Perchè votano Lega. Un ritratto del Nordest.

C’è qualcosa di comico in molte analisi che si sono fatte del voto. Di comico e di patetico insieme, verrebbe da dire. Perché una capisce che la botta è stata dura, certe sberle lasciano intronati anche quando le vedi dare ad altri, e i ceffoni, persino quando un po’ te li aspetti perché li sentivi nell’aria da tempo, sempre male fanno, quando arrivano dritti in faccia. Ma da gente che sta in politica dalla nascita, qualcuno pure da prima, chè certi personaggi il seggio in parlamento devono averlo avuto al posto del seggiolino, mi sarei aspettata, lo confesso, qualcosa di più di uno stentato balbettio di sconcerto: «Ma…noi non ce lo aspettavamo…non avevamo capito…».

Se uno statista deve pensare alle prossime generazioni e un politico solo ai prossimi due anni, un politico serio, però, quei due anni futuri deve essere in grado di prevederli con una buona approssimazione, o è fregato. Questi soloni del voto non riescono a prevedere neppure cosa potrà succedere fra due settimane, e, soprattutto, non si devono essere accorti cosa è successo in Italia e qui al Nord negli ultimi dieci.

Il primo shock è stato scoprire che gli operai, al Nord, votano Lega. Veramente, sono almeno quindici anni che gli operai al Nord votano Lega. Nelle piccole e medie industrie non se ne trova più uno di sinistra neanche a pagarlo. A essere precisi, non se ne è mai trovato uno. Porto Marghera, il grande polo industriale di Venezia, è città, e lì la sinistra e il movimento operaio aveva sì una tradizione forte, che veniva dritta giù dall’epoca dell’antifascismo e del ‘68. Ma Venezia non è il Nordest, e soprattutto non è il Veneto. Il Veneto è fatto di campagna, dove i contadini da tempo immemorabile erano soggetti al prete e al campanile. Sono diventanti operai nelle fabbrichette del territorio passando per le sacrestie delle parrocchie, col frate che li segnalava al padroncino e la sorella monaca che pregava per la loro assunzione (in azienda, e poi in cielo). Un delegato sindacale non l’hanno mai visto da vicino, e quando l’hanno visto han sempre pensato che era un solenne rompicoglioni. Conoscendone alcuni, è difficile pure dar loro torto.

Il Nordest è un posto dove gli operai lavorano-lavorano-lavorano per il piccolo imprenditore, poi vanno a casa, la sera, e pensano o a come rifarsi la mansarda o a quando si apriranno una loro impresetta, per lavorare-lavorare-lavorare. Il “capo” non è un “padrone” vecchio stile, un grande industriale tipo Gianni Agnelli, erre moscia, moglie principessa e amante diva del cinema, è quasi uno di famiglia: lo si odia e lo si ama come si amano e odiano i vecchi zii che si sopportano nella speranza ti lascino qualcosa per testamento; nove volte su dieci è un botolo dal collo taurino, che lavora in fianco a loro per dieci ore al giorno, salta le ferie, ha una moglie tracagnotta che sta in fabbrica e fa i conti a fine turno, figli con i capelli impalati dal gel come i figli dei suoi dipendenti: vanno tutti alla stessa scuola, peraltro, i figli (un tecnico professionale, quando proprio va bene), mangiano allo stesso pub e ballano nella stessa discoteca. La domenica imprenditori e operai si ritrovano tutti a messa, e il sabato sera tutti nella medesima balera, dove, mentre in sottofondo gracchia Rose rosse per teeeeee, tutti brontolano sui marocchini che sono dappertutto, e si scambiano le ultime notizie su quali siano i sistemi d’allarme migliori per far fronte alle bande di romeni. Degli intellettuali della sinistra diffidano: mica perché sono di sinistra, no: perché sono intellettuali. Già uno che legge un giornale ogni mattina e un settimanale ogni tanto in campagna è guardato con sospetto, se non altro perché non si capisce dove lo trovi tanto tempo da perdere. Gli opinion maker di riferimento sono ancora il Parroco, il Sindaco e qualche politico visto in televisione, di quelli che dicono pane al pane e troie alle troie, se extracomunitarie. È un mondo molto globalizzato, il Nordest, verrebbe da dire quasi il prototipo della globalizzazione: infatti riesce ad essere perfettamente arcaico e tecnologico nel medesimo istante. Di qualsiasi fascia sociale facciano parte, quello che vogliono i Nordestini è essere lasciati in pace a lavorare, in santa pace. Hanno una mentalità chiusa ma ordinata: il caos dà loro ansia, il disordine gli regala solo angoscia. Entri nelle loro case e capisci subito perché ragionano così: ogni cosa è al suo posto, con un rigore maniacale. Sono tutte linde ed uguali, le case del Nordest: salotti buoni, cucine pulitissime, teorie di piattini e tazzine e carabattole in serie minuziosamente spolverate. Non odiano lo straniero perché sono razzisti, lo odiano perché fa casino: se entri nelle loro villette con le scarpe infangate odiano anche te, con tutto che sei nato a nord del Po. Il loro mondo è piccolo, e forse antico, come quello di Fogazzaro, ma da lì non li tiri fuori. Capiamoci: per lavoro sono capacissimi di andare in giro per il mondo a vendere persino il ghiaccio agli eschimesi. Ma è lavoro, appunto. Quando staccano, tornano nel loro orticello, quello che i loro padri coltivavano giorno dopo giorno, e il loro universo torna a concentrarsi in quell’unico punto: la famiglia, la casa, la vita di tutti i giorni, monotona e tranquilla.

