Questa notte qualcuno a Palo Alto o non so dove spegnerà la spina al server dove è ospitato Friendfeed, detto ff dagli amici, o anche il Socialino, sempre dagli amici, o il Socialino dell’odio, sempre dagli amici. Perché sostanzialmente di ff parlavano solo gli amici, dato che gli utenti, anche nel momento di massima espansione, erano quattro gatti. Anzi, quattro gattyni, come diremmo noi di ff.
Per chi c’è stato e ci ha vissuto (sì, vissuto, nel senso che era un posto dove passavi svariate ore al giorno, prima di Facebook) ff è una cosa strana. Era un posto dove si è sperimentato prima di tutti cose che oggi tutti fanno: i flame infiniti, le manie e le abitudini oggi comuni. Per dire, noi su ff i selfie li facevamo già anni fa, quando ancora non c’erano i cellulari con le videocamere decenti, e Periscope manco si poteva immaginare.
È stata una grande scuola di Social, ff, ed un laboratorio sperimentale aperto. È il posto dove si imparava a sgamare fake in sei secondi netti, a imparare le tecniche di scatenamento e di sopravvivenza ai peggiori flame, a trollare, a screenshottare, a sparlare nei gruppi e nelle stanzette segrete, a creare meme e hastag virali quando ancora nessun altro sapeva a che diavolo servisse il #.
Su ff ho incontrato il mondo: ho conosciuto qualche moroso, molti amici, alcuni buoni conoscenti, talvolta degli avversari. Ho amato certi circoletti e ho imparato ad odiarne ferocemente altri. Era come le scuole medie, o come i licei dei telefilm americani, dove ognuno ha il suo ruolo e ci sono i nerd, le cheerleader, quelli del club degli scacchi, tutti presenti nello stesso luogo eppure divisi in universi separati. Lì c’erano le amanti del trucco, le patite di ricette di cucina e pane con la pasta madre, le sedicenti vamp, gli erotomani, gli intellettuali o aspiranti tali, i professori, i socialmediaqualcosa, i socialmedianulla. Eravamo una accozzaglia di tremendi narcisi, e forse per questo ci capivamo in fondo tutti a meraviglia.
È strano quando muore un Social, perché quel luogo che ti è sembrato reale al pari di una casa o di una piazza si rivela per quello che è: un niente che può essere spento staccando una spina, come un qualsiasi phon, e tutto quello che ha contenuto, parole, pensieri, sentimenti scomparire come un soffio.
Ti rendi anche conto di botto che quelle parole che sono state te e che avevi pensato in qualche modo eterne perché affidate alle rete invece eterne non sono, ma destinate a dissolversi senza lasciare traccia.
Anzi, no, siamo di ff, noi. Da qualche parte di sicuro qualcuno ha fatto uno screenshot a tradimento.
E soprattutto, GIAO.
Ho sofferto infinitamente di più
per Splinder.. FF l’ho usato pochissimo.
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Io Splinder l’ho frequentato pochissimo. Siamo speculari. 🙂
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Io su FF non ci sono stato, anche se sbirciavo qualcuno. Ma ora Senape ha spostato molti e molto su frenf.it. E altri si sono aggiunti. Ci leggiamo lì.
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Giao Galatea! Che malinconia… mi mancheranno le #stanzette, le #piastrelle… un beso.
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Ci sono già passato con i Newsgroup che, anche se sono ufficialmente ancora vivi, praticamente sono diventati villaggi fantasma
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l’immagine che mi viene in mente è quella di universi paralleli, si vive intensamente una realtà (qualunque cosa voglia dire) che altri ignorano, e viceversa
la mia parte “sociale” in rete è iniziata con le mailinglist di yahoo (immagino esistano ancora) che si sono ammosciate assai con la nascita dei blog, ed era davvero strano veder languire qualcosa dopo averci speso tanto tempo senza sentire nessun dolore particolare
ma insomma, è come nella vita: per alcuni sono importanti le borse di fendi, per altri i tatuaggi o il pane fatto in casa e l’importante è piantarla di condividere foto di gattini o di piatti al ristorante e, almeno, perdere tempo in rete solo sulle cose che ci interessano o ci appassionano davvero
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Non l’ho mai usato ma ho avuto esperienze simili (e in parte ancora) su Splinder e con le varie piattaforme forum. Hai ragione quando li paragoni alle scuole medie c’è parecchissimo di pre-adolescenziale nei social. Per quello condivido l’impressione che usare Facebook abbia il sapore del déjà-vu. Con la differenza che si è perso l’anonimato, ma la maggioranza delle persone sembra non essersene resa conto e scrive delle cose di cui qualcuno chiederà conto fra qualche anno.
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Che peccato averci fatto un salto solo in extremis a leggere qualche gruppo pubblico su segnalazione di amici! come quasi sempre arrivo in ritardo…ma mi sembra di aver capito che tutto si sia trasferito altrove, no?
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c’era l’entusiasmo, agli inizi, quasi tutti avevamo decenni di silenzio da colmare; ora è afasia dalle troppe parole inutili
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Confermo Splinder con tutti i suoi difetti era super. Aveva opzioni che nessun’altro si sognava. Però hanno staccato la spina e siamo finiti un po’ ovunque. Una diaspora in piena regola.
FF non lo conoscevo. Quindi non faccio raffronti.
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