Le rivoluzione araba e l’economia di Spinola

“A causa delle rivoluzioni in corso nel mondo arabo”. Dice proprio così, lo spot, che Serafino Guerrazzo sta girando, davanti alle telecamere di Tele Spinola, abbondantemente pittato di cerone, con i due peli sul capo messi in piega ed un sorriso che in confonto Silvio pare uno a cui è appena morto il gatto. “A causa delle rivoluzioni in corso nel mondo arabo”, il mobilificio Guerrazzo fa una svendita di salotti e camere da letto invendute. Tutte quelle che di solito prendevano il mare per raggiungere il Marocco, l’Algeria, la Tunisia, l’Egitto, la Libia, e magari forse Dubai. Perché Serafino Guerrazzo vota Lega da una vita, e non perde occasione, ogni volta che vede degli extracomunitari, di dire che quei beduini là a casa a calci in culo bisognarìa rimandarli, a vivere nelle tende in mezzo al deserto, ma poi non ha alcun problema razziale a vendere a quei beduini là tutti i suoi divani, e puff, e cucine in muratura con cappa aspirante personalizzata, perché le tende in mezzo al deserto van benissimo purché le arredi lui, e il suo fastidio razziale è economicamente selettivo, dato che i beduini gli dan fastidio solo se sono poveri, e non possono permettersi di comprare uno dei suoi sofà.

Di tende beduine piene di mobilia Guerrazzo ce ne dovevano essere un fottio in tutto il Medioriente, perché ora che la situazione s’è fatta calda, Serafino si ritrova con il magazzino strapieno e centinaia di ordini annullati. All’inizio l’ha presa male, quasi come un affronto personale, che questi qua mettessero in piedi rivoluzioni così, senza pensare ai suoi ordini inevasi: sono beduini, del resto, e non ci si può aspettare altro da selvaggi simili, così disorganizzati da scendere in piazza a reclamare la democrazia quando invece è più che sufficiente comprare un divano nuovo. Ma da bravo imprenditore del Nordest non è stato là a piangere sul tinello invenduto: e allora via, una mano di cerone come calce sul viso, la compiacente telecamera della tv spinolese locale, e un bello spot in cui si annuncia una svendita che farà epoca.

Conosce i suoi polli, Serafino, e sa che le massaie di Spinola, anche se non hanno in programma di rinnovare casa, una capatina al mobilificio la faranno. Perché sono curiose anche loro di vedere gli arredi che comprano i beduini. E poi magari una camera intera non la compreranno, dato che i soldi sono pochetti anche qua, nel mondo civilizzato; ma per la soddisfazione di portarsi a casa un comò che doveva essere di Gheddafi e dello zio della Ruby, qualche euro sono disposte a tirarlo fuori dal borsellino, eh.

E’ un racconto di fantasia, non fa riferimento a divani o tende beduine reali. Le svendite, però, guardando bene si trovano, eh.

 

4 Comments

  1. Speriamo che la ricreazione finisca presto, sono un po’ ambiziosi sti radical chic.

    Eppure questi profughi libici potrebbero essere riciclati come braccia-lavoro. Certo, vanno privati della coscienza, sennò ci fan la rivoluzione anche qui. Ma non arriveranno, ci lasceranno soli con i leghisti, tanto conta la loro presenza immaginata (che porta voti), non quella reale.

    Che l’amico Muammar faccia il suo lavoro, un cardinale prima o poi contestualizzerà il massacro.

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  2. Io il mio post di oggi l’ho scritto senza nemmeno aver letto questo. Lo giurlo, come diceva Provolino. Sarà telepatia sulle conseguenze della crisi Libica.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

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  3. Come mai improvvisamente i rapporti fra Gheddafi e il governo italiano si sono fatti tesi?

    Io ho una teoria. Avete visto la manifestazione farsa pro-governo messa su da Gheddafi?

    Vi siete chiesti se ci ha pagato i diritti d’autore? Quello e’ un brevetto tutto nostro, coperto da patente internazionale.

    Un cazzo ha pagato, Obama gli ha congelato i beni in Svizzera! Poi, sempre Obama ha chiamato il caimano per dirgli che le manifestazioni pro-governo verranno bandite dall’ Onu, la crocerossa e i salesiani. Il caimano e’ cosi’ incazzato che prima si e’ dovuto sfogare su due ossibuchi che aveva in frigo e poi ha chiamato il barboncino degli esteri Frattini per dargli mandato di chiudere la colata di bava a favore di Tripoli.

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