La filosofia delle brioches

Quelle mattine di settembre in cui l’aria è ancora calda e tersa, s’infila fra le persiane semichiuse come un alito e porta con sé un retrogusto d’estate e un accenno di autunno, ma li mischia senza malinconia.

Quelle mattine di settembre pigre, in cui è bello e piacevole rimanere fra le lenzuola a cincischiare, perdendo il tempo e inseguendo i pensieri che vagolano qua e là senza meta, e arrivano e vanno via, come onde del mare sulla battigia.

Quelle mattine di settembre senza impegni ed orari, in cui pensi: “Mi alzo, mi alzo ora!” e lo dici come una decisione irrevocabile, un proclama di guerra, ma poi fra il dire e il fare passa un tempo infinito, lento e bellissimo.

Quelle mattine di settembre in cui poi ti alzi davvero, di colpo, quando l’attimo giusto arriva, e lo cogli nel momento perfetto. E allora vai in cucina, prendi fra le mani la tazza fumante di té, aspiri il suo profumo intenso, avvolgente, ti inebri, ti perdi, la mente si vuota, gli occhi vagano fuori dalla finestra, a spiare la città che si sveglia, la vita che comincia, l’infinito oltre la linea dell’orizzonte dei palazzi ed il cielo, e tu sei lì, il ritratto perfetto e compiuto di chi si estranea dal caos del mondo, se ne stacca e medita sul senso profondo della vita.

E invece stai solo pensando di scendere per comprare le briorches.

2 Comments

  1. Quelle mattine di settembre in cui ti alzi e scopri che chi ha preso l’ultimo litro di latte dalla dispensa non ha avvertito di comprarne altro….. lo fulmini con lo sguardo, gli ringhi dietro qualcosa che lo induce a vestirsi, andare a compare il latte e aggiungere anche cornetti alla crema…..
    Già non sono molto socievole in condizioni normali… senza colazione, mordo!

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  2. Indimenticabile Perozzi di “Amici miei” che, tutte le mattine, al ritorno dalla redazione del suo giornale, andava a comprare i cornetti “freschi, freschi” dal panettiere.

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