Star Wars per principianti: le basi 2

Attenzione, contiene spoiler. Ma del resto i film sono usciti da trent’anni, ragazzi, non potete pretendere che.

16889877817_58c99fce8f_b

Ora poi bisogna un attimo chiarirsi con questa roba dei nomi, perché in realtà in Star Wars non è che poi la trama sia così difficile da seguire, ma con i personaggi non ci si capisce una cippa.

Finché si tratta di Han Solo e Luke Skywalker siamo tutti a posto: Han perché è quel gran figo di Harrison Ford giovane e quella roba che la rosa anche se ci cambi nome la riconosci vale sempre; Luke perché ci ha il cognome che è un’impresa, ma noi lo soprannominiamo “lo Sveglio” e salvi tutti. I guai cominciano con la principessa Leia Organa, che l’hanno chiamata nel primo film Leila (e hanno lasciato invece Organa, che pare il nick di una pornostar galattica, santa polenta, e dei due magari, eh!). Si incasinano di più con Lord Darth Vader, che, Domineddio benedetto, in originale suona un po’ come “Padre Oscuro” e ci sta tutto, ma in Italia hanno deciso di chiamare Fener non si sa bene perché, visto che sembra il marchio di un detersivo per pentole. Ma del resto Vader o Fener ci ha in testa una pignatta per tutto il tempo, e ansima come un sub con il respiratore incrostato, quindi magari uno smacchiatore tipo Mastro Lindo stellare gli ci vuole. Attenzione invece al robottino cicciotto, che poi in almeno sei film della saga sembra l’unico essere dotato di buon senso in mezzo a tutto sto bailamme di intronati. Nell’originale si chiama R2D2, e il senso ci stava perché in inglese si legge come Artù Ditù, che sembra il nome da barboncino stellare e fa simpatia, invece in italiano lo hanno chiamato Ciùno Piòtto, e dovrebbe risuonare nelle teste come un Gianni e Pinotto robotico, ma insomma no.

Dunque nel primo riassunto vi avevo anticipato un po’ di cose, perché in realtà Luke da Yoda ci finisce nel secondo episodio, che comincia invece in un’accidenti di pianeta pieno di freddo e di neve, dove i soliti ribelli sfigati, invece di organizzare tour per le settimane bianche intergalattiche che verrebbero da Dio, gelano e soffrono schivando gli imperiali. Lo avevamo detto che i Ribelli sono scemi, vero? Ecco.

Il secondo episodio detto fra noi non è granché. C’è l’addestramento jedi di Yoda che è un po’ due palle, perché è una roba in cui Yoda sputa sentenze all’infinito come un guru yoga, e semina indizi sul passato e sulla famiglia di Luke, ma Luke lo guarda senza capire granché (é Luke, ragazzi, non possiamo pretendere!). Ogni tanto aleggia il fantasma di Obi Wan Kenobi, impegnato in dei grandissimi facepalm dall’oltretomba. Diciamocelo chiaramente, Obi Wan lo salviamo perché è Alec Guinness, ma se uno ci ragiona come personaggio è una iattura che levati: da combattente non è riuscito mai a opporsi davvero all’impero e come maestro si è sbagliato due allievi su due. Se Yoda ci ha le scatole girate si può capirlo.

Intanto i Ribelli ribelleggiano senza molto costrutto e Dart riesce ad acchiappare Han Solo, che riduce a grazioso soprammobile imprigionandolo in una lastra di grafite. Quando Luke e Leia arrivano per liberarlo, Dart e Luke si scontrano in duello epico a base di spade laser verdementa che in pratica vale tutto il film, al termine del quale Luke ci rimette una mano ma acquisisce la Grande Rivelazione: Dart tenta amichevolmente di ucciderlo ma poi gli dice: “Bello a papà!” Cosa che ovviamente avevamo già capito tutti, ma Luke è Luke.

Il film quindi si conclude con un nulla di fatto molto politically correct, perché ora, oltre che poco sveglio, Luke è pure eroe disabile, e lo lasciamo in un centro medico, dove il padre cerca di convincerlo con la telepatia a seguirlo per governare l’impero, mentre lui ha la solita sua espressione stolida e sembra invece che si chieda come fare ad avere la pensione di invalidità. La sorella Leila invece, perché le donne sono sempre più toste, decide di andare a salvare il povero Ian ridotto a soprammobile e donato come gentile presente ad un contrabbandiere galattico, Jabba the Hut.

E la saga continua, se non altro perché, visti gli incassi ai botteghini, col cavolo che Lucas la finiva qui.

4 Comments

  1. Hahahaha, bel riassunto! Soprattutto il riepilogo su Darth Vader 🙂

    Devo però dare ragione a pj: è l’episodio migliore in assoluto, il colpo di scena “io sono tuo padre!” è uno de più forti della storia del cinema (nonostante gli indizi), e il finale di questo episodio è amarissimo (l’eroe sconfitto, mutilato e la sua bella principessa è sua sorella, il suo alleato prigioniero nella grafite, i buoni traditi, cornuti e mazziati).
    Sono curioso di vedere cosa scriverà sui ‘simpatici’ ewoks del terzo episodio…

    Magari!

    "Mi piace"

  2. E i ribelli che cascano nel trappolone evidentissimo di Fener/Vader (che per me a un certo punto è diventato Darth Water, nel senso italiano del secondo termine) sono da premio IgNobel.

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.