San Benedetto, le radici d’Europa e l’economia del bebè

È tutto uno sfarfallio di omaggio alle radici cristianissime d’Europa l’articolo di Ettore Gotti Tedeschi sul Sole24ore. Si parla di S.Benedetto da Norcia, monaco fondatore di conventi e patrono d’Europa a giusto titolo, in quanto, a guardar bene, fece meritoria opera salvando, nelle biblioteche delle sue abazie, tanti di quei bei volumi di cultura pagana, soprattutto latina, che altrimenti sarebbero andati perduti nel gran caos barbarico del Medioevo, e invece si salvarono, pronti per venire poi spesso recuperati dagli Umanisti del ‘400.

Gotti Tedeschi, però, questo aspetto non è che lo sottolinei molto. S.Benedetto lui lo loda per altri motivi. A suo avviso il merito precipuo del personaggio fu quello di convertire i barbari alla scienza, e soprattutto di fondare e diffondere la mentalità dell’ora et labora che presupponeva, imparo da Gotti Tedeschi, una economia con al centro la famiglia e tanti tanti tanti figli. Già, proprio così: mentre noi moderni, empi malthusiani, continuiamo a sostenere che uno dei modi per controllare la povertà è quello di adottare una procreazione responsabile, e quindi ridurre il numero dei figli quando non si hanno le risorse per mantenerli, fino a considerare anche lecita la scelta di non averne magari affatto, la via di S.Benedetto prevedeva un gioioso sistema produttivo basato sull’economia del bebè. Solo tanti, tanti, tanti bebè messi al mondo a più non posso, pare di capire nella visione di Gotti Tedeschi, garantiscono la vera crescita della società: altrimenti, caspita, non c’è più nessuno che paga le pensioni, e pochi che pagano le tasse, quindi bisogna aumentare i costi e rassegnarsi a diventare tutti un po’ più poveri e meno esigenti in futuro (e si sa, i cristiani son buoni e pii e amorevoli, ma un futuro in cui bisogna rinunciare a qualcosa e non per il regno dei cieli è duro da buttar giù).

Che gran parte degli allegri bebè medioevali, messi al mondo dai contadini, finissero a far da schiavi – pardon, da servi della gleba – nei latifondi dei conventi Gotti Tedeschi dimentica di dirlo, ma insomma, sta facendo un discorso generale, adesso mica bisognerà citare tutti i particolari minuti. Però una cosa vorrei che me la spiegasse, Gotti Tedeschi, perché lo so che anche questo è un particolare magari trascurabile nell’ampia visione dell’economia del bebè, ma io mi ci sono intignata: se la base della civiltà europea e del suo sviluppo sta nella regola benedettina che favoriva la nascita di conventi-aziende gestite da monaci imprenditori così convinti difensori della famiglia e della procreazione, come mai i monaci, almeno teoricamente, di figli, per rispetto alla regola del loro santo fondatore, non ne dovevano avere?

43 Comments

  1. Sei sicura d’aver letto l’articolo sul Sole 24 Ore e non su Famiglia Cristiana? Questo tal Gotti Tedeschi mi pare sia rimasto fermo all’economia curtense e agli effetti delle epidemie e delle invasioni barbariche (in ordine: unni, goti, longombardi, franchi, ungari) sul sistema produttivo tardo imperiale prima e alto medievale poi. Probabilmente, gli sfuggirà il concetto di global net.

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  2. P.S. Mi pare che tra gli intellettuali nostrani, di questi tempi, vi sia la corsa ad accaparrarsi per primi i biglietti d’ingresso in quel Cortile dei Gentili escogitato da Ravasi e Ratzinger, che ben conoscono nel profondo di che piede va zoppa l’intelligentsia italica.

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  3. Beh, nell’articolo di G.T. già si parte da presupposti molto di parte e per niente oggettivi, nonché in parte sfatati, e cioè che i ‘barbari’ fossero dei debosciati che non lavoravano, non avevano una morale, non producevano arte. Quanto poi alla scienza, trattandosi di Medioevo, è tutto relativo…
    Iniziando così, non può che proseguire peggio.
    Si trattasse di una trasmissione di Giacobbo, ne rimedierei il solito moto di stizza e girerei canale. Mi stupisco che certe grossolanità passino su un quotidiano serio.