Che gli dice la sinistra, a questi? Per anni ha parlato loro di rivoluzioni che non volevano (cazzo, una rivoluzione? E chi riesce a tenere in ordine il giardino durante una rivolta?) e di internazionalismo che a loro fa spavento. Loro non vogliono aprirsi al mondo, vogliono solo che il mondo acquisti quello che producono, e poi li lasci in pace a vivere come han sempre vissuto prima.

La Lega, questo, glielo promette: liberismo economico e protezionismo serrato dei valori e delle abitudini. Ci stupiamo che la votino? Io, ad essere sincera, mi sono sempre stupita che ci sia qualcuno fra loro che non la vota.

32 Comments

  1. Cazzo! e tutto questo senza nemmeno citare Max Weber. Vuoi vedere che è tutto più semplice di quello che sembrava. Chissà che mi credevo. Ma se mi hanno spiegato che è perché il 70% (+ o -) degli italiani s’è rincitrullito. Comincio a credere che o non me la raccontano giusta o non ci capiscono un beato…
    Mario DG

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  2. Analisi lucidissima ed impietosa d’un nord-est (soprattutto Veneto, quello che conosco meglio) sottoscolarizzato e profondamente intriso d’ipocrisia cattolica, quindi anche anticomunista.

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  3. sai che hai fatto un’ottima analisi, migliore di quella di tanti”intellettuali”:-)? Hai colto benissimo la cultura, come si dice,…glocale.

    ciao

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  4. Hai dimenticato la partita di pallone.Altro che filosofia qui siamo alla legge del menga che cel’ha nel…. se lo tenga.

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  5. Bello quest’articolo! Però penso tu stia descrivendo i piccoli paesini di campagna, e meno i piccoli paesi attorno alle città.

    Però la mentalità è proprio quella, vogliono lavorare in santa pace!

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  6. @->Vixi: quando ci vivi in mezzo, è facile coglierla.
    @->Domenico: la partita di pallone… hai ragione, è che di calcio non capisco un accidente.
    @->Gang(i)io: Eh, sì, sono le contrapposizioni ideologiche vuote che fregano sempre.
    @->Mario: Vabbè, la prossima volta prometto di citare almeno di striscio Max Weber….

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  7. “Hanno una mentalità chiusa ma ordinata: il caos dà loro ansia, il disordine gli regala solo angoscia.”

    il caos dà loro fastidio se è dentro il recinto della loro ringhiera… quando il caos è fuori, quando sono loro stessi a provocarlo (vedi la città diffusa veneta) e, causa del disordine, non riescono nemmeno a costruire ‘na strada ovvio che: roma ladrona!
    è questo individualismo esaperato che mi dà fastidio di noi veneti, individualismo che ci ha portati ad un “blocco” e ad incolpare il mondo invece che noi stessi. che ci ha portati verso tremonti e la sua paura del futuro piuttosto che verso venezia e la sua capacità di andar per mare e riuscire a metter radici anche nell’instabilità dell’acqua.

    la vedo dura.

