Achille Luigi Castagnetti è da sempre professore di Latino e Greco al liceo di Spinola. Di più, è figlio di professori di Latino e Greco, nonché nipote di professori di Latino e Greco. Risalendo a ritroso nella sua genealogia, ci si imbatte in una infilata di docenti di lettere classiche che si inerpica per lo meno fino all’era di Cicerone e Giulio Cesare e forse più su ancora, ai tempi della Grecia antica: si vocifera che Senofonte sia scappato da Atene non per motivi politici, ma perché il suo insegnante di grammatica, avo di Castagnetti, gli aveva ammollato un quattro all’interrogazione sull’aoristo passivo.
Sfolgorante promessa della cultura fin dalla culla, Achille Luigi ha partecipato ai tempi del ginnasio al certamen ciceroniano, a quello oraziano, a quello catulliano e a qualsivoglia competizione avesse per oggetto una qualche lingua morta, moribonda, agonizzante, persino colpita da una leggera forma di raffreddore. Quindicenne, non pago del Greco, sognava di studiarsi da solo l’Ittita, poi l’Accadico, indi il Sumero: questo però lo lasciò al fine perdere, per via di un angosciante problema di pronuncia: indeciso se fosse corretto accentare Sùmero o Sumèro, stabilì di dedicarsi al Bàltico, in cui l’accento risultava meno ambiguo e ballerino.
Laureatosi a pieni voti poco più che ventenne, Achille Luigi Castagnetti, per la gioia e l’orgoglio di mamma e papà, ottenne subito la cattedra in quel di Spinola, liceo appena creato per le pressioni di Castagnetti padre sulla famiglia Crespano, con il sodale appoggio delle famiglie degli avvocati Martinuzzi e dei farmacisti Dolbiati, stanchi di mandare i loro pargoli a farsi istruire in città, dove la contestazione del ’68 la faceva ormai da padrona e c’era il rischio che la prole, trovandosi a contatto con qualche idea nuova, anzi, proprio con qualche idea, ne riportasse choc perenni. Achille Luigi Castagnetti, giovane di belle speranze e di piacente aspetto, la cattedra la accolse come un doveroso tributo alla sua scienza, ma anche come un compito che il Fato gli assegnava, in quanto egli era l’unico in grado di portarlo a termine: quello cioè di plasmare e forgiare la classe dirigente della Spinola del futuro.
Per tutti gli anni ’70 egli fu un biondocrinito docente glaucopide dal fascino assassino, stronzo quel tanto che basta per sedurre con una sola occhiata le supplenti di prima nomina; per le colleghe di ruolo piacenti aveva sempre pronta qualche citazione in latino, che faceva collassare le suddette in men che non si dica; per le Presidi, che potevano essere meno piacenti, ma erano pur sempre necessarie per ottenere orari consoni a facilitare i suoi studi, spolverava distici greci; per le alunne bastava ed avanzava, a sedurle, la inutile crudeltà con cui torchiava le classi: le alunne, con animo svenevole da adolescente, inferivano che il bel professorino dovesse essere così perfido per via di un amore non corrisposto, e cadevano ai suoi piedi. Va da sé che allora come ogni intellettuale, Egli non potesse essere altro che un astro della contestazione; ciò ancor di più aumentava il suo fascino, perché se già all’epoca chi indossava l’eskimo e parlava di proletariato cuccava a botta sicura, figuriamoci chi da sotto l’eskimo sapeva sfoderare, al momento opportuno, un tomo di Platone in originale.
Gli anni ’80 lo portarono ad una svolta craxiana, motivata nel profondo dalla presa di coscienza che con l’eskimo e il proletariato si rischiava di non cuccare più; dunque, rimanendo sempre glaucopide anche se più spelacchiato, indossò cravatta e giacca, però di velluto e con toppe da docente universitario del Vermont: rimasero costanti le citazioni greche e la ferma determinazione ad essere l’ispiratore e l’eminenza grigia della classe dirigente. Del resto, mica per niente era docente di Greco e Latino al liceo classico, ohè.
Al principio degli anni ’90 il socialismo cominciò ad andargli stretto, non solo perché l’età gli aveva portato in dono una spiacevole tendenza alla pinguetudine; divenne prima liberale, poi liberista, infine federalista con simpatie per la Lega. A chi gli chiedeva come potesse conciliare la sua raffinata cultura classica con i rigurgiti di ignoranza bruta della compagnia in cui si andava a mettere, rispondeva che tanto la classe dirigente del futuro, leghista o meno, sempre dal classico sarebbe passata, e quindi i leghisti padri i leghisti figli li avrebbero mandati ad istruire da lui.
