8 settembre

Un partito monolitico che si spacca dopo anni di consenso oceanico, un leader sfiduciato dai suoi che si attacca ad un alleato preoccupante e che ha in mano il Nord per restare al potere, guerre e tradimenti fra i fedelissimi, capo dello Stato insofferente  e dalle ormai imprevedibili reazioni, classe dirigente nel caos, paese allo sfascio, incertezza  e confusione.

Sì, sì, è proprio l’8 settembre, oggi, mi sa.

7 Comments

  1. Sembra, più che altro, un 25 luglio. Vedo già l’ambulanza che carica Berlusconi all’uscita dal Quirinale, il governo affidato al Maresciallo d’Italia Tremonti, “il federalismo continua,” etc. etc.

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  2. il leader, che in italiano si dice ancora “capo”, sitrovava a campo imperatore, sul gran sasso, ben sorvegliato. questo attuale è ancora a piede libero.

    quello lì fu liberato grazie ad un accordo (lasciamo perdere la farsa della liberazione ad uso propagandistico) tra i tedeschi e la monarchia: il re era libero di fuggire (infatti le truppe tedesche che incontrò sulla strada per ortona lo lasciarono tranquillamente passare), roma doveva essere consegnata (fu dato ordine ad intere divisioni che stavano combattendo nel lazio di arrendersi), e sul gran sasso fu dato ordine di non sparare un colpo, ritirando, tra l’altro, le mitragliatrici pesanti.

    tutta questa minestra x dire che non è da escludersi un “grande inciucio” se le cose si mettessero male. anche perché c’era, allora, un terzo incomodo che non hai segnalato: gli alleati che sparacchiavano e bombardavano. e la differenza tra allora e oggi sta tutta qui. chiamala niente …
    🙂

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  3. L’8 Settembre ’43 (come anche il 25 Luglio) fu una data per i libri di storia, perché gli italiani pseudo-fascisti erano prima e pseudo-fascisti son rimasti ora.
    Ora questo è un Paese pseudo-berlusconista, ma mi è piaciuto molto l’accostamento evidenziato tra le date del passato remoto e di questo prossimo.
    Perché questo sarà pure un Paese pseudo-fascista, ma a questo punto aspetto fine Aprile col groppo in gola. E un fucile in mano, magari.

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