    LdS

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  8. @->nick85vic: certo, poi ci sono paesi e paesi anche in veneto. ma gratta gratta, e io vivo in uno di quelli che fa da cintura alla grande città, nella provincia, persino nei capoluoghi di provincia, la mentalità, con qualche piccola correzione, è questa.
    @->LineadiSenso: sì, forse il template è troppo english…ma intanto ho riaperto, poi semmai la grafica si rivede… 😀
    Invece, per quanto riguarda Venezia: mi sa che hai nella mente i Veneziani del passato. Quelli di oggi, in gran parte, spennano solo i turisti e vivacchiano. Anche lì c’è poco di che stare allegri.
    @->Maurizio Silvestri: grazie.

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  9. Il Veneto profondo. Da romagnola con zia emigrata in Montello, vi ho sempre guardati come marziani inquietanti. Non che anche qui non ci siano segnali preoccupanti, eh.. Siamo “i terroni del nord”, ma sempre nord, s’intende. E il casino fa paura anche qui, così come la concorrenza dal basso.

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  10. mai fare di tutte l’erbe un fascio! il nord-est è molto vasto e sopratutto variegato.le tue verità sono parziali e molto riduttive;dovresti ora esercitarti a scrivere e descrivere l’altra faccia della medaglia,la più importante da te ostinatamente trascurata.non è che provieni da altre regioni?
    il successo della lega? “paroni a casa nostra”, queste quattro parolette sintetizzano aspirazioni,desideri,speranze del comun sentire che finalmente stà entrando nelle zucche anche dei riottosi,di quelli con la puzza sotto il naso e degli intelletualoni.

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  11. @->paolo2: Spiacente, sono proprio veneta. Dovrai rassegnarti al fatto che ci sono anche Veneti che la pensano come me. Anche la tua visione dei Veneti, evidentemente, è un po’ riduttiva.

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  12. sono veneto da 20 generazioni e se volete la mia opinione siamo tutti e dico tutti coglioni. lavoriamo giorno e notte con l illusione di farci la casetta sputiamo sangue 15 ore al giorno arricchendo il furbo di turno lo stato parassita e l imboscato di turnoe alla fine raggiunti i 60 anni crepiamo. basta come dice un altro commento , non vivere nel caos. intanto che noi si lavora la classe politica ci succhia il sangue. io dico basta a fine anno chiudo bottega e mi trasferisco all estero mi sono stancato di farmi bastonare per 40 anni . ps : perche i veneti votano lega ? semplicemente perche sono cretini stupidi egoisti avari evasori assassini pieni di merda e dulcis in fondo ignoranti…….

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  13. E poi, quando qualcuno cade da un’impalcatura perché la sicurezza costa troppo, la colpa è dello stato.
    E poi, quando qualcuno viene licenziato perché il padrone “delocalizza”, la colpa è dei rumeni
    E poi, quando qualcuno deve pagare le tasse, la colpa è del fatto che sono troppe
    E poi, quando il figlio del padrone viene beccato a 270 all’ora, la colpa è della mancanza di “infrastrutture”

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  14. brava e complimenti per l’ironia
    – non è che qui in Terronia (Puglia) sia molto diverso, come mentalità (ma ci sono meno immigrati, al momento), sempre terre cattolicissime (e puttaniere) furono

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  15. Paolo54 NON CI ABBANDONARE!!!

    Generazioni di emigranti hanno lasciato in Italia solo ruera (*).

    Al massimo organizziamo un torpedone diretto in Cina, ci attende un futuro da badanti…

    (*) Spazzatura di Milano. Mentre quella di Napoli è munnezza, ma è sparita dai TG, dava fastidio agli imprenditori padani per la sua insopportabile disposizione caotica.

