Grazie ai suoi agganci nel mondo dell’archeologia, la vostra Galatea è in grado di pubblicare una esclusiva MONDIALE! L’intervista ad Ahiram, il fantasma di uno dei 30 fenici sepolti nelle tombe che si trovano, stando alle dichiarazioni del Premier Silvo Berlusconi, sotto a Villa Certosa.
Galatea: E allora, signor Ahiram, come ci si sente, dopo tanti secoli, ad essere di nuovo al centro del mondo?
Ahiram: Guardi, sinceramente ne avrei volentieri fatto a meno… sa, almeno da morto, speravo di stare in pace. Però, che vuole, ci ha proprio costretto a far qualcosa, quel tizio…
G: Scusi, cosa intende?
A: Be’, insomma, cerchi di capire… uno arriva sopra la tua tomba, ti sconvolge la vita… pardon, la morte… e tu sei costretto ad intervenire!
G:In che senso?
A: Ragazza mia, ma mi scusi, lei e quel suo Presidente del Consiglio non l’avete mai letto, chessò, Pet Semetary di Stephen King? Manco visto il film? No? Insomma, dài, è noto: se uno va ad intrugliare nei pressi degli antichi cimiteri si tira addosso una sfiga che lévati.
G: Quindi vuol dire che tutti i guai di Berlusconi… siete stati voi?
A: E benedetta figliola, chi credeva che fosse stato? Il PD???? (ride)
G: Be’, lui diceva i Comunisti…
A: Ecco, vede? S’era ben reso conto che c’entravano i fantasmi, ma non aveva capito quali. I Comunisti! (Ride) Mi scusi, mi fa venire le lacrime alle orbite! Quelli sono talmente defunti, ma talmente defunti, che ormai nell’Aldilà gli han tolto persino lo status di ectoplasma e la licenza per girare l’Europa, peggio delle compagnie low cost. Del resto, li posso anche capire: prenda Lenin, ad esempio. Quando ha saputo che qui da voi i suoi eredi sono considerati Castagnetti e Franceschini, povero caro, gli è venuto un coccolone che se non era già morto ci restava secco… comunque, non divaghiamo.
G: Ecco, appunto. Mi dica, voi come c’entrate con i problemi di Berlusconi?
A. Bene, si metta nei nostri panni, che tra l’altro, se lo lasci dire, una tunichetta trasparente come quella delle nostre donne, le starebbe benino, sa? Insomma, noi ci eravamo cercati con tanto impegno un bel posticino tranquillo per la nostra necropoli, più di 2000 anni fa: spazioso, vista mare, in breve, un paradiso. Per secoli, pace eterna. Poi, una mattina, Divino Melkart! Un caos che non ne sentivo uno uguale dalla caduta di Cartagine! Ruspe, caterpillar, operai! Ci siamo spaventati a morte, ci siam detti: ecco, è finita la pacchia, sono arrivati gli archeologi!
G: E invece?
A: E invece! Magari! Perché, se lo lasci dire, io contro gli archeologi non ho nulla: sono professionisti, a far il loro lavoro hanno anche una certa grazia… per dire, mio cugino, gli hanno disseppellito la tomba con una tale precisione, a Tharros: spazzettata tutta, ripulita, e rimesse a posto persino un paio di costole dello scheletro che si erano spostate con il tempo! Alla fine era quasi meglio di quando gli portavano le offerte i parenti, secoli fa. Ma qui no! Un disastro! Hanno cominciato a trapanare, traforare, gettare colate di cemento, costruire un vulcano! Ma santa Ishtar, dico io, se volevamo andarci a seppellire ai piedi di un vulcano, noi Fenici, ci insediavamo ad Ischia, no, come quei fessacchiotti dei Greci!
G: E quindi?
A: E quindi, e quindi! Per carità, noi siamo persone civili, ci saremmo anche adattati, si figuri se proprio noi vogliamo romper l’anima… ma non se ne poteva più! Feste tutte le notti, bagordi, aerei che scaricavano vagonate di ragazzine urlanti, politici nudi per i giardini, letti che cigolavano in continuazione! E passi per le ragazzine, ma il resto? Ma lei si rende conto che un giorno il vulcano fasullo ha eruttato per sbaglio le tibie di mia zia? Che il mio povero cognato si è ritrovato fra teschio e collo la vasca della gelateria? E poi, signorina, io non so come dire… lei se lo immagina cosa significa sentirsi strimpellare sopra la tomba Apicella?
