Preoccupazioni ingiustificate

Non vi preoccupate del “mondo reale”.

Non esiste più da un pezzo.

2 Comments

  1. il mondo reale invece esiste, eccome, ed è quello di cui pochi, pochissimi parlano. spero sia questo il senso delle tue parole.

    è il mondo degli esclusi, dei paria, di chi soffre, di quella vasta maggioranza di umanità che non ha diritti e che i media rendono invisibile.

    è il mondo di chi resta senza lavoro, disoccupato, precario, cassaintegrato.

    per essere un poco considerati in questa società è nacessario non occuparsi di queste cose, per essere quindi aderenti al modello fasullo che lo spettacolo ci mostra ogni giorno.

    ti faccio, cara Galatea, un esempio concreto di realtà, perché tale denuncia non resti nel vago:

    marchionne mercoledì 21 luglio – dagli Usa – ha detto di essere costretto per la «poca serietà» mostrata dai sindacati italiani a produrre i due nuovi modelli in Serbia.

    Nelle stesse ore, però, a Kragujevac, nell’ex Zastava rimessa in piedi dal governo serbo, tecnici del Lingotto stavano già studiando l’aggiornamento delle linee produttive della Punto Classic per adattarle ai pianali su cui andrà montata, dal gennaio 2012, la nuova monovolume L Zero.

    Per quanto «efficiente» sia la nuova Fiat, non si può avviare una scelta di queste dimensioni (160.000 vetture l’anno) in pochi giorni. Quindi arrivavano – nel giro di minuti – le dichiarazioni del management serbo, giustamente soddisfatto: «la decisione di Fiat di produrre qui questi due nuovi modelli conferma che vengono applicati tutti gli accordi stipulati con i partner italiani». Accordi presi quando? Al momento della creazione della Fiat Automobili Serbia (Fas), nel dicembre 2009.

    Altro fatto REALE importante: lo stabilimento Fiat in Serbia è pagato – lo dice anche scalfari nel suo editoriale di domenica – per tre quarti dall’Unione europea.

    ciò significa una cosa sola: la decisione dello smantellamento del sistema produttivo automobilistico italiano, e con esso del suo indotto, è attuata con il denaro dei contribuenti europei, italiani compresi, nell’ambito di un piano dei massimi organismi politico-economici europei e con la piena adesione e responsabilità del governo italiano, nel sostanziale disinteresse dei partiti e nel silenzio di quasi tutto il sindacato.

    Pertanto, cara Galatea, se vogliamo occuparci della realtà, ne troviamo tanta, perfino troppa.
    CIAO

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