La Commissione Europea lavora in tre lingue (inglese, francese e tedesco), solo le comunicazioni ufficiali vengono redatte in tutte le 23 lingue ufficiali, quindi appena una piccola parte dei documenti prodotti.
Se uno Stato membro, un ente o chi altri vuole tradurre dei documenti dalle working languages ad altre, la traduzione se la deve pagare di tasca propria.
Nell’Italia prossima ventura vedrei bene romano, milanese e siciliano.
Il veneto proprio no: per le traduzioni in veneto si dovranno tirar fuori di tasca i ducati, quelli con il leone di san Marco sul dietro, moneta di nuovo assurta a corso legale in quei paraggi.
A Campi, in “centro”, qualche anno fa un negozio esponeva un paio di “gins”. E non c’era la scusa della Lega.
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Io i cartelli in dialetto al mercato li ho visti esposti esclusivamente dai cinesi: “roba bona”, “bea roba”.
Altro che Lega, si chiama “senso degli affari”…
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Negozi per vecchi cummenda? 😉
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beh, fuor di parodia, sono gli stessi costi del valzer di traduzioni alle sedi dell’unione europea.
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La Commissione Europea lavora in tre lingue (inglese, francese e tedesco), solo le comunicazioni ufficiali vengono redatte in tutte le 23 lingue ufficiali, quindi appena una piccola parte dei documenti prodotti.
Se uno Stato membro, un ente o chi altri vuole tradurre dei documenti dalle working languages ad altre, la traduzione se la deve pagare di tasca propria.
Nell’Italia prossima ventura vedrei bene romano, milanese e siciliano.
Il veneto proprio no: per le traduzioni in veneto si dovranno tirar fuori di tasca i ducati, quelli con il leone di san Marco sul dietro, moneta di nuovo assurta a corso legale in quei paraggi.
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