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  4. Che poi, all’epoca di Benedetto noi europei si era molti, molti meno (anche grazie ad alta mortalità infantile ed epidemie ricorrenti)…

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  5. Ma lo avete letto l’articolo? Lo trovo in controtendenza alla non cultura predicata da Zagrebelski e Rodotà, lo trovo economicamente e scientificamente linearissimo, e per nulla decontestualizzato. Peraltro non mi pare che faccia venire meno il concetto di paternità responsabile: semplicemente – pur nel rispetto di detto principio (irrinunciabile) – spiega che non c’è sviluppo senza natalità. Lo trovo di un’evidenza schiacciante, e sfido a chiunque ad affermatre il contrario, giacchè il contrario ha provocato questa maledetta crisi.
    Cordiali saluti,
    Saverio

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  6. @Saverio: Sì, lo abbiamo letto, Save’. Forse è economicamente e scientificamente (nonché storicamente) linearissimo per chi è abituato ai fogli parrocchiali. E anche su alcuni di quelli, credo, avrebbero stentato a pubblicarglielo.

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  7. Devo ammettere che non ci vedo nulla di strettamente parrocchiale…non credo che parlare di natalità sia un tema da leggersi in chiave univocamente in chiave religiosa. Per lo più quando il messaggio viene impostato e lanciato da un economista laico. Ripeto: un economista prima di tutto, non un pretino di campagna con passioncine keynesiane.

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  8. Un economista che parla di Benedetto e del Medioevo avendone una visione alquanto lacunosa e stereotipata… e che utilizza questo presupposto claudicante per sviluppare una tesi che, diciamo, non è universalmente condivisibile.

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  9. @saverio: Laico? Nel senso che non ha preso i voti, immagino…perché fra Opus Dei, Ior e Cattolica, non mi pare proprio che lo si possa definire un esponente della “laicità”. A parte il fatto che non ho capito perché la attuale crisi economica sarebbe nata, secondo te, dalla denatalità (le turbolenze internazionali mi risulta che siano dovute a problemi che con la denatalità non c’entrano un beneamato, tipo crisi dei mutui americani e titoli spazzatura allegramente prodotti e lanciati senza controllo sul mercato), i profondi concetti econimici espressi nell’articolo quali sarebbero? No, perché a me sfuggono. Come sfugge a Gotti Tedeschi che nel Medioevo il nascere di ordini monastici i cui membri (in teoria) non avrebbero dovuto riprodursi era un metodo molto empirico ma efficace per contenere eventuali boom demografici: i monaci non si riproducevano e, in buona sostanza, si “facevano mantenere” dai figli altrui. Il problema, in pratica, non è tornare all’economia di S.Benedetto. Semmai è che non ne siamo mai usciti.

    P.S. Linko qua una perla nel curriculum in internet di Gotti Tedeschi: “E’ editorialista de “l’Osservatore Romano” e collabora con diversi giornali e riviste. Ha 5 figli, con una sola moglie.” Il “con una sola moglie” è meraviglioso, merita una ola….

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  10. Mick78: negli anni 70 il Club di ROma con le sue tesi catastrofiste aveva previsto che 30 anni dopo i paesi asiatici avrebbero sofferto milioni di morti e sarebbero state economie trainate dall’occidente, a causa del boom demografico. 30 anni dopo vediamo esattamente il contrario: non appena la politica del figlio unico in Cina è venuta meno, l’economia cinese è decollata, ed oggi non solo non vede morti in giro (salvo purtroppo i casi di pena di morte…ma non c’entrano una sega con il tema in oggetto) ma è la primam economia al mondo, sta salvando l’economia americana in default, e – attenzione!- sta facendo le delocalizzazioni in Africa, che noi europei debosciati non siamo riusciti a fare in 50 anni. EWd abbiamo invece pensato di lavarci la coscienza mandando in africa i soldi del live aid. Non mi pare che il presupposto dello sviluppo della popolazione sia poi così claudicante: pensa addirittura che un’università americana ha fatto uno studio demografico dimostrando che se la Cina non avesse applicato la politica del figlio unicop negli anni 70, ci sarebbero 500 milioni di persone in più ed il paese sarebbe oltremodo sviluppato, con un PIL perlomeno raddoppiato ed una capacità ancora più salvifica verso i paesi “occidentali”. Conviene che ripensiate un poco le teorie di Malthus ripercorse dalle pistolettate di Giovanni Sartori…sono superate dalla storia.

