Istruzioni per l’uso

A Ghino, che così può spiegare, prima che sia troppo tardi, un paio di cosette sulle donne ad un bimbo di sua conoscenza.

Ecco, lui è così carino. Di quei carini che non sono belli, ma hanno quei due o tre particolari – occhi con la luce dell’intelligenza, mani affusolate– che contano più che non la bellezza scontata da divo macho. E poi, è così dolce. Guarda, con lo sguardo adorante, quando gli sono attorno a portata d’occhio; sorride, se parlo; ha nei miei confronti quelle gentilezze poco invadenti, ma tenaci, tipo: “Ti offro il caffè?” quando ne desideri proprio uno, oppure: “Ti serve un passaggio a casa?” quando piove o c’è un caldo da far arricciare l’asfalto del marciapiede.

Solo che non si smuove. Dopo mesi di occhiate, passaggi e caffè, si è sempre allo stesso punto. Oltre al sorriso tenero, tenerissimo, non gli escono quelle benedette paroline che invece mi aspetterei come gli Ebrei nel deserto la manna: “Usciamo assieme?”

Mancano all’appello, le due paroline, tanto che non sai se sia poi il caso che le dica tu, perché magari hai frainteso, oppure, non sia mai, se lo inviti pensa che tu sia una virago e si spaventa. E tu invece, uh, come vorresti sentirgliele dire, quelle due paroline! Perché alle volte noi donne siam così: abbiamo bisogno di sapere che ad uno piacciamo tanto da sentirsi pronto a correre il rischio di un vaffanculo.

E siamo là, di fronte all’ennesimo caffè, inconcludente come al solito. Così decido di tirare la zampata.

“Che caldo…” fa lui.

“Già, meno male che stasera esco a cena con Filippo…”

Istante di silenzio.

“Filippo?” chiede, quasi timoroso di sentirsi confermare che è proprio quel Filippo là.

“Sì, Filippo.” rincaro.

Sbianca.

“Ah, certo, Filippo…e come mai uscite?”

“Be’ sai, me l’ha chiesto. Funziona così: se una ragazza ti piace, le chiedi di uscire a cena, e poi chissà, da cosa nasce cosa…” lascio cadere io, apparentemente svagata.

Lui mi guarda, zitto. Pare che mediti.

Oh, io il libretto gliel’ho messo in mano, se adesso vuole attenersi alle istruzioni per l’uso son fatti suoi.

17 Comments

  1. Siamo nel 2010 e ancora aspettate il primo passo dall’uomo? Più che di Filippo l’immaginario, io mi preoccuperei di Filippa la reale, ovvero di quella che lo inviterà a cena prima di te.

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  2. ps. se conosco bene il tipo in questione, non gli hai messo in mano alcun libretto: lo hai reso ancor più insicuro e bloccato.
    ma spero nel lieto fine.

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  3. Ahahaha: Ragazzi, tranquilli! Il post era una ironica risposta al post di Ghino. Non esiste nessun Filippo nè alcun povero fanciullo imbranato che non si riprenderà mai più dal mio scherzo crudele! 😀

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  4. non vorrei fare il cassandro, ma se è timido e tu gli dici che esci con un altro, te lo giochi. poi vedremo…
    claudio

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