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  16. L’articolo ovviamente mi piace per come è scritto (benissimo). Da veneto, però, ritengo la tua analisi troppo concentrata sul mero aspetto folcloristico e dunque un po’ parziale. Considera questo: fino all’entrata dell’euro, una coppia comune – marito e moglie – in cui entrambi lavoravano (lei impiegata, lui operaio) portava a casa all’incirca quattro milioni al mese, oltre alle rispettive tredicesime e quattordicesime. Un buon gruzzoletto, che consentiva di vivere agiatamente, farsi le vacanze alle “seisselle”, pagare il mutuo della villetta a schiera e mettere via pure qualche soldino. Oramai da alcuni anni, però, l’equivalente in euro di quella somma, perlopiù gravata da un insieme di esborsi periodici inevitabili, comporta difficoltà oggettive per arrivare a fine mese. Non sono favole. Le imprese venete, mediamente operanti su settori a basso livello tecnologico, delocalizzano per vincere la concorrenza orientale, che su quegli stessi settori ha gioco molto facile. In molti, oltre all’angoscia del decurtato potere d’acquisto, vivono pure quella della probabile perdita del posto di lavoro che, in un contesto caratterizzato dalla prevalenza del privato sul pubblico, costituisce un rischio effettivo. Con queste motivazioni, in tanti – delusi da Berlusconi – due anni or sono riposero le proprie speranze su Prodi; e furono anche lì in prevalenza operai e piccoli imprenditori. Ma le risposte attese non sono arrivate. Nella loro disperata ricerca del benessere perduto , o percepito come tale, in questa tornata hanno deciso, con la stessa omogeneità di allora, d’accordare fiducia alla Lega, sirena suadente che offre rimedi nuovi e sinora mai attuati o sperimentati. La Lega, d’altro canto, s’è così giocata la sua ultima carta, data la posta d’una scommessa che si basa su promesse estremamente difficili da mantenere: se non ci riesce, credo sparirà per sempre.
    La Sinistra al governo ha volutamente chiuso gli occhi di fronte a tutti questi fattori e persiste nel non volerli aprire, anche ora che al governo non ci sta più, continuando ad offrire solo formule di stile e slogan “placebo”. La Lega, per quanto possa far arricciare il naso, ha parlato il linguaggio del popolo, chiamando “fasioi” i fagioli e “uganeghe” le salsicce, e non “haricot” o “saucisse” per far credere che in dispensa ce ne fossero di più. Se la Sinistra aveva qualcosa da dire, non è stata capita o non ha voluto farsi capire. Ti prego, non dipingere i veneti come una massa di zotici ignoranti: le persone vere sono molto meno stupide di quanto non credano i politici (o gli intellettuali).

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  17. Sono Veneto, non mi ritengo ignorante, almeno non più di coloro che tracciano profili dei veneti guidati da una fede politica che non sia quella leghista. Voto Lega Nord e abito in un comune amministrato dalla sinistra, eppure anche qui, vi assicuro che gli abitanti lavorano, hanno i figli col gel, si incontrano al bar a bere uno spritz col datore di lavoro e amano la tranquillità, pensate un pò!

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  18. galatea! qua stai! giorni e giorni che ti cerco! :))

    guarda te, anch’io ieri ho scritto na cosa sul perché della lega. Da un altro punto di vista.

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  19. hai descritto perfettamente alcuni miei amici veneti.
    per quanto mi adorino, guardano anche me con sospetto: io vengo dalla città.

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  20. Ho vissuto vent’anni in provincia di Vicenza, ora, da Roma, vedo la mia terra d’origine con occhi diversi.
    Il nordestino vuole evitare l’ansia, ma con questo atteggiamento la provoca e la subisce. Va in crisi per una bolletta non pagata e si infastidisce se quello davanti attende un pizzico troppo al semaforo.
    Domanda: è sereno il nordestino medio? No, nonostante l’ordine e il lavoro.
    Perché vive d’ansia e in qualcuno diventa angoscia.
    Perché pensa solo a sé, è egoista, difende a spada tratta il proprio orticello. Non vive nel mondo, vive nel mondo solo quando si parla di lavoro: importa, esporta, o almeno comprende bene importazioni ed esportazioni, a patto che non siano i cinesi che lo facciano, perché le importazione e le esportazioni vanno fatte così così e così, perché? Perché avanguardia nel lavoro, pensa, noi possiamo decidere come si deve lavorare.
    Comprende il mondo in nordestino? No, a mio avviso. Si è certo arricchito, ma non v’è stato un eguale sviluppo culturale. E si vede.
    Per questi il nordestino medio non capisce un calabrese o un marchigiano, per questo non accetta di buon grado mentalità diverse, per questo deve pregare dio che gli vada bene il lavoro e soprattutto la sua idea di lavoro, se non sarà così, ci saranno dolori, per tutti i nordestini, anche quelli che non votano Lega Nord.

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  21. che goduria! ma allora da “signore e signori” è cambiato molto poco..
    e una piccola analisi su Roma? è la mancanza di sicurezza o altro?

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  22. La tua è una visione molto lucida, ma sinceramente, come abitante del nord-est (pordenone, non veneto) mi sembra riferirsi solo a una piccola parte, quella cioè dei paesi di campagna.
    Posso dirti tranquillamente che tanti miei amici, studenti universitari con genitori anche plurilaureati e classici “intellettuali di sinistra”, hanno votato Lega.
    Perchè? Per la questione degli immigrati, in un semplice impeto di razzismo. Almeno nella mia zona è molto più facile che il piccolo imprenditore voti Berlusconi, nella speranza che faccia qualcosa per lui.
    Sul fatto di chi vive in campagna comunque sono perfettamente d’accordo con te!