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  11. Significa che è stato una persona coerente: onore e merito a lui, dunque. Tutto quello che leggo sul personaggio rafforza la mia idea iniziale: manager, economista, laico prestato ad un incarico delicatissimo che necessitava di gestione sapiente e appunto tecnica (giacchè i preti è meglio che facciano i preti…).
    Abbiamo perso l’ammirazione per la coetrenza e la linearità? Siamo davvero sesi così in basso?

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  12. Evidentemente fare 5 figli con una moglie sola è diventato talmente impopolare da rasentare il ridicolo. Contenti voi…ridicole per me sono altre cose.

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  13. @saverio: Ah benissimo. Quindi la ripresa economica in Italia e nel mondo avverrà spontaneamente, basta che ci mettiamo a figliare come conigli? Caspita, e io che pensavo bisognasse investire in competenza, fare ricerca, sviluppare nuove tecnologie e soluzioni. Oddio, stride un po’ il fatto che in Cina lo sviluppo economico, attualmente, è però gestito dalla “generazione del figlio unico”, che se avesse avuto venti fratelli come i suoi nonni non avrebbe potuto magari studiare, dedicarsi allo sviluppo di aziende, etc. Guardacaso, le elite dirigenti cinesi, anche ora che legge sul figlio unico non è più così inflessibile, non mi pare mettano al mondo dieci o quindici marmocchietti…
    Ma per carità, avrai certamente ragione tu, Saverio. Già che ci siamo, tagliamo del tutto i finanziamenti alla ricerca, sono inutili, e reinvestiamo nei premi per le madri prolifiche, come ai tempi del Duce.

    Ah, e per inciso: mettere nel curriculum di un banchiere che ha cinque figli “con una stessa moglie” lo trovo esilatante come notazione. Ne avesse avuti cinque da due mogli diverse (perché magari vedovo) non era più affidabile come economista? E perché non scrivere che va anche tanto d’accordo con i fratelli e manda gli auguri per il compleanno ai nipoti? Io, per esempio, stamattina ho accompagnato a far la spesa mia mamma: lo segno sul curriculum.

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  14. @Saverio: Ho detto che claudicanti sono i presupposti. Quali sono questi presupposti? Leggi con attenzione il mio commento (cosa che sarebbe il caso di fare, se poi si replica a me): “Un economista che parla di Benedetto e del Medioevo avendone una visione alquanto lacunosa e stereotipata… e che utilizza QUESTO presupposto claudicante[…]”.
    Io so poco o niente di economia, ma di Medioevo ne so abbastanza da dire che le affermazioni in testa all’articolo sono inesatte, quindi il presupposto utilizzato per sviluppare è claudicante.
    Poi, che la bassa natalità sia causa della crisi attuale, personalmente non mi convince, ma non insulto nessuno dicendo che non è “universalmente condivisibile”, no?
    P.S.: non ho mai condiviso peraltro nemmeno la politica cinese del figlio unico, che portava semplicemente all’abbandono di numerosissime bambine cui le famiglie rinunciavano a favore dei maschi. . Quindi non capisco il ruo chiamarmi in causa a proposito.
    Penso che agli individui debba essere garantita la libertà di fare delle scelte, siano di non avere figli, di averne uno solo o di averne cinque poco importa.

