
La pettinatrice da autobus ha sui diciannove anni, e lunghi capelli biondi perfettamente stirati. Cadono sulle spalle con perpendicolare precisione, segno che prima di uscire, e nonostante l’afa del meriggio, la pettinatrice da autobus ha passato un’ora con la piastra in mano, per perpendicolarli come Dio e soprattutto la Moda comandano.
Ma il Destino e il Diavolo, si sa, sono dispettosi, e, dopo pochi minuti nel caldo infernale, la pettinatrice da autobus si rende conto che suda. Oddio, suda proprio no: la pettinatrice da autobus fa parte di quella categorie di ragazze, e poi di donne, che non sudano mai; la natura, con tali temperature, spingerebbe il corpo a sudare, ma la pettinatrice da autobus ha un controllo così completo del corpo che questo non si azzarda a farlo, sennò il trucco si scioglie e buonanotte; quindi la pettinatrice da autobus non suda, nemmeno traspira, però sbuffa molto, e si sventola con la mano, e tira gli occhi verso il soffitto, gettando occhiatacce a tutti quelli che le sono vicino, perché fa caldo, ed evidentemente è colpa loro, dal momento che non è possibile che una cosa così volgare come il caldo capiti a lei.
Quando si rende conto che la situazione le sta sfuggendo di mano, la pettinatrice da autobus prende una decisione epocale: lo si vede dall’espressione, simile a quella di Wellington quando decise di tentare il tutto per tutto contro Napoleone: tira fuori dalla borsetta un fermaglio e prende fra le mani i capelli. Prende un ciocca, la tira indietro, la fermaglia; poi ci ripensa, la sfermaglia, prende un’altra ciocca un pochino più di lato, la fissa nuovamente. Poi ci ripensa, sfermaglia tutto, e si appresta a creare una coda di cavallo. Che dura mezzo secondo, perché dopo tale tempo record è già disfatta. Quindi lascia il fermaglio cadere miseramente nella borsetta, e inizia a tirare il ciuffo con la mano, sorvegliando ogni stiramento con gli occhi aggrottati, con l’aria compresa di chi sta filando un chewing gum. Poi ci ri-ripensa, pesca di nuovo il fermaglio, e blocca la frangetta di lato. La guardo incantata per venti minuti, mentre intreccia, districa, reintreccia i capelli, che sbatacchia di tanto in tanto sui vicini, con serafica indifferenza. Quando finalmente pare aver trovato pace per la sua chioma (ora l’ha raccolta in una semi treccia che finisce in chignon) d’improvviso suona il cellulare. Con abilità contorsionistica, mentre blocca l’ultimo ricciolo, risponde: «Ohi, Rita, sì, dime… so’ in bus…stasera, alle sette mezza? Con chi? Ah, sì vabbè, ma alle sette e mezza è presto non posso….come che c’ho da fare? Ma mi devo lavare i capelli, no?»
Solo una donna può essere così (crudele e cinica e attenta) verso una donna.
Benvenuti nel mondo delle donne.
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a proposito di quello che ha scritto mario:
un giorno in autobus ho visto anch’io una pettinatriche, solo che in questo caso non controllava le proprie ciocche, ma distratta dal chiacchiericcio con un’amica, continuava a strusciare la chioma sul muso di un’azzimata signora. la signora, alta e dall’aspetto molto fine, a un certo punto ha fatto notare (con estrema gentilezza) alla pettinatrice di turno che le metteva continuamente i capelli in faccia. la pettinatrice, perplessa davanti a questo fatto, ha dichiarato “ma guardi che li ho appena lavati!”… al che l’azzimata signora ha risposto “tesoro, anch’io faccio il bidet ogni giorno, ma non metto il mio sedere in faccia alla gente.”
sono ancora là che rido, se ci ripenso.
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E io che non prendo mai l’autobus… cosa mi perdo!
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Barbie girls, si chiamano. E mai foto fu più azzeccata. Immancabilmente bionde, prediligono il rosa, il bianco ed il giallo. In pratica, sembrano dei coni gelato che camminano. Scarpina bassa da Cinderella, microborsetta da portare al braccio, tonnellate di orecchini e bracciali, minigonna d’estate, minigonna con pantacollant d’inverno. L’Inghilterra ne è piena. E sarebbero anche molto carine, se non fosse per la quasi completa anencefalia.