L’altro giorno l’ho incrociato, al bar da Clara. Grasso, spelacchiato, e con una faccia spaurita che non gli avevo visto mai prima: tutto il suo fascino pareva essersi liquefatto di botto, ed invano cercava di darsi coraggio sorbendo un grappino. Il Liceo Classico di Spinola è stato massacrato dai tagli: resterà una sola sezione, che andrà ad accorparsi con un liceo scientifico-tecnologico, quello senza latino, aperto nel paese accanto. Il buon Achille Luigi, saputa la ferale notizia, è andato dal segretario della Lega, credendo di trovare in lui sponda per aver salva la cattedra, e non essere costretto, in età prossima alla pensione, a farsi venti minuti di strada, stipato in un autobus, ogni mattina, come non gli era accaduto nemmeno quand’era di prima nomina. Ma il segretario leghista, perito tecnico, e padre di figlio leghista che stenta persino a prendere un diploma di geometra alle serali, nonostante lo sfoggio di citazioni greche e latine sciorinate a suo uso e consumo dall’Achille Luigi, si è dimostrato insensibile ai problemi della cultura classica, e della cultura più un generale, ritenendo che per forgiare la futura classe dirigente sia più che sufficiente una gita a Pontida, una volta l’anno.
Achille Luigi ha chiesto allora udienza ai Crespano, ai Martinuzzi, ai Dolbiati, ricordando loro con caldi accenti di essere stato il loro mentore, colui che li ha eruditi e plasmati, insegnando loro le basi della cultura classica, grazie alla quale essi hanno potuto divenire ciò che oggi sono nella vita, e cioè classe dirigente. I Crespano, i Dolbiati e i Martinuzzi lo hanno accolto con un sorriso di sufficienza, facendogli cortesemente ma senza mezzi termini capire che loro classe dirigente non lo sono certo diventati per i suoi insegnamenti di Greco e Latino, ma in virtù dei conti in banca e del prestigio che hanno ereditato dagli antenati.
Al povero Achille Luigi Castagnetti, erede di una schiatta di professori di Greco e Latino che per generazioni ha insegnato alla classe dirigente, non è rimasto altro dunque che comprarsi l’abbonamento per il bus, e sedersi al bar, davanti al suo grappino, a meditare che si può stare una vita al liceo classico a spiegare Greco e Latino ai pargoli della classe dirigente, ma quei pargoli non ti considerano poi mai il loro mentore: solo un professore sfigato che gli ha corretto qualche ablativo.
Didascalia conclusiva: ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.
😉
"Mi piace""Mi piace"
@->Jazztrain:Ovviamente.
"Mi piace""Mi piace"
… secondo i miei calcoli è pronto per una succulenta pensione.
(che lavoro fa(nno) il(i) figli(o) di a. l.? l’autore del grande fratello?
"Mi piace""Mi piace"
“Signorina Galatea, Lei deve proprio aver messo mano alla bava (che è del sig. Train ma – si fidi – non è bava) perché comincia a parlare come lui: capisce bene che non è buon segno.
Francamente, non La facevo così sciocca. Da una settimana non dovrebbe più disturbare la mia autoreferenzialità intorno alla quale invece si affaccenda, qui come poco sopra. Qualcosa non torna. Si dia una mossa o finisce che sarò io il primo a lasciar perdere.
Lei, sig. Train, torni a cazzeggiare di là, non rinunci alla sua vocazione ogni volta che s’imbatte in un blog gestito da ‘n raváttu de fuenta”.
p.s. x la signorina
Certo che far comunella con uno come il sig. Train… signorina, signorina, bricconcella!
p.s. x il quadrumane
Tanto non gliela dà.
"Mi piace""Mi piace"
Ah, beh.
Qui, come minimo, si impone una bella ripassata.
Di greco e latino, obviously, e a Topogonzia. 😀
"Mi piace""Mi piace"
Tsk, tsk, tsk! E’ proprio ridotto male, sta cominciando a diventare sempre più volgare.
"Mi piace""Mi piace"
Ma è chiaro che è un racconto di fantasia. Non occorrono didascalie (!?!): i “tagli” sono solo fantasie.