G: Posso immaginare…
A: Quindi siamo passati alla controffensiva. Abbiamo chiesto aiuto ad alcuni fantasmi di Haiti – sa qui nell’Aldilà siamo tutti una grande famiglia – e via, una bella macumba! Roba che la maledizione di Thutankamon è una bazzecola. Sfiga nera, in una parola, su Berlusconi e su chi gli sta accanto.
G: E avete già avuto dei buoni risultati?
A: Scusi, ma ha visto com’è ridotto già Capezzone?
G: Quindi i guai con Veronica, Mills, lo scandalo Noemi, la polemiche sulle Veline, la D’Addario, la stampa internazionale, il mal di collo, il mal di schiena…
A: Sì, sì, siamo noi! Lui viene a sfruculiarci l’eterno riposo, e noi togliamo il sonno a lui.
G: Insomma, non è un complotto comunista…
A: Signorina, per favore, che Comunisti e Comunisti. Noi siamo Fenici! Che poi, possiamo essere molto più rognosi dei Comunisti, pensi ad Annibale! Ma qui, poi, non è questione di ideologia, ma di rispetto. Voi potete anche lasciargli fare violare le leggi senza muovere un dito, ma noi no. Come diceva il vostro grande Totò: noi siamo persone serie, siamo morti.
🙂
effettivamente Apicella che strimpella sopra la tomba è una maledizione assicurata..
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Abbiamo scelto la stessa immagine. 😉 Un abbraccio.
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Ah ah ah…che palle d’eternità con Papi che trita gli zebedei al piano di sopra…altro che Pet Sematary…a parte che il premier sembra un po’ una cosa che è stata seppellita e poi è risorta, ma male…;)
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Bellissimo, santa Ishtar!
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Pensa a quando non ci sarà più. Dove la troveresti, poi, l’ispirazione. Ah, Silvio, Silvio, se non ci fossi dovrebbero inventarti. Come diceva la canzone? Meno male che Silvio c’è! Tu sei troppo giovincella per ricordartelo, ma è meglio di Scaramacai. Una comicità spontanea e involontaria, un talento naturale per le stronzate, che tutto il mondo c’invidia. Chiamalo poco.
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Più che altro, a me fa venire in mente un aneddoto sul tiranno Dionigi di Siracusa*: il Tiranno, odiatissimo per la sua crudeltà, sapeva che i suoi sudditi pregavano perché morisse presto. Tranne una, una vecchina, che invece faceva sacrifici perché lui vivesse a lungo. Incuriosito, la chiamò alla reggia e le chiese il perché. Lei rispose: “Quando ero giovane c’era al potere un tiranno crudele, e io pregai perché morisse. Venne su un tiranno ancora più crudele. Allora io pregai nuovamente perché gli dei lo facessero morire. E salisti al trono tu. Ora prego chegli dei ti conservino in vita a lungo.”
Ecco, mi sa che siamo ridotti così.
*Cito a memoria, mi pare che l’aneddoto fosse riferito a Dionigi, ma può essere che confonda: è domenica, non ho voglia di controllare…
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In effetti, Vale, sembra davvero, ora che lo fai notare, uno zombi mal resuscitato…forse non era un lifting quello che si è fatto. 😀
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“Anus quaedam, cum Syracusani omnes Dyonisii tyranni […]”
Anche se in qualcuno questo può evocare la sensazione di una bruciante umiliazione, l’Umanità fa parte dell’Universo e ne segue le sue leggi, visto che, al momento, non è previsto un Lodo Einstein che la includa come eccezione tra le più alte cariche del Cosmo. Sono valide quindi tutte le leggi della termodinamica, compresa quella della monotonìa non decrescente dell’entropìa. In altre parole, non c’è mai fine al peggio.
[volgare e poco riuscito calco dell’incipit di “L’uomo senza qualità”]
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“Ma lei si rende conto che un giorno il vulcano fasullo ha eruttato per sbaglio le tibie di mia zia?”
Bellissimo!
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