Le donne brutte e la democrazia.

donna-picasso

Da donna, lo sai. Non perché, come sostengono erroneamente alcune femministe vecchio stile, le donne sono più intelligenti, o sono altro: semplicemente perché oramai la cosa ti capita da una vita, e ci hai fatto il callo. Quindi, lo sai: le peggiori offese, quelle che ti pigliano lo stomaco, quelle che ti fanno venire in gola uno di quei groppi che non riesci a parare né su né giù e resti lì, senza fiato, indecisa se la reazione giusta sia sferrare un pugno oppure guardare il povero cretino che le ha proferite con feroce disprezzo senza possibilità di perdono, non te le fanno quelli che vogliono scientemente attaccarti. No, te le fanno quelli che, con il sorriso sulle labbra e la bonomia sul volto, pensano in tutta onestà di dirti una cosa spiritosa, persino un complimento. Quelli che, dopo che gli è uscita la bestialità e tu ti incazzi, non solo non si rendono nemmeno conto di aver fatto una gaffe epocale, ma, proprio perché non se ne rendono conto, se notano che tu ci rimani di sale ti guardano come se la pazza fossi tu, e, un po’ piccati, lasciano intendere ai presenti, intorno, con smorfiette di compatimento, che – santa Madonna!- avevano in fondo ragione loro a considerarti da sempre una rompicoglioni, perché se non capisci una battuta così inoffensiva e ti inalberi, sei proprio una rompicoglioni come loro sospettavano, per di più tragicamente priva di ogni senso di allegro umorismo.

S’è prodotto infatti in una smorfietta di quel tipo, e tirato fuori il tono piccatino di chi è infastidito da rompiballe poco spiritosi, Silvio Berlusconi, quando qualcuno gli ha fatto notare che la sua dichiarazione sul fatto che in Italia, per evitare gli stupri, l’unico modo sarebbe mettere un militare alle calcagna di ogni bella ragazza, era non solo fuori luogo e volgare, ma pesantemente offensiva. I suoi, che qualche volta hanno un po’ più di sensibilità del capo, si sono affrettati a precisare che Silvio non voleva, con tale uscita, ridicolizzare o minimizzare la gravità di uno stupro. Sono un po’ più sensibili del capo, ma stavolta ci han capito poco più di lui, i suoi. Perché per me che sono donna, lo confesso, l’offesa di quella dichiarazione, la sua inaudita brutalità non stava nella banalizzazione dello stupro (fra l’altro, Silvio, spiegami: e se a saltarmi addosso è il soldato che mi scorta, come la mettiamo?), ma nell’affermazione che a dover essere tutelate dalla furia dei maschi arrapati siano e debbano essere solo “le belle donne”.

Nella testa di Silvio e dei tanti come lui non tutte le donne, anzi, non tutti gli esseri umani indipendentemente dal sesso e dall’età, corrono il rischio di essere aggrediti e stuprati da un malvivente o magari da uno che conosci e che credevi amico, come succede nella maggior parte dei casi. A poter essere vittime di un reato simile sono sì le donne, però unicamente quelle belle e possibilmente giovani, perché gli stupratori sono delinquenti, ma mica scemi, quindi, come direbbe il buon Cecco Angiolieri, le brutte e laide le lassano ad altrui.

Ormai è chiaro, da sempre, che Silvio Berlusconi ha, delle donne, un’immagine che collima con quella delle veline che sgambettano nei suoi show. Le uniche autorizzate ad essere considerate “donne” nella mente di Silvio sono le fanciulle avvenenti, o, al limite, le signore invecchiate bene grazie ai miracolosi effetti di lifting trucchi e parrucchi, come le Santanché e le Venture. La donna ha come suo specifico l’essere decorativa; se non lo è non è donna, e, non facendo parte della categoria, non corre neppure i rischi tipici del suo sesso, perché nessuno stupratore potrebbe mai volerla insidiare. Una donna è tale perché è bella, o almeno prova a tutti costi, con determinazione, a diventarlo ed a restarlo secondo i canoni prestabiliti: se non lo fa non è donna, è una cosa informe senza un ruolo, uno sgorbio di natura che, come sosteneva un tempo il buon Brunetta – non a caso ministro di un simile governo – per rabbia e frustrazione diventa pure di sinistra, così, oltre che brutta, certifica anche definitivamente il suo ruolo di sfigata.