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  23. @->Lector in fabula, paologaz e Sweetatexiel: L’analisi (ammesso che si trattasse poi di una analisi, un’analisi seria avrebbe bisogno di più spazio, questo era un post) era ovviamente limitata ad un campione. Il Veneto ed i Veneti sono anche altro, ma lo zoccolo duro che ha votato e vota lega penso sia abbastanza simile a quanto ho descritto, anche perchè è, come dire, una fotografia fatta sul campo, per quanto il campo possa essere ristretto. Il popolo della Lega non è solo quello che ho descritto io: è più complesso, anche perchè sta mutando, specie dopo queste ultime elezioni. Come del resto sta mutando anche il “popolo” della sinistra, tanto che oggi come oggi non so neppure cosa diavolo si intenda per elettore di sinistra. Ha ragione paologaz: gli elettori di sinistra e della lega sono, in molti paesi del Veneto e del nord tutto, molto simili. Il che spiega i travasi di voti possibili oggi e impensabili fino a qualche tempo fa, ma forse è un fenomeno che andrebbe indagato meglio. Perché sono così simili, oggi? Ed è un bene o un male?

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  24. a galate’, una che scrive e analizza così acutamente, peccato che finisca per macchiettizzare tutto in modo da poterlo rinchiudere in raccontini…

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  25. so che la Lega è molto vicina alla gente, nel territorio del nord appunto. Io sono meridionale, non so fino a che punto i meridionali piacciano ai leghisti…

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  26. Analisi otttima, soprattutto perchè, a parer mio, rinchiusa in un “raccontino” che non ha pretese ma fa capire molto meglio di una seria analisi statistica.

    Adesso arriva la domanda difficile: e quindi che si fa? Se loro sono così, cosa si deve fare? Convincerli che stanno sbagliando (ma bisogna avere la certezza che stiano sbagliando)?
    Ma se loro sono contenti così? Se il loro modello di vita è quello? Dobbiamo rassegnarci alla Lega? Dobbiamo fregarcene, scegliere il nostro modello e lasciarli perdere?

    Sono tutte domande su cui non ho risposta, ma mi interessano molto: a ventun anni ti chiedi cosa vuoi fare della tua vita, quale modello vuoi scegliere, e rimani stupito di vedere coetanei scegliere prospettive di vita come quelle che descrivi tu.
    Quindi chiedo a te cosa pensi, visto che probabilmente ci hai ragionato sopra 😀

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  27. @->Mondo: Non so cosa dirti, di preciso, pur avendoci riflettuto. Non so se stanno sbagliando, sinceramente. Forse sono davvero contenti così, e magari hanno pure ragione. Non è che avere più di 21 anni ti aiuta a capire meglio, alle volte.

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  28. MONDO CHIEDE:
    “Adesso arriva la domanda difficile: e quindi che si fa? Se loro sono così, cosa si deve fare? Convincerli che stanno sbagliando (ma bisogna avere la certezza che stiano sbagliando)? Ma se loro sono contenti così? Se il loro modello di vita è quello? Dobbiamo rassegnarci alla Lega? Dobbiamo fregarcene, scegliere il nostro modello e lasciarli perdere?
    (…) e rimani stupito di vedere coetanei scegliere prospettive di vita come quelle che descrivi tu.”

    – ESERCIZIO:
    Qali e quante parole dovresti cambiare al commento di Mondo per metterlo in bocca a uno della Militia Christi, sull’argomento comportamenti sessuali, in modo che sia compatibile e credibile?
    SVOLGIMENTO:
    Una: Lega. Da sostituire con omosessualità.

    @Mondo: scendi in strada e poni la domanda “difficile” ai passanti. vedrai che la risposta è semplicissima: fatti i cazzi tuoi.

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  29. Non credo che uno della militia christi, sull’argomento comportamenti sessuali, metterebbe mai l’inciso tra parentesi “ma bisogna avere la certezza che stiano sbagliando”.
    Inoltre, mentre la risposta “fatti i cazzi tuoi” è sacrosanta rispetto ai comportamenti sessuali, sarebbe molto discutibile riguardo a una domanda sulle scelte elettorali che, com’è noto, ricadono poi un po’ su tutti noi.

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