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  15. Che poi, a me, non è mai capitato di conoscere una coppia che decidesse di non avere figli, o di non averne altri, perché ha letto Malthus o un editoriale di Sartori. Non ne hanno, o decidono di averne solo uno o due perché sono contenti così, pensano che quello sia il giusto equilibrio per la loro coppia/famiglia. Quindi, che si fa? Si va la casa loro con un mitra, dicendo: “Brutti egoisti, riproducetevi di più per il bene dell’economia?” No, dico vi immaginate la scena? 😀

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  16. Scusami Mondodigalatea….molto interesante il tuo excursus: ma nessuno per inciso, l’autore dell’articolo per primo, mi pare che abbia escluso la necessità di investimenti in ricerca know how etc. Solo mi chiedo…:chi la fa questa ricerca? chi produrrà PIL? Secondo aspetto: stride un pò il gioco delle esagerazioni, è piuttosto ingenuo: nessuno ha scritto che bisogna fare “10 – 15 marmocchietti”, semplicemente mi pare che l’economista dia una chiave di lettura molto semplice e di una chiarezza evidentissima, che non esclude altre chiavi di lettura. Ovvero: signori, abbiamo smesso di flgliare e siamo diventati più poveri, più figli, più sviluppo, puù PIL. Nessuna accezione religiosa, nessun comandamento invasivo, nessuna filippica dall’altare. Quanto al CV…lo trovo divertente, in tempi in cui anche mister nessuno si prende sul serio….peraltro il sito su cui hai rinvenuto il CV non è quello istituzionale di una società per azioni o di una banca…ma l’informalissimo sito web di un think tank… ragazzi prendete le cose nella giusta dimensione. Un cordialissimo saluto

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  17. Ma nessuno ha parlato di minacciare, cara… ma scusate vi da così fastidio un’analisi scevra da commenti? Ci mancherebbe altro che non fossimo liberi di figliare quanto vogliamo e di fare le scelte che riteniamo più giuste. Non leggiamo tra le righe quello che non c’è scritto, altrimenti è processo alle intenzioni.

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  18. E’ assolutamente irrilevante. Leggo con interesse, mi faccio domande, comprendo un’analisi e la condivido come in questo caso.

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  19. @Saverio: La farà chi c’è. Nuove generazioni ce ne saranno sempre. O forse i laicisti cattivi han detto che non ci si deve riprodurre più e non si devono mettere al mondo più figlioli, per nessuna ragione al mondo?

    E poi: “Abbiamo smesso di figliare e siam diventati più poveri”. Interessante assunto. Dunque, i nostri bisnonni avevano dieci figli e testa, nessuno dei quali riusciva a studiare, ad avere una casa di proprietà, pochi un lavoro qualificato e riuscire spesso a non morire di fame era un’impresa. Noi abbiamo studiato, abbiamo quasi tutti una casa, la macchina, telefonino, ipod, pc, il frigo pieno. Hai ragione, da quando abbiamo smesso di figliare siamo diventati più poveri, sissì…

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  20. mick78: non credo che l’autore abbia voluto parlare del Medioevo a tutto tondo, ne ha solo sottolineato un aspetto. Mi fate un pò sorridere voi soloni in un campo specifico della conoscenza…non appena un “profano” si addentra nel vostro campo lambendo alcuni aspetti e sottolinenando fatti storici accertati, vi sentite toccati nel profondo. Un bagno di umiltà non guasterebbe.

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  21. @saverio: No, non è irrilevate. Se sei convito che il problema della società sia questo e ne condividi l’assunto, allora devi anche tu comportarti di conseguenza: quindi metti subito al mondo una vagonata di marmocchi, se non l’hai già fatto. Altrimenti che è, “Armiamoci e partite?”