Le donne, per gente simile, sono quelle cose in tacchi a spillo e capelli lunghi e lisci, che portano il wonderbra persino alla mattina appena alzate, per rendere sexy il profilo del pigiama: quelle attizzano l’uomo, che, si sa, in fondo è un minus habens e non sa trattenere l’istinto, ma l’istinto gli parte in quarta solo quando si trova di fronte ad una strafiga, mica alla prima femminucola slavatina e senza curve che vede camminare per strada. Le donne belle, dunque, vanno difese e preservate, mobilitando per loro l’esercito; le altre si difendono da sole, perché la bruttezza impedisce loro di correre rischi, così come di essere compiutamente femminili. Del resto, nessuno le vuole, nessuno, nemmeno se costretto, se le porterebbe mai a letto, cosa che, si sa, è l’unica funzione, in fin dei conti, che una donna può e deve avere. Perché dunque, in tempo di budget risicati, sprecare i soldi pubblici per proteggere quelle che, in fondo, come esseri umani sono solo dei rami secchi?

23 Comments

  1. Hai ragione da vendere. La banalizzazione di un reato per per troppi anni il legislatore ottuso ha considerato contro la morale e non contro la persona, dell’atto più orribile che possa essere subito da una persona, quasi sempre una donna (perchè, detto senza troppi sofismi, se a me di notte mi accerchiano in 5 e mi inculano a turno, posso solo immaginare quanto della mia vita finisca in quel momento), è uno degli ennesimi sfregi compiuti da quel personaggio che da venti anni ci vende sempre lo stesso fustino di Dash, insultandoci appena può e quando vuole. Tanto la claque la trova sempre.

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  2. una proposta: mettiamolo in una stanza insonorizzata con Mike Tyson dopo un etto di coca. Dopo duie giorni gli chiediamo come si sente bello.

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  3. il ragionamento del difendiamo-la-bella fa acqua anche seguendo la logica del nano-presidente. infatti se le belle son sorvegliate e difese, l’arrapato-violento-frustrato-maniaco di turno dovrà accontentarsi della brutta… e allora che si fa? guardie del corpo a tutte?… certo così sì che crea nuovi posti di lavoro…

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  4. Povero Berlusconi. In realtà la sua è stata un’affermazione molto umana. E’ una modalità di pensiero umana quella che costruisce gerarchie e organizza tutto il resto di conseguenza. Per lui è evidente che la violenza su una bella donna è più grave di quella su una donna così così. Sono umano anche io. Per me è evidente che è molto più desiderabile la morte* di Berlusconi di quella, che so, di Cicchitto.

    * Morte naturale, per carità. Sono un convinto non violento.

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  5. effettivamente sto con voi su tutta la linea
    tranne per un fatto. Il tempismo della dichiarazione mi
    fa presupporre che sia stata voluta proprio per
    creare il caso e per fare in modo che la poca opinione
    pubblica che da contro Silvio si focalizzi su questa
    sparata piuttosto che rendergli conto di cosa sta
    facendo il suo governo in termini di scelte economiche
    per far fronte alla crisi economica mondiale.
    Non è la prima volta che il grande venditore di tappeti
    fa focalizzare l’opininione pubblica sulle sue battute per
    impedire che gli si facciano domande scomode sul suo operato.
    Secondo me giusto indignarsi ma altrettando giusto non
    distogliere l’attenzione sul mostrare il più possibile
    tutti i fallimenti della politica berlusconiana mi sa che è l’unica arma
    che possiede quello che resta dell’opposizione per impedire che
    fra cinque anni possa essere rieletto.

    zero

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  6. Berlusconi: “nel mio spirito non bisogna mai, in nessuna occasione, perdere il senso della leggerezza e dell’umorismo”.