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La pettinatrice da autobus non suda ma sbuffa perché in realtà è un levriero afghano con gli orecchini. Quando nessuno la vede srotola un palmo di lingua e rimane lì ad ansare.
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Questo post (commenti compresi: grazie liczin e juni, sto ancora ridendo e continuerò per un bel po’, ripensandoci) me lo devo stampare. Mai quadretto più bello a descrivere tanta imbecillità.
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Ah Galatea che bello viaggiare in autobus ad Amsterdam… eheh.
Lies-pettinata
Ciao!
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in un certo senso invidio queste persone che sopportano serafiche il caldo. Io sul treno ho i capelli sfatti e sono tutta sudata ed appiccicosa, neanche avessi fatto due ore di corsa. Ah, come si vede che sono una donna uscita male… o forse bene, dipende dai punti di vista!
PS molto divertente il blog 🙂
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Effetti collaterali della guerra all’umanità dichiarata dagli stilisti.. La piastra per stirare i capelli, arma proibita da trattati internazionali, ha cotto evidentemente anche il cervello della povera bionda.Ora,invece di prendervela con la scopettona e il suo cervello sfrittellato, abbiate pietà di lei e pensiamo, tutti insieme, a politiche di cura e reinserimento sociale per la sciagurata.
Compagna Galatea, mi meraviglio di te: non hai dei lettori, hai delle iene!
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A me i capelli lunghi d’estate fan caldo solo a guardarli, figurarsi a star lì a intrecciarli, stirarli, tingerli, legarli, ecc. Ma un bel bee-hive anni ’60? Certo, la lacca per tenerlo su equivale a un iceberg in meno, ma almeno sta su e non ti cade sulla faccia e sulle spalle tipo burqa peloso.
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una sudata anche solo a guardarla, poi una donna non si tocca mai i capelli per caso. ciao galatea. 🙂
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Dopo il seno, i capelli sono per una donna un modo per quantificare la propria femminilità. Per questo motivo sono le adolescenti a tenerli molto lunghi, usandoli come arma di seduzione. Poi, sposate, accorciano restando al limite della decenza.
Galatea, viste le abbondanti caricature, sembri un’adoratrice della “zazzerina”. Perché così corti? È segno di un cattivo rapporto col tuo corpo o adori lavarteli tutte le sere?
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Il tuo post mi ha riconciliato con la mia fronte spaziosa….. fino alla nuca !
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Se avrete la compiacenza di fare un salto sul mio blog e di dare un’occhiata al mio avatar, peraltro molto realistico, capirete perchè tutto ciò m’intristisce molto…
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@goodidea : “Perché così corti? È segno di un cattivo rapporto col tuo corpo ….”
Ci sono molti uomini che apprezzano i capelli corti , ma la moda dei capelli lunghi di questi ultimi anni, per altro la “zazzerina” tornerà alla grande, ha reso la visione delle donne nuovamente delle Barbies. Per non parlare dei soldi che hanno fatto i parucchieri. Un barbiere un taglio di capelli lo fa pagare 10 o 12 euro più o meno, un parucchiere da donna almeno 40 euro.
Dato che le donne i capelli non li tagliano più perchè i canoni publicizzati sono di modelle con i capelli lunghi e la regolare mutanda, o perizoma -anche le gonne non sono più di moda non so se viene siete accorti!- quindi vai con il colore , colpi di luce e quant’altro. E i parucchieri continuano a fare soldi e dietro di loro quelli che fanno i colori etc etc.
Altro che femminilità. Se femminile significa essere regolarmente in mutande o in perizoma -senza gonna o pantaloni- ma con i capelli lunghi, bhè! mi permetto di dissentire sull’ eventuale “cattivo rapporto con il proprio corpo” perchè si portano i capelli corti , o anche molto corti, andando oltre, e non “restando al limite della decenza”.
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ho dimenticato uno smile 🙂
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