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  22. mondodigalatea: mi stai dicendo che siamo ricchi solo perchè consumiamo di più? il risparmio dei tuoi avi te lo sei scordato? ma li leggi i giornali? ma lo sai che se ci siamo salvati dalla crisi è grazie a quei nonni con 10 figli..che hanno messo da parte…

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  23. “Mi fate un pò sorridere voi soloni in un campo specifico della conoscenza…non appena un “profano” si addentra nel vostro campo lambendo alcuni aspetti e sottolinenando fatti storici accertati, vi sentite toccati nel profondo. Un bagno di umiltà non guasterebbe.”
    Eh dunque, prima dici che il signor Gotti Tedeschi dice cose sagge perché, fra l’altro, è un economista, quindi quando parla di economia sa di cosa parla. Ma quando una che ha compentenze storiche fa notare che in storia ha detto alcune sciocchezze (che peraltro compromettono anche in parte le conclusioni “economiche” perché partono da dati storici parzialmente inesatti), allora la storica è meglio che faccia un bagno di umiltà perché sennò è una antipatica “solona”… ah, ok.

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  24. @Saverio: l’affermazione “San Benedetto convertì anche i barbari di allora alle virtù del lavoro, alle scienze, alle arti.” è gravemente scorretta. Semplicemente. Non faccio certo Solone, bensì mi limito a: a) sottolineare un errore grossolano in un campo nel quale so di poter dare il mio contributo, b)dire che a me la tesi di G.T. personalmente non convince, ma non sono del ramo.

    @Galatea: sì, è vero. Anche i miei bisnonni (comunque tra i benestanti del paese…) coi loro 7 figli di cui due soli mandati a studiare perché non si poteva mandarli tutti, uno morto piccolo perché in una società contadina di famiglie numerose di dottori non ce n’erano molti (le piccole famiglie dove si poteva mandare i figli all’università erano poche) e uno morto a vent’anni di una malattia per cui si sperava negli anni a venire si sarebbe trovata una cura ma ancora non c’è, i miei bisnonni, dicevo, vivevano nell’età dell’oro.

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  25. @saverio: Mio bisnonno (che aveva avuto otto figli) da parte non ha messo via nulla: non riusciva ad arrivare a fine mese con tutte le bocche da sfamare. Mia nonna, che di figlia ne ha avuta solo una, è riuscita a farla studiare. I miei, che hanno avuto solo me, sono riusciti a farmi studiare e a comprarsi una casa. Avessi avuto altri dieci fratelli, no: perché puoi risparmiare quanto vuoi, ma non è che si possono fare miracoli, eh.

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  26. Il problema è relativo, quando ci si crea una famiglia la propensione al risparmio cresce esponenzialmente. Per il resto il mio appunto era rivolto verso una certa faziosità che mi pare sconfini nel processo alle intenzioni: io mi fermerei all’analisi economico-storica dell’articolo del dott. GT.
    Mickey78: capisco il tema storico, permettimi di dire che grazie ai benedettini sono nate le prime università in Europa. Grazie ai benedettini si sono divulgate le scienze. Lo sviluppo culturale che questo ordine ha portato nell’Europa è di straordinario impatto.

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  27. Mick grazie, non Mickey.
    Non c’è dubbio che i benedettini abbiano avuto primaria importanza nello sviluppo della cultura medioevale, ma soprattutto nella conservazione della cultura classica. Questo non mi sogno nemmeno di contestarlo, anzi lo condivido in pieno.
    Ma che Benedetto convertì i barbari al lavoro alle scienze e alle arti è tutto da vedere e in buona parte dimostratamente falso. Semplicemente, ci si rifugia tutt’oggi nell’ignoranza e nelle frasi fatte. Non ci vorrebbe una laurea in storia medievale, e nemmeno in lettere, per poter superare questo superato stereotipo ed avere una visione più realistica di cosa fu l’Europa in quei secoli.
    Inoltre, sottolineo, allora si era molti, molti, molti meno che adesso, e l’economia non è che fosse proprio floridissima in generale. Certo, le comunità benedettine erano dei centri di forte potere economico. Guarda caso però (in teoria) i benedettini non si riproducevano.

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  28. @saverio: tanto per rimanere strettamente legati all’analisi economica storica, mi puoi ricordare quali università medioevali sono state fondate dai Benedettini? Sono al mare con una connessione precaria e su due piedi non mi vengono in mente.