    Certo Berlusconi ha sempre mostrato grande senso dell’umorismo con i problemi altrui: ricordate le barzellette sui malati di AIDS o i prigionieri dei campi di concentramento? E le battutone al vertice FAO sulla fame nel mondo?

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/06/11/berlusconi-una-mattina-per-africa-ma-adesso.html

    Resta da chiarire: se quell’esperienza tragica fosse capitata a una delle sue figlie, e qualcun altro avesse esercitato il suo senso dell’umorismo (che, come afferma, non va MAI perso, in nessuna occasione), avrebbe gradito? O forse avrebbe fatto lui stesso qualche battutina idiota?

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  7. il ragionamento, se così lo vogliamo chiamare, è semplice: lo stupratore ha un’urgenza incontenibile, passa la superfiga e allora la stupra. L’idea di fondo è che la sessualità maschile sia per sua natura irrefrenabile e che dunque in fondo lo stupro ne sia solo una deprecabile conseguenza.
    Il vero nodo da abbattere sta proprio in questo senso ahimè comune sullo stupro; occorre non stancarsi mai di ribadire che lo stupro è solo affermazione violenta di potere, di un potere maschile che si ritiene debba prevalere sul femminile.

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  8. Devo segnalare l’incredibile coincidenza tra il discorso sulle periferie (da costruire: new towns per risolvere i problemi dei palazzinari) e questa orribile commedia (che tale non è) sui militari e sugli stupri. Ne ho scritto nel blog linkato. Saluti
    Wolf

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  9. Silvio è una certezza, puoi star certo che in ogni occasione saprà dire la cosa giusta per creare il massimo del danno col minimo dello sforzo. Non è idiota, dicono i suoi, ma secondo me ci va parecchio vicino.

    Proprio ieri, sull’argomento “Carinerie di Silvio”, ho avuto un’idea che con questo post mi confermi valida. Se ti va, dagli un’occhiata: http://giudappeso.blogspot.com/2009/01/unidea-il-ministero-delle-scuse.html

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  10. Mi appare sempre più pericoloso questo signore. Risento frasi, rivedo atteggiamenti che pensavo sconfitti dalla storia. Spero di essere paranoico e fouri dalla realtà, ma credo sia doveroso fare molta attenzione a queste “battute”. Non sottovalutiamole, perchè si stanno diffondendo a macchia d’olio nel quotidiano. Una falsità detta una volta resta tale, quando viene ripetuta, anche inconsapevolmente, da molti può diventare una verità. Facciamo attenzione a ciò che abbiamo, non è scontato che sia per sempre.
    Commento pessimisitico ma sono davvero preoccupato, dopo i 30000 soldati per le strade, la banalizzazione di uno stupro, aspetto con paura la prossima uscita.
    Cara Galatea a volte mi vergogno di appartenere allo stesso genere dell’attuale premier.

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  11. Berlusconi contribuisce alla diffusione di Tavor fra gli italiani residenti all’estero, con notevole incremento del giro d’affari e in barba alla crisi.
    Un genio!

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  12. Beh, se posso dire la mia, il problema ormai non è più Silvio, del quale si conoscono perfino gli starnuti ed il numero dei capelli finti. Il problema è che, nonostante si conoscano tutte le scorciatoie morali del suddetto, tutte le sue gaffes, tutta la sua incapacità di portare rispetto al prossimo(femminile, soprattutto), tutta la sua insipienza in campo politico, l’opinione pubblica sia in maggioranza dalla sua parte. Si varano leggi ad personam, si rischia di perdere l’ indipendenza costituzionale della Magistratura;
    nessuno si sogna di dissentire, nessuno protesta se non su qualche blog che, come si sa, non ha alcun peso sulle decisioni del Governo. Ma dove sono le persone per bene? Possibile che viviamo tutti congelati e diretti dalla TV ormai tutta in mano sua? E diamoci una mossa! Io non parlo di rivoluzione cruenta, ma di una pacifica, silenziosa manifestazione contro un modo di fare politica. O forse abbiamo paura di perdere la puntata dello show di turno?

