di pensieri
non si invecchia, si cambia
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Della ruga puoi sempre dire che è un segno d’espressione appena un po’ più accentuato, magari per stress o stanchezza.
I primi cedimenti strutturali della consistenza della pelle sono uno schiaffone: soprattutto quando ti guardi alle spalle e ti rendi conto che quella ragazzina che corre tendendoti una mano sei tu.
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Guarda ero convinto tu avessi già trattato l’argomento prima ruga, sei sicura che non fosse la seconda?
Bah, forse mi sbaglio forse lo devo aver letto su qualche altro blog di donne mature.
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hahaha beata te pulcina.
la prossima volta prova con una cicatrice.
🙂
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un giorno guardavo una mia cara amica sulla trentina, e le vidi una ruga a lato delle labbra: che peccato pensai, anche lei invecchia.
il giorno dopo mi guardai per bene allo specchio e ce l’avevo anch’io, proprio nel solito punto.Proprio quel punto che diventa una fossetta quando ridi.
E’ così che ho scoperto la mia prima ruga
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Confessa dove (e come) l’avevi nascosta che la befana te l’aveva carinamente donata?
Rassegnati che per quanto tu possa cercare di abbandonarla quella torna. 😉
Baciotti
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Una ruga? Ecchesaràmai! Mica si può restare fisse come in una fotografia riuscita bene no? Il tempo passa e noi viriamo verso altri lidi, non è certo quello che preoccupa. Ciò che fa male è investire troppo sull’avvenenza e su un aspetto che inevitabilmente ci verrà sottratto. Io molto tempo fa ho deciso che non sarebbe stato l’aspetto la parte più importante del mio essere e ho mollato gli ormeggi. Ora sono una balenottera, di mezza età, e visto che sono su di peso riesco a tirare molte delle rughette (a cui dare numero e importanza mi sembrerebbe penoso enumerare) che ho. Più ciccia = meno rughe 😉 ma non dirlo in giro potrebbero tutti copiarmi.
Per quanto ti riguarda spera in una caduta della vista, perchè mi sa che prima o dopo dovrai trovarle almeno affascinanti per farti coraggio. Evita il botulino perchè per questo tipo di intervento ho visto risultati che voi umani ecc. ecc. ecc.
Un abbraccione
Ross
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Uh.
Ma quale immaturità. Ma quale impreparazione alle scelte. Ma per favore.
Ninfa,la smetta subito di pensare ‘sta roba,suvvìa.
Le rughe sono anche sui visi di emeriti idioti.
Sono un fatto biologico,non certo un’attribuzione di maturità.
Altrimenti in questo paese saremmo pieni di saggi,mica di teste di cazzo che non san quel che dicono.
Inchino e baciamano
Ghino La Ganga
(P.s.: ma non Le avevo mandato anche un altro post, un po’ più cattivello? Che è, la censura della ruga?
;D)
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Le rughe sono divertenti, le puoi seguire con la punta delle dita e vedere dove ti portano. 🙂
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la prima ruga è un dolore, anche se ti dicono che le zampe di gallina ti vengono perchè ridi tanto, ma quando è proprio la guanciotta, che cede, è tremendo…:D
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