"Mi piace""Mi piace"
Guarda un po’, non sono padrone di fare nemmeno una battuta.
Bah!
"Mi piace""Mi piace"
@->Ma perché, red cac, forse che Lei somiglia a questo ritrattino? Strano, non avrei mai che Lei avesse dubbi sulla pronuncia corretta di “sumeri”… 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Mi viene in mente il prof. Mortillaro interpretato da Nobile; è l’altra faccia della medaglia.
"Mi piace""Mi piace"
@->Weissbach: ma no, purtroppo i prof alla Achille Luigi esistono anche nella realtà. Ne ho incontrati un paio nel corso della mia carriera scolastica liceale. Per fortuna non ero nella loro sezione. 🙂
@->Erasmo: mah, qui nel Nordest i tagli e accorpamenti per i Licei classici non sono così immaginari: c’è un notevole calo di iscrizioni al classico (lo scientifico ha molti più alunni, specie nelle sezioni senza latino), con conseguente riduzione delle sezioni, e gran parte dei licei classici, negli ultimi dieci anni, è stata costretta ad accorparsi con altri tipi di scuole per sopravvivere. Nelle grandi città è diverso, ma nei paesetti di provincia che avevano una o al massimo due sezioni di Liceo classico rimanere indipendenti è praticamente impossibile, oggi.
"Mi piace""Mi piace"
Aggiungo che la volontà politica del Ministero sarà quella di eliminare definitivamente lo studio del latino al Liceo scientifico. Se dovesse accadere, parecchi insegnanti di latino perderebbero il posto di lavoro con le seguenti conseguenze: diventare soprannumerari o, se hanno l’abilitazione a insegnare il greco e maggiore anzianità di servizio faranno sloggiare gli insegnanti alla Achille Luigi.
"Mi piace""Mi piace"
@->jazztrain: per classe di concorso (la A51 comprende Italiano e Latino) è più probabile che li mettano ad insegnare solo Italiano, in più classi del liceo scientifico/tecnologico, e evitino di assumere nuovi professori. Anche perché mandarli al classico è difficile, visto che il liceo classico perde alunni, e probabilmente anche il greco verrà ridotto. Gli insegnanti alla Achille Luigi, probabilmente, faranno in tempo ad andare in pensione senza perdere la cattedra, anche se pure loro rischiano, per lo meno qui nei dintorni, di trovarsi a fine carriera divisi fra sedi di scuole diverse, perché si sono ridotte le sezioni.
"Mi piace""Mi piace"
ovviamente spinola è un luogo di fantasia, giacchè a me il nome evoca più una nobile famiglia genovese che una cittadina del nordest, come anche questo professore, come anche i suoi ex alunni
sono figure un poco caricaturali: il professore, gli ex allievi leghisti, l’angusto orizzonte d’una cittadina di provincia, però tratteggiate con stile anche se, mi permetto, un poco la penna è intinta di luoghi comuni
per fortuna ho conosciuto docenti di latino e greco la cui umanità, il cui afflato etico e morale, la cui passione per quel meraviglioso patrimonio che è la cultura greca, trascendeva le piccolezze dei punteggi e dei provveditorati
la scuola è come la chiesa, come la chiesa istituzione ha spesso soffocato il vangelo, così la scuola istituzione ha spesso soffocato, facendone mestiere di mediocri, la cultura
"Mi piace""Mi piace"
@->diego: No, Spinola (anche se nome di fantasia) riprende toponimi veneti esistenti davvero, come Meolo, Teolo, Brondolo, Jesolo etc, ed è affine anche a Mesola, che pur si trova in provincia di Ferrara, ma è sempre legato ai toponimi dell’area del Po; come anche è veneto questo professore, ed i suoi alunni, e soprattutto i leghisti, di cui qui nel Nordest abbiamo, ti assicuro, una incredibile produzione locale. 🙂 Forse a te suonano “genovesi” perché sei ligure, e ti suonano affini a quanto vedi in Liguria perché tutto il mondo è paese, dunque figuriamoci la provincia.
Anche io ho conosciuto professori, non solo di greco e latino, che erano delle gran brave persone; altri che non lo erano affatto ed altri, di cui il buon Achille Luigi è il prototipo o l’archetipo, che non si possono dire cattivi, ma che sono semplicemente insopportabili.
Però non ti preoccupare, il prof. Achille Luigi Castagnetti tornerà: la sua storia, come quella degli altri personaggi di Spinola, non si esaurisce in questa puntata. Fa tempo a diventare più simpatico. O magari no. Chissà.