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  29. Non parlo di formale fondazione…parlo di monasteri come di autentiche università del sapere, che certamente sono state a dir poco determinanti per le università allora esistenti. A braccio mi vengono in mente le universitaà di Padova e di Salisburgo, allora gestite addirittura dai benedettini.
    Altro aspetto non irrilevante: non è che per per fare delle valutazioni circa lo sviluppo i benedettini dovessero essi stessi farsi parti attive e “dare il buon esempio” procreando. Avevano una vocazione ben chiara e dei crismi altrettanto chiari. Non scherziamo su cose serie, e su un ordine che è stato davvero determinante per la conservazione e la tra-dizione (nel senso autentico del termine).

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  30. @saverio: Lungi dal voler sottostimare l’apporto dei Benedettini alla cultura medioevale in generale, ma quanto alla nascita delle Università c’entrano poco: se c’è una istituzione ch fin dalla nascita si è proprio affrancata dalla Chiesa questa è l’Università. Bologna e Padova, le più antiche, nascono come libere associazioni di studenti, che si riservavano di chiamare i propri professori in assoluta libertà, e proprio per non aver direttive ed intromissioni dalla Chiesa o da altri. Le Università nate per decreto papale sono successive, e certo quando di “barbari” da convertire alla scienza o a qualsiasi altra cosa ce n’erano ormai in giro pochetti. Poi, incidentalmente, di tanto in tanto, potevano esserci insegnanti francescani, benedettini o laici, ma questo non vuol dire molto, solo che venivano chiamati a insegnare per i loro meriti.
    Quanto ai Benedettini, mi sa che si potevano dedicare con tanto fervore alla conservazione della “tradizione nel senso autentico del termine”, come dici tu, (qualsiasi cosa voglia dire: da storica tendo a considerare la “tradizione” come qualcosa che non esiste: è solo un canone che in un dato momento storico è stato cristallizzato, quindi “il senso autentico del termine” l’ho sempre trovato una definizione altisonante ma piuttosto vuota) proprio perché non avevano famiglia e pargoletti da badare. Il che ci riporta al problema iniziale: le èlite più colte si sono sempre moltiplicate molto poco, o addirittura formalmente per nulla, come nel caso delle gerarchie ecclesiastiche, eppure il mondo è andato avanti e progredito, anche economicamente, grazie a loro. Strano, eh?

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  31. Ma cotesto Ettore Gotti Tedeschi non è stato recentemente nominato a capo dello IOR per metterne a posto i conti e gestirlo in maniera trasparente ? Mi chiedo anche se il suo cognome corrisponde a quello di una nota famiglia ebraica italiana (triestina o giuliana in origine). Che sia un convertito ? Con tutto il rispetto per la sua scelta (io sono ebreo) credo che spesso i convertiti siano più zelanti di chi in quella religione ci è nato. Di certo il fatto che sia un militante dell’Opus Dei non depone a suo favore, né come economista né come essere umano.

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  32. avi, il tuo è un punto di vista abbastanza discutibile. Il professore in questione è persona di grande spessore e di trasparenza indiscutibile, oltre che famoso nell’ambiente per una morale ferrea. Sono un cattolico informato e attento e non un bigotto nè un superficiale. Leggiti i suoi pezzi sull Osservatore Romano e lo troverai illuminante. Con rispetto, Saverio

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  33. Signori, alla fine della fiera, per “quagliare”..l’articolo del Professore dice sostanzialmente che la natura non sbaglia, e che un sano tasso di crescita della popolazione è il miglior volano per assicurare crescita economica, benessere e ricambio di risorse e forze per il futuro. Tutto qua. C’è bisogno di fare panegirici laicisti o tirare in ballo virtù procreative?? Un pò di serenità e di maggiore onestà intellettuale nella lettura dei giornali, suvvia!

