Una donna anormale

La gentile ministra Gelmini, giusto giusto in coincidenza con il Primo Maggio, dice che è un privilegio quello delle “donne normali”, che dopo il parto possono stare a casa dal lavoro.

Chiarisco una cosa alla gentile ministra Gelmini. Date le sue dichiarazioni e le sue sopraffine capacità, sarebbe meglio per l’Italia che a lei venisse concesso un privilegio ancor maggiore e restasse  a casa almeno finché la figlia non diventa maggiorenne.

13 Comments

  1. Ecco.
    Io lo so che l’intervista ha un taglio strano, che pare fatta apposta per enfatizzare la naturale antipatia del personaggio, che certamente è un poco manipolata anche perchè domani è il primo maggio, etc. etc.
    E so anche quanto è bello lavorare, e quanto è bello farlo da madre, quasi meglio di prima per certi versi (il sollievo del lunedì mattina quando finalmente torni a relazionarti con persone di altezza superiore al metro, non ha prezzo!).

    Eppure devo impegnarmi a tirare due grossi, profondi respiri (benchè pur nella mia condizione di privilegio non abbia avuto granchè tempo di fare yoga pre e post parto, ma correndo come una pazza tra casa, ufficio, nido, baby sitter, nonni, pediatra un po’ di fiato me lo sono fatto) per commentare l’ineffabile Mariastella Gelmini che domani ci rallegra il Primo Maggio (su Io Donna, anticipata oggi sul Corriere)con le sue considerazioni sulla maternità per una donna che lavora.

    Cominciamo dal considerare per l’ennesima volta che il senso della parola “legalità” nel partito dell’amore è molto ampio ed elastico: immagino il Ministro sia un dipendente del MInistero e non un libero professionata; ora, se tale è, la legge prevede l’astensione dal lavoro per due mesi dopo il parto, ti piaccia o no.

    Passati i due mesi, se riesci a superare il critical path del “Questo bimbo a chi lo do” in cui -lasciamo da parte i risvolti fisici, emotivi, psicologici, economici- devi trovare la quadra dell’avere il tempo per lavorare cercando o di infilare la creatura in asili nido pubblici (possibilità: bassine), privati (possibilità: ottime, costo: parecchio), o nonni (se ci sono, se sono disponibili, se non hanno le loro vite cui correre dietro); ecco, se ce la fai a tornare a lavorare DAVVERO SEI UNA PRIVILEGIATA.

    Se invece lavori on line e i funzionari del ministero vengono direttamente a casa tua per le firme, se puoi fregartene della legge e tornare al lavoro dopo 10 gg portando la pupa con te (sì perchè la creatura non è una borsetta, ci soffri se è lontana -oltre al disagio del perdere latte dai capezzoli che sul lavoro non è proprio un incentivo alla carriera), ecco, se puoi fare questo io sono felice per te, Mariasstella.

    Ma per favore, per quanto io sia dotata di una enorme dose di ottimismo avendo consapevolmente deciso di procreare, non dare a me della privilegiata.
    Ho semplicemente rispettato la legge.

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  2. E allora, che cosa vorrebbe dire? Che Lei signorina Galatea dovrebbe starsene a casa in via definitiva? Non sarebbe una cattiva idea.

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  3. Per il bene di Emma (e nostro), sono disposto ad accettare il sacrificio di veder restare a casa mamma Mariastella: per qualche mese, per qualche anno; diciamo pure per sempre.

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  4. Primo:
    Lei non è una donna “normale” in quanto ha dei privilegi che le vere donne normali non hanno.
    Secondo:
    Ha anche stipendi che donne normali non hanno.
    Terzo:
    Zitta! Stai zitta che non sai ancora niente della tua maternità e ancora meno di maternità-lavoro.
    Quarto:
    Che sappia che in italietta i politici come lei e la bella compagnia,difendono la maternità solo dal concepimento alla nascita e poi sono esclusivamente cavoli delle donne normali.

    Gelmini va a studiare l’argomento.

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  5. Ministra di rape e cavoli a merenda

    Un tempo c’ era solo don Gelmini
    che ai tossici portava redenzione:
    usava un po’ carota, un po’ bastone
    e forse aveva appoggi anche divini.

    Noi oggi invece abbiam l’ avvocatessa
    col piglio di maestrina da Ottocento:
    di nome Mariastella, sa d’ Avvento
    eppure c’è chi dice non sia fessa.

    Diriger lei sognava un dì l’ orchestra:
    Maestro, Direttor con la bacchetta;
    invece studiò Legge, che disdetta!
    E adesso vuole un’ unica maestra.

    E’ noto che i ragazzi d’oggigiorno
    un poco sono figli di mignotta:
    lei gli rimette il sette, ma in condotta
    e presto la vedremo in un film porno.

    Sarà una donna di Neanderthaal
    che vive senz’ avere mai peccato.
    S’ incontra un cavaliere prezzolato
    che bere la farà dal Sacro Graal.

    C’ ha l’ aria un pochettino spocchiosetta
    ma in fondo è buona come il pan di Spagna;
    va in tandem quando può con la Carfagna
    ma è chiaro che ha di mira Gianni Letta.

