
Deve avere una strana idea di cosa faccia una compagnia di bandiera, il nostro amatissimo premier Silvio Berlusconi. Perché ieri, a Todi, durante una breve passeggiata in uscita dalla beauty farm che lo ospita da qualche giorno, ha così chiarito il perché sia stato necessario far rimanere Alitalia in mano italiana: «Ma se fosse andata in porto la proposta d’acquisto di Air France – ha infatti dichiarato – dove pensate che avrebbe portato milioni di turisti che si prevede arriveranno in Italia? A Todi o nei castelli della Loira?».
Ora, a casa mia, una compagna di volo, indipendentemente da quale sia la nazionalità del proprietario, ha come compito di portare i passeggeri dove questi desiderano, quindi nei castelli della Loira, se vogliono andar lì, o a Todi, se invece preferiscono Todi; anche perché se non lo fa, e porta gli uni a Todi e gli altri sulla Loira o sul Rodano, fioccano cause di risarcimento che levati. Invece, par di capire, secondo Berlusconi la compagnia di bandiera, se è francese, porta tutti, indiscriminatamente, nei castelli della Loira, anche i turisti che volessero andare, per dire, ad Abbiategrasso, mentre, al contrario, una compagnia di bandiera in mano ad italiani costringerà a visitare Todi anche i passeggeri che volevano invece andare, chessò, ad Aix en Provence.
Se questa è la logica con cui si gestirà la futura compagnia, gli scenari venturi sono inquietanti: oltre alla possibilità che i passeggeri vengano deportati a caso (“Signora, voleva andare a Parigi? Ahahahha, ma no, l’abbiamo portata a Verona! Via, vuol mettere la Torre Eiffel con il balcone di Giulietta?”), figuriamoci cosa succederà se un socio straniero avrà comunque una quota di minoranza: se, metti caso, Luftansa si compra il 20%, il volo per Roma andrà a Roma, sì, ma i passeggeri dovranno lasciare che una loro gamba sbarchi a Berlino.
la logica stringente e traboccante di contenuto imprenditoriale che ha seguito il mirabile salvatore di Alitalia è quella con cui governa il paese all’unisono con le grandi e competenti intellettualità che compongono la sua straordinaria squadra di governo.
Nello Zimbabwe si stanno rotolando dalle risate.
luigi nonalineato
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cazzarola… me lo vedo lo scajola che invece di scendere ad albenga si ritrova in mezzo ai castelli della loira 🙂
LdS
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che CAI significhi compagnia anonima italiana? del resto i sequestri di persona sono tra i prodotti che ci invidiano in tutto il mondo
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lufthansa ora pretende il 49% a conti fatti, una gamba e un braccio. 🙂
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i turisti usano Alitalia?!?!?!?!
Galatea, visto che hai nominato Verona, vorrei ti giungesse lo straziante grido di dolore degli ultimi 3/4 Veronesi sani di mente rimasti…
Qui siamo testimoni del più gigantesco caso di rincretinimento collettivo del dopoguerra (con un privilegio: si capisce piuttosto bene, in modo tangibile, come può essersi affermato il fascismo).
La più completa dabbenaggine nel credere agli slogan, la voglia di delegare “in bianco” su questioni delicatissime, la coglionaggine elevata a sistema… tutto confluisce in un consenso oceanico al nostro famoso sindaco… che per altro, se verrà eletto presidente della regione, vi sorbirete pure voi…
L’italia di oggi fa schifo? Verona è la sua capitale.
Turisti, andate a Parigi, andate ai castelli della Loira, andate…
scusate lo sfogo… 😦
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Eh calma spillo con i gridi di dolore! Rivendico il ruolo di capitale del rincretinimento a Treviso. Se non altro perché qui con i sindaci famosi abbiamo cominciato anni fa.
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Il mantra della compagnia di bandiera funziona, funziona. Basta ripeterlo ad nauseam, cosa che Berlusconi e Tremonti fanno benissimo. Chiedete in giro, la gente veramente crede che la questione sia “noi bravi italiani contro quei cattivi francesi”. Io comincio a pormi il problema da un’altra prospettiva: chi è che dovrebbe andare in televisione e spiegare che nell’economia di oggi la “compagnia di bandiera” è un concetto privo di significato? Veltroni? Figuriamoci. Tutti i politici dichiarano di credere nel mercato… la verità è che siamo ancora un paese borbonico.
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Quanto alle deportazioni ha alcuni compagni di viaggio che non le disdegnano e lui stesso considerava il confino degli antifascisti una villeggiatura.
Dunque ecco la mission di Alitalia, gulag volante.
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Ogni giorno c’è da sentire una cazzata dietro l’altra sparata dallo psiconano. Mi sarei augurato che l’Alitalia l’avesse acquistata la Qantas cosi invece di trasportare a Roma lo sparacazzate, stando alle sue dichiarazioni, l’avrebbero portato a Sidney liberandoci così da una slot machine pro sue tasche. Non se ne può più.
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Battuto sul tempo! 😦
Ma ho scelto meglio l’immagine… XD
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Elena, riconosco a Treviso il ruolo di pioniera, ma qui gli allievi hanno superato i maestri…
Mi scuso per la precedente tirata (fuori tema, tra l’altro), ma sapete quando avete dei pensieri in ebollizione e il minimo appiglio provoca un deflusso torrenziale?
A Verona non solo non arriveranno i turisti, ma anche alcuni residenti vorrebbero andarsene.
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Qui Napoli
Speriamo che l’immondizia scali ad Arcore…
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Con questo gran parlar di bandiere e mica bandiere, si sarà confuso… avrà pensato che Alitalia batta bandiera pirata. Lui, dopotutto, la bandana da corsaro la porta. Sarà dovuto a una qualche forma di deformazione professionale, tanto tra pirati, corsari, bucanieri e cavalieri…
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Pensa che non ho ancora capito se l’accordo per la cessione ad Air France di sei mesi fa sia saltata per colpa dei sindacati o per merito di Berlusconi.
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Per capire il ruolo circa Alitalia ed AirFrance dell’insigne statista che per dono divino gode del favore degli elettori, basterebbe non avere la memoria corta.
luigi nonallineato
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