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  34. @Saverio: Veramente che un “sano” tasso di natalità sia fondamentale in una società non lo dice il Professore, ma anche i Malthus che tu hai tanto attaccato: solo che loro il “sano” lo definivano come decisamente inferiore a quello che si ottiene lasciando fare alla natura il suo corso. Il Professore ha detto altro: ha detto che bisogna tornare all’esempio di S.Benedetto. Che, invero, sulla natalità non ha detto nulla di specifico, peraltro, ma al Professore stava bene tirarlo in ballo così, tanto per citare un santo simpatico alle masse. Dopodiché il Professore ha inanellato una serie di corbellerie storiche sui Bendettini e sul Medioevo. Farlo notare non è fare un “panegirico laicista”, è semplicemente esercitare il normale e onesto diritto di critica.
    Quanto alla onestà intellettuale, sarebbe meglio che ne esercitassi un pochina anche tu: perché dopo che hai sostenuto che il professore era un laico super partes (e ti abbiam dimostrato che è dell’Opus dei), poi che era un fine conoscitore del Medioevo (e ti abbiam dimostrato che no) e che i Benedettini erano importanti per la storia della scienza perché hanno fondato “università” (e ti abbiam di nuovo dimostrato che non è vero) stai ancora qua a cercare di dar lezioni e predicare agli altri di essere umili. A Save’, come diresti tu: suvvia!

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  35. Saverio, essere “membri” di una organizzazione come l’Opus Dei dice tutto, e squalifica in tutti i sensi la persona. L’osservatore Romano leggitelo tu e non consigliarlo a nessuno se vuoi essere considerato una persona seria. Ma come ti permetti ? Ma quali articoli illuminanti ? Il signor Ettore Gotti Tedeschi è in tutto e per tutto legato al sistema di potere vaticano, con tutto ciò che ne consegue. Se sei cattolico o sei favorevole alle posizioni del potere vaticano anche senza essere cattolico ciò non mi riguarda, ma le tue opinioni e considerazioni non possono essere fatte passare per neutre e super partes.
    E per favore non continuare a rimbeccare ogni risposta, la tua posizione è chiara evidente e ben documentata, non c’è bisogno ogni volta di puntualizzare con questo e quello, la tua opinione è stata ascoltata, capita e ha avuto le risposte che si meritava.

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  36. caro Avi, ci vuole ben poco a risvegliare il meglio di Te. Complimenti per l’obbiettività che dimostri nei tuoi post, nonchè per l’ampiezza di analisi, la tolleranza verso le opinioni degli altri, e la padronnaa del linguaggio. Alcune precisazioni d’obbligo: l’Opus Dei non è una organizzazione, bensì è una prelatura personale, è pertanto parte integrante della Chiesa Cattolica. Secondo: l’Osservatore Romano è il quotidiano della Santa Sede, ed diretto da un laico. Non è un giornaletto parrocchiale, nè il Campanile di Mastella. Terzo: da quello che leggo (evidentemente con maggiore profondità, o forse solo con minore superficialità di quanto fai tu) il Dott. GT è persona famosa nell’ambiente economico e finanziario, nonchè cattolico, per la sua marcata indipendenza e autonomia, oltre che per una moralità ferrea. Tanto da essere apprezzato nell’arena anche da persone di cultura e morale diversa. Questo non è da poco,caro avi,è la tua opinione ad essere stata ascoltata e capita, e come puoi leggere ha avuto una risposta. Risposta assolutamente rispettosa, ma se permetti secca e circostanziata. Saluti.

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  37. @avi: sei per caso un tuttologo? mai letto tanta sapienza concentrata in poche righe di un blog. Prima di esprimere un’opinione (sempre legittima)sarebbe opportuno leggere ed informarsi. Altrimenti l’esercizio di detta libertà sacrosanta viene svilito a puro blaterare, ed in questo caso addirittura vengono scritte delle inesattezze non corrispondenti a realtà. Dunque la esorto – da lettore attento e nulla più – a rivolgere una maggiore attenzione alle letture e dunque ad una maggior prudenza nell’espressione delle opinioni. Stiamo parlando di temi seri, di persone altamente serie e competenti oltre che responsabili, e di istituzioni interne alla Chiesa. Se si svilisce il dialogo a chiacchiere da bar condite da idiozie e falsità bisogna essere pronti a prendersi dei sani pesci in faccia.

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