"Mi piace""Mi piace"
@Gala
Guarda che Spinola è il nome di una nobile famiglia genovese, con tanto di fondazione. Peraltro Cassano Spinola è un comune della provincia di Alessandria. Per dire.
Piuttosto, ma a Spinola che si dice del nuovo ciuffo punk della campionessa (così, per fare un po’ di gossip, neh)? 😉
"Mi piace""Mi piace"
@->frap: Confesso che ignoravo del tutto l’esistenza della famiglia genovese degli Spinola. E pensare che sono pure mezza genovese! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Il palazzo Spinola di Genova, donato allo Stato con tutti gli arredi e i dipinti, è oggi una galleria d’arte che contiene uno dei tre Ecce Homo (*) di Antonello da Messina http://ripensandopiacenza.blogspot.com/2007_12_01_archive.html
Personalmente, ci vado, quando posso, soprattutto per alcuni quadri di Bernardo Strozzi.
Passando da Genova, non si dovrebbe mancare di fare visita a red.cac., collega di Achille Luigi, ma molto diverso da lui.
(*) No, sig. Train: so quello che pensa, ma è totalmente fuori strada. Provi a googlare.
"Mi piace""Mi piace"
@->Erasmo: Non mancherò di farci una capatina, a palazzo Spinola, la prossima volta che passo per Genova. E magari anche da red cac, chissà. 😉
(certo, c’è il problema che red cac, ormai, mi vede come il fumo negli occhi, mi trova antipatica, poi anche fessa, e poi anche di sinistra (con il caviale); se passo a conoscerlo gli viene uno stranguglione, comincia da inveire…no, signor Erasmo, forse è meglio di no, non vorrei turbarlo troppo.) 🙂
"Mi piace""Mi piace"
“Ecce Homo (*) (*) No, sig. Train: so quello che pensa, ma è totalmente fuori strada. Provi a googlare.”
Poveretto, mi fa proprio pena.
"Mi piace""Mi piace"
saranno 47 anni che una donna non passa a trovar red cac, non vorrà mica rovinargli questo record mondiale?
"Mi piace""Mi piace"
Ah, lo ha trovato, su Google. E certo che le fa pena, con tutte le frustate che ha preso. Se googla ancora un po’ sig. Train, vedrà anche come va a finire. Crocifisso, pensi lei.
"Mi piace""Mi piace"
Invece venga a trovarmi, signorina Galatea, e senza alcun minimo timore.
Sig. Train taccia, volgare sarà lei!
"Mi piace""Mi piace"
Temo che per il povero Achille Luigi sia cosa fatta, ormai: mi stupisce che non abbia pensato a regalare al sig. Chidi Dovere un bel chiasmo d’oro.
Quanto a suo eventuali passaggi da Genova, sig.na, si faccia pure viva: per Lei è pronto uno zeugma in bronzo. Non venga però accompagnata, che sotto lo zeugma con Lei mettiamo il sig. Train.
Quanto a Lei, bel tomo… sì, Lei, sig. Train: Le si schiudono orizzonti di gloria. Quando non si insegnerà più il greco, e magari nemmeno il latino, magari potrà far credere a qualcuno (qualcuno) d’essere conoscitore di filosofi. Deve però imparare l’italiano, magari rinunciando alla virgola randomatica e concedendo cittadinanza al puntevirgola. Sono sintassi anche loro, poverini.
"Mi piace""Mi piace"
Galatea, hai visto? Questi due sono simpatici come Gianni e Pinotto.
😀
"Mi piace""Mi piace"
Le faccine conclusive fanno capire che Lei, sig. Train, si sta divertendo un mondo, qui sotto l’ala di Galatea: non si spaventi per lo zeugma in bronzo né mi invidi l’idea del chiasmo d’oro. Ma badi bene di non presentarsi qui con la sig.na: lo zeugma bronzeo Le sarà consegnato dalla stessa, che Le insegnerà come indossarlo brevi manu et in corpore vili.
p.s.
Siao onesto, sig. Train, e glielo dica che cos’è quel che lei crede bava. Quanto alle donne, mi dia una mano Lei… ma in senso metaforico, o gliela trancio, zozzone!
"Mi piace""Mi piace"
Ha ragione, rido perché lei è un personaggio ridicolo.
😀
"Mi piace""Mi piace"