    Avendo la Riforma dentro al petto,
    parrebbe un calvinista per davvero;
    ma essendo femminuccia, è un po’ Lutero,
    però sempre in ossequio a Benedetto.

    Si dice che ce l’abbia coi terroni.
    Credete: è una calunnia che non regge:
    l’ Umberto tira rutti e fa scoregge
    per questa Mariastella fra i maroni.

    Lei vuol che si risparmi sulle spese,
    in fondo è la più semplice ricetta:
    in coppia con l’amico suo Brunetta,
    saranno la salvezza del Paese.

    Di certo ci prepara un bell’ autunno,
    se questa sua Riforma vedrà il varo.
    La scuola, quella pubblica, sia chiaro,
    l’ avrà conciata come disse l’Unno.

    (mi scuso se alle volte un po’ sconnesso
    v’ è parso il modo mio d’argomentare:
    la logica per me è un tabù stellare.
    Gelmini all’Istruzione: dov’è il nesso?)

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  6. sicuramente non avrà problemi ad affidare la figlia alla baby sitter, il problema è che con stipendi normali è difficile permettersi la babysitter,e a mio avviso il bambino cresce emotivamente più sano se ha maggiore contatto con la madre, soprattutto nei primi anni di vita.
    E la società mica aiuta neanche dopo, nel mio paese l’entrata alla scuola primaria è alle 8.00 e alle medie dove studia l’altro figlio alle 8.20! uno esce alle 12.45 e l’altro alle 13.20! Ricevimento genitori, dalle 3.00 pm alle 19.30! Asilo dalle 8 alle 9, ma escono alle 12.00 per 3-4 mesi il primo anno di asilo!
    Mi preoccupa la disumanità di questa politica di destra o sinistra che sia dove l’unico valore deve essere per tutti la presenza in numero di ore su base mensile al lavoro, che poi tale presenza sia resa produttiva grazie ad un’azienda che lavori in base a criteri di efficienza ed efficacia è un altro discorso, più presenza più produttività mi sembra un discorso arcaico, dipende da come si usano le risorse
    (specifico anche qui che meglio non avrebbe fatto Prodi, se avesse potuto governare, comunque i precari li ha introdotti la sinistra).
    Servono giovani per innovare l’italia ma si vuole impedire alle madri di allevarli correttamente, si vuole risparmiare sulla scuola solo in termini di numero di risorse ma non si interviene sull’organizzazione in modo da aiutare anche i genitori che vorrebbero lavorare (in particolare quelli che danno sia a livello lavorativo sia che danno figli alla società e quindi contribuiscono al futuro con oneri di tempo ed economici e difficoltà a far carriera con le proprie competenze avendo anche altri campi che assorbono il loro tempo), non si investe sulla ricerca, e la colpa dell’inefficienza delle nostre aziende è sempre dei lavoratori, che sono in maternità o si ostinano ad usufruire di strani istituti contrattuali come le ferie o permessi per accudire anziani e figli, dove lo stato è sempre più assente. Comunque su questa massificazione del lavoratore come “voglia di far nulla”(che irrita in particolare quelli che ritengono di dare il proprio contributo al datore di lavoro) è già caduto Brunetta, a mio avviso, vediamo chi altri seguirà la strada.

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  7. Scommetto che a LEI non hanno chiesto, prima di metterla in Parlamento, se avesse o meno un legame affettivo, e la possibilità o la voglia di fare un figlio! Tanto le ‘ministre’ si portano il figlio in culla accanto alla scrivania e il lavoro vero (fatto bene o male qui non importa) lo fanno i galoppini, e quando si stufano di vedersi intorno l’infante, ingaggiano una tata a prezzi stellari e magari la mettono sul conto di tutti gli italiani!
    Tutto il contrario di quello che accade a noi donne normali.
    Io questa donnetta ormai la odio.

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  8. Salve Gelmina,
    madre della discordia;
    da’ vita, dolcezza, alla speranza nostra: salta!
    Contro Te ricorriamo,
    esili figli di Eva.
    Per Te sospiriamo, gementi e piangenti:
    anche le balle hanno lacrime.
    Orsù dunque, avvocata nostra,
    lungi da noi i papocchi tuoi
    miseri e odiosi.
    E manda, con un pretesto,
    in esilio i terù,
    frutto maledetto del duodeno.
    O saccente arpia,
    cervello Vergine Maria
    stella!

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  9. Vai tranquilla che, se già non c’è, pure la Mariastella potrà contare su di una strutturina comoda comoda al ministero, tipo quella di cui potrebbe servirsi la Mara, se decidesse di figliare nel prossimo triennio. Inaugurata nell’ottobre 2002, giusto giusto nove mesi dopo la nascita del primogenito Gian Maria della bionda palermitana Stefania Prestigiacomo, ministro delle Pari Opportunità del governo Berlusconi II.
    Che starsene a casa, sarebbe altrimenti un ingiusto privilegio, eh. Si noti invece la pregevole finezza: “Fatta salva la possibilità di garantire l’uso gratuito del servizio”.

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