I grandi classici del Natale: una poltrona per due (anzi tre)

Una Poltrona per Due è uno dei grandi immancabili classici natalizi.

In breve ci sono questi due tizi e una poltrona di comando: uno  è una vita che tenta di diventare il capo, ha studiato da capo, si è sopportato per anni e anni le angherie dei vecchi ed intronati capi precedenti, ha coperto i loro magheggi contabili fingendo che fossero legali, ha nascosto con la sua astuzia anche dei veri e propri furti con una faccia di bronzo degna di una statua antica, tutto per conquistare la fiducia e scalare il potere e quindi pensa: “Ok, stavolta ce l’ho fatta, tocca a me.” E invece no. Quando dovrebbe toccare a lui, niente, lo trombano.

Poi c’è l’altro, il più improbabile tizio che si possa immaginare, un pataccaro da brivido, sempre vissuto di espedienti, uno che non ha cultura, non ha nulla, che sfanga la giornata non si sa come, contando sulla parlantina da fuffatore e un faccino simpatico, e fa persino tenerezza con i suoi raggiri. Ecco, questo tutti pensano: finisce in galera prima della fine del primo tempo e buttano via la chiave. Invece no, è un miracolato, lo assumono.

Ah sì, e poi c’è il terzo. Che non è ben chiaro cosa faccia e chi sia. È un personaggio un po’ così, di quelli che non capisci bene cosa ci facciano nella sceneggiatura.

Si chiama Giuseppe Conte.

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