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  13. >O forse abbiamo paura di perdere la puntata dello show di turno?

    O forse.

    Dopo che mi sono preso mezza pasticca da 2,5 di Tavor ho dato retta ad un amico tedesco che, ingenuo, mi ha chiesto: “Ma perche’ non ve ne liberate di Berlusconi?”.
    Io, ormai sedato, ho iniziato la tiritera: le elezioni, la cosiddetta sinistra, il leader della cosiddetta sinistra, i poteri forti, il retroscena culturale, il rinascimento e sono andato avanti risalendo fino al crollo dell’impero romano d’occidente.
    Questo mi interrompe e mi fa: “scusa ma perche’ continuate a dargli i soldi guardando le sue televisioni e comprando i suoi prodotti visto che li usa per farvi la guerra? Se il panettiere mi da’ pane ammuffito io mica continuo ad andarci, cambio panettiere”.
    “In italia non c’e’ un altro panettiere!”
    “…”
    “…”
    “Io non mangerei pane fino a che questo fallisce, poi se ne riparla”.

    Ho ingollato anche l’altra mezza di Tavor: troppo pragmatismo mi irrita le sinapsi.

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  14. >non è che ci manderebbero qualche politico di sinistra?

    ahem…questo e’ un pettegolezzo ma la fonte e’ sicura, ve la racconto come mi e’ stata venduta e faccio un solo nome per non fare troppi casini.

    Vi abbiamo mandato Lafontaine boss dei “Die Linke” partito tedesco della sinistra, piu’ a sinistra della SPD, che anche qua ci vuole poco.
    Lafontaine doveva incontrare un personaggio di spicco della sinistra italiana (diciamo cosi’) in una storica citta’ del nord per un dibattito.
    Purtroppo tutto era organizzato da militanti di una storica citta’ del centro e gli storici cittadini, del nord e del centro, non si sono scambiati i dettagli organizzativi. Morale: la delegazione di Lafontaine accompagnata dagli storici cittadini del centro si e’ persa per la storica citta’ del nord.
    L’interprete (italiana) non sapeva che pesci pigliare e pare che la cosa si sia risolta citofonando ad uno storico condomino della citta’ del nord per chiedere indicazioni.
    Arrivano finalmente all’albergo luogo del dibattito e il leader della
    sinistra italiana comincia a discettare e alterna l’eloquio in italiano con quello in francese.
    L’interprete e’ interdetta e dopo un paio di minuti chiede per favore al leader italico di parlare o italiano o tedesco o al limite inglese, che lei non e’ abilitata per le traduzioni dal francese. Il leader rimane a sua volta interdetto ma riattacca col misto italo-francese.
    L’interprete ha fatto del suo meglio e ha evitato di spiegare i dettagli al leader dei Die Linke, ha glissato sul fatto che forse il suo cognome che suona francese…
    Non mi e’ dato sapere cosa abbia commentato Lafontaine riguardo l’incontro, ma e’ dalle vicende di 60anni fa che i tedeschi poco si fidano nel fare accordi politici con gli italiani.

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  15. Allora non sono io ad essere pazza e ad averla trovata un’uscita maschilista e banalizzante quando pure, per una volta, stava dicendo qualcosa che poteva avere senso: ovvero che non è con la militarizzazione che si sconfigge questa tendenza malata di certi uomini (e qualche donna, posso immaginare, ma mi riesce più difficile per cause strutturali) a fare a pezzi la dignità di un altro essere umano per ricavarne una qualche soddisfazione psicologica (che se è sessuale è solo grazie al citato meccanismo mentale, visto che – per essere brutale quanto è l’atto in questione – a meno che la vittima non sanguini dev’essere come infilarlo nella carta vetrata).

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