Lia e la pertosse. Ovvero del perché bisogna vaccinarli, i ragazzini.

Allora cerchiamo di spiegarla con una storia, che magari riesce più chiaro.

La nostra storia si svolge in una scuola qualsiasi, dove, come in ogni scuola ci sono un sacco di bambini. I bambini che vanno nella scuola sono quasi tutti vaccinati contro le principali malattie, tipo il morbillo e la pertosse. Dico quasi tutti, perché nella scuola c’è anche un gruppetto di bambini non vaccinati, perché i loro genitori hanno deciso che no, i vaccini sono pericolosi, e poi vuoi mai che proprio i loro figli si ammalino, e comunque, anche se prendono la pertosse, via, chi mai è morto di pertosse, dài.

Infatti i loro figli sono vivi. Si prendono anche la pertosse, eh, ma siccome sono grandicelli, la pertosse causa al massimo qualche notte in bianco ai pargoli, che vomiticchiano un po’ in giro, magari una volta anche a scuola, ma che vuoi che sia? Tanto è il povero bidello Pino che poi raccoglie tutto

E Pino raccoglie. E’ un brav’uomo, Pino. Manco si lagna, perché tanto ormai c’è abituato a raccogliere per terra qualche vomitatina.  Sono ragazzini, capita.

Non piglia mica la pertosse, poi, Pino. Perché è grande, e ce l’ha avuta da piccolo. Però va a casa, alla sera, e a casa c’è sua figlia Lia, che ha un mese, ed è una puttina adorabile. Ma non è vaccinata per la pertosse, perché è ancora troppo piccola per aver fatto qualsiasi vaccino.

Per Lia, però, la pertosse è un microbo pericolossimo: le toglie il respiro, la disidrata. Una sera viene portata di corsa in ospedale, ma sta troppo male e non sopravvive.

Per colpa di un maledetto microbo che non doveva essere in giro e che non lo sarebbe stato, se i genitori di quei bimbi che vanno alla scuola dove lavora Pino li avessero fatti vaccinare.

Ecco, cari genitori che non vaccinate i vostri figli. Sappiate che non state affatto mettendo a rischio soltanto la vita dei vostri pargoletti, che magari se la cavano davvero con solo una vomitatina in classe e un paio di settimane a casa. Mettete a rischio anche la vita di tutte le Lie indifese ed innocenti che li incrociano per caso.

E se voi volete avere la libertà di non vaccinare i vostri figli, anche Lia avrebbe diritto alla libertà di non morire per i microbi che loro lasciano in giro.

Quindi, alla luce di tutto ciò, siete proprio sicuri di aver fatto la scelta giusta?

10 Comments

  1. bellissimo articolo! Non si può fare terrorismo contro i vaccini che hanno permesso che la mortalità infantile quasi scompaia.

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  2. Ma non si può essere portatori sani di pertosse, o almeno così si legge in giro… Forse il Pino avrebbe dovuto vaccinarsi lui medesimo? E noi, siamo tutti vaccinati? La pertosse si può “fare” più di una volta nella vita, no?

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  3. il problema è più generale non vaccinando i piccoli mettiamo a rischio non solo i bambini ma anche gli anziani che magari giocoforza qualche complicanza (cuore, diabete etc) non se la cavano solo con una semplice tosse

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  4. Tutte giuste e valide considerazioni. Ci aggiungo la mia, che è molto terraterra.
    Io la pertosse l’ho avuta; non già perché i miei seguissero strane teorie mediche, ché anzi mi vaccinarono contro tutto il vaccinabile senza nemmeno porsi il problema. Però il vaccino per la pertosse all’epoca non esisteva e io presi la pertosse, e siccome avevo dieci anni me lo ricordo benissimo. E se mai avessi avuto un figlio, l’avrei vaccinato non una ma DUE volte contro la pertosse perché, garantisco, ci sono modi migliori di passare il tempo che avere la pertosse, anche quando si è giovani, forti e in ottima salute.

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  5. Io se vuoi ho la storia vera, non così tragica, ma vera, quella di casa mia.
    autunno 1982: io ho circa cinque anni e mezzo, non sono stata vaccinata per la pertosse perché all’epoca il vaccino non era ancora disponibile o cose simili (e sono certa che se ci fosse stato sarei stata vaccinata, perché mia madre, che lavorava in ospedale, ci vaccinava contro la qualunque – sono stata una delle prime, credo in Italia, ad essere vaccinata contro l’Epatite B nonostante non facessi parte delle categorie a rischio, guadagnando a me e mia madre sguardi straniti: probabilmente pensavano fossi una baby-prostituta)
    un giorno torno a casa dall’asilo con un po’ di febbre e una brutta tosse.
    viene a visitarmi il pediatra: è pertosse.
    a casa c’è mia sorella, uno scricciolino nato prematuro solo due mesi prima.
    io vengo immediatamente dirottata su casa della nonna, così da non contagiare la sorellina.
    ma la sorellina è già stata contagiata, e sta male per tre settimane.
    io non oso immaginare come sia stata mia madre in quel periodo (che, per il lavoro che faceva era perfettamente informata sia sulle condizioni di mia sorella che sui rischi della malattia), credo che per l’ansia non abbia chiuso occhio. e credo che oggi prenderebbe a bastonate qualunque antivaccinista.

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  6. altra storia vera. di prima mano.
    una donna partorisce la sua seconda bambina. va tutto bene. dopo 2 settimane la piccola si ammala e muore. di pertosse.
    ha avuto tutte le cure del caso, ma non è bastato. era solo troppo piccola per sopravvivere alla pertosse contratta sicuramente in ospedale.
    fin troppo banale, no?
    devo aver letto da qualche parte che, in alcune province, le vaccinazioni sono scese all’85%… significa che mediamente ci sono 1-2-3-4 bambini per classe di asilo-elementare-media-superiore pronti per una possibile carriera di sterminatori di bimbi, vecchi, trapiantati, immunodepressi…

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  7. In effetti la pertosse si prende solo da chi è malato, ma la storia si modifica in fretta.
    “Un giorno la moglie di Pino va a prendere il marito al lavoro. Ha portato anche la piccola Lia. I bimbetti delle elementari sono curiosi, si sa, e si accalcano sulla carrozzina per vedere la cosetta. La signore sorride amorevole, pensando già a quando la sua creatura andrà a scuola, non sa che tra i bimbi chiassosi uno ha la pertosse…”

    Grazie Galatea. Un’analisi sempre puntuale.

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  8. D’accordo sulla necessità delle vaccinazioni e sulla loro indubbia utilità.A proposito della perdita di fiducia dei cittadini ,andrebbero approfonditi i mai svelati segreti del flop dell’antinfluenzale H1N1 di qualche anno fa di cui tutti sospettano e nessuno dice.

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